Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 4 novembre 2018

Domenica IV Soprannumeraria dopo l'Epifania

Dicit Dóminus: Ego cógito cogitatiónes pacis, et non afflictiónis:
invocábitis me, et ego exáudiam vos:
et redúcam captivitátem vestram de cunctis locis
.  

Benedixísti, Dómine, terram tuam: avertísti captivitátem Iacob. 

SAN SIMEON PICCOLO
cappellania per la liturgia in rito tridentino a Venezia

La sacra liturgia ci nutre oggi con un passaggio del Vangelo secondo San Matteo, che descrive come nostro Signore Gesù Cristo ha calmato una terribile tempesta con la potenza della sua parola. In questo brano del Vangelo, vediamo una giustapposizione fra i discepoli terrorizzati e impauriti nel mare in tempesta da un lato, e nostro Signore Gesù Cristo che dorme pacificamente a poppa dall’altro. Come potrebbe il nostro Signore dormire in mezzo a tale violenza e turbolenza? La Sacra Scrittura suggerisce che la chiave per comprendere la capacità di Cristo di dormire durante questo tempesta è la sua fede e la sua fiducia in Dio Padre. Cristo è stato un modello per noi durante il suo ministero terreno di una completa fiducia nel Padre.
In tutto l’Antico Testamento, il sonno sereno significa fede e fiducia nella protezione divina di Dio. Per esempio, nel Salmo 3, il Santo Profeta, il re Davide, canta: “Mi sono sdraiato e ho dormito; Mi sono svegliato; perché il Signore mi aiuterà “, e in Salmo 4, loda Dio, dicendo: “In pace io mi sdraierò e in pace dormirò: perché solo tu, Signore, mi fai riposare “. Questi riferimenti ci insegnano che i giusti che hanno fede sono benedetti con un sonno pacifico, perché confidano in Dio e nella Sua protezione divina.
Purtroppo, i discepoli in questo momento non credevano ancora pienamente in Cristo. La loro fede non era ancora perfetta, quindi hanno lottato con la paura paralizzante mentre il nostro Salvatore riposava pacificamente durante la tempesta. Possiamo vedere nel mare in tempesta in questo Vangelo un simbolo del mondo in cui viviamo. Ciò non significa che non ci sia nulla di buono in questo mondo, ma piuttosto che le nostre vite in questo mondo sono piene di sfide, sofferenze e tribolazioni. Noi credenti dobbiamo affrontare il mare infuriato della vita presente. Il contrasto tra i discepoli che avevano paura perché mancavano di fede e Cristo che riposava in pace, questo contrasto ci ricorda che dobbiamo navigare durante le nostre vite in questo mondo con fede e completa fiducia in Dio come nostro Protettore. Ci troviamo nel mezzo del mare in tempesta e gridiamo al nostro Salvatore per liberarsi dalla nostra afflizione. E il nostro Salvatore riceverà le nostre preghiere e agirà in modo magnanimo. Nel vangelo di oggi leggiamo che Cristo “si alzò e rimproverò il mare”.
Si alzò completamente per affrontare il mare in tempesta. Quando i discepoli sono spaventati a causa
della tempesta, nostro Signore sta in piedi e si confronta con il mare in tempesta. Allo stesso modo, quando siamo nel mezzo di una tribolazione o di avversità e invochiamo il nostro Salvatore, Egli sarà anche lì in mezzo a noi, in piedi con noi e nella gestione della situazione secondo la Sua volontà operando ciò che è necessario per la nostra salvezza.
Il cappellano don Joseph Kramer

9 commenti:

Mario Proietti ha detto...

PROTESTA ALL'ANGELO CUSTODE DI SAN CARLO BORROMEO DA RECITARSI IN QUESTO GIORNO:

Nel nome della Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, Io N., miserabile peccatore, protesto in vostra presenza o Santo Angelo di Dio, mio fedele custode:

1. Che voglio morire nella sola vera Fede che insegna la Santa Chiesa cattolica, apostolica, romana, nella quale sono morti tutti i Santi e fuor della quale non c’è salvezza.

2. Protesto ancora, o mio santo Angelo, che, aiutato e sostenuto dalla vostra protezione, voglio lasciare questa vita animato da una grande confidenza nella misericordia di Dio, malgrado la moltitudine e la gravità dei miei peccati, credendo fermamente che una sola goccia del Sangue preziosissimo di Nostro Signore basti a cancellare non solo i miei peccati, ma quelli del mondo intero.

3. Protesto parimenti, o beato Angelo, di avere un gran desiderio, nonostante l’enormità dei miei crimini, di partecipare ai meriti infiniti di nostro Signore Gesù Cristo, la cui tenerezza e misericordia non rigettano mai nessuno. Oh, come vorrei non aver mai offeso il mio Dio! Io lo amo al di sopra di tutto e desidero amarLo sempre più. Mi pento di tutto cuore, perdono volentieri a tutti coloro che mi hanno contristato e getto tutti i miei peccati nel Cuore adorabile di Gesù, affinché Egli si degni di cancellarli per sempre.

4. Vi scongiuro, altresì, o mio fedele Custode, di supplicare in mio favore la divina misericordia, affinché si degni di ricevermi nel numero di quei Beati che ha predestinati da tutta l’eternità e che sono già nella Sua gloria. E protesto ancora che, per ottenere una grazia così preziosa dall’infinta bontà di Dio, sono pronto a soffrire non solo tutte le pene di questa miserabile vita, ma ancora tutte quelle del purgatorio, fino al giorno del giudizio universale.

5. Infine, o mio amatissimo e sapientissimo Custode, protesto di costituirvi come esecutore delle mie ultime volontà.

Ottenetemi, ve ne prego, dal mio Dio queste ultime tre grazie: la prima, che non esca da questa vita senza aver ricevuto degnamente i Sacramenti della Chiesa; la seconda, che Nostro Signore Gesù Cristo si degni di addolcire e calmare i dolori della mia anima con una di quelle lacrime e di quei sospiri che Egli ha emesso sulla croce; e che la sua dolcissima Madre, abbassando su di me uno di quei teneri sguardi che ai piedi della croce Ella rivolgeva al suo diletto Figlio morente, si degni di ammettermi nel numero di coloro che, sotto la sua protezione, ottengono l’eterna ricompensa nel giorno del giudizio; la terza, infine, è che voi, mio santo Angelo e fedele Custode, vi degniate di soccorrermi nell’ultima ora in cui la mia anima si separerà dal corpo, e che mi rendiate propizio Gesù Cristo mio giudice, il cui Cuore sulla croce ardeva dal desiderio bruciante di salvare i poveri peccatori.

Custodite, dunque, la mia anima che vi è stata affidata, o mio tenerissimo Custode, e quando lascerà la prigione del suo corpo, degnatevi di rimetterla nelle mani del Suo Creatore e Redentore, affinché con Voi e con tutti i Santi del Cielo possa gioire della Sua presenza, amarLo perfettamente e possederLo pienamente per tutta l’eternità. Così sia.

Anonimo ha detto...

Veni, Domine Iesu!

Anonimo ha detto...

Bel contributo , grazie .
Eterno Padre la Morte di NSGC pongo tra me e i miei peccati .

Anonimo ha detto...

NSGC ama talmente l'uomo da non poter stare lontano da lui neppure nel Suo stato di gloria : l'Eucaristia e' la Sua incarnazione continuata , moltiplicata e perpetuata fino alla fine del mondo . S.P.G. Eymard

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=cl-GI3ljwKA&feature=share
I confessori della fede sparsi nel mondo ci spingono a dire il nostro Grazie a Dio
Omelia P. Giorgio Farè 1-11-2018 I confessori della fede

viandante ha detto...

Oggi ricorre anche la festa di San Carlo Borromeo, figura di zelante vescovo cattolico.

Lo ricordiamo con le parole del defunto vescovo di Lugano (diocesi di cui San Carlo è compatrono) Mons. Corecco:
San Carlo «ha salvato le anime con le ginocchia»; ha salvato cioè i suoi contemporanei, riconvertendoli al senso di Dio e alla centralità di Cristo per il destino dell’uomo e della società. L’ha fatto perché ha messo la sua ascesi e la sua penitenza intima al servizio della testimonianza della sua fede, nell’ambito dell’impegno pubblico, ecclesiale, politico e culturale. Ha capito che la fede non gli era stata data solo per usufrutto individuale e personale, ma per manifestarla e trasmetterla ai suoi contemporanei interessandosi ai problemi che aveva in comune con essi e con tutta la società in cui viveva.

Da: http://www.eugeniocorecco.ch/scritti/scritti-pastorali/un-vescovo-e-la-sua-chiesa/ii-volume/la-santita-nella-chiesa-5/

Catholicus ha detto...

"Vi scrivo per implorarvi di agire e prendere le necessarie contromisure per riformare i rimanenti tre seminari in Inghilterra... I seminaristi ortodossi ed eterosessuali meritano un seminario libero da sottoculture gay e libero da formatori omosessuali e docenti omosessuali".
(p. David Marsden, SCJ, ex docente in seminario a Birmingham, licenziato per aver tentato di difendere l'insegnamento della Chiesa riguardo all'omosessualità)
https://www.lifesitenews.com/news/priest-breaks-ranks-and-blows-the-whistle-on-gay-subculture-in-leading-uk-s

Catholicus ha detto...

A QUANDO UN NUOVO LEONE?
"La Chiesa, memore del proprio ufficio, non si è mai tanto preoccupata di impegnarsi con ogni zelo e con ogni sforzo come quando si è trattato di tutelare in ogni sua parte l'integrità della fede e di considerare ribelli e di espellere da sé coloro che non la pensassero come lei in un articolo qualunque della sua dottrina". (LEONE XIII - Enc. Satis cognitum, 29 giugno 1896).

Anonimo ha detto...

Come gli orientamenti contrari significano teologie contraddittorie .PETER KWASNIEWSKI
http://www.newliturgicalmovement.org/2018/11/how-contrary-orientations-signify.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+TheNewLiturgicalMovement+%28New+Liturgical+Movement%29#.W-B5MRNKh7M

Qui si sfonda una porta aperta , l' illustrazione e' quella della mia Parrocchia , manca solo il mazzo di fiori al centro e le chierichette . Al termine della Messa il Sacerdote si inchina verso il popolo ( la Croce e' alle sue spalle in alto sulla parete ) , sì in fronte all'altare , ma purtroppo per me , ogni volta ho l'impressione che all'inchino seguira' la chiusura di un ipotetico sipario , un fragoroso applauso e la richiesta del bis .