Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 3 ottobre 2024

Mons. Strickland / Lettera aperta ai partecipanti alla sessione finale del Sinodo sulla sinodalità, nonché ai fedeli che ne seguono lo svolgimento

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews, la Lettera del Vescovo Strickland del 30 settembre che invita "tutti i pastori della Chiesa" a difendere la fede mentre si avvicina il Sinodo implorandoli di "sostenere fermamente Cristo" in vista del Sinodo sulla sinodalità e esorta i fedeli a non accettare "alcun processo sinodale che contraddica il Deposito della Fede della Chiesa cattolica". Qui l'indice dei precedenti.

Lettera aperta ai partecipanti alla sessione finale del Sinodo sulla sinodalità,
nonché ai fedeli che ne seguono lo svolgimento:

Vi scrivo questa lettera nel giorno della festa di san Girolamo, Dottore della Chiesa universale e uno dei quattro grandi Padri latini. Da mercoledì 2 ottobre a domenica 27 ottobre 2024, si terrà la sedicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, detta anche Sinodo sulla sinodalità [vedi], sul tema “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione”, che avrà luogo nella sua seconda e ultima sessione.

Durante questo sinodo finora, abbiamo visto false idee poste sui tavoli di discussione accanto ad antiche verità della rivelazione con l'approccio che alcune di queste antiche verità debbano cambiare o semplicemente essere cancellate. È una grande parodia quando la perla di gran valore viene mescolata a casaccio con le cianfrusaglie di un mondo confuso e peccaminoso. Imploro tutti coloro che stanno partecipando a questo sinodo di avere l'audacia della fede che grida " non possumus " - non possiamo! Leggiamo nei Salmi che Dio ha “rafforzato le sbarre delle tue porte” (Salmo 147:13). Queste porte sono le porte della Sua Chiesa. Voi che siete sacerdoti, vescovi e cardinali vi rendete conto che siete delle sentinelle a quelle porte? San Girolamo scrisse: “Se solo il Signore mi concedesse il privilegio di essere una sbarra alle porte di Sion! Se un eretico osasse forzare la strada attraverso quelle porte, io starei a cavalcioni e glielo impedirei. Venga Eunomio, venga Ario, e io li confuterò”.

mercoledì 2 ottobre 2024

Non dimentichiamo i nostri Angeli custodi di cui oggi ricorre la festa.

Non dimentichiamo i nostri Angeli custodi
di cui oggi ricorre la festa.


Angele Dei, qui custos es mei,
me, tibi commíssum pietáte supérna,
illúmina, custódi, rege et gubérna.
Amen.
Oggi è la festa degli Angeli custodi, laicisticamente trasformata nella "festa dei nonni" dal 2005, per legge del parlamento italiano e proprio, guarda caso, per il 2 ottobre: il giorno della ricorrenza degli Angeli custodi che, nel nuovo mondo secolarizzato, assumono ora il volto dei nonni.
I nonni certamente lo sono, angeli custodi, ma in maniera molto umana e non soprannaturale come quella che ci stiamo perdendo chi per indifferenza e chi per ignoranza, nella totale incuria dei Pastori, sulla maggior parte dei quali è meglio stendere un velo pietoso.

Oltre alle parole di Padre Pio pubblicate di seguito, vi invito a rileggere (o a scoprire, per chi ci conoscesse solo ora) uno splendido insegnamento: Il ministero dei Santi Angeli nella Comunione dei Santi [qui] .  

Non senza aver ripreso quanto ne dice il Messale Romano (vedi immagine a lato : clicca per ingrandire)

 * * *
Padre Pio parla dell'Angelo Custode

In una lettera scritta da Padre Pio a Raffaelina Cerase il 20 aprile 1915, il Santo esalta l’amore di Dio che ha donato all’uomo un dono così grande come l’Angelo Custode:

Le introduzioni delle epistole

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement alcune notazioni sull'uso delle introduzioni alle letture in ambito Liturgico. Pillole tratte dalle locuzioni latine dai nostri amici anglofoni.
Le introduzioni delle epistole

Una caratteristica tipica di tutte le liturgie apostoliche è l’uso di letture tratte dalla Scrittura al fine di illuminare il momento liturgico più che per approfondire l’alfabetizzazione biblica in sé. Le letture dell’Antico e del Nuovo Testamento venivano scelte generalmente in base alla loro pertinenza tematica alla stagione o al giorno. Occasionalmente, le letture erano composte da versetti specifici selezionati da un brano biblico per l’appropriatezza al giorno liturgico, con altri versetti meno appropriati omessi, al fine di affinare ulteriormente il messaggio. Esistono anche letture di un tipo chiamato “cento” — da una parola latina che significa “pezzi cuciti insieme” —, che sono assemblate da versetti di diversi libri della Bibbia. (Sono estremamente rare nei riti romano e ambrosiano, ma comuni in quello bizantino.) Per parafrasare padre Joseph Jungmann, la Chiesa non ha esitato a spezzare il pane della parola di Dio per preparare i fedeli a un modo particolare di spezzare il pane eucaristico. [1]

Avviso: Riprende il Catechismo a Sant'Anna al Laterano

Sabato prossimo 5 ottobre riprende a Sant'Anna al Laterano il ciclo di Catechismo che inizierà sulle Virtù:
  • Sabato 5 ottobre 2024.
    Le Virtù un discorso da rifare
  • Sabato 7 dicembre 2024.
    Prudenza
  • Sabato 1 febbraio 2025.
    Giustizia
  • Sabato 5 aprile 2025.
    Fortezza
  • Sabato 7 giugno 2025.
    Temperanza
Vedi Locandina

martedì 1 ottobre 2024

Se l'invasione dell'Ucraina è una barbarie, quella del Libano?

Indice degli articoli sulla realtà distopica. Una differenza, rispetto al fronte ucraino, potrebbe essere l'aspetto di guerra religiosa. Ma nell'uno e nell'altro caso, sullo sfondo e neppure dietro le quinte c'è l'Occidente : non il nostro Europeo — che pure ha le sue pecche — ma quello atlantista. Alla fine, il rischio è quello di trovarci coinvolti in un'altra guerra che non è la nostra, insieme all'essere sommersi in casa nostra da sacche diffuse di antisemitismo che confondono il sionismo di Israele con gli ebrei. Certo la questione è ben più complessa e con diversi risvolti; ma l'effetto domino degli ultimi eventi non è da sottovalutare.

L'invasione dell'Ucraina è una barbarie. E quella del Libano?

Se la Russia invade l'Ucraina, allora per i nostri media e la nostra politica la barbarie è in atto, dobbiamo sentirci tutti ucraini, difendere gli aggrediti, imporre sanzioni e armare Zelensky.
Se invece Israele invade il Libano (dopo avere massacrato decine di migliaia di donne e bambini nella striscia di Gaza) allora si tratta di una “legittima manovra difensiva”.
Nessuno di noi deve sentirsi libanese. Nessuno deve chiedere sanzioni, nessuno deve armare il Libano, Stato sovrano aggredito.
Non siamo solo alla totale incoerenza. Siamo alla totale indecenza.

Israele può compiere qualsiasi nefandezza grazie al sostegno incondizionato del cosiddetto "Occidente", cioè della superpotenza a stelle e strisce e dei suoi burattini europei.
Tra l’altro gli Usa pagano interamente l’ingentisssimo costo annuale degli armamenti israeliani. Senza la superpotenza del dollaro, Israele forse nemmeno esisterebbe.

Il Summum Bonum di Cicerone e il più grande comandamento

Nella nostra traduzione da OnePeterFive
Il Summum Bonum di Cicerone e il più grande comandamento
   
Attraverso la filosofia, la nostra ricerca razionale è portata idealmente a un appropriato livello culturale che ci consente di accettare la rivelazione nei Vangeli. La Praeparatio evangelica è una dottrina della Chiesa primitiva, secondo la quale Dio, prima della pienezza della rivelazione nel Suo Figlio, aveva già coltivato il terreno, per così dire, per l'Incarnazione, sviluppando una cultura filosofica che sarebbe stata aperta alla rivelazione di Gesù Cristo. [1]

45 anni prima della nascita di Cristo, Cicerone, oratore, statista e filosofo romano, scrisse un libro intitolato De Finibus Bonorum et Malorum (Sui fini del bene e del male). La questione centrale di questo libro è un'esplorazione della natura del summum bonum, cioè il sommo bene. Il sommo bene è un valore ultimo nella vita, un telos finale oltre il quale non c'è ulteriore aspirazione, che organizza tutti i modelli convenzionali di condotta corretta. Ciò che è giusto è ciò che conduce a questo fine ultimo, e ciò che è sbagliato lo mina. Non usiamo il sommo bene come mezzo per un altro fine, ma lo apprezziamo di per sé. [2]

Il grande paradosso del monachesimo medievale La solitudine porta alla comunità e la comunità alla solitudine.

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis la seconda parte del testo [qui] sulle espressioni poetiche spirituali intellettuali del medioevo. Mentre nei primi secoli si valutava l’opportunità di studiare greci e latini, il medioevo rifulse, tra l'altro, per la scelta nei monasteri di approfondire le scienze e i classici... Precedenti sul monachesimo qui - qui - qui - qui - qui - qui.

Il grande paradosso del monachesimo medievale 
La solitudine porta alla comunità e la comunità alla solitudine. 

Il monachesimo era così centrale nella cultura medievale che studiare l'uno senza l'altro è semplicemente impossibile. 
Le conquiste spirituali, architettoniche, agricole, intellettuali e artistiche del Medioevo erano inseparabili dalle vite di uomini e donne di tutta Europa che scelsero di non possedere nulla, rinunciare alla propria volontà, sottomettere la carne, esaltare lo spirito e donarsi interamente a Dio. 
Cercarono di costruire per sé stessi un mondo pacifico, appartato e santificante di preghiera, studio e lavoro manuale. Così facendo, costruirono un'intera civiltà.


Questa è una situazione in cui le immagini raccontano una storia che non è possibile esprimere a parole. 
(Diritti d'autore dell'immagine (clicca per ingrandire) Oxford University Press.) 

Questa è una mappa dei monasteri che esistevano in un periodo corrispondente più o meno all'Alto Medioevo (1000-1300 d.C.). È sorprendente anche tenendo conto che a quel tempo la densità di popolazione era forse un decimo di quella attuale.

Tuttavia, date un'occhiata attenta alla legenda: questa mappa include solo istituzioni associate al cambiamento rispetto al consolidato modello benedettino di monachesimo. In altre parole, identifica centri di riforma benedettina e case appartenenti ai nuovi ordini (vale a dire, domenicani e francescani, noti come ordini mendicanti, e premostratensi, che tecnicamente erano canonici regolari piuttosto che monaci). Se la mappa avesse punti per tutti i tipi di istituzioni monastiche, apparirebbe molto diversa: secondo una stima, in Europa, durante questo periodo, c'erano ben oltre diecimila monasteri.