Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 30 aprile 2020

I 'Guerrieri del Rosario'. Continua l'Operazione Assalto al Cielo del 1° di ogni mese col Cardinale Burke

Domani 1 maggio, come il primo giorno di ogni mese, Sua Eminenza il Cardinale Raymond Leo Burke celebrerà la Santa Messa alle ore 7:00am (ora locale) a Roma e, dopo, pregherà il Santo Rosario per 'prendere d'assalto il Cielo' con la Preghiera.
Questo mese preghiamo specialmente per la fine dell'epidemia del coronavirus.
Chi vuol seguire in streaming può iscriversi qui
Rimaniamo fedeli a questa esperienza forte di preghiera che ci vede uniti già da oltre due anni, ricordando Padre Pio: « Il Santo Rosario è l'arma per questi tempi ».
Alle intenzioni sotto elencate, aggiungiamo la richiesta di protezione dalle forze oscure - ed anche dalla recente pandemia - che, oltre alla Chiesa, minacciano il nostro Paese, l'Europa e il mondo intero. Anche in questo mese rinnoviamo il nostro fervore e preghiamo più che mai. Ricordiamo a tutti voi, compagni Guerrieri del Rosario che ci uniremo dai quattro angoli della terra per elevare insieme la nostra voce al Cielo. Gli oltre 152.000 Guerrieri del rosario reciteranno il Santo Rosario e prenderanno d'assalto il Cielo con la Preghiera, in unione alla Santa Messa celebrata dal Cardinale Burke.

30 aprile San Pio V. L'antica eredità liturgica

In questi giorni difficili in cui la Santa Messa, soprattutto quella Antica, è in pericolo non solo per la sospensione da virus [qui], riprendo uno dei testi che il blog inesorabilmente sommerge ma che vanno recuperati per riattingervi i tesori ricevuti e da custodire per alimentare e fortificare la nostra fede.

Rito Antiquior tomba Santa Caterina, 2013
Oggi 30 aprile, il Santorale del Rito Romano Antiquior festeggia Santa Caterina da Siena, mentre quello del Novus Ordo san Pio V. Tutti gli uomini hanno bisogno di modelli a cui guardare: c’è chi segue quelli negativi e a volte infimi, e chi, invece, segue quelli positivi o addirittura santi. Il popolo di Dio è interpellato dalla Chiesa a seguire questi ultimi. Fra i santi ci sono poi quelli “speciali”, gli eletti fra gli eletti: santa Caterina e san Pio V fanno parte degli “eletti speciali”, perché nei disegni di Dio ci sono i chiamati, ma anche quelli più chiamati degli altri, esattamente come accade nella distinzione dei cori angelici, dove, per esempio, san Michele Arcangelo ha un ruolo maggiore in confronto ad un angelo custode, a dispetto dell’egualitarismo di matrice illuminista. Santa Caterina e san Pio V hanno operato in tempi molto difficili e critici; vengono perciò a dimostrare a noi, fedeli del secondo millennio, che Fede e Chiesa possono sempre essere difese, anche quando le circostanze appaiono avverse su tutti i fronti. [Fonte]

Approfitto dunque per ricordare San Pio V, il grande Papa che curò la riforma della Chiesa sulle orme del Concilio tridentino e al quale dobbiamo la revisione del Messale Romano e la sua diffusione in tutto l'Occidente latino, con il testo seguente tratto da:

Breve storia della Messa Romana
Michael Davies

Ramadan. Governo vieta messe ma permette la preghiera islamica in moschea

C’è malcontento a Valdilana, dopo che alla comunità islamica di Veglio sono state consentite le preghiere di inizio Ramadan e ai cattolici di Valle Mosso in occasione della Pasqua non è stato permesso di recarsi fuori dalle chiese per avere il tradizionale ramo d’ulivo. «Se le leggi sono uguali per tutti – dice il pro sindaco di Valle Mosso Gaetano Milesi a nome dei cittadini che gli hanno chiesto spiegazioni – mi chiedo come sia stata possibile una cosa del genere».
Il richiamo alla preghiera dei musulmani, autorizzato dal prefetto di Biella con l’apertura della moschea, tra l’altro abusiva, si è svolto venerdì alle 13.
«Per Pasqua – dice Milesi – avevamo chiesto al parroco, don Mario Foglia Parrucin, la benedizione dell’ulivo e che lo stesso venisse deposto fuori dalla chiesa per permettere alle persone di prenderlo. Il parroco ha chiesto il consenso dei carabinieri, e ci è stato risposto che era meglio evitare per non creare assembramento. Se le leggi sono uguali per tutti non capisco perché questa discriminazione».
Discriminati in casa nostra. Questo è un esperimento per piegare gli italiani all’asservimento. - Fonte

mercoledì 29 aprile 2020

Santa Caterina da Siena, Patrona d'Italia e d'Europa

Oggi - mentre nell'antico Santorale è per domani 30 aprile - si fa memoria di Santa Caterina da Siena  e non possiamo fare a meno di registrare il cinguettio da Santa Marta.
Ne dice troppe per stargli dietro; ma questa è l'ultima e, al solito, sconcerta anche perché, senza mai nominare Cristo Signore, non saprei su cosa possa fondarsi l'invocata fratellanza. Per inciso, Santa Caterina è anche Patrona d'Italia... Di questi tempi, non possiamo certo mancare di invocarla.
Possiamo consolarci con le parole di Pio XII [qui] nel suo Discorso sui Patroni d'Italia (Caterina e Francesco) mentre noi lo scorso anno ci esprimevamo in questi termini, tuttora validi: "Oggi ricordiamo Santa Caterina da Siena. La nostra Italia - insieme a tutto l'Occidente del quale è stata culla di civiltà - sta vivendo giorni particolarmente travagliati sui fronti spirituale, politico, identitario, sociale e antropologico al pari dell'Europa tutta. Affidiamo dunque l'Italia e gli italiani, così come l'Europa e gli europei, a santa Caterina da Siena, co-patrona d'Italia e d'Europa, figlia d'Italia e d'Europa, gloria d'Italia e d'Europa." riportando un suo scritto [qui].

Colgo l'occasione per riportare un incisivo commento di Paolo Pasqualucci:
"Che non sia rivolta a te la severa parola della Verità quando disse: 'Sia tu maledetto perché sei rimasto zitto...
'I pastori dormono nel loro amor proprio in una stessa avidità e monnezza...
Attualissime parole, purtroppo, queste di S. Caterina da Siena, donna del popolo nel senso migliore del termine, semplice, diretta, coraggiosa, che svergognava tanti uomini vili e codardi.
Dobbiamo sopportare un Papa che propala eresie a destra e a manca, impegnatissimo a distruggere tutto quello che può della morale cattolica, del matrimonio cattolico, della religione cattolica, della stessa civiltà cristiana (di quello che ne è rimasto), della stessa Italia come nazione (ciò che ne è rimasto) facendo da battistrada ad un'invasione islamica sempre più sfrontata e massiccia; un traditore della fede come forse mai se ne è visto uno nella storia della Chiesa, giusto ed inevitabile coronamento di tutti i tradimenti della fede e della pastorale consumatisi all'ombra del Concilio Vaticano II e dovuti anche e soprattutto allo stravolgimento della missione della Chiesa verificatosi con quel Concilio, in quel Concilio.
E ancora chi dovrebbe alzarsi in piedi a parlare ed anzi a gridare dai tetti contro tutto questo scempio tace o balbetta, preoccupatissimo di non esporsi all'accusa di dividere la Chiesa, di provocare scismi, di non offendere, di non turbare, di sembrare un nemico del Papa... Guai a loro! Ma guai a tutti noi, se non faremo il nostro dovere di cattolici e milites Christi denunciando apertamente gli errori dei Pastori infedeli che hanno ridotto la Chiesa in questa situazione e chiedendo che ne paghino le conseguenze secondo i giusti principi della vera tradizione della Chiesa, del diritto canonico e della vera teologia cattolica.
"L'opzione S. Caterina" è la via da mettere in pratica. S. Benedetto da Norcia1 avrebbe sicuramente approvato.
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1. Allude all'opzione Benedetto di cui si è tanto parlato. Qui trovate i riferimenti

Intervista a tutto campo a mons. Viganò. Autorità dei Vescovi sui diktat di sedicenti esperti

Il discorso chiaro e distinto di mons. Carlo Maria Viganò sulle questioni più significative di questo difficile momento, dalla giurisdizione dei Vescovi alla violazione dei diritti superiori e prevalenti garantiti dalla Costituzione a colpi di Dpcm.

Eccellenza, l’ultimo Decreto del Presidente Giuseppe Conte ha disatteso le speranze della CEI e protratto il lockdown delle Messe in tutta Italia. Alcuni canonisti ed esperti di diritto concordatario hanno espresso molte riserve sul comportamento del Governo. Qual è il suo pensiero al riguardo?
Il Concordato tra la Santa Sede e lo Stato Italiano riconosce alla Chiesa, come suo diritto nativo, la piena libertà e autonomia nello svolgimento del proprio Ministero, che vede nella celebrazione della Santa Messa e nell’amministrazione dei Sacramenti la propria espressione sociale e pubblica, in cui nessuna autorità può interferire, nemmeno con il consenso della stessa Autorità ecclesiastica, la quale non è padrona ma amministratrice della Grazia veicolata dai Sacramenti.
La giurisdizione sui luoghi di culto spetta quindi in toto ed esclusivamente all’Ordinario del luogo, che decide in piena autonomia, per il bene delle anime affidate alle sue cure di Pastore, le funzioni che ivi si celebrano e da chi debbano essere celebrate. Non spetta al Primo Ministro autorizzare l’accesso alle chiese, né tantomeno legiferare su cosa possa o non possa fare il fedele o il Ministro del culto.

Coronavirus in Andalusia: Messe consentite ma senza la santa comunione e altre restrizioni

E di quel che succede in Spagna che ne dite?

Coronavirus in Andalusia: a partire da domenica prossima le messe dovranno essere celebrate senza la Santa Comunione
Non sarà presente nemmeno l'acqua santa e sarà proibito il contatto fisico durante i funerali, che potranno essere celebrati a partire dal 18 maggio
La proposta presentata dal Governo andaluso all'Esecutivo centrale per consentire il ritorno alla normalità per gli andalusi contempla la riapertura dei riti religiosi a partire da domenica prossima, 3 maggio.
Tuttavia, la Giunta proibisce esplicitamente che durante la messa possa realizzarsi la distribuzione della comunione e qualsiasi altro rito che implichi la condivisione di bevande assunte dallo stesso recipiente. Ma queste non sono le uniche condizioni per poter celebrare l'Eucarestia: è anche espressamente proibito l'uso dell'acqua santa.
Non saranno consentite le chiese piene, per poter garantire la distanza sociale raccomandata. Inoltre, le chiese disporranno di dispensatori di soluzione idroalcolica all'entrata per l'uso dei fedeli.
Nessuna celebrazione collettiva dovrà superare la durata di trenta minuti.
Nemmeno durante le sepolture e gli atti funebri – che saranno permessi a partire dal 18 maggio – le chiese potranno essere piene, sempre per garantire la distanza sociale raccomandata. Anche in questo caso ci saranno dispensatori di soluzione idroalcolica all'entrata dei templi e saranno osservate le regole basiche, come l'astenersi dal toccare superfici, utensili, etc.
Saranno proibiti anche i gesti che richiedono contatto fisico tra le persone, ivi compreso quello coi defunti: le veglie funebri continuano ad essere proibite. 
Fonte: Abc, edizione di Siviglia, 27 aprile 2020
[Traduzione a cura di Chiesa e postconcilio]

martedì 28 aprile 2020

Quando Véronique Lévy risponde a Jacques Attali

Anche in Francia c'è chi soffre e cerca di testimoniare come noi. Ho scoperto questo bellissimo scritto di Véronique Jeanne Lévy, sorella del celebre pensatore agnostico, convertita al cattolicesimo nel 20121. Il suo discorso è intessuto di riferimenti scritturistici; si riconoscono gli echi del Cantico dei Cantici, di 2Re, portati a compimento... e c'è anche il respiro della storia di Francia e delle sue speranze, insieme al suo grido di dolore, ch'è anche il nostro. Lo scritto è rivolto a Jacques Attali, economista, saggista e banchiere francese2. Già consigliere di Mitterand, ora noto per essere il mentore di Macron. In queste due figure ci sono le due facce contrapposte dell'umanità del nostro tempo. E poi ci sono i senza-volto della massa addomesticata...

Buonasera signor Attali...
Sembra che lei abbia parlato di me in una rivista... ha evocato la mia via come un cammino perduto, quello di una fragile donna manipolata dall'estrema destra identitaria anti-sionista... la sorella di BHL, come mi chiama, si è radicalizzata con gli intoccabili... Sì sono diventata una stigmatizzata, ahimè non delle sante stimmate di Cristo ma di quelle degli innominabili... gli inutili, i furiosi, gli estremi, gli inermi, i refrattari, i vandali, e perché no persino i black block... O chissà cos'altro?
Sono di Cristo, Jacquot, del re dei giudei, della terra e dei cieli; del Signore disarmato e Nudo, sono pazza dell'Altissimo che si  è fatto infimo... e si nasconde nella carne dolce come latte di una Vergine di Nazareth. Io sono della sua famiglia, Jaques, ho trovato i miei: sono cristiana come già lo erano i profeti, i poeti e i re dell'Alleanza nativa... incisa nella pietra della legge prima che si facesse carne nel Cuore della sua misericordia... nelle viscere materne di un Dio d'amore.

lunedì 27 aprile 2020

Il governo non apre le chiese e Giachetti scende in piazza. Con il Vangelo

Un renziano che fa concorrenza a Salvini... Quello che non fanno i cattolici... e, lui, non potranno accusarlo di strumentare la religione... 

Roma. Domattina alle 11.30 sarà in piazza San Silvestro, a Roma, davanti alla chiesa, a leggere il Vangelo, e a dare così fisica sottolineatura al suo essere in disaccordo con “il mantenimento della negazione dell'esercizio di culto”, lui che è laico e radicale storico: l'ultima azione di disobbedienza civile di Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva, arriva nel bel mezzo del disorientamento di molti per l'annunciato avvio di una fase 2 per molti aspetti simile alla fase 1. Prima di tutto, secondo Giachetti, nei modi e nella sostanza di quel “procedere reiterato per Dpcm alla sospensione dei diritti costituzionali”: “Non sono un tecnico, mi rendo conto della complessità della situazione e infatti finora ho taciuto le mie perplessità sulle decisioni prese dal presidente del Consiglio. Non ho alimentato polemiche, proprio per la gravità delle circostanze. Però non posso continuare a non dire e a non fare nulla di fronte alle non-decisioni annunciate ieri: indigeribili nella forma e nella sostanza”.
“La sospensione delle libertà e dei diritti costituzionali attraverso Dpcm - dice Giachetti - è discutibile anche in presenza di un'emergenza sanitaria come quella che si è manifestata due mesi fa, ma è semplicemente inaccettabile che questa ormai diventi la regola. E molte decisioni mi appaiono del tutto incomprensibili e ingiuste. Se si pongono delle regole per garantire la frequentazione dei supermercati è inconcepibile che non si sia in grado di stabilirne per la frequentazione delle chiese, specie in un paese come l'Italia. O siamo in un grande fratello sanitario dove un comitato stabilisce l'esercizio di libertà e diritti costituzionali?”. Da domani e per i prossimi giorni, dunque, e fino a quando “la decisione non sarà corretta”, Giachetti sarà in piazza, Vangelo alla mano (“Venitemi a sanzionare”, dice intanto, rivolto alle autorità).

Christiani sumus et sine Pane Dominico vivere non possumus

Domenica prossima uscirò di casa assieme a mia moglie. Porteremo con noi un’unica “autocertificazione”: “Christiani sumus et sine Pane Dominico vivere non possumus”: l’antica formula con cui i nostri primi fratelli nella fede sfidarono e vinsero il più potente impero della storia.
 Affronteremo Cesare, anche se incarnato in un vigile urbano o in un carabiniere, e tradurremo loro la nostra autocertificazione.
Se non l’accetteranno, gli ricorderemo che han preso per buona, il 25 aprile, la tessera dell’ANPI come magico lasciapassare. E se ci diranno che obbediscono “agli ordini”, gli rammenteremo che lo stesso alibi è stato utilizzato da chiunque si sia fatto servo – a Berlino o a Mosca – delle più orrende dittature della storia. E non accetteremo di pagare nulla. Nessuna “multa”. 
Sarà un tribunale a stabilire se le nostre libertà possono essere compresse fino a questo segno. E poi affronteremo la Chiesa e le sue pavidità. Se troveremo chiusa la porta del tempio, busseremo. Se sarà aperta, entreremo e chiederemo a un sacerdote di celebrare la Messa. Con tutte le cautele del caso: distanza e mascherine. Se il sacerdote accetterà di fare il suo dovere sfidando il cesare di turno, ci inchineremo davanti a un uomo di Dio. Se si rifiuterà, pregheremo che Dio abbia pietà della sua anima di pastore pusillanime. E cercheremo un’altra chiesa e un altro pastore.
Anche voi amici: fate lo stesso. Uscite domenica prossima di casa, bussate alle chiese, entrate nelle chiese. Reclamate il vostro indefettibile diritto alla Messa e al Pane della Vita. Cauti nei gesti ma fermi nel proponimento. È tempo di uscire dalle catacombe; fisiche, culturali, politiche, in cui hanno rinchiuso noi, figli della Promessa. (Biagio Buonomo)

Tattica e strategia dei vescovi lontane dal popolo fedele (a Cristo Signore). Rivendichiamo ciò ch'è nostro diritto inalienabile sancito dalla Costituzione

Quanto al culto, non si tratta di "consentire" un bel nulla da parte di nessuno. I diritti fondamentali lo stato li riconosce non li consente/concede perché sono un limite al suo potere. Da quel limite in poi la libertà è della persona!!!
La tattica è una tecnica di impiego e di manovra delle proprie unità nel combattimento in corso, al fine di raggiungere l'obiettivo. È un insieme di accorgimenti tecnici previsti per ottenere quello che si desidera, riducendo l'ostilità altrui o aumentandone il consenso. 
La strategia è invece un'arte/una scienza che sta a monte e ha ben chiaro lo scopo finale dell'esistere stesso di chi la interpreta che si identifica con il fine al quale è rivolto. 
La tattica scelta dalla CEI è stata l'azzerbinamento e il lecca-lecca.
Come ogni tattica, essa può pagare o non pagare in termini di risultato. Qui non sta pagando. I generali hanno scelto una tattica fiduciosa nel potere del mondo e comodissima per non dare fastidio. In più non si sono troppo spesi a spiegare alla truppa che quella era una tattica, presentandola piuttosto come un dovere: dovere del soldato (di Cristo) non è la ritirata. E noi siamo milites Christi e non pecore allo sbando o, peggio, al macello!

Cei contro decreto Conte, 'si viola libertà di culto'

Speriamo e preghiamo. Ma quella citazione dei "poveri" come premessa alla vita sacramentale è più consona ad una ONG e non a chi dovrebbe garantire il culto pubblico dovuto a Dio che, nei confronti dei fedeli diventa munus sanctificandi, nonché anche docendi regendi. Ricordo ancora una volta che il culto è pubblico. Anche se a celebrarlo è il solo sacerdote, la messa ha sempre lo stesso valore anche se il sacerdote la celebra da solo. Tuttavia non è indifferente che il popolo non partecipi al culto per rendersi presente ad una Presenza e alla sua azione teandrica: la celebrazione è necessaria ai fedeli stessi ma soprattutto quando il fedele professa pubblicamente la fede nel culto ufficiale della Chiesa, in quel momento, oppone una barriera alle forze del Male.

(ANSA) - ROMA, 26 APR - "I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l'esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l'impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale".
Lo afferma la Cei in una nota dal titolo "Il disaccordo dei vescovi" sui contenuti del Dpcm sulla 'Fase 2' illustrato dal premier Giuseppe Conte. (cfr. immagine a lato: clicca per ingrandire)

I vescovi sono in disaccordo col governo... e quindi? Vogliono disobbedire? Vedete cosa significa aver rinunciato al proprio diritto stabilito dal concordato?  Hanno apprezzato il governo di sinistra credendo che fosse loro amico.... bisognava seguire il diritto e non i favori e le amicizie. Per quanto siano stati responsabili, sempre irresponsabili restano. (Don Mario)

domenica 26 aprile 2020

La morale capovolta e l’eutanasia ecclesiale - don Elia

Deus, converte nos, et ostende faciem tuam, et salvi erimus (Sal 79, 4).
«Convertici, o Dio; mostra il tuo volto e saremo salvi».
Teshuvah (conversione)
 Nella mia vecchia formazione modernista, da cui la Madre celeste mi ha miracolosamente disintossicato, sentivo ripetere insistentemente che il concetto di conversione era espresso, nell’Antico Testamento, con un verbo ebraico (šub - teshuvah = conversione) che designa l’inversione di marcia, nel Nuovo con un verbo greco che significa il cambiamento di mentalità (metanoeîn). Entrambe le osservazioni sono in sé vere, purché il loro contenuto implicito non venga confinato in un’interpretazione esistenzialistica, escludendo a priori la necessaria adesione ad una dottrina di fede e di morale, con il conseguente impegno di correggere abitudini e comportamenti ad essa contrari. Non per nulla la Vulgata, poi seguita dalla liturgia, traduce il verbo greco con il latino paenitentiam agere: ogni conversione genuina conduce inevitabilmente alla penitenza, mirante sia ad espiare i peccati commessi, di cui si è sinceramente contriti, sia ad evitarne di futuri. Nella tradizione cattolica, dunque, si tratta di una prassi concreta, piuttosto che di un’esperienza soggettiva legata a determinati sentimenti ed emozioni (i quali, ovviamente, nelle vere conversioni non sono assenti, ma non ne costituiscono l’elemento determinante).

sabato 25 aprile 2020

Perché non celebro il 25 aprile

Non celebro il 25 aprile per sette motivi.
  1. perché non è una festa inclusiva e nazionale, ma è sempre stata la festa delle bandiere rosse e del fossato d’odio tra due italie.
  2. perché è una festa contro gli italiani del giorno prima, ovvero non considera che gli italiani fino allora erano stati in larga parte fascisti o comunque non antifascisti e dunque istiga alla doppiezza e all’ipocrisia.
  3. perché non rende onore al nemico ma nega dignità e memoria a tutti coloro che hanno dato la vita per la patria, solo per la patria, pur sapendo che si trattava di una guerra perduta.
  4. perché l’antifascismo finisce quando finisce l’antagonista da cui prende il nome: il fascismo è morto e sepolto e non può sopravvivergli il suo antidoto, nato con l’esclusiva missione di abbatterlo.
  5. perché quando una festa aumenta l’enfasi col passare degli anni anziché attenuarsi, come è legge naturale del tempo, allora regge sull’ipocrisia faziosa e viene usata per altri scopi; ieri per colpire Berlusconi, oggi Salvini.
  6. perché è solo celebrativa, a differenza delle altre ricorrenze nazionali, si pensi al 4 novembre in cui si ricordano infamie e orrori della Grande Guerra; invece nel 25 aprile è vietato ricordare le pagine sporche o sanguinarie che l’hanno accompagnata e distinguere tra chi combatteva per la libertà e chi voleva instaurare un’altra dittatura.
  7. perché celebrando sempre e solo il 25 aprile, unica festa civile in Italia, si riduce la storia millenaria di una patria, di una nazione, ai suoi ultimi tempi feroci e divisi. Troppo poco per l’Italia e per la sua antica civiltà.

La "comunione da asporto" fra vittimismo e superbia

Pagina tratta dal blog Neocatecumenali. Ricordiamo che il Cammino Neocatecumenale è una delle perle del modernismo postconciliare.

Mi perdonerete la lunghezza di questa riflessione, ma è necessario essere chiari contro i tipici slogan neocatecumenali che con acrobatici sofismi, giochi di parole, doppi sensi e altre furberie, cercano di giustificare la loro ingiustificabile mentalità da setta e relative conseguenze. La grave faccenda della "comunione neocatecumenale da asporto" richiede particolare attenzione, visto che costituisce un comodissimo "precedente" per i kikos per trattare il Santissimo Sacramento come una specie di "sacro snack take-away".


Premessa fondamentale: in qualità di cattolici sappiamo che il bene supremo di ogni anima è la salvezza (ogni singola anima dirà: "la mia salvezza"), e che gli strumenti che Nostro Signore si è degnato di donarci - una dottrina immutabile (poiché Dio è verità eterna) e i sette sacramenti (segni sensibili ed efficaci) - sono essenziali per la salvezza. Nostro Signore non ha mica operato per hobby o insegnato per sport.

venerdì 24 aprile 2020

Per non dimenticare. 24 aprile: il ' Medz Yeghern', il genocidio negato

24 aprile 1915, 105 anni fa: a Istanbul, la fu Costantinopoli, nella notte e da lì poi nei giorni a seguire vengono arrestati e uccisi tutti i membri dell'elitè armena, secolare e religiosa, ortodossa e cattolica, intellettuale ed ecclesiastica e commerciale; nemmeno membri del parlamento vennero risparmiati.
I sopravvissuti di questo primo massacro vennero deportati in Anatolia e da lì a morire nel deserto arabo e siriano, dove poi saranno raggiunti, con le infernali "marce della morte", dalla maggioranza degli abitanti armeni della Sublime Porta.
Approfittando della Grande Guerra, scoppiata da un anno, l'Impero Ottomano vuole eliminare, una volta per tutte, quella grande e fiera minoranza cristiana che non era mai riuscita a dominare e a tenere sotto controllo.

giovedì 23 aprile 2020

Una minaccia per il Summorum? La Santa Sede manda ai vescovi un formulario di inchiesta sul Summorum Pontificum

Nella nostra traduzione da Rorate Caeli. Una nuova minaccia incombe su quanti amano la liturgia tradizionale col rischio che si vedano costretti ad accettare tutto l’impianto dottrinale, liturgico e disciplinare del Vaticano II, che a quella liturgia è palesemente alieno. E purtroppo sappiamo cosa ne pensano vescovi e sacerdoti modernisti, che sono la maggior parte... In questo intervento: Il Rito Romano Antico e l'applicazione del Summorum Pontificum potete trovare molti elementi utili. Sorvoliamo sul sistema dei "Questionari" frutto di una malsana sinodalità (ricordiamo peraltro come e quanto pilotati fossero quelli dei vari sinodi che hanno indotto variazioni paradigmatiche, per quanto dichiarate estranee a La Catholica ma di fatto operanti). Anche di questo parleremo. Ma, a questo punto e dato il quadro generale, credo che sia finito il tempo delle parole e le nostre, per quanto accorate e incandescenti, da anni, non contano nulla...

Una minaccia per il Rito antico? La Santa Sede manda ai vescovi un formulario di inchiesta sul Summorum Pontificum

È possibile che il motu proprio Summorum Pontificum, che ha riconosciuto i diritti e la continuità del Rito Tradizionale Latino, sia in pericolo?
Dopo la pubblicazione del motu proprio si è aperto un periodo di consultazioni durato tre anni, indetto da Papa Benedetto XVI nel suo allegato ai vescovi: “Inoltre vi invito, cari fratelli, a inviare alla Santa Sede un resoconto delle vostre esperienze tre anni dopo l’emanazione di questo Motu Proprio. Se si manifesteranno serie difficoltà, si cercheranno dei modi di risolverle”. Fu proprio così che si agì, e il risultato fu l’Istruzione [Universae Ecclesiae] del 2011, per lo più positiva [vedi invece le mie osservazioni].

* * *
È piuttosto singolare che ora, 13 anni dopo il Summorum Pontificum, che è diventato una parte permanente della vita della Chiesa in molte parti del mondo, la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF), oggi responsabile del Summorum stesso [dopo l'abolizione della Pontificia Commissione Ecclesia Dei che se ne occupava - n.d.T], abbia inviato ai vescovi un nuovo formulario di inchiesta sulla sua applicazione, perché “Sua Santità Papa Francesco desidera essere informato sull’attuale applicazione del documento summenzionato”.
Le domande potrebbero essere di cattivo auspicio: sembrano formulate in modo neutrale, ma se le si legge attentamente potrebbero indicare gravi conseguenze.
Rorate ha ricevuto le copie di entrambi i documenti inviati, che erano rimasti finora ignoti ai fedeli: la lettera del prefetto della CDF ai presidenti delle conferenze episcopali e le domande rivolte ai vescovi nel formulario di inchiesta dell’aprile 2020. Le risposte dovranno essere inviate entro il 31 luglio 2020.

Testo della lettera [tradotto dalla versione in inglese riportata da Rorate Coeli, N.d.T.]

Sergio Russo e il papa. Ah… se ci fosse ancora Pasquino!

Ah… se ci fosse ancora Pasquino!*…
(scriverebbe così):
“A Francé’, tu prima lanci il sasso,
ma poi metti la mano drent’al petto…
Sembra che tu ce provi gusto, e spasso
a vede’ chi t’ha seguito, contraddetto.
Sì… che li credenti credeno a Gesù,
ma no a te, che de noi ridi e fai… cucù!”
Sul sito dell’ANSA si poteva leggere, in data 17 Aprile, questo lancio d’agenzia:
Città del Vaticano: Celebrare la messa senza popolo “è un pericolo”, queste modalità a distanza sono legate “al momento difficile” ma “la Chiesa è con il popolo, con i sacramenti. Non si può “viralizzare [?] la Chiesa, i sacramenti, il popolo”. “È vero che in questo momento” occorre celebrare a distanza ma “per uscire dal tunnel, non per rimanere così” perché la Chiesa “è familiarità concreta con il popolo”. “Questa non è la Chiesa, è una Chiesa in una situazione difficile.” Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della messa a Santa Marta. [vedi]
Eppure Bergoglio, soltanto poco tempo prima, aveva emanato – lui per primo – disposizioni per la Città del Vaticano affinché “tutte le Celebrazioni Liturgiche della Settimana Santa si svolgessero senza la presenza fisica di fedeli.”

mercoledì 22 aprile 2020

Mons. Viganò sull'insabbiamento del Terzo segreto di Fatima

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha concesso un’intervista al media portoghese Dies Irae. Di seguito la versione italiana. In questo articolo: Fatima, il terzo segreto. Permane il mistero della parte non svelata [qui] potete trovare interessanti elementi

Eccellenza, grazie mille per averci concesso questa intervista. Siamo alle prese con l’epidemia di COVID-19 che, negli ultimi mesi, ha condizionato la vita di milioni di persone e persino causando la morte di molte di loro. Alla luce di questa situazione, la Chiesa, attraverso le Conferenze Episcopali, ha deciso di chiudere praticamente tutte le chiese e privare i fedeli di accedere ai Sacramenti. Il 27 marzo, di fronte a una piazza San Pietro vuota, Papa Francesco, agendo in modo manifestamente mediatico, ha presieduto una ipotetica preghiera per l’umanità. Vi furono molte reazioni al modo in cui il Papa condusse quel momento, una delle quali cercò di associare la solitaria presenza di Francesco al Messaggio di Fatima, cioè al terzo segreto. Lei è d’accordo?
Mi permetta anzitutto di dirLe che sono lieto di rilasciare quest’intervista per i fedeli del Portogallo, che la Vergine Santissima ha promesso di preservare nella Fede anche in questi tempi di grande prova. Siete un popolo con una grande responsabilità, perché potreste trovarvi presto a dover custodire il sacro fuoco della Religione mentre le altre Nazioni rifiutano di riconoscere Cristo come loro Re e Maria Santissima come loro Regina.
La terza parte del messaggio che Nostra Signora ha affidato ai pastorelli di Fatima, affinché lo consegnassero al Santo Padre, rimane a tutt’oggi segreta. La Madonna chiese di rivelarlo nel 1960, ma Giovanni XXIII fece pubblicare l’8 Febbraio di quell’anno un comunicato in cui affermava che la Chiesa “non desidera prendersi la responsabilità̀ di garantire la veridicità delle parole che i tre pastorelli dicono che la Vergine Maria avrebbe rivolto loro”. Con questa presa di distanze dal messaggio della Regina del Cielo si è dato inizio ad un’operazione di insabbiamento, evidentemente perché il contenuto del messaggio avrebbe svelato la terribile congiura contro la Chiesa di Cristo ad opera dei suoi nemici. Fino a qualche decennio fa sarebbe parso incredibile che si sia potuti arrivare ad imbavagliare anche la Madonna, ma in questi ultimi anni abbiamo assistito anche a tentativi di censurare lo stesso Vangelo, che è Parola del Suo divin Figlio.

Brevi considerazioni sul tempo di epidemia

Riprendo dal sito del Distretto d'Italia della FSSPX.

Nell’ambito dell’emergenza Coronavirus, i governi nazionali dispongono l’interruzione di un gran numero di servizi, e tra questi anche l’assistenza pubblica al culto divino. Il cattolico è condotto dunque a chiedersi:
È lecito, per il fedele, obbedire a questo tipo di disposizioni privandosi della Messa domenicale? I parroci, rettori, priori e sacerdoti responsabili di qualche edificio di culto, possono lecitamente sospendere le pubbliche cerimonie? Oppure al contrario questi divieti, oltre ad essere legittimi, obbligano addirittura in coscienza i cattolici, di sorta che peccherebbe chi non vi ottemperasse?
Vi proponiamo la risposta del reverendo Don Jean-Michel Gleize, professore di Ecclesiologia al seminario di Ecône tratta dal sito del Distretto francese della FSSPX (www.laportelatine.org – 19 aprile 2020)

Dio Patria Famiglia SpA

Attacchi non nuovi. Un precedente sullo stesso contesto qui. E una delle tante dichiarazioni del card. Burke qui.
In ogni caso, anche in questa circostanza esprimiamo tutta la nostra solidarietà al Card. Burke per tutte le menzogne dette a Report. I veri discepoli di Gesù non saranno osannati dal mondo, ma perseguitati dal mondo e, soprattutto, da coloro che, nel mondo, hanno da sempre in odio il bene della Chiesa Cattolica. Gesù ci ricorda il nostro felice destino che ci fa riconoscere come suoi: Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Beati voi quando vi perseguiteranno e mentendo diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Quel giorno rallegratevi, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. 

La Révolution, comme Saturne,
dévore ses propres enfants.
Pierre Victurnien Vergniaud
La Rivoluzione, come Saturno, divora i propri figli. Non fa eccezione la rivoluzione modernista che si consuma in seno alla Chiesa; e se da un lato la battaglia si fa sempre più violenta contro i difensori dell’Ancien Régime, dall’altro i giacobini non esitano a sacrificare senza scrupoli i girondini della prim’ora.
In queste settimane assistiamo ad un’operazione di aperta ostilità nei confronti della compagine tradizionale della Chiesa, condotta da parte della fazione ultraprogressista; la quale ricorre all’alleanza con media apertamente anticattolici per cercar maldestramente di screditare l’avversario, non potendolo attaccare sul piano dottrinale. Questo grottesco tentativo incontrerà forse il consenso di chi, comunque, è già schierato ideologicamente e acriticamente dalla parte della modernità e del progresso; ma non riuscirà a scalfire minimamente coloro che vanno ogni giorno di più persuadendosi della lotta in corso tra i settari della neochiesa e quanti vogliono rimanere fedeli a Cristo.

martedì 21 aprile 2020

21 aprile. Natale di Roma. Che n'è della romanitas?

Precedenti qui - qui - qui - qui.

Nessuna città vince o vincerà il destino di Roma. Gerusalemme e il suo popolo non sono più la città e il popolo di Dio: Roma è la nuova Sion, e romano è ogni popolo che vive di fede romana. Città più popolose e ampie ha il mondo e ne vanno superbe le genti; città sapienti ebbe la storia delle Nazioni; ma città di Dio, città della Sapienza incarnata, città di un magistero di verità e di santità, che tanto sublima l’uomo da elevarlo sull’ara fino al cielo, non è che Roma, eletta da Cristo «per lo loco santo, u’ siede il successor del maggior Piero» (Inf., II, 23-24). 
Cardinale Eugenio Pacelli, Il sacro destino di Roma - Discorsi e Panegirici (1931-1938), XXXV, pp. 509-514)
* * *
Che n'è della romanitas?
Oggi, 21 Aprile, ricorre il Natale di Roma, fondata da Romolo, secondo la tradizione, nell'anno 753 a.C. Gli inglesi festeggiano il compleanno della regina Elisabetta II. Quando nacque c'era ancora l'impero britannico, occupante un quinto del globo terracqueo. Noi festeggiamo qualcosa di più importante, trattandosi della Città Eterna, come viene ancora chiamata. Esiste da 28 secoli circa.
Ma cosa è rimasto della "romanità" oggi? Niente, apparentemente. Né della Roma pagana né di quella cristiana. Abolendo il latino come lingua liturgica la Gerarchia cattolica attuale ha inflitto un vulnus micidiale agli studi classici, interrompendo in pratica il nesso tra pensiero classico e cristianesimo. Il cattolicesimo è diventato un coacervo di riti e chiese nazionali, in innumerevoli lingue e dialetti; un coacervo di "conferenze episcopali nazionali", caricature del parlamentarismo che ben conosciamo, con tutti i suoi difetti.
La "romanità" significava unità di comando e disciplina, senso del diritto e della "res publica", nell'unità del dogma (per la Chiesa) ma nel giusto rispetto delle autonomie locali. Unità in funzione di un'idea universale, prima di potenza terrena, aggressiva ma anche civilizzatrice, poi di potenza spirituale, di conversione delle anime a Cristo, per il Regno dei Cieli.

Fase 2. Discriminazione per fasce d'età e mappature della popolazione...

Il crollo etico e politico di fronte all'epidemia pone interrogativi e richiede risposte. Precedenti qui.

Com’era prevedibile e come avevamo cercato di ricordare a chi preferiva chiudersi gli occhi e le orecchie, la cosiddetta fase 2 ovvero il ritorno alla normalità sarà ancora peggiore di quanto abbiamo vissuto finora.
Due punti fra quelli che si preparano sono particolarmente odiosi e in palese violazione dei principi della costituzione: la possibilità di muoversi limitata per fasce di età, cioè con l’obbligo per gli ultrasettantenni di restare chiusi in casa e la mappatura sierologica obbligatoria per tutta la popolazione.
Com’è stato puntualmente osservato in un appello che sta ora circolando in Italia, questa discriminazione è anticostituzionale in quanto crea una fascia di cittadini di serie B, mentre tutti i cittadini devono essere uguali davanti alla legge, e li priva di fatto della loro libertà con una imposizione dall’alto del tutto ingiustificata, che rischia di nuocere alla salute delle persone in questione e non di proteggerla. Ne è una testimonianza la notizia recente del suicidio di due ultrasettantenni, che non potevano più vivere nella condizione di isolamento.
Altrettanto illegittimo è l’obbligo di una mappatura sierologica, dal momento che l’art. 32 della costituzione stabilisce che nessuno può esser sottoposto a visita medica se non per disposizione di legge, mentre ancora una volta, com’è avvenuto finora, le misure verrebbero stabilite per decreto del governo.
Restano inoltre le limitazioni concernenti le distanze da mantenere e i divieti di incontrarsi, il che significa l’esclusione di qualunque possibilità di una vera attività politica.
Occorre manifestare senza riserve il proprio dissenso sul modello di società fondato sul distanziamento sociale e sul controllo illimitato che si vuole imporre. 
Giorgio Agamben - Fonte

Il ritorno agli idoli e il nuovo ordine mondiale - don Elia

Reliqui domum meam, dimisi hereditatem meam: dedi dilectam animam meam in manu inimicorum eius (Ger 12, 7).

Non stupisce più di tanto che un professorino estratto dall’anonimato e imposto come Presidente del Consiglio inverta il significato della Pasqua cristiana definendola un ritorno alla schiavitù dell’Egitto. Il pupillo del defunto cardinal Silvestrini [qui] , membro di spicco della sedicente mafia di San Gallo in odore di massoneria, ha evidentemente – piuttosto che essersi lasciato sfuggire un lapsus – alluso in codice al vero scopo dell’incarico ricevuto dai poteri occulti, i quali, nell’ambito del loro programma di governo mondiale[qui - qui], vogliono restaurare l’idolatria come colonna portante del progetto. Esso si fonda infatti sul culto di Lucifero, ispiratore di tutti quelli falsi e di tutte le persecuzioni contro coloro che, in virtù della libertà che detengono quali figli di Dio e con la loro obbedienza al Padre, fan da ostacolo al suo dominio sul mondo. Con singolare convergenza di vedute, colui che la già citata mafia ha posto a capo della Chiesa promuove apertamente la religione dell’ambiente propugnata da quella stessa oligarchia che vuole asservire l’umanità intera, una pseudoreligione immanentistica che ci insegna – secondo la nuova “rivelazione” panteistica promulgata dall’ultimo sinodo – a considerarci tutti interconnessi tra di noi e con la natura… [qui]

lunedì 20 aprile 2020

Il nuovo totalitarismo

Più che fascismo, parola svuotata semanticamente dall'abuso che ne è stato fatto, a me sembra Unione Sovietica... L'autore,  al quale ho fatto l'osservazione, rivendica la soddisfazione di dar dei fascisti a dei comunisti travestiti. E lo comprendo...

Nel novembre del 2011, il governo Berlusconi – l’ultimo, buono o cattivo che fosse, a esser scelto dagli elettori - fu obbligato alla dimissioni da Giorgio Napolitano perché forse – forse: un voto non ci fu MAI – aveva perso la maggioranza in una della camere. E perché la speculazione internazionale colpiva l’Italia che non voleva sottostare agli ukase della UE cui poi si inchinò Monti.
Un colpo di stato. Extraparlamentare in una repubblica che si proclama parlamentare, che magnifica la centralità del parlamento; un colpo di stato deciso al Quirinale da un signore senza mandato popolare e appoggiato dalle cancellerie europee. Ma non da Washington, dove perfino un Obama – come ha poi raccontato un suo ministro - scelse di non voler mettere le mani in quella “sporca faccenda.”
Oggi, un premier senza legittimazione popolare ma ancora appoggiato da un Quirinale che rappresenta un parlamento che non esiste più e da due partiti che sono netta minoranza nel paese, dispone, a furia di decreti, del destino di ogni italiano, dei suoi spazi di libertà. E del futuro del paese.
E giovedì questo signore incontrerà gli altri leader europei per un summit decisivo. Ma il nostro presidente del consiglio ci arriverà senza un voto del parlamento. Perché, furbastro avvocato di paglietta qual è, ha scelto la strada dell’informativa, su cui i deputati non possono votare e su cui la sua maggioranza d’accatto si spaccherebbe, e non delle comunicazioni ufficiali.
Questa, al mio paese, si chiama dittatura. O, giusto per usare il linguaggio delle sinistre vergini velate della democrazia, questo si chiama fascismo. (Biagio Buonomo)

«Rischiamo il collasso sociale e un nuovo totalitarismo»

«Il blocco totale davanti a una epidemia e la sospensione delle libertà costituzionali in un clima unanimistico, sono senza precedenti nella storia. Lo stato di emergenza può facilmente portare verso un totalitarismo postmoderno». «La Chiesa, guidata da una teologia secolarizzata, si trova a non avere nulla da dire proprio quando ci sarebbe bisogno della sua sapienza. E si è passati dalla salvezza eterna alla salvezza sanitaria». Parla il professor Giovanni Turco, filosofo della politica e del diritto.
Per capire la situazione creatasi con l’attuale epidemia bisogna certamente entrare nei particolare di disposizioni e ordinanze, ma anche assumere uno sguardo di ampia portata che ci permetta di vedere l’insieme di quanto sta accadendo. Altrimenti si rischia di perdere la rotta e venire deviati passo dopo passo. Con questo scopo abbiamo posto alcune domande al professor Giovanni Turco, filosofo della politica e del diritto di fama internazionale, docente all’Università di Udine.

Secondo alcuni osservatori, il blocco delle attività produttive è stata una misura eccessiva. Tanto più che, con ogni probabilità, bisognerà farle ripartire senza che la situazione epidemica sia sotto controllo.
Le misure adottate, non solo in Italia, mi sembra possano definirsi come un blocco della vita sociale, e non soltanto come un blocco delle attività produttive. Esse hanno stabilito, non semplicemente la cessazione forzata di buona parte della produzione, del commercio e dei servizi, ma hanno imposto alla gran parte della popolazione la segregazione forzata presso il proprio domicilio o addirittura nell’ambito del comune nel quale ci si è trovati al momento dell’entrata in vigore dei provvedimenti, salvo eccezioni fissate minuziosamente dalle stesse norme. Tali misure hanno imposto divieti che potrebbero essere tipizzati come il “divieto di incontro”, anche tra congiunti all’interno dello stesso comune, il “divieto di deambulazione” nelle strade, il “divieto di fare acquisti alimentari presso un rivenditore diverso da quello ubicato il più possibile vicino alla propria abitazione”. A riguardo c’è chi è giunto a parlare di “arresti domiciliari” generalizzati. A riguardo stupiscono, o meglio inducono ad interrogarsi, almeno tre elementi fattuali. 

Il parroco di Gallignano celebra Messa davanti ai fedeli: arrivano i carabinieri, ma lui va avanti lo stesso

Una Messa travagliata quella celebrata questa mattina nella chiesa di San Pietro Apostolo dal parroco don Lino Viola a Gallignano, frazione di Soncino. Pochi fedeli, una quindicina soltanto, ma comunque troppi per le regole stringenti che hanno imposto il divieto alle celebrazioni religiose e ad ogni altra forma di assembramento. Invece stamattina la messa è iniziata, ma appena è girata la voce in paese, è scattato il controllo dei carabinieri. Inutile però il tentativo di far cessare la celebrazione: don Lino ha continuato, e i militari hanno chiamato il sindaco al telefono, confidando in un suo intervento persuasivo. Ma, come mostra il breve video registrato da uno dei presenti, don Lino non è arretrato.
La sanzione arriverà quasi sicuramente: circa 270 euro per ciascuno dei presenti, stando alle norme in vigore. Il video registrato da uno dei fedeli e pubblicato su Facebook, nel pomeriggio ha suscitato opposte reazioni, molte delle quali in solidarietà del parroco.
Don Lino Viola:
«Il decreto ministeriale non proibisce le celebrazioni, basta che non ci sia affollamento. Eravamo in quattordici, distanziati, con mascherine e guanti: otto tra cantori, lettori e collaboratori e sei fedeli: due famiglie e un’altra signora, tutti che hanno avuto dei lutti nei giorni scorsi. Celebravo la messa anche in ricordo dei loro cari – ha spiegato al Corriere della Sera – Se arriverà una multa? La parrocchia la pagherà».

Ma  si tratta di uno scempio del culto sacro dovuto a Dio di cui i fedeli devono chieder conto sia ai vescovi che al governo.

E ora la Diocesi prende le distanze (QED)
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Caso analogo a Piacenza
"Non pagate le multe, non abbiate paura di venire a messa. Quello a cui ci hanno messo di fronte è anticostituzionale, è qualcosa di oppressivo". Così don Pietro Cesena, parroco della chiesa dei Santi Angeli Custodi di Piacenza, nel quartiere di Borgotrebbia, si è rivolto a diversi fedeli che erano presenti all'interno della chiesa durante la funzione domenicale. Messa che non doveva essere celebrata a porte aperte per le norme anti-coronavirus.

domenica 19 aprile 2020

Il crollo etico e politico di fronte all'epidemia pone interrogativi e richiede risposte

Considerazioni e domande che siamo in molti a farci da tempo. Val la pena soffermarsi su quelle riprese di seguito di un filosofo contemporaneo, scoperte approfondendo la segnalazione di un lettore.

Una domanda
La peste segnò per la città l’inizio della corruzione… Nessuno era più disposto a perseverare in quello che prima giudicava essere il bene, perché credeva che poteva forse morire prima di raggiungerlo. Tucidide, La guerra del Peloponneso, II, 53
Vorrei condividere con chi ne ha voglia una domanda su cui ormai da più di un mese non cesso di riflettere.
Com’è potuto avvenire che un intero paese sia senza accorgersene eticamente e politicamente crollato di fronte a una malattia?
Le parole che ho usato per formulare questa domanda sono state una per una attentamente valutate. La misura dell’abdicazione ai propri principi etici e politici è, infatti, molto semplice: si tratta di chiedersi qual è il limite oltre il quale non si è disposti a rinunciarvi.
Credo che il lettore che si darà la pena di considerare i punti che seguono non potrà non convenire che – senza accorgersene o fingendo di non accorgersene – la soglia che separa l’umanità dalla barbarie è stata oltrepassata.
  1. Il primo punto, forse il più grave, concerne i corpi delle persone morte. Come abbiamo potuto accettare, soltanto in nome di un rischio che non era possibile precisare, che le persone che ci sono care e degli esseri umani in generale non soltanto morissero da soli, ma che – cosa che non era mai avvenuta prima nella storia, da Antigone a oggi – che i loro cadaveri fossero bruciati senza un funerale?

La prova non sta per finire. Quella che otterrà la ripresa del culto e abita prevalentemente le anime è una idea falsata di Chiesa

Ottima riflessione di Tralcio da estrarre e sviluppare.

Premetto che vorrei evitare due polemiche e di incorrere nel peccato del giudizio temerario. Condivido i dubbi su quanto ha affermato Papa Francesco a proposito della Chiesa al tempo del Covid [qui] e convengo che generalmente le celebrazioni vetus ordo sono meglio orientate di quelle novus per aiutare a (ri)comprendere il senso della Santa Messa, ma non è questo il punto.
Che è: la fede del singolo fedele cattolico e l'accesso ai sacri misteri che sarà consentito. La situazione creatasi a mio parere consta di questi aspetti:
  • i pastori hanno mostrato di assecondare frettolosamente l'idea che i sacramenti sono superflui
  • non hanno costellato il periodo di digiuno da essi facendo di tutto per dirli essenziali
  • ora che timidamente chiedono il permesso di amministrarli, pare che il solo problema sia il contagio
  • le modalità liturgiche già in atto prima della sospensione sono ispirate da un'ide(ologi)a di chiesa (volutamente minuscolo) prima che da una logica sanitaria e di fede; 

sabato 18 aprile 2020

Le Parole non dette

Geniale, Biagio Buonomo mostra cosa è andato perduto!

Quid ad vos de sacro cultu?
Lettera dei Sinodo dei vescovi italiani alle autorità politiche sulla sospensione del pubblico Culto Divino

Che cosa importa a voi, autorità temporali, del sacro culto che quotidianamente, da migliaia di anni, ha luogo nelle chiese della dilettissima Italia? Chi vi ha attribuito una qualche potestà nel decidere se questo debba o non debba avere luogo? Né legge di Dio né legge umana. E quando pure una legge umana ciò si proponesse, noi, uniti al Santo Padre che di questa nazione è Primate e anzi da Lui sollecitati, solennemente affermiamo che tali norme sono invalide e dalla loro obbedienza, è sciolto ogni cattolico in comunione con la Sede Apostolica.
Falso, ingannevole è l’allegare motivi che pertengono la pubblica salute. Quando gli stati ancora non esistevano o quando presero a esistere spesso contro le libertà della Chiesa, solo quest’ultima, durante le epidemie più diverse, si fece carico, con i suoi vescovi, i suoi presbiteri, i suoi monaci, le sue suore, le sue confraternite, della pubblica salute specie degli ultimi e dei miseri.

Il Metropolita di Cipro interrompe la quarantena e celebra la Liturgia

Il Metropolita di Cypro, Neofytos Morfu, interrompe la quarantena e celebra la Liturgia della Domenica Ortodossa delle Palme, a porte aperte! "La liturgia di oggi non si dimenticherà più!".
Rivolgendosi ai poliziotti sopraggiunti ed entrati senza garbo in chiesa, ha detto: "scegli, figlio mio, cosa vuoi mettere in pratica? la legge dello Stato o la legge di Cristo? A me Cristo questo dice: colui che viene vicino a Me, colui che vuole la Comunione nel Corpo e nel sangue di Cristo non lo metterò fuori.” Il miglior FARMACO per questa vita e quella che verrà sarà il Corpo e il Sangue di Cristo!
Il Metropolita Neòfytos ha detto, che non sappiamo se invecchieremo, con il vaccino proposto dal famoso Bill Gates, in veste di biologo e allo stesso tempo finanziatore della fondazione, che ultimamente ha proposto di ‘marchiare’ quanti faranno il vaccino per il coronavirus. ... ci ricorda la famosa frase: non si potrà né vendere né comprare (senza il marchio)

Messaggio ai presidenti di Cipro e Grecia
…. Per questo festeggiamo Pasqua, perché è stata vinta la morte. E il vincitore della morte è Cristo. Perché è stato vinto il nostro peccato, perché è stato vinto il diavolo, che ci tenta tutti, in particolare in questi giorni e i suoi rappresentanti, gli uomini segreti del ‘nuovo ordine delle cose’. Questa è la verità, Alcuni sanno poco, altri di più, altri fanno finta di non sapere”….

Istanza ufficiale per la riapertura dei luoghi di culto

A seguito dell’approvazione da parte del Senato di un ordine del giorno a firma dell’on. Pillon [qui il testo in pagina 25 e 26] che sottolineava come le attuali “limitazioni a libertà e diritti fondamentali sono ingiustificate, nella misura le cerimonie avvengano in collegamento da remoto o l'ingresso nei luoghi di culto avvenga con modalità tali da assicurare il rispetto delle distanze” (ODG G1.102 approvato dal Senato della Repubblica l’8 aprile 2020), il Distretto d’Italia si è attivato per chiedere al Governo l’attuazione dell’ODG al fine di poter quanto prima tornare a celebrare la S. Messa con concorso di popolo.
Al Presidente del Consiglio dei Ministri, prof. Giuseppe Conte
Al Ministro degli Interni, dott.ssa Luciana Lamorgese
Alla Presidente del Senato, sen. Maria Elisabetta Alberti Casellati
Oggetto: attuazione immediata ODG n. G1.102 approvato dal Senato della Repubblica nella seduta dell’8 aprile 2020.
La scrivente FRATERNITÀ SACERDOTALE SAN PIO X

venerdì 17 aprile 2020

Fase 2 e le Sante Messe. Vescovi arrendevoli e fedeli che non si rassegnano

Molti stanno diffondendo con entusiasmo l'esternazione odierna di Bergoglio, che viene fuori solo alcuni giorni dopo la Pasqua più squallida di due millenni di cristianesimo. Squallida esteriormente, ma non nei cuori dei fedeli e nella Chiesa corpo mistico di Cristo. Perché surrexit Dominus vere, Alleluia e resta con noi fino alla fine dei tempi!
sostituisco la precedente immagine, censurata...
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 17 APR - Celebrare la messa senza popolo "è un pericolo", queste modalità a distanza sono legate "al momento difficile" ma "la Chiesa è con il popolo, con i sacramenti". Non si può "viralizzare la Chiesa, i sacramenti, il popolo". "È vero che in questo momento" occorre celebrare a distanza ma "per uscire dal tunnel, non per rimanere così" perché la Chiesa "è familiarità concreta con il popolo". "Questa non è la Chiesa, è una Chiesa in una situazione difficile". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa a Santa Marta.
E mentre non dimentichiamo il giallo degli inizi [qui], notiamo come non si accorgono che dietro la giusta riaffermazione della concretezza della vita sacramentale c'è il diniego del valore assoluto della Messa quando è celebrata sine populo
Il culto è pubblico anche se a celebrarlo è il solo sacerdote, la messa ha sempre lo stesso valore anche se il sacerdote la celebra da solo. Tuttavia non è indifferente che il popolo non sia presente al culto: la celebrazione è necessaria ai fedeli stessi ma soprattutto quando il fedele professa pubblicamente la fede nel culto ufficiale della Chiesa, in quel momento, oppone una barriera alle forze del Male.

Causa civile: sacerdote di Berlino vuole gli stessi diritti dei supermercati

La chiesa di San Filippo Neri a Berlino, una chiesa di Vecchio Rito con prevosto Gerald Goesche, ha deciso di agire legalmente contro il divieto del culto causato dal coronavirus in Germania.
Goesche ha chiesto al tribunale civile di Berlino di permettere alla sua congregazione di celebrare con un massimo di 50 fedeli.
L'impegno è garantire una distanza di 1,5 m tra i credenti e di raccogliere e conservare i loro dati. La decisione del tribunale è prevista a breve.
Per Goesche, il divieto di svolgere i servizi liturgici è "sproporzionato". Ma se sono aperti i supermercati, anche le Messe dovrebbero essere permesse.
Come previsto, i vescovi tedeschi "disapprovano" l'azione legale. Almeno nove azioni simili sono già state archiviate in Germania.
Secondo quanto riferiscono i media, sabato scorso nella chiesa di Goesche hanno ricevuto la Santa Comunione circa una dozzina di credenti. Fonte

Antonio Livi. L'ultimo filosofo della Scuola Romana, Il primo romanziere del Sensus communis

Nel testo che segue Enrico Maria Radaelli ricorda Mons. Antonio Livi, una grande figura della Chiesa da poco scomparsa, come gli si è impressa nella mente nel tempo che il Signore gli ha concesso per conoscerla e frequentarla.

4 marzo 2003. Mattina solare di sfolgorante primavera romana. « Enrico Maria! – mi apostrofò perentorio Monsignore con la sua secca voce dal chiaro accento tosco-pratese – organizzati velocemente per tenermi tre belle lezioni propedeutiche all’estetica di san Tommaso. Le terrai nel pomeriggio, a sostegno dei miei corsi di filosofia della conoscenza, e poi le svolgerai due volte la settimana per tutto il corso dell’anno ».
Stavamo scendendo la breve gradinata che si allarga dall’ampia facciata della Pontifica Università Lateranense ai bei giardini antistanti, e il professor Livi, col suo consueto berretto simil-cosacco di una bruttezza senza tempo ben calcato sui capelli brizzolati, non si fermò neppure un attimo, ma, con leggera (e inaspettata) pacca sulla spalla, continuò senza dar mostra di accorgersi della mia espressione stupefatta (poi vedremo perché): « Tu conosci bene san Tommaso. Raccogli dunque tutti i riferimenti di gnoseologia estetica presenti nella sua Summa Theologiæ: mi darai man forte a inculcare nei nostri studenti la vera metafisica tomista e a sradicare le orrende falsità degli Umberto Eco, dei Vattimo, dei Coda, dei Ravasi e di tutti i nemici di Dio, fuori e dentro la Chiesa che siano ».

giovedì 16 aprile 2020

Fine della globalizzazione economica e (forse) di quella teologica

Diversi commenti in questi giorni mettono in evidenza la fine della globalizzazione causata dagli effetti del COVID-19, esploso improvvisamente così da trovare impreparati molti. Ciò che è sotto gli occhi di tutti è il limite che il virus ha posto a una società senza limiti e particolarmente alla globalizzazione economica, cioè a quel modo sempre più libertario di puntare al libero mercato più che a un mercato rispettoso delle giuste ed eque condizioni di mercato; un mercato che mira a far crescere la domanda in modo esponenziale e consumistico, prima che favorire la qualità (morale) dell’offerta. Si è generato con il tempo un conflitto del mercato con lo Stato, ma ancor prima dello Stato con una visione naturale dell’uomo e della famiglia come centro vitale della società. Se lo Stato si separa dalla famiglia non riconoscendo più il principio di sussidiarietà e se addirittura la famiglia viene equiparata ad altri modelli di libera convivenza, è ovvio che il mercato si separa dallo Stato e lo metta in qualche modo sotto accusa. Proprio questa globalizzazione ora è saltata: sia l’economia che lo Stato sono in crisi nel far fronte all’emergenza pandemica.

mercoledì 15 aprile 2020

Ennesimo attentato alla sicurezza nazionale e clamorosa beffa per gli italiani

Neppure l’epidemia di Coronavirus ferma gli sbarchi di migranti illegali nelle coste italiane, il cui numero risulta addirittura quintuplicato nell'ultimo anno, in coincidenza con il nuovo regime PD-M5s. Oltre agli incontrollati sbarchi alla spicciolata, si ripropone la piaga delle ONG, con l'aggravante recente di un incoraggiamento tanto autorevole quanto improvvido. Lo descrive efficacemente Martino Mora:
"Grazie per la sua testimonianza, che a me fa tanto bene", ha scritto Bergoglio. A chi? A quale santo o santa dei nostri giorni? A quale bella testimonianza cristiana? A quale fulgido esempio nella fede? L'ha scritto a Luca Casarini, ex capoccia dal viso truce dei centri sociali. Casarini che dopo il periodo violento finto no-global (da opposizione di sua maestà della globalizzazione) ora fa il global e basta, senza ritegno, offrendo servizio taxi illegale dalle coste libiche alle coste italiane. “Grazie per tutto quello che fate. Vorrei dirvi che sono a disposizione per dare una mano sempre. Contate su di me“, ha aggiunto Bergoglio. Un po' come per gli abusivi di un palazzone romano al quale mandò il vescovone polacco a riallacciare la luce. Anzi peggio. Ma torniamo a Casarini. Un bell'esempio della fede cristiana. E anche un bell'esempio di legalità. Al quale Bergoglio "darà una mano", come se non l'avesse già fatto abbastanza.
Ora tocca alla nave Alan Kurdi della Ong tedesca Sea Eye, che ha raccolto 150 immigrati illegali nelle acque libiche con destinazione italia, nonostante un decreto dei ministri di Esteri, Interni, Salute e Trasporti ribadisca che il governo italiano, a causa dell’epidemia, non accetta sbarchi da navi militari e delle Ong dal momento che i porti italiani non sono attualmente “sicuri”. Il che era già stato sancito per le navi militari Ue della nuova operazione navale “Irini” sostitutiva dell’operazione Sophia, in base alla quale eventuali clandestini raccolti in mare da navi UE verranno sbarcati in Grecia (il che è di per sé un abominio analogo).
Ed è la Protezione Civile che si occuperà del trasferimento dei clandestini su una nave della Croce Rossa Italiana [qui] perché possano trascorrere la quarantena in un porto siciliano per poi essere fatti sbarcare successivamente. Ovviamente scatenando le proteste dei sindaci delle varie località siciliane già da tempo messe a dura prova, ad eccezione di Palermo, il cui sindaco è notoriamente immigrazionista.
Oltre al totale vergognoso ennesimo sbracamento delle nostre autorità, è una vera e propria beffa se non una bestiale incongruenza il fatto che Croce Rossa e Protezione Civile dedichino mezzi, navi e risorse ad accogliere clandestini favorendo le Ong e conseguentemente anche i trafficanti, persino nel momento in cui non solo dovrebbero occuparsi della salute degli italiani ma hanno chiesto e ottenuto, per far fronte alle spese sanitarie straordinarie necessarie a causa dell'epidemia, donazioni di cittadini fin troppo generosi nonostante le vessazioni subìte.