Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 21 ottobre 2024

Come si concilia il professare il valore delle antiche tradizioni orientali con il non accordare un uguale rispetto alle proprie?

Una riflessione interessante, che molto dà da pensare sul diverso atteggiamento, divenuto addirittura avversione e persecuzione, nei confronti del Rito tradizionale latino.
Come si concilia il professare il valore delle antiche tradizioni
orientali con il non accordare un uguale rispetto alle proprie?

Le Chiese orientali
La conservazione e la promozione in Occidente dell’antica tradizione liturgica occidentale ha rilevante importanza per i cristiani di altre antiche tradizioni liturgiche, sia di quelle che sono in piena comunione con la Santa Sede sia di quelle che non lo sono. Il rispetto per il rito romano classico e il suo continuo uso è un necessario corollario pratico della costante politica ufficiale della Santa Sede di rispetto per la tradizione delle Chiese orientali.

La promozione dell’unità e il rispetto per le tradizioni orientali.
Papa Leone XIII chiarì e sottolineò l’attitudine appropriata di rispetto per i riti orientali, specialmente nella sua enciclica Orientaliun Dignitas (1894). Parlando della Santa Sede in relazione alle Chiese orientali, egli dichiara: Né trascurò mai di vigilare affinché in quei popoli si conservassero sempre integre le consuetudini loro proprie e le forme dei sacri riti, che essa nella sua sapienza e potestà aveva riconosciute legittime.

Il Card. Zen avverte che il Sinodo mira a "rovesciare" la gerarchia della Chiesa verso "un sistema democratico"

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews. Card. Zen : "Lo scopo di questo Sinodo è quello di rovesciare la classe gerarchica della Chiesa e implementare un sistema democratico... Il Papa ha il diritto di convocare qualsiasi riunione consultiva, ma il Sinodo dei vescovi, introdotto da Paolo VI, era stato concepito specificamente per consentire al Papa di ascoltare le opinioni dei suoi fratelli vescovi". Con i "non vescovi che votano insieme, non è più un Sinodo dei vescovi". Qui trovate diversi interventi del card. Zen. Qui un mio articolo sulla sinodalità.

Il Card. Zen avverte che il Sinodo mira a "rovesciare" la gerarchia
della Chiesa verso "un sistema democratico"


Il cardinale Joseph Zen ha lanciato un forte monito sul Sinodo sulla sinodalità e sulle persistenti divisioni che ne derivano, affermando che il "futuro della Chiesa" è "incerto" se non si risolvono i problemi. Il vescovo emerito di Hong Kong ha esordito dicendo: "Sono molto preoccupato di come questa cosiddetta "sinodalità" del Sinodo dei Vescovi possa concludersi senza intoppi".
Il suo ultimo saggio, pubblicato 17 ottobre, rinnova il suo preoccupazione e critica preventiva sul Sinodo sulla sinodalità, ma si collega anche alla controversa dichiarazione del 2023. Fiducia Supplicans [vedi] che ha approvato le "benedizioni" di coppie dello stesso sesso. La sinodalità per "rovesciare" la gerarchia della Chiesa
Zen ha presentato una comprensione tradizionale del sinodo, spiegando che "c'è un documento della Chiesa che definisce il Sinodo (riunione), come un fatto storico importante della Chiesa, una struttura nella storia attraverso la quale la gerarchia guida la Chiesa".

domenica 20 ottobre 2024

Aggiornamento del programma del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum 2024

Precedenti qui - qui.
Aggiornamento del programma del 13º Pellegrinaggio 
Populus Summorum Pontificum 2024

A pochi giorni dall’inizio del 13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum (Roma 25/27 ottobre) ci sono modifiche nel programma dell'atteso appuntamento dei coetus fidelium di tutto il mondo, a causa della improvvisa indisponibilità della Basilica minore dei Santi Celso e Giuliano, improvvisamente e improvvidamente chiusa per lavori che forse bastava spostare di qualche giorno. Di seguito trovate il comunicato ufficiale ed il programma aggiornato.

Da venerdì 25 a domenica 27 ottobre 2024
Roma e Città del Vaticano
13º Pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum


A causa di lavori improvvisamente disposti nella Basilica minore dei Santi Celso e Giuliano a partire da lunedì 14 ottobre, la prevista Santa Messa solenne celebrata da mons. Gilles Wach I.C.R.S.S., Priore Generale dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote, non potrà aver luogo. I fedeli che lo desiderano potranno assistere alla Santa Messa delle ore 7:15 celebrata nella Chiesa parrocchiale della Santissima Trinità dei Pellegrini. Quindi il programma verrà eseguito come di seguito.

Domenica XXII dopo Pentecoste (Si iniquitátes observáveris)

L'uomo è sacro perché appartiene solo a Colui di cui è immagine. Rendete dunque a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio.
Domenica XXII dopo Pentecoste

Intróito
Ps. 129, 3-4. Si iniquitátes observáveris, Dómine: Dómine, quis sustinébit? quia apud te propitiátio est, Deus Israël.
Ps. ibid., 1-2. De profúndis clamávi ad te, Dómine: Dómine, exáudi vocem meam. Glória Patri.

Orátio
Deus, refúgium nostrum et virtus: adésto piis Ecclésiæ tuæ précibus, auctor ipse pietátis, et præsta; ut, quod fidéliter pétimus, efficáciter consequámur. Per Dóminum.
Introito
Sl. 129, 3-4. Se tieni conto delle colpe, o Signore, Signore, chi mai potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono, o Dio di Israele.
Dal fondo della mia angoscia a te, o Signore; Signore, ascolta la mia supplica! Gloria al Padre.

Colletta
Dio, nostro rifugio e nostra forza, ascolta le fervide preghiere della tua Chiesa, tu che sei la sorgente stessa della pietà, e concedici di ottenre realmente ciò che domandiamo con fede. Per il nostro Signore.

Messa 
Secondo Onorio di Autun la Messa di oggi richiama i tempi dell'Anticristo (Gemma animae, l. IV, 93). La Chiesa volgendo i suoi occhi nel futuro al regno di questo uomo del peccato (2Ts 2,3), e come se già provasse la persecuzione finale, prende l'Introito dal Salmo 129.
Se, insieme al senso profetico che hanno oggi le parole di questo salmo, noi vogliamo una applicazione presente e pratica, data la nostra miseria, richiamiamo il Vangelo della settimana precedente, che era una volta il Vangelo di questa Domenica. Ciascuno di noi si riconoscerà nel debitore che non può pagare e può sperare soltanto nella bontà del padrone e, nella confusione della nostra anima umiliata, grideremo: Se tu, o Signore, consideri le iniquità, chi può resistere davanti a te?

sabato 19 ottobre 2024

Martino Mora / Puntualizzazioni al padre Farè

Tradizione versus conservatorismo.
Martino Mora / Puntualizzazioni al padre Farè

In un suo video, padre Giorgio Maria Farè ha tirato in causa il mio articolo [da noi ripreso in una discussione e riportato in nota con il link all'omelia di p. Farè -ndr], in cui affermavo essere insostenibile la sua posizione.

Dopo avere affermato, con una certa strafottenza, che a differenza mia lui è laureato in teologia (come se non fossero proprio le facoltà di teologia, da decenni, il focolaio di ogni eterodossia), il padre Farè afferma che io gli avrei attribuito in maniera non corretta, non avendo letto le sue glosse, posizioni che non gli appartengono.
Credo di compiere una sintesi onesta se riassumo le sue principali obiezioni.

I vescovi norvegesi firmano dichiarazione ecumenica: «Esistono solo due sessi»

Indice degli articoli su Bergoglio ì, lobby gay, ambiguità.
I vescovi norvegesi firmano dichiarazione ecumenica:
«Esistono solo due sessi»


I vescovi norvegesi firmano dichiarazione ecumenica: «Esistono solo due sessi» Insieme a circa 30 altre comunità cristiane in Norvegia, i vescovi cattolici hanno firmato una dichiarazione ecumenica sulle questioni della teoria del genere e della sessualità, per dare «un contributo costruttivo»; il documento intitolato “Dichiarazione ecumenica sulla diversità di genere e sessuale” è stato pubblicato ieri e «nasce in preghiera, dal nostro impegno per la nostra nazione e dal desiderio di costruirla», afferma il presidente della Conferenza episcopale nordica, Erik Varden von Trondheim.

In un’intervista con Cna Deutsch, il vescovo ha spiegato: «Il progetto ha come sottofondo una dichiarazione ecumenica del 2016 sul matrimonio, di cui anche i vescovi cattolici sono stati cofirmatari. Un seminario tenutosi questa primavera ha stimolato l’idea che sarebbe potuto essere costruttivo prendere in considerazione una dichiarazione simile sulla questione della “diversità” sessuale e di genere, un argomento attualmente molto discusso e che incide profondamente sulla vita di molte persone».

70 anni fa l’enciclica Ad Caeli Reginam di Pio XII

Qui l'indice degli articoli su Pio XII.
70 anni fa l’enciclica Ad Caeli Reginam di Pio XII

In questo mese ricorrono 70 anni dalla promulgazione dell’enciclica di Pio XII Ad Caeli Reginam. Era, infatti, l’11 ottobre 1954 quando papa Pacelli decise di istituire la festa della regalità di Maria Santissima. La Madre di Dio, da sempre nella tradizione della Chiesa, è considerata Regina, come ben evidenziato nelle Litanie Lauretane: Regina degli angeli, dei patriarchi, dei profeti, degli apostoli, dei martiri, dei confessori della fede, delle vergini, di tutti i santi, concepita senza peccato, assunta in cielo, del rosario, della famiglia, della pace.

La devozione costante della Cattolicità per Maria Vergine, culminata con la proclamazione del dogma della sua Assunzione in Cielo in anima e corpo da parte di Pio XII, il 1° novembre 1950, con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus, è stata coronata con il riconoscimento del potere regale della Madonna attraverso la festa del 31 maggio, a chiusura del mese mariano, al fine di ricorrere alla Madre di Dio, imitandone le virtù, impetrando la forza nelle tribolazioni, la pace fra i popoli e la visione eterna del suo Figlio divino. Tuttavia, a causa della rivoluzione liturgica, con il nuovo calendario del 1969, la memoria obbligatoria della Beata Vergine Maria Regina fu trasferita al 22 agosto.

venerdì 18 ottobre 2024

Silenzioso e sorridente, Papa Francesco offre un’apertura ai sostenitori del 'transgender'

Nella nostra traduzione da Catholic Culture l’articolo di Phil Lawler suk recente incontro di Bergoglio con i sostenitori della “terapia per il cambiamento di sesso”.
Silenzioso e sorridente, Papa Francesco
offre un’apertura ai sostenitori del 'transgender'


Non è che Papa Francesco abbia detto che la Chiesa cattolica dovrebbe porre fine alla sua opposizione alle operazioni di cambio di sesso. Lo ha fatto 
  • consentendo ad un incontro con i sostenitori della “terapia per il cambiamento di sesso” organizzato da suor Jeannine Gramick del New Ways Ministry, la quale “voleva che Papa Francesco ascoltasse direttamente i cattolici transgender e intersessuali e coloro che li sostengono”.
  • Di fatto non ha rilasciato alcuna dichiarazione pubblica per esprimere riserve sulle argomentazioni dei sostenitori della “transizione”, ma ha rifiutato di riaffermare l’insegnamento – emesso solo pochi mesi fa nella Dignitas Infinita [vedi] – secondo cui “qualsiasi intervento di cambio di sesso, di norma, rischia di minacciare la dignità unica che la persona ha ricevuto dal momento del concepimento”.

Al capezzale dell’Europa in agonia Il 16mo Rapporto dell’Osservatorio Van Thuân

Volentieri condivido su segnalazione dell'dell’Osservatorio Van Thuân.
Al capezzale dell’Europa in agonia
Il 16mo Rapporto dell’Osservatorio Van Thuân
Stefano Fontana

Nel mese di ottobre, da sedici anni a questa parte, l’Osservatorio Cardinale Van Thuân pubblica il suo Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo. Ogni anno una quindicina di esperti affrontano criticamente il “problema dell’anno”, vale a dire il fenomeno socialmente e politicamente più rilevante e che merita la nostra preoccupata attenzione. Il punto di vista di queste analisi monografiche è, naturalmente, la Dottrina sociale della Chiesa, i suoi principi, criteri e direttive di azione. In questo nostro tempo non si sente parlare granché di Dottrina sociale della Chiesa, un sapere ecclesiale che rischia di venire dimenticato nella fretta di buttarsi nelle cose da fare senza però criteri non generici alle spalle. Per questo motivo l’uscita annuale dei Rapporti dell’Osservatorio può essere considerata un unicum che merita attenzione e promozione.

giovedì 17 ottobre 2024

Può esistere la coscienza senza cervello?

Nella nostra traduzione da The Epoch Times. Gli scienziati hanno dedicato innumerevoli sforzi alla ricerca dell’elusivo correlato anatomico della coscienza. Ciononostante, le origini e la collocazione di quest’ultima restano poco chiare. L'articolo illustra le scoperte che consentono ipotesi interessanti; es: "le vibrazioni nelle molecole lipidiche all’interno della guaina mielinica possono creare coppie di fotoni aggrovigliati quantisticamente. Ciò suggerisce che questo aggrovigliamento quantistico potrebbe aiutare a sincronizzare l’attività cerebrale, fornendo intuizioni sulla coscienza."

Può esistere la coscienza senza cervello?
Dr. Yuhong Dong, medico, e Makai Allbert
28 settembre 2024, aggiornato il 5 ottobre 2024

Questa è la prima parte di “Da dove viene la coscienza?”.

Questa serie di articoli analizza le ricerche svolte da rinomati medici per sviscerare questioni profonde sulla coscienza, sull’esistenza e su cosa possa trovarsi al di là di esse.
“Come neurochirurgo, mi è stato insegnato che il cervello crea la coscienza”, ha affermato il Dr. Eben Alexander, che ha scritto in dettaglio sui suoi studi sulla coscienza di persone in coma profondo.

È probabile che a molti dottori e studenti di medicina sia stata insegnata la stessa cosa sulla coscienza. Ma gli scienziati stanno ancora dibattendo se questa teoria sia vera.

Un giorno, un anno, una vita... Dentro il Medioevo e fuori dal tempo

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis continua il nostro excursus sul tempo: precedenti qui - qui - qui - qui. Sembra cogliere nel segno con la distinzione tra il Medioevo senza tempo e il Rinascimento "secolare". Ad esempio: una delle cose più interessanti del canto gregoriano è che non annota il ritmo. La scuola di Notre Dame (intorno al 1200) fu la prima a introdurre la notazione ritmica nella musica occidentale. In altre parole, questi compositori fecero uno sforzo deliberato per quantificare il tempo. Probabilmente non è una coincidenza che quasi subito dopo sia sorto il Rinascimento. In effetti, senza notazione, il ritmo si afferma in modo naturale e in questo caso il canto gregoriano porta meravigliosamente e profondamente fuori dal tempo perché diventa preghiera. E, tornando al fuori del tempo monastico, è evidente che lasciarsi il tempo alle spalle può avere un forte impatto anche sul cuore dell'uomo contemporaneo... A me viene in mente la parabola di Marta e Maria e, per chi è nel 'mondo', il giusto equilibrio tra i due atteggiamenti.

Un giorno, un anno, una vita...
Dentro il Medioevo e fuori dal tempo


Consideriamo la seguente miniatura tratta da un manoscritto italiano del XIV secolo: (immagine a lato)

Le persone raffigurate qui sono i Maccabei, un gruppo di insorti ebrei che ottennero il controllo della Giudea in un periodo in cui era governata da stranieri. Nel Medioevo, i Maccabei erano visti come precursori simbolici dei Crociati, che combatterono anche loro per ottenere il controllo della Giudea, che era diventata un luogo sacro anche per i cristiani. Il problema è che i Maccabei, nonostante fossero guerrieri mediorientali vissuti nel II secolo a.C., assomigliano molto ai cavalieri europei del XIV secolo d.C.

E poi abbiamo questo, dipinto circa cento anni dopo:

L'artista ci mostra Alessandro Magno che combatte contro Dario III. Ciò accadde nel IV secolo a.C. Ancora una volta, la battaglia sembra stranamente medievale.

mercoledì 16 ottobre 2024

Il tempo nella Via Media / Vita medievale: un viaggio attraverso i cicli verso la città celeste

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis l'articolo che segue, dopo la illustrazione della visione del tempo nella via media medievale, accenna all'Umanesimo rinascimentale propedeutico all'illuminismo che rappresenta lo sviluppo tardivo dell'inversione dell'ordine cosmico, per poi tornare alla prospettiva che trascende il tempo del monastero, che approfondirà nell'articolo successivo.

Il tempo nella Via Media
Vita medievale: un viaggio attraverso i cicli verso la città celeste 


Dopo aver esplorato il monastero medievale come luogo in cui il passaggio del tempo era poetico e cosmologico piuttosto che meccanico [qui], abbiamo discusso del tempo storico come fenomeno lineare, "orientato a un obiettivo" nella cultura moderna [qui] e come fenomeno ciclico nella cultura antica [qui]. Ora volgeremo la nostra attenzione a quella via media inesauribilmente stimolante tra Modernità e Antichità, quei dieci secoli che ci appaiono come età di mezzo nella vita dell'uomo occidentale e che chiamiamo Medioevo.

La voce della tradizione: “L’eresia antiliturgica” di Prosper Guéranger

Nella nostra traduzione da Adoremus Richard Kaleb Hammond spiega i dodici criteri che Guéranger identifica come "l'eresia anti-liturgica" e cita a supporto Ratzinger, Alcuin Reid e Kwasniewski. Sebbene Hammond stia attento a accentuare l'interrogativo, ognuno dei criteri di Guéranger si trova manifestamente nel Novus Ordo. Si tratta di un contenuto caustico per quel sito web (o per qualsiasi sito non-trad).
"Lo sviluppo della liturgia può essere misurato secondo la descrizione di Guéranger di questa eresia, come la trovò nella Chiesa antica, nella rivoluzione protestante, e attraverso gli errori dei giansenisti e gallicani del tempo stesso di Guéranger, nonché i vari fili di questa eresia che furono tessuti nel Movimento Liturgico nel XX secolo.
In realtà, l'unico punto con cui potrebbero concordare i cattolici postconciliari è il numero 10 : tutti devono fare ciò che dice il Papa - una proposta che i tradizionali contestano pesantemente. Il tallone d'Achille di Guéranger, dopo tutto, è il suo ultramontanismo, che ha lasciato in eredità a Solesmes e alla spiritualità benedettina francese in generale. Inoltre, nell'articolo ci sono alcune citazioni di parti corrette della Sacrosanctum Concilium; ma ignorandone le 'variazioni' insinuate in punti successivi: i famigerati "ma anche"... Tuttavia gli altri 11 punti sono oro colato. C'è da rimanere stupiti di ciò che scrive Guéranger su questo argomento: sembra abbia sbirciato nel cervello di Bugnini. Precedente qui

La voce della tradizione: “L’eresia antiliturgica” 
di Prosper Guéranger

Dom Prosper Guéranger è stato definito l'“avo” del Movimento Liturgico,1 un impegno durato un secolo all'interno della Chiesa cattolica allo scopo di ispirare una comprensione più profonda e un maggiore apprezzamento per la liturgia del rito romano attraverso la pietà liturgica, che Dom Alcuin Reid definisce come "trarre il proprio nutrimento spirituale dalla contemplazione attiva e consapevole della fede della Chiesa così come è celebrata ed espressa nei riti liturgici e nelle preghiere durante il ciclo annuale delle stagioni e delle feste dell'anno liturgico, distinto dalla pratica di un esercizio devozionale non correlato, ma degno di nota".2 Accanto ai suoi numerosi altri sforzi che contribuirono a questo progetto, Guéranger riassunse gli errori che lui e molti futuri sostenitori del Movimento liturgico cercarono di correggere negli approcci popolari alla liturgia attraverso quella che lui chiamava “eresia antiliturgica”.3

Lo sviluppo della liturgia può essere misurato secondo la descrizione che Guéranger fa di questa eresia, così come la trovò nella Chiesa primitiva, nella Rivoluzione protestante e attraverso gli errori dei giansenisti e dei gallicani del suo tempo, così come i vari fili di questa eresia intrecciati nel Movimento liturgico nel XX secolo. Guéranger divise l'eresia antiliturgica in 12 requisiti distinti: (1) odio per la Tradizione; (2) sostituzione di formule ecclesiastiche per letture esclusivamente tratte dalla Scrittura; (3) fabbricazione di formule innovative; (4) archeologismo; (5) banalizzazione della liturgia; (6) "freddezza farisaica"4 nella preghiera liturgica; (7) rimozione di tutti gli intermediari (devozione mariana, comunione dei santi, ecc.); (8) sostituzione delle lingue sacre con la lingua volgare; (9) semplificazione dei riti e alleggerimento dei doveri religiosi; (10) rifiuto dell'autorità papale; (11) laicizzazione, negazione della natura sacramentale del sacerdozio ministeriale; e (12) confusione dei ruoli dei sacerdoti e dei laici nella riforma liturgica.

martedì 15 ottobre 2024

Diebus Saltem Dominicis – 21a domenica dopo Pentecoste: il risarcimento

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la consueta meditazione settimanale di padre John Zuhlsdorf ci consente di approfondire,  durante l'ottava, gli spunti della domenica precedente [qui].

Diebus Saltem Dominicis –
21a domenica dopo Pentecoste: il risarcimento


Questa domenica, la 21a dopo Pentecoste nel calendario romano tradizionale, la Santa Chiesa ci propone la parabola del Signore sul servo malvagio o ingrato, da Matteo 18, 21-35. Cristo usa questa parabola per istruire il Suo futuro vicario, Pietro, e quindi tutti i futuri vicari, sulla necessità di perdonare.

In quanti modi il Signore sottolinea quella parte critica della preghiera che Lui stesso ci ha insegnato, sulla necessità di perdonare per essere perdonati?

La tirannia della pochezza sta distruggendo l'America (e non solo)

La tirannia della pochezza sta distruggendo l'America e non solo, perchè, purtroppo, tutto si riversa sull'Occidente Europeo e dunque anche sull'Italia, dagli orizzonti già depauperati e compromessi dgli esiti ultimi di una drammatica secolarizzazione. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
La tirannia della pochezza sta distruggendo l'America (e non solo)

Viviamo in tempi terribili in cui i piccoli orizzonti dominano l'attenzione di molti. Non si pensa più in termini grandi. Le persone non sono motivate da grandi desideri o passioni. Pochi apprezzano lo splendore e la bellezza.

Invece, molti cercano il piccolo stimolo, un’inezia insignificante che serva per superare la giornata. Queste piccole cose non soddisfano, ma ci coinvolgono in una contraddizione di emozioni intense e frustrazioni estenuanti. Quest’ossessione per il minimo necessario è il risultato logico della mediocrità. In effetti, uno spirito così ha dominato a lungo la nostra società che ora è minata di mediocrità.

lunedì 14 ottobre 2024

Alcuni pensieri condivisi da un cattolico convertito dall'anglicanesimo.

Riprendo e traduco da una testimonianza di Peter Kwasniewski. Alcuni precedenti sulla Anglicanorum caetibus e sull'anglicanesimo qui - qui.
Alcuni pensieri condivisi con me 
da un cattolico convertito dall'anglicanesimo.

"La gente potrebbe benissimo chiedersi: "Chi sei tu per criticare la Chiesa Cattolica moderna? Da ex anglicano cattolico da poco più di dieci anni, non dovresti ancora assorbire le basi, piuttosto che preoccuparti della direzione della Chiesa? ”

Beh, la prima risposta è che molte delle questioni affrontate dalla Chiesa Cattolica sono affrontate anche dalla Chiesa Anglicana, e i neo-convertiti potrebbero avere decenni di esperienza in comune intellettualmente con loro.

La seconda risposta è che da ex anglicano mi sento un po' un cattolico addormentatosi nel 1530 e svegliatosi nel 1970, o forse nel 2013. Certo che c'è molto da recuperare. Ma allo stesso tempo, dove, nella Chiesa cattolica, si sono fatte strada idee non cattoliche, il cattolico ancora dormiente potrebbe non notarle perché per tutta la vita gli è stato detto che tutto ciò che la Chiesa cattolica crede e fa è autenticamente cattolico. A qualcuno del 1530, però, che si è appena svegliato e guarda le cose con un occhio nuovo, balzano immediatamente in evidenza gli elementi non cattolici". 

Nessun inizio, nessuna fine Il cerchio del tempo nel mondo pre-medievale

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis, la prosecuzione degli articoli che mostrano la visione, nelle varie epoche, del tempo nelle sue varie dimensioni: abbiamo visto il tempo lineare teleologico dei monasteri nella sua dimensione più pragmatica [qui] e poi nell'oltre della sua dimensione metafisica [qui]. Nell'articolo che segue ne analizziamo il concetto di ciclo infinito di ripetizione e rinnovamento. Gli articoli continueranno e per me sarà una gioia condividerli per chi, sulla stessa lunghezza d'onda, li trovi interessanti.

Nessun inizio, nessuna fine
Il cerchio del tempo nel mondo pre-medievale

Robert Keim, 8 ottobre
Così fluisce e rifluisce la corrente del suo dolore,
E il tempo stanca il tempo con le sue lamentele.
Lei cerca la notte, e poi brama il domani,
E ad entrambi pensa anche troppo a lungo con ciò che le resta.
Il breve tempo sembra lungo nel duro sostegno del dolore;
Sebbene il dolore sia pesante, tuttavia dorme di rado.
E coloro che osservano vedono quanto il tempo è lento a insinuarsi.
—Shakespeare, “Lucrezia
Domenica abbiamo iniziato il nostro viaggio nella temporalità medievale esaminando la concezione lineare e teleologica del tempo che ha accompagnato e influenzato potentemente la cultura post-medievale. Oggi prenderemo in considerazione l'estremità opposta dello spettro teorico: il tempo come un ciclo infinito di ripetizione e rinnovamento. Per quanto estraneo o non scientifico possa sembrare questo modello ciclico del tempo a coloro che sono stati istruiti nell'Occidente moderno, è davvero così che il tempo e la storia umana erano concepiti nelle antiche civiltà dell'India, della Grecia e, forse in misura minore, di Roma.

domenica 13 ottobre 2024

Il 13 ottobre 1917, a Fatima, il miracolo del sole

Precedenti qui . Pio XII e Fatima qui
Il 13 ottobre 1917, a Fatima, accadde un evento straordinario che ha toccato il cuore di milioni di persone: il Miracolo del Sole. Questo evento, vissuto da circa 70.000 persone, non è solo un segno straordinario di Dio, ma anche un richiamo potente alla preghiera e alla conversione. Per me, ricordare questo miracolo è importante perché rappresenta una testimonianza tangibile che Dio ci parla attraverso Maria e ci invita a ritornare a Lui con tutto il cuore.
Il miracolo del sole, che sembrava danzare nel cielo cambiando colori e movimenti, fu un segno della verità delle apparizioni della Madonna ai tre pastorelli di Fatima. Per me, questo miracolo è un promemoria vivo di quanto la preghiera, in particolare il Rosario, sia potente. Ci viene ricordato di non scoraggiarci, di perseverare nella fede, e di affidarci completamente alla volontà di Dio, come la Madonna ci chiede.
In un mondo che spesso dimentica la presenza del divino, Fatima continua a essere un faro di speranza. È una chiamata per tutti noi a vivere con più fiducia e speranza, sapendo che Dio non ci abbandona, specialmente nei momenti di difficoltà. Il miracolo del 13 ottobre è una testimonianza che Dio continua a manifestarsi per risvegliare i nostri cuori.

Oggi, più che mai, è fondamentale ricordare questo miracolo, non solo per il suo straordinario valore storico, ma per rinnovare il nostro impegno di fede e di preghiera, confidando che Maria, Regina del Rosario, è sempre al nostro fianco per intercedere per noi.

Ci interessa una coscienza cristiana?

Il discernimento di una coscienza illuminata dal Vangelo non è roba d’altri tempi. È quello che ci manca oggi. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

Ci interessa una coscienza cristiana?

«La vera storia della Chiesa è la storia dei santi e dei martiri» ha detto papa Francesco [ogni tanto una frase giusta gli esce. Peccato che poi confonda l'evangelizzazione con un malinteso senso del proselitismo -ndr], ricordandoci implicitamente che la testimonianza è essenziale per i cristiani: in quanto battezzati, tutti vi siamo tenuti. 

Ricordarlo e capirne il valore non è solo un gesto di pietà: l’esperienza dei confessori della fede e dei testimoni getta una nuova luce sulla nostra vita e sui fatti della storia in cui siamo immersi, offrendoci un orientamento in un periodo che per la sua drammaticità ci vede sempre più sgomenti, quasi incapaci di vedere una via di uscita tra la disperazione che ci annichila e il desiderio di voltare la faccia dall’altra parte, non solo per non vedere, ma anche per dimenticare, o per convincerci che non sia successo nulla.

Domenica XXI dopo la Pentecoste (In voluntáte tua, Dómine)

Domenica XXI dopo la Pentecoste 

Intróitus
Esth. 13, 9 et 10-11 - In voluntáte tua, Dómine, univérsa sunt pósita, et non est qui possit resístere voluntáti tuae: tu enim fecísti ómnia, coelum et terram, et univérsa quae coeli ámbitu continéntur: Dóminus universórum tu es.
Ps. 118, 1 - Beáti immaculáti in via: qui ámbulant in lege Dómini.
Glória Patri…

Esth. 13, 9 et 10-11 - In voluntáte tua, Dómine,
Introito
Ester 13, 9 e 10-11 - Nel tuo dominio, o Signore, sono tutte le cose, e non vi è chi possa resistere al tuo volere: Tu facesti tutto, il cielo, la terra e tutto quello che è contenuto nel giro dei cieli: Tu sei il Signore di tutte le cose.
Sal. 118, 1 - Beati gli uomini di condotta íntegra: che procedono secondo la legge del Signore. Gloria al Padre…
Ester 13, 9 e 10-11 - Nel tuo dominio, o Signore,…

Ufficio. 
Le domeniche che seguono sono le ultime del Ciclo annuale, ma la distanza dalla fine di esso varia ogni anno, in relazione allo spostamento della Pasqua. Tale spostamento impedisce la ricerca di un preciso accordo tra la composizione delle loro Messe e le lezioni dell'Ufficio della notte che, come abbiamo detto, dopo il mese di Agosto sono fisse (VII Domen. dopo la Pentecoste). I fedeli devono ricordare che in ottobre si legge il libro dei Maccabei, che ci anima agli ultimi combattimenti, e in novembre quello dei profeti, che annunziano il giudizio di Dio, per poter trarre dalla santa Liturgia un'istruzione completa e capire bene, come è necessario, la preoccupazione della Chiesa in queste ultime settimane.

sabato 12 ottobre 2024

Non siate mai i follower di nessuno!

Quel che penso da sempre. Oggi più che mai!
Non siate mai i follower di nessuno!
 

Vi siete mai chiesti cosa significa davvero questa parola?

Qualche giorno fa una mia lettrice mi ha detto con un gran sorriso sulle labbra: sono una tua follower! Questa parola anche se era stata detta con affetto mi ha messo a disagio. Sembra una parola innocua, tutti noi la sentiamo e la usiamo spessissimo, ma sapete cosa significa davvero «follower» in italiano? Seguace. Sì, proprio come i seguaci di una setta. Gli scrittori e i giornalisti hanno dei lettori, i cantanti hanno degli ascoltatori, i capi setta e i promotori di un culto hanno dei seguaci.

Retorica sacra e problema con la Liturgia volgare: Suscipe sancte Pater

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement Robert Keim sul Suscipe, Sancte Pater: un magnifico commento ad una preghiera sublime. Apprezzo particolarmente il modo in cui nota la perfezione linguistica sia nel contenuto che nel suono, e chiede se lo stesso possa essere "meramente tradotto" in qualsiasi altra lingua (la risposta è no, ovviamente). 

Retorica sacra e problema con la Liturgia volgare:
Suscipe sancte Pater


Diverse settimane fa, in un articolo intitolato 'Un'arte che guida l'anima con le parole': la retorica sacra nella liturgia romana' qui, ho discusso la natura e il significato della retorica nella cultura occidentale e nella spiritualità cristiana. Vi incoraggio a leggere quell'articolo se non l'avete già fatto, ma per garantire che tutti i lettori abbiano almeno un minimo di fondamento teorico prima di continuare, fornirò alcuni estratti chiave a titolo di riepilogo:
  • "La retorica è, semplicemente, l'arte del linguaggio. Se i miei studenti ricordano solo una definizione, o anche solo una vaga idea definitoria, di retorica, voglio che sia questa. Sebbene richieda un po' di elaborazione e qualificazione, è accurata e piacevole all'orecchio, e contrasta la rovinosa tendenza a equiparare la retorica all'uso improprio o persino all'abuso deliberato del linguaggio". 
  • “Le antiche liturgie della Chiesa [così come la Sacra Scrittura] impiegavano testi altamente retorici. In effetti, la retorica è così centrale nella storia della salvezza e nell'esperienza cristiana che è necessaria una nuova definizione, una che riguardi specificamente l'educazione cristiana e ponga in primo piano il ruolo della retorica nella vita spirituale e liturgica della Chiesa. Ne proporrò una: la retorica è la sublimazione del linguaggio”.
  • "Quando parliamo di persuasione in senso cristiano e retorico, dobbiamo guardare ben oltre il senso moderno impoverito... La persuasione retorica è linguaggio al servizio e alla ricerca della verità".

venerdì 11 ottobre 2024

Buona festa della Divina Maternità della Madonna!

Riprendo e traduco da uno scritto di Peter Kwasniewski, ricevuto via mail.
Buona festa della Divina Maternità della Madonna!

Immagine a lato: San Cirillo d'Alessandria al Concilio di Efeso (mosaico nella chiesa di Nostra Signora di Fourvières a Lione) 

L'11 ottobre è un esempio perfetto del problema fondamentale della Chiesa cattolica nel XX secolo.

Nel 1931, Papa Pio XI istituì la festa della Divina Maternità della Beata Vergine Maria l'11 ottobre, per commemorare il 1500° anniversario del Concilio di Efeso, che le aveva conferito il glorioso titolo di Theotokos o Madre di Dio. Questa festa fu posta all'11 ottobre. Non è quindi una festa antica (come non lo era nemmeno quella di Cristo Re, istituito dallo stesso Pio XI), ma si inserisce in quel lento e amorevole processo di amplificazione attraverso il quale la liturgia tradizionale si è arricchita nel corso di venti secoli di sfaccettature di devozione sempre nuove.

“Liberaci, ti preghiamo, o Signore, da tutti i mali passati, presenti e futuri” Una potente preghiera nel rito romano

Nella nostra traduzione da Tradition Sanity una edificante riflessione sull'embolismo che segue il Pater noster nella Messa antica. Sono grata a Peter Kwasnieski che sapientemente ne sottolinea, sotto diversi punti di vista, le ricchezze e la profondità, che aiutano il nostro sempre ulteriore approfondimento delle ricchezze inesauribili della Santa Liturgia antica.

“Liberaci, ti preghiamo, o Signore, da tutti i mali passati, presenti e futuri” 
Una potente preghiera nel rito romano
Peter Kwasniewski, 10 ottobre

Come testimoniano sant'Agostino e san Gregorio, nella chiesa romana non è mai stata consuetudine che il popolo recitasse l'intera preghiera del Signore; lo fa solo il celebrante e il popolo risponde alla fine: «Sed libera nos a malo».(1) Il sacerdote dice «Amen» e poi passa immediatamente all'«embolismo». (clicca per ingrandire l'immagine)

Prendendo la patena tra l'indice e il medio, prega:
Líbera nos, quæsumus, Dómine, ab ómnibus malis, prætéritis, præséntibus, et futúris: et intercedénte beáta et gloriósa semper Vírgine Dei Genitríce María, cum beátis Apóstolis tuis Petro et Paulo, atque Andréa, et ómnibus Sanctis, + da propítius pacem in diébus nostris: ut ope misericórdiæ tuæ adjúti, et a peccáto simus semper líberi, et ab omni perturbatióne secúri, [ scopre il calice, si genuflette, prende l'Ostia e spezzandola a metà sopra il calice dice: ] per eúndem Dóminum nostrum Jesum Christum Fílium tuum, [ egli stacca una Particella dall'Ostia ], qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, [ poi ad alta voce ] per ómnia sæcula sæculorum. /
Liberaci, ti preghiamo, o Signore, da tutti i mali, passati, presenti e futuri, e per intercessione della beata e gloriosa sempre Vergine Maria, Madre di Dio, insieme ai tuoi beati apostoli Pietro e Paolo, e Andrea, e tutti i Santi, + concedi misericordiosamente la pace nei nostri giorni, affinché attraverso l'aiuto generoso della tua misericordia possiamo essere sempre liberi dal peccato e al sicuro da ogni turbamento. Per lo stesso Gesù Cristo, tuo Figlio nostro Signore, che è Dio che vive e regna con te nell'unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli.
A cui tutti rispondono: Amen.

Da zombie a zero / La parabola della Chiesa antropocentrica

Estraggo da una discussione un interessante intervento che centra la temperie che stiamo attraversando.
Da zombie a zero. La parabola della Chiesa antropocentrica

“Distinguo tre gradi di presenza della religione nella società: attivo, zombie e zero. Oggi nel mondo angloamericano siamo al grado zero, non c’è traccia di quei valori religiosi che inquadravano i comportamenti e gli schemi mentali degli individui” (Emmanuel Todd sul Quotidiano nazionale di ieri).

Emmanuel Todd, noto storico e sociologo francese di origine ebraica (è nipote di Paul Nizan) è una delle poche menti davvero lucide nel mondo attuale.

Personalmente sposo completamente la sua posizione geopolitica (critica Usa e Israele) e la sua analisi delle finte democrazie occidentali, che chiama “oligarchie”, e che a scanso di equivoci io preferisco chiamare, sorelianamente, “plutocrazie”.

giovedì 10 ottobre 2024

Mons. Viganò / L’abiura di Bergoglio che conservatori e moderati non ammettono

Qui l'indice degli interventi precedenti e collegati.
L’abiura di Bergoglio che conservatori e moderati non ammettono

Dopo che lo scorso anno Michael Matt aveva censurato il mio intervento ritenendo che avevo superato la linea rossa da lui fissata, non mi sono stupito di non essere stato invitato alla Catholic Identity Conference di quest’anno [qui vedi note]. La linea invalicabile è quella indicata dal Vescovo Schneider, il quale denuncia “Francesco” per aver violato il Primo Comandamento e contraddetto il Vangelo, asserendo però che rimane Papa trovando nel rinnegamento di Pietro un autorevole precedente. Di fatto Bergoglio non solo ha violato il Primo Comandamento ma ha rinnegato i due principali Misteri della Fede: Unità e Trinità di Dio; Incarnazione, Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo. Una totale abiura della Fede Cattolica! 

Cos'è il tempo? La risposta medievale a una domanda senza risposta

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis la prosecuzione dell'articolo sulla cultura medioevale sui monasteri come luoghi di tempo concreto nella sua dimensione più pragmatica qui. Di fatto i nostri pensieri e stati d’animo non sono simultanei, ma sono sempre in successione nel tempo; il che ci fa cogliere la dimensione reale, nella quale opera la nostra mente. Ma c'è un oltre e oggi resteremo affascinati dalla visione del tempo nella sua dimensione metafisica. Una lettura che molto mi intriga e che condivido con gioia con chi è sulla stessa lunghezza d'onda.

Cos'è il tempo?
La risposta medievale a una domanda senza risposta

Robert Keim, 6 ottobre
POZZO: Non hai finito di tormentarmi con il tuo maledetto tempo? È abominevole! Quando! Quando! Un giorno, non ti basta, un giorno lui è diventato muto, un giorno io sono diventato cieco, un giorno diventeremo sordi, un giorno siamo nati, un giorno moriremo, lo stesso giorno, lo stesso secondo, non ti basta? —Samuel Beckett, Aspettando Godot
È iniziata una discussione sul tempo, e la continuerò.

La settimana scorsa abbiamo esplorato il monastero medievale [qui], e più in generale la cultura medievale, come un luogo di tempo concreto, reale, piuttosto che di tempo astratto, un luogo in cui il passare delle ore era un'immersione poetica nella Creazione piuttosto che una sottomissione meccanica all'onnipotenza dell'orologio. Questa trattazione esplora il tempo nella sua dimensione più pragmatica. Che sia visto su una meridiana o su un orologio da polso, il tempo pragmatico è un fenomeno esperienziale che governa il ciclo quotidiano dell'attività personale e sociale. In questo senso il tempo è sempre ciclico, poiché il giorno segue il giorno e l'anno segue l'anno, ed è sempre dinamico, poiché, come Aristotele ha insegnato nel Libro IV della Fisica, è essenzialmente la "cifra, o misura, del movimento".
Ma che dire del tempo su scala grandiosa e metafisica? Com'è esattamente il filo del tempo intessuto nel tessuto dell'universo o nel vasto arazzo delle civiltà umane? Qual è la vera natura di questo misterioso principio cosmico che getta un'ombra così oscura e implacabile sulla vita umana? "Non hai finito di tormentarmi con il tuo tempo maledetto?" Se il tempo è ed è sempre stato assolutamente fondamentale per la nostra esistenza, più costante del sole, più onnipresente dell'aria che respiriamo, più regolare del battito dei nostri cuori, perché ci opprime psicologicamente? "È abominevole!" La nostra facoltà di memoria nega il tempo, fondendo il passato con il presente e il futuro, o conferma il tempo, consegnando il passato a immagini fugaci nella mente?

mercoledì 9 ottobre 2024

La disperazione dei cristiani di Betlemme

Pubblichiamo la drammatica testimonianza di un artigiano cristiano di Betlemme. Fonte Centro Studi Federici
La disperazione dei cristiani di Betlemme

Betlemme, città angosciata

Chi, il 7 ottobre di un anno fa, ha visto tutto il mondo crollargli addosso è anche Rony Tabash, arabo cristiano che a Betlemme gestisce uno storico negozio di oggetti religiosi addossato alla Basilica della Natività. Tra icone sacre e presepi di ulivo che vende in piazza della Mangiatoia, lui parla con noi con voce strozzata, un nodo in gola quasi lo fa piangere: «Il 7 ottobre ha praticamente congelato la mia vita e quella della mia famiglia. Il nostro negozio è vuoto. Tutto si è fermato. La mancanza dei pellegrini ci sta gettando sul lastrico e rischia di affamare tutta la nostra comunità. Per comprendere la gravità della situazione, basta riflettere sul fatto che l’85% della popolazione, qui, guadagna grazie ai pellegrini. E la città ora è completamente deserta».

9 ottobre 1958, muore il Pastor Angelicus

Precedente qui. Qui l'indice degli articoli su Papa Pio XII.

Il 9 ottobre 1958 alle ore 3:52, a Castel Gandolfo, chiudeva gli occhi a questa vita per aprirli nell'eterna Sua Santità Papa Pio XII, il Pastor angelicus, gloriosamente regnante dal 2 marzo 1939. 

Era il duecentosessantesimo Papa della Chiesa cattolica. Iniziava la grande notte.

Pastor angelicus, intercede pro nobis!

Diebus Saltem Dominicis – 20a domenica dopo Pentecoste: “O mio Dio, credo fermamente…”

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la consueta meditazione settimanale di padre John Zuhlsdorf ci consente di approfondire,  durante l'ottava, gli spunti della domenica precedente [qui].

Diebus Saltem Dominicis –
20a domenica dopo Pentecoste: “O mio Dio, credo fermamente…”


Il brano del Vangelo offerto dall’alto per questa 20a domenica dopo Pentecoste è tratto da Giovanni 4, 46-53. Ricordate: le letture della Messa hanno anche un carattere sacrificale. Ecco perché nel Vetus Ordo vengono lette anche dal sacerdote (non solo dal diacono) all’altare del sacrificio (e non solo all’ambone). Ogni lettura è elevata in alto come se il Figlio, presente in ogni parola santa, si offrisse al Padre. Quanto, quindi, dovremmo prepararci oranti e ansiosi prima della Messa per ricevere ciò che viene offerto!

Ricordiamo il contesto in cui ci troviamo. A questo punto, in Giovanni 4, Gesù era in Samaria. Ha incontrato al pozzo la donna che è corsa a dire alla gente in città che aveva trovato il Messia. Molti samaritani di quella città

La Fraternità San Pio X annuncia la scomparsa di mons. Tissier de Mallerais

Deus, qui inter apostólicos Sacerdótes fámulum tuum Bernardum pontificáli fecísti dignitáte vigére : præsta, quaésumus; ut eórum quoque perpétuo aggregétur consórtio. Per Dóminum nostrum Iesum Christum.
Possa il vescovo Tissier de Mallerais riposare in pace.
Dichiarazione della FSSPX

Don Davide Pagliarani, Superiore Generale della Società di San Pio X,
Il vescovo Alfonso de Galarreta e Padre Christian Bouchacourt, assistenti generali, il vescovo Bernard Fellay e Padre Franz Schmidberger, consiglieri generali, hanno il dolore di informarvi del decesso di Sua Eccellenza il vescovo Bernard Tissier de Mallerais, vescovo ausiliare della Società di San Pio X, martedì 8 ottobre 2024 ore 22.08, dopo aver ricevuto i sacramenti della nostra Santa Madre Chiesa. Aveva 79 anni, era stato prete da 49 anni e vescovo da 36.

Nato il 14 settembre 1945 a Sallanches, Savoia, di nazionalità francese, è stato uno dei primi seminaristi accolti a Friburgo dall'arcivescovo Lefebvre nel 1969. Ordinato sacerdote a Ecône il 29 giugno 1975, è stato rettore del seminario dal 1978 al 1983. Segretario generale della Società dal 1974 al 1979, ha ricoperto nuovamente questo incarico tra il 1984 e il 1996. Fu consacrato vescovo dall'arcivescovo Marcel Lefebvre il 30 giugno 1988 e si dedicò umilmente fino alla fine, con zelo e fedeltà ai suoi doveri di vescovo ausiliare della Società di San Pio X.

La Messa funebre sarà celebrata presso il Seminario San Pio X, Ecône, Svizzera, venerdì 18 ottobre alle ore 9:30, seguita da tumulazione nella cripta del seminario.

martedì 8 ottobre 2024

Incendio nella notte, devastato santuario nell'Avellinese

Si moltiplicano gli incendi alle Chiese, per lo più in Francia. Quello che segue registrato in Italia in un santuario di San Ciriaco, protettore degli esorcisti, meta di pellegrinaggi da tutta la Campania.
Incendio nella notte, devastato santuario nell'Avellinese

Un violento incendio ha devastato la notte scorsa [30 settembre .ndr] il Santuario di San Ciriaco di Torre le Nocelle, in provincia di Avellino. Le fiamme si sono sviluppate all'interno della chiesa intorno alle 2.30 e hanno distrutto gran parte degli arredi interni. Sul posto sono intervenute numerose squadre dei Vigili del Fuoco partite da Avellino e Grottaminarda. Le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza sono andate avanti tutta la notte. Son in corso verifiche strutturali per verificare la stabilità della struttura. Non si sono registrati feriti. Numerosi i fedeli accorsi. Il santuario di Piazza Vittoria, guidato da don Michele Bianco, sacerdote considerato carismatico, è meta di pellegrinaggi da ogni parte della regione. I carabinieri della Compagnia di Mirabella Eclano hanno avviato le indagini per risalire all'origine dell'incendio. 
Dalle segnalazioni dei lettori un commento di Enzo Di Penna:

L’eredità duratura di mons. R. H. Benson: una breve risposta al professor Eamon Duffy

Riprendo da Radio Spada un eccellente articolo di Luca Fumagalli.

L’eredità duratura di mons. R. H. Benson: una breve risposta al professor Eamon Duffy

Poco più di un mese e mezzo fa, precisamente il 15 agosto, il «Tablet», settimanale del cattolicesimo britannico di marca progressista, ha pubblicato un articolo intitolato The scourge of the Modernists (“il flagello dei modernisti”, recuperabile qui: https://www.thetablet.co.uk/features/2/24719/the-scourge-of-the-modernists-). Tratto da una conferenza di Eamon Duffy, il pezzo è dedicato a mons. R. H. Benson e a quello che oggi è probabilmente il suo romanzo più celebrato, ossia Il Padrone del mondo, dato alle stampe per la prima volta nel 1907.

Per farla breve, nel libro si racconta di un ipotetico futuro in cui la fede è quasi del tutto scomparsa, sostituita dal laicismo, e la pace globale è garantita dall’abilità e dal carisma di un politico straordinario, Julian Felsenburgh, le cui origini rimangono avvolte nel mistero. Tuttavia non passa molto tempo prima che quest’ultimo autorizzi la sistematica persecuzione dei cristiani, dimostrando di essere nientemeno che l’Anticristo. L’unico che gli si oppone è un umile sacerdote, Percy Franklin, ritrovatosi a guidare l’ultima comunità sopravvissuta.

Dieci canti gregoriani che ogni cattolico dovrebbe conoscere

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis un bellissimo scritto sul canto gregoriano [qui - qui-  qui - qui indice sulla musica sacra nel quale trovate molti importanti testi sul gregoriano]. La straordinaria peculiarità del testo è la sottolineatura meditativa di alcune Sequenze ma soprattutto delle Antifone mariane. Ci ho messo del mio aggiungendo l'inserimento dei testi italiano e latino di ognuno dei testi commentati e ho riportato i link all'ascolto suggeriti dall'autore, integrandoli con quelli per un ascolto più agevole che non necessita di registrazione.

Dieci canti gregoriani che ogni cattolico dovrebbe conoscere
...e cantare regolarmente! 
Julian Kwasniewski 3 ottobre

Introduzione
Nota per i lettori di Peter Kwasniewski

Antifonale olandese del XV secolo ( fonte
Quando Julian e io scriviamo post sulla musica, creiamo sempre una voce narrante che riproduce per voi tutti gli esempi musicali di cui parliamo! Questo rende il podcast un modo ideale per accedere ai contenuti. Naturalmente, incorporiamo anche link Spotify o YouTube nel corso dell'articolo che, se preferite, potete ascoltare mentre seguite il testo.

Questi articoli musicali e le voci fuori campo sono particolarmente impegnativi da mettere insieme per Julian e me, ma fin dall'inizio ho dichiarato che questo Substack sarebbe stato una casa per le belle arti, che ci saremmo spesso immersi nella pittura, nella musica, nell'architettura, nella poesia (e di recente ci siamo cimentati nella danza!). Lo abbiamo fatto e continueremo a farlo, perché tutte queste cose svolgono un ruolo di enorme importanza nella vita cattolica.

lunedì 7 ottobre 2024

Sui fatti di sabato a Roma

Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Sui fatti di sabato a Roma

Come ampiamente prevedibile, la manifestazione di sabato 5 scorso a Roma, con epilogo di scontri con la polizia, è servita solo a complicare la vita a chi sostiene la legittima e giusta causa della solidarietà al popolo palestinese e la legittima e giusta condanna di uno Stato (Israele) che esprime ferocia ingiustificata e fa di tutto per aizzare un conflitto generalizzato nell’area, come conviene al suo potente padrino americano.
Il problema non è la legalità fine a se stessa – quando è necessario la legalità va sfidata – ma il fatto che politicamente si concede a chi non gliene frega nulla della costruzione sociale di una reale opposizione sia alla condotta genocidaria israeliana sia all’aumento esponenziale di una guerra generalizzata (a questo punto dovrebbe essere abbastanza chiaro anche ai più scettici la volontà americana di andare a un’estensione del conflitto in un’area che ritiene strategica per il mantenimento del suo ruolo egemonico mondiale) di conquistare le prime pagine della cronaca.

453° anniversario della battaglia di Lepanto / Festa della Madonna della Vittoria (ora Festa del Santo Rosario)

7 ottobre 1571. “Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit”. Precedenti quiqui - qui - qui - qui - qui

453° anniversario della battaglia di Lepanto

Madonna della Vittoria, prega per noi!
Oggi ricorre il 453° anniversario della battaglia di Lepanto, considerata anche "la battaglia che salvò l'Europa".
La battaglia ebbe luogo nel Golfo di Patrasso al largo della costa greca il 7 ottobre 1571. 
La Lega Santa (coalizione cristiana organizzata da Papa Pio V, composta da Venezia, Genova, Toscana, Urbino, Savoia, Stati Pontifici, Cavalieri di Malta e Impero Spagnolo con Napoli e Sicilia) sconfisse le forze islamiche dell'Impero ottomano, intenzionate a conquistare l'Occidente.

Un Cattolico (ex)perplesso

Nella nostra traduzione da Infovaticana una interessante riflessione sulle tormentate vicende della Liturgia antica con riferimento a Martin Mosebach, sul quale richiamo i seguenti precedenti: Un libro per comprendere che cosa si perde se non si assiste ad una Santa Messa tridentina qui - Mosebach accusa papa Francesco di essersi vendicato contro Benedetto XVI qui - Intervista a Martin Mosebach: un grande difensore della liturgia tradizionale qui - Santa routine: sul mistero della ripetizione qui - Martin Mosebach esorta tutti noi a compiere un nuovo e grande sforzo qui. Qui l'indice degli articoli sulla questione liturgica dopo Traditionis custodes e successivi.

Un Cattolico (ex)perplesso

Riguardo al testo di questo cattolico (ex)perplesso del 21 settembre(1), un lettore ha protestato dicendo che “la Messa celebrata da milioni di cattolici in tutto il mondo viene attaccata qui, e direi che la maggior parte dei lettori di questo sito (…). L’atteggiamento di chi continua a partecipare alla Messa “novus ordo” e poi la attacca pubblicamente mi sembra infantile».

Questo commentatore ha ragione riguardo alla partecipazione dei fedeli all'uno o all'altro rito: a quanto pare, le statistiche indicano che solo il 5% dei battezzati assiste alla Messa tradizionale. Pertanto, il 95% partecipa al Novus Ordo Missae. Secondo questo noi non dovremmo essere un pericolo per nessuno, ma a quanto pare lo siamo, perché seminiamo divisione nella Chiesa (Franciscus dixit). Per quanto riguarda la seconda valutazione, la maggior parte di quelli di noi che continuano a partecipare alla Messa del Novus Ordo lo fanno perché non abbiamo scelta se vogliamo adempiere al precetto di ascoltare la Messa la domenica e nei giorni festivi, nelle occasioni in cui non possiamo viaggiare verso i pochissimi e piccoli templi dove si celebra la Messa Tradizionale. Vorrei aggiungere che gli argomenti che sono solito presentare in queste rubriche non sono miei, ma di autori più informati ed essi non vogliono essere un “attacco” alla nuova Messa, ma vogliono descrivere il mio cammino personale di scoperta della Tradizione della Chiesa, con l'obiettivo che possa aiutare altre persone a vivere più profondamente la loro fede, come è successo a me, e possiamo essere più fedeli a Cristo e alla sua Chiesa e dare maggiore gloria a Dio.