Di questo sono stati capaci i Gesuiti. Dopo aver cancellato ed usurpato il glorioso e storico Apostolato della Preghiera, dandogli, neppure 10 anni fa, il nuovo nome di Rete Mondiale di Preghiera del Papa, celebrano i 180 anni dalla loro nascita. (Stefano Conte)
Una falsità invereconda. E chi è il Padre della Menzogna? Ritengo che, partendo anche soltanto da questo episodio, si possa davvero spiegare ugualmente molto altro, circa la reale sostanza delle effettive fonti d'ispirazione di molte fra le iniziative intraprese da questo pontificato; intendiamoci, con ciò, non pretendo di affermare una cosciente acquiescenza ai disegni del Maligno, tuttavia, il risultato finale non mi sembra significativamente cambiare... (Michele Gaslini)
7 commenti:
C'è un errore... Non è "Rete Mondiale di preghiera PER il papa" ma "Rete Mondiale di preghiera DEL papa", come si può ben vedere dalla foto.
La sostituzione della preposizione la dice lunga. "DEL papa" vuol dire che questa rete mondiale di preghiera è proprietà del papa, così come tutti gli ignari membri che la compongono, suorine in primis.
Un cambio vantaggioso (si fa per dire): dall'essere proprietà di Gesù Cristo ad essere proprietà di Bergoglio, ahinoi.
E anche le preghiere che ti fanno fare sono cambiate. Le ultime intenzioni che ho sentito declamare giulivamente da delle "sorelle", sono intrise di sinodalicita' e banalità vaticansecondiste.
4 dicembre, festa di San Giovanni Damasceno, difensore del culto delle immagini, al quale a Roma è dedicato l'omonimo Pontificio Istituto (in foto, particolare della cappella interna)
"Se un pagano viene e ti dice “Mostrami la tua fede” tu portalo in chiesa e mostragli la decorazione di cui è ornata e spiegagli le immagini sacre."
"Quando i cattivi pensieri mi schiacciano come molte spine, vado in chiesa, l'ospedale delle anime, e sto davanti alle icone. La loro bellezza delizia e rinfresca la mia anima e mi porta a glorificare Dio."
"Io non adoro la materia, ma il Creatore della materia, che Si è fatto materia per me."
(San Giovanni Damasceno)
LSNews pubblica due altri inverventi sulla questione della validità del papato di Francesco e della rinuncia di Benedetto XVI. La disputa sta acquisendo una mole impressionante. Ho la stampante rotta e quindi non posso stamparmi e leggermi con calma il testo.
Dall'intervento del già citato dr. Mazza, professore americano, in polemica con mons. Schneider, si ricava che l'invalida rinuncia di Benedetto renderebbe invalida l'elezione di Francesco. Questo, in sintesi. Del resto, è il concetto del quale si è discusso in questi giorni.
Due osservazioni.
1. Se ho ben capito, la convinzione di Benedetto di continuare ad essere papa anche dopo la sua rinuncia anche se come papa che partecipa al papato solo con "la preghiera e la sofferenza", avrebbe "biforcato" il papato (creando, aggiungo, il c.d. "papato allargato" menzionato da mons. Gaenswein). Questa "biforcazione" è del tutto erronea, pertanto, la visione di Benedetto del papato allargato dimostrerebbe che la sua rinuncia non era libera, in quanto viziata da questo errore, per cui deve ritenersi invalida, invalidando l'elezione di Francesco.
Se la mia ricostruzione è esatta, mi sembra che qui il dr. Mazza confonda gli effetti dell'errore con quelli della coazione, vale a dire: attribuisca ad un semplice errore di valutazione (quello di Benedetto) l'effetto invalidante dell'atto giuridicio rinuncia, effetto che invece è prodotto dalla presenza di una eventuale coazione a rinunciare (e della quale mancano le prove).
Perché la nozione di un papato del tutto spirituale (in preghiera e sofferenza) è erronea? Per il semplice motivo che il Signore ha conferito al Beato Pietro la suprema potestà di giurisdizione su tutta la Chiesa cioè il potere di governarla: una carica di governo (e che governo!) da esercitarsi in modo esplicito e diretto. La devozione privata e la sofferenza spirituale non costituiscono strumenti di governo, un papa che faccia solo questo (dopo aver lasciato la sede vacante) non è più un papa, in nessun modo, se non in senso puramente spirituale, simbolico, "mistico", per la soddisfazione delle anime belle.
Ma quest'erronea convinzione di Benedetto non ha certamente influito sulla sua libertà di scelta. L'errore di valutazione influisce sul mio giudizio prima dell'azione, non sulla mia libera determinazione a quest'azione, che, salvo prova contraria, resta sempre libera anche se figlia di una errata, chimerica mia valutazione.
2. Il dr. Mazza tira anche in ballo addirittura il diritto naturale per sostenere la validità di una rinuncia. A me sembra che qui la questione sia solo di diritto positivo, il quale vuole che la rinuncia sia libera e fatta nelle dovute forme, a prescindere dai motivi personali del rinunciante. Su questo punto al momento non approfondisco, anche per mancanza di spazio.
pp
Madonna del Buon successo
" Nel momento di maggior bisogno della Chiesa chi dovrà parlare resterà in silenzio"
4 dicembre: festa di san Pietro Crisologo e santa Barbara.
Parlano solo in pochi, troppo oochi, purtroppo ( monss. Viganò, Strickland, Williamson), ma se si pensa che la crisi ariana fu risolta dal solo Sant'Atanasio e che Nostro Signore fondò la Sua Santa Chiesa con uno sparuto gruppo di dodici persone, di cui uno lo tradi', uno lo rinnegò 3 volte, e tutti e 11 si nascosero per 50 giorni, allora non c'è di che preoccuparsi...
surdum corda, quindi, e avanti con coraggio,come diceva Santa Giovanna d'Arco " a noi la battaglia, a Dio la vittoria!"
"...la visione di Benedetto del papato allargato dimostrerebbe che la sua rinuncia non era libera, in quanto viziata da questo errore, per cui deve ritenersi invalida, invalidando l'elezione di Francesco."
La visione del papato allargato non è di fatto una vera rinuncia. Questo è il punto. Una non rinuncia non può per definizione essere valida ma è nulla. Come ovviamente nulla è l'elezione di Bergoglio.
La libertà qui non centra. Centrerebbe se la rinuncia fosse valida. Solo in quel caso si potrebbe disquisire sull'atto di Benedetto...
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