Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 12 dicembre 2024

O gloriosa Domina

Precedente: O gloriosa Domina. Pure nella musica c'è la corredenzione qui
Lo splendido inno O gloriosa Domina, che apre le Lodi mattutine nelle feste mariane (Comune della Beata Vergine Maria), a testimonianza di quanto nel sensus fidei del popolo di Dio — quella sorta di istinto soprannaturale che guida i cristiani — la verità della Corredenzione (della Beata Vergine Maria, ndr) sia radicata nei secoli.
Il testo è attribuito a San Venanzio Fortunato (530-607), vescovo trevigiano di Poitiers, in Francia; il quale è autore pure di eleganti inni alla Santa Croce, come Pange lingua gloriosi proelium certaminis (quello del Venerdì Santo) e Vexilla regis prodeunt qui. Questo inno, quasi un piccolo trattato di mariologia, è caro al cuore di tanti santi e fedeli. Era il preferito da Sant’Antonio di Padova, che lo cantò con voce flebile poco prima di spirare nel convento dell’Arcella, alla periferia di Padova, il 13 giugno 1231. Così ne scrive il gesuita portoghese Emmanuele de Azevedo nel suo capolavoro di agiografia: «Egli dopo un breve raccoglimento far volle la sagramental confessione; indi quasi cigno presso la morte, si mise a cantare, come riferiscono alcuni, l’inno O gloriosa Domina, che era solito recitare spesso contro i demonii e nelle tribolazioni». Ancora oggi quest’inno si esegue presso la tomba del santo ogni venerdì. 

O gloriosa Domina,
excelsa super sídera,
qui te creavit próvide
lactasti sacro ubere.

Quod Eva tristis abstulit
tu reddis almo germine:
intrent ut astra flebiles,
caeli fenestra facta es.

Tu Regis alti ianua
et porta lucis fulgida:
vitam datam per Virginem,
gentes redemptae plaudite.

Gloria tibi sit, Domine,
Qui natus es de Virgine,
cum Patre et Sancto Spiritu
in sempiterna saecula. Amen.
O gloriosa Signora,
che t’innalzi sopra le stelle,
tu nutri col tuo seno
Chi nella provvidenza ti creò.

Ciò che Eva purtroppo ci tolse
tu ridoni per mezzo del Figlio tuo;
come pallide stelle si avanzino i poveri;
si è aperta una finestra nel cielo.

Tu sei la porta del Re del cielo,
la porta di una fulgida luce;
o genti redente, applaudite
alla vita data dalla Vergine.

Sia gloria al Padre, al Paraclito,
e al Figlio tuo,
i quali ti rivestirono
di un abito meraviglioso di grazia.

12 dicembre / Festa della Vergine di Guadalupe

Precedente, con diversi link di riferimento, qui.
12 dicembre / Festa della Vergine di Guadalupe

L'Immagine di Nostra Signora di Guadalupe: La Prodigiosa Sindone della Madre di Dio

un oggetto che esiste dal 12 dicembre 1531, un mantello (per i messicani una “tilma”) e per le sue caratteristiche non dovrebbe esistere: è infatti un’immagine su una tela in fibra di maguey (agave americana) che dovrebbe normalmente decomporsi in meno di 50 anni.

L’immagine che vi appare NON è dipinta e i pigmenti che la colorano NON trovano riscontro in natura. Non vi sono segni di pittura sulla tela. Ad una distanza di soli dieci centimetri dall’immagine si vede soltanto la tela di maguey nella sua originalità: i colori scompaiono. Gli studi scientifici non hanno ottenuto dati sull’origine della colorazione che forma l’immagine, né il modo con cui la stessa fu dipinta. Non risultano tracce di tecniche di pittura note. Gli scienziati della NASA che hanno studiato la tilma affermano che i materiali che compongono i colori non appartengono agli elementi conosciuti sulla Terra.

Le stelle visibili sul Manto di Maria riflettono l'esatta configurazione e posizione del cielo del Messico nel solstizio d’inverno, la mattina in cui è avvenuto il miracolo...

La temperatura della fibra mantiene una temperatura costante di 36,6 °C, la stessa del corpo di una persona viva. Il ginocchio sinistro è leggermente sollevato e si protende in avanti in fase di movimento. La figura umana sulla tilma di ayate è di 143 centimetri e rappresenta una giovane la cui età approssimativa è di 15-16 anni. Le sue mani giunte: la destra è più bianca e stilizzata, la sinistra è bruna e più piena a simboleggiare l'unione di due razze distinte. Porta il capello sciolto, simbolo tra gli Aztechi di una donna glorificata da un figlio nel ventre. È incinta. La sua gravidanza si nota per la forma arrotondata dell'addome, sottolineata da una maggiore prominenza verticale piuttosto che trasversale che corrisponde ad una gravidanza quasi a termine.

Tre segni fondamentali appaiono sulla Tilma; il primo, ben visibile, è un nastro nero che cinge la Vergine alla vita, anch'esso segno di gravidanza;

Uno dei medici che ha analizzato la tilma, ha collocato uno stetoscopio sotto la cintura della veste della donna (portare una cintura sul ventre per la cultura india è essere incinta ) e ha sentito battiti che si ripetevano ritmicamente a 115 pulsazioni al minuto, gli stessi di un bambino nel ventre materno. Il 22 aprile 2007, durante una messa in suffragio dei bambini abortiti, il ventre si è illuminato, presenti migliaia di persone, mostrando la forma di un feto (ci sono le fotografie dei presenti!).

La fibra di maguey che costituisce il tessuto dell'immagine, non può durare più di 20 o 30 anni. Alcuni secoli fa, venne realizzata una copia dell'immagine in un tessuto di fibra di maguey simile e lo stesso si disintegrò dopo varie decadi. Nel frattempo, a quasi 500 anni dal miracolo, l'immagine di Maria è integra come il primo giorno. La scienza non sa spiegare la causa dell'incorruttibilità del tessuto: quando nel 1791 accidentalmente vi cadde sopra dell’acido nitrico concentrato, la zona lesionata è tornata integra da se stessa (mantenendo traccia dell’acido versato)! Agli inizi del XX secolo, un uomo collocò ai piedi della tilma una composizione floreale che celava una bomba ad elevato potenziale. L'esplosione provocò grande distruzione nelle prossime vicinanze della tilma che rimase intatta.

Gli angeli: giardinieri nella creazione di Dio

Continua la serie di Via Mediaevalis sull'angelologia medievale. Spero rimaniate affascinati come me anche dal testo che segue. Precedenti: L’angelologia biblica e letteraria del Medioevo qui; Fiat Lux: La creazione degli angeli qui.

Gli angeli: giardinieri nella creazione di Dio
Robert Keim, 10 dicembre
«Non so», dice Sant'Agostino, «quale aiuto gli angeli, creati per primi, abbiano prestato al Creatore nel fare le altre cose».
Come abbiamo visto domenica, il Libro della Genesi non dice nulla, o almeno così sembrerebbe, sulla creazione degli angeli. Questa omissione è raramente menzionata nelle discussioni moderne sulla cosmogonia biblica; i cristiani medievali, al contrario, la consideravano un dettaglio di grande importanza, per ragioni che diventeranno chiare a tempo debito.

Sono state proposte varie spiegazioni per l'omissione: forse l'autore ispirato scrisse la Genesi in questo modo perché la Bibbia è soprattutto una storia di redenzione, e poiché gli angeli celesti non hanno bisogno di redenzione e gli angeli caduti non hanno speranza di redenzione, la creazione degli angeli non aveva un posto appropriato nella narrazione sacra. Un'altra possibilità, questa favorita da Tommaso d'Aquino, era che l'autore stesse scrivendo per persone "ancora incapaci di comprendere una natura incorporea; e se fosse stato divulgato che esistevano creature al di là della natura corporea, ciò si sarebbe rivelato per loro un'occasione di idolatria" ( Summa Theologiae, I.Q61.A1).

mercoledì 11 dicembre 2024

Fiat Lux: La creazione degli angeli

Su Via Mediaevalis (traduzione nostra) continua la serie sull'angelologia medievale. Ne riprendo l'ultimo testo. Precedente: L’angelologia biblica e letteraria del Medioevo qui.

Fiat Lux: La creazione degli angeli
Robert Keim 8 dicembre

Martedì scorso abbiamo riflettuto [qui] sull'immensa e multiforme importanza della Sacra Scrittura nella vita dei cristiani medievali: la Bibbia era
la fonte primaria per comprendere non solo la loro religione, ma il loro intero mondo. Vivere la Bibbia in questo modo significa viverla come letteratura, come letteratura divina che trasmette la verità attraverso sensi letterali, allegorici, morali e anagogici, come letteratura onnicomprensiva le cui poesie, proverbi, storie d'amore, tradimenti, viaggi, battaglie, tragedie, conquiste, eroi, cattivi, sermoni, parabole, profezie e visioni parlano di tutto ciò che accade sulla terra e in cielo, esplorano tutte le grandi questioni dell'esistenza individuale e sociale, scendono nelle profondità della psiche umana e raggiungono le altezze del Dio Altissimo.
I molteplici “sensi” o “livelli” interpretativi della Scrittura possono essere intesi come categorie distinte di significato che sono presenti nelle parole ispirate dei testi biblici. I sensi sono stati teorizzati in modi diversi. Il modello quadruplice menzionato sopra era favorito da Tommaso d'Aquino. (*) Origene parlava di tre livelli: letterale, morale e spirituale. Dante vedeva due categorie fondamentali di significato nella Scrittura, una letterale e una simbolica, sebbene la categoria simbolica includa i tre sensi non letterali del modello tomistico.
L'esempio da lui fornito in una lettera a Cangrande della Scala (**) serve da memorabile spiegazione della teoria: commentando l'esodo del popolo ebraico dalla terra d'Egitto, egli dice che possiamo leggere secondo la lettera ("l'uscita dei figli d'Israele dall'Egitto al tempo di Mosè"), l'allegoria ("la nostra redenzione operata da Cristo ") , la morale ("la conversione dell'anima dal dolore e dalla miseria del peccato allo stato di grazia"), o l'anagogia ("l'uscita dell'anima santa dalla schiavitù di questa corruzione alla libertà della gloria eterna").

Pertanto, la Scrittura comunica con il lettore su ben quattro livelli: un brano può parlare letteralmente o storicamente di eventi reali; allegoricamente di Cristo o della sua Chiesa sulla terra; moralmente dei doveri e delle virtù impliciti nella vita cristiana; e anagogicamente di realtà celesti.

Non è raro imbattersi nei molteplici significati della Scrittura nelle discussioni sull'esegesi tradizionale. È raro, tuttavia, vedere questa mentalità scritturale completamente integrata nel "quadro generale" della vita medievale. Leggere la Bibbia in questo modo è un'attività accademica, sì, richiede attenzione ai dettagli, consapevolezza del contesto, competenza teologica, forse persino competenza nelle lingue originali. Ma è anche un'attività altamente immaginativa, in cui i testi biblici sono vissuti e apprezzati in un modo altamente letterale. Per scoprire ed esplorare tutta questa eloquenza figurativa e tutte queste risonanti relazioni testuali, si deve conoscere la Bibbia con uno speciale tipo di conoscenza che il dottor James Taylor, che ho conosciuto personalmente (riposi in pace) ha chiamato conoscenza poetica :
Qualunque cosa sia la conoscenza poetica, non è propriamente una conoscenza di poesie, ma un atto spontaneo dei sensi esterni e interni con l'intelletto, integrato e intero, piuttosto che un atto associato ai poteri del ragionamento analitico... È, potremmo dire, una conoscenza dall'interno verso l'esterno.(1)
I cristiani medievali entrarono nella Bibbia e vi dimorarono. Abituati a viaggiare a piedi, si accontentavano di muoversi lentamente, di scena in scena, di versetto in versetto, di parola in parola. Nei loro viaggi attraverso il Libro della Scrittura, trovarono ciò che era chiaramente presente; videro anche ciò che era nascosto; notarono persino ciò che era assente. E conservarono queste cose, meditandole nei loro cuori. Quando il giorno era ormai trascorso e il rintocco della campana o il muggito delle mucche li richiamavano al Libro della Natura, guardavano fuori dall'interno del mondo letterario della Bibbia e vedevano il loro mondo materiale come attraverso una lente, la lente, cioè, della Storia divina.

Un'assenza evidente che preoccupava molto la cultura medievale risiede nel Libro della Genesi. Il primo capitolo di questo capolavoro sacro menziona la creazione della terraferma, dell'erba, delle creature viventi e così via. Non dice nulla, tuttavia, sulla creazione degli angeli. Che gli angeli esistessero era innegabile: il buon Dio pose i cherubini a est dell'Eden, "per custodire la via dell'albero della vita", e i membri dell'esercito angelico apparvero ripetutamente fino all'ultimo capitolo dell'Apocalisse: "il Signore Dio degli spiriti dei profeti mandò il suo angelo per mostrare ai suoi servi le cose che devono accadere tra breve". Se l'autore ispirato della Genesi ritenne opportuno registrare la creazione di ogni "uccello alato" e "creatura strisciante" e "bestia della terra" secondo la sua specie, perché non i messaggeri santi e gloriosi del cielo?

I misteri della Sacra Scrittura sono molti, e questo è un altro che non ha una risposta chiara. Gli esegeti moderni, forse informati da qualcosa di simile al metodo storico-critico, potrebbero esaminare il testo in modo scientifico e trarre conclusioni che, sebbene forse valide come erudizione, non fanno assolutamente nulla per condurci più in profondità nel sublime dramma e nella ricchezza spirituale della Parola divina. Mi viene in mente un commento nell'edizione del Vangelo di Marco della Anchor Bible, riguardo "i resoconti di Gesù che resuscita i morti": "forse ci troviamo di fronte alla rianimazione di persone in coma diabetico".(2) Bene, allora, suppongo che se un giorno gli archeologi dissotterreranno le cartelle cliniche della figlia di Giairo, saremo un passo più vicini a confermare o rifiutare questa ipotesi. Tuttavia, non saremo di alcun passo più vicini ad amare Dio e il Libro poetico che Egli ha scritto per noi.

La mente medievale, guardando dall'interno del mondo letterario multistrato e impressionante della Bibbia, vede ogni verso dispiegarsi con le potenzialità mistiche del pensiero simbolico e del linguaggio poetico. Fu Sant'Agostino, quindi, a suggerire che la Genesi racconta effettivamente la creazione degli angeli:
E Dio disse: Sia la luce: e la luce fu. E Dio vide la luce, che era buona.
La luce era buona. Di tutto ciò che si trova nel mondo materiale, due cose ci parlano più eloquentemente dell'esistenza spirituale: una, come abbiamo visto in un saggio precedente, è l'aria, in particolare l'aria in movimento; l'altra, come vediamo nel Paradiso di Dante, è la luce. Che nozione meravigliosa, che dono all'immaginazione: che i rapidi e splendenti servi di Dio, che ora scivolano tra i cieli e ruotano con eterna perfezione le grandi sfere del cosmo, abbiano ricevuto la vita il primo giorno della Creazione, quando quelle parole incomparabili risuonarono attraverso il vuoto oscuro e informe: fiat lux. Quanto mi piace immaginare questi esseri possenti e bellissimi che emergono, in una nascita incorporea e luminosa, dalla luce primordiale dell'universo. Sospetto che i cristiani del Medioevo li amassero ancora di più, e abbiamo alcune prove che lo facessero.

Nell'illustrazione a lato, vediamo che gli angeli sono già presenti e cantano le lodi del loro Creatore, il primo giorno della Creazione:



L'immagine successiva mostra qualcosa di simile, con un angelo presente mentre Dio divide la luce dall'oscurità. Questo angelo, in effetti, sembra quasi partecipare agli atti della Creazione: ne parleremo meglio martedì.

Infine, abbiamo un dipinto molto speciale che ci giunge da Santa Ildegarda di Bingen (m. 1179), tramite le monache benedettine del ventesimo secolo che produssero una copia, completa di miniature che andarono poi perdute, del suo libro noto come Scivias. Queste miniature, che accompagnavano le descrizioni di Ildegarda delle sue visioni profetiche e apocalittiche, sono quella miscela unicamente medievale di sacro, profondo, enigmatico e sconcertante. 

L'immagine a lato raffigura i sei giorni della Creazione, con ogni cerchio che racchiude ciò che è stato creato nel giorno corrispondente. 
Il primo giorno include gli angeli. Fiat lux—fiant angeli.

________________________
1. James S. Taylor, Conoscenza poetica: il recupero dell'istruzione . State University of New York Press (1998), p. 6.
2. The Anchor Bible, Marco, tradotto da CS Mann. Doubleday (1986), p. 142.





Nota di Chiesa e post-concilio
(*) Littera gesta docet, quid credas allegoria, moralis quid agas, quo tendas anagogia (La lettera insegna quanto è avvenuto, l’allegoria quello che devi credere, la morale quello che devi fare, l’anagogia il fine a cui devi tendere) – Nicola di Lyre, Postilla in Gal., 4, 3.
(**) Dante riprende un concetto che trova il suo più diretto precedente nel Convivio : la differenza tra senso letterale e senso allegorico (tripartito in propriamente detto, morale, anagogico), fondamentale nella lettura della Commedia (20-22).
Riprendendo il "Convivio", Dante distingue fra l'allegoria dei poeti e quella dei teologi: mentre nella prima il senso letterale è inventato, nella seconda è realmente accaduto. Paragona la sua opera all'allegoria dei teologi, sostenendo quindi che si trattò di un'esperienza realmente vissuta. Dante sostiene di aver scritto l'opera per rimuovere i viventi in questa vita terrena da uno stato di miseria e condurli a uno stato di felicità. La scelta del volgare e non del latino deriva dall'intento di raggiungere con questo messaggio un pubblico il più vasto possibile.
Spiega poi alcuni aspetti dell'opera in generale e relativamente al Paradiso: il soggetto (23-25), la forma (35-36), il titolo (28-32), l'agente (38), il fine (39), il genere di filosofia (40-41).

Arciv. Viganò / Libro: J’ACCUSE per fare luce sulla mia “scomunica”

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
J’ACCUSE
per fare luce sulla mia “scomunica”
Prefazione di Jerome R. Corsi, Ph.D.
POSTHILL PRESS

Viterbo, 10 Dicembre 2024 — Dopo i numerosi pronunciamenti di Mons. Carlo Maria Viganò a proposito della crisi morale e dottrinale che lacera la Chiesa Cattolica Romana e le sue prese di posizioni sull’usurpazione del Soglio Pontificio da parte di Jorge Mario Bergoglio, la “chiesa sinodale” del Gesuita Argentino si muove con un processo farsa e condanna l’ex Nunzio Apostolico alla scomunica « per aver rifiutato il Concilio Vaticano II e messo in dubbio la legittimità di papa Francesco ».

J’accuse - Per fare luce sulla mia “scomunica” — questo il titolo del volumetto di 104 pagine per i tipi di PostHill Press — raccoglie la documentazione completa del processo canonico contro l’Arcivescovo Viganò e le risposte dell’Arcivescovo alle contestazioni che gli sono state mosse. Un prezioso strumento per comprendere la fondatezza delle sue argomentazioni e la pretestuosità delle accuse del Vaticano sotto la junta di Bergoglio.

La prefazione dello scrittore e intellettuale cattolico americano Jerome R. Corsi — autore di numerosi bestseller tra cui “The Anti-globalist Manifesto” — enfatizza il ruolo dell’Arcivescovo Viganò in difesa della Chiesa Cattolica Romana e della Tradizione Apostolica.

Mons. Viganò donerà i proventi derivanti dai diritti d’autore di quest’opera alla Fondazione Exsurge Domine, in particolare per le più urgenti necessità della comunità tradizionale di Viterbo. Donare quest’opera come regalo di Natale potrà quindi aiutare le opere della Fondazione e costituire una preziosa occasione per far conoscere ad amici e conoscenti le vicende legate alla “scomunica” dell’Arcivescovo Viganò. Disponibile su Amazon, in inglese e in italiano:
Mons. Carlo Maria Viganò
J’ACCUSE
Per far luce sulla mia
“scomunica”
Prefazione di Jerome R. Corsi PostHill Press
Link per ordinare online: https://amzn.eu/d/iZtqtYV

martedì 10 dicembre 2024

Dio Esiste? Il nuovo libro del cardinale Sarah

"Dio non è morto, ma all'occidente conviene pensarlo. Il nuovo libro del cardinale Sarah"

Dio esiste? Il nuovo libro del card. Sarah

Al di là di Langone che lo inserisce in un suo certo ragionare, e al di là della bruttezza della copertina, lo dice il card. Sarah nel suo ultimo libro: “Il progetto di cancellare definitivamente la messa tradizionale tridentina, e cioè un rito che risale a san Gregorio Magno, una liturgia che ha 1600 anni, una messa che ha fatto tanti Santi e che è stata celebrata da tanti Santi, se è reale, mi sembra un insulto alla storia della Chiesa e alla Santa Tradizione, un progetto diabolico che vorrebbe rompere con la Chiesa di Cristo, degli Apostoli e dei Santi”.

Citazione sempre dal libro: 
"Sono ferito dal vedere così tanti pastori che vendono dottrina cattolica e creano divisioni tra i fedeli. Dobbiamo al popolo cristiano un insegnamento chiaro, fermo e stabile. Come possiamo accettare che le conferenze vescovi si contraddicano a vicenda? Dove regna la confusione, Dio non può vivere! Quelli che annunciano il cambiamento e lo sconvolgimento sono falsi profeti! Non si preoccupano del bene del gregge. Sono mercenari all'ovile! La nostra unità sarà forgiata intorno alla verità della dottrina cattolica. Non ci sono altri modi. Voler guadagnare la popolarità dei media a prezzo della verità è come fare il lavoro di Giuda! " - Cardinale Robert Sarah.


Dio Esiste? 
Cantagalli 2024 | pp. 320 | euro 25,00
In libreria dal 22 novembre 2024
Dio esiste? Ieri come oggi, uomini e donne di ogni tempo, specie di fronte alle difficoltà e alle proprie fragilità, si sono posti questa domanda. Nel cristianesimo questo dilemma trova la sua massima estensione e pienezza, perché il cristianesimo ha la pretesa di affermare che l’esistenza Dio non dipende da un convincimento personale e soggettivo, ideale ed emotivo, ma da un’esperienza reale, sensibile e intellegibile, il Cristianesimo è infatti la religione del Verbo che si fa carne. Con la nascita di Cristo non inizia una nuova religione ma accade qualcosa «l’avvenimento del Figlio di Dio che entra nella storia, che muore e risorge per noi».
Dio ha creato l’uomo, e l’uomo, per come è stato creato da Dio, ha bisogno, per credere in Lui, di vederlo, di sentire la Sua presenza.
Non si tratta di fare speculazioni teoriche o filosofiche, né di illudersi che un’entità astratta sia presente nella nostra mente o nel nostro cuore, confusa con il nulla che ci circonda. Si tratta di osservare la realtà, cioè sentire e vedere, e avere la ragionevole certezza che anche ciò che è invisibile esiste.
In questo libro Il cardinale Robert Sarah risponde a molte domande sull’esistenza e la reale presenza di Dio nella nostra vita, sul Suo apparente silenzio, sulla morte, sulla sofferenza, sul dolore, la gioia e su molto altro perché l’uomo come Zaccheo, ha bisogno di vedere Cristo per colmare quella “mancanza” che costantemente ci ricorda che Dio esiste.

Se il papa fa il personal trainer

La geniale, puntuta, graffiante, centrata ironia di Marcello Veneziani.

Se il papa fa il personal trainer
Marcello Veneziani, 07 Dicembre 2024

Ti voglio felice, Sei unica, Sei bella, Tu sei speciale, Ti auguro il sorriso, Ritorniamo a sognare, Buona vita. Tu sei una meraviglia, Avrò cura di te!, Per una gioia condivisa: se su una bancarella leggete una sfilza di titoli come questi a cosa pensate e che idea avete di quei libri e del loro autore? Pensate subito di trovarvi davanti a una di quelle tipiche bancarelle che vendono manuali di personal trainer o che insegnano un po’ tutto, dal ricamo ai tarocchi e alla gastronomia; o sermoni di predicatori new age, massaggiatori dello spirito, maghi e santoni da passeggio. Invece poi leggi bene l’autore e non c’è da equivocare: è Papa Francesco. Non è uno pseudonimo, una fake, un papa ritoccato col photoshop ma è proprio lui, Bergoglio, il Pontefice della Chiesa Cattolica, Apostolica e Romana. I libri sono editi con la sigla editoriale Pienogiorno e raccolgono frasi, citazioni, brani veri del Pontefice; ma non sono una libera e spontanea raccolta di qualche buontempone, perché sono firmati proprio da lui, e dunque sono autorizzati, magari con l’imprimatur della Santa Sede. Un tempo la Chiesa proibiva di divulgare perfino la Divina Commedia; ora sembra di essere a sorrisi e canzoni in versione papale. Anzi alcuni titoli sembrano proprio canzoni, che so, di Gianni Bella e Anna Oxa, nel migliore dei casi, o di qualche cantante femminista. E non è un titolo isolato, magari poi ritirato dalle bancarelle ma una collezione intera, quattrostagioni, di titoli papali, quasi un’opera omnia di un santone, un Osho (non il simpatico Federico Palmaroli che ne fa la parodia romanesca ma una specie di guru come l’Osho originale); l’autore è il Santo Padre, nientemeno che lui. A volte, titoli papali come quelli sulla gioia, sono appaiati nella casa editrice sullodata ad altri come La gioia di ruggire insieme, storia di un giovane leone, o La gioia di correre in salita, che ha per protagonista un cane nero. Altri titoli che affiancano la collana pontificia sono L’arte di avere sempre ragione di un tale Gerry Spence; Dannazione, penso troppo! di Nancy Colier che insegna “come mandare al diavolo stress e ansia” e I gatti dal cuore di ambra per chi ama i felini; ma potrei citarvene diversi altri, tutti dello stesso taglio e tenore.

lunedì 9 dicembre 2024

La fine del pluralismo in Medioriente

L'ho spostato in alto perché non sia sommerso da quelli successivi...
Lo scacchiere geopolitico è in fiamme su molti fronti. La situazione è ancora fluida, ma drammatica quanto basta a rendere estremamente preoccupante anche quanto si sta complicando nel versante mediorientale. Vedi qui indice articoli e qui quelli del fronte ucraino.

La fine del pluralismo in Medioriente

Sembra che con grande velocità si stia verificando in Medio Oriente un cambiamento che ha la portata di un terremoto. Con un patto del diavolo, la Turchia e gli Stati del Golfo sembrano accettare l'annientamento della nazione palestinese e la creazione di una Grande Israele, in cambio dell'annientamento delle minoranze sciite della Siria e del Libano e dell'imposizione del salafismo nel mondo arabo orientale.

Questo segna anche la fine delle comunità cristiane del Libano e della Siria, come testimoniano la distruzione di tutte le decorazioni natalizie, la distruzione del commercio di qualunque alcolico e l'imposizione forzata del velo per le donne ad Aleppo.

Il segreto di Fulton Sheen

Il segreto di Fulton Sheen
Disse in tarda età, rispondendo ad una domanda:
"Il segreto del mio potere è che in 55 anni non mi sono mai perso di passare un'ora al giorno di Adorazione alla Presenza di Gesù Nostro Signore nel Santissimo Sacramento. Ecco da dove viene il potere. Ecco da dove nascono i sermoni. È da lì che viene concepito ogni buon pensiero."
L'impegno di Sheen nel mantenere un'ora Santa di Adorazione Eucaristica iniziò il giorno della sua ordinazione il 20 settembre 1919 e durò fino al giorno della sua morte, il 9 dicembre 1979. Morì durante l'Adorazione Eucaristica, davanti a Gesù nel Santissimo Sacramento. Era chiaramente devoto alla pratica, non la considerava come una devozione ma come "Una Partecipazione all'Opera della Redenzione". Per molti decenni ha esortato i fratelli sacerdoti, i religiosi e tutti i fedeli a fare un'ora santa quotidiana.

45 anni fa, il 20 settembre del 1979, celebra la Santa Messa per il suo 60.mo di sacerdozio e nell’omelia pronuncia queste parole:
“Non è che io non ami la vita, ma ora voglio vedere il Signore. Ho passato tante ore davanti a Lui nel Santissimo Sacramento, ho parlato a Lui nella preghiera e di Lui con chiunque mi volesse ascoltare. Ora voglio vederLo faccia a faccia.”
Due mesi dopo, il 9 dicembre 1979, Mons. Fulton Sheen morì mentre era in preghiera dinanzi al Santissimo Sacramento nella sua cappella privata a New York.

Arciv. Viganò / Salve, Regina Omelia nell'Immacolata Concezione della Beatissima e SempreVergine Maria

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Salve, Regina 
Omelia nell'Immacolata Concezione
della Beatissima e SempreVergine Maria


SALVE, REGINA. Con queste parole inizia una delle preghiere più dense di dottrina e di spiritualità, e allo stesso tempo più care al popolo cristiano. È il saluto semplice, composto, reverente, di una schiera infinita di anime che da ogni parte del mondo – e dalle pene purificatrici del Purgatorio – si leva alla Augusta Vergine Madre, Nostra Signora, che onoriamo quale Regina in virtù della Sua divina Maternità, dei meriti della Corredenzione e degli specialissimi privilegi di cui, in vista dell’Incarnazione, Ella è stata insignita dalla Santissima Trinità. A quelle voci si uniscono quelle delle Gerarchie angeliche e dei Santi, che dalla loro dimora di gloria celebrano Colei che, sopra tutte le creature, è stata scelta per essere il Tabernacolo dell’Altissimo, l’Arca dell’Eterna Alleanza in cui è custodita la pienezza della Legge, il Pane della Vita, lo scettro del nuovo Aronne, l’olio dell’Unzione regale e sacerdotale. Maria Santissima è anche Regina Crucis: la Sua Regalità, sul modello della Signoria di Cristo, è stata conquistata nella co-Passione e coronata nella Corredenzione, perché non vi può essere la gloria della vittoria senza prima salire il Calvario. Chi non riconosce Maria Santissima come Regina e Signora, non riconosce Gesù Cristo come Re, né può sperare di aver parte al banchetto del Sovrano chi non onora Sua Madre.

Arciv. Viganò / Doctor Optime Omelia nella Festa di Sant'Ambrogio Vescovo, Confessore e Dottore della Chiesa

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Doctor Optime

Omelia nella Festa di Sant'Ambrogio Vescovo,
Confessore e Dottore della Chiesa


Il 7 Dicembre la divina Liturgia ricorda l’anniversario della Consacrazione Episcopale di Sant’Ambrogio, Patrono di Milano, Confessore della Fede, Dottore e Padre della Chiesa. Nell’anno 374 dell’era di Cristo, mille seicentocinquant’anni fa, il figlio di una importante famiglia senatoria, educato nelle migliori scuole di Roma e divenuto il più alto magistrato imperiale dell’Italia del Nord; amico di altri Santi tra cui Agostino da Ippona, allora insegnante di Retorica a Milano e poi da lui convertito dal paganesimo, riceveva la Sacra Unzione. 
Le vicende che portarono questo eminente personaggio politico sulla Cattedra di Milano ci lasciano, per la mentalità odierna, certamente stupiti. Egli venne acclamato Vescovo dal popolo mentre, come consularis cercava di imporre una tregua alla lotta tra Cattolici e ariani, parlando ai fedeli riuniti. Essendo ancora pagano e non avendo intenzione di accettare la nomina, cercò invano più volte la fuga, finendo con l’accettare la volontà di Dio. Nell’arco di pochi giorni ricevette il Battesimo, la Cresima e tutti gli Ordini Sacri. Potremmo dire che nulla delle doti richieste per ricoprire la carica civile andò perduto nel passaggio allo stato ecclesiastico; al contrario, vediamo nella sua tempra e nell’indole combattiva nella lotta contro gli eretici l’impronta del magistrato romano onesto, virtuoso, integerrimo.

Indice articoli sulle nuove guerre nel fronte mediorientale

Indice sulle nuove guerre nel fronte mediorientale
collegato con quelli sulla guerra in Ucraina qui
e sul  transumanesimo e realtà distopica qui

domenica 8 dicembre 2024

8 dicembre / Immacolata Concezione della Santissima Vergine con don Prospero Guéranger

L'introito è tratto dal proprio della Messa per l'Immacolata Concezione della Vergine Maria nella II Domenica di Avvento. Vedi, in particolare, Un memento sulla data dell'Immacolata Concezione (quando cade di Domenica) [qui]. Vedi, qui Dominica Secunda Adventus e La pratica dell'Avvento - dom Prosper Guéranger;

8 dicembre / Immacolata Concezione della Santissima Vergine
con don Prospero Guéranger


Intróitus
Is. 61, 10 - Gáudens gaudébo in Dómino, et exsultábit ánima mea in Deo meo: quia índuit me vestiméntis salútis: et induménto iustítiae circúmdedit me, quasi sponsam ornátam monílibus suis.
Ps. 29, 2 - Exaltábo te, Dómine, quóniam suscepísti me: nec delectásti inimícos meos super me. Glória Patri…
Is. 61, 10 - Gáudens gaudébo in Dómino…
Introito
Isaia 61, 10 - Mi rallegrerò nel Signore, e l’ànima mia esulterà nel mio Dio: perché mi ha rivestita di una veste di salvezza e mi ha ornata del manto della giustizia, come sposa adorna dei suoi gioielli.
Sal. 29, 2 - Ti esalterò, o Signore, perché mi hai rialzato: e non hai permesso ai miei nemici di rallegrarsi del mio danno. Gloria al Padre…
Isaia 61, 10 - Mi rallegrerò nel Signore…

La festa dell’Immacolata Concezione della Santa Vergine è la più solenne di tutte quelle che la Chiesa celebra nel sacro tempo dell’Avvento; e se è necessario che la prima parte dell’anno presenti la commemorazione di qualcuno dei misteri di Maria, non ve n’è alcuno il cui oggetto possa offrire più commoventi armonie con le pie preoccupazioni della Chiesa in questa mistica stagione della attesa. Celebriamo dunque con gioia questa solennità, poiché la Concezione di Maria presagisce la prossima Nascita di Gesù.

L’intenzione della Chiesa, in questa festa, non è solo di celebrare l’anniversario dell’istante in cui ha inizio, nel seno della pia Anna, la vita della gloriosissima Vergine Maria; ma anche di onorare il sublime privilegio in virtù del quale Maria è stata preservata dal peccato originale che, per decreto supremo ed universale, tutti i figli di Adamo contraggono nell’istante stesso in cui sono concepiti nel seno delle loro madri. La fede della Chiesa cattolica che fu solennemente riconosciuta come rivelata da Dio stesso il giorno per sempre memorabile dell’8 dicembre 1854, questa fede proclamata dalla Sede apostolica per bocca di Pio IX, tra le acclamazioni di tutta la cristianità, ci insegna che nell’istante in cui Dio ha unito l’anima di Maria, che era stata appena creata, al corpo che essa doveva animare, quell’anima per sempre benedetta non solo non ha contratto la bruttura che invade in quel momento ogni anima umana, ma è stata riempita d’una grazia immensa che l’ha resa, fin da quell’istante, lo specchio della santità di Dio stesso, nella misura che è possibile per un essere creato.

Dominica Secunda Adventus e La pratica dell'Avvento - dom Prosper Guéranger

Ripropongo per i nuovi lettori, ma anche per il nostro approfondimento, testi che appartengono alla vena aurea dei tesori che La Catholica ci ha tramandato e che noi disseppelliamo per rimeditarli e perché non siano consegnati all'oblìo e continuino a nutrire anche questa generazione e quelle che verranno. Di seguito trovate Dominica secunda adventus e La Pratica dell'Avvento. Richiamo: 
Dominica prima Adventus e La Mistica dell'Avvento, dom Prosper Guéranger [qui]; 
Dominica prima Adventus e La Storia dell'avvento [qui]; 
Altri precedenti: Tempore Adventus [qui]; Nell'Avvento viviamo l'innocenza e l’eterna infanzia di Dio [qui] ; È di nuovo Avvento [qui].  

Intróitus
Is. 30, 30 - Pópulus Sion, ecce Dóminus véniet ad salvándas géntes: et audítam fáciet Dóminus glóriam vocis suæ in lætítia cordis vestri. Ps. 79, 2 - Qui regis Israël, inténde:qui dedúcis, velut ovem, Ioseph. Glória Patri…Is. 30, 30 - Pópulus Sion, ecce Dóminus… Popolo di Sion, ecco il Signore verrà a salvare tutte le genti: il Signore farà udire la gloria della sua voce inondando di letizia i vostri cuori. Ascolta, tu che reggi Israele, tu che guidi Giuseppe come un gregge. Gloria al Padre… Popolo di Sion, ecco il Signore…

L'Ufficio di questa Domenica è tutto pieno dei sentimenti di speranza e di gaudio che dà all'anima fedele il lieto annunzio del prossimo arrivo di colui che è il Salvatore e lo Sposo. La Venuta interiore, quella che si opera nelle anime, è l'oggetto quasi esclusivo delle preghiere della Chiesa in questo giorno: apriamo dunque i nostri cuori, prepariamo le nostre lampade, aspettiamo nella letizia quel grido che si farà sentire nel mezzo della notte: Gloria a Dio! Pace agli uomini!

La Chiesa Romana fa in questo giorno Stazione alla Basilica di S. Croce in Gerusalemme. In questa venerabile Chiesa, Costantino depose una parte considerevole della vera Croce, e il titolo che vi fu affisso per ordine di Pilato, e che proclamava la regalità del Salvatore degli uomini. Vi si conservano ancora quelle preziose reliquie; e, arricchita di sì glorioso deposito, la Basilica di S. Croce in Gerusalemme è considerata dalla Liturgia Romana, come Gerusalemme stessa, come si può vedere dalle allusioni che presentano le diverse Messe delle Stazioni che vi si celebrano. Nel linguaggio delle sacre Scritture e della Chiesa, Gerusalemme è il tipo dell'anima fedele; questo è anche il pensiero fondamentale che ha presieduto alla composizione dell'Ufficio e della Messa di questa Domenica. Ci dispiace di non poter svolgere qui tutto il magnifico argomento, e ci affrettiamo ad aprire il Profeta Isaia,e a leggervi, con la Chiesa, il passo da cui essa attinge oggi il motivo delle proprie speranze nel regno dolce e pacifico del Messia.

sabato 7 dicembre 2024

Sant’Ambrogio, la lezione di un grande Vescovo

Oggi, festa di Sant'Ambrogio, lo ricordiamo con l'articolo che segue. Precedenti interessanti qui - qui (per la citazione).
Sant’Ambrogio, la lezione di un grande Vescovo
Aurelio Porfiri

Quando parliamo di Padri della Chiesa, parliamo di persone che provengono da ogni ambito della vita. Alcuni di loro hanno contribuito allo sviluppo della dottrina cristiana, altri hanno offerto un contributo più pastorale, altri sono stati grandi uomini di fede, tanto da essere canonizzati dalla Chiesa. Uno dei giganti del cristianesimo è certamente Sant'Ambrogio (337-397). Molte persone lo conoscono solo in riferimento a un altro altro gigante, Sant'Agostino, perché il vescovo Ambrogio è stato determinante nella conversione di Agostino. Ma in realtà c'è molto di più in lui da dire. Era, come Gregorio di Nazianzo, Gregorio di Nissa e Basilio, un forte oppositore dell'arianesimo, un'eresia che ha veramente sconvolto la Chiesa nei primi secoli.

Veniva da una ricca famiglia cristiana. La sua storia è piuttosto singolare perché all'inizio assunse una responsabilità politica, essendo il governatore di alcune regioni, ma alla morte del vescovo di Milano, che era a favore dell'arianesimo, la gente lo acclamò come il nuovo vescovo, e per questo motivo fu ordinato sacerdote e poi consacrato vescovo il 7 dicembre dell’anno 374.

Donò la maggior parte della sua ricchezza ai poveri. Con l'obiettivo di convertire più persone alla vera fede, ha anche studiato attentamente la Scrittura e i padri della Chiesa, così da poter conquistare il più possibile le persone alla verità (incluso Agostino), quando in precedenza le stesse erano in balia dell'errore. Scriverà molte opere, soprattutto testi esegetici.

È anche conosciuto come il padre dell'innodia latina, essendo attribuita a lui la creazione di alcuni inni per i fedeli che erano sotto forte persecuzione per il motivo di mantenere la loro fede ortodossa. Sarebbe bello anche oggi avere scrittori di inni che attraverso la composizione degli stessi possano aiutare le persone a non lasciarsi fuorviare dalla retta via. Uno dei suoi più famosi inni fu l'inno mattutino Splendor Paternae Gloriae. Comincia così:

"Splendor paternae gloriae, luce lucem proferens, lux lucis et fons luminis, diem dies illuminans" (O splendore della gloria radiante di Dio, O Tu che porti luce dalla luce, O Luce di Luce, la Fonte Vivente della luce, O giorno, che illumina tutti i giorni).

Benedetto XVI, nella sua udienza generale del 24 ottobre 2007, così aveva detto di questo grande santo:
"Cari fratelli e sorelle, vorrei proporvi ancora una sorta di «icona patristica» che, interpretata alla luce di quello che abbiamo detto, rappresenta efficacemente «il cuore» della dottrina ambrosiana. Nel sesto libro delle Confessioni Agostino racconta del suo incontro con Ambrogio, un incontro certamente di grande importanza nella storia della Chiesa. Egli scrive testualmente che, quando si recava dal Vescovo di Milano, lo trovava regolarmente impegnato con catervae di persone piene di problemi, per le cui necessità egli si prodigava. C’era sempre una lunga fila che aspettava di parlare con Ambrogio per trovare da lui consolazione e speranza. Quando Ambrogio non era con loro, con la gente (e questo accadeva per lo spazio di pochissimo tempo), o ristorava il corpo con il cibo necessario, o alimentava lo spirito con le letture. Qui Agostino fa le sue meraviglie, perché Ambrogio leggeva le Scritture a bocca chiusa, solo con gli occhi (cfr Confessioni 6,3). Di fatto, nei primi secoli cristiani la lettura era strettamente concepita ai fini della proclamazione, e il leggere ad alta voce facilitava la comprensione pure a chi leggeva. Che Ambrogio potesse scorrere le pagine con gli occhi soltanto, segnala ad Agostino ammirato una capacità singolare di lettura e di familiarità con le Scritture. Ebbene, in quella «lettura a fior di labbra», dove il cuore si impegna a raggiungere l’intelligenza della Parola di Dio – ecco «l’icona» di cui andiamo parlando –, si può intravedere il metodo della catechesi ambrosiana: è la Scrittura stessa, intimamente assimilata, a suggerire i contenuti da annunciare per condurre alla conversione dei cuori. Così, stando al magistero di Ambrogio e di Agostino, la catechesi è inseparabile dalla testimonianza di vita. Può servire anche per il catechista ciò che ho scritto nella Introduzione al cristianesimo, a proposito del teologo. Chi educa alla fede non può rischiare di apparire una specie di clown, che recita una parte «per mestiere». Piuttosto – per usare un’immagine cara a Origene, scrittore particolarmente apprezzato da Ambrogio – egli deve essere come il discepolo amato, che ha poggiato il capo sul cuore del Maestro, e lì ha appreso il modo di pensare, di parlare, di agire. Alla fine di tutto, il vero discepolo è colui che annuncia il Vangelo nel modo più credibile ed efficace".
È molto importante riflettere su queste parole di Benedetto XVI, che ci chiamano, come per Ambrogio, ad essere coerenti con la nostra fede, almeno riconoscendo le nostre indegnità. Il Papa continuava:
"Come l’apostolo Giovanni, il Vescovo Ambrogio – che mai si stancava di ripetere: «Omnia Christus est nobis! – Cristo è tutto per noi!» – rimane un autentico testimone del Signore. Con le sue stesse parole, piene d’amore per Gesù, concludiamo così la nostra catechesi: «Omnia Christus est nobis! Se vuoi curare una ferita, Egli è il medico; se sei riarso dalla febbre, Egli è la fonte; se sei oppresso dall’iniquità, Egli è la giustizia; se hai bisogno di aiuto, Egli è la forza; se temi la morte, Egli è la vita; se desideri il cielo, Egli è la via; se sei nelle tenebre, Egli è la luce ... Gustate e vedete come è buono il Signore: beato è l’uomo che spera in Lui!» (La verginità 16,99). Speriamo anche noi in Cristo. Saremo così beati e vivremo nella pace".
Sì, questa è la grande lezione di questo santo: mettiamo nelle mani del Signore le nostre preoccupazioni e problemi e lui saprà come renderle più leggere.

Un memento sulla data dell'Immacolata Concezione

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement le particolarità sulla celebrazione dell'Immacolata Concezione. Lo riprendo per sempre meglio conoscere elementi non più messi in evidenza della nostra fede e relativa prassi. Domani inserisco, ad abundantiam, le pagine riguardanti tutt'e due le Celebrazioni: quella della seconda Domenica di Avvento - con i link ad alcuni approfondimenti propri del Tempo - e quella della Immacolata Concezione.

Un memento sulla data dell'Immacolata Concezione

Quest'anno, l'8 dicembre cade di domenica e ho già visto alcuni post sui social media che discutevano su cosa fare con la festa dell'Immacolata Concezione quando coincide con una domenica di Avvento. Questo è uno dei casi in cui c'è una differenza tra la forma ordinaria e quella straordinaria del rito romano; la questione se le rubriche delle due forme debbano essere conciliate su questo punto, e se sì, come, non ha attinenza con il fatto che, allo stato attuale delle cose, non sono state conciliate.

- Nella forma ordinaria, le domeniche di Avvento non ammettono alcun impedimento (paragrafo 59 delle "Norme universali sull'anno liturgico e il calendario") e l'Immacolata Concezione è trasferita al giorno successivo, lunedì 9 dicembre (ibid. par. 5). Ciò è vero anche quando è celebrata come festa patronale, come negli Stati Uniti. A titolo informativo, diversi anni fa, l'USCCB ha preso la pessima decisione che la festa non sarebbe stata un giorno di precetto negli anni in cui è stata trasferita. Pertanto incoraggio tutti i sacerdoti a ricordare ai loro parrocchiani nelle prossime due domeniche quanto urgentemente la Chiesa negli Stati Uniti (e ovunque altrove) abbia bisogno delle preghiere della Vergine Immacolata e come dovremmo fare uno sforzo speciale per onorarla in questa importante festa.

I Sabato del Mese a Sant'Anna al Laterano

Ricordo che oggi, Sabato 7 dicembre, è il I sabato del mese.

Alle Ore 16.00 S. Messa votiva del Cuore Immacolato di Maria, preceduta dalla disponibilità per le Confessioni dalle ore 15.00.

Il Catechismo sulle Virtù Cardinali, previsto in questa data, non avrà luogo. L’incontro sarà recuperato il 1 marzo.

Giubileo 2025, Bergoglio dedica una giornata ai pellegrini gay e a tutta la comunità Lgbtqia+

Registriamo una delle tante scelte spiazzanti e controverse di Bergoglio, lo stesso che, con Fiducia Supplicans (qui) — promossa dal Dicastero per la Dottrina della Fede di cui è prefetto il fedelissimo cardinal Fernandez — ha aperto alla possibilità di benedire le coppie omosessuali. Qui l'indice degli articoli sui precedenti. Qui un interessante articolo sul Giubileo, il suo vero significato e da dove proviene.

Giubileo 2025, Bergoglio dedica una giornata 
ai pellegrini gay e a tutta la comunità Lgbtqia+

Leggiamo su Il Messaggero: “Nella Chiesa di Papa Francesco, aperta a todos, todos, todos, a indicare che tutti sono inclusi e nessuno è più escluso, il Giubileo del 2025 spalancherà le porte al primo pellegrinaggio dedicato espressamente ai gay e a tutte le persone Lgbtqia+. Una novità assoluta, impensabile fino a qualche anno fa, frutto di un'attenzione pastorale estesa ad ambienti solitamente considerati ai margini”. Così viene comunicata un'importante scelta di Bergoglio in vista dell'imminente Anno Santo.
Una novità assoluta, soprattutto ricordando che nel 2000, anno dell’ultimo Giubileo ordinario, il Vaticano si oppose con fermezza alla parata del World Gay Pride, che quell’anno si teneva proprio a Roma, capitale della Cristianità, che  alla fine si svolse; ma non senza numerose polemiche.

L'8 dicembre 1854 papa Pio IX, con la bolla Ineffabilis Deus proclamava la Vergine Maria preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento

Ricordiamo che l'8 dicembre 1854 papa Pio IX, con la bolla Ineffabilis Deus proclamava la Vergine Maria preservata dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Con l'enciclica Ad Diem Illum Laetissimum, ripresa di seguito, con accenti illuminati che fa bene a tutti noi ritrovare, Pio X ne commemorava il 50°. "...Noi vogliamo dire di «tutto restaurare in Gesù Cristo». Poiché chi non accetta che non vi è strada più sicura né più facile se non quella di Maria, per la quale gli uomini possono arrivare fino a Cristo e ottenere mediante Gesù Cristo questa perfetta adozione filiale che rende santi e senza macchia allo sguardo di Dio?...". E oggi? A dimostrazione della passio Ecclesiae che stiamo vivendo, ricordate, purtroppo, la profanazione dell'8 dicembre 2015? qui.

Lettera enciclica 
Ad Diem Illum Laetissimum 
del Sommo Pontefice Pio X 

Il Corso del tempo ci condurrà tra pochi mesi al giorno d'incomparabile letizia allorché, cinquant'anni or sono, circondato da una magnifica corona di Cardinali e di Vescovi, il Nostro Predecessore Pio IX, Pontefice di santa memoria, dichiarò e proclamò quale rivelazione divina per l'autorità del magistero apostolico, che Maria è stata, fin dal primo istante della Sua concezione, totalmente immune dal peccato originale. Proclamazione che nessuno ignora essere stata accolta da tutti i fedeli dell'universo con tale gioia e entusiasmo quale non si ebbe mai a memoria d'uomo e con manifestazione di fede, sia nei riguardi dell'Augusta Madre di Dio, sia per il Vicario di Gesù Cristo, così grandiosa e così unanime.

Oggi, Venerabili Fratelli, benché alla distanza di mezzo secolo, non possiamo sperare che il rinnovato ricordo della Vergine Immacolata provochi nelle nostre anime come una eco di quelle sante letizie e rinnovelli gli spettacoli magnifici di fede e d'amore verso l'Augusta Madre di Dio, spettacoli che si videro in questo passato già lontano? Ciò che Ce lo farebbe desiderare ardentemente è un sentimento, che Noi abbiamo sempre nutrito nel Nostro cuore, di devozione verso la Beata Vergine ed insieme di gratitudine profonda per i suoi benefici.

Inno composto da Sant'Ambrogio / Veni Redemptor gentium

Tra le composizioni inniche riconosciute come sicuramente autentiche di Ambrogio si contano quattro inni e tra questi anche il Veni redemptor. È sant'Agostino, probabilmente, uno dei primi a parlarne nel Sermo 372: "Hunc nostri gigantis excursum brevissime ac pulcherrime cecinit beatus Ambrosius in hymno, quem paulo ante cantasti".
Di questa composizione ne parla anche Celestino I: "Recordor beatae memoriae Ambrosium in die natalis Domini nostri Jesu Christi omnem populus fecisse una voce Deo canere: Veni redemptor gentium".
Come tutti gli inni di Ambrogio, si tratta di una composizione in dimetri giambici.
Nel rito romano Il Veni redemptor gentium è l'inno dell'ufficio delle letture delle ferie privilegiate d'Avvento, ma tradizionalmente non era accolto nel Breviario romano.
Nel rito ambrosiano Lo si trova per il tempo di Natale fino all'Epifania preceduto dalla strofa: Intende, qui regis Israel, super Cherubim qui sedes,appare Ephrem coram, excita potentiam tuam et veni.

«Veni Redemptor gentium
ostende partum virginis
miretur omne saeculum
talis decet partus Deum.

Non ex virili semine,
sed mystico spiramine
verbum Dei factum est caro,
fructusque ventris floruit.

Alvus tumescit virginis,
claustrum pudoris permanet,
vexilla virtutum micant:
versatur in templo Deus.

Procedat e thalamo suo,
pudoris aula regia,
geminae gigas substantiae,
alacris ut currat viam.

Egressus eius a Patre,
regressus eius ad patrem,
excursus usque ad inferos,
recursus ad sedem Dei.

Aequalis aeterno Patri,
carnis trophaeo cingere,
infirma nostri corporis
virtute firmans perpeti.

Praesepe iam fulget tuum,
lumenque nox spirat novum,
quod nulla nox interpolet
fideque iugi luceat.

Sit Christ rex piissime,
tibi Patrique gloria,
cum Spiritu Paraclito,
in sempiterna saecula
Vieni, Redentore delle genti
rivela il parto della vergine
i secoli si meravigliano
tale parto si addice a Dio

Non da seme d'uomo,
ma dall’arcano soffio dello Spirito
il Verbo di Dio si è fatto carne
ed è fiorito come frutto di un grembo.

S’inarca il grembo della Vergine,
ma il pudico chiostro rimane chiuso,
i vessilli delle virtù brillano:
Dio ha preso dimora nel suo tempio.

Esca dal suo talamo nuziale,
aula regia di santo pudore,
il Forte dalla duplice natura,
e corra veloce il suo cammino.

E venuto da suo Padre,
ed è tornato a suo Padre,
discese fino agli Inferi,
riascese alla sede di Dio.

Uguale all'eterno Padre,
cingi il trofeo della carne,
rafforza con la tua potenza
la fiacchezza del nostro corpo.

Già rifulge la tua mangiatoia,
la notte effonde una luce nuova,
nessuna notturna tenebra la offuschi,
ma splenda per sempre di fede

Cristo re misericordioso a te
e al Padre sia gloria,
insieme allo Spirto Paraclito
per i secoli dei secoli.»

 Per l'ascolto

venerdì 6 dicembre 2024

L’angelologia biblica e letteraria del Medioevo

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis
L’angelologia biblica e letteraria del Medioevo
Robert Keim 3 dicembre

Dopo un intervallo di tre settimane a causa di una serie di riflessioni sul dolore nella vita e nella liturgia medievali, e successivamente della celebrazione del giorno di Sant'Andrea sotto il profilo dell'arte (qui), possiamo tornare alla nostra serie sugli angeli nella cultura medievale. La serie è iniziata con un saggio sul Medioevo come Età degli Angeli:
l'incomparabile Mont-Saint-Michel e una meravigliosa miniatura medievale di San Michele ci hanno dato spunti su un mondo in cui le persone "non solo credevano negli angeli, non solo celebravano le loro feste e invocavano il loro aiuto, non solo li vedevano nei libri, nei dipinti e nelle vetrate, ma sentivano la loro presenza con un'ubiquità, un'intensità e una profonda affettività che sono praticamente sconosciute e quasi inimmaginabili nel mondo moderno". Dopo di che, abbiamo discusso delle misteriose fate (non fate) della letteratura medievale, che sembrano "piuttosto come angeli che furono cacciati dal cielo ma si impigliarono nella rete del folklore umano e non arrivarono alla loro destinazione infernale". Ho sottolineato la natura letteraria della straordinaria angelologia dei cristiani medievali, che “era radicata e nutrita dalla loro vita intrinsecamente poetica, dal loro amore per le storie mistiche e mitologiche e, soprattutto, dal loro incontro profondamente letterario con la Bibbia”.

Il caso di un uomo semplice per la tradizione. Capitolo 4: La fede e la prassi

Nella nostra traduzione da OnePeterFive continuiamo la pubblicazione in serie del nuovo libro del dott. Edward Schaefer A Simple Man's Case for Tradition. Si tratta di un'eccellente introduzione al mondo Tradizionale e fornisce un modo semplice di presentarlo ai confratelli cattolici che cercano risposte più profonde alla crisi e alle domande odierne. Negli USA, i proventi della vendita del libro aiutano anche a promuovere il Collegium Sanctorum Angelorum, uno dei soli due college cattolici tradizionali. I nostri amici nordamericani sono molto attivi. Sarà di grande utilità anche per noi.

Leggi l'Introduzione
Cap. 4 - La fede e la prassi

Capitolo 4: La fede e la prassi
Edward Schaefer 30 novembre 2024

Siamo nella primavera del 1966. Frequento il 9° anno in una scuola superiore cattolica maschile e seguo un corso d’arte. ‘'insegnante è un prete, un oblato di San Francesco di Sales. In una delle lezioni, sorge un dibattito sulla purezza sessuale. Non ho idea di come possa venir fuori questo argomento in una lezione d’arte, ma succede. Forse è stato innescato da un dipinto che stavamo studiando. Nel dibattito, il sacerdote afferma che la masturbazione non è peccaminosa.

Questo è stato un momento significativo per diversi motivi. Innanzitutto, il Concilio Vaticano II si era appena concluso. TUTTO stava cambiando, TUTTO! Qualunque cosa dicessero i vari documenti del Concilio era irrilevante. Lo Spirito del Concilio governava e lo Spirito soffiava venti di cambiamento, un cambiamento che, guarda caso, cavalcava la rivoluzione sessuale degli anni Sessanta.

giovedì 5 dicembre 2024

Il designato card. Pablo David vuole riabilitare Giuda e condividere l'Eucaristia con tutti, a qualunque costo

Oggi le gerarchie ecclesiali mostrano di odiare i paramenti antichi e le preziosità degli e sugli altari, ignorando l'onore del Signore, con la scusa del clericalismo; inoltre, i loro discorsi sono quelli di qualsiasi protestante che decide di organizzare la propria chiesa, improvvisando temi teologici con la massima disinvoltura. Lo dimostra il testo che segue, nella nostra traduzione da Rorate caeli. Sull'argomento specifico, abbiamo un precedente significativo: Bergoglio e l'ennesima enfasi sulla salvezza di Giuda qui
Intanto nelle Filippine viene sospesa la Messa tradizionale qui.

Il designato card. Pablo David vuole riabilitare Giuda e 
condividere l'Eucaristia con tutti, a qualunque costo

Il cardinale-designato Pablo David, che dovrà ricevere la berretta rossa tra pochi giorni, il 7 dicembre, ha tenuto l'omelia in occasione dell'ordinazione del nuovo vescovo di Cubao. L'omelia suggeriva che la Santa Eucaristia dovrebbe essere data a chiunque, anche ai peccatori gravi, e che Gesù ha somministrato l'Eucaristia a Giuda come segno di perdono. Egli ha pubblicato l'omelia online, attirando in breve tempo "mi piace" e condivisioni. Ecco gli estratti più rilevanti:
Ordinazione episcopale e possesso canonico del vescovo Elias L. Ayuban, Jr. DD CMF come 2° vescovo di Cubao
Vescovo Pablo David
Presidente, CBCP [Conferenza episcopale cattolica delle Filippine]
Cardinale designato
Omileta

Omelia per l'ordinazione di Mons. Elias Ayuban
3 dicembre 2024

La sinistra e l'islam

L'avesse detto un calciatore europeo in nome di valori cristiani sarebbe stato isolato, multato e lapidato dai media. 
Lui invece è giustificato. 
Per la sinistra l'islamizzazione viene prima di tutto

Quando il percorso in avanti fa retrocedere

Per la prima volta nella storia della Chiesa l'aggiornamento/rinnovamento è stato malinterpretato come rilassamento o come rivoluzione! Interessante l'articolo che segue, nella nostra traduzione dall'Oriens Journal.

Quando il percorso in avanti porta indietro
Padre Pio Maria Noonan, OSB 29 novembre 2024

Da ragazzo, ho avuto diverse occasioni di fare delle escursioni molto lunghe in diverse alte catene montuose delle Alpi svizzere, francesi e italiane. Il primo giorno mi è stato dato un avvertimento che mi è rimasto impresso da allora: devi seguire i sentieri segnalati e, se ti allontani, torni all'ultimo cartello che ricordi di aver visto. Il principio ha senso e solo gli sciocchi lo ignorerebbero. Ritorni sul sentiero. Se non lo fai, sei perduto e potresti pagarne le conseguenze con la vita.

Questo stesso principio ha un posto nella vita morale degli individui e delle civiltà. La vita delle persone inizia a sgretolarsi quando si lasciano alle spalle le sagge massime che (si spera) hanno imparato dai loro genitori e iniziano a vivere secondo i loro capricci. L'unica via per la salvezza è tornare ai principi di moderazione e astinenza tramandati di generazione in generazione. In modo simile, la vita di una nazione inizia a disintegrarsi quando i principi sacrosanti che hanno governato ogni singola vera civiltà nella storia dell'umanità vengono lasciati da parte: i nascituri non sono più protetti, gli anziani vengono scartati come inutili, l'edonismo e la promiscuità sessuale dilagano, avere figli è facoltativo e l'educazione che diamo a quelli che abbiamo è rivolta solo al loro benessere fisico e non a quello eterno. Una tale civiltà è sull'orlo del collasso: regna l'anarchia ed è solo questione di tempo prima che gli orrori della barbarie pagana trionfino.