Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 30 settembre 2014

Prepariamoci a difendere l’Eucaristia

Come ogni martedì, Alessandro Gnocchi risponde a lettori su Riscossa cristiana [qui]. Oggi è la volta di un sacerdote diocesano e di un fedele. Tema: l'Eucaristia.

Caro don Franco, caro Ronconi,

una scritta dalla parte del sacerdote, l’altra scritta dalla parte del fedele, le vostre lettere pongono l’accento sul problema dei problemi, il sacramento dell’Eucaristia. Perché è proprio quello l’obiettivo finale dell’attacco infernale al Corpo Mistico di Cristo: la Presenza reale, viva, palpabile e salvifica di Gesù in mezzo agli uomini.

Santa Messa nelle Grotte Vaticane nell'anniversario della nascita al cielo di Pio XII

Un altro importante evento che riguarda il "pastor Angelicus".

In occasione dell’anniversario della nascita al cielo del Venerabile Papa Pio XII, a cura del Comitato Papa Pacelli,

sabato 4 ottobre 2014 - ore 11
Roma, Basilica di San Pietro - Grotte Vaticane
presso l’altare alla Tomba di San Pietro

Santa Messa celebrata da S. Em. Rev.ma il Card. Raymond Leo Burke, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, presiederà la Celebrazione Eucaristica.

Per chi volesse prender parte alla Celebrazione, il ritrovo è fissato per le ore 10.15 presso la Porta del Petriano (Piazza del S. Uffizio). [qui]

Conferenza internazionale «Pio XII e la seconda guerra mondiale. Eventi, ipotesi e novità dagli archivi»

Il prossimo 2 ottobre, presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi in Roma, è organizzata una Conferenza Internazionale sul tema PIO XII E LA SECONDA GUERRA MONDIALE: EVENTI, IPOTESI E NOVITÁ DAGLI ARCHIVI.

La Conferenza si propone di essere un’occasione d’incontro e di dibattito fra studiosi ed esperti di varia provenienza, per condividere studi e riflessioni sul pontificato di Pio XII durante la seconda guerra mondiale, concentrando l’analisi su temi fondamentali come la diplomazia vaticana nella seconda guerra mondiale, la chiesa cattolica durante la guerra, il ruolo degli Alleati, la Shoah e l’impegno della Santa Sede Sede Apostolica per la salvezza degli ebrei.

In allegato, il programma completo della giornata di studi.

Contributo di Mons. Gherardini sul Beato Pio IX

29 settembre 2014, San Michele Arcangelo

Mons. Brunero Gherardini intervistato da Disputationes Theologicae [qui], che ha voluto così onorare il Beato Pio IX in questo mese di settembre (il 3 è la data della sua beatificazione e il 20 settembre è la data della croce più dolorosa del Pontificato, l’occupazione di Roma). Mons. Gherardini, per lunghi anni è stato postulatore della causa del grande Pontefice marchigiano.

1) Il sacerdozio cattolico davanti alla facile tentazione liberale. Un dramma moderno vissuto anche dal Beato Pio IX?

Il sacerdozio cattolico può sempre essere esposto alla “tentazione liberale” seppure in forme diverse, ma è particolarmente a partire dal Settecento illuminista che il clero cattolico è avvicinato e talvolta sedotto dalle “Lumières”. I fattori da valutare sono molteplici, un generale rilassamento su posizionamenti culturali mondani, un malinteso senso dell’esercizio e del prestigio dell’autorità ecclesiastica, una crisi della formazione, la stagnazione degli studi tomistici, seppur con delle lodevoli eccezioni, producono un indebolimento dell’identità cattolica che talvolta cede alle infiltrazioni del giansenismo o del sensismo, ma soprattutto del razionalismo. Pio IX vive in un periodo post-rivoluzionario, che nonostante la Restaurazione (o forse anche a causa di una Restaurazione condotta male) è percorso da una messa in discussione dei punti fermi del passato e da una volontà, talvolta sincera, di conciliare il cattolicesimo con le istanze di rinnovamento presenti nel secolo. Di per sé l’istanza di rinnovamento, specie in un’epoca che vive una certa stanchezza, non è sempre da riprovare, il problema è che i nemici della Chiesa sapevano strumentalizzarla ed incanalarla verso idee di matrice gnostica - seppur in forma ben mascherata - e verso disegni politici che - dietro parole suadenti - avevano l’intento di eliminare dalla società Nostro Signore e la Sua Chiesa. 

lunedì 29 settembre 2014

Immagini eloquenti: I 200 peccati del vescovo Livieres

Clicca per ingrandire - Fonte 
Le immagini eloquenti: questi "peccati" del vescovo Livieres, destituito d'autorità e non secondo il diritto, ricordano molto i Francescani dell'Immacolata. Anche in questo caso un tanto generico quanto incomprensibile "non sentire cum Ecclesia", che non si capisce con quale chiesa sia... La fonte sopra riportata lo definisce peccato di lesa religione, ovviamente da parte dei cinici esecutori.
La vicenda è illustrata qui.

Per completare il parallelo: un'altra realtà di Chiesa viva e fiorente inesorabilmente distrutta? E senz'appello...

Urge la riscoperta dell’apologetica

Un articolo di Corrado Gnerre, per non dimenticare che la nostra Fede, non poggia né sui miti né sul sentimentalismo; ma nasce da una Persona e dalla sua opera divino-umana che passa attraverso eventi storici accaduti duemila anni fa. Essa va diffusa e anche difesa oggi più che mai: ecco perché si torna a parlare di apologetica, che non è altro che il supporto razionale del dogma. La Fede, infatti, ha una sua logica razionale che può e deve essere mostrata e dimostrata fin dove comincia il Mistero divino, che ci è consegnato per gradi e per grazia, nella Fedeltà.

L’apologetica è la dimostrazione e la difesa razionale e storica delle verità della fede cristiana. Per il suo carattere universale si distingue dall’apologia che è la difesa particolare delle singole verità.
Riguardo agli interessi dell’apologetica si può dire che essa si divide in due parti: una, più specificamente filosofica; ed un’altra, più specificamente storico-teologica.

La parte più specificamente filosofica comprende: l’esistenza di un Dio personale ed unico, la credibilità della Rivelazione, la valutazione della Rivelazione (soprattutto attraverso i miracoli). La parte più specificamente storico-teologica comprende: Gesù Cristo come Verbo incarnato, la storicità dei Vangeli, la fondazione della Chiesa e la Chiesa nel suo itinerario storico.

domenica 28 settembre 2014

3 ottobre. Adorazione notturna Albano e Rimini

« Fra tutte le devozioni, quella di adorare Gesù Sacramentato è la prima dopo i sacramenti, la più cara a Dio e la più utile a noi » (Sant'Alfonso Maria dè Liguori)

Adorazione notturna
Primo venerdì di ogni mese 
Priorati di Albano e
Madonna di Loreto di
Rimini



Da più di un anno si registra la presenza costante, oltre che dei tanti fedeli della FSSPX, di persone che provengono da parrocchie del circondario e si sono avvicinate alla tradizione grazie a questo momento di grazia che termina con la celebrazione della Santa Messa nel rito Romano antiquior.
Sacerdoti sempre disponibili per le confessioni.

L'appuntamento di questo mese è per 
Venerdì 3 alle ore 21

Le 233 Ostie di Siena che illuminano il mondo.

Tutto si è svolto riservatamente, attorno al 10 settembre scorso. Ma la notizia più importante, quella sul risultato della ricognizione, è trapelata e ve la proponiamo.

A cento anni dall’ultima analisi c’è la conferma che le Sacre Particole conservate nella basilica di San Francesco, a Siena, si stanno ancora mantenendo miracolosamente intatte, contro ogni legge naturale.

Nel contenitore sono state rinvenute – com’era prevedibile – muffe e batteri, ma incredibilmente nessuna ostia è stata intaccata.

Un fenomeno inspiegabile perché per la loro composizione (come derivati del grano) le particole sono deperibilissime, molto vulnerabili da microrganismi e muffe. Sembra che su queste 233 ostie conservate a Siena le leggi di natura non possano nulla.

Ecce Crux Domini, fugite partes adversae, vicit Leo de tribu Iuda


Ci consola vedere come il "breve" (esorcismo) di Sant'Antonio è al centro di ROMA, d'Italia, del Mondo, in Piazza San Pietro, sin dall'estate del 1586, sull'obelisco installato da Papa Sisto V
Ecce Crux Domini, fugite partes adversae, vicit Leo de tribu Iuda 
insieme all'invocazione
CHRISTVS VINCIT
CHRISTVS REGNAT
CHRISTVS IMPERAT
CHRISTVS AB OMNI MALO
PLEBEM SVAM
DEFENDAT!

sabato 27 settembre 2014

Dogma e liturgia. Il Concilio secondo il cardinale Giuseppe Siri

Nel XXV anniversario della morte del grande cardinale di Genova, Giuseppe Siri, un’importante commemorazione avverrà lunedì 29 settembre, a Genova, per iniziativa della sezione ligure dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e del suo presidente avvocato Emilio Artiglieri. L’evento si svolgerà presso l’abbazia di Santo Stefano, sopra Via XX Settembre, e avrà inizio alle ore 17,00. Vi  prenderanno parte il cardinale Walter Brandmüller, già presidente del Pontificio Comitato per le scienze storiche, il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, monsignor Antonio Livi, presidente dell’Unione apostolica “Fides et ratio”,  il liturgista don Nicola Bux e lo scrittore dottor Daniele Nigro
La relazione principale sarà tenuta dal cardinale Walter Brandmüller, il quale, da autorevole storico della Chiesa qual è, metterà in luce adeguatamente il significato dei lunghi anni di ministero episcopale di Siri e il suo ruolo nello svolgimento e nell’attuazione del Concilio Vaticano II. Il prof. Livi, curatore di un volume recentemente edito che raccoglie gli scritti e i discorsi del cardinale Siri sulla riforma liturgica e la sua applicazione alla vita della Chiesa locale (Giuseppe Siri, Dogma e liturgia, Casa Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2014), illustrerà la dottrina del Cardinale sul rapporto intrinseco tra la fede nel dogma (in particolare il dogma eucaristico) e la prassi pastorale che è innanzitutto responsabilità dei vescovi nella loro diocesi. Il prof. Bux, che pure ha partecipato all’edizione del volume con una importante Postfazione, proporrà delle considerazioni che  mostreranno la grande attualità della dottrina di Siri in rapporto a taluni orientamenti manifestatisi nel dibattito teologico in vista del prossimo sinodo straordinario sulla famiglia, il quale  affronterà il tema della pastorale dell’ammissibilità dei divorziati risposati alla comunione eucaristica). Sulla medesima linea l’intervento di Daniele Nigro, autore nel 2012 di un saggio intitolato I diritti di Dio. La liturgia dopo il Vaticano II  (Sugarco Editore). Concluderà i lavori del convegno il cardinale Bagnasco, attuale successore di Siri sulla cattedra episcopale di Genova.

Approfondimenti. Joseph Ratzinger. La messa come sacrificio

È da capire bene. Ratzinger non nega esplicitamente il sacrificio propiziatorio ed esprime delle verità, ma con una variazione che diluisce la nostra offerta in Cristo, una volta accolta la salvezza. Ricordiamo Paolo (Rm 12,1-2) : «Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale». Ma alla fine corre il rischio di diluire fino ad oltrepassare anche l'espiazione.
Non è un elemento banale, ma importante, da non passare sotto silenzio perché può modificare il nostro approccio con la Verità. Sviluppo il discorso di seguito.
Si tratta di una variazione di certo molto sottile ma non ininfluente. La vedo collegata anche con l'enfasi tutta post-conciliare su una nuova concezione del Mistero pasquale, ch'è il cuore della nostra fede e merita di essere enfatizzato. Ma bisogna vedere come [qui]. Con dei richiami e dei risvolti che ricorrono nella Lumen fidei (vedi, in particolare, le osservazioni sul punto 20) [qui]. Sono o non sono 'bachi', come li ho chiamati nel precedente articolo?
È la stessa mens subtilis che ha coniato con grande acutezza, che ho definito di conio rabbinico, le motivazioni delle "Alleanze parallele", al posto della Nuova ed Eterna Alleanza nel Sangue di Cristo, Signore nostro. Ne trovate le riflessioni incastonate qui.
Dunque c'è 'continuità' tra i due pontificati. Non certo nello stile, ma in molti contenuti e nell'estrazione conciliarista, nel senso di quella 'deformazione' che ritiene il concilio più importante del Papa.1 Dir questo non significa rinnegare il Concilio ma solo quei punti controversi di alcuni suoi documenti più volte identificati argomentando. Ed è evidente che mi riferisco al mitico Vaticano II, dal quale non si torna indietro, essendo il concilio 21° quello quo maius cogitari non potest.
Capite, ora il perché della mia delusione? Questi sono i frutti di un percorso. Non sono partita da pregiudizi, ma da ciò che ho incontrato strada facendo e chi legge il blog dall'inizio ne è testimone.

Alla festa dei nonni con Francesco anche il Papa emerito Benedetto XVI

I nostri due papi effettivamente ci stupiscono; ma forse anche ci provocano, per chi conserva un briciolo di fiuto cattolico. Intanto ci offrono ancora una volta la tanto inedita quanto anomala (non mi stanco di ripeterlo) situazione - di fatto istituita mediante la prassi e la reiterata rappresentazione, dato che motivazioni canoniche e teologiche non sussistono - ad usum del volgo che si beve tutto. E, poi, questa volta non si può dire che non contribuiscano entrambi alla laicizzazione di quella che è sempre stata la festa degli Angeli custodi, ormai praticamente trasformata nella laica "festa dei nonni"enfatizzata appunto perfino dal papa "regnante" con l'adesione e - lasciatemelo dire - con la complicità (o non può dire di no nemmeno ora che ha dato le "dimissioni"? Ah, già, ma sono dimissioni a metà: mezzo Munus per ciascuno...). So che sto scrivendo cose sgradevoli, dopo aver letto la notizia che stralcio, di seguito, da Avvenire [qui]. Ma, francamente, non ho altre parole che queste e il resto ve le risparmio. Vi ricordo quel che ho scritto qui (e precedenti)

Piuttosto, vi invito a rileggere (o a scoprire, per chi ci conoscesse solo ora) uno splendido insegnamento: Il ministero dei Santi Angeli nella Comunione dei Santi [qui.

Tornando ai due papi, l'happening, che tale è, in realtà è stato congegnato - da una regìa di certo più mediatica che pastorale - come la “Benedizione della lunga vita”: l’incontro tra anziani, nonni e Papa Francesco, che si terrà in piazza San Pietro domenica 28 settembre.
[...] Il Papa ha invitato Benedetto XVI a partecipare all'incontro di domenica prossima con i nonni e gli anziani da tutto il mondo, e il papa emerito ha accettato. Lo ha riferito padre Federico Lombardi, informando che Ratzinger parteciperà all'incontro che precede la messa (in cui ci sarà circa un'ora di domande e risposte tra il Pontefice e gli anziani). Padre Lombardi ha riferito che il Papa aveva invitato Benedetto XVI a partecipare all'incontro organizzato dal Pontificio consiglio per la famiglia, e questi "ha accettato molto volentieri, quindi sarà presente, non tutta la mattina, ma dalle 9,30 alle 10,30". [...]
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1. Istituita dal Parlamento italiano nel 2005 proprio, guarda caso, per il 2 ottobre: il giorno della ricorrenza degli Angeli custodi che, nel nuovo mondo secolarizzato, assumono ora il volto dei nonni. Che in qualche modo lo sono, angeli custodi, ma in maniera molto umana e non soprannaturale come quella che ci stiamo perdendo chi per indifferenza e chi per ignoranza, nella totale incuria dei Pastori, sulla maggior parte dei quali è meglio stendere un velo pietoso. 

venerdì 26 settembre 2014

Ciudad del Este. Lettera del Vescovo, mons. Rogelio Livieres

Pubblichiamo la lettera di mons. Rogelio Livieres, vescovo di Ciudad del Este, al Cardinal Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, di seguito allo stringato ma esaustivo resoconto della vicenda di Marco Tosatti [qui].
Ciò che risulta ormai evidente è che assistiamo alla desistenza nel condannare gli errori. Per contro, paradossalmente e drammaticamente, si realizza un decisionismo basato sull'autorità e non sulla certezza del diritto ch'è garanzia di verità e di giustizia. E questo si chiama arbitrio, non buon governo e neppure lontanamente servizio.
Aggiornamento: Del resto lo stesso modus operandi, da "golpe", non è molto cattolico! Mons. Livieres è ancora a Roma e l'annuncio della sua destituzione è avvenuto in sua assenza. Ieri mattina non meglio identificati "inviati" della Santa Sede accompagnati da Forze di Polizia (!!!) hanno preso possesso dell'arcivescovado che sarebbe ora custodito da uomini della sicurezza, armati. L'anziana madre del vescovo, di 89 anni, è stata allontanata e l'edificio è stato chiuso con lucchetti.[qui]
Aggiornamento/2: [da interventi e ricerche di Esistenzialmente periferico]
Questa lettera di mons. Livieres andrebbe incorniciata e considerata come lettera pastorale, perché usa le vicende personali per spiegare questioni di fede e per ricordare l'autorità nella Chiesa. Più che una lettera di autodifesa, è di appassionato insegnamento della verità. In particolare ha avuto il fegato di dire che Francesco dovrà rendere conto a Dio dell'ingiustizia compiuta. Per fare un'affermazione così forte evidentemente doveva avere a cuore il seminario e tutti gli altri buoni frutti ormai in gravissimo pericolo. Contro le panzane del giornalista televisivo Javier Miranda, nel 2010 Mons. Livieres aveva già chiarito bene tutte le questioni, compreso il caso Urrutigoity (ordinato sacerdote nel 1991 e che quando fu accolto lì in diocesi non aveva ancora nessuna accusa formale di abusi, e ciò fu verificato dopo attenta indagine). A sostegno della permanenza del sacerdote e a sostegno del vescovo Livieres, furono addirittura raccolte quasi 2000 firme in diocesi.
Il citato "padre-vescovo" Fernando Lugo, vescovo dal 1994, sospeso a divinis dal 2007, ridotto allo stato laicale nel 2008, fu presidente della repubblica del Paraguay dal 2008 al 2012, carica conclusa per impeachment decretato dal Congreso paraguayano [equivalente del Senato].

Il corpo dell'anima

Léon Bertoletti. Tre interrogativi attuali a un teologo vigile [qui].

Allievo di Étienne Gilson, monsignor Antonio Livi vanta un itinerario speculativo tra Filosofia del senso comune (1990) e Metafisica e senso comune (2010). Professore emerito di Filosofia della conoscenza nell'Università Lateranense, presidente dell'Unione apostolica "Fides et ratio" e dell'ISCA (International Science and Commonsense Association), è direttore editoriale della Casa Editrice Leonardo da Vinci.
Osservatori intelligenti rilevano incertezza, tra i cattolici odierni, riguardo l'essenza della fede cristiana. È la lotta alla povertà, la carità, l'impegno sociale o altro?
«Se mi permette, le faccio osservare che la domanda (con l'accenno a "osservatori intelligenti" e "l'incertezza tra i cattolici odierni") presuppone un approccio ai problemi attuali della Chiesa che io chiamerei "sociologico" piuttosto che teologico, anche se ciò di cui si vuole parlare è "l'essenza della fede cristiana". Quello sociologico (in questo caso si tratta di sociologia della conoscenza) è un tipo di approccio indubbiamente legittimo; esso viene praticato con grande competenza da tanti valenti studiosi cattolici, tra i quali l'amico Massimo Introvigne, ma io lo ritengo troppo riduttivo quanto alla materia della ricerca e troppo incerto quanto ai risultati dell'indagine. La sociologia come tale - e non solo la sociologia religiosa - pretende di fornire un'immagine oggettiva dei fenomeni sociali; ma la società è una realtà troppo complessa e troppo dinamica per poter essere oggetto di una scienza, sia pure una scienza umana o sociale. Anche la scienza della natura si trova in gravi difficoltà quando deve affrontare quelle che l'epistemologia chiama "strutture complesse" e tenta di dar vita a nuove "scienze della complessità" (Giorgio Israel). La Chiesa può ben dirsi una realtà complessa: sia perché gli eventi e le situazioni che la sociologia religiosa può rilevare e valutare sono ben poca cosa rispetto a ciò che avviene lì dove un osservatore esterno non può arrivare a vedere. Non mi riferisco solo all'azione invisibile dello Spirito o ad altri aspetti della dimensione propriamente divina, dunque trascendente, della Chiesa; mi riferisco anche alle dinamiche della vita di fede, che determinano direttamente, momento per momento, la situazione spirituale della Chiesa. E sono dinamiche che appartengono interamente all'interiorità dei singoli fedeli. I segni esterni di queste dinamiche sono ambigui, quando non ingannevoli».

mercoledì 24 settembre 2014

La Fraternità San Pio X celebra una pubblica riparazione per la Messa nera ad Oklahoma City.

Come ampiamente riportato dai media statunitensi, un gruppo di satanisti guidati da un noto molestatore sessuale ha affittato un piccolo teatro nell'Oklahoma City Civic Center con l'obiettivo annunciato di eseguire una messa nera. Questa azione è la bestemmia più virulenta ed un sacrilegio verso Dio che offende l'atto stesso del riscatto del genere umano, il Santo Sacrificio della Messa.
Nonostante le suppliche dei leader civili e religiosi, tra cui l'arcivescovo di Oklahoma City e il governatore dell'Oklahoma, i funzionari della città hanno rifiutato di annullare l'oltraggio. Il 10 settembre, il nuovo superiore del Distretto degli Stati Uniti, don Jurgen Wegner ha pensato fosse necessario un atto pubblico di riparazione. [qui] La bestemmia è un atto pubblico  che si è svolto all'interno di una struttura civica e quindi richiede una risposta pubblica.
Sono accorsi quasi 1000 fedeli, di tutte le età e provenienze.

29-30 settembre. Messa Tridentina all'Università Cattolica

messatridentina.unicatt@gmail.com

Un gran libro fedele e scismatico, dipende dai punti di vista. In uscita

Bergoglio O.O, Papa nullo. E Ratzinger ancora lo è [qui]. Questo è lo scioccante titolo redazionale apparso su Il Foglio in ordine al libro di Antonio Socci di cui viene annunciata l'uscita imminente. Anche Affari italiani ci va giù duro [qui] e di seguito.
Ne abbiamo scritto e dibattuto fin dal momento delle dimissioni. Il nostro articolo più recente qui.

Roma. Continua a firmarsi Benedictus XVI, con tanto di P. P. a indicare la potestà papale, cosa che invece Francesco non ha mai fatto fin dal giorno del suo insediamento sulla cattedra petrina. Di bianco si vestiva e di bianco continua a vestirsi, anche se ha smesso la mantelletta e la fascia. Non c’è stato tempo per recuperare una tonaca nera in tutto il Vaticano, è la giustificazione un po’ fiacca che giunge d’oltretevere. Papa era e Papa rimane, benché emerito. S’è tenuto anche lo stemma con le chiavi decussate che qualche zelante cardinale esperto d’araldica aveva tentato di aggiornare, togliendo ogni riferimento al ministero petrino. Ma allora che valore ha la rinuncia annunciata da Joseph Ratzinger, assiso sul tronetto rosso in Sala Clementina, l’11 febbraio d’un anno fa tra la sorpresa dei porporati presenti, alcuni dei quali – non avvezzi al latino – non avevano capito la portata di quanto stava accadendo, “caso unico nei duemila anni di storia della chiesa”? A chiederselo è lo scrittore cattolico Antonio Socci, in “Non è Francesco”, corposo libro in uscita per Mondadori ai primi d’ottobre e potente manifesto antibergogliano, scritto – dice l’autore – in obbedienza “al grido della mia coscienza”. Benedetto, scrive Socci, avrebbe rinunciato solo all’esercizio attivo del ministero, mentre quello petrino “è per sempre”. E se una cosa è per sempre, non può essere revocata. E’ la trasposizione dell’antica regola benedettina del semel abbas semper abbas. E’ rimasto perfino dentro il recinto di Pietro, non chiudendosi in qualche monastero della Provenza come suggeritogli da più parti. Il Papa emerito non parla, ma “parlano però i suoi gesti, i suoi segni e le sue decisioni”, osserva l’autore, compresi i silenzi: “Sa che ogni sua parola pubblica potrebbe attirare l’attenzione, e qualsiasi cosa dicesse verrebbe letta pro o contro il suo successore”, diceva il segretario e prefetto della Casa pontificia, mons. Georg Gänswein in un’intervista al Messaggero.

Lo Scacco della Modernitá: il Nichilismo Post-Moderno

Pubblico, accogliendola con gratitudine, questa recente trattazione di Don Curzio Nitoglia, che ci offre un quadro nitido, nelle sue linee essenziali, della temperie attuale e delle sue cause prossime e remote. Vi troviamo, tra le molte risposte, anche quella alla recente sconcertante affermazione: «La Chiesa dovrà anche attrezzarsi per mostrare se stessa come esperta di postumanesimo e così parlare all’uomo d’oggi illuminandone il destino alla luce dell’Evangelo», tirata fuori niente meno che da Mons. Galantino [qui], che non è un chierico qualunque, ma il segretario della CEI, pupillo del papa "regnante"...

I) LA MODERNITÀ MADRE DELLA POST-MODERNITÀ

La Modernità filosofica (morale, politica, economica, teologica e spirituale) inizia con la fine del primato della metafisica classica sublimata dalla prima scolastica e specialmente da quella di S. Tommaso d’Aquino († 1274), fine che coincide con l’avvento dell’Occamismo (XIV secolo), che apre le porte all’Umanesimo e al Rinascimento (XV e XVI secolo), i quali preparano il Cartesianismo (XVII secolo), precursore del Criticismo kantiano (XVIII-XIX secolo) e dell’Idealismo tedesco dell’Ottocento (Schelling, Fichte ed Hegel).

La Modernità è caratterizzata dall’antropocentrismo e dall’individualismo assoluto (Occam e Umanesimo rinascimentale); essa viene sistematizzata da Cartesio col primato del pensiero soggettivo sulla realtà oggettiva (“Cogito ergo sum”). Kant darà la perfetta teorizzazione al soggettivismo relativista cartesiano in teoria (“Critica della Ragion Pura”) e in morale (“Critica della Ragion Pratica”) e sarà scavalcato dagli Idealisti tedeschi, i quali con Hegel giungeranno alla dottrina esplicita dell’Io assoluto (una sorta di panteismo) e della contraddizione eretta a principio (tesi/antitesi/sintesi).

martedì 23 settembre 2014

Il meccanismo della follia autodistruttiva è stato avviato e solo un intervento celeste lo potrà disinnescare, ma la Chiesa non può fallire. Bisogna salvare il seme: la fede

Risposta di Alessandro Gnocchi alle Lettere di questo martedì dei lettori su Riscossa Cristiana [qui].

Caro Dott. Gnocchi, ho letto su “La nuova b.q.” il profilo del vescovo ideale per papa Francesco. L’ultimo esempio è la nomina del nuovo vescovo di Chicago mons. Joseph Cupich il cui profilo è così sintetizzato su la “La nuova b.q.”: uscita, periferie, ascolto; poche (niente, dico io) marce in piazza. Dunque, l’omosessualismo impera, il “gender” diventa la cultura obbligatoria e non sto qui a ripetere tutto quello che già si sa. Il diavolo si sta impadronendo delle menti, delle scuole, dei parlamenti. I suoi vizi diventano leggi e la Chiesa che fa? Lascia fare. Si parla tanto del diavolo sempre in termini generali ma non si chiamano mai per nome le sue attuali opere: gender, omosessualismo, ecc. E non si fa niente per contrastarle o almeno provarci, fare il possibile, combattere...

Proseguono i rapporti tra FSSPX e la Santa Sede

Tempestiva la segnalazione di Luisa [qui]. Inutile fare previsioni. Preghiamo e speriamo.

Si è svolto oggi, martedì 23 settembre dalle ore 11 alle ore 13 in un clima di cordialità presso la sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’incontro tra l’Em.mo Cardinale Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede e S.E. Mons. Bernard Fellay, Superiore generale della Fraternità Sacerdotale S. Pio X.

L'Osservatore Romano 20.09
in prima pagina
All’incontro erano presenti gli Ecc.mi: Mons. Luis Francisco Ladaria Ferrer, SI, Segretario della medesima Congregazione, Mons. Joseph Augustine Di Noia, OP, Segretario Aggiunto e Mons. Guido Pozzo, Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, nonché gli assistenti della FSSPX Rev.di Niklaus Pfluger e Alain-Marc Nély.
Durante l’incontro si sono esaminati alcuni problemi di ordine dottrinale e canonico e si è inteso di procedere per gradi e in tempi ragionevoli verso il superamento delle difficoltà e l’auspicato raggiungimento della piena riconciliazione.
L'immagine a lato rivela il coinvolgimento preliminare del papa.

Il Comunicato di Menzingen, appare più asciutto di quello Vaticano. Questione di sfumature; ma la sostanza, però, non cambia:
« [...] Nel corso di un cordiale incontro, sono state esposte le difficoltà dottrinali e canoniche ed evocata l'attuale situazione della Chiesa. Si è deciso di proseguire le trattative al fine di chiarire i punti di divergenza che sussistono». Menzingen, 23 settembre 2014

Intervista a E.M. Radaelli

La prima esauriente risposta, e tutta fuori dal coro, agli spiazzanti interrogativi portati dal magistero di Papa Francesco. È un'Indagine estetica sulla teologia, sulla forma e sul linguaggio del magistero del papa argentino, anche alla luce del pensiero gnostico sul mistero d’iniquità come esposto nella 2a lettera ai Tessalonicesi. Lo studio prende in considerazione sia il magistero papale nel suo insieme che nei quattro atti più significativi avvenuti nei primi nove mesi del pontificato: la Lettera enciclica Lumen Fidei, l’intervista a Civiltà Cattolica, l’intervista a Eugenio Scalfari e l’Esortazione apostolica Evangelii gaudium. Il discepolo di Romano Amerio dimostra in questo libro che la pratica di un amore senza la sua legge rischierebbe persino – se solo fosse possibile – il ribaltamento dell’essenza della Chiesa.
Intervista pubblicata da Cooperatores Veritatis [qui]


D. - Prof. Radaelli, grazie per averci concesso quest’intervista. Cominciamo subito dal titolo del suo ultimo libro “La Chiesa ribaltata”. Perché “ribaltata”? [qui]

R. - Ritengo particolarmente importante l’occasione che mi date di questa intervista, perché in essa, potendo parlare del mio ultimo saggio, La Chiesa ribaltata, cercherò di esporre quella che ritengo l’unica e vera ermeneutica da seguire del Vaticano II et postea per salvare la Chiesa dallo smarrimento in atto del suo magistero. Il titolo “La Chiesa ribaltata” vuol essere un segnale d’allarme. In realtà noi sappiamo (v. p. 149 del libro) che la Chiesa non può ‘ribaltarsi’ nel senso compiuto di ‘perdere la propria essenza’. Può però – e ciò sta avvenendo da cinquant’anni – ribaltare l’ordine con cui procede da sempre la virtù di religione su cui essa è imperniata, ordine metodologico ricordato fin dal II secolo dal grande vescovo e martire sant’Ignazio di Antiochia: «La fede è il principio, l’amore il fine» (v. p. 86) sulla base di innumerevoli indicazioni testamentarie (p. es. Gv 14,15: «Se mi amate, osservate i miei comandamenti», dove la condizione dell’amore a Dio è l’osservanza della sua legge). Il ribaltamento cui mi riferisco è ciò che Romano Amerio, illustre pensatore cattolico italo-svizzero del secolo scorso, tutt’ora misconosciuto malgrado sia stato di gran lunga il primo in tutto il mondo a mettere i Papi del concilio davanti alle loro potenti contraddizioni metafisiche, affigge con una definizione rigorosa, precisa e appunto metafisica: «dislocazione della divina Monotriade» (R. AMERIO, Iota unum, p. 315 Lindau). Questa «dislocazione» consiste nello spostare la Terza Persona della ss. Trinità sulla Seconda e questa sulla Terza: l’amore al posto del Logos, la volontà prima dell’intelletto, la libertà in luogo della legge, il sentimento sopra la ragione. In tutti i miei libri prima o poi si incontra questa dislocazione di essenze, e in molti essa costituisce il centro metafisico del loro argomentare, qualsiasi sia il loro orizzonte tematico. Ma, riferendomi a questo preciso lavoro sul magistero di Papa Bergoglio – La Chiesa ribaltata –, ci tengo a dire che tutto il libro è una precisa, argomentata e circostanziata denuncia di tale sovversione, rivoluzione, ribaltamento, avvenuta nella Chiesa, nella civiltà, nel mondo.

lunedì 22 settembre 2014

La Messa in lingua filippina non è approvata dalla Sede Apostolica

Perfino il card.Tagle celebra
la Messa in lingua filippina
Le due lingue ufficiali delle Filippine sono l'inglese e la lingua filippina. Quest'ultima, una distinta variante della lingua tagalog, è la prima lingua di circa 15-25 milioni di persone, specialmente nell'area metropolitana di Manila, capitale delle Filippine.

Un cattolico filippino ha verificato che la traduzione della Messa Novus Ordo in lingua filippina ("Misa ng Bayang Pilipino") ancor oggi non ha alcuna approvazione della Santa Sede (ed è perciò formalmente illegale), sebbene ogni tanto si vociferi di un riconoscimento in arrivo e qua e là si affermi (senza prove) che sarebbe stata approvata il 10 agosto 1976.

Le decisioni sulla lingua volgare, promosse dai vescovi locali, devono essere approvate e confermate dalla Sede Apostolica. Ma nella sbornia postconciliare qualcuno ha avuto troppa fretta di essere "pastoralmente" vicino al popolo (e di "fare inculturazione" incorporando nella liturgia espressioni popolari tagalog, proverbi tagalog, modi di dire tagalog, abbondanza di rime e cadenza ritmica perché gradite alla mentalità filippina... se non ci credete, leggete direttamente dall'entusiasmo del traduttore del rito, don Ascar Chupungco). E così, in quel 1976, si è proceduto in fretta e furia a pubblicare quella traduzione folkloristica dei libri liturgici in filippino senza aspettare conferme da Roma.

Padova, Italy:
Misa ng bayang Pilipino
Nel 1995 proposero a Giovanni Paolo II di celebrare in filippino, ma il Papa si rifiutò.

C'è di comico che le messe in lingua filippina - con la consueta abbondanza di pagliacciate liturgiche - vengono celebrate un po' ovunque ancor oggi, anche in Italia (per esempio dagli Oblati, nelle parrocchie, nei santuari mariani, ecc.).

Léon Bertoletti. I nuovi comandamenti

Dello stesso autore, abbiamo pubblicato [qui].

Un archeologo noto a me soltanto ha scoperto dentro una giara d'argilla, in una grotta non lontano da Qumran, il rotolo con il testo originale di Esodo 20,2-17. (In realtà, mi corregge l'amico esperto, mancando lo scritto di parti rilevanti potrebbe trattarsi anche di Deuteronomio 5,6-21). Pubblico l'eccezionale ritrovamento in esclusiva, con le varianti e le aggiunte della nuova versione tra parentesi quadre. Sembra, infatti, che le molteplici perizie a conforto dell'autenticità stiano per provocare l'immediata ristampa della Bibbia, con la correzione dell'obsoleto e scorretto passo finora tramandato, e l'indizione di un Concilio Vaticano III, non dogmatico né pastorale ma biblistico, per il rinnovamento di tutta l'esegesi biblica e una nuova Primavera della Chiesa.

"Io sono il Signore tuo Dio che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione servile. [Però potrei sbagliarmi o ricordarmi male. Potrebbe essere stato qualcun altro. Sulla montagna sacra dei dubbi, certezze non ci sono. Interroga la storia e la scienza]."

domenica 21 settembre 2014

Rettifiche in merito alla presentazione del libro di p. S.M. Lanzetta a Firenze

Ricevo e pubblico.

Su diversi siti internet nelle ultime ore sono apparsi alcuni interventi originati da un recente scambio epistolare tra l’avvocato Ascanio Ruschi [qui], presidente dell’Associazione "Comunione Tradizionale", e Sua Eminenza il Signor Cardinale Giuseppe Betori, Arcivescovo di Firenze [qui], in relazione ad una eventuale Santa Messa in Rito antico da celebrarsi in occasione della presentazione del mio libro, Il Vaticano II, un Concilio pastorale. Ermeneutica delle dottrine conciliari, Cantagalli, Siena 2014.

In merito a tali interventi, non volendo entrare nella questione di principio, non posso tuttavia non fare alcune dovute precisazioni, essendo la mia persona, se non la stessa materia del contendere, un elemento non marginale di tutta la vicenda.

Devo affermare che sono sinceramente dispiaciuto per il fatto che la presentazione del mio libro sia divenuta occasione di polemica e dell’inasprimento di toni nei confronti di Sua Eminenza il Card. Betori, nella cui Diocesi ho avuto il privilegio di svolgere il mio ministero pastorale per lunghi anni e che sempre ho considerato e sentito come Pastore e Padre.

Inoltre, debbo far presente che, come si evince dalla lettera dell’Avv. Ruschi, la mia presenza era dagli stessi organizzatori considerata incerta e, aggiungo, molto improbabile, avendo necessità di un permesso scritto da parte dei superiori per recarmi in Italia: permesso che non solo non avevo chiesto, ma che preferivo non chiedere, al fine di evitare quanto temevo che si realizzasse e che i fatti hanno confermato.
Mi dissocio, pertanto, da ogni polemica, di qualunque segno, la quale non mi appartiene.

In tale contesto, tuttavia, non posso nascondere neppure di essere profondamente addolorato per quanto espresso da Sua Eminenza il Card. Betori sul mio conto, pensieri che apprendo da una lettera indirizzata a terzi, e solo dopo aver lasciato da quasi un anno l’Arcidiocesi.

Non posso certo fare la mia apologia, ma vorrei solo attestare che nel mio lavoro teologico ho sempre cercato in coscienza, con rispetto di tutte le sensibilità, di servire la Verità, e la Verità non conosce polemica, non conosce fazioni.

Per questo non posso e non voglio permettere che la mia persona e la mia opera teologica, che ha un taglio esclusivamente scientifico, divengano bandiere di partiti da difendere o da abbattere “ideologicamente”. Se ho scritto qualcosa di errato, sono felice di rivedere il mio pensiero e di correggermi, qualora qualcuno me lo facesse notare. Ma prego chiunque avesse da rimproverarmi eventuali sviste, errori, o addirittura eresie, di volersi basare su quanto ho scritto, e non su mie presunte intenzioni.
p. Serafino M. Lanzetta

sabato 20 settembre 2014

Firenze. Il Cardinale Betori vieta la celebrazione della Messa Antiquior a padre Serafino Lanzetta

Aggiornamento 21 settembre. Riporto lo stralcio della segnalazione di un lettore e, per correttezza, aggiorno l'articolo, dopo aver verificato le seguenti considerazioni: "Quarto : per quale motivo al termine di una conferenza storico/teologica la cui assenza del relatore - autore del libro era universalmente nota ci doveva essere una messa nella forma straordinaria?" .
Nel ribadire al lettore che il Rito, di per sé, non riceve alcuna coloritura da qualunque manifestazione pubblica alla quale possa essere abbinato, leggo la richiesta formulata da parte degli organizzatori al card. Betori, da cui estraggo:  "...Qualora P. Serafino Lanzetta ricevesse l’autorizzazione di venire a Firenze, egli stesso celebrerebbe la S. Messa; differentemente, abbiamo già avuto la disponibilità del Rev.do Dott. Don Luca Zanaga parroco della Pieve di San. Donato in Poggio...". 
Dal che devo dedurre che la presenza di Padre Lanzetta era ipotetica e non scontata e che l'evento potrebbe esser stato organizzato non del tutto sua sponte, come istintivamente (non essendo riuscita a raggiungerlo), avevo scritto nella mia espressione di solidarietà e vicinanza conclusiva. Osservo infatti che esso avrebbe eventualmente dovuto tenersi una volta acquisita l'autorizzazione da parte dei suoi superiori, in assenza della quale sono certa che egli non avrebbe contravvenuto alla loro decisione. Oppure si sarebbe dovuto svolgere prendendo atto della sua indisponibilità. Ma è ovvio che, se così fosse, non ci sarebbero parole per commentare l'ennesimo abuso di autorità nei suoi confronti.
Dubito che lo stesso padre Serafino, nella sua estrema riservatezza, frutto di cristiana Prudenza, formuli considerazioni di alcun genere, a meno che non lo ritenga indispensabile. Nel quel caso sarà l'Immacolata ad ispirarlo. E noi ne prenderemo doverosamente atto.
Per il resto rivendichiamo la nostra estraneità a possibili strumentalizzazioni di ogni genere e da qualunque parte - tradizionale o progressista che sia - esse vengano.

Vi sto sommergendo - ma io stessa rischio di esserne sommersa - di notizie che, mio malgrado, non ci danno il tempo di soffermarci, approfondire e assimilare i contenuti, di grande interesse, che ci si propongono.
Seleziono al massimo la cronaca che però, di fatto, diventa incalzante come non mai e foriera di difficoltà sempre ulteriori per chi ama la tradizione. Urgono altre soluzioni. Urge coesione massima. Urgono sacerdoti e vescovi che ci supportino e ci guidino. Che il Signore ci ascolti per intercessione potente della Sua e nostra Madre...

Apprendo che il Cardinale Giuseppe Betori ha negato a Padre Serafino Lanzetta la possibilità di celebrare pubblicamente la Santa Messa usus antiquior a Firenze, dove, il 25 settembre prossimo venturo, sarà presentato il suo libro «Il Vaticano II, un Concilio pastorale. Ermeneutica delle dottrine conciliari» [vedi programma], da noi già annunciato [qui e qui]. Gli organizzatori, infatti, per iniziativa dell’Associazione Comunione Tradizionale, intendevano far precedere l’evento dalla Santa Messa celebrata da padre Serafino. 
Ma l’Arcivescovo di Firenze non ha accolto la richiesta con la motivazione [qui] che

Alessandro Gnocchi. La Chiesa dell'arcobaleno

Sempre grati ad Alessandro Gnocchi per le sue preziose condivisioni. Questo l'articolo apparso su Il Foglio di oggi.

"Di fronte all'islam che sgozza, Francesco alza la bandiera del pacifismo. Contro sant'Agostino"
Aleggia un’orribile forza attorno allo spettacolo delle teste mozzate esibite in favore di camera dai boia islamici. Un orrore  impalpabile che sorge dalla banalità del male esibito sul palcoscenico planetario come simbolo di conquista religiosa e poi scende a serpeggiare sinuosa in platea. E lì, in luogo dell’applauso, si compiace del povero balbettìo di quel che resta dell’occidente cristiano, convinto di placare il proprio terrore mendicando dialogo presso un islam moderato inventato a propria immagine e somiglianza.

Pia illusione originata in un cattolicesimo che, nutrito di cascami illuministi e postilluministi, ha smesso da tempo di alimentarsi dei simboli propri e dunque non è più in grado di decifrare quelli altrui. Un cattolicesimo postilluminista che, per contrappasso, ha avuto in eredità una ragione così debole da aver abolito le differenze per manifesta impossibilità di comprenderle. Un cattolicesimo disarmato, dimentico di se stesso, che tenta goffamente di cogliere sfumature e gradazioni in un mondo che, nella sua radice religiosa, non ne contempla.

Immagini della dissacrazione.

Aggiornamento 22 settembre. Mi segnalano che hanno prodotto anche il Crocifisso, del quale mi rifiuto di pubblicare l'immagine che ritengo blasfema. Ha un corpo efebico e, sulla scatola - simile a quella della Barbie-madonna - è riprodotto in caratteri ebraici, il nome ebreo Jeshua.
Mi chiedo: se davvero quest'e quello per me pari sono, perché non si fanno venire in mente di produrre il pupazzo di Maometto o anche, ad esempio, quello di Mosè, i quali, oltretutto, nelle loro religioni non sono nemmeno Dio? E i nostri vescovi - cioè gli episcopoi - cioè quelli che devono vigilare - dove sono? Troppo impegnati a rilasciare interviste, a studiare gli aggiramenti della dottrina o a vietare il Santo Sacrificio?

Continuano a manifestarsi, sempre più capillarmente elementi di banalizzazione, dissacrazione, deformazione. Ora siamo arrivati alla mercificazione se non addirittura al vilipendio! Dovremo ancora assistere all'indifferenza di chi dovrebbe vigilare?

DA OGGI inizia la Novena a San Michele Arcangelo


L'Arcangelo San Michele, nel calendario liturgico, si festeggia il 29 settembre, insieme agli Arcangeli San Gabriele e San Raffaele.

Il suo nome, che significa “chi è come Dio ?”, è citato cinque volte nella Sacra Scrittura; tre volte nel libro di Daniele, una volta nel libro di Giuda e nell'Apocalisse di s. Giovanni Evangelista ed è considerato “capo supremo dell’esercito celeste”, cioè degli angeli in guerra contro il male, che nell’Apocalisse è rappresentato da un dragone con i suoi angeli e che, sconfitto nella lotta, fu scacciato dai cieli e precipitato sulla terra.

Vi invito ad iniziare, oggi, la novena per invocare il suo potente aiuto per noi, per la Chiesa tutta e per il mondo intero. Approfitto per trascrivere qui il testo della preghiera a lui rivolta, composta da Leone XIII e recitata alla fine di ogni Messa usus Antiquior:

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia contro le malvagità e le insidie del diavolo, sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi ! E Tu, Principe della milizia celeste con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell'inferno satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime.
Amen
Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude.
Amen.

O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto in mio aiuto. 
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. Com’era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen. 
Vedendo con gli occhi della fede la grandezza spirituale della tua bellezza e la forza lampeggiante della tua destra, Arcangelo di Dio, noi, terreni e rivestiti di carne, siamo pieni di ammirazione, gioia e gratitudine verso il Creatore di tutte le cose, e acclamiamo insieme con tutte le schiere angeliche. Alleluia!
PREGHIAMO: Concedi, Onnipotente Dio, che col patrocinio di San Michele Arcangelo, camminiamo sempre verso il cielo e siamo aiutati nel cielo dalle preghiere di Colui del quale in terra predichiamo la gloria. Per Cristo nostro Signore. Così sia.  

venerdì 19 settembre 2014

Sante Messe Tridentine quotidiane nella Basilica di San Pietro

Basilica di San Pietro in Vaticano
tutte le mattine alle ore 7:00,
all'altare del Beato Innocenzo XI Papa
e all'altare di San Michele,

Ogni mattina alle 7:00, quando la Basilica è aperta, vengono celebrate regolarmente due Messe tridentine nella Basilica di San Pietro, a norma del Summorum Pontificum.

Una delle due è celebrata da mons. Marco Agostini, cerimoniere pontificio (cfr. il blog di Federico).

Nota: sia martedì mattina alle 7 che ieri mattina c'erano ben tre Messe tridentine contemporaneamente (la terza era all'altare di santa Petronilla).

Mercoledì mattina la Basilica era chiusa a causa dell'udienza generale.

p.Serafino M. Lanzetta. La misericordia secondo il card. Kasper

Lieta di condividere, in sintonia con quanto andiamo dibattendo, il testo che segue di padre Serafino M. Lanzetta FI docente di teologia dogmatica direttore della rivista "Fides Catholica".
Si tratta di un'ampia recensione dell'ultima opera del Card. W. Kasper, dedicata alla misericordia: praticamente il manifesto programmatico che riprende la sua famosa prolusione con la quale sono stati aperti i lavori sinodali durante il concistoro dello scorso febbraio sulla pastorale familiare e dato la stura alle note prese di posizione di molti porporati anche in vista della prossima prima tappa del percorso biennale che condurrà all’esortazione apostolica del Papa.
Digitando le parole chiave nel motore di ricerca del sito potete trovare i numerosi documenti pubblicati sulla scottante tematica.

La misericordia secondo il cardinale Kasper

È da salutare con grande interesse lo sforzo teologico del cardinale Walter Kasper di rimettere il tema della misericordia di Dio non solo al centro della predicazione e della pastorale della Chiesa, ma soprattutto al centro della riflessione teologica. Nel suo recente libro sulla misericordia, apparso in tedesco nel 2012 e poi tradotto in italiano per i tipi della Queriniana (Giornale di Teologia 361) nel 2013, "Misericordia. Concetto fondamentale del vangelo - Chiave della vita", il cardinale tedesco, per lunghi anni presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani, parte da un’amara constatazione: la misericordia, la quale occupa un posto centrale nella Bibbia, è difatti caduta completamente in oblio nella teologia sistematica, trattata solo in modo accessorio. O non occupa un posto centrale nei manuali di teologia sistematica fino alle soglie degli anni 1960, o addirittura manca del tutto in quelli recenti. Se vi compare, occupa un posto del tutto marginale. Nonostante che il pontificato di Giovanni Paolo II avesse dato un grande impulso alla riscoperta della misericordia, come tema teologico e spirituale, grazie soprattutto alla santa polacca Faustina Kowalska, e che Benedetto XVI ne avesse fatto, in un certo modo, la sua direttrice, con la prima enciclica sull’amore, "Deus caritas est", il tema rimane ancora nascosto nel suo potenziale sviluppo per la teologia e quindi per la vita cristiana. Il nostro cardinale, dunque, in questo suo testo, di cui ci occuperemo (5a ed. it. del 2014), raccoglie questa sollecitazione, e presenta a livello sistematico il tema della misericordia di Dio.

giovedì 18 settembre 2014

Papa a ebrei, ora nostro turno sofferenze

Mi segnalano. Televideo RAI, oggi 18 settembre. Titolo: Papa a ebrei. "Ora tocca a noi soffrire".
"Nel mondo ci sono ancora grandi sofferenze, prima è stato il vostro turno, adesso è il nostro turno". Il Papa al presidente del World Jewish Congress, Ronald S. Lauder, ribadendo che "siamo nella terza guerra mondiale". [...]
Leggo ora su Repubblica [qui]:
[...] Il presidente del World Jewish Congress, Ronald S. Lauder, ha sottolineato: "Prima gli ebrei hanno sofferto selvaggi attacchi e il mondo è rimasto in silenzio. Ora sono i cristiani che vengono annientati e di nuovo il mondo dice poco. Perchè - chiede Lauder - il mondo non reagisce?". Riferendo dell'incontro con Bergoglio il leader del Congresso Ebraico Mondiale ha aggiunto: "Il World Jewish Congress e il Papa sono d'accordo nel condannare i selvaggi attacchi contro i cristiani in Medio Oriente e in altre regioni del mondo". Lauder ha aggiunto che la "N" usata in medio oriente per marcare i cristiani (nazareni) da perseguitare "non è diversa dalla stella di davide imposta agli ebrei dai nazisti".
Non trovo parole. Non so se sono più sdegnata o sconvolta da questo strano connubio tra il Vicario di Cristo e coloro che ancora lo rinnegano. Almeno non lasciamoci prendere per i fondelli...

I nuovi superiori chiudono un altro convento FI

Lettera di una lettrice di MiL, che rispecchia lo stato d'animo di migliaia di fedeli, le cui esigenze spirituali (non mondane) vengono regolarmente ignorate, disattese e perfino disprezzate dalla nuova Gerarchia vaticana. Un altro grido - ch'è anche il nostro e per questo aggiungiamo le nostre voci - che di certo il Signore ascolta.

Sono una fedele della Chiesa di San Pasquale a Benevento, affidata da tempo ai Francescani dell'Immacolata. Voglio segnalare la chiusura del Convento di San Pasquale a Benevento per volere degli stessi superiori dei Francescani dell'Immacolata.
I Francescani dell'Immacolata da tempo hanno permesso al quartiere Ponticelli di Benevento la celebrazione quotidiana della Messa, seguita negli ultimi tempi da una quotidiana adorazione eucaristica. In più, dopo il Summorum Pontificum, permisero ai fedeli beneventani la presenza quotidiana della Santa Messa in Rito Romano Antico, Messa che attualmente nessun religioso né tanto meno nessun sacerdote diocesano celebra a Benevento.
I fedeli beneventani hanno dovuto subire non solo dopo il commissariamento dell'Ordine l'espropriazione della Santa Messa in Rito Romano Antico, vero e proprio tesoro di grazie e spiritualità, ma adesso si vedono espropriati anche della presenza stessa dell'Ordine, presenza - è bene ricordare - che risale sin dalla nascita dell'Istituto.
Fu infatti a Benevento, il 22 giugno 1990, solennità del Sacro Cuore di Gesù, che l'arcivescovo Carlo Minchiatti, per decisione del santo Padre, firmò il decreto di erezione dell'Istituto di Diritto diocesano dei Francescani dell'Immacolata, seguito immediatamente il giorno dopo, festa del Cuore Immacolato di Maria, dall'erezione effettiva dell'Istituto presso il Centro La Pace di Benevento, con la professione dei voti di circa 30 religiosi.
La domanda che sorge e a cui sono sicura darete voce tramite il vostro aggiornatissimo e seguitissimo blog: la riforma con cui il Commissario millantava di riportare l'Ordine allo spirito originario consiste nel chiudere Case Mariane e privare così i fedeli di una presenza necessaria - ora come non mai, a causa della diffusissima confusione dottrinale che pervade le Diocesi - per la salus animarum?
Vorrei, infine, ringraziarvi per il servizio che, tramite il vostro blog, svolgete per la Chiesa e i fedeli. In Cordibus Iesu et Mariae,
P.G. (lettera firmata)

Kasper attacca: "Vogliono la guerra, ma io ho concordato tutto con il Papa"

Il solito mantra della 'pastorale', ormai totalmente indigesto. E della "medicina della misericordia" al posto del rigore confuso col rigorismo. Ma non ci caschiamo più, come all'epoca del 'mitico' concilio. Siamo vaccinati. Non tutti purtroppo, ma spero diventino molti. Cito da il Foglio (il testo intero qui).
Anche Vatican Insider non ha mancato di parlare di "guerra preventiva", riportando un'intervista a Kasper. Evidente contraltare al "Manifesto dei 5 cardinali" [qui].
...il porporato si mostra quasi indignato per la pubblicazione del libro, di cui non sapeva nulla: "Il documento lo hanno mandato ai giornalisti, ma non a me", anche se i testi sono già noti da tempo e dell'uscita del volume si ha notizia fin dall'inizio dell'estate, quando la Ignatius Press diffuse anche la copertina dell'edizione americana. "Mi contestano perché dicono che il documento base è contro la Verità", ma "noi siamo tutti per la Verità". E poi, gli autori del saggio "pretendono di sapere da soli cosa è la Verità. Ma la dottrina cattolica non è un sistema chiuso" bensì "una tradizione viva che si sviluppa, come ci ha insegnato il Concilio Vaticano II. Loro vogliono cristallizzare la Verità in certe formule". Kasper accusa i suoi oppositori di volere "una guerra dottrinale", mentre lui è d'avviso opposto: "Io di certo non la voglio. Io penso a un Sinodo pastorale". Ed è quello che desidera anche Francesco, aggiunge: "E' chiaro. Anche il Papa vuole un Sinodo pastorale". Sul dibattito in corso, il teologo tedesco si dice stupefatto per la piega che ha preso il confronto, "senza stile". Anche perché "nessuno dei miei confratelli cardinali ha mai parlato con me. Io, invece, due volte con il Santo Padre. Ho concordato tutto con lui. Era d'accordo. Loro sanno che non ho fatto da me queste cose. Ho concordato con il Papa, ho parlato due volte con lui. Si è mostrato contento".
Risponde don Marco.
Da ottobre, da quando si aprirà il Sinodo se ne vedranno delle belle e non si potrà veramente più stare zitti (altro che urlare dai tetti). E' anche per questo motivo che ho fatto una scelta momentaneamente silenziosa. Sono in attesa di qualcosa di grosso e nello stesso tempo di nefasto e intendo ben capire, se possibile, quel che sta veramente per succedere. Per ora constato due cose: la prima è che finalmente dei cardinali si sono svegliati!!! E non è una cosa secondaria, quasi non ci speravo più. Se il mio fiuto non mi inganna non basterà il Bergoglio vendicativo per zittirli. Non so se sono un ingenuo ma dato che credo fortemente che la Chiesa sia il Corpo mistico di Cristo, penso anche che il Signore non stia a braccia conserte a vedere la distruzione del Suo Corpo, ma stia già operando per illuminare la testa e il cuore di alcuni suoi figli per dar loro la fortezza, il coraggio, la scienza e l'amore per difendere la Sua Chiesa. 
Il secondo aspetto lo prendo dall'intervento di RIC quando cita Kasper. E' ormai palesemente scoperta la metodologia per distruggere la Chiesa di Cristo. La pastoralità. Da quella Allocuzione di apertura del CVII da parte di Giovanni XXIII dell'11 ottobre del 1962, la parola d'ordine che ha iniziato a contrapporsi alla "Dottrina", alla "Dogmatica" in una parola alla Verità tout court è la pastorale che naturalmente per i novatori è l'unica che può andare d'accordo con la misericordia. Così la misericordia è stata scissa dalla verità e anzi messa in contrasto con essa. E' ovvio che Kasper insista sulla pastoralità e nel suo ragionamento diabolico (nel senso realmente ispirato dall'Avversario) sa benissimo che approvare un'azione pastorale che vada contro il dogma stabilito significa semplicemente abolire di fatto il dogma, la verità. 
Kasper non può volere una "guerra dottrinale" perché la Verità (e il principio della vera misericordia e del vero amore di Dio per l'uomo) ne uscirebbe fuori trionfante e lui e tutti i suoi accoliti che da decenni stanno distruggendo la Chiesa lo sanno benissimo. 
Io mi auguro che ora anche molti cardinali e vescovi incomincino ad accorgersi di questo veleno introdotto da Giovanni XIII e portato alle estreme conseguenze da Bergoglio e trovino l'antidoto giusto per salvare la Chiesa di Cristo (metaforicamente parlando, visto che le porte degli inferi non prevarranno MAI). Staremo a vedere! Ora torno nel silenzio in attesa di un ottobre che sarà sicuramente molto più caldo di questa estate!!! 

Effetto 'Santa Marta': Indigestione o confusione e disorientamento?

Su segnalazione di un lettore, esaminiamo un passaggio della meditazione mattutina dello scorso 16 settembre dalla Domus Sanctae Marthae, la nuova inedita Santa Sede, se così possiamo ancora chiamarla [qui].
Si tratta pur sempre di magistero ordinario, e come tale criticabile col dovuto rispetto. È una critica che ci risparmieremmo volentieri se non fosse perché la diffusione mediatica così ampiamente enfatizzante diventa un problema a causa delle interpretazioni plurime di cui sono suscettibili i contenuti. Interpretazioni che dovrebbero essere escluse dall'eloquio petrino, ma che invece ci vengono praticamente riproposte ogni giorno. E forse sarebbe anche ora che qualcuno prendesse atto che questa pletora di divulgazioni a tappeto è foriera di confusione anche solo per la info-pollution1 inflazionante e banalizzante sia la persona del pontefice che la sua alta funzione nonché il messaggio che trasmette; il che - anche a prescindere dalle anomale interpretazioni plurime - non può non generare confusione. Ne avevo parlato anche [qui].
Ed ecco il brano segnalato:

mercoledì 17 settembre 2014

«Il matrimonio sacramentale, se valido, è indissolubile». Vedi anche possibile rimozione del Card. Burke

Si intitola «La speranza della famiglia» il libro intervista (Edizioni Ares, 80 pagine, euro 9.50) che raccoglie il dialogo tra  il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede e Carlos Granados, direttore delle edizioni spagnole Bac. 
Si tratta delle sue riflessioni programmatiche in vista del Sinodo straordinario sulla famiglia che si terrà in Vaticano dal 5 al 19 ottobre prossimi. 
Chi volesse consultare l'anticipazione può farlo da qui.

Aggiungo che mi è stato segnalato e ho verificato. Questo è davvero il Sinodo dei media.
Il Televideo RAI di oggi 17 settembre - pag. 162, riporta l'uscita del libro dei 5 cardinali "Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica", col seguente titolo: Divorziati. 5 cardinali contro apertura papa.
In effetti il papa ha affidato la prolusione a Kasper e lo ha lodato. Tant'è che il testo può dire che Kasper ha parlato a nome del papa invocando per i divorziati la "misericordia", che evidentemente non si sa più cos'è e viene confusa col permissivismo. Questo è quello che 'passa' e che il grande pubblico, in parte indifferente o contro la Chiesa, in parte disinformato, recepisce nei termini che una Santa Sede - che mi verrebbe spontaneo definire 'in vacanza', nel senso di disimpegno che rischia di essere collusione con l'errore, se non temessi di essere equivocata - si guarda bene dal chiarire.
C'è da aggiungere ancora che se dovesse rivelarsi esatta la previsione di Magister [qui] della rimozione del card Burke, prima della prossima convocazione di ottobre del Sinodo straordinario dei Vescovi, si avrebbe anche il terribile effetto della sua rimozione dal Sinodo, e verrebbe meno la forza della sua voce dalla sua posizione di Prefetto della Segnatura Apostolica. Degradazione che sa di punizione peraltro assolutamente non motivata se non da criteri ormai autoritaristici. 
In questo caso il silenziamento e la rimozione risulterebbero tanto più significativi in quanto voluti dall'attuale papa e così intempestivi, oppure perfettamente tempestivi, a seconda del grado Kasperite più o meno acuta da cui si sia eventualmente affetti. Sintomo anche della ingravescente de-Ratzingerizzazione segnalata da Tosatti su La Stampa [qui]. Notizie riportate entrambe con lo stesso nostro sentire anche dal blog Rorate caeli. La possibile rimozione di Burke è ripresa da Eponymous flower con la definizione senza mezzi termini di rivoluzione di papa Francesco. L'immagine a lato è orrida a vedersi, ma purtroppo efficacemente eloquente.