Desidero richiamare questo magistrale e commovente appello di Mario Palmaro pubblicato da La bussola quotidiana. Non posso non farlo precedere dal passaggio che più mi ha colpita, cui fa da contro-altare una replica, espressione del più retrivo conservatorismo, della quale estraggo di seguito un punto-chiave, non senza un breve commento. Purtroppo neppure accenti così toccanti riescono a scalfire l'inconsistente convenzionale superficialità di certi interlocutori.
... Caro direttore, caro Riccardo, perché mai ti scrivo tutte queste cose? Perché questa notte non ci ho dormito. E perché io voglio capire – e lo chiedo ai lettori della Bussola - che cosa deve ancora accadere in questa Chiesa perché i cattolici si alzino, una buona volta, in piedi. Si alzino in piedi e si mettano a gridare dai tetti tutta la loro indignazione. Attenzione: io mi rivolgo ai singoli cattolici. Non alle associazioni, alle conventicole, ai movimenti, alle sette che da anni stanno cercando di amministrare conto terzi i cervelli dei fedeli, dettando la linea agli adepti. Che mi sembrano messi tutti sotto tutela come dei minus habens, eterodiretti da figure più o meno carismatiche e più o meno affidabili. No, no: qui io faccio appello alle coscienze dei singoli, al loro cuore, alla loro fede, alla loro virilità. Prima che sia troppo tardi.
Il tipo di 'virilità' cui accenna Palmaro, che è quella che riguarda l'espressione del coraggio e dell'impegno della specie Homo, non è prerogativa solo maschile e non esclude noi donne: dominae, sottomesse nel senso biblico ricordato dalla Miriano e da noi non frainteso.
C'è da chiedersi se manifesti quella virilità cui si accenna sopra, chi si esprime in questi termini"... possiamo ben convenire sul fatto che la situazione della Chiesa è drammatica e le cose volgono al peggio, ma la certezza di cui sopra fa sì che l’arma principale per “reagire” non sia quella della pubblica indignazione, quanto quella della preghiera e della penitenza. Come disse Benedetto XVI nel famoso discorso al mondo della cultura francese nel 2008, parlando dell’esperienza del monachesimo benedettino, «nella confusione dei tempi» l’unico obiettivo deve essere «quaerere Deum, cercare Dio». Tutto il resto ci verrà dato di conseguenza."
Costui non si rende conto (non vuole o non può ma la cosa non cambia) che siamo al redde rationem e che se hanno fatto saltare tutti i parametri cattolici, non valgono neppure i normali parametri di obbedienza cieca e prona. La prima obbedienza è al Signore. Si leggano anche il Diritto canonico.
Non basta citare Paolo VI che aveva visto "il fumo di Satana", ma forse ha contribuito ad allargare molte fessure. Così come non basta invitare alla preghiera ed alla penitenza, ché già lo facciamo abbastanza. Non insisto su questo perché è inutile: guardiamo avanti e cerchiamo di essere, innanzitutto, e dunque anche di fare, quel che dobbiamo essere e fare.
Quanto ai monaci, non dimentichiamo - e ricordiamoci che anche di questo ha parlato Benedetto XVI (Discorso presso i Bernardins a Parigi) - che proprio il loro "quaerere Deum" ha permesso loro di "realizzare concretamente" ciò che ha prodotto la salvaguardia dalla decadenza dell'Impero e dalla barbarie invadente e ha innescato la nostra civiltà ora a serio rischio.
Oggi abbiamo a che fare con una decadenza ed una barbarie diverse e più sofisticate. Ma il nostro "quaerere Deum", per chi può, non può essere limitato alla preghiera e alla penitenza e al mettersi in un angolo a subire in silenzio. Ormai è tempo che i cattolici si alzino, una buona volta, in piedi. Si alzino in piedi e si mettano a gridare dai tetti, e propositivamente, senza lasciarsi irretire nel ricatto della ghettizzazione, ch'è preludio di estinzione.
Non dimentichiamo che è una persona, come Mario Palmaro, molto provato proprio da una grande penitenza, che invita a "gridare dai tetti", e lo fa sotto lo sguardo di Cristo, che è quello che conta...
ho letto il tuo editoriale del 3 gennaio – “Renzi, se questo è il nuovo che avanza” – e non posso che condividere la tua analisi sulla figura del nuovo segretario del Pd, sulla sua furbizia disinvolta, sul suo trasformismo, sulle contraddizioni inevitabili tra il suo dirsi cattolico e il promuovere cose che contrastano non solo con il catechismo ma con la legge naturale. Aggiungo i miei complimenti per quello che fai da tempo con la Bussola su questa frontiera dell’offensiva omosessualista e non voglio rimproverarti nulla.
Però avverto la necessità di scrivere a te e ai lettori ciò che penso. In tutta sincerità: ma il nostro problema è davvero Matteo Renzi? Cioè: noi davvero potevamo aspettarci che uno diventa segretario del Partito democratico, e poi si mette a difendere la famiglia naturale, la vita nascente, a combattere la fecondazione artificiale e l’aborto, a contrastare l’eutanasia? Ma, scusate lo avete presente l’elettorato del Pd, cattolici da consiglio pastorale, suore e parroci compresi? Secondo voi, quell’elettorato che cosa vuole da Renzi? Ma è ovvio: i matrimoni gay e le adozioni lesbicamente democratiche. Ma, scusate, avete mai ascoltato in pausa pranzo l’impiegato medio che vota a sinistra? Secondo voi, vuole la difesa del matrimonio naturale o vuole le case popolari per i nostri fratelli omosessuali, così orribilmente discriminati? Smettiamola di credere che il problema siano Niki Vendola o i comunisti estremisti brutti e cattivi, e che l’importante è essere moderati: qui i punti di riferimento dell’uomo medio sono Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, le coop e Gino Strada, Enzo Bianchi ed Eugenio Scalfari. Renzi mette dentro nel suo frullatore questi ingredienti essenziali del suo elettorato, miscelandoli con dosi omeopatiche di don Ciotti e don Gallo, e il risultato è il beverone perfetto che tiene insieme la parrocchietta democratica e l’Arcigay. Aspettarsi qualche cosa di diverso da lui sarebbe stupido.
Lo scandalo, scusate, è un altro. Di fronte a Renzi che fa il Segretario del Pd e strizza l’occhio ai gay, lo scandalo è ascoltare gli esponenti del Nuovo Centro Destra che dicono: “Le unioni civili non sono delle priorità del governo”. Capite bene? Non è che l’NCD salta come una molla e intima: noi queste unioni non le voteremo mai. No: dice che non sono una priorità. Uno incontra Hitler che dice: voglio costruire le camere a gas, e che cosa gli risponde: “Adolf, ma questa non è una priorità”. Facciamole, facciamole pure, ma con calma. Ho visto al Tg1 il cattolico ministro Lupi che spiegava la faccenda. Volto imbarazzatissimo, l’occhio terrorizzato di uno che pensa (ma posso sbagliarmi): mannaggia, mi tocca parlare di principi non negoziabili e di gay, adesso mi faranno fare la stessa fine di Pietro Barilla, mi toccherà lasciare il mio ministero così strategico e così importante, con il quale posso fare tanto bene al mio Paese. E al mio movimento. Ed eccolo rifugiarsi, Lupi come tutti gli altri cuor di leone del partito di Angiolino e della Roccella, nella famosa faccenda delle priorità: no, le unioni civili non sono una priorità. Palla in calcio d’angolo, poi dopo vediamo. Ovviamente poi c’è il peggio: allo stesso Tg1 c’era Scelta Civica che intimava: dobbiamo difendere i diritti delle persone omosessuali. Scelta civica… credo si tratti di quello stesso partito che fu costruito a furor di Todi 1 e Todi 2, e che i vescovi italiani avevano eretto a nuovo baluardo dei valori non negoziabili dietro la cattolicissima leadership di Mario Monti. Poi c’è il peggio del peggio, e nello stesso Tg c’era una tizia di Forza Italia che trionfante annunciava che loro avrebbero miscelarlo le loro proposte sui diritti dei gay con quelle di Renzi. Ho udito qualche rudimentale rullo di tamburo contro le unioni civili dalle parti della Lega di Salvini, flebilmente da Fratelli d’Italia. Punto.
No, caro direttore, il mio problema non è Matteo Renzi. Il mio problema è la Chiesa cattolica. Il problema è che in questa vicenda, in questo scatenamento planetario della lobby gay, la Chiesa tace. Tace dal Papa fino all’ultimo cappellano di periferia. E se parla, il giorno dopo Padre Lombardi deve rettificare, precisare, chiarire, distinguere. Prego astenersi dal rispolverare lettere e dichiarazioni fatte dal Cardinale Mario Jeorge Bergoglio dieci anni fa: se io oggi scopro mio figlio che si droga, cosa gli dico: “vai a rileggerti la dichiarazione congiunta fatta da me e da tua madre sei anni fa in cui ti dicevamo di non drogarti”? O lo prendo di petto e cerco di scuoterlo, qui e ora, meglio che posso?
Caro direttore, in questa battaglia, dov’è la conferenza episcopale, dove son i vescovi? Silenzio assordante. Anzi, no: monsignor Domenico Mogavero - niente meno che canonista, vescovo di Mazara del Vallo ed ex sottosegretario della Cei – ha parlato, eccome se ha parlato: “La legge non può ignorare centinaia di migliaia di conviventi: senza creare omologazioni tra coppie di fatto e famiglie, è giusto che anche in Italia vengano riconosciute le unioni di fatto”. Per Mogavero, “lo Stato può e deve tutelare il patto che due conviventi hanno stretto fra loro. Contrasta con la misericordia cristiana e con i diritti universali – osserva – il fatto che i conviventi per la legge non esistano. Oggi, se uno dei due viene ricoverato in ospedale, all’altro viene negato persino di prestare assistenza o di ricevere informazioni mediche, come se si trattasse di una persona estranea”.Conclude il vescovo: “Mi pare legittimo riconoscere diritti come la reversibilità della pensione o il subentro nell’affitto, in virtù della centralità della persona. E’ insostenibile – sottolinea Mogavero – che per la legge il convivente sia un signor Nessuno”. E per la Chiesa, sul cui tema è stata già invitata a riflettere da papa Francesco, in vista del Sinodo straordinario sulla famiglia, “senza equipararle alle coppie sposate, non ci sono ostacoli alle unioni civili”. Amen.
Capisci, caro direttore? Fra poco prenderanno mio figlio di sette anni e a scuola lo metteranno a giocare con i preservativi e i suoi genitali, e la Chiesa di che cosa mi parla? Dei barconi che affondano a Lampedusa, di Gesù che era un profugo, di un oscuro gesuita del ‘600 appena beatificato. No, il mio problema non è Matteo Renzi. Caro direttore, dov’è in questa battaglia l’arcivescovo di Milano Angelo Scola? Fra poco ci impediranno di dire e di scrivere che l’omosessualità è contro natura, e Scola mi parla del meticciato e della necessità di comprendere e valorizzare la cultura Rom. E’ sempre l’arcivescovo di Milano che qualche settimana fa ha invitato nel nostro duomo l’arcivescovo di Vienna Schonboern: siccome in Austria la Chiesa sta scomparendo, gli hanno chiesto di venire a spiegare ai preti della nostra diocesi come si ottiene tale risultato, qual è il segreto. Del tipo: questo allenatore ha portato la sua squadra alla retrocessione, noi lo mettiamo in cattedra a Coverciano. E guarda la coincidenza, fra le altre cose: Schonboern – che veste il saio che fu di San Domenco e di Tommaso d’Aquino - è venuto a spiegare ai preti ambrosiani che lui è personalmente intervenuto per proteggere la nomina in un consiglio parrocchiale di due conviventi omosessuali. Li ha incontrati e, dice Shonboern, “ho visto due giovani puri, anche se la loro convivenza non è ciò che l’ordine della creazione ha previsto”. Ecco, caro direttore, questa è la purezza secondo un principe della Chiesa all’alba del 2014. E il mio problema dovrebbe essere Matteo Renzi e il Pd? Prenderanno mio figlio di sette anni e gli faranno il lavaggio del cervello per fargli intendere che l’omosessualità è normale, e intanto il mio arcivescovo invita in duomo un vescovo che mi insegna che due gay conviventi sono esempi di purezza?
E vado a finire. Matteo Renzi che promuove le unioni civili è il prodotto fisiologico di un Papa che mentre viaggia in aereo si fa intervistare dai giornalisti e dichiara: “Chi sono io per giudicare” eccetera eccetera. Ovviamente, lo so anche io che non c’è perfetta identità fra le due questioni, che il Papa é contrario a queste cose e che certamente ne soffre, e che è animato da buone intenzioni. Però i fatti sono fatti. A fronte di quella frasetta epocale in bocca a un papa – “chi sono per giudicare” - ovviamente si possono scrivere vagonate di articoli correttivi e riparatori, cosa che le truppe infaticabili di normalisti hanno fatto e stanno facendo da mesi per spiegare che va tutto ben madama la marchesa. Ma tu ed io sappiamo bene, e lo sa chiunque conosca i meccanismi della comunicazione, che quel “chi sono io per giudicare” è una pietra tombale su qualunque combattimento politico e giuridico nel campo del riconoscimento dei diritti degli omosessuali. Se fossimo nel rugby, ti direi che ha guadagnato in pochi secondi più metri a favore della lobby gay quella frasetta di Papa Francesco, che in decenni di lavoro tutto il movimento omosessualista mondiale. Ti dico anche che vescovi come Mogavero, all’ombra di quella frasetta sul “chi sono io per giudicare” possono costruire impunemente castelli di dissoluzione, e a noi tocca solo tacere.
Intendiamoci: sarebbe da stolti imputare al Papa o alla Chiesa la colpa che gli stati di tutto il mondo stiano normalizzando l’omosessualità: questa marea montante è inarrestabile, non si può fermarla. La ragione è semplice: Londra e Parigi, New York e Roma, Bruxelles e Berlino sono diventate una gigantesca Sodoma e Gomorra. Il punto però è se questo noi lo vogliamo dire e lo vogliamo contrastare e lo vogliamo denunciare, oppure se vogliamo fare i furbi e nasconderci dietro il “chi sono io per giudicare”. Il punto è se anche Sodoma e Gomorra planetari debbano essere trattati con il linguaggio della misericordia e della comprensione. Ma allora, mi chiedo, perché non riservare la stessa misericordia anche ai trafficanti di armi chimiche, agli schiavisti, agli speculatori finanziari? Sono poveri peccatori anche loro? O no? O devo chiedere a Schonboern di incontrarli a pranzo e di valutare la loro purezza? Caro direttore, la situazione ormai è chiarissima: qualsiasi politico cattolico o intellettuale o giornalista che anche volesse combattere sulla frontiera omosessualista, si troverà infilzato nella schiena dalla mistica della misericordia e del perdono. Siamo tutti totalmente delegittimati, e qualsiasi vescovo, prete, teologo, direttore di settimanale diocesano, politico cattolico-democratico può chiuderci la bocca con quel “chi sono io per giudicare”. Verrebbe impallinato da un Mogavero qualsiasi come un fagiano da allevamento in una battuta di caccia.
Caro direttore, il nostro problema non è Matteo Renzi. Il nostro, il mio problema è che l’altro giorno il Santo Padre ha detto che il Vangelo “non si annuncia a colpi di bastonate dottrinali, ma con dolcezza.” Anche qui, prego astenersi normalisti e perditempo: lo so anche io che effettivamente il Vangelo si annuncia così - a parte il fatto che Giovanni il Battista aveva metodi suoi piuttosto bruschi, e nostro Signore lo definisce “il più grande fra i nati di donna” – ma tu sai benissimo che con quella frasetta siamo, tu ed io, tutti infilzati come baccalà. Tu ed io che ci siamo battuti e ci battiamo contro l’aborto legale, contro il divorzio, contro la fivet, contro l’eutanasia, contro le unioni gay, e contro i politici furbi come Matteo Renzi che quella roba la promuovono e la diffondono. Ecco, tu ed io siamo, irrimediabilmente, dei randellatori di dottrina, della gente senza carità, degli eticisti, degli “iteologi” dice qualche giornalista di cielle. E fenomeni come La Bussola e come Il Timone sono esemplari anacronistici di questa mancanza di carità, di questo rigore morale impresentabile. E non basteranno gli sforzi quotidiani e titanici dei normalisti per sottrarre queste testate alla delegittimazione da parte del cattolicesimo ufficiale, perché tutti gli esercizi di equilibrismo e di tenuta dei piedi in due staffe si concludono sempre, prima o poi, con un tragico volo nel vuoto.
Penso anche che il problema – scusa il fatto personale - non siano Gnocchi e Palmaro, brutti sporchi e cattivi, che sul Foglio hanno scritto quello che hanno scritto: io lo riscriverei una, dieci, cento mille volte, perché purtroppo tutto si sta compiendo nel modo peggiore, molto peggiore di quanto noi stessi potessimo prefigurare.
Ecco, caro direttore, perché il mio problema, e il problema tuo, dei cattolici e della gente semplice, non è Matteo Renzi. Il problema è nostra Madre la Chiesa, che ha deciso di mollarci nella giungla del Vietnam: gli elicotteri sono ripartiti e noi siamo rimasti giù, a farci infilzare uno dopo l’altro dai vietcong relativisti. Per me, non mi lamento, per le ragioni che sai. E poi perché preferisco mille volte essere rimasto qui, ad aspettare i vietcong, piuttosto che salire su quegli elicotteri. Magari con la promessa in contropartita di uno strapuntino in qualche consulta clericale tipo Scienza e Vita, o con l’illusione di tessere la tela dentro nel palazzo del potere ufficiale insieme a tutti gli altri movimenti ecclesiali. O con la pazza idea – scritta nero su bianco - che, sì, Gnocchi e Palmaro magari c’hanno ragione ma non dovevano dirlo, perché certe verità non vanno dette, anzi vanno addirittura negate pubblicamente per confondere il nemico.
No, io non mi lamento per me. Mi rimane però il problema di quel mio figlio di sette anni e di altri tre già più grandi, ai quali io non voglio e non posso dare come risposta i barconi che affondano a Lampedusa, i gay esempio di purezza del cardinale Shonboern, il meticciato e l’elogio della cultura rom del cardinale Scola, il disprezzo per le randellate dottrinali secondo Papa Francesco, Mogavero che fa l’elogio delle unioni civili. A questi figli non posso contare la favola che il problema si chiama Matteo Renzi. Che per lui, fra l’altro, bastano dieci minuti ben fatti di Crozza.
Caro direttore, caro Riccardo, perché mai ti scrivo tutte queste cose? Perché questa notte non ci ho dormito. E perché io voglio capire – e lo chiedo ai lettori della Bussola - che cosa deve ancora accadere in questa Chiesa perché i cattolici si alzino, una buona volta, in piedi. Si alzino in piedi e si mettano a gridare dai tetti tutta la loro indignazione. Attenzione: io mi rivolgo ai singoli cattolici. Non alle associazioni, alle conventicole, ai movimenti, alle sette che da anni stanno cercando di amministrare conto terzi i cervelli dei fedeli, dettando la linea agli adepti. Che mi sembrano messi tutti sotto tutela come dei minus habens, eterodiretti da figure più o meno carismatiche e più o meno affidabili. No, no: qui io faccio appello alle coscienze dei singoli, al loro cuore, alla loro fede, alla loro virilità. Prima che sia troppo tardi.
Questo ti dovevo, carissimo Riccardo. Questo dovevo a tutti quelli che mi conoscono e hanno ancora un po’ di stima per me e per quello che ho rappresentato, chiedendoti scusa per aver abusato della pazienza tua e dei lettori.
Mario Palmaro
29 commenti:
Eccezionale Mario Palmaro, crudo, ma veritiero, accorato e soprattutto CATTOLICO!
C'e' qualcuno che e' ben informato, se il sabato e domenica , si continua a celebrare col V.O. nella Basilica di S.Nicola in Carcere, oppure la scure si e' abbattuta anche qui?
Sono grato di una risposta, in quanto di solito la frequento.
Bernardino,
finora tutto OK a San Nicola.
Grande davvero il prof. Mario Palmaro. A lui va tutta la mia stima ed il mio ringraziamento per il poderoso lavoro che sta facendo. Grazie. E grazie a Mic per aver accolto il mio suggerimento di due giorni fa di postare appunto l'articolo del prof. Palmaro. Alessandro Mirabelli
A chi obbedire...?
E sarà sempre peggio....
http://www.corrispondenzaromana.it/la-falsa-obbedienza-e-losservatore-romano/
non ho ben capito:
quali sono secondo Mic i buoni frutti del conciliov2, per cui dovremmo ancora "innaffiare" la pianta e attenderli coopiosi ?
....fetore infernale emanato da certi sacerdoti, ....
ai quali nessuno applica alcuna sanzione nè commissariamento nè deposizione:
https://www.youtube.com/watch?v=61qE2Y_0cVk#t=55
Éste sacerdote argentino, no se lo sanciona, no se lo persigue, no se le envían comisarios ni se lo excomulga. Está en “plena comunión”. Escandaloso, aberrante, abominable, asqueante, indignante.
http://statveritasblog.blogspot.com.ar/
se questa è la Chiesa ufficiale, cari amici, molto meglio restarne fuori, e chiedere al Signore che ci tenga LUI al riparo nel SUO piccolo gregge, non certo la chiesa fumogena (per non dir peggio) allegramente-teneramente capeggiata da Bergoglio!
Infatti non ha capito, non ho detto che il concilio ha dato buoni frutti. Ho detto invece che ha in sé germi che hanno prodotto frutti avvelenati.
Non è una pianta da annaffiare. E' un evento da cui discernere il grano dal loglio. E ci sono studiosi e pastori autorevoli - non lo dico io - che è possibile.
Su La nuova bussola quotidiana, insieme alla lettera di Palmaro c'è la risposta di Riccardo Cascioli
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-il-fumo-di-satana-nella-chiesa-8142.htm
Ho messo il link all'originale e ho richiamato anche la riposta (che ovviamente chi vuole si è già letto), dalla quale ho estratto la conclusione.
Il succo e lì e nel mio commento.
Per Lupus et Agnus,
ho preso atto con rammarico di quel che dici.
Purtroppo non sono belle notizie, ma dolorosissime, da qualunque parte vengano.
Il primo collaboratore di papa Bergoglio chiedeva che la pulizia continuasse....
E ora?
intervista al card. Maradiaga, alla vigilia del conclave dal quale uscì eletto vescovo di Roma J.M. Bergoglio:
http://www.youtube.com/watch?v=FzRHB30RDnY
Caro Mario,
quante volte gia' anch'io ho incontrato chi mi chiuso la bocca con la frase ""MA LO SENTI IL PAPA?- DICE -CHI SONO IO PER GIUDICARE?"" e chi me lo dice e' sempre qualcuno che qualche decennio fa' si batteva il petto davanti alla balaustra.
Ma questi novatores, cosa hanno colato nei cervelli della gente?
Ma credi che se non ci fosse stato il vat.II, oggi avremmo avuto gente come Mogavero o come Bergoglio al Soglio di Pietro o Scola che invita schemborn a dar lezione? e allora Renzi cosa avrebbe detto?
Quanta acqua e' passata sotto i ponti mentre tutti noi dormivamo, e quanta ancora ne passera' se non ci svegliamo.
Grazie Mario per il tuo contributo, nella speranza che questi contributi che speriamo vengano soprattutto dalla gente semplice ma anche dalla gente di cultura possano svegliare questo mondo (se ancora Cattolico) e farlo riflettere e cambiare opinioni e strada.
Abbiamo bisogno di gente che dia la sveglia ad un popolo che si e' addormentato tra due guanciali e non ha capito che la fede va difesa giorno per giorno, perche' se ci lasciamo andare i nostri figli e nipoti saranno perduti; e questo Dio non ce lo perdonerebbe mai.
Quante volte abbiamo letto che alcuni Santi hanno salvato la Chiesa da una gerachia eretica o al limite dell'eresia, ed automaticamente hanno salvato i fedeli figli di Cristo? Sono piccoli miracoli che Dio ha fatto e continua a fare.
Comunque la Santa Chiesa oggi in special modo ha bisogno di tanta preghiera, e la Vergine SS.ma ce lo ha piu' volte raccomandato.
Rimetto qui il commento che avevo postato in un thread precedente.
Cascioli, senza volerlo ne son certa, nella sua risposta ha in qualche modo devalorizzato o relativizzato i termini della lettera di Palmaro, lo ha fatto ad esempio rimproverandogli di non aver detto il più importante, e cioè che è Cristo a condurre la Chiesa, come se Palmaro non lo sapesse!
Quando poi scrive:
"L’unità della Chiesa è il bene supremo, e l’unità si fa intorno al Papa, che è infallibile nel definire la verità rivelata: «Il Papa non può errare nell’insegnarci le verità rivelate da Dio», diceva il Catechismo di San Pio X, e questo è anzitutto quello che conta.", Cascioli sorvola sul fatto che dalla più alta cattedra non solo NON ci arrivano, sui temi fondamentali, le parole che dovremmo poter ascoltare, che il mondo dovrebbe ascoltare, ma ci stanno arrivando messaggi più che problematici, messaggi liquidi che confondono, che portano acqua al mulino di chi vuole l`annacquamento se non l`oscuramento della Dottrina cattolica, messaggi che obbligano i comunicatori vaticani a continue rettifiche che nessuno legge perchè quel che è registrato sono le parole ambigue del Papa, parole che ha detto, che i media non inventano anche se poi ci ricamano sopra, parole riprese e amplificate.
Ha perfettamente ragione Palmaro quando dice che Jorge Bergoglio con il suo "chi sono io per giudicare" ha guadagnato in pochi secondi più metri a favore della lobby gay quella frasetta di Papa Francesco, che in decenni di lavoro tutto il movimento omosessualista mondiale".
L`unità si fa attorno al Papa, ma se dal Papa ci vengono parole e gesti che seminano non unione ma disunione, non chiarezza ma confusione, se dal Papa NON ci vengono le parole di cui abbiamo bisogno, di cui il mondo alla derova ha bisogno, a parte la preghiera, base di tutto, forse che dovremmo girare gli occhi da un`altra parte, tapparsi le orecchie, far finta di non aver ascoltato, letto o visto?
Forse che dovremmo accettare, e trovare normale e giusto, che un Papa non si esprima più su temi fondamentali e etici?
C`è chi sceglie di restare ai peidi della Croce di Cristo, lo sguardo volto solo a Lui, in preghiera e in silenzio, e c`è anche chi ai piedi di quella Croce, sceglie di parlare, rivolgendosi al Signore innanzitutto ma ANCHE ai suoi fratelli e sorelle di Fede.
Sì, molti sentono come un dovere, un diritto e una grande responsabilità esprimere i propri pensieri e sentimenti, anche se portano nomi come indignazione, sgomento, apprensione.
Ancora un sentito GRAZIE a Mario Palmaro.
PS: segnalo che sulla Bussola Quotidiana continuano gli articoli dopo la Lettera di Palmaro domani scriverà Francesco Agnoli
e se da un papa ci viene confusione e silenzio-assenso con eresia e peccato, dobbiamo stringerci attorno a lui ?
ben presto saremo TUTTI posti davanti a questo dilemma, mai visto nella storia della Chiesa (o solo al tempo di d. Atanasio):
SEGUIRE GESU'
O il vescovo Bergoglio ?
le 2 direzioni sono totalmente divergenti
tertium non datur
Nessuno potrà eludere la scelta di campo e sequela coerente.
(Niente piede in due scarpe).
considerazioni di C. Baronio sul suo blog:
A commento dell'articolo Il fumo di Satana nella Chiesa
di Mario Palmaro e Riccardo Cascioli, pubblicato qui (link)
Il silenzio dei Pastori e il grido del gregge: prima che sia troppo tardi.
Bene ha fatto Palmaro a denunciare il silenzio assordante dei Pastori, dicendosene scandalizzato ed invitando i Cattolici a gridare dai tetti la loro indignazione.....
http://opportuneimportune.blogspot.it/2014/01/il-silenzio-dei-pastori-e-il-grido-del.html
(ringraziando il rev. C. Baronio dei suoi nuovi interventi a commento dei fatti ecclesiali)
Reverendo, la seguo sempre e sono felice che abbia ripreso a scrivere. I suoi scritti sono per me sempre una vigorosa boccata di ossigeno. grazie! Dio le renda merito per il bene che fa.
Oggi in particolare il suo scritto mi ha strappato anche una lacrima, come me l'aveva strappata l'articolo da lei citato di Mario Palmaro. Perchè? Perchè sono una mamma di tre figli piccoli (3,5 e 7 anni) e come ben dice: mi sento assediata! Io e mio marito arranchiamo ogni giorno, sudiamo e fatichiamo per tirare sù questi figli nella fede cattolica, per proteggerli da tutto quello che lei ben racconta. Verrà il giorno in cui andranno nel mondo, in cui vedranno questo abominio, purtroppo verrà... ma ora sono troppo piccoli, ne verrebbero distrutti!
Sto sveglia la notte a pensarci, a pregare anche, con quel cuore di mamma che è sempre sveglio e vigilante per il bene dei propri figli. Non sto a ripetere quello che lei ha già spiegato molto meglio di come potrei fare io... le chiedo molto semplicemente: cosa possiamo fare? Cosa devo fare? C'è speranza?
grazie, Rossella
A volte a sentire certa gente mi sembra di essere stato catapultato su di un pianeta sconosciuto, non si può neanche pensare di fiatare davanti al vdr, il vdr ha sempre ragione, inquietante....Mic, quod scripsi scripsi et veritas est, gratias tibi ago propter patientiam tuam .Lupus et Agnus.
Chi ha dato la stura alla dissipazione nei Seminari? Chi ha spogliato i chierici della loro veste? Chi ha brutalizzato la liturgia?
Chi ha svuotato le chiese, se non il Concilio? Nessun evento fu mai tanto tragico e devastante, ed
il postconcilio rappresenta solo l'attuazione coerente e necessaria delle sue premesse.
(C. Baronio, link cit.)
Non dobbiamo scoraggiarci, anche se domani nessun cattolico griderà dai tetti come scrive Palmaro, la nostra Madre Immacolata non ci abbandonerà e Cristo sarà sempre al nostro fianco. Anche nelle nostre chiese ormai siamo stranieri ma il Signore ci proteggerà.
OT, in parte: su Rossoporpora.org, articolo di Rusconi sui FFI,
Rosa ( non la signora del precedente post, ma la solita rosa, medico e traduttrice dall' inglese di articoli qui postati)
A fronte delle belle, appassionate, ferme e convincenti parole di Palmaro, la risposta di Cascioli appare debole, rinunciataria, presuntuosa nel suo voler essere didattica (nei confronti del Professor Palmaro!). Cascioli sembra non aver capito nulla di ciò che ha detto Palmaro. O, forse, ha capito tutto, ma non può o non vuole argomentare.
Altrettanto sconcertante è la risposta "pastiche" dell'ineffabile Introvigne, che, con ammirevole acribia, cerca e trova nelle pieghe dei profluvi verbali di Francesco qualche vago accenno cattolico, discetta di morale gesuitica e di Pascal, attacca soavemente Giuliano Ferrara (che, almeno in questo caso, è sicuramente incolpevole) e, per non farsi mancar nulla, insulta il contro-rivoluzionario francese Charles Maurras, condannato ingiustamente, sì, da Pio XI, ma totalmente riabilitato da Pio XII. Bizzarri svolazzi dialettici, ma non una parola sulle tesi di Palmaro.
Quanto meno l'epoca di Francesco un merito ce l'ha: far emergere con chiarezza la differenza tra la fermezza dei tradizionalisti e l'ipocrisia "cerchiobottista" dei conservatori.
Scrive Mic: "Oggi abbiamo a che fare con una decadenza ed una barbarie diverse e più sofisticate. Ma il nostro "quaerere Deum", per chi può, non può essere limitato alla preghiera e alla penitenza e al mettersi in un angolo a subire in silenzio. Ormai è tempo che i cattolici si alzino, una buona volta, in piedi. Si alzino in piedi e si mettano a gridare dai tetti, e propositivamente, senza lasciarsi irretire nel ricatto della ghettizzazione, ch'è preludio di estinzione."
Senza alcun tema di "captatio benevolentiae", posso solo dire che sono parole esemplari. E' un programma per tutti noi, nel buio presente. Grazie.
A proposito di lobby omosessualista, e per chi legge il francese o il tedesco, ecco le parole del cappellano cattolico degli atleti tedeschi alle prossime Olimpiadi d`inverno, è un teologo-psicologo direttore di un`istituzione di un`abbazia benedettina, sostenuto da diverse diocesi, evidentemente e immancabilmente arriva il "chi sono io per giudicare" con relativa interpretazione e l`affermazione che l`omosessualità è in aromonia con l`ordine della natura.
Quanto dovremo aspettare per vedere il primo sacerdote fare coming out e esigere che la sua condizione, il suo "orientamento sessuale", sia considerato naturale, in armonia con la natura?
http://benoit-et-moi.fr/2014-I/actualites/coming-out-dune-star-du-football.html
La lobby omosessuale è una delle più potenti nel mondo, ha già raggiunto i suoi obbiettivi in molti campi, i legislatori sono il suo braccio esecutivo, se prima gli omosessuali reclamavano il diritto alla differenza ora reclamano e ottengono il diritto all`uguaglianza sancito da leggi che stravolgono il volto della famiglia, delle società.
È una lobby ricchissima e potente attivissima nel campo dell`educazione, sa che deve agire sulle menti dei giovani, entra nelle scuole, nell`insegnamento, attraverso libri, musica e film, troppi genitori stanno a guardare, subiscono, anche chi è consapevole si rende conto che quella marcia infernale di condizionamento delle coscienze dei loro figli è in atto fin dalla loro più giovane età.
In Francia i genitori cattolici E non solo cattolici reagiscono, si organizzano, scendono in piazza, usano il web, è doveroso farlo, è essenziale farlo.
Prioritaria, e sempre più difficile, resta l`educazione nelle famiglie, confrontata ormai al gigante onnipresente e onnipotente della perversione morale di cui sempre più leggi sono il riflesso.
Solo un piccolissimo esempio della potenza di quella lobby, Pierre Bergé, grande mecene della causa omosessualista, ha comperato nel 2010 un gruppo stampa di cui fa parte Le Monde e anche il giornale cattolico " LA VIE", potete immaginare il margine di autonomia di cui dispone ormai quel giornale, e così quando il suo redattore scrive un articolo contro il "matrimonio" gay, ,chiamato ipocritamente "matrimonio per tutti", si è fatto riprendere da Bergé e minacciato anche su Twitter di perdere il suo posto di lavoro:
http://www.20minutes.fr/television/1183573-20130703-pierre-berge-menace-la-vie-positions-contre-mariage-tous
La Chiesa subi' in vari tempi grandi crisi; tra queste ci fu' una grande crisi tra il 352 e il 366 sotto papa Liberio il quale fu' tra i massimi sostenitori dell'arianesimo; ma trovo' sulla sua strada un Santo, Atanasio, perche' quando la Chiesa viene attaccata dal demonio in momenti particolari e forti, Dio ha sempre mandato a sostenerla i Santi.
Oggi non abbiamo ancora conosciuto un Atanasio, ma sicuramente c'e' e noi forse non lo vediamo, pertanto possiamo solo gridare dai tetti QUAERERE DEUM in quanto la Dottrina Cattolica e' oscurata e la scure si sta' abbattendo giorno dopo giorno su questa Dottrina.
La nostra fiducia e' in Dio Onnipotente che non ci abbandoni altrimenti siano davvero giunti a REDDE RATIONEM.
Nel frattempo c'è anche la risposta di Francesco Agnoli:
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-benedetto-e-francescouno-sguardopiu-realistico-8164.htm
«Il sesso selvaggio e il “gender” mirano a distruggere la famiglia e creare un nuovo ordine mondiale»
http://www.tempi.it/il-sesso-selvaggio-e-il-gender-mirano-a-distruggere-la-famiglia-e-creare-un-nuovo-ordine-mondiale
IDEOLOGIA DEL GENDER
http://www.rassegnastampa-totustuus.it/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=143
http://ultimitempi.altervista.org/
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