Cari amici,
non si può, nelle questioni di fede, dare un colpo al cerchio ed uno alla botte. Cercare di aggiustare uno sbrego, rabberciando una cucitura, può provocare disastri. Questo tentativo di rimedio del teologo Mauro Gagliardi sulla NBQ (qui), relativo alle parole del papa su Maria corredentrice, hanno un chè di ridicolo, sia pure involontario. Già il titolo è contraddittorio: “Corredentrice? Uniti sul contenuto, divisi sulla parola”. Non si può essere uniti sul contenuto e divisi sulla parola, infatti la parola, per avere senso, esprime sempre un contenuto. Al limite, si deve bene definire il contenuto della parola, cosa di per sé semplicissima, e poi passare ad utilizzarla. Siccome, poi, da sempre la parola “Corredentrice” rivolta a Maria Santissima in ambito cattolico è stata certa nel contenuto teologico e dogmatico, allora è evidente che c’è sotto qualcosa d’altro che riguarda proprio la divisione sul contenuto. È questione di semplice logica, il resto sono fumosi giri di parole per nascondere la realtà.
Per quanto riguarda l’aspetto ridicolo della questione basta leggere questo passaggio di Gagliardi:
“Le difficoltà sorgono piuttosto a livello terminologico: il titolo di Corredentrice esprime bene la dottrina sopra accennata, o invece corre il rischio di far pensare che Maria abbia, nella redenzione, un ruolo di pari valore rispetto a quello di Cristo? I teologi che sono favorevoli alla definizione dogmatica della corredenzione mariana non vedono pericoli nell’uso di questo titolo per Maria, mentre coloro che sono contrari, pur non dubitando della cooperazione di Maria alla redenzione, pensano che il titolo di Corredentrice sia ambiguo.
L’aspetto ridicolo è che i teologi contrari al titolo di Corredentrice sono coloro che dell’ambiguità hanno fatto la loro stella polare. Si vuole nascondere il fatto che questo titolo non sarebbe mai accettato dall’ecumenismo spinto in cui è stata infilata la Chiesa dopo il Vaticano II.
Ultima postilla sull’ambiguità, sulla mancanza di certezza. Rileggetevi bene Evangelii gaudium n. 41 (qui):
A volte, ascoltando un linguaggio completamente ortodosso, quello che i fedeli ricevono, a causa del linguaggio che essi utilizzano e comprendono, è qualcosa che non corrisponde al vero Vangelo di Gesù Cristo. Con la santa intenzione di comunicare loro la verità su Dio e sull’essere umano, in alcune occasioni diamo loro un falso dio o un ideale umano che non è veramente cristiano. In tal modo, siamo fedeli a una formulazione ma non trasmettiamo la sostanza.
A bene vedere, le parole di EG41 contraddicono completamente nel contenuto dell’articolo di Gagliardi.
Il passaggio finale dell’articolo, invece, è pienamente condivisibile:
Una frase spesso attribuita a Chesterton (ma che non si trova, almeno in questa forma, nelle sue opere) ricorda che quando l’uomo smette di credere in Dio, non è che non creda più a niente, ma al contrario inizi a credere a qualunque cosa. Potremmo fare un’applicazione dogmatica di questa saggia osservazione e dire che, quando si mettono in dubbio i dogmi, o se ne misconosce l’importanza, non accade che non si creda più a niente, ma succede invece che divenga possibile credere a qualunque dottrina. Anche riguardo al mistero della Madonna, se si procede con un atteggiamento di questo tipo, la conseguenza sarà che i veri dogmi saranno sostituiti da altri titoli mariani che, a differenza dei dogmi, non hanno alcun fondamento nella Rivelazione e, in certi casi, potrebbero apparire, se non blasfemi, almeno ridicoli.
Siccome Gagliardi non può, lo faccio io l’esempio di un titolo mariano, sia blasfemo (anzi bastardo), sia ridicolo: Maria meticcia (Maria è meticcia, donna dei nostri popoli, ma che ha meticciato Dio. (Osservatore romano qui)… Andrea
29 commenti:
Cosa aspettano i cardinali ad emanare un documento per correggere le ultime aberrazioni?
Un grazie ad Andrea.
Concordo anche io che il termine Corredentrice sia inopportuno e ponga Maria (almeno apparentemente per i non addetti au lavori) sullo stesso piano di Cristo.
Forse sarebbe meglio usare il termine Cooperatrice della Redenzione.
Proponi, cioé, il dogma di Maria "cooperatrice" della redenzione?
Sinceramente sei più ridicolo del teologo della NBQ.
Dalla Treccani:
corredentrice s. f. [comp. di con- e redentrice, femm. di redentore]. – Nella teologia cattolica, attributo della Madonna in quanto ha cooperato con Gesù Cristo alla redenzione.
Faccio una piccola osservazione sul significato delle parole: è vero che è opportuno che vengano usate quanto più possibile parole con un'etimologia vicina al significato. Tuttavia l'essere umano è in grado anche di cogliere spiegazioni e il contesto. È piuttosto comune che usiamo vocaboli per il loro "senso lato", basta che qualcuno lo spieghi correttamente. Esempio: il concetto più importante per un cattolico è l'eucarestia e l'etimo è questo:
eucaristìa (o eucarestìa) s. f. [dal lat. tardo eucharistĭa, gr. eccles. εὐχαριστία, propr. «riconoscenza, rendimento di grazie»]
Certo che rendiamo grazie a Dio perché ha istituito questo sacramento, ma non è certo il termine più affine al concetto principale, che è il Corpo e Sangue di Cristo.
Tornando alla Madonna, anche "Immacolata Concezione" sollevò obiezioni perché si poteva erroneamente dedurre che fosse predestinata o cose simili, o comunque che per Lei non fosse stato necessario il Sacrificio di Cristo. Semplicemente la cosa è stata spiegata. Dopotutto i dogmi vengono usati proprio per chiarire questioni importanti ed eliminare le interpretazioni errate. Se una cosa fosse ovvia e chiara a tutti, il dogma non servirebbe.
Comparve anche il curioso apoftegma "Generosa Socia del Divin Redentore" che però potrebbe urtare la sensibilità di qualche c.d.a. ....
Leggo sul De Mauro Online:
cón–
pref., indica unione, partecipazione, simultaneità in parole di origine latina:
concatenare, condegno, condiscepolo, condurre, connaturale, conseguire, consocio, consolidare, consuocero, contenere, conterraneo, e in formazioni italiane, premesso a verbi, sostantivi, aggettivi: concentrare, concittadino, connazionale, corresponsabile; provoca assimilazione davanti alle consonanti iniziali b, l, m, p, r: collaborare, combaciare, commensale, compaesano, corresponsabile; davanti a s seguita da consonante tende a ridursi a co–: costruire
Penso che se è condivisibile la partecipazione (attiva) di Maria nell'opera di redenzione, forse dubbia è l'unione ma direi non accettabile l'idea della simultaneità. Cristo ci ha redento con la sua morte e resurrezione non con il suo concepimento.
Quindi direi che, se è vero che le motivazioni di chi non accetta questo titolo sono indicibili e ingiustificabili per un Cattolico, dall'altro credo che sia vero che il termine è ambiguo e può trarre in inganno.
Credo che sia anche il motivo per cui fin'ora non è mai stata proclamata questa verità di fede anche se nessuno ha mai messo in dubbio la cooperazione del "sì" di Maria nel piano di redenzione di suo Figlio.
Se è vero che non dobbiamo farci influenzare da laide motivazioni sincretiche, è anche vero che non dobbiamo farci accecare dalla volontà di controbilancialre con azioni non completamente ponderate.
Caro Andrea,
il titolo degli articoli lo scelgono sempre le redazioni, quindi almeno di esso Gagliardi è incolpevole.
Bisogna tenere conto che Gagliardi è stato, tra i teologi italiani, forse l'unico che ha avuto il coraggio di rintuzzare la scandalosa omelia papale. Chi conosca quanto è pesante l'atmosfera, soprattutto a Roma, dove vige un sistema di spionaggio tipo "Gestapo" e uno viene subito etichettato come "nemico del Papa" solo per insegnare la dottrina cattolica, capirà che l'articolo di Gagliardi è comunque un atto di coraggio. Il testo è chiaro, conferma i fedeli nella dottrina e fa anche capire che il Papa, negando o relativizzando i dogmi, introduce poi titoli mariani suoi. Come dimenticare, ad esempio, il bergogliano Maria come "influencer di Dio"?
Cerchiamo di supportare e incoraggiare quei pochi teologi che, avendo molto da perdere, hanno il coraggio, pur con prudenza, di continuare ad insegnare la dottrina cattolica.
Antonio
Semplicemente,
quando un Cattolico prega recita dopo il Padre Nostro un'Ave Maria, in quanto associa nella sua supplica al Padre Celeste la Santa Madre di Dio ("prega per noi")e subito dopo pronuncia il Gloria, ossia la certezza che le sue suppliche verranno esaudite (se Dio le riconosce utili al bene della sua anima). E' evidente che Maria SS. ha un ruolo speciale nel nostro rapporto con la SS. Trinità, lo stesso che ha per ognuno di noi la mamma con il mondo circostante. Senza il fiat della persona Maria alla volontà di Dio - un fiat molto difficile perchè avrebbe sconvolto la sua vita, esponendola a pericoli, incertezze, riprovazione sociale - la salvezza non sarebbe entrata nel mondo. Dio sia lodato.
Dietro al concetto di "immacolata concezione" c'è l'antropologia teologica agostiniana per la quale tutti gli uomini ereditano lo stesso peccato commesso da Adamo. La Vergine, dunque, ne sarebbe esente dalla concezione. Il termine "immacolata" è usato anche in Oriente ma i riferimenti antropologici sono diversi non essendo stato conosciuto Agostino: qui l'uomo non eredita la colpa adamitica (e quindi neppure la Vergine) ma eredita le conseguenze di tale colpa. La Vergine verrebbe lavata da tali conseguenze (ad e. le passioni) con il suo libero "fiat" divenendo immacolata, quindi degno scrigno del Salvatore.
Siamo sottoposti ad una durissima prova, la chiesa corrotta, lo stato corrotto, gli amici, i parenti, i conoscenti tutti più o meno contaminati, non siamo minoranza, ma col nostro silenzio e la nostra remissivià è come se lo fossimo, purtroppo. il potere del maligno è universalmente pervasivo, ma l'esigenza di verità e libertà lo può superare. È tuttavia difficile sconfiggere gli attacchi di satana se si rifiuta l'alleanza con Colui che egli odia e se non si confida nel soccorso di Colei che gli schiaccerà la testa. Per questo è Lei soprattutto, che questa banda di malfattori e traditori arroccata dentro le sacre mura cerca di sminuire e minimizzare. Sono loro i più fedeli servi del demonio, stiamone certi, prima o poi faranno la sua stessa fine. Alla Madonna Santissima affidiamo tutto, tutta la nostra vita, tutta la nostra speranza. È Lei la Corredentrice del mondo, checché ne dica quello che pare celebrarla e invece oscenamente la bestemmia: lingua biforcuta e orrendamente perniciosa.
(dai commenti all’articolo
https://opportuneimportune.blogspot.com/2019/12/analogie-tra-crisi-politica-e-crisi.html )
https://it.zenit.org/articles/maria-generosa-socia-del-redentore-testo-integrale/
Stimato Pietro C., sinceramente mi sembra molto più semplice e lineare l'intuizione di Sant'Agostino che correla la generazione (non come atto peccaminoso, ma come modalità di generare la vita) con la trasmissione del peccato di origine.
Il peccato infatti corrompe la perfezione creata, ma non come "idea", che uno può avere o non avere, ma come dato di fatto, che entra per così dire nei cromosomi, così che l'umanità così segnata non è più quella creata da Dio e perciò bisognosa di essere "ricapitolata in Cristo".
Non ritiene più semplice (Dio non è affatto complicato, perchè non vuole ingannare nessuno) considerare questo dato anche "fisico", con conseguenze anche sulla psiche (anima) e soprattutto sullo spirito (non a caso il battesimo è sacramento dei morti, perché ridona la vita spirituale)?
Non è più chiaro che dover pensare a una sorta di "polveri sottili" sparse nel creato che vanno ad ammalare la pneumatologia delle anime?
In questo caso Dio avrebbe potuto non nascere uomo, novello Adamo, perché da Adamo viene il disordine, ma -ragiono per assurdo, solo per suscitare interesse ad una risposta- avrebbe potuto semplicemente essere una brezza leggera, come quella che soffiava in Eden, così da ripulire l'aria... O no?
La genealogia di Gesù è solo un modo per dire gli ascendenti di Giuseppe, che tuttavia geneticamente non è il padre di Gesù. Gesù torna alla creazione.
Alla purezza e all'ordine della volontà di Dio.
Gesù, vero uomo, esce dal concatenarsi delle generazioni che hanno trasmesso il peccato originale (ben più fisicamente intrinseco delle ipotetiche "polveri sottili" dell'esempio proposto).
La Beata Vergine per parte sua, semplice creatura umana, madre del Verbo incarnato, non concorre a trasmettere ciò che la sua umanità avrebbe inevitabilmente trasmesso: il solo modo è che in lei non ci fosse ciò che in tutti gli altri esseri umani (anche i più santi) c'è per nascita, prima di ogni decisione morale: questo è il dramma del peccato originale.
Il dogma dell'Immacolata Concezione è perfettamente semplice, senza fare di Maria una divinità, ma semplicemente la creatura necessaria all'incarnazione umana del Verbo.
Non sarebbe bastato che lei non avesse avuto passioni insane: anzi, se la sua immacolatezza fosse da considerare una garanzia di non averne, i meriti della vergine sarebbero di molto sminuiti e il suo fiat apparirebbe quasi scontato.
Non fu così: lei seppe essere fedele alla volontà di Dio attraverso l'esercizio fedele e umile del proprio libero arbitrio, contrariamente alla prima creatura umana, che pure era senza peccato originale eppure disobbedì, provocando la tragica perdita del paradiso terrestre e il perpetrarsi della corruzione di generazione in generazione (addirittura con un intervento secco come il diluvio quando l'umanità si era quasi completamente resa inabitabile allo spirito: così Gen 6,12).
Essere corredentrice, titolo totalmente adatto a Maria, non significa essere come Gesù, ossia essere Dio. Significa piuttosto, da semplice creatura, aver vissuto totalmente e umilmente l'obbedienza alla volontà di Dio, restando nel Suo Spirito, piena di grazia persino e soprattutto sotto la croce.
Lei è la creatura che ci apre la strada sulla Via, Verità e Vita di Gesù, la via della theosis così peculiare e cara all'ortodossia, per riguadagnare all'umanità il Regno dei Cieli, dove non a caso ella è assunta in anima e corpo.
Ho letto sulla pagina fb di Famiglia cristiana una enorme quantità di commenti agghiaccianti relativi all'Immacolata concezione che dimostrano la devastante e desolante non solo inadeguatezza ma addirittura nocività in ambito cattolico degli studi teologici e biblici attuali, soprattutto nella loro recezione che li appiattisce al livello non solo dei protestanti ma, addirittura, dei Testimoni di Geova.
Come ho avuto modo di commentare la riduzione sentimentalistica e sociologica del cristianesimo impedisce di cogliere la drammatica consistenza metafisica e spirituale della situazione umana dopo il peccato originale e quindi di cogliere la reale consistenza dell'opera di redenzione del sacrificio di Cristo nella sua sostanza e nei suoi "accidenti" e gli ostacoli (che non sono solo morali o di comportamento sociali) per la nostra salvezza. Così come in nome della (certamente necessaria) riscoperta delle Scritture si sommerge e si cerca di vincolare, in modo peraltro contraddittorio, la Chiesa che le ha fissate stabilendone la canonicita' e ne detiene in esclusiva il senso reale - essendo Lei l'unica realtà lasciata da Cristo e non le Scritture - , per poi accusarla di infedeltà e minimizzandone il ruolo fondamentale di mediazione nell'incontro con Cristo e in funzione della salvezza.
Noi ti lodiamo Maria Santissima CORREDENTRICE, debellatrice di ogni eresia.
"Il Redentore non poteva, per necessità di cose, non associare la Madre Sua alla Sua opera, e per questo noi la invochiamo col titolo di Corredentrice. Essa ci ha dato il Salvatore, l’ha allevato all’opera di Redenzione fino sotto la croce, dividendo con Lui i dolori dell’agonia e della morte, in cui Gesù consumava la Redenzione di tutti gli uomini" Allocuzione di papa Pio XI ai pellegrini provenienti da Vicenza il 30 novembre 1933
Quindi direi che, se è vero che le motivazioni di chi non accetta questo titolo sono indicibili e ingiustificabili per un Cattolico, dall'altro credo che sia vero che il termine è ambiguo e può trarre in inganno.
Ma un cattolico rifugge dall'ambiguità e negli insegnamenti dei Papi che hanno parlato della Corredentrice, come pure in quelli di p. Manelli e mons. Gherardini da noi citati, non c'è nessuna ambiguità...
Che i titoli vengano scelti dalle redazioni è vero, e spesso non capiscono niente. Non credo che questa giustificazione si possa usare per LNBQ, dove immagino tutti, dal primo all'ultimo, siano coesi e ben consci di cosa scrivono.
Detto questo, è vero che non è il caso di polemizzare su Gagliardi. Per certi versi è stato molto coraggioso. Il problema però è sempre lo stesso, quello del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Più passa il tempo, più vedo cattobeoti ancora incantati da Papa Francesco, più mi rendo conto che il bicchiere è ancora troppo vuoto. Prendete LNBQ oggi: tre articoli piuttosto pesanti sulle blasfemie pubbliche come se piovesse e il silenzio dei vescovi. Peccato che il più silenzioso di tutti, e il primo che dovrebbe parlare è Francesco, e se ne sta bello zitto; ma nessuno dei tre articoli specifica questo fatto; che andrebbe oltretutto messo in risalto con le scuse che il Papa ha sentito di dover offrire agli adoratori della Pachamama.
Tornando al dogma... Mettiamo pure che ci sia un problema di formulazione, non è comunque questo il motivo per cui non lo vogliono. Maria è la sterminatrice di eresie, un nuovo dogma mariano metterebbe fine a tutto lo sconcio che vediamo oggi, sincretismo incluso. Dice: ma perché? Ci sono già altri quattro dogmi. Ma sono della Chiesa "preconciliare", dunque valgono poco o niente. Immaginate invece una chiesa "postconciliare" che ne proclama uno nuovo.
Auxilium Redemptionis.
Forse meglio:
Auxilium nostrae Redemptioni.
Evangeli gaudium...con un linguaggio ortodosso si dà ai fedeli un dio non cristiano?????? quindi è il motivo per cui Bergoglio parla con errori per far capire giusto!!!!!!!!!!!!!
L'idea di "corredenzione" sembra implicare il fare, un'azione per la redenzione
L'opera della Redenzione è l'opera del Verbo incarnato.
Corredenzione sarà allora opera che concorre all'opera del Verbo ma necessariamente
non sullo stesso piano poiché l'azione del Verbo è unica ed irripetibile, non
eguagliabile da nessun discepolo.
La corredenzione di Maria sarà da vedersi in collegamento con la sua azione di
"mediatrice di tutte le grazie", i due momenti sono collegati tra loro, come mi
sembra abbia sottolineato mons. Gherardini.
Avendo accettato di essere la Madre di Dio essa già si pone come Mediatrice tra il
cielo e la terra. Ma non media solo per esser la Madre del Salvatore. L'opera di
mediazione continua nella partecipazione sua all'opera di redenzione del Figlio,
nella posizione subordinata di colui che media solamente, come si vede dall'episodio
delle Nozze di Cana, nel quale essa prima incita il Figlio ad iniziare "l'opera" poi
i servi a seguire le sue istruzioni. Mediazione attiva, si potrebbe dire, e quindi
"corredenzione" in quanto partecipazione attiva alla redenzione di noi peccatori.
Il termine però si presta all'equivoco, come è stato detto, quasi si volesse mettere
la B. Vergine sullo stesso piano del Verbo e pertanto divinizzarla.
Andrebbe bien spiegato, cosa di questi tempi non facile ad ottenersi.
T.
https://www.corrispondenzaromana.it/la-teologia-meticcia-di-papa-francesco/amp/
Gesù, che certamente voleva tanto bene alla sua mamma, in tutto il vangelo si rivolge direttamente a lei solo in due occasioni e in entrambe non la chiama mamma, ma “donna”.
Si tratta del celebre episodio di Cana e di una delle parole dette da Gesù in croce.
Si è sempre ragionato sul perché di questo appellativo utilizzato da Nostro Signore, apparentemente “diminutivo” del ruolo della madre. Si è perfino tentati di “giustificare” Gesù ritagliando l’espressione nel quadro di usanze e formule verbali miranti ad onorare l’interlocutrice.
Meditando sul tema di Maria corredentrice in questi giorni di novena, ho avuto la grazia di pensare anche a questo motivo: Maria è colei di cui parla il Protoevangelo quando in Gen 3,15 Dio dice al serpente antico: “Io porrò inimicizia tra te e la donna”. Il Signore Dio, annunciando il Redentore, stabilisce la donna prima “nemica” del principe delle tenebre.
La donna (la sua stirpe) è promessa fin dal principio come soluzione al "problema" del peccato originale.
Inoltre nel vangelo, quando a Gesù annunciano che la madre e i fratelli sono venuti a trovarlo, lui risponde dicendo che sua madre e suoi fratelli sono quelli che compiono la volontà di Dio. (Mc 3,31; Mt 12,46; Lc 8,19).
E ancora, a chi dice (Lc 11,27): “beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!” Gesù replica: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!”
Insomma Gesù non sminuisce affatto il ruolo della sua mamma, ma definisce in un certo senso proprio il concetto di corredentrice: lei è la mediatrice della grazia e partecipa all’ora proprio rendendosi umile ancella del Signore e facendone la volontà. Proprio come il Figlio!
L'ora: è lì il punto rispetto al quale ruota tutto intorno. Stat crux dum volvitur orbis.
Sul tema dell’ora, riprendo liberamente da una bellissima catechesi di Giovanni Paolo II.
Gesù ricorre al termine "ora" per indicare un momento fissato dal Padre per il compimento dell'opera di salvezza. A Cana si manifesta per la prima volta il potere messianico di Gesù. E' un evento particolarmente significativo e questo miracolo ci viene descritto come il principio dei segni (Gv 2,11) con sullo sfondo emerge l'ora della passione e glorificazione di Gesù (Gv 7,30; 8,20; 12,23; 13,1; 17,1; 19,27) per redimerci.
L’ora decisiva della storia è quella della redenzione. Tutta l’esistenza terrena di Gesù è orientata verso quest'ora. "Per questo sono venuto": per offrire il sacrificio che procura la salvezza all'umanità.
E non è un’ora decisa da altri: è voluta e determinata dal Padre. Prima dell'ora scelta dal disegno divino, i nemici non possono impadronirsi di Gesù. Parecchie volte si è tentato di fermare Gesù o di ucciderlo. Riportando uno di questi tentativi, il vangelo descrive l'impotenza dei nemici: "Cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora" (Gv 7,30).
Finché giunge l’ora dei nemici: "Questa è la vostra ora, è l'impero delle tenebre", dice Gesù a "coloro che gli erano venuti contro, sommi sacerdoti, capi delle guardie del tempio e anziani" (Lc 22,52). Anche quest'ora tuttavia Gesù rimane sotto il potere del Padre.
Sarà Lui a permettere ai nemici di Gesù di catturarlo. La loro opera si inscrive misteriosamente nel piano stabilito da Dio per la salvezza di tutti. Più che l'ora dei nemici, l'ora della passione è dunque l'ora del compimento della missione di Cristo.
L'ora suprema è, in definitiva, quella in cui il Figlio raggiunge il Padre.
In essa si chiarisce il significato del suo sacrificio ed è messo in piena evidenza il valore che tale sacrificio riveste per l'umanità redenta e chiamata a unirsi al Figlio nel suo ritorno al Padre.
Meraviglioso...
Mentre leggevo, edificata, senza vedere il nome del commento, sapevo che era Tralcio.
Solo tonterias, cara Mic :-)
Grazie di cuore!
Mons. Viganò:
https://www.corrispondenzaromana.it/un-atto-di-accusa-a-papa-francesco-e-di-amore-alla-chiesa-di-s-e-mons-carlo-maria-vigano/
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2019/12/18/regalo-sotto-l%e2%80%99albero-per-il-professor-melloni-con-dedica-sibillina/
Vai col tang...con i 2 milioni di euro...
Corredentrice non significa redentrice. Anche san Paolo parla di corredenzione personale:completo nel mio corpo ciò che manca alla ...Certamente a Cristo non manca nulla,è l'Unico Redentore, ma occorrono grazie maggiori per soddisfare la Giustizia, quindi anche i Santi sono stati corredentori, ma Maria è LA Corredentrice per eccellenza, a dei mistici fu chiesta la dichiarazione di questo dogma per preservarci dal disastro….attuale.
O tu, chiunque sia, che ti avvedi di essere in balìa dei flutti di questo mondo, tra le procelle e le tempeste, invece di camminare sulla terra, non distogliere gli occhi dal fulgore di questa stella, se non vuoi essere travolto dalle tempeste. Se insorgono i venti delle tentazioni, se incappi negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Se sei sballottato dalle onde della superbia, della detrazione, dell'invidia: guarda la stella, invoca Maria. Se l'ira, o l'avarizia, o l'allettamento della carne scuotono la navicella dell'anima: guarda a Maria. Se tu, conturbato per l'enormità del peccato, pieno di confusione per la laidezza della coscienza, intimorito per il tenore del giudizio, incominci ad essere inghiottito dall'abisso della tristezza, dalla voragine della disperazione: pensa a Maria. Nei pericoli, nelle angustie, nelle incertezze, pensa a Maria, invoca Maria. Ella non si parta mai dal tuo labbro, non si parta mai dal tuo cuore; e perché tu abbia ad ottenere l'aiuto della sua preghiera, non dimenticare mai l'esempio della sua vita. Se tu la segui, non puoi deviare; se tu la preghi, non puoi disperare; se tu pensi a lei, non puoi sbagliare. Se ella ti sorregge, non cadi; se ella ti protegge, non hai da temere; se ella ti guida, non ti stanchi; se ella ti è propizia, giungerai alla meta...»
S.Bernardo
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