Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 17 marzo 2025

La cultura al tempo della destra

Così si spiegano le troppe débâcle nelle questioni più intriganti del nostro tempo di cambiamenti epocali non governati dalle forze che dovrebbero farlo con la dovuta efficacia sugli aspetti politici – con ricadute socio-antropologiche oltre che etiche – in difesa della nostra patria, sia pure nel più ampio contesto europeo e globale, se ancora esiste la Patria o non è solo una nozione ormai vuota di senso... Questo succede quando non si riesce (o non si vuole) riappropriarsi dei cardini anche mediatici di un sistema consolidato da decenni di sub-cultura di sinistra.

La cultura al tempo della destra
di Marcello Veneziani 15 Marzo 2025

Come se la passa la cultura al tempo del governo Meloni? Per dare una prima, sintetica risposta: più o meno come prima. E questo delude i più motivati ma rassicura chi temeva invasioni di campo. Se lo stato generale della cultura è questo il merito o la colpa non è del governo in carica. La politica incide poco sulla cultura, pochissimo nel nostro tempo, perché la politica si è rimpiccolita ed è sempre meno sensibile alle idee; non incide sulla cultura, non se ne occupa. La cultura è irrilevante nell’azione del governo; l’atteggiamento del governo rispetto alla cultura è di sostanziale neutralità. Se vogliamo fare un paragone altolocato è un po’ come la Chiesa di oggi, che per farsi accettare dal mondo neutralizza i suoi contenuti cruciali, fino a mimetizzarsi nell’ecopacifismo e nel terzomondismo.
In generale l’influenza della politica sulla cultura può avvenire in modo diretto o indiretto; in modo diretto soprattutto nei regimi autoritari, se non totalitari, sia come divieto che come prescrizione. In modo indiretto, la politica può influenzare la cultura per affinità o per contrasto; ovvero perché genera le precondizioni per la sua fioritura, il clima favorevole allo sviluppo della cultura o viceversa perché instaura un clima ostile e suscita reazioni vitali per contrasto. Oggi non mi pare di ravvisare spinte di questo tipo né in senso favorevole né in senso avverso. Se vacilla lo Stato sociale, figuriamoci lo Stato culturale, per usare un’espressione rilanciata anni fa da Marc Fumaroli.

Uno “sportello per denunciare l’islamofobia”. Prima città in Italia, lo ha appena deciso il Comune di Torino.

Ringrazio il lettore che mi invia il testo che segue. Di Torino avevamo parlato qui; ma le notizie che seguono ci danno la misura di una situazione ormai completamente degenerata. Dov'è lo stato? Dov'è più la nostra identità etnica, culturale, spirituale? la città della Mole sta per diventare il laboratorio dell’incubo islamico in Italia, e il responsabile ha un nome e un cognome: Stefano Lo Russo, il sindaco PD che sembra aver deciso di barattare la libertà dei torinesi per un pugno di voti multiculturali. Ayaan Hirsi Ali, ex musulmana e critica dell’Islam, nel suo libro Heretic: Why Islam Needs a Reformation Now, scrive: “L’islamofobia è diventata il modo in cui l’Occidente si autocensura, proprio come la paura della blasfemia tiene a bada i dissidenti nei Paesi musulmani”. Hirsi Ali assimila i due termini nel loro impatto: entrambi, dice, sono strumenti per silenziare chi osa mettere in discussione l’Islam (letto su Voxnews). Qui l'indice degli articoli sull'immigrazionismo e sul filo-islamismo.

Uno “sportello per denunciare l’islamofobia”. 
Prima città in Italia, lo ha appena deciso il Comune di Torino.

Islamofobia
: per dirla con il compianto Christopher Hitchens, “una parola creata dai fascisti [neo-fascisti sinistrorsi, direi -ndr] e usata dai codardi per manipolare i cretini”.

Uno “sportello per denunciare l’islamofobia”. Prima città in Italia, lo ha appena deciso il Comune di Torino. Delazioni, come ai tempi della Stasi nella Ddr. Una task force contro la libertà di espressione pronta a reprimere ogni accenno di critica all’Islam. Ricordiamo cosa succede, ad esempio, quando in Francia un professore viene accusato di “islamofobia”. O in Inghilterra, dove deve nascondersi.

L’idea degli antifascisti della domenica è di emulare il coordinatore europeo della lotta contro l’islamofobia. Come racconta il settimanale Le Point, “una coalizione di ong legata alla nebulosa dei Fratelli Musulmani” è riuscita a far nominare “il molto accondiscendente e zelante Tommaso Chiamparino”, figlio proprio dell’ex sindaco di Torino.

In Inghilterra, la polizia arriva anche a casa dei “colpevoli” di pensieri sbagliati. E l’accusa di “islamofobia” è usata per mettere a tacere chi chiede conto degli stupri multiculturali.

C'è una battaglia culturale che i Fratelli Musulmani sembrano aver vinto, “è quella che è consistita nell'imporre la questione dell'islamofobia al centro delle istituzioni europee”, osserva sempre su Le Point Samir Amghar, sociologo specializzato nella confraternita.

A Bruxelles, il Partito Democratico con il suo capodelegazione Brando Benifei fa da sponda ai Fratelli Musulmani in occasione della “Giornata europea contro l’islamofobia”. E Torino è il laboratorio di questa alleanza.

Nel 2011 Terra Nova, laboratorio di idee vicino al Partito Socialista, pubblicò un rapporto in cui raccomandava di dire “addio” a lavoratori e impiegati per rivolgersi a una nuova maggioranza elettorale con l’obiettivo di conquistare il potere. Il divorzio tra la sinistra e la classe operaia “in declino” era di fatto pronunciato. Per vincere, la sinistra doveva rivolgersi a un nuovo elettorato composto da “giovani” e “minoranze dei quartieri popolari”: tutti uniti da “valori progressisti” (o quasi).

Ricordiamo, mesi fa, la preghiera islamica del venerdì organizzata a Palazzo Nuovo, sede dell’Università di Torino, dove nel 2003 fecero un volantinaggio con lo slogan “Dieci, cento, mille Nassiriya”. Fedeli musulmani, studenti e studentesse, in maggioranza di origine straniera proveniente da Pakistan, Turchia e Egitto, hanno trasformato l’università in una moschea. Sono stati stesi i tappeti e i teli per la preghiera filmata e poi finita su Youtube e sui social con il titolo “Cosa ci insegna la Palestina?”. Si è detto durante la preghiera: “Un jihad compiuto da donne, da uomini da bambini ognuno con quello che può contribuisce a questa lotta di liberazione che è cominciata dal primo momento in cui i sionisti hanno calpestato quella terra Benedetta”. Così l’imam Brahim Baya.

Il grande androne del Palazzo universitario trasformato in moschea e un momento di preghiera diventato un invito a distruggere lo stato ebraico.

Uomini e donne separate da una rete in una università pubblica? Guai a dirlo, sarebbe “islamofobia”.

E per capire fino a che punto siano precipitate le cose, l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, dialoga con l’imam Baya, che ha partecipato all’inaugurazione di un centro islamico assieme al vescovo.

Tre studentesse con la kefiah e un video con la scenografia stile Isis. Siamo all’Università di Torino.

Intanto conquistavano anche la Mole Antonelliana, progettata peraltro come sinagoga.

Torino “città islamica”. A Palazzo Civico le autorità nelle scorse ore hanno organizzato un “convegno sull’islamofobia”.

A Torino è arrivata la prima “banca islamica d’Italia”.

Persino l'aeroporto di Torino ha ora un centro per la preghiera islamica.

Non solo. Sempre a Palazzo Civico, mentre era in corso il Global islamic economy summit, il Comune ha allestito uno spazio per permettere ai musulmani di pregare.

Ricordiamo che nel 1988 una molotov fu lanciata contro una libreria storica di Torino, quella di Angelo Pezzana, accusata di essere “sionista”.

Si è finiti con Sherif e Nabil Azer, i due fratelli copti presi a calci e pugni perché fumavano e indossavano croci nel periodo del Ramadan in corso Vigevano. E con i bambini ebrei con la kippah aggrediti e insultati.

Oggi, visite guidate, dialoghi e preghiere collettive da parte del Comune. Durante il Ramadan, assessori e politici hanno fatto la spola tra le moschee. Il Comune di Torino ha anche annunciato la realizzazione, ogni anno, di un report sui “crimini d'odio contro l'Islam e la comunità musulmana”. E la fine del Ramadan è stata celebrata negli spazi del Parco Dora con l’Iftar finale alla Mole Antonelliana. Preghiera islamica anche al Palazzo comunale.

Tariq Ramadan veniva sempre invitato dalla città di Torino.

L’Università di Torino, che ha 16 accordi con l'Iran, il doppio di quelli con Israele, con il finanziamento della Fondazione San Paolo, organizza persino un seminario sulla “decolonizzazione della conoscenza” con il sostegno dal Qatar, principale sponsor dei Fratelli Musulmani.

Durante i blocchi per il Covid, niente processioni cristiane a Torino, sì a quelle islamiche.

In una scuola primaria di Torino, il Parini, crocifissi gettati dalla finestra da un gruppo di studenti. Si tratta di un “istituto multiculturale”. Il preside ha detto: “Bisogna capire quali fossero le motivazioni, se una bravata o un’inquietudine più profonda”. Si tratta della stessa scuola che ha accolto gli imam per una discussione sull’“educazione in contesti multiculturali” e la cena di rottura di Ramadan.

Oltre una quindicina sono le moschee che si trovano in città. Più del doppio, invece, sono le sale di preghiera, i centri culturali e le moschee nell’area metropolitana. Triplicate negli ultimi vent’anni.

È in corso una conquista della città laica, antifascista, impegnata, antisionista e pacifista e le autorità vi partecipano allegramente. Il verme è uscito dal frutto e la tarma si mangia la casa. Ma quando la sinistra avrà svolto il suo ruolo di utile idiota verrà travolta dalla tempesta che ha scatenato.

Sono i vitelli più stupidi a scegliere i propri macellai.
Giulio Meotti

Pastorale? Ecco qua!

La testimonianza evidentemente richiama la Fiducia supplicans. Vedi qui l'indice degli articoli in tema.
Pastorale? Ecco qua!
Riceviamo e pubblichiamo
11 febbraio 2025, Madonna di Lourdes

Vorrei condividere con voi questo grande dolore che porta il mio cuore! Conosco e vissuto nel peccato, riconciliata alla grazia, quindi lungi da me giudicare, ma portare la verità!

Ho una nipote che da tanti anni si è dichiarata omosessuale ufficialmente anche con tutta la famiglia. Da qualche anno vive con una ragazza e ultimamente parla di matrimonio e fecondazione.

Un po’ di tempo fa avevo provato a parlarle cercando di farle capire che questo rapporto non va bene, le avevo fatto vedere delle testimonianze anche di persone note che con l’aiuto della preghiera hanno capito l’inganno, ma senza risultati, anzi ultimamente si vantano di ciò di cui si dovrebbero vergognare, si esibiscono in atteggiamenti amorosi anche davanti ai bambini che rimangono confusi…

Un giorno una persona le faceva notare che nella Bibbia c’è scritto che l’omosessualità è un abominio agli occhi di Dio,…ha risposto che non la conosci…perché anche il Papa accoglie tutti tutti…e benedice ogni unione, che dobbiamo accogliere e non giudicare. Adesso anche il predicatore pontificio afferma certe oscenità e aumentare la loro certezza di essere nel giusto!

Come possono vedere il loro peccato, se chi ti dovrebbe correggere e portare alla verità afferma il contrario?

Chiedo per amore cristiano ai sacerdoti, a chiunque ha facoltà di far ritirare questo documento, di intervenire affinché la verità venga detta per la salvezza di tutte queste persone.

Sia lodato Gesù Cristo
Lettera firmata - Fonte

domenica 16 marzo 2025

Mons. Viganò / Meditazione per il sacro tempo di Quaresima

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Mons. Carlo Maria Viganò
Convertimini ad me
Meditazione per il sacro tempo di Quaresima

Venite, convertimini ad me, dicit Dominus.
Venite flentes, fundamus lacrymas ad Deum:
quia nos negleximus, et propter nos terra patitur:
nos iniquitatem fecimus,
et propter nos fundamenta commota sunt.
Festinemus anteire ante iram Dei,
flentes et dicentes:
Qui tollis peccata mundi, miserere nobis.
Transitorium ambrosianum
in Dominica Quinquagesimæ

Venite e convertitevi a me, dice il Signore. Venite piangenti, versiamo le lacrime a Dio: poiché abbiamo trasgredito e a causa nostra la terra soffre: abbiamo commesso iniquità e a causa nostra le sue fondamenta sono state scosse. Affrettiamoci a prevenire l’ira di Dio, piangendo e dicendo: Tu che prendi su di Te i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

È difficile, per un uomo di oggi, comprendere queste parole del Messale ambrosiano. Eppure esse sono semplici nella loro severa chiarezza, poiché ci mostrano che la collera di Dio a causa dei nostri peccati e dei nostri tradimenti può essere placata solo con la contrizione e la penitenza. Nel rito romano questo concetto è reso ancor più chiaramente nell’orazione delle Litanie dei Santi: Deus, qui culpa offenderis, pænitentia placaris: preces populi tui supplicantis propitius respice; et flagella tuæ iracundiæ, quæ pro peccatis nostris meremur, averte. O Dio, che sei offeso dalla colpa e placato dalla penitenza: guarda propizio alle preghiere del tuo popolo che Ti implora; e allontana da noi i flagelli della tua ira, che meritiamo a causa dei nostri peccati.

Seconda Domenica di Quaresima 'Reminiscere'

Facciamo tesoro degli insegnamenti che ci aiutano a interiorizzare sempre più, seguendo il calendario liturgico, le ricchezze inesauribili della nostra fede oggi così neglette. Vedi precedenti con cui integrare la meditazione che segue qui - qui.

Seconda Domenica di Quaresima

Intróitus
Ps. 24, 6-3 et 22 - Reminíscere miseratiónum tuárum, Dómine, et misericórdiae tuae, quae a século sunt: ne unquam dominéntur nobis inimíci nostri: líbera nos, Deus Israël, ex ómnibus angústiis nostris. Ps. 24, 1-2 - Ad te, Dómine, levávi ánimam meam, Deus meus, in te confído, non erubéscam. Glória Patri… Ps. 24, 6-3 et 22 - Reminíscere miseratiónum tuárum...
Introito
Sal. 24, 6-3 e 22 - Ricòrdati, o Signore, della tua compassione e della tua misericordia, che è eterna: mai triònfino su di noi i nostri nemici: líberaci, o Dio di Israele, da tutte le nostre tribolazioni. Sal. 24, 1-2 - A te, o Signore, ho levato l’ànima mia, in Te confido, o mio Dio, ch’io non resti confuso. Gloria al Padre… Sal. 24, 6-3 e 22 - Ricòrdati, o Signore, della tua compassione...

La Trasfigurazione
La santa Chiesa ci propone oggi a meditare un soggetto di alta portata per il tempo in cui siamo. In questa seconda Domenica della santa Quaresima applica a noi la lezione che un giorno il Signore diede ai suoi tre Apostoli. Ma dobbiamo sforzarvi d'essere più attenti dei tre discepoli del Vangelo, che il Maestro si degnò preferire agli altri per onorarli d'un simile favore.

Accondiscendenza di Gesù.
Gesù stava per passare della Galilea nella Giudea per recarsi a Gerusalemme, dove si doveva trovare alla festa di Pasqua. Era l'ultima Pasqua, che doveva incominciare con l'immolazione dell'agnello figurativo e terminare col Sacrificio dell'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. Gesù non doveva più essere sconosciuto ai suoi discepoli: le sue opere avevano reso testimonianza di lui, anche davanti agli occhi degli stranieri; la sua parola così fortemente dotata di autorità, la sua attraente bontà, la pazienza nel tollerare la grossolanità degli uomini che s'era scelti a suoi compagni: tutto doveva aver contribuito ad affezionarli a lui fino alla morte. Avevano sentito Pietro, uno di loro, dichiarare per ispirazione divina ch'egli era il Cristo, Figlio del Dio vivente (Mt 16,16); nondimeno, la prova che stavano per subire doveva essere così terribile alla loro debolezza, che Gesù, prima d'assoggettarveli, volle loro accordare un ultimo mezzo, per premunirli contro la tentazione.

sabato 15 marzo 2025

Torino, capitale della sharia

Cosa non si fa per andare contro il cristianesimo! Indice degli articoli dedicati al filo-islamismo. Abbiamo già superato la linea di guardia!

  • Torino, capitale della sharia: musulmani potranno segnalare i blasfemi...
  • Torino, capitale della sharia: il sindaco PD consegna la città all’islamizzazione...
  • La domanda è una sola: quanto tempo passerà prima che la Mole venga sostituita da un minareto? I torinesi devono svegliarsi, perché il loro sindaco ha già scelto da che parte stare: non con loro, ma con chi sogna di imporre la sharia sotto la Mole.
  • È un tradimento che grida vendetta, un allarme rosso per una città che rischia di perdere tutto – identità, libertà, futuro – mentre il PD applaude alla propria disfatta.

Putin: una verità, un mistero e sei bugie

Soffriamo per la decadenza dell'Occidente che ha rinnegato le sue radici, fortemente contestato da Putin; ma dall'altro lato c'è chi vede il rovescio della medaglia dei cosiddetti moralizzatori appoggiati dal Patriarca Kirill. Interessante per discuterne.

Putin: una verità, un mistero e sei bugie

«Il declino del coraggio è nell'Occidente d'oggi forse ciò che più colpisce uno sguardo straniero», scriveva Aleksandr Solženicyn. Senza questa debolezza patologica, l’Europa temerebbe così tanto la Russia di Vladimir Putin? Il padrone del Cremlino è venerato da una parte sempre più ampia dell’opinione pubblica come l’uomo forte di una nazione rinata, impegnata in una lotta titanica contro l’Occidente decadente. Questa reputazione si basa su una verità, un enigma e sei menzogne. Eccole:

«Putin ha reso di nuovo grande il suo Paese» FALSO.

venerdì 14 marzo 2025

Democrazia sopraffatta dall'oligarchia finanziaria. Conseguenze

Altre osservazioni sulla politica europea di riarmo. Purtroppo una delle conseguenze del rinnegamento delle radici cristiane e della civiltà di cui l'Europa è stata - e dovrebbe continuare ad essere - portatrice.
Il problema non è tanto il riarmo in sé, che potrebbe avere un senso se destinato ad una giusta difesa e/o deterrenza, ma il contesto e gli aspetti politicamente significativi espressi. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica. Qui quello sulla guerra in Ucraina. 

Democrazia sopraffatta dall'oligarchia finanziaria. Conseguenze

Con il voto favorevole del parlamento europeo al piano di riarmo (419 SI, 204 NO, 46 astenuti) credo si possa dire che, simbolicamente, con oggi, la democrazia in Europa è andata; appassita prima, oggi i petali secchi sono caduti.

Non è stata sostituita, come molti temevano, da una dittatura.
La storia prende sempre forme diverse e sorprendenti.
No, questa volta la democrazia è stata sopraffatta dalla conquista delle istituzioni e dei media, dall'interno, da parte dell'oligarchia finanziaria e dei suoi stipendiati.
Oramai la manovra di aggiramento è compiuta. I canali a disposizione per la popolazione per esprimersi in termini politicamente significativi sono stati tutti o chiusi o neutralizzati. Un po' è avvenuto con modifiche delle leggi elettorali, un po' rendendo il processo democratico contendibile solo a chi aveva finanziamenti significativi a disposizione, un po' occupando a tutti i livelli il sistema mediatico (ed espellendo chi non si adeguava a scrivere sotto dettatura), un po' sopprimendo la terzietà della magistratura, capillarmente politicizzata.

Si vis pacem para pacem. La pace in Ucraina e il “riarmo dell’Europa”

Su segnalazione dell'Osservatorio Card. Van Thuan. Qui l'indice degli articoli sulla guerra in Ucraina.
Sulle molte preoccupazioni del momento relative alla situazione in Ucraina, sulle tensioni internazionali in atto e sulle ipotesi del cosiddetto e non precisato “riarmo dell’Europa”, il nostro Osservatorio propone quattro semplici osservazioni.

Capire bene cosa è accaduto

Per evitare valutazioni di parte, riduttive o strumentali bisogna tenere conto dell’intero quadro della questione. Alcune responsabilità dell’accaduto, in entrambe le parti, sono state evidenziate, ma molte altre non sono venute alla luce o si ritiene di non prenderle in considerazione. Fatti di queste proporzioni non si spiegano in modo sincronico, in base a quanto accade in un certo momento, ma diacronico, impegnandosi a ricostruire un quadro complesso di avvenimenti e ricordare il comportamento dei molti attori. Poiché, poi, la guerra viene fatta anche con gli strumenti della comunicazione, serve una prudente cautela nell’indicare i colpevoli. Più saggio è delineare un quadro articolato di responsabilità e cercare di superare i giudizi preventivi contrapposti. Non ci sono fatti che meritano di essere assolutizzati rispetto ad altri. Non si tratta di evitare di indicare dei colpevoli, si tratta piuttosto di evitare di indicare IL colpevole unico e assoluto e, una volta individuato e punito, mettersi la coscienza a posto.

giovedì 13 marzo 2025

Tradizione o annichilimento

Nella nostra traduzione da Crisis Magazine l'articolo dimostra efficacemente che per evitare l'annientamento, dobbiamo tornare alla Tradizione. Qui l'indice dei precedenti.

Tradizione o annichilimento 

Di recente, il caporedattore di Crisis Magazine Eric Sammons ha pubblicato un articolo che delineava il terribile stato della Chiesa cattolica in America. Ha mostrato che per ogni 100 nuovi cattolici, più di 800 persone lasciano la Chiesa. Inoltre, ha dimostrato che è persino peggio di quanto i numeri suggeriscano quando ci immergiamo profondamente nella partecipazione ai sacramenti et alia. In parole povere, la Chiesa in America (e all'estero perché queste tendenze sono universali) è appena aggrappata a un supporto vitale e sta rapidamente svanendo. Dire che è una crisi è un eufemismo; è una super crisi e Sammons ha ragione nel dire che sono necessari cambiamenti radicali. Ora, la mia unica critica al suo articolo è che non l'ha pubblicato mentre stavo scrivendo il mio prossimo libro sulla crisi del modernismo, il che avrebbe reso la mia ricerca un po' più facile perché lui avrebbe fatto gran parte del lavoro per me. In ogni caso, Sammons ha ragione quando afferma che sono necessari cambiamenti radicali. E ha ragione nel suggerire una serie di cambiamenti nella prassi, come il ripristino dell'astinenza del venerdì, il ritorno al Catechismo di Baltimora e così via. Ma io farò un passo in più rispetto a Sammons e dirò che se vogliamo evitare l'annientamento, dobbiamo tornare alla Tradizione.

Arciv. Viganò / Dichiarazione sulla persecuzione dei cristiani e degli alawiti in Siria

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Dichiarazione
Dell'Arcivescovo Carlo Maria Viganò,
Già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d'America
sulla persecuzione dei cristiani e degli alawiti in Siria

Negli ultimi giorni le violenze e gli eccidi di massa contro i Cristiani e gli Alawiti di Siria hanno conosciuto una recrudescenza inaudita, con migliaia di morti in tutte le regioni sotto il controllo del movimento estremista islamico Hayat Tahrir al-Sham (Organizzazione per la Liberazione del Levante), affiliato al gruppo terroristico al-Qaeda.

Le ragioni di questa persecuzione delle due minoranze da parte del governo siriano sono da ricercarsi anzitutto nel regime change voluto dalla precedente Amministrazione americana, in accordo con la NATO e con l’Unione Europea. L’estromissione del Presidente Bashar al-Assad e l’insediamento di Abu Mohammed al-Jolani (il cui partito era fino a ieri considerato dal Dipartimento di Stato americano come organizzazione terroristica) hanno inevitabilmente comportato il genocidio degli Alawiti e dei Cristiani siriani.

mercoledì 12 marzo 2025

«Regere Ecclesiam Dei» / Questioni sull’episcopato

Dopo il vaticano secondo quella dell'episcopato è diventata una vexata quaestio in base ad una nuova teologia che lo intende come sacramento. Paolo VI il 18 giugno del 1968 ha promulgato una nuova versione del Pontificale Romano, che per la consacrazione del vescovo recita: «Effondi sopra questo eletto la potenza che viene da Te, o Padre, il tuo Spirito che regge e guida» e per il sacerdote: «Dona, Padre onnipotente, a questi tuoi figli la dignità del Presbiterato. Rinnova in loro la effusione del tuo Spirito di santità». Dunque la sostanza del sacramento dell’ordine sacro è rimasta quanto alla materia e forma (vedremo poi la intenzione) nel nuovo Pontificale Romano di Paolo VI. Di seguito una interessante disquisizione. (Da Tradizione Cattolica (FSSPX) n.2/2021 

«Regere Ecclesiam Dei»
Questioni sull’episcopato

Don Gabriele D’Avino

Introduzione

Al fine di ben intendere cosa sia l’episcopato, chi sono e cosa fanno i vescovi, sarà utile qualche breve nozione preliminare che ci riporta alla filosofia perenne; dopo di che, avendo analizzato la costituzione canonica dell’episcopato, si procederà ad un excursus storico sulla sua origine, infine poi ad una trattazione teologica sulla sua precisa natura. Nozioni L’episcopato è, genericamente parlando, una funzione che presuppone una potestà, ed è quindi, nella Chiesa cattolica, un’autorità. Cosa si intende con questi due termini? San Tommaso dice che la potestà equivale alla potenza attiva, cioè la capacità in un soggetto di compiere una determinata azione2 . Ma ancora non basta: si può avere in primo luogo una potenza attiva nell’ordine fisico per produrre un movimento in un composto fisico, come accade al medico che guarisce un ammalato, sul cui corpo egli ha dunque una potestà fisica; come accade ugualmente al costruttore che ha una potestà sui mattoni e sul cemento; in secondo luogo una potenza attiva in senso più lato, morale, per produrre un movimento anch’esso in senso lato, questa volta sulle potenze spirituali dell’uomo, che sono l’intelletto e la volontà: è il caso del maestro che insegna all’alunno, su cui ha una potestà morale in quanto ne guida l’intelligenza; o del comandante dell’esercito sui suoi subordinati per muoverne la volontà. L’autorità, dal verbo latino augere, cioè «aumentare» (designa l’azione di aumentare la perfezione in un soggetto), è la relazione che esiste tra chi è deputato ad aumentare il bene, cioè far raggiungere la perfezione di un determinato soggetto, e il soggetto stesso. Come si vede, dunque, l’autorità presuppone una potestà . Sia detto a margine che il termine, piuttosto moderno, di potere come verbo sostantivato (a nostra conoscenza assente dal lessico tomista), indica l’esercizio di una potestà, e non va con essa confuso. L’uso frequente che oggi se ne fa al posto del termine più preciso di «potestà» è chiaramente ideologico in quanto presuppone l’ipostatizzazione di un’azione, quella politica, sganciata da ogni finalità verso il bene comune, e pertanto costituisce un presupposto liberale, quindi totalitario, del concetto di governo (potere giustificativo del potere, come in Machiavelli4 ). Nella Chiesa esistono due forme di potestà che permettono di compiere la finalità per cui essa fu da Nostro Signore istituita: quella di ordine e quella di giurisdizione. La prima, che è quella di realizzare i sacramenti, si ricollega per analogia5 alla potenza attiva nell’ordine fisico, poiché si agisce sulla materia (es. pane, vino, acqua, olio) per produrre un effetto spirituale nell’anima, cioè la grazia santificante conferita dai sette sacramenti; la seconda è invece quella che si ricollega alla potenza attiva nell’ordine morale per guidare i sudditi, cioè i cristiani, verso la perfezione: governare, istruire e giudicare i fedeli significa infatti condurli al loro fine.

Colligite Fragmenta / 1a Domenica di Quaresima

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf, sempre nutriente e illuminante, che ci consente di approfondire, durante l'ottava, i doni spirituali della domenica precedente qui. Approfitto per rendere disponibile anche la bellissima, imperdibile, predica di don Alberto Secci, da ascoltare qui.

Colligite Fragmenta / 1a Domenica di Quaresima

Con la “Gesima”, le domeniche pre-quaresimali, abbiamo aggiunto un livello di contesto ai nostri contesti: le chiese della stazione romana. Ogni giorno di Quaresima ha, a Roma, per tradizione millenaria, una chiesa assegnata. Nei giorni feriali, le persone si riunivano in una vicina chiesa “colletta” e poi si mettevano in cammino cantando litanie penitenziali e inni alla chiesa di “sosta”, o “statio”, dove sarebbe stato celebrato il Sacrificio della Messa. I testi delle Messe quaresimali nel Vetus Ordo sono spesso collegati ai luoghi della Messa romana. In questa prima domenica di Quaresima, un tempo punto di ingresso in questa stagione solenne, è appropriato che la Messa sia nella chiesa primaziale della Città, la cattedrale del Vescovo di Roma, San Giovanni in Laterano, per secoli residenza dei Papi, nota come la “Chiesa madre e capo di tutte le chiese della Città e del mondo”. Poiché è una domenica, non un giorno di digiuno a Roma, non c'è una chiesa Colletta. Dovremmo prestare attenzione a queste Stazioni Romane e, come pellegrini in spirito, visitarle con la mente e il cuore ogni giorno. Questa è parte della nostra identità cattolica romana. Questa è la via.

martedì 11 marzo 2025

Insegnaci a contare i nostri giorni

Nella nostra traduzione da The Catholic Thing. I giorni di Quaresima sono giorni escatologici in cui ci prepariamo a incontrare Dio alla morte nel giudizio particolare. Anticipiamo anche la seconda venuta di Gesù nella gloria.

Insegnaci a contare i nostri giorni

Invecchiando, mi ritrovo a pensare di più alla morte. Non ho più la mia grinta e la mia resistenza giovanile. Riconosco di essere mortale. Morirò. "Settanta è la somma dei nostri anni, ottanta per i più forti" (Salmo 90). "Quanto all'uomo, le sue vie sono come l'erba che germoglia al mattino; egli fiorisce come un fiore di campo; perché il vento lo investe, e più non esiste, e il suo posto non lo riconosce più" (Salmo 103). "Signore, fammi conoscere la mia fine, e qual è la misura dei miei giorni; fammi sapere quanto è fugace la mia vita!" (Salmo 39). A causa della brevità della nostra vita, dobbiamo imparare a "contare correttamente i nostri giorni, affinché possiamo acquistare la saggezza del cuore" (Salmo 90).

La nostra vita può non essere lunga, ma ognuno di noi deve viverla in accordo con la propria particolare vocazione. "Stà fermo al tuo impegno e fanne la tua vita, invecchia compiendo il tuo lavoro." (Siracide 11:20) Come figli del Padre, la gloria della nostra vita è invecchiare svolgendo tutti i vari compiti che il Signore ci affidato. Dobbiamo supplicare Dio: "Rafforza per noi l'opera delle nostre mani! L'opera delle nostre mani rafforza!" (Salmo 90)

lunedì 10 marzo 2025

Dobbiamo davvero avviare una corsa agli armamenti per difenderci da una possibile aggressione russa?

Chiedo in anticipo scusa per la banalità delle considerazioni che seguono. Mi sono risolto a riportarle semplicemente perché continuo a ritrovare argomentazioni lunari intorno alla necessità di armarsi per difendersi dalla Russia. Perciò, vista la posta in gioco, forse è meglio ribadire anche l'ovvio.

TEMA: Dobbiamo davvero avviare una corsa agli armamenti per difenderci da una possibile aggressione russa?
 
SVOLGIMENTO:
1) Quali sono gli asset, i valori materiali che la Russia potrebbe desiderare dall'Europa?
Giacimenti minerari? Scorte di uranio?
Depositi di gas naturale? Giacimenti petroliferi? Terra coltivabile?
No, è del tutto evidente che in tutte queste cose è l'Europa ad essere carente, oltre ad essere un importatore netto dei relativi prodotti.
L'unico asset europeo desiderabile per la Russia è la sua capacità industriale, la manifattura.
Ma ovviamente per appropriarti della manifattura di un paese non ci fai la guerra contro, visto che una guerra tende a distruggere capacità produttiva e visto che sfruttare l'altrui capacità produttiva in maniera coattiva è impossibile (funziona solo per la manodopera servile).
Manifattura e industria a parte, l'Europa può solo offrire ai russi luoghi di villeggiatura.

Non tenere la spada della parola di Dio nel fodero

Una recente riflessione di Peter Kwasniewski che merita di essere ripresa.
Non tenere la spada della parola di Dio nel fodero
Jacques Philippe e Sant'Efrem il Siro sulla ricerca di rifugio e potere nella Scrittura
Peter Kwasniewski

Nell'immagine: Dopo la stampa di Aegidius Sadeler; un emblema di un re di Sicilia. Il testo è tratto dal Magnificat: “Ha mostrato la potenza del suo braccio”

La settimana scorsa ho condiviso alcuni consigli su come combattere il DOC e la scrupolosità. Tra i miei consigli c'era il seguente:
Evagrio Pontico scrisse un'opera straordinaria chiamata Talking back (rispondere) Contro i pensieri malvagi (un'edizione italiana -ndT) in cui consiglia all'eremita, quando tentato dal diavolo, di "rispondere" a lui usando la parola di Dio, come fece Nostro Signore nel deserto, perché questa parola ha il potere di scacciare gli spiriti maligni e di rafforzare l'uomo interiore. Allo stesso modo, Padre Jacques Philippe nel suo libro Assetato di preghiera dice che ci sono alcune battaglie per le quali l'unica arma è la spada della parola di Dio. Ecco cosa devi fare: rifornisci, dalla parola di Dio, la tua faretra di frecce e lanciale ogni volta che ne hai bisogno.

Riprenderà la celebrazione della Messa tradizionale in Cattedrale per il Pellegrinaggio di Pentecoste a Chartres!

Per quest'anno, si prefigurava la partenza da Notre Dame... ma lo scorso dicembre era abbastanza chiaro che Roma stava per sbarrare i cattolici dal duomo durante il pellegrinaggio di Pentecoste a Chartres. Potete leggerlo, in calce, nella nostra traduzione da Catholic News Agency. I precedenti a partire da qui
Lo stesso accadde per il pellegrinaggio a Covadonga [qui - qui]. La Messa finale fu celebrata nel campeggio dell'ultima tappa. Nella Cattedrale, solo (anche se non è poco) il Te Deum e la Benedizione del Santissimo Sacramento.

La nuova aria che tira in Vaticano – difficile non collegarla con l'ospedalizzazione di Bergoglio – sembra tuttavia persistere: apprendiamo da Facebook che il Vescovo ha annunciato che non ci saranno divieti, che la messa in latino sarà ammessa in cattedrale, e lui sarà lì ad accogliere i tradizionalisti, come ha sempre fatto (in effetti in precedenza li ha accolti, ma negando la celebrazione della Messa in Cattedrale. La foto risale al 2013).

Nessun accenno alla richiesta di approvazione della celebrazione. E 48 ore dopo che il capo del Dicastero del Culto Divino, l'esecutore della Traditionis custodes, aveva chiarito di non essere molto entusiasta di farla rispettare : in una recente intervista, per quanto dispersiva e confusionaria, mostra un cambiamento di registro [vedi].

In effetti l'unica cosa che è cambiata è che il Papa è in ospedale ed è molto malato, e quindi nell'impossibilità di far rispettare la sua volontà di emarginare coloro che celebrano la messa in latino. Sarà sempre più difficile imporre questa situazione alla Chiesa, anche se il Papa sopravvivesse, e anche se un successore avesse la stessa inclinazione.

Il cambiamento è reale. Deo gratias! Cominceremo con Chartres? E seguirà, a luglio, Covadonga, dove quest'anno ci sarà anche un Capitolo italiano [qui].

domenica 9 marzo 2025

Regalità sociale di Cristo. Inizia la Scuola in 10 lezioni

Su segnalazione dell'Osservatorio Cardinale Van Thuân.
Regalità sociale di Cristo. 
Inizia la Scuola in 10 lezioni

Cento anni fa, il pontefice Pio XI pubblicava una fondamentale enciclica per definire la dottrina cattolica sulla Regalità sociale di Nostro Signore Gesù Cristo e per fissarne la festa liturgica. L’enciclica Quas primas fu pubblicata l’11 dicembre 1925, ma senza attendere quella data, collocata in coda all’anno, molti la ricordano e la celebrano durante tutta questa annata: questo 2025 può essere considerato l’anno della Regalità sociale di Cristo. La Nuova Bussola Quotidiana e l’Osservatorio Cardinale Van Thuân dedicano quindi la prossima Scuola nazionale sulla Dottrina sociale della Chiesa, che si aprirà il prossimo venerdì 21 marzo con la Prolusione del Cardinale Raymond L. Burke, all’analisi dell’enciclica, spaziando anche sull’intero magistero di quel pontefice, ricco di insegnamenti e di prospettive.

Pio XI ha promulgato la Quadragesimo anno (1932), iniziando così la periodica commemorazione della Rerum novarum poi continuata dai suoi successori. La nostra Scuola dedicherà due lezioni a questa enciclica, una riguarderà il principio di sussidiarietà per la prima volta esposto nel paragrafo 80 del documento, mentre una seconda illustrerà i famosi passaggi dell’enciclica contro il monopolio internazionale della finanza, argomento quanto mai attuale. Altre lezioni presenteranno la Casti connubi (1930), tra i più alti insegnamenti della Chiesa sul matrimonio e la famiglia, e la Divini illius magistri (1929) sulla vera educazione cattolica. Si tratta di insegnamenti organici ed esigenti, validi ancora oggi.

Prima Domenica di Quaresima

Facciamo tesoro degli insegnamenti che ci aiutano a interiorizzare sempre più, seguendo il calendario liturgico, le ricchezze inesauribili della nostra fede oggi così neglette. Vedi precedente con cui integrare la meditazione che segue qui.

Prima Domenica di Quaresima

Intróitus Ps. 90, 15 et 16 - Invocábit me, et ego exáudiam eum: erípiam eum, et glorificábo eum: longitúdine diérum adimplébo eum.
Ps. 90, 1 - Qui ábitat in adiutório Altíssimi: in protectióne Dei coeli commorábitur. Glória Patri…
Ps. 90, 15 et 16 - Invocábit me …
Introito
Sal. 90, 15 e 16 - Mi invocherà e io lo esaudirò: lo libererò e lo glorificherò: lo sazierò di lunghi giorni. Sal. 90, 1 - Chi àbita sotto l’égida dell’Altissimo dimorerà sotto la protezione del cielo. Gloria al Padre… Sal. 90, 15 et 16 - Mi invocherà …

Solennità di questo giorno. 
Questa Domenica, la prima della santa Quarantena, è anche una delle più solenni dell'anno. Il suo privilegio, esteso con le ultime decisioni di Roma alle altre Domeniche di Quaresima (Costituzione Divino afflatu), e che per molto tempo lo ha solo condiviso con la Domenica di Passione e delle Palme, è quello di non cedere il posto a nessuna festa, neppure a quella del Patrono, o del Santo Titolare della Chiesa, o della Dedicazione. Negli antichi calendari è chiamata Invocabit, dalla prima parola dell'Introito della Messa; mentre nel Medio Evo la chiamavano Domenica delle torce, in seguito ad un'usanza che non sempre né dovunque pare motivata alla stessa maniera; in certi luoghi, i giovani che s'erano lasciati andare troppo alle dissipazioni del carnevale, dovevano, in quella domenica, presentarsi in chiesa con una torcia in mano, per fare pubblica soddisfazione dei loro eccessi.

sabato 8 marzo 2025

Europa al bivio tra economia di vita o di guerra.

No a una economia di guerra. Serve un piano Marshall per risollevare l’Ucraina. L’Europa ritrovi sé stessa e le sue classi dirigenti siano di nuovo artefici di pace e di progresso. L’intervento di Benedetto Delle Site, presidente nazionale Movimento Giovani Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) e di Roberto Mezzaroma, architetto, imprenditore nel settore delle costruzioni e già deputato al Parlamento europeo. Qui l'indice degli articoli sulla guerra in Ucraina.

Europa al bivio tra economia di vita o di guerra.
Di Benedetto Della Site e Roberto Mezzaroma

Come persone d’impresa e come cattolici, non possiamo restare silenti di fronte al tentativo di instradare l’Europa verso una corsa al riarmo, allontanando pericolosamente le due sponde dell’Atlantico. Non è un’economia di guerra ciò di cui ha bisogno oggi l’Europa bensì, come ci ha insegnato il Santo Padre Francesco a cui restiamo uniti spiritualmente anche in queste ore difficili, una economia della vita, che la difenda in tutte le sue fasi e dimensioni. Una economia di pace.

La grande forza morale dell’Europa risiede precisamente nel binomio fra pace e sviluppo, secondo i principi dell’economia sociale di mercato e della dottrina sociale della Chiesa, abbracciati dai padri fondatori, i quali fedeli a questa ispirazione hanno garantito mezzo secolo di assenza di conflitti nel Vecchio Continente.

Mons. Viganò / Parce, Domine. Omelia per il mercoledì delle Sacre Ceneri

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.

Parce, Domine
Omelia per il mercoledì delle Sacre Ceneri

Flectamus iram vindicem,
ploremus ante Judicem;
clamemus ore supplici,
dicamus omnes cernui:
Parce, Domine;
parce populo tuo:
ne in æternum irascaris nobis.
La divina Liturgia ci accompagna attraverso l’anno solare come in uno specchio, nel quale vediamo compendiata e rappresentata la storia della Redenzione. Il tempo d’Avvento ci rimanda all’attesa del Messia nell’antica Legge; il tempo di Natale celebra la Sua santissima Incarnazione; la santa Quaresima e il tempo di Passione ci riportano ai tempi che precedettero il Sacrificio della Croce; il tempo di Pasqua celebra la Resurrezione e l’Ascensione al cielo del Signore; il tempo di Pentecoste ripercorre la vita terrena del Salvatore, i Suoi miracoli, i Suoi insegnamenti; e alla fine del ciclo liturgico – così come al suo principio – siamo proiettati alla fine dei tempi, al Giudizio universale, al premio o alla condanna di tutti e ciascuno. Le stesse stagioni dell’anno, in qualche modo, accompagnano questo riepilogo sacro della storia della Salvezza, sicché nei rigori dell’inverno comprendiamo le pene del Re Bambino nato in una mangiatoia, e nel risveglio della natura in primavera possiamo vedere l’omaggio del Creato al Signore che risorge e trionfa sulla morte.

Il 'Veni Sanctificator'

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement ancora una volta un magnifico commento per una preghiera sublime. Si riallaccia ai precedenti Il Suscipe Sancte Pater qui - qui e L'Offérimus tibi, Dómine qui.

Il 'Veni Sanctificator'

Dopo essersi inchinato per recitare l'In spiritu humilitatis, il sacerdote si alza, alza le mani in cerchio e alza gli occhi al cielo. Come nota Gregory DiPippo, "È lo stesso gesto che fa all'inizio del Gloria, del Credo e del Canone, a indicare l'importanza dell'azione".

Poi il sacerdote fa il segno della croce sul pane e sul vino mentre dice:
Veni, Sanctificátor, onnipotens aeterne Deus: et bénedic hoc sacrificium, tuo sancto nómini praeparátum.
Che traduco come:
Vieni, o Santificatore, Dio onnipotente ed eterno, e benedici questo sacrificio preparato nel Tuo santo nome.
Dopo essere apparso per la prima volta nel Messale irlandese di Stowe (inizio del IX secolo), il Veni Sanctificator trovò posto in vari Messali medievali in diversi punti durante l'Offertorio, mentre negli ordines italiani occupa il posto che ha ancora nel Messale Romano del 1570/1962. [1]

venerdì 7 marzo 2025

L'aspirazione verso l'alto di Michelangelo

Ricorreva ieri il 550° anniversario della nascita di Michelangelo Buonarroti, genio del Rinascimento nato il 6 marzo 1475! Scultore, pittore, architetto, poeta ecc.. ci ha regalato capolavori immortali come il David e la Cappella Sistina. Un talento ineguagliabile che Massimo Scapin commemora nel testo che segue, nella nostra traduzione da OnePeterFive.

L'aspirazione verso l'alto di Michelangelo

Oggi [ieri 6 marzo -ndT] celebriamo il 550° anniversario della nascita di Michelangelo Buonarroti, l'artista più tormentato e rivoluzionario del Rinascimento, la cui influenza ha plasmato in modo indelebile Firenze, Roma e la storia dell'arte come la conosciamo. Nato il 6 marzo 1475 a Caprese, vicino ad Arezzo, in Toscana, dove suo padre Ludovico era podestà, l'impatto di Michelangelo sul mondo dell'arte rimane senza pari.

A soli 13 anni, Michelangelo si trasferì a Firenze, dove studiò pittura sotto Domenico Ghirlandaio († 1494). Tuttavia, presto si concentrò sulla scultura, la sua vera vocazione. Sotto il patrocinio di Lorenzo de' Medici († 1492), Michelangelo approfondì la sua comprensione dell'anatomia umana studiando le statue classiche nella collezione dei Medici. Nel 1496, si trasferì a Roma e creò la sua prima Pietà, un capolavoro scolpito all'età di 23 anni, che è ora esposto alla porta del Giubileo della Basilica Vaticana. Al ritorno a Firenze, realizzò il David, simbolo della Repubblica fiorentina, e la Sacra Famiglia ( Tondo Doni ). Nel 1504, fu incaricato, insieme a Leonardo da Vinci († 1519), di affrescare Palazzo Vecchio. Tuttavia, il progetto rimase incompiuto poiché Papa Giulio II († 1513) richiamò Michelangelo a Roma per lavorare alla sua tomba.

Il Cardinal Roche rinnega Traditionis custodes!

Da non credere! su The Catholic Herald il Cardinale Roche afferma: "Non c'è niente di male a partecipare alla messa celebrata col Messale del 1962, accettato dai tempi di Giovanni Paolo II, Benedetto e ora Francesco... Celebro spesso la Messa in latino!” Ovviamente la 'Messa in latino' da lui celebrata non poteva essere altro che la versione latina del Novus Ordo... Stavo per pubblicare l'intervista, peraltro prolissa e dispersiva, tradotta da The Catholic Herald; ma poi invece trovo e traduco da New Liturgical Movement, il commento-sintesi assolutamente geniale di Gregory di Pippo che trovate di seguito. Precedenti qui - qui - qui - qui; qui le dichiarazioni più gravi; qui l'indice degli articoli in tema.

Il Cardinal Roche rinnega Traditionis custodes!

Roche prega per Bergoglio
in P.za San Pietro
Da quando Traditionis Custodes è stato emanato più di 3 anni e mezzo fa, i suoi difensori hanno faticato a trovare una spiegazione logica per la sua emanazione. Ciò non sorprende. Il motu proprio Summorum Pontificum, per ripudiare il quale è stato scritto, era il frutto di decenni di attenta meditazione sul problema della liturgia della Chiesa, da parte di una delle menti più sottili dei nostri tempi. E i problemi teologici e pastorali che Benedetto XVI ha affrontato con tale saggezza e sensibilità non sono per nulla meno reali e seri ora di quanto non lo fossero quando l'ha emanato. Questo è un fatto che non cambierà nel corso della nostra vita.

Traditionis Custodes, d'altro canto, era soprattutto un'espressione di paura, la paura dei rivoluzionari che sanno che la loro rivoluzione sta morendo, perché non interessa alle generazioni emergenti. Sarebbe sempre stata una prospettiva difficile difendere lo spettacolo di uomini tra i 70 e gli 80 anni che rimproverano con rabbia le persone tra i 18 e i 20 anni dicendo loro che devono stare al passo con i tempi, ma ci hanno sicuramente provato.

Il futuro corso della Chiesa

Nella nostra traduzione da Rorate caeli un richiamo che a noi può sembrare scontato; ma che nella situazione attuale purtroppo va riaffermato con vigore . Arciv, Aguer: "La Chiesa vive della Tradizione, deve sempre ritornare ad essa, soprattutto quando le è stata indifferente o se ne è allontanata, affascinata dall’agenda mondana."

Il futuro corso della Chiesa
dell'arcivescovo Hector Agüer
Emerito di La Plata Buenos Aires, 3 marzo 2025

Quando un pontificato dura molti anni, è naturale pensare a cosa accadrà quando finirà. I cattolici guardano al futuro della Chiesa. Cosa è aspettarci, dunque, per il tempo a venire?

La Chiesa vive della Tradizione, deve sempre ritornare ad essa, soprattutto quando le è stata indifferente o se ne è allontanata, affascinata dall’agenda mondana. La Tradizione non è una mera ripetizione della stessa cosa, ma una realtà viva che cresce e si sviluppa. Molti secoli fa, San Vincenzo de Lerins enunciò la sua legge: “ In eodem scilicet dogmate, eodem sensu, eademque sententia ”: cioè uno sviluppo in cui la Tradizione rimane sempre identica, ma sempre nuova. Questa è la sua ricchezza. La Chiesa dei prossimi anni deve ritornare alla ricchezza della Tradizione. In molti Paesi, i giovani lo hanno capito, mentre i più anziani rimangono attaccati alle novità passeggere. Questo fatto, che si può dimostrare statisticamente, è paradossale.

giovedì 6 marzo 2025

La “res nova” odierna è la separazione tra naturale e soprannaturale nella vita politica

Precedenti a partire da qui. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
La “res nova” odierna è la separazione tra naturale
e soprannaturale nella vita politica


Nel 2025 saranno trascorsi 100 anni dalla pubblicazione della lettera enciclica Quas Primas (11/12/1925) di Pio XI, nella quale venne proclamata la regalità sociale di Cristo. Questa è un’occasione propizia per riflettere sulla validità dei suoi insegnamenti.

È opportuno partire dallo stato attuale della vita sociale ai nostri giorni. L’analisi offre il seguente panorama: assenza di giustizia e, quindi, di pace. Assenza di giustizia, innanzitutto, poiché prevale la “verità fattuale” degli interessi e non il bene comune. Da tempo ormai “ciò che è comune” è scomparso dall’orizzonte della vita nei Paesi. È vero che le ingiustizie venivano commesse anche prima della modernità, ma è anche vero che, almeno allora, il primato del “comune” sull’individuale era ancora valido.

R. Garrigou-Lagrange - «La nouvelle théologie : oú va-t-elle? Elle revient au modernisme». Redazione e “Note di commento” di Paolo Pasqualucci

Ripubblico - a richiesta e in riferimento a questa analisi - la nota e il commento di Paolo Pasqualucci ad un testo di R. Garrigou Lagrange, non facile ma molto rivelatore dei prodromi della temperie attuale, inviatoci nell'originale francese. Il commento è opportuno al fine di render più chiare alcune verità di fede, del resto così ben illustrate da Garrigou-Lagrange. Pasqualucci si è soffermato, ad esempio, sul concetto di "causa formale". Infatti, chi lo comprende, oggi, che si è rinunciato al principio di causalità in tutte le sue forme?  Non mancano alcuni agganci polemici con la triste attualità della Chiesa, ineludibili, anche per far vedere la continuità tra gli errori del recente passato e quelli del presente.
Lo ringrazio toto corde, sia per il testo che per l'accurato e proficuo lavoro che mette a nostra disposizione.
Metto il corposo documento a disposizione [qui] per i lettori francofoni e per i molti altri che leggono agevolmente il francese; ma vi anticipo che sarà presto disponibile anche la traduzione in italiano, che metterò in evidenza tra le Pagine fisse consultabili nella colonna in alto a destra del blog, nel novero del nostro costante impegno di allargare l'attenzione all'orizzonte internazionale, sia nell'intento di superare l'autoreferenzialità, che per l'esigenza di arricchire i nostri contenuti con l'approfondimento di temi e testi di particolare rilievo. 

GARRIGOU-LAGRANGE, Réginald : La nouvelle théologie :
oú va-t-elle?  Elle revient au modernisme


Note di commento, di Paolo Pasqualucci

Queste “note” riguardano solo alcuni punti dell’articolo di Garrigou-Lagrange.

1. La necessaria aggiunta nel titolo.  La frase “elle revient au modernisme”, di cui al titolo dell’articolo, non si trova nel titolo originale ma nel testo, ove il concetto che essa esprime è ribadito più volte.  L’ho aggiunta al titolo al fine di  render subito chiaro il contenuto dell’articolo.

mercoledì 5 marzo 2025

Mercoledì delle Ceneri

Vedi anche:  Il tempo di Quaresima ; L'inizio della Quaresima e l'ideale di mortificazione volontaria - Cristiano Lugli ; Quaresima, palestra per l'anima e per il corpo - Cristina Siccardi

L’appello del profeta
Ieri il mondo si agitava nei piaceri e gli stessi cristiani si abbandonavano ai leciti divertimenti; ma questa mattina ha squillato la sacra tromba di cui parla il Profeta Gioele per annunciare l’apertura solenne del digiuno quaresimale, il tempo dell’espiazione, I’imminente avvicinarsi dei grandi anniversari della nostra salvezza.
Destiamoci, cristiani, e prepariamoci a combattere le battaglie del Signore. L’armatura spirituale Ricordiamoci, però, che nella lotta dello spirito contro la carne dobbiamo essere armati: ecco perché la santa Chiesa ci raccoglie nei suoi templi per iniziarci alla milizia spirituale.
San Paolo ce ne ha già fatto conoscere i dettagli della difesa con queste parole: «Siate dunque saldi, cingendo il vostro fianco con la verità vestiti della corazza della giustizia, avendo i piedi calzati in preparazione al Vangelo di pace. Prendete soprattutto lo scudo della fede, l’elmo della saldezza e la spada dello spirito, cioè la Parola di Dio». Il principe degli apostoli aggiunge: «Avendo Cristo patito nella carne, armatevi anche voi dello stesso pensiero ».
Ricordandoci oggi la Chiesa questi apostolici insegnamenti, ne aggiunge un altro non meno eloquente, obbligandoci a risalire al giorno della prevaricazione, che rese necessarie quelle lotte che stiamo per intraprendere e le espiazioni attraverso le quali dobbiamo passare.

Colligite fragmenta / Domenica di Quinquagesima

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf, sempre nutriente e illuminante, che ci consente di approfondire, durante l'ottava, i doni spirituali della domenica precedente qui
L'inizio del ciclo pasquale con la Dominica in septuagesima [qui - Colligite qui] ; Dominica in sexagesima [qui - Colligite qui]


Colligite fragmenta / Domenica di Quinquagesima 

Con la domenica di Quinquagesima siamo alle soglie della stagione della Quaresima. La Santa Madre Chiesa ci ha preparato al combattimento spirituale attraverso queste domeniche preparatorie. Quando segui il Vetus Ordo del Rito Romano, la Quaresima non può mai coglierti di sorpresa. Come parte del nostro armamento per la battaglia, questa domenica ci chiede di considerare il tema della carità e il potere della fede.

La lettura dell'Epistola da 1 Corinzi 13:1-13 è tra i passaggi più sublimi e famosi di tutta la Sacra Scrittura. Ispirato dallo Spirito Santo, San Paolo esalta l'eccellenza della carità ("amore", greco agápe ):
Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore ( agápe ), sarei un bronzo risonante o uno squillante cembalo (v. 1).

Durante questa “veglia”, ogni sera a San Pietro si canta il canto gregoriano… ma quasi nessuno canta. Perché?

Da un prete, via Fr. Z, qui nella nostra traduzione. Qui l'indice egli articoli sulla Latina Lingua
Durante questa “veglia”, ogni sera a San Pietro si canta 
il canto gregoriano… ma quasi nessuno canta. Perché?

Scrive un sacerdote:
Come sicuramente avrete notato, ogni sera in piazza San Pietro, una piccola schola canta l'Oremus pro Pontifice per il Santo Padre. (clicca sull'immagine per ingrandire)-
È un gesto contemporaneamente riverente e tradizionale, ma incredibilmente semplice. Per chi di noi è a conoscenza, però, i video del canto notturno di questa antifona danno uno sguardo agli effetti della riforma liturgica sulla Chiesa in generale:
  1. Il Movimento Liturgico avrebbe dovuto riportare il canto al suo posto di orgoglio. Ogni sera, fedeli, religiosi e sacerdoti presenti fissano la scuola senza capire il significato del canto. Su questo punto, se il Movimento Liturgico avesse avuto successo, questo sarebbe un punto fondamentale del repertorio cattolico; un canto comune cantato regolarmente nelle parrocchie.

martedì 4 marzo 2025

La Venerazione del Santissimo Volto

Mentre sulla terra si festeggia il martedì grasso, in cielo si contempla il Volto Santo. Oggi ricorre la festa del Volto Santo di Nostro Signore. Una bellissima devozione da recuperare. Per questo continuiamo a disseppellire, e comunque a ricordare o a riscoprire i tesori de La Catholica. Per l'occasione, possiamo cercare di approfondire il volto santo per eccellenza, la Sindone [qui - qui - qui - qui - qui]. La sua storia, le sue peripezie (non del tutto chiare ma tracciabili), la sua veridicità.

La Venerazione del Santissimo Volto

La Beata Maria Pierina de' Micheli, nel 1938, mentre era raccolta in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, vide in un'apparizione la Madonna che le diede uno scapolare.
Raffigurava il Santo Volto di Gesù, circondato dalla scritta “Domine, vultum tuum super nos” ovvero “Signore, fa brillare il tuo Volto su di noi” e la Santissima Eucarestia, circondata da raggi e dalla scritta “Mane nobiscum, Domine” cioè “Resta con noi, Signore”. La Madre di Gesù disse pressappoco così: “Questo scapolare è un pegno d'amore e di misericordia che Gesù vuole dare al mondo in questi tempi di odio contro Dio e la Chiesa. È necessario un rimedio divino. E questo rimedio è il Santo Volto di Gesù. Tutti quelli che indosseranno uno scapolare come questo e faranno, potendo, ogni martedì una visita al Santissimo sacramento per riparare gli oltraggi ricevuti dal Santo Volto di mio Figlio durante la sua Passione verranno fortificati nella fede, saranno pronti a difenderla superando le difficoltà e avranno una morte serena sotto l'amabile sguardo del mio Divin Figlio".
In seguito, lo scapolare fu sostituito, per comodità, con una medaglia. Il culto ne fu approvato il 9 agosto 1940 e la celebrazione, ne fu sancita per ogni martedì, soprattutto il martedì grasso.

Marcello Veneziani / Giudicheremo Trump dai risultati

Qui l'indice degli articoli sullaguerra in Ucraina.
Giudicheremo Trump dai risultati

Tra ricatti e spintoni Donald Trump trascina il mondo sulla via della pace. Tra baci sulla testa e messaggi di pace Joe Biden ci portava sulla via della guerra. La differenza è qui. C’è chi si sofferma sul metodo e chi invece punta al risultato. C’è chi giudica i mezzi e chi valuta i fini. Se il dito indica la luna, c’è chi si sofferma sul dito, anzi sulla manona manesca, e chi invece è proteso verso la luna, l’obbiettivo. Naturalmente potremo dar ragione a Trump se e quando porterà a casa il risultato, quando cioè la pace e un ragionevole equilibrio mondiale riuscirà a essere ristabilito e nessuno dovrà soffrirne troppo, anzi ciascuno alla fine starà meglio rispetto a prima.