Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 31 dicembre 2018

Bisogna tornare a distinguere il sacro dal profano

Viene in mente Orazio: "Est modus in rebus, sunt certi denique fines quos ultra citraque nequit consistere rectum." (C'è una giusta misura nelle cose, ci sono chiari confini oltre i quali non può sussistere la ragione.)

L'Imperatore Severo Alessandro, esempio perfetto del sincretismo del III secolo d.C., nella disputa tra il "collegium popinariorum" (l'associazione dei tavernieri) e la Chiesa Romana (collegium religionis causa) sul possesso dell'area dell'attuale Santa Maria in Trastevere, sentenziò a favore della Chiesa Romana: "ut deus coleretur" (SHA, Vita Alexandri, 48). 
L'imperatore pagano che adorava (a modo suo) le divinità di tutti, Cristo compreso, preferì che lì ci fosse una chiesa e non una taverna. 
Da molti anni invece i tavernieri, sotto forma di modernisti e di Comunità di Sant'Egidio, hanno occupato il tempio dove si dovrebbe adorare Dio per farne un’osteria, strumentalmente "per i poveretti della città".
Vecchia storia che prese piede già da tempi non sospetti per alcuni barboni di Roma ad iniziativa della Sant'Egidio. Oggi è diventato uno spot fin troppo diffuso in cui tutti si sentono più buoni ma hanno perso totalmente il senso del sacro. E le profanazioni di diffondono a macchia d'olio...
Da oltre 2000 anni la Chiesa si è sempre occupata dell’assistenza ai poveri; non è certo invenzione della Sant'Egidio o di Bergoglio e dei suoi fin troppo numerosi emuli. Tuttavia iniziative benefiche del genere possono e devono essere realizzate senza troppa ostentazione in qualunque altro luogo pubblico o privato come in certi saloni enormi di conventi o enti o istituti religiosi spesso in disuso, o in sale civiche. Mai nelle chiese consacrate.
Il che vale anche per i concerti o altri eventi ai quali sempre più chiese vengono aperte. Ma chi ha perso il senso del sacro sta provocando l'allargamento a macchia d'olio delle profanazioni.

I 'Guerrieri del Rosario'. Continua l'Operazione Assalto al Cielo del 1° di ogni mese col Cardinale Burke

Domani 1 gennaio, come il primo giorno di ogni mese, Sua Eminenza il Cardinale Raymond Leo Burke celebrerà la Santa Messa alle ore 07:00am a Roma, presso la sua Cappella privata e, dopo, pregherà il Santo Rosario per 'prendere d'assalto il Cielo' con la Preghiera.
Per ricevere il link per collegarsi in streaming vedi qui
Rimaniamo fedeli a questa esperienza forte di preghiera che ci vede uniti già da oltre due anni. E intensifichiamola, soprattutto in relazione alle vicende che vedono il nostro Cardinale impegnato a riaffermare con parresìa l'insegnamento costante della Chiesa. Ricordando Padre Pio: « Il Santo Rosario è l'arma per questi tempi ». Senza dimenticare le forze oscure che, oltre alla Chiesa, minacciano il nostro Paese e l'Europa intera.
Anche in questo mese rinnoviamo il nostro fervore e preghiamo più che mai. Ricordiamo a tutti voi, compagni Guerrieri del Rosario che ci uniremo dai quattro angoli della terra per elevare insieme la nostra voce al Cielo. Gli oltre 127.000 Guerrieri del rosario reciteranno il Santo Rosario e prenderanno d'assalto il Cielo con la Preghiera, in unione alla Santa Messa celebrata dal Cardinale Burke.

«L’avvenire della Chiesa e delle vocazioni si trova nelle famiglie dove i genitori hanno piantato la croce di Nostro Signore»

Intervista de La Porte Latine a don Davide Pagliarani.

Don Davide Pagliarani, Superiore Generale della Fraternità San Pio X, ha accordato un’intervista esclusiva a La Porte Latine, dove ricorda la fecondità della Croce per le vocazioni e le famiglie. Insiste particolarmente sulla necessità di mantenere l’autentico spirito del Fondatore, Mons. Marcel Lefebvre, «spirito di amore per la fede e per la verità, per le anime, per la Chiesa», di fronte alla recente canonizzazione di Paolo VI e alla promozione della sinodalità della Chiesa.

Te Deum laudamus e un pensiero di fine anno

Oltre a benedire e ringraziare il Signore per il percorso fatto fin qui, inserendo il Te Deum per una condivisione anche nella preghiera, trascrivo l'intervento di una lettrice che condensa i nostri sentimenti e le nostre speranze, augurando a tutti un felice 2019, nel Signore.

Gli scaltri e i prepotenti nel mondo come nella Chiesa avanzano indisturbati. Il CVII ha aperto le porte ai laici. Però c'è chi ha inventato un modo per radunarli e attivarli, un metodo fortissimo mutuato dalla chiesa e riempito di mille storpiature.
Se le forze tradizionali sapessero farsi altrettanto attive! Se i gruppi legati nella difesa della Tradizione, già organizzati in ordine sparso attorno ad un altare, sempre più spesso da difendere o riconquistare con fatica, si unissero per promuovere una via pastorale analoga a quella dei movimenti, ma ortodossa quanto a dottrina e liturgia, non sarebbe più necessario gridare ‘al lupo al lupo’, perché movimentismi, cattivi maestri e falsi profeti mostrerebbero, nel confronto, le loro fragilità e le incoerenze dei loro contenuti. Perché Tradizione non è solo la Messa in latino, è conoscere amare e servire il Signore attraverso la sapienza millenaria della Chiesa di Cristo Signore. Ѐ esperienza di Dio quotidiana, consumata nella fatica di vivere, condivisa nella comunione spirituale con altri fratelli di fede. 
Questa è la mia speranza anche per l’anno che verrà. Che si esca dalle acque stagnanti dei teoremi su cosa è e dovrebbe essere la chiesa, e chi ne ha l'autorevolezza e le competenze necessarie, cominci finalmente a ricostruirla col cemento armato di Dio e della Sua volontà e della Sua forza e nel fuoco del dogma siano purificati tutti gli sviamenti e le ambiguità.
Come ad ogni fine anno, il nostro Te Deum manifesta la Lode alle tre Persone della Santissima Trinità, nonché le invocazioni e i ringraziamenti verso Dio Onnipotente. Chi volesse ascoltarlo - e recitarlo - in Gregoriano può cliccare qui.

“Te Deum laudamus:
te Dominum confitemur.
Te aeternum patrem,
omnis terra veneratur.

Tibi omnes angeli,
tibi caeli et universae potestates:
tibi cherubim et seraphim,
incessabili voce proclamant:

"Sanctus, Sanctus, Sanctus
Dominus Deus Sabaoth.
Pleni sunt caeli et terra
majestatis gloriae tuae."

Te gloriosus Apostolorum chorus,
te prophetarum laudabilis numerus,
te martyrum candidatus laudat exercitus.

Te per orbem terrarum
sancta confitetur Ecclesia,
Patrem immensae maiestatis;
venerandum tuum verum et unicum Filium;
Sanctum quoque Paraclitum Spiritum.

Tu rex gloriae, Christe.
Tu Patris sempiternus es Filius.
Tu, ad liberandum suscepturus hominem,
non horruisti Virginis uterum.
Tu, devicto mortis aculeo,
aperuisti credentibus regna caelorum.
Tu ad dexteram Dei sedes,
in gloria Patris.
Iudex crederis esse venturus.

Te ergo quaesumus, tuis famulis subveni,
quos pretioso sanguine redemisti.
Aeterna fac
cum sanctis tuis in gloria numerari.

Salvum fac populum tuum, Domine,
et benedic hereditati tuae.
Et rege eos,
et extolle illos usque in aeternum.

Per singulos dies benedicimus te;
et laudamus nomen tuum in saeculum,
et in saeculum saeculi.

Dignare, Domine, die isto
sine peccato nos custodire.
Miserere nostri, Domine,
miserere nostri.

Fiat misericordia tua, Domine, super nos,
quem ad modum speravimus in te.
In te, Domine, speravi:
non confundar in aeternum.”

domenica 30 dicembre 2018

'Ope legis'. Considerazioni sul ridimensionamento del motu proprio 'Summorum pontificum' - Cesare Baronio

I sacerdoti, almeno per ora, sembrano paralizzati... vedremo. Richiamo l'attenzione sui diversi link di approfondimento inseriti insieme a quelli proposti dell'Autore.

La notizia della imminente promulgazione del documento con cui viene sciolta la Pontificia Commissione Ecclesia Dei è trapelata sulla stampa. La maggior preoccupazione dei Cattolici conservatori è che questa decisione di Bergoglio costituisca solo il primo passo ufficiale verso l’abolizione del Summorum Pontificum, o quantomeno verso un suo drastico ridimensionamento. 
Già alcune settimane orsono, in seno alla Conferenza Episcopale Italiana, Redaelli, Brambilla e Girardi avevano caldeggiato la soppressione del Motu Proprio, definendolo un non-sense giuridico [qui]. Ovviamente quelle esternazioni, lungi dall’esser prontamente censurate, dovevano rappresentare un primo ballon d’essai per valutare le reazioni dei fedeli [un primo approccio qui]. La firma del documento papale aggiunge una seconda, prevedibile conferma della minaccia che incombe su quanti si trovano a beneficiare della liturgia tradizionale dovendo al contempo accettare saltem impliciter tutto l’impianto dottrinale, liturgico e disciplinare del Vaticano II, che a quella liturgia è palesemente alieno.

Eucaristia da difendere

Mi scrive Cesare Baronio:
"Ecco cos'ha stabilito il Vescovo de la Plata in Argentina:
https://adelantelafe.com/diocesis-de-la-plata-grilletes-al-culto-y-a-la-piedad-de-los-catolicos-vulneracion-del-novus-ordo-y-limitacion-de-la-misa-tridentina/
Questo decreto abolisce de facto il Motu Proprio Summorum Pontificum e pare anticipare, nelle intenzioni se non addirittura nella sostanza, il Motu Proprio già firmato da Bergoglio con il quale si sopprime la Commissione Ecclesia Dei. 
Occorre protestare vibratamente. 
Questi segnali presagiscono il peggio e paiono realizzare ciò che scriveva alcune settimane fa Patrick Archbold [da noi tradotto qui] nel suo articolo Realizzare lo scisma.
In Christo, Baronio+"
Ora sto andando a Messa. Più tardi ne parleremo.

sabato 29 dicembre 2018

Nel Messaggio Urbi et Orbi 2018 l'ultima picconata del Grande Riformatore

Bergoglio, il giorno di Natale, nel Messaggio prima della benedizione Urbi et Orbi : “E che cosa ci dice quel Bambino, nato per noi dalla Vergine Maria? Qual è il messaggio universale del Natale? Ci dice che Dio è Padre buono e noi siamo tutti fratelli...”, esortando a riscoprire i legami che uniscono nazioni e religioni.
Ora uno si domanda: "ma non ci è stato insegnato - e così è - che figli di Dio non si nasce ma si diventa? Cioè che lo si diventa con il sacramento del Battesimo? Tutti siamo creature ma non figli di Dio, perché figli di Dio si diventa con il Battesimo. Se qualcuno - e ahimè persino il papa - dice che invece siamo tutti figli di Dio, qual è la funzione, la ragion d'essere della Chiesa? Per quale ragione Cristo si è incarnato, è morto sulla Croce, è risorto, è asceso al cielo, ha inviato il Suo Spirito e ha fondato e costituito la Chiesa col compito di insegnare, guidare e santificare i Suoi  attraverso atti di potenza dall’alto (i Sacramenti), che accompagnano il cristiano per tutta la vita perché in lui si produca quell’effetto che nessun’altra azione esteriore potrebbe produrre?
La vera fratellanza è solo in Cristo; ora invece non è più conseguenza della risposta al Signore e cementata dalla fedeltà. Quella di Bergoglio non è altro che la nuova teologia della “Fratellanza Universale” della nuova religione sincretista del mondialismo. Mentre, quanto ai monoteismi, è erronea l'affermazione che preghiamo lo stesso Dio [qui - qui - qui]
Bergoglio non è nuovo ad affermazioni simili. Già anni fa, sulla fratellanza universale, abbiamo pubblicato l'articolo [qui], che riporto di seguito, che non ha perso di attualità; mentre sul sincretismo mondialista rimando ai seguenti articoli: L'ultima picconata del Grande Riformatore [qui] e Cambiamenti da non subire. Lo snaturamento dell'Apostolato della preghiera [qui]

Chiese cattoliche clandestine chiuse nell’arcidiocesi di Fuzhou

Vedi indice degli articoli sulla questione cinese, in calce al messaggio del Card. Joseph Zen Ze-kiun

Pechino interpreta l’accordo raggiunto con la Santa Sede come l’obbligo di fondersi con l’Associazione Patriottica filogovernativa
Nella città di Fuzhou, nella provincia costiera del Fujian, proprio di fronte a Taiwan, le autorità hanno fatto irruzione e disturbato numerosi luoghi di ritrovo della Chiesa Cattolica clandestina perché «per poter svolgere incontri è necessario aderire all’Associazione Patriottica Cattolica Cinese (CPCA)». I fedeli sono stati fotografati e filmati, e i loro dati personali registrati. La polizia in borghese ha scattato di nascosto fotografie e video dei sacerdoti con indosso i paramenti liturgici.

venerdì 28 dicembre 2018

Il cristianesimo non è una sharia

Quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi è forse un cambiamento epocale che investe uno degli elementi fondamentali dell’identità italiana: il cattolicesimo. Sbagliano le gerarchie clericali a pensare di poter orientare ciò che rimane del “popolo cattolico” verso le sponde di quell’umanitarismo progressista che rappresenta l’esito estremo del Concilio Vaticano II. In senso ancor più radicale, sbagliano a pensare che essi detengano ancora il “monopolio del Sacro”.

Che frequentino o non frequentino le funzioni religiose, gli italiani rimangono intrisi di cristianesimo nei suoi valori e anche nelle sue reazioni inconsce. Quello che ora sta venendo meno è la fedeltà al Papa e ai suoi diretti collaboratori.

Venerdì 28 dicembre. La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione secondo le modalità, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che trovate qui.

Rimaniamo fedeli al nostro impegno nella preghiera di riparazione e continuiamo a pregare perché sia sventata l'introduzione della cosiddetta Messa ecumenica, che vanifica il Santo Sacrificio. Per non parlare dei cambiamenti di paradigma che usano il funambolismo linguistico per condurre verso rivoluzionari orizzonti inesplorati fuori dalla Via maestra.
Preghiamo anche per come viene contristato il Signore nel nostro Paese e nel degrado ingravescente che lo attanaglia e per tutti i problemi in attesa di soluzione in un agone politico esasperato e attraversato da molte dinamiche contrapposte.
Invochiamo Cristo Signore che ci ha ammonito che “ senza di Lui non possiamo fare nulla ” (cfr. Gv 15, 5) e chiediamo l'intercessione della Vergine, Madre Sua e nostra, perché voglia stornare tutti i pericoli, i mali e le insidie in tutti gli ambiti del vivere civile e religioso dove Lui possa tornare a regnare. Preghiamo anche perché il Signore voglia presto darci Santi Pastori che possano guidare i fedeli in questa epoca di smarrimento, di confusione e di empietà e sostenga quelli che si espongono con parresìa.

Riflessione settimanale:
Dal «Commento ai Salmi» di
sant'Agostino, vescovo
(Sal 109, 1-3; CCL 40, 1601-1603)

giovedì 27 dicembre 2018

La Vergine Maria è nata santa in quanto preservata dal peccato originale

L'ultima di Bergoglio. Nel discorso del 21 dicembre scorso abbiamo ascoltato la negazione del dogma dell'Immacolato concepimento di Maria, che non sarebbe nata "santa", ma si sarebbe santificata in vita. Ora, se non è santa chi nasce senza macchia di peccato originale...
Non a caso gli ortodossi definiscono la Vergine come "Panaghia", la "Tuttasanta".
Le precise parole potete leggerle dall'immagine a lato.
Mentre il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria fu emanato, con il favore dei Gesuiti, da Pio IX nel 1854 in questi termini: 
‘La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per una grazia ed un privile­gio singolare di Dio Onnipotente, in previsione dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, è stata preservata intat­ta da ogni macchia del peccato originale’. [Bolla Ineffa­bilis Deus dell’8 dicembre 1854]. 
Forse il papa non conosce i Dogmi della sua stessa chiesa? Ѐ possibile che siano in tanti a non riconoscere una simile bestemmia?
Maria Ss. nasce santa.  Lo dice Sant'Alfonso Maria de Liguori, Dottore della Chiesa, ne "Le Glorie di Maria".  La Vergine non diventa santa (che poi nel corso della sua vita siano aumentati  i tesori della sua santità, dispensati dall'Amore infinito, questo è un altro discorso)... Nemmeno un papa può annullare l'autorità di un Dottore della Chiesa. Per essere estremamente chiari... Di seguito le immagini dei testi citati, per i quali ringrazio Silvio Brachetta.
Non si può affermare che la Vergine Santa non nasca tale. Significa anche negare il peccato originale, dal quale Ella è stata preservata. Non vi sembrano ormai troppe le verità di fede negate o distorte? E non vi sembra nefasto il silenzio del clero?


Cliccare sulle immagini per ingrandire

Inno alla Provvidenza - Don Elia

Trionfo della Divina Provvidenza
Roma, Palazzo Barberini
Il dogma della provvidenza racchiude un profondo mistero che va accettato per fede. I caratteri di una vera fede nella provvidenza non sono l’esitazione, la pusillanimità, il dubbio o l’ansiosa ricerca; ma piuttosto la calma interiore incrollabile, nonostante le tempeste esterne; l’umile abbandono alla volontà di Dio con il Cristo al Getsemani, nonostante l’oscurità che ci circonda; la pazienza nelle sofferenze, nonostante la loro oppressione crescente. Tutte le profondità e gli abissi, tutti gli enigmi e le tenebre, tutte le tempeste e i cataclismi che si presentano nel cosmo come nella grande storia e nella piccola vita del singolo, vengono a collocarsi, mercè questa fede, sulle braccia e sulla sapienza di un amore infinito; tutto riceve il suo posto, anche il dolore e la colpa; tutto ha il suo diritto e il suo dovere, la sua certezza e sicurezza; tutti gli avvenimenti, fino i minimi e più fuggevoli, assurgono a cure personali di un Amore onnipotente e onnisciente.
(Ludovico Ott, Compendio di teologia dogmatica, Torino-Roma 1964).
Chi scrive è un teologo tedesco che pochi anni prima aveva visto la sua patria devastata e intere città polverizzate nel corso del peggiore conflitto che la storia ricordi. Neanche gli orrori della Seconda Guerra Mondiale erano valsi a scalfire la sua fede; invece noi, pur non avendo mai sperimentato nulla di simile, ci sentiamo per lo più a disagio nel leggere affermazioni così nette e cristalline. Ciò non è dovuto tanto alle impietose immagini di combattimenti, calamità, crimini e disgrazie che i telegiornali ci sbattono davanti agli occhi ad ogni pasto (e a cui certuni si sono assuefatti al punto di filmare imperturbabili quegli eventi – fosse pure un suicidio – in vista di un magro guadagno), quanto al fatto che noi non abbiamo più la stessa fede. Quella convinzione incrollabile, resistente a qualsiasi evenienza, che era frutto della virtù teologale generosamente coltivata e vissuta, è stata subdolamente sostituita con una melassa sentimentaloide che, soffocando il dono celeste ricevuto nel Battesimo, ha sfornato tanti cattolici imbelli, invertebrati, narcisisti e ripiegati sulla ricerca del benessere individuale.

mercoledì 26 dicembre 2018

Ecclesia Dei. Pronto il motu proprio che la ingloba nella CDF

Regina sine macula originali concepta, ora pro nobis!
Il ventilato ridimensionamento della commissione vista nella sua modalità burocratica di per sé non annulla il Summorum ponticum. D'altronde l'Ecclesia Dei non era poi così efficacemente operativa. E dunque il rito antico non viene soppresso, a meno che non ci siano altre indicazioni nel nuovo motu proprio... Resta l'aria che tira, mefitica, da parte della maggior parte dei presuli. Sta a noi restare: anche da indesiderati e anche perseguitati. Diventa necessario organizzarsi con Pastori e Sacerdoti fedeli. La perseveranza è necessaria, insieme alla fede in Gesù. La Chiesa è Sua, e noi siamo Suoi.

Il Motu Proprio che dispone la fine di Ecclesia Dei come Commissione indipendente, e la sua integrazione come Ufficio nella Congregazione per la Dottrina della Fede è pronto, firmato dal Pontefice, e avrebbe dovuto essere pubblicato giovedì scorso. Ignoriamo i motivi per cui il documento non è ancora stata pubblicato.
È un testo di stile giuridico, piuttosto breve, in cui si dice che dal momento che l’emergenza pastorale legata alla celebrazione del Vetus Ordo, e che ha portato trenta anni fa alla creazione della Commissione Ecclesia Dei è venuta a cessare, e di conseguenza anche la Commissione nella sua forma attuale non ha più ragione di esistere.

Voci sulla imminente soppressione Commissione Ecclesia Dei. Con quale intento?

Riprendiamo da MiL.
Se davvero vogliono provocare lo scisma [vedi nel blog], questi sembrano passi necessari di questa volontà diabolica. Sta a noi restare: anche da indesiderati e anche perseguitati. La perseveranza è necessaria, insieme alla fede in Gesù. La Chiesa è Sua, non nostra.
P.S. Ci piacerebbe conoscere il motivo per cui Chiesa e postconcilio non compare nell'elenco dei blog segnalati da MiL.

Purtroppo ci dicono fonti attendibili, da più parti e da diversi giorni, che il Papa abbia deciso lo scioglimento della Pontificia Commissione Ecclesia Dei che, in tempi brevissimi - sembra all'inizio del nuovo anno o nel mese di gennaio -, confluirebbe indistintamente nella Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF), di cui faceva già parte, ma con identità e funzioni proprie. 
Funzioni che, con il Summorum Pontificum e l'Universae Ecclesiae sono state considerevolmente ampliate rispetto alle competenze originarie, sostanzialmente limitate al rientro dei sacerdoti legati alla Tradizione e collegati in qualche modo alla FSSPX (vedere infra).

A proposito della storicità del Natale

Vedi, nel blog: Il mito anticristiano delle origini pagane del Natale [qui] - La data del Natale non è soltanto un simbolo [qui]

Puer natus est nobis et Filius datus est nobis
cuius imperium super
[humerum eius].

A seguito della scoperta dei rotoli di Qumran nel 1947, è stato possibile ricostruire il periodo di servizio delle ventiquattro classi sacerdotali (1 Cron. 24, 1-19) al Tempio. Da questa è stato possibile risalire all'esatto periodo in cui prestava servizio Zaccaria, marito di sant’Elisabetta; periodo nel quale ebbe l’apparizione dell’arcangelo Gabriele, secondo il Vangelo di Luca (Lc 1, 5-11). Ricordate ? ... la classe di Abia precisa Luca ! Questa cadeva nella seconda metà del mese di settembre. Da qui, considerando le parole dell’arcangelo nell’annuncio a Maria (Lc 1, 36) e cioè che l’annunciazione avvenne nel VI mese di gravidanza di Elisabetta, e quindi, verosimilmente intorno al mese di marzo dell’anno seguente, si giunge – calcolando i nove mesi di gestazione di Maria – giusto al mese dicembre quale data della nascita di Gesù. Per altro le chiese orientali hanno celebrato la nascita di Giovanni Battista da tempo immemorabile il 24 giugno (quindi Zaccaria ebbe la teofania il 24 settembre). Da qui la data del 25 dicembre. Per cui può avanzarsi ben più di una mera ipotesi che la Chiesa di Roma non abbia fatto altro che recepire il ricordo delle comunità giudeo-cristiane di Palestina e Siria.
Infine vorrei aggiungere un'altra particolarità.
La Resurrezione e la celebrazione della Pentecoste sono feste coincidenti con il calendario ebraico.
In tal senso lo sarebbe anche il Natale, visto che gli ebrei il giorno 25 chislev, ovvero nell'ultimo mese dell'anno, celebrano la dedicazione del Tempio e per noi Cristiani il Tempio è Gesù stesso.
Tecnicamente non c'è poi perfetta coincidenza con il nostro Natale perché gli ebrei seguono il calendario lunare. C'è però una chiara coincidenza simbolica.
Insomma Dio stesso ha deciso quando incarnarsi e per questo si è scelto una data ... simbolica. Simbolica anche per i pagani che il 25 dicembre celebravano il "sol invictus". (Arnaldo Sancricca)

Il volto Angelico di Santo Stefano protomartire - Paolo Pasqualucci

Uno dei primi sette diaconi eletti dai discepoli su direttiva degli Apostoli, si chiamava Stefano, “uomo pieno di fede e di Spirito Santo” (At 6, 5). Fu il primo ad essere ucciso per la vera fede. Stefano, “pieno di grazia e di fortezza, faceva prodigi e grandi miracoli in mezzo al popolo” (At 6, 8). Accusato falsamente da alcuni ebrei di aver bestemmiato contro Mosè e contro Dio, fu trascinato a furor di popolo davanti al Sinedrio, l’organo della massima autorità giudaica del tempo.  E qui, precisa S. Luca, che è l’autore degli Atti degli Apostoli, “tutti quelli che se ne stavano assisi, avendo rivolto i loro sguardi fissi sopra di lui, videro la sua faccia come quella di un angelo” (At 6, 15).

Le false accuse erano simili a quelle precedentemente rivolte contro Gesù Cristo Nostro Signore.  Il diacono Stefano sapeva certamente che stava rischiando la vita.  E tuttavia parlava al Sinedrio con un volto che appariva agli astanti “come quello di un angelo”.  Per opera dello Spirito Santo, il suo volto risplendeva come quello di un Angelo del Signore;  era già circonfuso dello splendore della vita eterna che la testimonianza del sangue gli stava per ottenere, immediatamente.  Sapeva, infatti, che lo avrebbero ucciso non appena, nel respingere in modo argomentato le false accuse contro di lui, avesse proclamato la verità: la natura divina del Giusto che il Sinedrio stesso aveva messo illegalmente a morte.

martedì 25 dicembre 2018

Santo Natale 2018

I nostri più fervidi auguri di
Sereno e Santo Natale 2018
O Emmanuel, Rex et legifer noster, expectatio gentium, et Salvator earum: veni ad salvandum nos, Domine, Deus noster.


Le antifone "O"
Trovate dopo il testo tutte e sette le Antifone nell'originale latino e nella traduzione italiana

Durante la preghiera serale degli ultimi giorni d'Avvento, la Chiesa canta una solenne antifona prima del Magnificat. In ciascuno dei sette giorni, la Chiesa si rivolge al Messia, Cristo, con uno dei titoli a Lui dati nelle Sacre Scritture. Queste sette antifone sono conosciute popolarmente nella Chiesa come antifone "O", perché ognuna inizia con l'esclamazione "O" prima di nominare il titolo di Cristo tratto dalle Sacre Scritture. Dopo l'invocazione del titolo del Nostro Signore, segue una preghiera, perché venga a noi, a visitarci e riempirci della grazia dello Spirito Santo.

Le antifone  "O" vengono cantate durante la preghiera della sera perché "come la Chiesa canta in uno dei suoi inni, è stato nella sera del mondo (vergente mundi vespere) che il Messia è venuto tra noi" (Prosper Guéranger, OSB, L'Anno liturgico). Sono cantate al Magnificat "per mostrarci che il Salvatore che ci aspettiamo verrà a noi da Maria" ( * ).

lunedì 24 dicembre 2018

Tempo di Natale e Sante Messe in Rito Antico a Pavia

Il messaggio di Natale ci fa riconoscere il buio di un mondo chiuso, e con ciò illustra senz’altro una realtà che vediamo quotidianamente. Ma esso ci dice anche che Dio non si lascia chiudere fuori. Egli trova uno spazio, entrando magari per la stalla; esistono degli uomini che vedono la sua luce e la trasmettono” (Benedetto XVI).
Giunga a voi ed alle Vostre famiglie, con queste parole, l'augurio sincero per la prossima festa di Natale e per il nuovo anno che sta per iniziare: il Signore Gesù ci conceda ogni giorno la grazia di vedere la Sua luce, "la luce vera che illumina ogni uomo", di accoglierla e di annunciarla a tutti nella concretezza delle nostre vicende quotidiane, con coraggio e gioia. Ecco il programma delle celebrazioni, con alcune variazioni importanti:
  • Martedì 25 dicembre, Natale del Signore: Santa Messa nella basilica di San Michele Maggiore, ore 9,30.
  • Domenica 30 dicembre "fra l'Ottava di Natale": Santa Messa a San Luca, ore 9,30.
  • Martedì 1° gennaio 2019, Ottava di Natale, Santa Messa a San Luca, ore 10,30.
  • Domenica 6 gennaio 2019, Epifania del Signore, Santa Messa a San Luca, ore 9,30.
Cordiali saluti!
don Fabio Besostri

24 dicembre 1941 - Radiomessaggio Natalizio di Pio XII a Roma e al mondo

Non smettiamo di attingere dai tesori della nostra fede ciò che vale la pena disseppellire per trarre nutrimento dell'anima e consolazione del cuore. Mi pare che discorso di Pio XII ripreso di seguito, che evoca il tempo terribile della Seconda Guerra Mondiale, possa darci molte luci per questo nostro tempo, se possibile, più tremendo. Infatti, oggi, alla guerra delle armi e dell'occupazione militare - pur ancora rovinosa in molti paesi, soprattutto del vicino Oriente -, nel nostro Occidente un tempo cristiano si è sostituita quella - più rovinosa anche per le anime - della tecnocrazia globalista, che minaccia di scardinare le identità nazionali e spirituali con le armi subdole di economie predatorie e di occupazione delle coscienze. Che questa Santa Vigilia ci colga vigili nell'attesa e ferventi nella speranza e nella supplica per noi, per la nostra Patria e per il mondo intero. Il documento è lungo e complesso, ma non ho voluto ridurlo per non perdere nulla della sua ricchezza di insegnamenti e di esortazioni che bisogna aver la pazienza di estrarre. I passaggi che riporto all'inizio ci ricordano chi siamo e dove vogliamo rimanere, in questa temperie terribile anche per la Chiesa, nella quale in molti rischiano di scordarsi di come parla un Papa. (M.G.)

Si agitino pure le genti, e le nazioni congiurino contro Dio e contro il suo Messia (cf. Sal 2,1-2): attraverso le bufere del mondo umano la stella non conobbe, non conosce né conoscerà tramonti; il passato, il presente e l'avvenire sono suoi. [...] il sangue di Cristo, sangue divino che da venti secoli scorre sul mondo e imporpora le gote della sua Sposa, la Chiesa, e, purificando, consacrando, santificando, glorificando i suoi figli, diventa candore di cielo. O Roma cristiana, quel sangue è la tua vita: per quel sangue tu sei grande e illumini della tua grandezza anche i ruderi e le rovine della tua grandezza pagana, e purifichi e consacri i codici della sapienza giuridica dei pretori e dei Cesari. Tu sei madre di una giustizia più alta e più umana, che onora te, il tuo seggio e chi ti ascolta. Tu sei faro di civiltà, e la civile Europa e il mondo ti devono quanto di più sacro e di più santo, quanto di più saggio e di più onesto esalta i popoli e fa bella la loro storia
Nell'alba e nella luce che rifulge previa alla festa del Santo Natale, attesa sempre con vivo anelito di gioia soave e penetrante, mentre ogni fronte si prepara a curvarsi e ogni ginocchio a piegarsi in adorazione davanti all'ineffabile mistero della misericordiosa bontà di Dio, che nella sua carità infinita volle dare, quale dono più grande e augusto, all'umanità il suo Figliuolo Unigenito; il Nostro cuore, diletti figli e figlie, sparsi sulla faccia della terra, si dilata a voi, e, pur non obliando la terra, si eleva e si profonda nel cielo.

domenica 23 dicembre 2018

Protezione del cuore

In ogni cuore un angolo ci sia
Da cui la scena del Natale irradi sempre gioia.

Ecco un prezioso resoconto di come il Natale abbia protetto il Cuore Immacolato di Maria dall’essere sopraffatto dalla sua intima partecipazione alla Passione del suo divino Figlio.  
“Quando il mio cuore era trafitto ogni sera della vita di mio Figlio con il doloroso memento: “Un giorno in meno di attesa, un giorno in più di vicinanza al Calvario”, e la mia anima era sommersa dalla pena  come se un’ondata di strazio l’avesse travolta, anticipo del diluvio di tormento che mi avrebbe travolto sul Golgota, io chinavo il mio spirito sul ricordo della beatitudine della Notte Santa che era rimasto vivo nel mio cuore, come ci si china su una stretta gola di montagna per riascoltare l’eco di un canto d’amore, o per vedere in lontananza la casa della propria gioia.

sabato 22 dicembre 2018

Bergoglio da Ratzinger per gli auguri di Natale

Riprendo la notizia così com'è data su tgcom24. Vedi l'indice degli articoli pubblicati sull'abdicazione di Benedetto XVI e sui 'due papi' dal febbraio 2013

Papa Francesco si è recato al Monastero Mater Ecclesiae in Vaticano per fare gli auguri di Natale al Papa emerito Benedetto XVI. Lo rende noto la sala stampa della Santa Sede. 

Si tratta di un gesto di cortesia che si rinnova ogni anno e che testimonia l'amicizia e il rispetto reciproco tra i due pontefici.

Display connessi e intelligenze sconnesse

La seria trasmissione 60 Minutes Overtime, della catena televisiva americana CBS, ha messo in onda, il 9 dicembre 2018, i primi risultati di un’inchiesta scientifica condotta su larga scala, che riguarda l’impatto degli smartphone e di altri tablet sullo sviluppo del cervello dei più giovani.

I Giornalisti della CBS confessano che hanno cominciato ad interessarsi della questione dell’impatto neurologico dei display sui più giovani, dopo aver incontrato Tristan Harris nel 2017. Questo ex direttore di Google ha spiegato loro senza esitare che le applicazioni per smartphone sono state progettate dai suoi ingegneri per «catturare l’attenzione degli utilizzatori», e per «creare un’abitudine», quindi una forma di dipendenza.
Oltre atlantico, i programmatori chiamano la cosa anche «pirateria cerebrale», senza la minima preoccupazione.

venerdì 21 dicembre 2018

Vescovi coraggiosi, Il vescovo di Cordoba celebra il ribaltone elettorale dell'Andalusia

Il partito spagnolo di destra Vox ha ottenuto 12 seggi nelle elezioni svoltesi domenica per il parlamento locale dell’Andalusia, superando le previsioni dei sondaggi che gliene attribuivano al massimo cinque.
Il Partito Socialista Operaio Spagnolo, che da anni controllava saldamente la regione, ha ottenuto 33 seggi, certamente più di tutti gli altri partiti, ma facendo registrare una riduzione sensibile della propria rappresentanza parlamentare che ha il sapore della sconfitta netta.
E per Vox è già cominciata a la demonizzazione …

Traduzione italiana della lettera del Vescovo di Cordoba Mons. Demetrio Fernandez di commento alle elezioni [qui]

Il ribaltone elettorale in Andalusia, avvenuto lo scorso 2 dicembre con le elezioni regionali, è stato spettacolare.
Credo che abbia abbondantemente superato le aspettative e i timori degli uni e degli altri. Il cristiano non è estraneo a quanto accade in questo mondo; al contrario, cerca con i mezzi a sua disposizione di trasformare la società per realizzare un mondo nuovo, più giusto, più umano, più fraterno, più con Dio e più per l’uomo. Il cristiano ricorre soprattutto ai mezzi soprannaturali della preghiera e della fiducia in Dio, dell’amore fraterno che Gesù ci ha insegnato.
Ma nello stesso tempo lavora e si impegna nella trasformazione di questo mondo, mediante l’impegno politico concreto che ciascuno valuta nella sua coscienza.

Mi rallegro del fatto che questa società andalusa, che molti dentro e fuori disprezzano o sottovalutano, sia stata capace di un ribaltone di queste dimensioni, rompendo una inerzia quasi impossibile da superare.

Venerdì 21 dicembre. La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione secondo le modalità, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che trovate qui.

Rimaniamo fedeli al nostro impegno nella preghiera di riparazione e continuiamo a pregare perché sia sventata l'introduzione della cosiddetta Messa ecumenica, che vanifica il Santo Sacrificio. Per non parlare dei cambiamenti di paradigma che usano il funambolismo linguistico per condurre verso rivoluzionari orizzonti inesplorati fuori dalla Via maestra.
Preghiamo anche per come viene contristato il Signore nel nostro Paese e nel degrado ingravescente che lo attanaglia e per tutti i problemi in attesa di soluzione in un agone politico esasperato e attraversato da molte dinamiche contrapposte.
Invochiamo Cristo Signore che ci ha ammonito che “ senza di Lui non possiamo fare nulla ” (cfr. Gv 15, 5) e chiediamo l'intercessione della Vergine, Madre Sua e nostra, perché voglia stornare tutti i pericoli, i mali e le insidie in tutti gli ambiti del vivere civile e religioso dove Lui possa tornare a regnare. Preghiamo anche perché il Signore voglia presto darci Santi Pastori che possano guidare i fedeli in questa epoca di smarrimento, di confusione e di empietà e sostenga quelli che si espongono con parresìa.

Riflessione settimanale:
Dalle «Catechesi» di
san Cirillo di Gerusalemme, vescovo
(Catech. 5 sulla fede e il simbolo, 12-13; PG 33, 519-523)

giovedì 20 dicembre 2018

Padre Weinandy: se il Papa non si coinvolge nella questione degli abusi, nessun altro lo farà


Il Padre cappuccino Thomas Weinandy ha espresso i seguenti commenti per un articolo che ho scritto questa settimana  nel National Catholic Register sulle recenti dichiarazioni di Papa Francesco sull'omosessualità. Le sue osservazioni, complete ma brevi, non sono adatte al pezzo, quindi le pubblico per intero qui:

Pentin: Padre Weinandy, pensa che il Papa sia nel giusto nell'organizzare una discussione su questo tema alla riunione di febbraio sulla protezione di minori e adulti vittime di abusi sessuali clericali, e perché pensa che abbia fatto le dichiarazioni, diffuse il 9 agosto e non molto tempo dopo lo scoppio dello scandalo (dell’ex card.)  McCarrick?

Weinandy: Penso che sia giusto che Papa Francesco inviti i membri dell’incontro di febbraio per discutere la questione del clero con orientamento omosessuale. Il tema è importante, poiché è ormai evidente che alcuni membri del clero, tra cui anche dei vescovi, esercitano attività omosessuali. È noto che predano i seminaristi e i giovani uomini. C’è anche il problema delle “reti gay”. Tale comportamento non può essere tollerato. C'è disperato bisogno di affrontare questi problemi nell'incontro di febbraio, se si vuole che esso sia preso sul serio.

mercoledì 19 dicembre 2018

Evitata la procedura d'infrazione. È, auspicabilmente, l'inizio di un percorso di ripresa

Abbiamo evitato la procedura d’infrazione da parte della Commissione europea. La conclusione positiva di questo negoziato dimostra che si può essere coraggiosi e responsabili allo stesso tempo. 
Sono orgoglioso di aver rappresentato, a nome di tutto il Governo, quel desiderio di cambiamento che gli italiani hanno espresso in maniera inequivocabile con il proprio voto, nel totale rispetto della casa europea alla quale apparteniamo. 
Da oggi il Governo può impegnarsi a fondo per portare a termine la sua azione di rilancio, per liberare le migliori energie del Paese a sostegno della crescita e dell’occupazione. È un grande giorno per la democrazia. (Giuseppe Conte)

Spe salvi, un'enciclica deludente

Riceviamo e riportiamo di seguito un articolo, pubblicato su Sì sì no no n. 5 del 15 marzo 2008, interessante per il nostro approfondimento. Tutto quanto è basato sull'insegnamento costante della Chiesa non perde mai di attualità. 

Da fedele lettore di Sì sì no no, vorrei chiedervi di lasciarmi esprimere il mio argomentato disappunto per la recente Enciclica del Pontefice attualmente regnante, la Spe Salvi, del 30 novembre 2007.
Quest’Enciclica tratta il tema fondamentale della “speranza cristiana”, che è speranza nella vita eterna, promessa da Cristo a chi lo ama e ne segue gli insegnamenti.  L’Enciclica ricava il suo titolo da un noto passo di S. Paolo: “Spe salvi facti sumus”: “nella speranza siamo stati salvati” (Rm 8,24).  In questo documento ha colpito molti il fatto, indubbiamente positivo, che il Papa non abbia citato una sola volta il Concilio ecumenico Vaticano II.  Inoltre, che egli abbia criticato diversi aspetti del pensiero moderno e contemporaneo.  A ciò, aggiungo il fatto che egli abbia utilizzato ampiamente le Lettere di S. Paolo ed i Padri della Chiesa nell’ambito del suo discorso: S. Paolo, in particolare, messo da parte dopo il Vaticano II perché chiaramente incompatibile con il “dialogo ecumenico”.

martedì 18 dicembre 2018

“L’Anticristo” di Joseph Roth

Ripubblico un testo di cogente attualità.
L'articolo che segue cita un testo tradotto dall'originale tedesco. Segnaliamo che del libro esiste anche l'edizione italiana: Joseph Roth, L'Anticristo, Editori Internazionali Riuniti 2010, pag.164

“L’Anticristo” di Joseph Roth

Introduzione

Joseph Roth fu uno scrittore austriaco di origini ebraiche. Nacque nel 1894 a Leopoli, nella Galizia polacca, ma sentì presto la lingua tedesca come la sua autentica patria letteraria. Scosso dal trauma del crollo dell’Impero austro-ungarico – di cui apprezzava la capacità di far convivere numerose culture diverse – e dall’avvento del nazismo in Germania, nonché da tragedie personali come l’internamento in un ospedale psichiatrico della moglie (che rafforzò a sua volta il trauma della malattia mentale del padre di cui egli fu testimone nell’infanzia), successivamente soppressa nell’ambito del programma di ‘purificazione sanitaria’ nazista, visse gran parte della sua fiorente vita di scrittore in esilio per l’Europa, sviluppando una tematica improntata al sentimento di mancanza di radici e contrassegnata da una critica raffinatamente ironica e profonda alla società del suo tempo.

Cristiani della Piana di Ninive, il futuro dopo l'Isis

Ricostruito e riconsacrato a Ninive un monastero cattolico distrutto dall'ISIS 

Il 4 settembre 2017, grazie al contributo essenziale dell'organizzazione "Fraternité en Irak" iniziavano i lavori di ricostruzione del Monastero di Mar Benham e Mar Sarah a Ninive. Costruito nel IV secolo d.C. il Monastero conservava le reliquie dei martiri a cui era intitolato. I takfiri dell'ISIS l'avevano distrutto con la dinamite nel 2015.
Oggi i cattolici irakeni hanno potuto riconsacrare la struttura, tornata agibile. E a festeggiare con loro c'erano tutti i loro compatrioti di altre fedi: sunniti, sciiti e yazidi, perché nell'Irak libero e autonomo la coesistenza e la fratellanza sono valori fondamentali.

Nell'agosto scorso nella piana di Ninive si è celebrato “il ritorno, la presenza”

lunedì 17 dicembre 2018

25-26 dicembre. Sante Messe in Rito antico a Venezia

Carissimi fedeli, vi inviamo il bollettino di questa settimana.
Vi ricordiamo che anche domenica 23 dicembre, dopo la messa delle 11, sarà cantata la Novena di Natale.
Il 25 dicembre, Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, saranno celebrate, come di consueto, due Ss. Messe: 
  • alle 00.00 messa cantata della notte, seguita dalla venerazione della reliquia dei panni di Nostro Signore 
  • alle 11.00, messa cantata del giorno 
Il 26 dicembre, festa di S. Stefano Protomartire, non si celebreranno liturgie solenni a S. Simon (ci sarà solo la messa privata alle 18.30, secondo l'orario feriale). 
Chi lo desiderasse è invitato a prender parte alle funzioni che saranno celebrate a Mariano del Friuli (GO) in tale data, con la Messa cantata alle 11 e il Vespero in canto patriarchino alle 16
Saluti in Christo, 
Fraternità Sacerdotale San Pietro
Chiesa di S. Simeon Piccolo,
S. Croce 698, Venezia 30135, 
Italia https://fsspvenezia.blogspot.it 

Gli errori non smettono di essere errori neanche quando diventano di moda

Sulla pederastia, nel libro “L’uomo eterno”, Chesterton scrive:
“non posso fare a meno di denunciare la falsità di chi nel disgusto romano per i vizi greci non sa vedere che un pretesto e un’ipocrisia. … La verità è che una delle debolezze insite nel culto della natura e nella pura mitologia aveva già prodotto, nei greci, una perversione …Come divennero antinaturali adorando la natura, così divennero antiumani adorando l’uomo. … A un adolescente che abbia avuto la fortuna di crescere sano e ingenuo nei suoi sogni d’amore, provatevi a svelare il culto di Ganimede; egli non solo ne rimarrà colpito, ma disgustato. E questa sua prima impressione … è quella giusta. Ѐ la nostra cinica indifferenza che è un’illusione … Ѐ giusto concepire le più o meno rustiche virtù del primitivo popolo romano come reazione, completamente spontanea e sincera, contro la fama stessa di siffatti costumi” e ancora “Vizi greci e orientali … cominciarono a riempire le fantasie della morente Roma, come sciami di mosche sopra un mucchio di putridume. … Viene il tempo, nella routine di un’ordinata civiltà, in cui gli uomini sono stanchi di giocare con la mitologia … L’effetto di questa stanchezza è sempre lo stesso in tutte le forme di cocainomania o di alcolismo: c’è sempre la tendenza ad aumentare la dose. Gli uomini cercavano sempre più strani peccati, come stimolanti alla loro sensualità spossata; e per la stessa ragione cercavano le follie delle religioni orientali”.

domenica 16 dicembre 2018

22 dicembre. Pellegrinaggio a Madonna del Monte di Aviano

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Beatus vir, cuius est auxilium abs te:
ascensiones in corde suo disposuit,
in valle lacrimarum in loco 
quem posuit.
Etenim benedictionem dabit legislator,
ibunt de virtute in virtutem:
videbitur Deus deorum in Sion (Sal 83,6).

Beato il pellegrino che, sollecitato da una voce misteriosa che nasce nel suo cuore di credente, inizia con i suoi compagni quell’instancabile cammino, quel viaggio santo, alla ricerca del volto del Signore, del luogo della sua Rivelazione, accompagnato nella preghiera dalla Vergine Santa.

Ѐ con questo anelito che la Compagnia di Sant’Antonio, insieme agli amici di UNA VOCE Pordenone, proseguirà il proprio itinerario di Fede con una nuova stagione di pellegrinaggi locali che, dall’ Agro Concordiense, attraversando il fiume Tagliamento, ci porterà ad Aquileia per il “III Pellegrinaggio della Tradizione Marciana” alla fine di settembre del prossimo anno.

Equivoci e falsità su "Gesù migrante" e inestinguibile ossessione di Bergoglio per i "migranti"

Innanzitutto sfatiamo equivoci e falsità su "Gesù migrante"

Gesù nasce a Betlemme perché Giuseppe e la sua Sposa vi si recano, per la registrazione nel loro paese di origine, in occasione del censimento disposto dall’imperatore Augusto. Dunque si dà il caso di un cittadino che fa il suo dovere, mentre la sposa dà alla luce il figlio in una grotta di fortuna, non per indigenza, ma perché l'affollamento ha reso indisponibili tutti i luoghi dove poter soggiornare. Nulla a che vedere con l’immagine del Gesù bambino su una zattera del presepe sul sagrato della chiesa del Santissimo in corso Tre Novembre a Trento (foto a lato) e gli innumerevoli altri del genere che pullulano in tutta Italia..
Se poi, per sostenere il discorso dell'accoglienza indiscriminata, si ricorre anche all'evento della "fuga in Egitto" a causa della persecuzione di Erode, anche in questa occasione Gesù e la sua famiglia non erano "migranti", tipo i clandestini delle torme afro-islamiche che ci stanno invadendo; semmai erano come quei profughi che non noi respingiamo. Ma con qualche differenza sostanziale. Innanzitutto non è una "fuga di massa", ma riguarda unicamente la Sacra Famiglia per salvare la vita del Bimbo. Una partenza discreta, in tutta umiltà, senza rivendicazioni, ma obbedendo ad un avvertimento divino per mezzo di un Angelo apparso in sogno a Giuseppe. Una prova che ha il suo termine alla morte di Erode, con il rientro alla patria e alla casa di origine.
Che dire, dunque, di quei pastori che si richiamano al Vangelo falsandolo e alimentando una fede e cultura basate sulle loro gabbie ideologiche e sottintesi politici?

Inestinguibile ossessione di Bergoglio per i "migranti"

sabato 15 dicembre 2018

Le due anime dei gilets gialli

Il comunicato odierno (V settimana di contestazioni) dei gilet gialli: "noi non dimentichiamo il trattato di Lisbona adottato dopo che è stato bocciato nel 2005, noi non dimentichiamo i 13 anni senza referendum." Il popolo francese non tollera più la dittatura tecnocratica UE. 

La retromarcia della République en Marche di Emmanuel Macron davanti all’avanzata dei “gilets jaunes” fa comprendere la rilevanza della protesta esplosa in Francia nelle ultime settimane.

Il primo bersaglio della protesta è stato l’arrogante presidente francese che nel suo discorso alla nazione del 10 dicembre ha dovuto ammettere il fallimento della sua politica. Ma Macron è la personificazione del potere tecnocratico europeo e il suo fallimento è anche quello della gabbia economica e sociale imposta alla Francia dagli eurocrati. I vincitori politici del braccio di ferro sono per ora i partiti politici sconfitti alle elezioni presidenziali del 2016.

Torniamo a Trento (e al Vaticano I) - don Elia

Expecta Dominum et custodi viam eius (Sal 36, 34).

Sia nei testi del Vaticano II che nel rito della nuova Messa si trovano locuzioni e affermazioni che un cattolico sincero e ben formato non riesce proprio a digerire. Di solito il conservatore conciliare, nel disperato tentativo di salvare capra e cavoli, si appiglia con ansioso zelo al principio secondo cui chiunque abbia una retta fede interpreta spontaneamente ambiguità e stranezze in modo ortodosso mediante un’opportuna contestualizzazione effettuata a partire da una giusta precomprensione. Ma, a questo punto, sorge inevitabilmente una serie di domande: come fa chi, dopo cinquant’anni di confusione dottrinale, quella giusta precomprensione non l’ha più o non l’ha mai avuta? perché mai chi, per grazia di Dio, ne è invece ancora dotato dev’essere obbligato a questo sforzo ermeneutico, quando prega in chiesa o si forma nella fede? e per qual recondito motivo bisognava inserire tutte quelle ambiguità e stranezze, se non per aprire delle crepe che poi, sotto un’enorme pressione culturale, facessero saltare la diga?

venerdì 14 dicembre 2018

Il cardinale Eijk, sulla crisi della Chiesa cattolica in Europa settentrionale e sul futuro dell'Occidente


Il cardinale Eijk è l'arcivescovo di Utrecht, una zona dell'Europa molto difficile per il cattolicesimo. Considerato come l'ultimo baluardo in un luogo dove le radici cristiane sembrano scomparire ogni giorno di più, si è reso disponibile a essere intervistato, in esclusiva, sull'attualità della Chiesa cattolica e della politica.

Cardinale Eijk, qual è lo stato di salute del cattolicesimo in nord Europa? Sappiamo che la Chiesa vive una situazione di difficoltà...
"In tutta l’Europa settentrionale la Chiesa cattolica si sta restringendo. I Paesi Bassi hanno il discutibile onore di essere il leader di questo fenomeno: siamo stati il primo Paese dove il rimpicciolimento è iniziato. Nel frattempo, si percepisce una diminuzione di fedeli in tutta l'Europa settentrionale. Soprattutto in Germania dove il calo è veloce, anche a causa degli abbandoni, ma so che pure in Paesi come la Spagna e l’Italia il restringimento è un fenomeno sensibile".

Venerdì 14 dicembre. La Preghiera di Riparazione

Ricordiamo che oggi, venerdì, è il giorno dedicato alla Preghiera di Riparazione secondo le modalità, complete delle Litanie del Sacro Cuore, che trovate qui.

Rimaniamo fedeli al nostro impegno nella preghiera di riparazione e continuiamo a pregare perché sia sventata l'introduzione della cosiddetta Messa ecumenica, che vanifica il Santo Sacrificio. Per non parlare dei cambiamenti di paradigma che usano il funambolismo linguistico per condurre verso rivoluzionari orizzonti inesplorati fuori dalla Via maestra.
Preghiamo anche per come viene contristato il Signore nel nostro Paese e nel degrado ingravescente che lo attanaglia e per tutti i problemi in attesa di soluzione in un agone politico esasperato e attraversato da molte dinamiche contrapposte.
Invochiamo Cristo Signore che ci ha ammonito che “ senza di Lui non possiamo fare nulla ” (cfr. Gv 15, 5) e chiediamo l'intercessione della Vergine, Madre Sua e nostra, perché voglia stornare tutti i pericoli, i mali e le insidie in tutti gli ambiti del vivere civile e religioso dove Lui possa tornare a regnare. Preghiamo anche perché il Signore voglia presto darci Santi Pastori che possano guidare i fedeli in questa epoca di smarrimento, di confusione e di empietà e sostenga quelli che si espongono con parresìa.

Riflessione settimanale:
Dalla «Lettera agli amici della Croce» di
Luigi Maria Grignion de Montfort

(Catech. 5 sulla fede e il simbolo, 12-13; PG 33, 519-523)

giovedì 13 dicembre 2018

«Il patto di Marrakesh è un appello alla censura dei media politicamente scorretti»

Nella nostra traduzione da FIGAROVOX / TRIBUNE del 12 dicembre 2018, Alexandre Del Valle[1] esprime preoccupazione per alcune disposizioni del Patto di Marrakech, che mirano a volgere in positivo le informazioni diffuse dai media sull'immigrazione. Quella dei truffatori lessicali è una tendenza peraltro già ampiamente diffusa da tempo; ma che evidentemente va sempre più prendendo consistenza. Esempio: ne La vita in diretta su RAI 1, intorno alle 18 di ieri (12 dicembre)[2], ho personalmente assistito a diverse ripetute interruzioni di commenti che parlavano apertamente di islamismo. Innanzitutto all'inviata da Strasburgo, che accennava la presenza sulla Rete di messaggi di islamisti invitanti ad agire proprio sui mercatini di Natale, non è stato permesso di completare il discorso, ma è stata perentoriamente interrotta con una brusca domanda diversiva. In precedenza un commentatore rilevava come gli attentati tipo l'ultimo, e precedenti, siano opera non di islamisti da moschea ma di 'convertiti' (sic) anche se la loro origine nord africana non dovrebbe lasciar dubbi. Insomma il problema non è assolutamente l'islamismo, ma la conversione all'islam di persone non integrate per colpa nostra. E dunque quanto messo in risalto da questo articolo e dal Patto da noi non sottoscritto (quiqui - qui), in sostanza e di fatto è in opera già da tempo. Questa è la denuncia consapevole del problema: ma i rimedi? Chi, come, dove, quando? Ma non potrà accadere se non recuperiamo le nostre radici greco-romane, su cui si innestano quelle giudaico-cristiane in Cristo Signore, Universorum Rex [qui e precedenti]. (M.G.)

«Il patto di Marrakesh è un appello
per la censura dei media politicamente scorretti»

Molto è già stato scritto sul famoso Patto firmato a Marrakech all'inizio di questa settimana da 148 paesi membri delle Nazioni Unite. I suoi redattori sottolineano che questo testo volto a regolamentare migrazioni «più sicure» sarebbe «non vincolante». Ma nulla impedirà più tardi agli Stati firmatari e alle autorità europee di «giudicare» intere parti di detto Patto. Esso implica anche che gli Stati ospitanti abbiano il dovere di concedere ai migranti (regolari o illegali che siano) diritti e assistenza finanziaria «senza discriminazioni»; il che equivale a rimuovere qualsiasi differenza tra nazionale e straniero; in breve, a smantellare moralmente da parte dei redattori le sovranità  riconosciute nominalmente.

mercoledì 12 dicembre 2018

11 dicembre 1925. Quas primas. Pio XI proclama il dogma della Regalità Sociale di Cristo.

Su Cristo Universorum Rex, vedi precedenti nel blog.

Ieri ricorreva un anniversario. L'11 dicembre 1925. Quas primas. Pio XI proclama il dogma della Regalità Sociale di Cristo. Si tratta di un dogma particolarmente odiato dallo spirito dalla funesta Rivoluzione francese, del cosiddetto Risorgimento e dal pensiero moderno
Se a Cristo Signore è stata data ogni potestà in cielo e in terra; se tutti gli uomini redenti con il Sangue suo prezioso sono soggetti per un nuovo titolo alla sua autorità; se, infine, questa potestà abbraccia tutta l'umana natura, chiaramente si comprende, che nessuna delle nostre facoltà si sottrae a tanto impero. Se i prìncipi e i magistrati legittimi saranno persuasi che si comanda non tanto per diritto proprio quanto per mandato del Re divino, si comprende facilmente che uso santo e sapiente essi faranno della loro autorità, e quale interesse del bene comune e della dignità dei sudditi prenderanno nel fare le leggi e nell'esigerne l'esecuzione. In tal modo, tolta ogni causa di sedizione, fiorirà e si consoliderà l'ordine e la tranquillità. D'altra parte sbaglierebbe gravemente chi togliesse a Cristo Uomo il potere su tutte le cose temporali, dato che Egli ha ricevuto dal Padre un diritto assoluto su tutte le cose create, in modo che tutto soggiaccia al suo arbitrio.

Spaemann: “L’utopia multiculturale dell’Europa è pericolosa”

È morto a 91 anni Robert Spaemann, uno dei massimi filosofi tedeschi contemporanei, amico e compagno di studi di Joseph Ratzinger, erede della cattedra ad Heidelberg che era stata di Hans-George Gadamer. Cultore della philosophia perennis e amante del Rito Antico. Un anno fa, assieme al filosofo inglese Roger Scruton, al francese Rémi Brague e al polacco Ryszard Legutko, Spaemann aveva lanciato la “Dichiarazione di Parigi” [vedi, nel blog], un manifesto a favore dell’“Europa in cui crediamo”. Di seguito potete leggere le parti più interessanti.
Di Robert Spaemann abbiamo pubblicato diversi testi:

Il futuro dell’Europa dev’essere liberale nel senso migliore del termine, ovvero garante di discussioni pubbliche appassionate, libere da ogni minaccia di violenza e di coercizione (…)
Siamo in un vicolo cieco. La minaccia maggiore per il futuro dell’Europa non sono né l’avventurismo russo né l’immigrazione musulmana. L’Europa vera è a rischio a causa della stretta asfissiante che l’Europa falsa esercita sulla nostra capacità d’immaginare prospettive. I nostri Paesi e la cultura che condividiamo vengono svuotati da illusioni e autoinganni su ciò che l’Europa è e deve essere. Noi c’impegniamo dunque a resistere a questa minaccia diretta contro il nostro futuro. Noi difenderemo, sosterremmo e promuoveremo l’Europa vera, l’Europa a cui in verità noi tutti apparteniamo (…)
Dobbiamo essere franchi ancora una volta: le società europee si stanno sfilacciando malamente. Se non apriremo gli occhi, assisteremo a un uso sempre maggiore del potere statalista, dell’ingegneria sociale e dell’indottrinamento culturale (…)