Quando la devozione entrava nella cultura. Ho trovato questo articolo e volentieri condivido. Qui, per chi ha interesse, dalla nostra raccolta dei tesori della Chiesa da recuperare, le Litanie dei Santi
Le Litanie dei Santi nelle ottave del Tasso
L’altro giorno sfogliavo per motivi lavorativi la Gerusalemme Liberata del Tasso ed ho avuto modo di rileggere le prime ottave del canto XI, in cui il Poeta ci fa rivivere attraverso i suoi versi la vita liturgica dei crociati.
Siamo nel 1099 e Goffredo di Buglione si prepara a dare l’assalto finale a Gerusalemme per liberare il Santo Sepolcro. Ma mentre il “capitan de le cristiane genti” è tutto intento a preparare le macchine da guerra, gli si presenta Pietro l’Eremita il quale gli ricorda che prima di preoccuparsi delle armi materiali deve preoccuparsi di quelle spirituali. “Sia dal Cielo il principio” gli rammenta, prendendo in prestito il famoso motto latino “Ab Iove principium“, e lo invita a indire pubbliche preghiere per invocare “la milizia degli angioli e de’ santi / che ne impetri vittoria ella che puote“. Ad esse dovranno partecipare non solo i sacerdoti, ma anche i tutti i “duci” perché vedendo la devozione dei capi, anche “il vulgo” sia mosso verso le pratiche di pietà.
Così il mattino seguente si ordina la processione e, come da rituale, si cantano le Litanie dei Santi. Ed è appunto sulla base di queste che il Tasso crea i seguenti versi.
Siamo nel 1099 e Goffredo di Buglione si prepara a dare l’assalto finale a Gerusalemme per liberare il Santo Sepolcro. Ma mentre il “capitan de le cristiane genti” è tutto intento a preparare le macchine da guerra, gli si presenta Pietro l’Eremita il quale gli ricorda che prima di preoccuparsi delle armi materiali deve preoccuparsi di quelle spirituali. “Sia dal Cielo il principio” gli rammenta, prendendo in prestito il famoso motto latino “Ab Iove principium“, e lo invita a indire pubbliche preghiere per invocare “la milizia degli angioli e de’ santi / che ne impetri vittoria ella che puote“. Ad esse dovranno partecipare non solo i sacerdoti, ma anche i tutti i “duci” perché vedendo la devozione dei capi, anche “il vulgo” sia mosso verso le pratiche di pietà.
Così il mattino seguente si ordina la processione e, come da rituale, si cantano le Litanie dei Santi. Ed è appunto sulla base di queste che il Tasso crea i seguenti versi.
Te Genitor, te figlio eguale al Padre,
E te che d’ambo uniti amando spiri:
E te, d’uomo e di Dio, Vergine Madre
Invocano propizia ai lor desiri.
O Duci, e voi, che le fulgenti squadre
Del Ciel movete in triplicati giri.E te che d’ambo uniti amando spiri:
E te, d’uomo e di Dio, Vergine Madre
Invocano propizia ai lor desiri.
O Duci, e voi, che le fulgenti squadre
O Divo, e te, che della diva fronte
La monda umanità lavasti al fonte.
Chiamano e te, che sei pietra e sostegno
Della magion di Dio fondata e forte:
Ove ora il novo successor tuo degno
Di grazia e di perdono apre le porte.
E gli altri messi del celeste regno,
Che divulgar la vincitrice morte.
E quei che ’l vero a confermar seguiro,
Testimonj di sangue, e di martiro.
Quegli ancor, la cui penna, o la favella
Insegnata ha del Ciel la via smarrita:
E la cara di Cristo e fida ancella,
Ch’elesse il ben della più nobil vita:
E le vergini chiuse in casta cella,
Che Dio con alte nozze a se marita:
E quelle altre magnanime ai tormenti,
Sprezzatrici de’ Regi, e delle genti.
In primo luogo si invocano le singole persone della Santissima Trinità: il Padre, il Figlio che del Padre è l’Uguale, e lo Spirito Santo che è l’amore personale del Padre e del Figlio e che da entrambi procede. Segue la Sancta Dei Genetrix e Virgo virginum in un verso che ripropone la parte mariana delle Litanie, richiamando gli immortali versi danteschi del XXXIII canto del Paradiso [1].
Dopo Maria è la volta degli spiriti angelici, all’interno dei quali si distinguono di Duci, ossia gli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Un posto speciale ha poi San Giovanni Battista “divo” battezzatore della “diva fronte“, cioè di Gesù Cristo, Uomo-Dio, che pur essendo puro da ogni macchia di peccato si fece versare l’acqua sul capo dal Cugino per lavare nella sua Carne le sozzure del vecchio Adamo e per istituire quel il Sacramento che ci apre le porte del Paradiso.
Manca san Giuseppe ed il motivo è semplice: ancora il nome di questo gran santo non era stato inserito all’interno delle Litanie [2].
Particolar risalto è dato all’invocazione di san Pietro, colui a cui, solo, Cristo disse: “Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam“, che in quell’anno 1575 nella persona del suo “degno” successore Gregorio XIII Boncompagni apriva ai fedeli i tesori delle indulgenze del grande Giubileo. Per l’occasione lo stesso Tasso si recò a Roma per fruire di quei benefici che solo le supreme chiavi del Vicario di Cristo possono concedere al mondo.
Vengono invocati poi gli Apostoli: coloro che Cristo inviò – ἀπόστολος, da ἀποστέλλω, è appunto colui che viene inviato – ad annunziare al mondo la sua vittoria sulla morte: “absorta est mors in victoria“; quindi coloro che, come Stefano, Lorenzo e Vincenzo, per dar di ciò testimonianza non esitarono a versare il sangue.
A questi fanno seguito i Dottori della Chiesa che con gli scritti e con la parola furono (e sono) al popolo cristiano “conduttori” verso il Cielo.
Ampio spazio è riservato a Maria Maddalena, modello dei contemplativi, ricordata con le parole che il Signore rivolse alla di lei sorella Marta: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti inquieti per un gran numero di cose. Eppure una sola è necessaria. Maria ha eletto la miglior parte, che non le sarà levata“[3].
Chiudono questa litania tassesca quelle donne cristiane che per quell’unum necessarium, sprezzanti dei tiranni pagani, patirono con animo grande il martirio.
Manca san Giuseppe ed il motivo è semplice: ancora il nome di questo gran santo non era stato inserito all’interno delle Litanie [2].
Particolar risalto è dato all’invocazione di san Pietro, colui a cui, solo, Cristo disse: “Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam“, che in quell’anno 1575 nella persona del suo “degno” successore Gregorio XIII Boncompagni apriva ai fedeli i tesori delle indulgenze del grande Giubileo. Per l’occasione lo stesso Tasso si recò a Roma per fruire di quei benefici che solo le supreme chiavi del Vicario di Cristo possono concedere al mondo.
Vengono invocati poi gli Apostoli: coloro che Cristo inviò – ἀπόστολος, da ἀποστέλλω, è appunto colui che viene inviato – ad annunziare al mondo la sua vittoria sulla morte: “absorta est mors in victoria“; quindi coloro che, come Stefano, Lorenzo e Vincenzo, per dar di ciò testimonianza non esitarono a versare il sangue.
A questi fanno seguito i Dottori della Chiesa che con gli scritti e con la parola furono (e sono) al popolo cristiano “conduttori” verso il Cielo.
Ampio spazio è riservato a Maria Maddalena, modello dei contemplativi, ricordata con le parole che il Signore rivolse alla di lei sorella Marta: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti inquieti per un gran numero di cose. Eppure una sola è necessaria. Maria ha eletto la miglior parte, che non le sarà levata“[3].
Chiudono questa litania tassesca quelle donne cristiane che per quell’unum necessarium, sprezzanti dei tiranni pagani, patirono con animo grande il martirio.
In questi pochi versi del sublime poema si può ammirare la fede del suo autore e si può contemplare quella verità insovvertibile per cui la Chiesa Romana è stata sempre cultrice del Bello e altrice di artisti.
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[1] Per il XXXIII del Paradiso rimando al mio «Sua disianza vuol volar sanz’ali». Il XXXIII canto del Paradiso, poema dantesco di Maria Mediatrice qui.
[1] Per il XXXIII del Paradiso rimando al mio «Sua disianza vuol volar sanz’ali». Il XXXIII canto del Paradiso, poema dantesco di Maria Mediatrice qui.
[2] Dice lo Schuster: «La questione della precedenza accordata a san Giovanni su san Giuseppe nelle litanie dei Santi, venne già trattata da Benedetto XIV. L’introduzione dell’invocazione di san Giuseppe nella prece litanica è relativamente recente, e quando vi fu inserita, non si giudicò opportuno di risolvere in qual senso vada inteso quel passo del Vangelo, che Giovanni sia il maior inter natos mulierum. Giovanni da lunghi secoli era in pacifico possesso di quel primo posto nella lunga teoria litanica dei Santi; egli inoltre era martire. Per non compromettere quindi nulla, san Giuseppe fu posto in mezzo tra il Battista e san Pietro».
[3] Il Tasso, con la Chiesa Latina, identifica Maria di Betania con la Maddalena. Per approfondimenti vedi Chi è Santa Maria Maddalena? qui - (Giuliano Zoroddu - Fonte)
4 commenti:
𝑵𝑶𝑽𝑬𝑵𝑨 𝑨𝑳𝑳’ 𝑰𝑴𝑴𝑨𝑪𝑶𝑳𝑨𝑻𝑨
(Di San Pio X dal dal 27 Novembre al 7 Dicembre)
Vergine Santissima, che piaceste al Signore e diveniste sua Madre, immacolata nel corpo, nello spirito, nella fede e nell’amore, deh! riguardate benigna ai miseri che implorano il vostro potente patrocinio. Il maligno serpente, contro cui fu scagliata la prima maledizione, continua purtroppo a combattere e insidiare i miseri figli di Eva. Deh! Voi o benedetta Madre nostra Regina e Avvocata, che fin dal primo istante del vostro concepimento, del nemico schiacciaste il capo, accogliete le preghiere, che uniti con Voi in un cuor solo vi scongiuriamo di presentare al trono di Dio, perché non cediamo giammai alle insidie che ci vengono tese, così che tutti arriviamo al porto della salute, e fra tanti pericoli la Chiesa e la società cristiana cantino ancora una volta l’inno della liberazione, della vittoria e della pace. Cosi sia.
(500 giorni d’indulgenza)
Tota pulchra es, Maria.
Et macula originalis non est in Te.
Tu gloria Ierusalem.
Tu laetitia Israel.
Tu honorificentia populi nostri.
Tu advocata peccatorum.
O Maria, O Maria.
Virgo prudentissima.
Mater clementissima.
Ora pro nobis.
Intercede pro nobis.
Ad Dominum Iesum Christum.
O. T. Si l'on en croit "La Porte Latine", organe de la FSSPX, le Saint-Siège songerait à créer un « délit d’abus spirituel ». Un délit d'abus de spiritueux, dira-t-on, passe encore (les ecclésiastiques ont parfois tendance à y succomber, à la fin des repas), mais d'abus de spirituel ? D'abus d'humour, peut-être ? Non, non, vous n'y êtes pas : d'a-bus-de-spi-ri-tu-el. On sait que, placé dans certaines situations, le fidèle tend à voir double : il voit ce qu'il voit, mais il croit voir aussi autre chose, que d'autres ne voient pas forcément, comme quand on a dans le nez un petit verre de trop… Déjà les apôtres étaient soupçonnés d'ivresse (Actes II, 13). Enfin, c'est aussi ce qu'affirment les nouveaux censeurs ; de là le délit d'abus. Vous voulez un exemple ? Prenez Jésus. Apparemment, c'est un homme comme un autre, comme tous les autres, il a tout ce que les autres ont et c'est bien assez comme ça pour le qualifier comme « un homme ». Pourquoi, alors, chercher à voir aussi en lui le Fils de Dieu, la seconde personne de la Sainte Trinité et je ne sais quoi encore ? Du délire, tout ça. C'est ici que commence le délit d'abus que le Saint-Siège veut désormais inscrire dans le droit canonique. Et cela ne concerne pas seulement Jésus, mais aussi la Sainte Vierge (eh ! comment savez-vous, par exemple, qu'elle est vierge ? vous avez vérifié ? et l'Immaculée Conception ?), ou les Saints, qui, de temps en temps, apparaissent ici ou là sous des formes inusitées, inattendues et même déroutantes ? Eh bien, tout cela doit finir. Dorénavant, le fidèle doit cesser d'en croire ses propres yeux, d'entendre avec ses propres oreilles et de tirer ses propres conclusions. Il ne doit voir, ne doit ouïr que ce que le Saint-Siège, par la bouche inspirée du chef du dicastère pour la doctrine de la foi, lui ordonne de voir et d'entendre, matraque à la main, comme un vulgaire taliban. Ainsi, désormais, tout sera beaucoup plus simple, moins équivoque, plus univoque. Alors, après le synode sur la synodalité, un autre sur l'univocité bienheureuse ?
I nemici del cattolicesimo approfittano dell'attuale ripulsa della identificazione di Maria Maddalena con Maria di Bethania per attaccare la veridicità dei Vangeli.
In effetti, la Maddalena che il Signore aveva liberato da ben 7 demoni non viene presentata da Luca come se fosse la (pubblica) peccatrice che aveva fatto un gesto di grande umiltà nei suoi confronti, lavando i suoi piedi con le sue lacrime, versandogli sul capo un prezioso unguento mentre era a cena dal Fariseo Simone. A quei tempi non si portavano calzini, ma sorta di sandali sul piede nudo, i piedi erano sempre pieni di polvere. Agli invitati di un pranzo i servi portavano l'acqua per le mani (non esisteva la forchetta) e lavavano i piedi con acqua o profumi per togliere la polvere o il fango delle strade.
Luca nomina la Maddalena liberata dai 7 demoni subito dopo (cap. 8), assieme ad altre donne della sequela di Cristo, senza stabilire una connessione con la "peccatrice" (donna di mala vita non necessariamente una prostituta) che si era umiliata davanti a Cristo al banchetto, venendo perdonata per i suoi gravi peccati.
Tuttavia è difficile non fare il collegamento tra le due donne. La donna era stata liberata da ben 7 demoni, non da un semplice disturbo psichico bensì da possessioni ed ossessioni di origine diabolica particolarmente gravi, che potevano benissimo dipendere dagli abissi nei quali era precipitata la sua vita disordinata, dedita al peccato. Tanto più se la Maddalena era una prostituta, il che non si può escludere, almeno a giudicare dal pensiero del Fariseo (Lc 7, 39 : - Il Fariseo, che lo aveva invitato, vedendo questo, pensava dentro di sè : ' Se costui fosse profeta, saprebbe chi è questa donna che lo tocca, di che razza è, che è una peccatrice [quae et qualis est mulier quae tangit eum, quia peccatrix est').
È da preferire l'interpretazione della tradizione, anche senza tirare in ballo Maria di Bethania.
O.T. affascinante
"La musica non è una cosa che abbiamo inventato noi...Fanno musica gli uccelli che cantano, il tuono che rimbomba, il mare che si muove, le foglie che vibrano.
L’universo non è muto. L’universo canta. I pianeti, gli astri, hanno un suono. Una musica celeste. Questi suoni li ho sempre pensati come raggi, che attraversano i cieli e i corpi viventi. Chi è più colpito da questi raggi sonori ha la natura musicale più intensa. Alcuni sono sordi. Altri, come Mozart, ne sono trafitti. Forse si spiegano così le loro morti precoci."
Riccardo Muti, intervista su Corriere della Sera, 1 dicembre 2024
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