L'articolo, che riprendo da Duc in altum, si riferisce al presepe con Giuseppe che culla Gesù Bambino e la Madonna che si riposa. Immagine che naturalmente ha raccolto il plauso generale da parte del mondo secolarizzato ed “è piaciuta tanto a papa Francesco”, secondo quanto prontamente riportato dai giornali mainstream. E diciamo anche che, oltre a questo, la creatività dissacratoria trova spunto soprattutto dalla cronaca interpretata secondo i canoni globalisti, che lo stesso Bergoglio ripropone con ossessiva insistente caparbietà. Pensiamo ad esempio ai sempre più frequenti Presepi allestiti su gommoni... Ma riappropriamoci di ciò che ci appartiene, ben illustrato di seguito.
Tempo di Natale, tempo di presepi ma anche tempo di riflessioni sulle immagini che li rappresentano. In tanti ci rendiamo conto che la nostra Chiesa, oggi, non riesce più a comprendere il significato dei simboli, i “sacri segni” come li chiamava Romano Guardini.
La sua vita, la liturgia, tutto il suo essere sono proprio un insieme di segni, ma il loro significato è stato dimenticato, come un tesoro perduto, un guscio che ha perso il suo contenuto dolce, succoso e nutriente.
Tuttavia la forza visiva della fede, il suo potenziale immaginario, permane comunque, anche se nascosto, e quando qualcuno riesce a spiegare il senso profondo di movimenti, abiti, gesti, decorazioni, materiali, allora ci si apre un mondo, quello del soprannaturale, che può rendersi presente solo attraverso di essi.
Perché l’uomo ha bisogno di vedere, toccare, capire attraverso le immagini, che sono più immediate di lunghi discorsi, e ci proiettano direttamente dentro quello che rappresentano.
Si può dire che l’oggetto, compreso in questo modo, viene a prendere vita in modo sorprendente. Ci diventa contemporaneo.
È per questo che è importante fare attenzione, specialmente nella società in cui viviamo, a come vengono adoperati, direi assemblati, quei simboli che fanno parte del patrimonio della fede cristiana.
Ho visto l’immagine di un presepe composto da Maria addormentata, in secondo piano, mentre Giuseppe si prende cura del Bambino. Ho letto che questo strano modo di intendere la Natività è stato lodato da molti, anche nei Sacri palazzi, e ne sono rimasta sgomenta.
I commenti che ho letto erano tutti accomunati dalla commozione davanti all’umanità che traspare da questa particolare raffigurazione.
Dall’umanità, appunto.
Perché, dal punto di vista naturale, emozionale, la cosa logicamente ci tocca: la situazione è perfettamente sovrapponibile a quella di una qualunque coppia di genitori alle prese con un neonato, e così l’empatia finisce con l’identificare le due famiglie, quella di Betlemme e quella di un qualsiasi rione della nostra città.
Ma questo modo di raffigurare Maria, Giuseppe e Gesù è fuorviante. Perché la verità non è questa.
Giuseppe e Maria sono immersi nell’epifania carnale di Dio che si fa bambino, un bambino speciale e unico, nel quale natura divina e natura umana coesistono.
Maria non è stanca e accasciata come una donna qualunque dopo il parto, perché il parto di Maria non è un parto umano.
Maria è vergine prima, durante e dopo la nascita di Gesù, come simboleggiano (ancora i santi segni…) le tre stelle che, nelle icone, si trovano sul suo manto.
Giuseppe è sì un uomo, ma non è un padre qualunque, perché ebbe da Dio il dono della continenza perfetta, che gli permise di vivere castamente insieme a Maria.
La Sacra famiglia non è una famiglia qualunque, ma è l’immagine, viva e reale, della bellezza del vincolo umano e divino non sfiorato dal peccato e che il Signore è venuto a ripristinare.
Ripeto, la raffigurazione del presepe che ha fatto il giro dei media è altamente fuorviante, annulla la presenza del divino facendolo scadere a livello dell’ordinario, e cancella dagli occhi di chi lo guarda la trascendenza, che invece dovrebbe manifestare.
Anche questo è un modo di cancellare la vita soprannaturale e l’incursione dell’Altro Mondo nel nostro.
Ci si è serviti – consciamente o inconsciamente – anche del presepe per non farci alzare gli occhi verso il cielo, ma per mantenere lo sguardo fisso a terra.
Ecco dunque come le immagini, anche le più sante, possono venire usate per accomodare tutto alla visione del mondo e, potremmo dire, alla sua mancanza di speranza.
È importante capire come, piano piano, in modo soft, veniamo privati di quanto c’è di più bello nella nostra fede.
In Gesù
Giovanna Riccobaldi
16 commenti:
Anche in questo caso, che può sembrare secondario ma non lo è, si ritrova la colpa principale della neochiesa: la superbia, che porta con sé la frenesia di distruggere. Per 19OO anni ci era stato tramandato un patrimonio di dottrina, e anche di "segni" carichi di senso, che nessuno si era sognato di intaccare, neppure i Papi più indegni sul piano morale personale. Leggere le encicliche dei Papi preconciliari, ma anche i loro discorsi meno formali, è stupefacente, ci dà un colpo allo stomaco nel fare il confronto col linguaggio della neochiesa:quel linguaggio è preciso, definitorio, come scolpito nella pietra, dietro ogni parola scritta o detta si sente la massima cura di non intaccare neppure di un minimo il Sacro Deposito, perché quei Pastori, con UMILTA', sapevano di avere il dovere di conservare e tramandare intatto quod acceperunt. Mi sono quasi commosso nel leggere qualche brano dai discorsi di Pio XII: è davvero un'altra Chiesa. E il linguaggio di ora? Approssimativo, banale, sciatto, tutto teso a compiacere le mode del mondo, oltre che infarcito di affermazioni eretiche. Questo perché la superbia li porta a disprezzare quello che hanno ricevuto, a ritenersi autorizzati a cambiarlo e a tramandarlo mutato tanto che non si possa più riconoscerlo. Altro che ermeneutica della continuità, povero Ratzinger! L'orgoglio intellettuale li acceca e li perde. Anche il presepe: sempre uguale dai tempi di San Francesco, sempre uguale perché doveva preservare i "segni". E ora ecco la frenesia distruttiva: presepi sui gommoni, Maria che dorme come una donna qualunque, tutto terra terra, svuotato di divino:il senso del Sacro deve essere estirpato……….a meno che non si tratti degli idoli indigeni, invocati in una chiesa perché diano fecondità alla terra!
Stasera andrò alla Messa tridentina, che ogni domenica viene detta in una pieve a circa 30 kilometri da casa mia, da un prete coraggioso che ancora parla la sana dottrina, e sarà una boccata di aria fresca che mi aiuterà a conservare la fede: silenzio, raccoglimento, niente chiacchiere inutili e pistolotti del sacerdote durante la Liturgia, omelia dove si parla di Cristo, niente avvisi prima della benedizione finale, Vangelo di Giovanni e preghiera a San Michele alla conclusione e,soprattutto, evidenza piena del Sacrificio e senso del peccato. Sì, perché chi va a questa Messa, che è quella vera (la odiano a morte ma ancora non sono riusciti a distruggerla), non ci va perché si sente migliore, come di sicuro pensa Bergoglio. ma proprio perché si sente peccatore ed ha ancora la certezza che il peccato esiste, deve essere perdonato previo pentimento ed espiato. Almeno stasera non sentirò il prete della mia parrocchia presentare Bergoglio come un "profeta" e un "infaticabile annunciatore del Vangelo nel mondo" (sic). Finchè esisterà anche un solo sacerdote che parlerà da cattolico e dirà la Messa di sempre, esisterà la Santa Chiesa Cattolica e ci sarà speranza. Tocca ad ognuno di noi non far spengere la fiammella.
29 dicembre, San Tommaso di Canterbury
Ricordiamo oggi, Tommaso Becket, grande uomo di Dio che, per difendere i diritti della Chiesa (cosa ben diversa dalla "Libertà Religiosa" del Vaticano II), seppe dire no alle lusinghe del potere ed accettò consapevolmente il martirio.
A lui è dedicata la Parrocchia della Cattedrale di Forlì ma il suo culto è stato, da tempo, eliminato dal calendario.
Come potrebbe, infatti, un clero che va a braccetto col potete civile, notorio nemico di Dio e della sua legge, celebrare un santo che preferì dare la vita anziché allinearsi?
"... Maria addormentata, in secondo piano, mentre Giuseppe si prende cura del Bambino. "
Beh , abbiamo dei precedenti : da Maria col grembiule (donna casalinga ) a Maria americanizzata che pretende l'aiuto del marito ( nel nostro caso solo "sposo" non "marito"), tra poco li rappresenteranno mentre Maria fuma ed esce con le amiche e Giuseppe resta a casa , cambia il pannolino al piccolo e fa il bucato riempiendo la lavatrice ...
Siamo nell'era della propria verita' , a ciascuno la sua .
D'altronde non c'era chi riprendesse la scena...
Mi permetto un commento per nulla politicamente corretto, rozzo e abominevole: quell'immagine è la miserabile, oscena, falsificante, antitradizionale e quindi malvagia, dissacratoria, anticattolica espressione del cretinismo (ma penso a un sostantivo ben più volgare) femminista.
In attesa di una condanna più elevata, il Tribunale della Bellezza ha già condannato questo falsario dissacratore.
Silente
Ci si lamenta dei presepi troppo umani. Giustissimo!
Vorrei però fare una osservazione che è pertinente a tutto ciò. Sono reduce dalla visita di una mostra pittorica. I soggetti rappresentati (nell'arco del 500) sono a carattere religioso (papi, santi e così via). Diverse opere sono state o sono pale di altare, alcune provengono da celebri musei iternazionali.
Un occhio attento, tuttavia, vi ravvede non solo la maestrìa del pittore e la capacità di utilizzare determinate tecniche ma la semplice strumentalizzazione del tema religioso per fini eminentemente profani quali possono essere la mostra di un corpo perfetto, maschile o femminile, seminudo, sinuoso, estetico, sensuale.
Oserei essere quasi blasfemo e mi si perdoni per questo quando affermo che san Sebastiano (com'è stato ridotto nelle rappresentazioni di questi ultimi secoli) è troppo ammiccantemente sensuale e non è proprio casuale che in certi circoli gay lo abbiano fatto proprio.
Il "troppo umano" è da secoli che si mostra nelle nostre chiese occidentali ma è divenuto talmente connaturale al nostro sguardo che oramai quasi non lo notiamo più.
Di conseguenza quanto vediamo oggi non è che l'estremizzazione di un cammino perfettamente logico e conseguente (almeno nel campo artistico ma, sono sicuro, non solo in quello) dove il tema "troppo umano" è stato eccessivamente ribadito nell'ambito ecclesiale fino all'ubriacatura.
In fondo le "teologie" antropocentriche non fanno altro che portare alle estreme conseguenze quanto già da troppo tempo stava in gestazione, ben prima, molto prima del Vaticano II!
Non credo affatto che un san Bernardino da Siena, giusto per fare un esempio, avrebbe sopportato ciò, visto che gli altari da lui usati erano arredati da iconografie quasi bizantine!
Qualcuno mi ha inviato questo presepe, a pelle mi è venuto l'istinto di rispondere che era un brutto presepe, poi ho detto : lasciamo perdere , già guerreggio troppo...forse. Mi sento rinforzata quindi dal leggere che l'impatto è stato negativo anche per altri, anche se non pare grave quanto il film Netflix dove fanno Gesù gay o l'immagine oscena di Saviano, udendo le omelie di Maria uguale a noi, con Giuseppe idem e tutta la Sacra Famiglia ridotta ad una semplice famiglia come le nostre, udendo sermoni continui di salvezza garantita per tutti senza necessità di pentimento, mai richiamato, vedendo certe messe celebrate come se si fosse ad un cenone invece che sul Calvario, mi rendo conto che è grave invece e forse più pericoloso delle altre blasfemie, e che le altre blasfemie vengono accettate grazie al veleno sottile di questi presepi e simili fatti,adempimenti di profezie (mi viene in mente la profezia di Ratzinger) che si possono chiamare progetti di illuminati o massoni o gnostici..
Personalmente dopo l'iniziale moto di coll...a cerco di riparare con una Ave Maria per quelle anime , io che ancora sto in piedi , in equilibrio e prego Nostra Signora la Vergine Santissima che mi aiuti a perseverare fino alla fine perche' non si sa mai quel che succedera' all'ultimo .
Mi sovviene l'immagine di Madre Teresa di Calcutta e le sue parole : " Nessuno di questi poveri abbandonati e' morto disperato "; ecco , penso che questi poveretti suindicati in fondo non non sono stati veramente amati ,non hanno conosciuto l'amore...
In una parola: arianesimo.
Il "troppo umano" falsamente "umano" di un Secolo corrotto
Dal Vaticano II in poi, il sacerdote, a qualsiasi livello, fa di tutto per convincerci e convincersi di " essere come uno di noi", una "persona ordinaria".
Questo è lo spirito nuovo che quel Concilio ha suscitato nel clero. Uno spirito del tutto anticattolico, un "controspirito" qualcuno ha detto.
Il sacerdote di Cristo non può essere uno come noi, non può esserlo una persona che per grazia di Dio pratica una vita austera al massimo perché ha ricevuto dal Signore il potere di effettuare la Consacrazione e quello di assolverci o condannarci per i nostri peccati, il potere di agire in persona Christi. E ha il dovere di esserci di esempio sulla via della perfezione, innanzitutto con la sua condotta personale.
Il sacerdote tiene per noi le "chiavi del Cielo". E un uomo così sarebbe come uno di noi, la sua opera non sarebbe quella di chi svolge una vera e propria "missione" soprannaturalmente fondata?
Da qui è partito il male che oggi affligge la Chiesa visibile, dall'errata concezione della figura e del significato del sacerdote di Cristo.
Adesso siamo alla categoria dell'"umano" come forma ipocrita imposta da una laicità corrotta, incanaglita in tutti i vizi, per dissacrare anche le immagini portanti della nostra tradizione, una ad una. IL S. Giuseppe che tiene in braccio il bambino, nello spirito del Secolo che informa questi "presepi", è un S. Giuseppe effeminato, come piacerebbe alle femministe e ai gay - niente a che vedere con la mite virilità e la autentica bontà e il senso della giustizia del vero S. Giuseppe.
T.
Dopo aver fatto mie tutte le impressioni di sconcerto suscitate dal'ottimo post e relativi commenti, non posso che aggiungere, a corollario dell'intera riflessione, questa balorda dichiarazione di Bergoglio, il quale il giorno di Natale ha detto:
Gesù è nato "...dal grembo della madre Chiesa"
https://gloria.tv/post/KHJHhfZLLwjQ2e2pYSfnudAC9
pur di snobbare completamente la SS.ma Madre di Dio, nel mistero dell'Incarnazione del Verbo! come qualificare una simile esternazione, che nella sua scempiaggine sta pure al di sotto di una vera eresia ? Gesù ha fondato la Chiesa, ....ma no, per lui la Chiesa ha generato Gesù: c'è una sottile insinuazione che nega sotterraneamente alcuni dogmi fondamentali, addirittura che sia Figlio di Dio, o è solo la mia impressione ?
correggetemi, ma...fino a quando dovremo sopportare tutto questo ?
La crèche de Noël incendiée dans une église à Metz
http://www.thomasjoly.fr/2016/12/la-creche-de-noel-incendiee-dans-une-eglise-a-metz.html
....
Sarebbe il caso di ricordare ben altro grado di Sommi Pontefici seduti sul Santo Soglio, forse anche di scomodare uno dei più “terribili”, come quel Felice Peretti, frate marchigiano che prese il nome di Sisto V, al quale – tra i tanti – si attribuisce questo racconto al limite della leggenda: un giorno a Roma si sparse la notizia che, fuori città, una scultura lignea del Cristo trasudava sangue. Il luogo divenne subito meta di pellegrini e da costoro il proprietario del terreno dove era il crocifisso “miracoloso” ne ricavava abbondanti introiti. Il fatto giunse alle orecchie del Papa, che volle subito recarsi sul luogo per accertarsi di persona. Mostratagli la prodigiosa scultura, Sisto V chiese un’ascia e dicendo “come Cristo ti adoro; come legno ti spacco”, vibrò un gran fendente sul crocifisso, spaccandolo in due e scoprendo così al suo interno, dinanzi agli attoniti astanti, una spugna intrisa di sangue animale comandata da una corda che, tirata, la strizzava facendo sì che la scultura emettesse il sangue. Ovviamente il proprietario terriero che aveva ordito l’inganno venne messi in ceppi e giustiziato. Da questa storia scaturì il ben noto modo di dire: “Papa Sisto non la perdona neppure a Cristo!”.
Come avvenne a Poitiers e a Vienna, anche a Lepanto Papa Pio V benedisse lo stendardo della Lega Santa, che recava sul campo scarlatto il Crocifisso, posto tra gli apostoli Pietro e Paolo, sormontato dal motto costantiniano In hoc signo vinces. Il vessillo, insieme con l’immagine della Madonna e l’epigrafe “S. Maria succurre miseris”, venne issato sulla nave ammiraglia Real, accompagnato dalle preghiere e dal rombo dei cannoni per tutta la durata della battaglia sino alla vittoria della flotta cristiana. A Roma, Pio V commissionò rappresentazioni dello scontro di Lepanto, come quella di Giorgio Vasari nella Sala Regia dei Musei Vaticani, mentre oggi nessuno stendardo porpora e oro garrisce più sui mari, soltanto le bandiere arcobaleno, quelle delle Ong sventolano a ricordarci sempre che questa è un’età di nani e non più di giganti.
Dalmazio Frau per opinione.it
https://iltalebano.com/2019/12/30/aridatece-sisto-v/
La recente bestemmia di un noto personaggio pubblico che ha pubblicato una immagine blasfema riguardante il parto della Santa Vergine Maria, rende necessaria una catechesi che ribadisca quello che è un dogma di fede, ovvero la Verginità della Madonna prima, durante e dopo il parto. Don Alfredo M.Morselli affronta l'argomento della Verginità durante il parto.
Trasmesso da Dogma Tv in anteprima il giorno 28 dic 2019
https://www.youtube.com/watch?v=s5IwyxaeNtM
Don Salvo Priola Parroco e Rettore del Santuario Madonna Della Milicia
https://www.facebook.com/100011103284939/videos/983032845410149/
'Il parto di Maria non è un parto umano"
Che significa? Non era un bambino di carne e ossa il Santo Bambino?
Come scrive san Paolo "nato da donna'?
Maria è vergine perché non conobbe uomo, non perché ebbe un parto anomalo. I Vangeli non ne parlano.
Era un bambino in carne ed ossa ma il parto "non umano" significa non solo senza dolore. È il dogma della Verginità perpetua di Maria presente nella tradizione a partire dal secondo fino al V secolo in alcuni Padri della Chiesa, definito nel Concilio di Costantinopoli del 553.
Del resto quel Bambino in carne ed ossa è anche Dio...
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