Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 31 luglio 2024

Il perdono di Assisi. «Non anni, ma anime!»

Testo che giova riprendere ogni anno; per vivere "Il perdono di Assisi" (1-2 agosto). Chi può approfitti!

Una notte dell’anno del Signore 1216, Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l’altare Cristo rivestito di luce e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore! Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime.
La risposta di Francesco fu immediata: “Santissimo Padre, benché io sia misero e peccatore, ti prego che a tutti quanti, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”. “Quello che tu chiedi, o frate Francesco, è grande – gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio vicario in terra, da parte mia, questa indulgenza”.
E Francesco si presentò subito al Pontefice Onorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visione avuta. Il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: “Per quanti anni vuoi questa indulgenza?”. Francesco scattando rispose: “Padre Santo, non domando anni, ma anime”. E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo chiamò: “Come, non vuoi nessun documento?”. E Francesco: “Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa indulgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l’opera sua; io non ho bisogno di alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo il notaio e gli Angeli i testimoni”.

Diebus Saltem Dominicis – Decima domenica dopo Pentecoste: la varietà dei doni

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la consueta meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf, sempre nutriente e illuminante, che ci consente di approfondire, durante l'ottava, i doni spirituali della domenica precedente qui.
Diebus Saltem Dominicis –
Decima domenica dopo Pentecoste: la varietà dei doni


L’anno scorso, quando stavamo lavorando soprattutto sulle letture epistolari delle Messe domenicali dell’Usus Antiquior, del Rito Gregoriano, del Rito di Pio XII, del Rito Tridentino, della Messa latina tradizionale — Vetus Ordo, la X domenica dopo Pentecoste è stata soppiantata dalla Festa della Trasfigurazione. Pertanto, torniamo indietro e colmiamo il divario nella progressione dello scorso anno attraverso queste domeniche verdi estive. Cominciamo con la lettura di 1 Cor 12, 1-11:

martedì 30 luglio 2024

La decomposizione dell'Occidente

Potrebbe darsi che abbiano aperto un'altra finestra di Overton. Per ora le scuse. Poi si ripeterà in altra occasione, anche a distanza di anni, con minore indignazione (vista la gerarchia ecclesiastica e i cattolici del terzo millennio "chi sono io per giudicare un gay") e minor clamore. Poi inizieranno le giustificazioni in nome della "libertà di pensiero", con qualche intellettuale schierato, e così via.
Tuttavia la verità vien sempre fuori nonostante le negazioni opportuniste : il Comitato Olimpico di Parigi si scusa ufficialmente per la parodia dell’ultima cena. E tanti saluti agli acculturati convinti che non c’entrasse nulla.
Qualcosa di positivo in tutta questa decadenza possiamo vederlo : sembra che la propaganda woke non abbia ancora ammorbato le menti alla maggior parte della popolazione, che riesce ancora a distinguere ciò che è bello da ciò che è di cattivo gusto. Ovviamente continueranno a fare la nostra parte finché — speriamo, con l'aiuto del Signore — non sarà più così. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

La decomposizione dell'Occidente

È facile imbattersi in commenti che parlano di declino del nostro Occidente. Per conto mio ritengo invece che siamo abbondantemente oltre il declino, precisamente nella fase in cui prevalgono miasmi, esalazioni malsane liberate dalla decomposizione di un corpo morto, che inebriano i cantori della post umanità. Decomposizione che si esprime con arrogante, quanto penosa, esibizione ovunque, emblematicamente rappresentata dalle orgiastiche sfilate del cosiddetto orgoglio gay.
L’orripilante “messa in cena” dell'apertura delle olimpiadi parigine è lo scatto della decomposizione organica del nostro occidente. Ci ha pensato il barbudo islam sciita a riscattare la nostra remissività alla propaganda woke anti cristica convocando a Teheran l’ambasciatore francese per fargli presente che «l’Iran non permetterà che venga mancato di rispetto al nome di Gesù Cristo, né ora né mai» in quanto Isa, ovvero Gesù, per la religione mussulmana è un profeta.

Una rara rappresentazione del Cristo Pantocrator

Una rara rappresentazione del Cristo Pantocrator

Sappiamo, perché ne hanno scritto molti autori sia barocchi che contemporanei come Camillo Lilii e Otello Gentili, che i monaci di San Basilio da Cesarea, giunsero nella valle pressappoco sul finire del V secolo e, con l’evangelizzazione dei pievani, trasformarono i templi pagani in Cristiani, prassi poi generalizzata dai Benedettini. 
I monaci “d’oriente” composero armoniosamente il saper costruire delle maestranze picene con modelli formali dell’oriente romeo. 
Le valli del Chienti, del Potenza e di Valfucina dimostrano nelle matrici delle loro chiese l’arrivo dei Basiliani. La presenza dei monaci greci a Santa Maria è testimoniata in modo inequivocabile dal fatto che la loro rappresentazione iconica di Dio non è quella del Cristo in croce adottata dal papato e dai farfensi, ma il Cristo Onnipotente, dal greco detto Pantocratore, perché signore di tutto il creato. Nella loro immutabile iconografia, il Cristo è stato costantemente raffigurato in vesti regali e con l’aureola. 
Nel Catino absidale della chiesa, giganteggia l’affresco di un meraviglioso ed espressivo Cristo Pantocratore racchiuso in mandorla che tuttora continua la memoria dei Basiliani primevi, perché è noto che la teosofia basiliana imponeva di rappresentare la sacra icona invariabilmente in questo modo, seduto in trono, col vangelo nella sinistra e la destra benedicente come ancora oggi benedice il Metropolita ateniese. Non c’è altra spiegazione che questa origine altomedievale a giustificare la Deesis di Santa Maria a Pié di Chienti, nessuno al di fuori dei Basiliani avrebbe fatto affrescare questa icona, soprattutto non lo avrebbe mai fatto un priore di abbazie laziali cattoliche come Farfa, che ebbe per un certo periodo una sporadica presenza in valle. 
L’eccezionalità di questo Cristo è che è l’unico che si conosca posto seduto su un sarcofago anziché sui cuscini di un trono a simboleggiare che ha vinto la morte, dimostrando un’ascendenza antichissima di quest’icona, addirittura a quando il monachesimo era agli inizi. (Medardo Arduino)

Mons. Joseph Strickland / Tradimento!

Joseph Strickland, il vescovo epurato da papa Francesco, continua la sua opera di evangelizzazione attraverso le sue lettere chiarificatrici. Dalla libertà concessagli come vescovo emerito dopo essere stato arbitrariamente destituito dal Papa lo scorso novembre, il vescovo emerito di Tyler continua a denunciare i mali che minacciano la Chiesa in questi momenti confusi e bui che la Chiesa sta soffrendo. Riprendiamo di seguito l'ultima lettera pubblicata dal vescovo Strickland. Qui l'indice dei precedenti.

Mons. Joseph Strickland / Tradimento! 

Il tradimento è la strada del codardo: nasce da una debolezza, da una mancanza di carattere, dal desiderio di una strada più facile. In sostanza, il tradimento è svendersi: scambiare consapevolmente e volontariamente qualcosa di valore maggiore con qualcosa di valore minore per il proprio vantaggio personale; per esempio, scambiando il Figlio di Dio con 30 pezzi d'argento. Il tradimento è una partecipazione al male, che si trasforma da un amore disinteressato e ordinato per il bene degli altri a un desiderio egoistico che disprezza gli altri ed eleva sopra ogni cosa il traditore. Il tradimento disprezza il bene.

lunedì 29 luglio 2024

Mons. Viganò / Vade retro Satana - Dichiarazione a seguito dei sacrilegi e degli scandali dei Giochi Olimpici di Parigi

Qui l'indice dei precedenti e correlati.
Vade retro Satana

Mons. Carlo Maria Viganò
Dichiarazione
a seguito dei sacrilegi e degli scandali
dei Giochi Olimpici di Parigi


La cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici di Parigi è solo l’ultimo di una lunga serie di vili attacchi a Dio, alla Religione Cattolica e alla Morale naturale da parte dell’élite anticristica che tiene in ostaggio i Paesi occidentali. Avevamo visto scene non meno sconcertanti alle Olimpiadi di Londra del 2012, all’inaugurazione del traforo del San Gottardo del 2016, ai Giochi del Commonwealth del 2022, con figure infernali, caproni e animali terrificanti. L’élite che organizza queste cerimonie non pretende solo il diritto alla bestemmia e all’oscena ostentazione dei vizi più turpi, ma addirittura la loro muta accettazione da parte dei Cattolici e delle persone oneste, costrette a subire l’oltraggio di vedere profanati i simboli più sacri della propria Fede e i fondamenti stessi della Legge naturale.

Nuovo fronte nella guerra liturgica: Roma chiede alle domenicane dello Spirito Santo di ibridare Novus Ordo e Messa antica

Nella nostra traduzione da Rorate caeli il testo completo della Dichiarazione delle Domenicane dello Spirito Santo, e breve commento di Peter Kwasniewski sulla questione. Precedenti qui - qui. Sui cambiamenti nella vita claustrale in genere [qui - qui - qui] e con riferimento alla Traditionis custodes [qui]. A proposito di ibridazione del Vetus col Novus ordo, ricordate quando inorridivo di fronte al progetto di Ratzinger del "reciproco arricchimento" dei due riti che, provvidenzialmente, non è  stato attuato?  Ebbene, ora il rito lo imbastardiscono d'autorità.

Nuovo fronte nella guerra liturgica: Roma chiede alle domenicane
dello Spirito Santo di ibridare Novus Ordo e Messa antica


Quasi esattamente un anno fa, Rorate ha riferito sulla difficile situazione delle Domenicane dello Spirito Santo, che dalla loro fondazione hanno aderito con coerenza di principio al rito liturgico antico qui - qui.. Il Vaticano ha inviato l'apologeta del Novus Ordo, Padre Henry Donneaud, OP, per "regolarizzarle" in accordo con la campagna vaticana contro la vita religiosa tradizionale e il culto divino tradizionale [qui - qui - qui].

Ora, c'è un aggiornamento importante. Il 25 luglio, la comunità ha rilasciato il seguente comunicato stampa, che riportiamo qui:

“Civis Romanus Sum”

Nella nostra traduzione da OnePeterFive una interessante sottolineatura della Romanitas della Chiesa nella sua realtà storica e soprannaturale.
Effettivamente l'appellativo "Romana" colloca la Chiesa nel tempo e nello spazio, in un luogo e in una memoria storica, centro gravitazionale innanzitutto spirituale e poi anche istituzionale. Secondo il Catechismo di san Pio X "La Chiesa di Gesù Cristo è la Chiesa Cattolico-Romana, perché essa sola è una, santa, cattolica e apostolica quale Egli la volle".1
Non posso non ricordare il card. Pacelli/Pio XII: «Nessuna città vince o vincerà il destino di Roma. Gerusalemme e il suo popolo non sono più la città e il popolo di Dio: Roma è la nuova Sion, e romano è ogni popolo che vive di fede romana. Città più popolose e ampie ha il mondo e ne vanno superbe le genti; città sapienti ebbe la storia delle Nazioni; ma città di Dio, città della Sapienza incarnata, città di un magistero di verità e di santità, che tanto sublima l’uomo da elevarlo sull’ara fino al cielo, non è che Roma, eletta da Cristo «per lo loco santo, u’ siede il successor del maggior Piero» (Inf., II, 23-24).» Cardinale Eugenio Pacelli, Il sacro destino di Roma - Discorsi e Panegirici (1931-1938), XXXV, pp. 509-514)
E ancora Pio XII, nel 1949, alla gioventù Romana: "Se mai un giorno (diciamo così per una mera ipotesi) la Roma materiale dovesse crollare, se mai questa stessa Basilica Vaticana, simbolo dell'una, invincibile e vittoriosa Chiesa cattolica, dovesse seppellire sotto le sue rovine i tesori storici, le sacre tombe che essa racchiude, anche allora la Chiesa non sarebbe né abbattuta né screpolata; rimarrebbe sempre vera la promessa di Cristo a Pietro, perdurerebbe sempre il Papato, l'una indistruttibile Chiesa fondata sul Papa in quel momento vivente. Così è. La Roma aeterna, in senso cristiano soprannaturale è superiore alla Roma storica. La sua natura e la sua verità sono indipendenti da questa".
Ma cosa è rimasto della "romanità" della Roma felix e nobilis, oggi? Niente, apparentemente. Né della Roma pagana né di quella cristiana. Abolendo il latino come lingua liturgica [un accenno qui] la Gerarchia cattolica attuale ha inflitto un vulnus micidiale agli studi classici, interrompendo in pratica il nesso tra pensiero classico e cristianesimo. Il cattolicesimo è diventato un coacervo di riti e chiese nazionali, in innumerevoli lingue e dialetti; un coacervo di "conferenze episcopali nazionali", caricature del parlamentarismo che ben conosciamo, con tutti i suoi difetti, oggi culminato nella sinodalità permanente qui. La "romanità" significava unità di comando e disciplina, senso del diritto e della "res publica", nell'unità del dogma (per la Chiesa) ma nel giusto rispetto delle autonomie locali. Unità in funzione di un'idea universale, tanto di potenza terrena, aggressiva ma anche civilizzatrice (così la Roma storica), quanto di potenza spirituale, di conversione delle anime a Cristo, per il Regno dei Cieli. (M.G.)

“Civis Romanus Sum”
Theo Howard

Una ragione dimenticata per cui i cattolici non possono essere nazionalisti (nel senso ideologico di considerare il moderno “stato-nazione” [vedi] l’ideale politico supremo) non è solo il fatto che abbiamo una fedeltà spirituale più elevata rispetto a quella da prestare allo stato-nazione, ma che possiamo dire di avere anche una maggiore lealtà politica. Ciò mi è diventato chiaro lo scorso Venerdì Santo a Londra, quando ho assistito a una delle poche Messe pre-1955 dei Pre-Santificati nel mondo in cui si prega ancora la tradizionale colletta per l’Imperatore Romano:
Preghiamo anche per il nostro cristianissimo imperatore N., affinché il Signore Dio riduca all’obbedienza a lui tutte le nazioni barbare, per la nostra pace perpetua.
Preghiamo. Inginocchiamoci. R. Alziamoci.
Dio Onnipotente ed Eterno, nelle Cui mani sono tutto il potere e il diritto dei regni; guarda con benevolenza l’Impero Romano, affinché le nazioni che confidano nella loro superbia e forza possano essere abbattute dal potere della Tua mano destra. Attraverso lo Stesso Signore. R. Amen.
Le preghiere della nostra parrocchia sono state fatte appositamente per il “cristianissimo imperatore (eletto) Carolum” — Karl von Habsburg [sul mito asburgico vedi -ndT] — che, come il nostro re protestante Carlo III, potrebbe certamente beneficiare della nostra supplica per ricevere particolari grazie regali da parte di Dio Onnipotente.

domenica 28 luglio 2024

Mons. Strickland : « Pregate la preghiera di «San Michele Arcangelo»

Mons. Strickland : « Pregate la preghiera di « San Michele Arcangelo » per allontanare i cattivi spiriti che oggi girano così apertamente nel mondo e in riparazione e in espiazione per le bestemmie contro Dio Onnipotente. »


San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia contro le malvagità e le insidie del diavolo, sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi ! E Tu, Principe della milizia celeste con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell'inferno satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime.
Amen
Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude.
Amen.

Parigi al buio, tranne il Sacro Cuore

A questo punto probabilmente tutti avranno sentito parlare della blasfema apertura delle Olimpiadi 2024 in Francia. "Wokismo e occultismo (vitello d'oro, cavaliere dell'Apocalisse, pride sodomita, parodia della Cena...), ecco ciò che la Francia ha mostrato al mondo intero. Chi non vede che la fille aînée della Chiesa è divenuta la grance prostituta dell'Apocalisse?".
Ebbene, ieri sera Parigi ha vissuto un enorme blackout e solo la Basilica del Sacro Cuore è rimasta illuminata. Questa chiesa è stata miracolosamente risparmiata durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale e ha sempre avuto l'adorazione eucaristica perpetua sin dalla sua consacrazione nel 1919. La Francia è la terra del Sacro Cuore, che non dimentica il suo popolo C'è una sola fonte di Luce nel mondo, ed è Cristo. Dio non sarà deriso.

Liturgia e civiltà occidentale

Resistiamo per non perdere del tutto la grazia grande che ancora permane nonostante le restrizioni.
Liturgia e civiltà occidentale

Il grande storico cattolico Christopher Dawson nota che nel caos successivo alla caduta dell'Impero romano d'occidente, la liturgia ha mantenuto insieme la vita.
Credo che sia per questo che molti giovani oggi anelano ad una liturgia reverente e ultraterrena. Abbiamo lo stesso bisogno oggi.
"Qualsiasi altra cosa potesse andare perduta, e per quanto oscure potessero essere le prospettive della società occidentale, l'ordine sacro della liturgia rimase intatto e, in essa, tutto il mondo cristiano, romano, bizantino e barbaro, trovò un principio interiore di unità.
Inoltre, la liturgia non era solo il vincolo dell'unità cristiana. Era anche il mezzo con cui la mente dei gentili e dei barbari era in sintonia con una nuova visione della vita e un nuovo concetto di storia”. 
Christopher Dawson, "La religione e l'ascesa della cultura occidentale" (Ch. 2) (1950)

Dominica X post Pentecosten - ("Dum clamarem")

Dominica X post Pentecosten

("Dum clamarem")

A proposito di antico e nuovo culto sviluppati nella  meditazione di oggi richiamo uno degli effetti del concilio: LaDottrina della sostituzionedella Sinagoga con la Chiesa è stata modificata con quella delle “due salvezze parallele” [qui]



Introitus
Ps 54:17-20; 54:23
Dum clamarem ad Dominum, exaudivit vocem meam, ab his, qui appropinquant mihi: et humiliavit eos, qui est ante sæcula et manet in æternum: jacta cogitatum tuum in Domino, et ipse te enutriet.
Ps 54:2-3
Exaudi, Deus, orationem meam, et ne despexeris deprecationem meam: intende mihi, et exaudi me.
V Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in sæcula sæculorum. Amen.

Dum clamarem (usque ad Ps.).

Introito
Sl 54:17-20; 54:23
Mentre gridavo al Signore, esaudì la mia voce contro coloro che stavano contro di me e li umiliò, Lui che è prima dei secoli e che rimane in eterno. Getta le tue angosce nel Signore ed egli ti sosterrà.
Sl 54:2-3
Vs. Esaudisci o Signore la mia preghiera e non rifiutare la mia supplica: ascoltami ed esaudiscimi.
Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora, e sempre, e nei secoli dei secoli, Amen
– Si riprende dall'antifona
Fine dell'antico culto.
La rovina di Gerusalemme ha chiuso il ciclo profetico nella sua parte consacrata alle istituzioni e alla storia del tempo delle figure. L'altare del vero Dio, fissato da Salomone sul monte Moriah, era per il mondo antico il segno autentico della vera religione. Anche dopo la promulgazione del nuovo Testamento, la persistenza di quell'altare, riconosciuto una volta dall'Altissimo come il solo legittimo (Dt 12,13-14), poteva fino a un certo punto proteggere ancora i sostenitori dell'antico ordine di cose. Dopo la sua definitiva distruzione, non esiste più alcuna scusa; anche i ciechi sono costretti a riconoscere la completa abrogazione d'una religione ridotta dal Signore all'impossibilità di offrire ormai quei sacrifici che costituivano la sua essenza.

sabato 27 luglio 2024

Paradosso tragicomico di un sondaggio sulla sinodalità

Qui l'indice dei precedenti sul Sinodo sulla sinodalità. Qui un mio articolo Conciliarità, Sinodalità. Come cambia la Chiesa? qui.
Grande enfasi — e organizzazione capillare — in Vaticano per la seconda sessione del sinodo sulla sinodalità, la cui seconda sessione inizierà il prossimo ottobre. In questi giorni era stato lanciato un sondaggio on line, per coinvolgere i fedeli, dall'account ufficiale X/Twitter Synod.va. 

Ci ricorda un altro sondaggio a livello diocesano — peraltro manipolato ad usum dei detrattori [vedi qui - qui] — sulla situazione riguardante la Messa antica prima della Traditionis custodes.

Sostanzialmente con questo sondaggio si mette in atto la prassi di ascoltare la gente, chiedendo appunto se si ritiene cosa positiva questa apertura, questa partecipazione del popolo alle decisioni. Il popolo, in larga maggioranza, risponde picche! Il popolo non la vuole la sinodalita'! 
Scrive un lettore. "Ecco il cortocircuito: ora il sinodo deve decidere se ascoltare l'opinione del popolo e quindi smettere di ascoltarlo, oppure non ascoltare l'opinione del popolo per... continuare a (far finta di) ascoltarlo e portare avanti questa sinodalità! Paradossi tragicomici di una chiesa malata di retorica. Ridicolo e goffo scimmiottamento dei giochini falso democratici della politica attuale".
E  dunque, mentre si ha l'impressione che tutto questo coinvolgimento della 'base' fosse strumentale ad aprire la strada alle ulteriori fasi della rivoluzione in itinere, è interessante notare gli esiti, probabilmente inattesi, del sondaggio, reso pubblico, ma poi tolto dopo la chiusura, evidentemente visti gli esiti sorprendenti... Io mi ero salvata l'immagine a lato. 
Domanda: "Credi che la sinodalità sia un cammino di conversione e di riforma che può migliorare la missione e la partecipazione di tutti i battezzati?"
Esito:  SI 12%  —  NO 88%

Arciv. Viganò / Lettera aperta al card. Zuppi

Qui l'indice dei precedenti e correlati.
Arciv. Viganò/ Lettera aperta al card. Zuppi

Caro don Matteo,
non oso chiamarLa Eminenza per non appesantire di trionfalismo preconciliare quell’immagine dimessa e modesta che tanto scrupolosamente Ella ha creato di sé. Essere eminenti presuppone infatti una posizione di superiorità e di responsabilità, dinanzi a Dio e alla comunità rispetto agli altri, che Le si riconoscono gerarchicamente inferiori. Credo quindi di farLe cosa gradita rivolgendomi a Lei come farei con il mio idraulico o con l’impiegato delle Poste: l’abbigliamento e l’eloquio, più o meno, sono gli stessi.

La difesa della famiglia cristiana. Un discorso di Pio XII

Un popolo, in cui il matrimonio e la famiglia si dissolvono, è destinato prima o dopo alla rovina. Qui l'indice degli articoli dedicati a Pio XII.

La difesa della famiglia cristiana. Un discorso di Pio XII

Dal discorso di S.S. Pio XI alle Donne di Azione Cattolica (24 luglio 1949)

Il neoplasma per la famiglia come per la gioventù è l’illanguidirsi della fede e del timor di Dio, della pietà e della coscienziosità, l’infiltrarsi del materialismo non solo nel pensiero e nel giudizio, ma altresì nella pratica della vita, anche in non pochi che vogliono essere e rimanere fedeli credenti. Contro questo male non vi è che un rimedio: fermezza di fede nei genitori, la quale con l’esempio e con la istruzione religiosa e la educazione morale genera anche nei figli una fede inconcussa.
Fermezza di fede! Dunque nessuna superficialità, nessuna forma senza contenuto, e neanche pietà di puro sentimento. Le pie usanze, tradizionali nelle famiglie cristiane, a cominciare dal Crocifisso e dalle immagini sacre, debbono certamente essere tenute nel massimo onore. Ma esse hanno il loro vero senso soltanto se sono fondate sopra una intima salda fede, al cui centro si trovano le grandi verità religiose. Quale immenso valore ha, per esempio, il pensiero della onnipresenza di Dio per l’uomo attivo e credente, quale incomparabile sussidio per la educazione dei figli! 
L’esempio dei genitori! Chi non ne conosce la insostituibile efficacia? La preghiera del padre e della madre insieme coi figli, la coscienziosa fedeltà nella santificazione delle feste, il rispettoso linguaggio, quando si tratta della religione e della Chiesa, placidezza e diligenza, onesta, leale, irreprensibile condotta di vita.

Il nemico della Santa Messa: Vittorio Viola

Leggiamo su PaixLiturgique.fr.
Il nemico della Santa Messa: Vittorio Viola

Il più grande nemico del rito romano insieme al cardinale Parolin si chiama Mons. Vittorio Viola, Segretario del Dicastero per la Liturgia, soprannominato "Monsignor niente, niente, niente", Viola è francescano e indossa l'anello episcopale di Mons. Annibale Bugnini, l'artefice del Novus Ordo
  • Mons. Viola è stato il principale artefice del documento "Desiderio desideravi" [qui], rigoroso interprete della "Traditionis custodes" [qui - qui indice] e il difensore di tutti i divieti, l'ultimo è quello sulla celebrazione della Santa Messa al termine del pellegrinaggio di Covadonga.
  • Questo fatto gli vale il soprannome "Monsignore niente niente niente"
  • Viola è un prodotto del Pontificio Ateneo Sant'Anselmo di Roma, dedicato alla liturgia e in perfetta simbiosi con il Dicastero per la Liturgia [un nome per tutti: Grillo qui].
  • Deve la sua carriera a Mons. Domenico Sorrentino, che è stato Segretario della Congregazione per la Liturgia ed è attualmente Arcivescovo di Assisi.
  • Viola è molto più lavoratore del suo capo, il cardinale Roche [qui], approdato a Roma perché i vescovi inglesi non volevano più questo prelato incompetente che era riuscito a rovinare la ricca diocesi di Leeds in meno di cinque anni.
  • Viola, che odia il rito romano, si è affermato come una figura chiave nel suo dicastero.
  • C'è lui dietro il sistematico divieto ai giovani preti i cui vescovi chiedono al Dicastero del Culto Divino di autorizzarli a celebrare la Messa.
  • Ha detto a Mons. François Touvet, vescovo coadiutore di Fréjus-Toulon, che i nuovi sacerdoti che volessero essere ordinati alla Società dei Missionari della Divina Misericordia [qui] potessero essere ordinati solo secondo il Novus Ordo e potessero celebrare solo secondo il Novus Ordo.

venerdì 26 luglio 2024

Mons. Strickland: I cattolici hanno il dovere di "smascherare il tradimento" dei prelati che "portano le anime all'inferno".

Nella nostra traduzione da LifeSitenews l'ennesima esortazione pastorale di Mons. Strickland. Qui l'indice dei precedenti.

Mons. Strickland: I cattolici hanno il dovere di "smascherare il tradimento" 
dei prelati che "portano le anime all'inferno".

Il vescovo emerito Joseph Strickland ha ampliato le osservazioni, fatte questa srttimana dal diacono Nick Donnelly su X, sul dovere di smascherare il clero eretico che "uccide le anime e le manda all'inferno". Strickland è il noto ex vescovo di Tyler, in Texas. Dopo il sua brusca rimozione da parte di Papa Francesco all'inizio di quest'anno, Sua Eccellenza ha raddoppiato, sia on line che di persona, la difesa del retto insegnamento cattolico. 
Gli scorsi lunedì e martedì Strickland ha condiviso due messaggi di Donnelly. 
Donnelly, che vive nel Regno Unito, rimprovera spesso su X Papa Francesco e i prelati liberali che promuovono la sua agenda di sinistra. 
Anche l'arcivescovo Carlo Maria Vigano condivide spesso i contenuti di Donnelly sul proprio account X.
Strickland dice a chi lo segue che Donnelly "dice la verità" quando afferma che è più scandaloso non denunciare la corruzione nella Chiesa che denunciare. Ha affermato: "Il silenzio dei pastori di fronte al male e gli sforzi per coprire la verità invece di ripristinarla sono di scandalo per i fedeli".

Dante e la sua mente inquisitiva

Nella nostra traduzione da Via mediaevalis un interessante articolo sul mistero della fede nell'unione tra cuore e mente, oltre i dati sensoriali, valida in ogni tempo, riconoscibile nel viaggio spirituale di Dante. Precedenti qui - qui - qui - qui - quiqui.

Dante e la sua mente inquisitiva
La Divina Commedia affronta una questione che, nella nostra cultura, è ancora più urgente di quanto non lo fosse nella cultura medievale: perché crediamo in cose che non possiamo vedere?
Dopo due post sulla spiritualità in lingua inglese e nordeuropea nell’alto e nel tardo Medioevo, è tempo di spostarsi a sud. Più precisamente, in Toscana, dove Dante Alighieri ha composto una delle opere letterarie più famose e venerate della storia.

La Divina Commedia è un capolavoro di una genialità così straordinaria che sembra confermare le parole di elogio che Amleto ha pronunciato in lode della natura umana:
Che opera d’arte è l’uomo! Quanto è nobile la sua ragione! Quanto infinito è nelle sue facoltà! Nella sua forma e nei suoi movimenti, quanto è espressivo e ammirevole! In azione, sembra un angelo! Nella sua perspicacia, quanto è simile a un dio!
Strofa dopo strofa, canto dopo canto, Dante canta un viaggio spirituale che fonde poesia, narrativa, psicologia e filosofia in una visione cosmica e avvincente dell’esperienza umana. Estremamente artistica e allo stesso tempo acutamente intellettuale, la Divina Commedia ci trasporta a rari momenti di risonante unione tra cuore e mente. Leggerla significa vedere l’ampiezza e la profondità della bellezza che è alla portata dell’uomo; studiarla è il lavoro di una vita.

giovedì 25 luglio 2024

Le opere di Dio non nascono tra gli applausi

Le opere di Dio non nascono tra gli applausi

Le opere di Dio non sono capite dagli uomini, non nascono tra gli applausi, come diceva Sant’Alfonso Maria de Liguori.
Sono spessissimo intese come assurdità illogiche e inutili da parte di chi non ha alcuna dimestichezza con il soprannaturale.
Questo ci fa comprendere che i vocati a queste imprese si trovano spesso senza aiuti, ma non indietreggiano, non si sfiduciano.
Essi sanno che se è opera divina essa si realizzerà proprio nelle difficoltà e nell’assordante disinteresse degli amici, o presunti tali. La pace regna nel vocato a realizzare il progetto di bene a motivo del fatto che chi lo deve compiere sa che non è opera Sua, ma un seme del cielo seminato nel proprio cuore dal Signore.
Se fosse propria volontà sarebbe facile desistere e mollare perché l’”io” non si appaga negli struggimenti inerenti ai molti fallimenti che la prova comporta.
Essendo volontà superiore si resiste fino alla fine, fine che poi coincide con la nascita di una meraviglia che risulterà essere una benedizione per tutti. RB

Perché il modernismo “cattolico” non sopporta il Diritto

Qui l'indice degli articoli sulla Società distopica, conseguenza delle variazioni e distorsioni della Fede nella temperie odierna.
Perché il modernismo “cattolico” non sopporta il Diritto

Perché il modernismo e il neomodernismo (purtroppo imperante oggi nella Chiesa) non sopportano il Diritto Naturale?
Stat Crux dum volvitur orbis
La spiegazione è molto semplice. Perché riconoscere tale Diritto significa riconoscere Dio come Logos, ovvero come Colui che nella sua natura è primariamente Verità e poi Amore. Primariamente, non nel senso ontologico né cronologico, ma logico.
Il Dio Logos ha impresso nel creato la sua natura ordinata e questo e ciò che si chiama Legge Eterna. Il modernismo, antico e nuovo, rifiuta tutto questo al fine di relativizzare il Dogma, cioè la Verità.
La Verità è immutabile se Dio è Verità. Se invece è solo Volontà, è un altro discorso.

Qui si inserisce il tema della "dislocazione della divina Monotriade" illustrato da Romano Amerio, che riprendo di seguito. [Vedi anche: Quando l'azione, l'amore e la volontà prendono il sopravvento sull'idea, sul pensiero, sulla verità, sulla conoscenza qui. Unica nota stonata l'accostamento a don Milani nella presentazione su L'Osservatore Romano.]

Il fatto è che quando l’uomo riconosce il primato alla verità, il Lògos, essa attira e costringe a sé l’amore, la volontà e la libertà; richiede di conformarsi alla sua luce. Via obbligante, ma certo non obbligata, dal momento che l'uomo può scegliere lucidamente di aderire a essa come di dissentire, è nondimeno una strada su misura per gli umili; per chi sa credere come un bambino.
Uno dei problemi-concause della crisi attraversata nella Chiesa del nostro tempo, che Romano Amerio aveva già inquadrato con drammatica e purtroppo silenziata chiarezza. Quello che egli chiama "dislocazione della divina Monotriade". E spiega:
«Come nella divina Monotriade l’amore procede dal Verbo, così nell’anima umana il vissuto procede dal pensato. Se si nega la precessione del pensato al vissuto, della verità alla volontà, si tenta una dislocazione della Monotriade; allo stesso modo separare l’amore, la carità, dalla verità non è cattolico».
«Al fondo del problema moderno – scrive Amerio – c’è il Filioque, perché chi nega il Filioque concede il primato, indiscreto e assoluto, all’amore: l’amore non ha limiti, non ha remore; qualunque azione tu faccia “con amore”, quell’azione è buona».
In fondo lo riconosciamo nell'agire e nel 'sentire' che precedono il conoscere, da cui invece dovrebbero scaturire. Il prevalere della prassi con esclusione della ragione: prassi a-teoretica, senza alcun approfondimento e spiegazione, divenuta ormai lo stile apparentemente irreformabile dei pastori a partire dal Trono più alto, che non appare più un Trono... ma paradossalmente lo diventa quando si tratta di introdurre cambiamenti rivoluzionari che stiamo subendo come fatti compiuti e che vanno oltre il nostro sensus fidei cattolico.
Coraggio, riappropriamoci della Verità che ci salva ci nutre ci sostiene e ci dà tutto il resto, in attesa di un suo ineludibile ripareggiamento, sempre per usare un termine di Romano Amerio...
Stat Crux dum volvitur orbis!

Raymond Leo Card. Burke / Omelia di una Messa Votiva al Cuore Immacolato di Maria

Nella nostra traduzione dal sito del Card. Burke qui l'emozionante omelia da lui pronunciata lo scorso 13 luglio, presso l'Apostolato Mondiale di Fatima ad Asbury, nel New Jersey, nella quale ha invitato i cattolici a prepararsi alla possibilità del martirio per essere rimasti fedeli a Cristo, ricordando la necessità di sacrificarsi per la conversione dei peccatori secondo il messaggio di Nostra Signora di Fatima.

Omelia di una Messa Votiva al Cuore Immacolato di Maria

Messa Votiva al Cuore Immacolato di Maria
World Apostolate of Fatima U.S.A. - Our Lady’s Blue Army
Asbury, New Jersey

13 luglio 2024
Is 61, 9-11
1 Sam 2, 1. 4-5. 6-7. 8abcd
Lk 2, 41-51
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
È per me motivo di gioia profonda tornare ancora una volta in questo luogo santo della Vergine Madre di Dio sotto il titolo di Nostra Signora di Fatima e offrire la Santa Messa per le intenzioni di tutti coloro che sono venuti oggi in pellegrinaggio e di tutti coloro che hanno chiesto di essere ricordati qui nella preghiera, anche se non possono venire in pellegrinaggio. Ringrazio il Signor David Carollo, Direttore Esecutivo del World Apostolate of Fatima USA, per l’invito a celebrare la Santa Messa oggi. Allo stesso tempo, esprimo, a nome di tutti noi, la più profonda gratitudine per il suo eccellente e fedele servizio di Apostolato. Ringrazio anche il personale, i volontari, i benefattori e tutti coloro che stanno rendendo possibile il nostro pellegrinaggio oggi. Sono altresì profondamente grato al Rev.do James F. Checchio, Vescovo di Metuchen, per la sua calorosa accoglienza nella Diocesi.

mercoledì 24 luglio 2024

Panis angelicus fit panis hominum

Sine glossa. Da assaporare.
Panis angelicus fit panis hominum

Era un caldo giorno di giugno di qualche anno fa, ne scrivo per obbedienza al mio direttore spirituale. Quanto sto per raccontare ha a che fare con il mondo trascendente, con le realtà invisibili. Userò le precise parole che ho udito quel benedetto giorno perché mi fu chiesto di scriverle e mi fu anche concessa la memoria per rammentarle. Mi trovavo in una chiesa nella quale, sull’altare maggiore, il Santissimo Sacramento era esposto, in un bellissimo ostensorio d’oro, per molte ore tutti giorni.
Mentre contemplavo il primo mistero gaudioso del rosario udii una voce uscire dall’ostia e farsi suono e parola nel vestibolo della mia costernata anima.

“Sono il tuo Gesù.
Sia tu benedetto per le visite che mi fai nei luoghi in cui io dimoro sacramentato”.
Mi guardai attorno turbato, ma nessuno dei presenti, un anziano signore e una suora asiatica, sembrarono aver sentito la voce maschile che mi parlava.
“Non temere. Sono Io. Solo tu puoi ascoltare... ti voglio rivelare che cosa accade in un’anima quando essa accoglie il Suo Dio nella Santa Comunione. Desidero che tu lo sappia con precisione per meglio e più rapidamente crescere nel Mio amore.
Non potendo amarvi più di quanto v’amo ho inventato il miracolo insuperabile per farvi meglio comprendere e sperimentare fin dove possa spingersi il bene che vi voglio.

Echi dalla Liturgia: lo spazio ristretto, l'angustia di chi si ostina nel peccato

Sull'appena trascorsa IX Domenica dopo Pentecoste (qui) abbiamo già meditato con p. Zuhlsdorf (qui), per coglierne i frutti nell'ottava in cui ci troviamo. Ringrazio il lettore che ha segnalato le riflessioni che seguono di Peter Kwasniewski, che ho tradotto dall'originale trovato su Facebook. E approfitto per aggiungere le immagini dei testi a cui si riferisce. 

Echi dalla Liturgia: lo spazio ristretto,  l'angustia di chi si ostina nel peccato

Quanto ci sarebbe da dire sui canti di oggi per la IX domenica dopo Pentecoste!
Ecco un dettaglio affascinante.
Normalmente, i canti presentano melodie di ampio respiro. Occasionalmente se ne troverà uno con una portata molto limitata. Ma non si presentano quasi mai canti *molti* canti di quel tipo in un’unica Messa.
Oggi è diverso.
L’Introito e l’Offertorio presentano entrambi melodie con solo 6 note; l’Alleluia ha solo 5 note.
 
Il Vangelo è la profezia della distruzione di Gerusalemme. Si noti cosa predice il Signore: “Poiché verranno su di te giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte...”

martedì 23 luglio 2024

Bergoglio salva la messa in latino, ma continua la faida tra "falchi" e "colombe"

Andrea Grillo lo aveva detto [qui risposta Alcuin Reid] e si sapeva che non fossero chiacchiere. Ora anche i giornali lo riportano. Dall'articolo de Il Giornale ripreso di seguito la conferma di gruppi di pressione in Vaticano che agiscono sul Papa per l'abolizione definitiva della Messa dei secoli che, secondo quanto autorevolmente decretò San Pio V, non si può nè modificare nella struttura nè a maggior ragione abolire. Ci sono prelati che in odio alla Verità vogliono spingere il Papa a rendere ulteriormente restrittivo un atto che non solo rappresenta sconfessione e disprezzo dell'opera del suo predecessore Benedetto XVI, ma aumenterebbe lo scalpore già ampiamente diffuso e conseguenti reazioni dei fedeli legati alla Messa antica, assestando un ulteriore colpo a questo Pontificato ed il rischio se non la certezza di aprire nuove e dolorose divisioni nella Chiesa. Qui l'indice dei precedenti

Bergoglio salva la messa in latino, 
ma continua la faida tra "falchi" e "colombe"

Pericolo scampato, almeno per il momento. I cosiddetti tradizionalisti hanno tirato un sospiro di sollievo alla mezzanotte e un minuto di mercoledì scorso, quando hanno avuto la certezza che la Santa Sede non avrebbe pubblicato il documento con cui vietare drasticamente le celebrazioni in rito antico. Il 16 luglio, infatti, veniva considerato il giorno X per l'uscita delle nuove restrizioni alla cosiddetta messa in latino. Non un giorno a caso: esattamente tre anni prima Francesco aveva firmato Traditionis custodes, il motu proprio che ha abrogato la liberalizzazione concessa nel 2007 da Benedetto XVI con Summorum Pontificum.

Diebus Saltem Dominicis — Nona domenica dopo Pentecoste: Gesù piange

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la consueta meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf, sempre nutriente e illuminante, che ci consente di approfondire, durante l'ottava, i doni spirituali della domenica precedente qui.

Diebus Saltem Dominicis —
Nona domenica dopo Pentecoste: Gesù piange

Padre John Zuhlsdorf

Il commentatore del XX secolo Pius Parsch osserva ne L’anno di grazia della Chiesa che le domeniche dopo la Pentecoste si possono dividere in tre gruppi. Il primo gruppo sottolinea le guarigioni miracolose del Signore che puntano, in definitiva, alla salvezza delle anime. Il secondo, dalla settima alla quattordicesima domenica, mette in risalto il regno di Dio contrapposto al regno del mondo. Il terzo, dal 15 alla fine dell’anno liturgico, sottolinea la Parusia, la Seconda Venuta. Parsch ricorda che esistono anche altri approcci, come ad esempio la divisione secondo le virtù teologali. Davvero il tesoro del sacro culto della Santa Chiesa contiene una ricchezza inesauribile.

Questa domenica, la nona dopo Pentecoste, abbiamo di fronte a noi l’immagine sorprendente del Signore che piange. Mentre si avvicinava la Pasqua, Gesù rimase qualche tempo a Betania, a circa un’ora da Gerusalemme, con Maria, Marta e Lazzaro, che poche settimane prima aveva risuscitato dal sepolcro. In quella prima Domenica delle Palme, mentre si recava a Gerusalemme, Egli pianse mentre osservava la città e il suo Tempio dall’altra parte della valle, sapendo già quale “inferno” li avrebbe visitati di lì a pochi anni.

lunedì 22 luglio 2024

Abendland: note sulla civiltà del tramonto

Interessante, da condividere. Qui indice precedenti.
Abendland: note sulla civiltà del tramonto

“Possiamo già dirci occidentali nel senso rivelato dal nostro passaggio attraverso la notte del mondo?”. Così Martin Heidegger si interrogava sulla natura dell’Abendland, cioè della terra del tramonto, ovvero dell’Occidente. Occidente: un termine tanto usato e abusato quanto vasto e denso nella sua poliedricità semantica, storica e filologica. Ma forse anche qualcosa di più di questo, intendendolo dal singolare punto di vista della prospettiva filosofica, come quella heideggeriana appunto, che a differenza di altre prospettive non ne monodimensionalizza la struttura, anzi la arricchisce, la approfondisce, donandole appunto profondità, cioè quello spessore umano, intellettuale, sostanziale che l’Occidente sembra aver perduto o quanto meno dimenticato. L’Occidente, infatti, sembra aver smarrito la propria strada, la consapevolezza intorno alla propria vocazione, la stessa capacità di pensare alla propria natura, così impegnato a produrre beni di consumo e di lusso, così concentrato a perfezionare i ritrovati della tecnica e della tecnologia, così immerso nel raggiungimento di sempre nuovi traguardi di crescita economica e industriale. L’Occidente ha smesso di pensare, perché ha cessato di essere e ha cessato di essere perché ha smesso di pensare.

Quando il Giudizio Universale fu rimosso dalla liturgia cattolica

Nella nostra traduzione da Infovaticana l'ennesima testimonianza di uno dei tanti tagli e annacquamenti subiti dalla Sacra Liturgia per effetto del prevalere della gerarchia modernista in chiave conciliaristaPrecedenti qui - qui - qui.

Quando il Giudizio Universale 
fu rimosso dalla liturgia cattolica

Conoscete Dies Irae ? Sul sito della RAE si legge che l'espressione latina “ dies irae” si traduce come “il giorno dell'ira”: sono le prime parole di una sequenza che veniva recitata nelle messe per i defunti. Sì, è stata recitata (e pregata), in modo che qualcuno di voi l'abbia ascoltata in qualche Messa funebre celebrata secondo il Messale di Paolo VI? L'ho sentita solo una volta, precisamente in una Messa da Requiem celebrata secondo il rito tradizionale, cantata in gregoriano qui a più voci dal coro tra il tratto e il Vangelo.
Vediamo cosa dice il testo di questa sequenza, della sua storia, quando è stata recitata e perché non viene più cantata dove si era soliti, e se in qualche modo è sopravvissuta alla riforma liturgica postconciliare.

domenica 21 luglio 2024

Mons. Viganò chiarisce la propria posizione dopo il Decreto del PDF - Parte I

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati-
Catholic Family News
Mons. Viganò chiarisce la propria posizione
dopo il Decreto del PDF - Parte I

Matt Gaspers
Nella sua nuova dichiarazione (qui), Lei distingue la “Chiesa conciliare” dalla Chiesa cattolica in modo tale da affermare che ci sono “due Chiese, certamente”, mentre in passato (qui) ha affermato che: “Ovviamente non ci sono due Chiese, cosa che sarebbe impossibile, blasfema ed eretica”. Sembra quindi che la sua posizione sia cambiata. Ora ritiene che la “Chiesa conciliare” sia completamente separata dalla Chiesa cattolica, piuttosto che una setta sovversiva che esiste all’interno della vera Chiesa?

La mia posizione non è cambiata: vi è una sola vera Chiesa, ed è la Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Ma vi sono di fatto due realtà sovrapposte, per così dire, di cui una è la vera Chiesa, appunto; e l’altra è la falsa chiesa, la deep church. Se presta attenzione, nella mia dichiarazione J’accuse ho espressamente scritto “two churches” con l’iniziale minuscola, a sottolineare l’anomalia di questa compresenza.

Donald Trump scampato all'attentato. Interessante coincidenza

Una notizia particolare che possiamo prendere con tutta la cautela e le riserve del caso. Ma la coincidenza e i precedenti fanno pensare. Molti obietteranno che Trump non è cattolico. Ma possiamo pensare che la Provvidenza non possa servirsi di lui? Del resto è cattolica sua moglie Melania, che ricordiamo in sosta devota davanti alla Vergine durante il loro viaggio in Italia. A suo tempo mi aveva colpita la foto a lato. 
Di seguito pubblico la serie di riflessioni di Patrick O'Hearn nella nostra traduzione da Catholic Exchange.

Il Presidente Trump è stato salvato
da Nostra Signora di Fátima? 

Durante il mandato del presidente Donald Trump, una statua della Madonna di Fatima è stata collocata alla Casa Bianca. La statua era un dono del padre Andrew Mahana, un prete maronita che — secondo un articolo di uCatholic — ha anche esorcizzato la Casa Bianca il 20 gennaio 2017 (la notte dell’inaugurazione). Un mio amico che lavorava per il presidente Trump ha detto che chiamavano colloquialmente l’ala ovest della Casa Bianca “la Cappella dell’ala ovest” per via della presenza della statua mariana e di altri oggetti religiosi.

Il 13 maggio 1981, Papa San Giovanni Paolo II sopravvisse a un tentativo di omicidio. Quel giorno era la festa della Madonna di Fátima, e lo stesso Papa San Giovanni Paolo II attribuì a Lei la sua sopravvivenza. Il papa dichiarò: “L’uomo armato ha sparato, ma Maria ha guidato il proiettile”. Secondo un’altra fonte le parole del papa sarebbero state: “Una mano ha sparato e un’altra ha guidato il proiettile”. Esattamente un anno dopo essere stato colpito, il papa visitò il luogo delle apparizioni di Fátima. Mise il proiettile nella corona di Maria, dicendo: “Mi hai salvato, mi hai salvato”.

Domenica IX dopo Pentecoste “Ecce, Deus”

Ed ecco la nostra fedeltà alla Liturgia settimanale. Ripetere è interiorizzare sempre più, approfondire...
Domenica IX dopo Pentecoste

Messa “Ecce, Deus
 
Ho un vecchio Messalino del 1958, intitolato "Sacrificium nostrum".  Prima di ogni Messa - e di ogni momento topico della celebrazione - reca scritte che aiutano a viverla con maggiore partecipazione. Riprendo qui, prima di completare con i testi successivi, la scritta che precede la Santa Messa di oggi, Domenica IX dopo Pentecoste. Giudicatene voi la pertinenza con la temperie che stiamo vivendo e sulla condizione umana di ogni tempo. Meditiamo e preghiamo,

Il castigo della colpa
I castighi e le calamità pubbliche sono causati dalla inosservanza della legge divina: questo l'insegnamento della liturgia odierna. Quando gli Ebrei rinnegarono il loro Dio, preoccupati solo di «mangiare bere e... divertirsi», furono colpiti dal castigo; pestilenza, fame, guerra, distruzione (Epistola - Vangelo). Raccogliamo la lezione. Anche in fondo al male dei nostri tempi c'è il peccato come ultima causa, sebbene non ci si pensi. Purifichiamoci, e viviamo secondo i precetti del Signore (Offertorio): allora ci sarà amico e protettore (Introito, Graduale) ed avremo portato il miglior contributo alla pace sociale. Guardate con particolare attenzione il Vangelo e il commento: Le lacrime di Gesù sulla città che s'era scelta... Ma è la fine che attende tutti i nemici della Chiesa di tutti i tempi.

sabato 20 luglio 2024

Monsignor Viganò: “Il colpo di stato globale conta sul nostro silenzio”

Si è svolto nei giorni scorsi negli Stati Uniti a Indianapolis (Indiana) il Congresso Eucaristico Nazionale. John Henry Westen (con altri) ha organizzato un evento alternativo, con Santa Messa Apostolica... per il quale ha chiesto a Mons. Viganò di inviare un videomessaggio di cui pubblichiamo di seguito la trascrizione. Qui l'indice dei precedenti.

Monsignor Viganò: “Il colpo di stato globale conta sul nostro silenzio”

Vos estis lux mundi.
Non potest civitas abscondi supra montem posita.
Mt 5, 14
Cari Amici, 
giunga il mio saluto a voi tutti qui riuniti per onorare e adorare pubblicamente il Re Eucaristico. Il mondo grida: Non abbiamo altro re che Cesare. Voi rispondete: Cristo è Re! E questo Re divino voi lo accompagnate lungo le strade per tributarGli pubblici onori, testimoniando la vostra fede e il vostro amore per il Signore. Una fede che noi intendiamo testimoniate anche nell’amore e nella difesa della Messa tradizionale, cuore palpitante della Santa Chiesa contro cui le potenze infernali si scatenano.

L'arcivescovo di San Francisco difende la messa tradizionale

Leggo su Riposte Catholique l'ennesima difesa della Messa antica. Questa volta da parte di un vescovo che si è già contraddistinto per la sua pastorale illuminata. Precedenti a partire da qui. Ricordo che il giorno dopo la pubblicazione di Traditionis custodes, in un messaggio ai fedeli, Cordileone è stato il primo vescovo ad esercitare la sua autorità in termini di apertura, manifestando il suo apprezzamento per la comunità di chi partecipa alle messe tradizionali nella sua arcidiocesi e ha confermato che le loro celebrazioni non avrebbero subito alcun cambiamento. 
Ma ci sono maggiori elementi sulla sua difesa della Messa antiquior e dunque li trovate di seguito, ripresi nella nostra traduzione dal National Catholic Register che ha pubblicato un saggio in cui l’arcivescovo ha difeso l’uso della Messa tradizionale nel mezzo delle crescenti voci secondo cui il Vaticano intende imporre ulteriori restrizioni alla stessa, spiegando perché la Chiesa ha bisogno della Messa antica per cui limitarla sarebbe un errore e sottolineando che la bellezza del rito latino tradizionale è uno strumento essenziale di evangelizzazione.

L'arcivescovo di San Francisco difende la messa tradizionale

L'arcivescovo di San Francisco Salvatore Cordileone ha sostenuto la messa tradizionale. In una lettera aperta datata 15 luglio, il presule chiede che non vi siano nuove restrizioni alla celebrazione dell'usus antiquior. Lo spiega a lungo e mette in discussione alcune opzioni attuali, presenti nella Chiesa dal luglio 2021 a seguito del Motu proprio Traditionis Custodes.

Afferma mons. Cordileone, «molti fedeli, lo so, sono stati rifiutati ed emarginati dai pastori della Chiesa, proprio da coloro che sono chiamati a nutrirli spiritualmente, semplicemente per il loro desiderio di adorare come fa la Chiesa da secoli.; il che serve solo a irrigidire l'atteggiamento nei confronti dell'autorità ecclesiale. C’è molto di cui lamentarsi per questo triste stato di cose, nella misura in cui è in atto”.

Aggiornamento: il documento di soppressione della Messa antica resta 'non firmato'

Qui l'indice dei precedenti.
Il documento di soppressione della
Messa antica resta 'non firmato'


Leggo da Rorate caeli :
Le nostre fonti ci assicurano che la bozza del documento (vedi) per la soppressione quasi totale della messa latina tradizionale è pronto, e lo è da tempo, ma che "resta senza firma".
Francesco sembra esitare. Forse Viola, autentico fanatico, si è spinto troppo oltre, e questo rende Francesco dubbioso... Francesco, che dalla gerarchia ha ascoltato punti di vista alternativi, e messaggi (alcuni qui) da cattolici e non cattolici. E ci sono sempre le nostre preghiere...
Anche il Segretario di stato, cardinale Parolin, si dice sia fermamente favorevole a questa soppressione.