Val la pena riprendere - e così far da ripetitori e anche da commentatori perché se ne faccia tesoro - le ultime riflessioni di Socci che riprendo di seguito, sempre da Lo straniero di oggi [qui], sperando non resti vox clamantis in deserto, ma che susciti moti di sano realismo. Duro da viversi, ma indispensabile per non tradire la verità e partire almeno da questo. Importante ls citazione di Cacciari, uno dei pochissimi all'epoca delle dimissioni di Benedetto XVI, a chiamare in causa il Katéchon.
Qua sotto troverete un articolo che ho pubblicato stamani e che approfondisce le frasi sull’Iraq pronunciate in aereo da papa Bergoglio.
A chi però continua a dire o pensare che sia un mio puntiglio, quasi frutto di un pregiudizio, segnalo anche l’intervista che oggi il filosofo Massimo Cacciari ha dato alla Repubblica.
Le persone che riflettono colgono la realtà.Riporto qualche passaggio di Cacciari:
Fin qui la riflessione di Cacciari. Ora ecco il mio articolo.“Si tratta di una svolta radicale nella teologia politica della Chiesa… ma questo è un bel problema… Francesco considera legittimo un intervento nella misura in cui viene deciso dall’Onu – siamo in presenza di una laicizzazione dell’idea cattolica di ‘guerra giusta’… La posizione di Francesco è fragilissima. La sua è una posizione che potrebbe sostenere un Renzi o una Merkel. Se mi permette, io dal Papa mi aspetto qualcosa di più, ossia che mi dica che bisogna intervenire sulla base di valori considerati assoluti”.
“Ahimé, basta tacere! Gridate con centomila lingue. Vedo che, per lo tacere, lo mondo è guasto, la Sposa di Cristo è impallidita”. Con queste parole tuonava santa Caterina da Siena scrivendo a un alto prelato.
Si sente il bisogno anche oggi nella Chiesa di donne e uomini di fede ardente e di cuore libero che – come Caterina – si rivolgano così a un papa (Gregorio XI) pieno di timori, che non faceva quello che avrebbe dovuto: “Io, se fussi in voi, temerei che il divino giudicio venisse sopra di me”.
Ma i nostri sono tempi di clericalismo, di bigottismo e di adulatori. E le voci dei grandi santi (o degli uomini liberi) non ci sono o non si sentono.
Eppure è difficile e – per un cattolico – molto doloroso capire e accettare l’atteggiamento del Vaticano di papa Bergoglio di fronte alla tragedia dei cristiani (e delle altre minoranze) in Iraq, braccati e massacrati dai sanguinari islamisti del califfato anche in queste ore.
Prima, per settimane, un’evidente reticenza, quasi imbarazzo a parlarne. Perfino l’iniziativa di preghiera della Cei del 15 agosto scorso è stata passata sotto silenzio dal Papa che evidentemente ha in antipatia la Chiesa italiana.
Ora, finalmente, dopo una ventina di giorni di massacri di uomini, donne e bambini, e dopo mille pressioni (anzitutto da parte dei vescovi di quella terra e dei diplomatici vaticani), papa Bergoglio si è deciso a pronunciare le fatidiche parole, sia pure in modo assai felpato: “è lecito fermare l’aggressore ingiusto”.
Sai che sforzo… Ci mancava pure che dicesse che è lecito lasciare che l’aggressore massacri la gente inerme e innocente, che crocifigga i “nemici dell’Islam”, che seppellisca vivi i bambini, che stupri e venda le donne come schiave.
Con ben altra tempestività ed energia Giovanni Paolo II nel 1993 tuonava sul dovere di difendere gli inermi dai massacri: “Se vedo il mio vicino perseguitato, io devo difenderlo: è un atto di carità. Questa per me è l’ ingerenza umanitaria”.
Ma non c’è più Giovanni Paolo II e purtroppo nemmeno Benedetto XVI. Dunque dopo aver detto, con incredibile ritardo, che “è lecito fermare l’aggressore ingiusto”, Bergoglio si è affrettato ad aggiungere che però va fatto senza “bombardare” o “fare la guerra”.
Cosicché viene amaramente da chiedersi se egli vuole salvare la faccia (propria) o la vita di quegli innocenti. Qual è infatti il modo per “fermare” una banda di assassini crudeli senza usare le armi? Cosa propone papa Bergoglio per “fermare” quei carnefici? Un tressette col morto? Un thè con monsignor Galantino?
Si dirà che il Papa non può esortare a usare la forza, sia pure per salvare vite innocenti. Sbagliato. Da secoli la dottrina cattolica ha sancito il diritto alla legittima difesa e il principio di “uso della forza” per la legittima difesa.
Proprio i teologi della Scuola di Salamanca come il domenicano Francisco de Vitoria, nel XVI secolo, fondarono sulle basi della legge naturale il diritto internazionale,
Benedetto XVI lo ricordò alle Nazioni Unite evocando “il principio della ‘responsabilità di proteggere’ (che) era considerato dall’antico ius gentium quale fondamento di ogni azione intrapresa dai governanti nei confronti dei governati”.
E aggiunse che “il frate domenicano Francisco de Vitoria, a ragione considerato precursore dell’idea delle Nazioni Unite, aveva descritto tale responsabilità come un aspetto della ragione naturale condivisa da tutte le Nazioni, e come il risultato di un ordine internazionale il cui compito era di regolare i rapporti fra i popoli”.
In questo quadro Giovanni Paolo II nell’Evangelium vitae del 1995 affermava: “la legittima difesa può essere non soltanto un diritto ma un grave dovere per chi è responsabile della vita di altri, del bene comune della famiglia o della comunità civile. Accade purtroppo che la necessità di porre l’aggressore in condizione di non nuocere comporti talvolta la sua soppressione. In tale ipotesi, l’esito mortale va attribuito allo stesso aggressore che vi si è esposto con la sua azione”.
Parole significative perché Giovanni Paolo II si è sempre caratterizzato per la difesa energica della pace (per esempio opponendosi alla guerra americana in Iraq), ma con altrettanta energia ha incitato la comunità internazionale a fermare, anche con l’uso della forza, i carnefici in azione (e si noti bene che a quel tempo la popolazione minacciata era di religione islamica).
Quello che semmai papa Francesco dovrebbe chiedere – sulle orme di Giovanni Paolo II – è che tale “uso della forza” da parte della comunità internazionale sia proporzionato e mirato a disarmare gli aggressori e a salvare la vita dei braccati.
Ma purtroppo non si è sentita nessuna riflessione approfondita. Si nota solo la preoccupazione di Francesco di non uscire dallo stereotipo del papa “politically correct”. Infatti ha sentito il bisogno di ripetere che fra le minoranze minacciate dall’Isis ci sono anche non cristiani “e sono tutti uguali davanti a Dio”. Un’ovvietà che è parsa una “excusatio non petita…”.
Del resto se rileggiamo insieme i vari interventi di papa Bergoglio su questa carneficina non si troverà mai la parola islam, islamisti o musulmani. Se uno disponesse solo delle parole del Papa non capirebbe minimamente a chi si deve questa “tragedia umanitaria” e per quale motivo viene perpetrata.
Una reticenza grave, figlia dell’ideologia cattoprogressista che interpreta erroneamente il dialogo con i musulmani come una resa, anche psicologica. Tanto è vero che ci sono commentatori cattoprogressisti che arrivano perfino a ripetere che i carnefici del Califfato non hanno niente a che vedere con l’Islam.
Peccato che tali carnefici impongano alle minoranze conquistate la conversione immediata all’Islam in alternativa alla morte, come è accaduto nei giorni scorsi a Kocho, un piccolo villaggio del Nord Iraq abitato da yazidi dove i jihadisti hanno massacrato circa 80 uomini che si rifiutavano di convertirsi e incatenato e deportato un centinaio di donne e bambini.
Naturalmente è comprensibile che le autorità della Chiesa non cerchino lo scontro, la polemica o il conflitto religioso. Giusto. Ma è anche un dovere dire la verità e dare ai fedeli un serio “giudizio culturale” su quello che il mondo oggi sta facendo ai cristiani.
Soprattutto considerando la subalternità culturale di tanti cattolici: c’è chi ritiene deprecabile perfino parlare di “cristiani perseguitati” (eppure sono il gruppo umano più perseguitato, nel maggior numero di paesi del mondo).
Detto questo voglio sottolineare che le dichiarazioni di papa Francesco dell’altroieri sono comunque un passo avanti, sperando che – senza dover aspettare troppo, perché la situazione è drammatica – arrivino presto parole ancora più chiare e decise.
Sono un passo avanti che dovrebbe chiarire le idee ai tanti che nei giorni scorsi, contro chi domandava una parola chiara, ribattevano stizziti che chiedere di fermare gli assassini significava volere la guerra e le crociate.
L’intervento del Papa chiarisce le idee anche a quelli che affermavano: “se il Papa tace significa che vuol evitare ritorsioni più gravi”, oppure “se non dice niente significa che sta operando riservatamente”.
Erano balle. In realtà in Vaticano si sono illusi per settimane che vi fosse ancora una via diplomatica, mentre i carnefici del califfato – come denunciavano i vescovi del posto – volevano solo conquistare, convertire a forza e massacrare. Non sanno nemmeno cosa siano il “dialogo” o la diplomazia.
Un’ultima nota. Negli interventi fatti durante il viaggio in Corea, papa Bergoglio ha anche giustamente invitato tutta la Chiesa alla riflessione sui martiri di ieri e di oggi e alla preghiera. Sacrosanto. Ma è un invito molto blando, senza la mobilitazione di tutta la Chiesa per soccorrere queste vittime e senza quella profonda consapevolezza culturale che sapeva darci Benedetto XVI. Oggi domina lo smarrimento.
Antonio Socci
Da “Libero”, 20 agosto 2014
43 commenti:
Da Tempi.
...
Alla fine Benedetto XVI dovette rinunciare. Prima a entrare e a tenere la sua allocuzione alla Sapienza. Poi, direttamente al papato. D’altra parte, già due anni prima di essere bandito dall’università di Roma, a Ratisbona, il papa tedesco aveva ammonito lo spirito del tempo ad emendarsi dal doppio nichilismo che lo stava trascinando verso la rovina. Inascoltato e, anzi, apostrofato dalle cancellerie internazionali, dovette quasi chiudersi in San Pietro per sfuggire al linciaggio del sistema mediatico, intellettuale e diplomatico globale.
...
Iraq. Forse l'Occidente si è svegliato
http://www.tempi.it/forse-l-occidente-si-e-svegliato-e-si-e-accorto-che-il-califfato-non-si-combatte-con-le-prediche-e-i-buoni-propositi#.U_SlMcV_vTq
Con Benedetto avevamo un pontificato "impedito", come giustamente dice Stefano e come evocato da tempi e da noi evidenziato qui in un nutrito elenco di 20 punti:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/03/oltre-al-concilio-dei-media-abbiamo.html
Con Bergoglio, al contrario, abbiamo un pontificato "allo sbaraglio".
Risultato. Lo stesso: crisi epocale di cui umanamente è difficile vedere soluzione
L'intervista a Cacciari è sconclusionata, per cui o Cacciari ha le idee confuse o l'intervistatore ha operato una sintesi maldestra delle sue parole. Pare in effetti dapprima un'esaltazione senza mezzi termini del discorso papale ("Per la prima volta un pontefice abbandona l'idea cattolica di "guerra giusta", "Il che dimostra che vi sono trasformazioni colossali in atto nel mondo della Chiesa cattolica", "In sostanza Francesco dice che non possiamo rimanere impotenti di fronte a queste stragi quotidiane. Ma lo fa con termini non dissimili da quelli che usava Bobbio. Ed è anche il grande realismo di un papa gesuita che percepisce il tramonto dell'Occidente"), poi arriva la frase citata da Socci che va nel senso contrario. Per caso Repubblica ha voluto smussare una critica al "Papa amico" da parte di un "filosofo amico"? Resta il dubbio su come sia possibile attribuire profondità di pensiero a quelle frasi contraddittorie pronunciate in aereo, il cui scopo palese era quello di non assumersi nessuna responsabilità, un "se la veda un po' l'Onu, io che c'entro?". Se è questa la grande novità...
La grande novità, Turiferiario, è che ci sia qualcuno che ufficialmente, e non più e non solo da tribune di nicchia come la nostra, comincia a vedere gli 'scostamenti' dalla tradizione...
Soltanto i veri amatori di pace e del vicino sono capaci di andare a guerra per defendere gli innocenti...
la risposta debole e ambiguo di Bergoglio mostra che non è un Francesco, il quale per amore partecepava nella Quinta Crociata contro il Califo di Cairo
Romano
E costretto e portato quasi di peso in Turchia, dopo che in vari testi lui aveva sempre detto che la Turchia in Europa era una rovina e un nonsense, perché non è né mai potrà essere una parte di Europa....ci sono altre cose che è stato "costretto" a fare, ma tiremm'innanz.....passo un articolo su Zenit in inglese di fr.Longenecker che mi piacque assai: Christianity without dogma......last but not least, una news dalla BosniaErzegovina che sta rimettendo insieme cocci e rovine fumanti della disastrosa guerra e che ha ricevuto cospicui aiuti dalla UE e dagli USA, bene, si sono ricostruite chiese ortodosse, moschee, biblioteche e monumenti dichiarati patrimonio culturale,ma.....ai cattolici che hanno richiesto fondi, è stato risposto NO, non sono considerati importanti alla pari degli altri in quanto costituiscono minoranza ininfluente.....così, tanto per gradire ed alla faccia dell'ecumenismo....pace e bene, fratelli diceva padre Mariano alla tv.Lupus et Agnus.
Metto qui su richiesta di Rosa, ma anche Stefano ci dirà cosa intende anche lui per "pontificato impedito", i punti di cui al link sopra.
nutrito elenco delle imposizioni subite da Benedetto XVI, di cui abbiamo avuto chiara e documentata percezione. E sono quelle che ci risultano evidenti. Non possiamo conoscere le sotterranee...Gli elementi da esse estraibili sono tanti. Anche se non fossero entrati in gioco i poteri che ci sono dietro, il clima e l'ingovernabilità da essi determinata, ha certamente giocato a favore della rinuncia. Basti ricordare (non mi sembrano pochi né di poco conto):
1. la rimozione della tiara ricamata sull'arazzo che scende dalla sua finestra per l'Angelus (usato domenica 10 ottobre 2010), da Benedetto XVI accettata e presto rimossa non certo di sua iniziativa. Così come la sostituzione della tiara con la mitra dalle vesti liturgiche regalategli nello stesso contesto e da lui in un primo momento indossate com'erano.
2. l'impossibilità di nominare Giovanni Maria Vianney patrono dei parroci a conclusione dell'Anno Sacerdotale (come aveva ricordato anche pochi giorni prima e durante l'intero anno). Ovviamente un vero santificatore, dedito all'adorazione e all'amministrazione dei sacramenti (penitenza ed Eucaristia) è considerato troppo superato: l'efficienza vince sulla concreta essenzialità del ministero.
3. la pressoché totale inapplicazione del Summorum Pontificum, purtroppo accompagnata anche dal disprezzo e dal pregiudizio di molti vescovi e sacerdoti;
4. le resistenze ad applicare le sue indicazioni sul pro multis nel rispetto del dettato evangelico recepito dalla tradizione liturgica;
5. le resistenze riguardanti il nuovo messale inglese;
6. il terribile scandalo fatto scoppiare a tempo, proprio in occasione della rimozione delle scomuniche ai 4 vescovi della FSSPX che probabilmente, se non fosse stata fatta con un blitz, sarebbe stata stoppata.
7. le dure opposizioni alla sua volontà di ricomposizione della questione lefebvriana, alle quali, sembra addirittura essersi dovuto piegare (inasprimento delle condizioni del preambolo operato il 13 giugno)
8. le note vicende della sua autorizzazione all'unica abbazia trappista in Germania di ritornare alla Messa tridentina e di poter riprendere la Regola e le Costituzioni anteriori al Vaticano II. Il Papa aveva dato l’autorizzazione ed esentato questa abbazia dalla giurisdizione della Congregazione dei Benedettini, che segue le regole moderne, così da permettere ai monaci di seguire l’uso antico di prima del Vaticano II. E dunque aveva posto questa abbazia direttamente sotto la sua autorità. Ma qualcuno aveva collocato la lettera del Sommo Pontefice in un cassetto della Segreteria di Stato. Il nuovo “concesso” del Papa è stato apposto direttamente sulla lettera di richiesta successiva aggirando la Segreteria di Stato.
9. la chiusura del Seminario di Takamatsu su indicazione della Conferenza Episcopale giapponese, vanificata alla vigilia da Bertone (!?), che ne sancisce il trasferimento a Roma e successivi bracci di ferro con i vescovi giapponesi convocati in Curia (!?). Non è bastata la primitiva decisione del Santo Padre; ma ha vinto il braccio di ferro con i neocat che non demordono mai. Come del resto l'atto finale incompiuto con la loro sincretistica liturgia, approvata a sua insaputa con la complicità di Canizares, ma da lui rinviata alla Feria IV su segnalazione di Burke. Feria IV di cui non si parla più per effetto delle dimissioni...
segue
10. la "riforma della riforma" da lui voluta e presto insabbiata per essere sostituita dal "nuovo movimento liturgico dal basso (!?)" (Cañizares)
11. la sacralizzazione della S. Messa col Crocifisso sull'Altare e la comunione in ginocchio quasi da nessuno seguita;
12 le bordate ricevute dalla lobby omosessuale così ben delineata da Ariel S. Levi di Gualdo ed altri;
13. gli intrighi e i sordidi intrecci di potere pressoché ingovernabili messi in luce da Vatileaks;
14. il tentativo di approvare, alle sue spalle, un'anomala liturgia tuttora in sospeso, (che rivela paurose storture sia di insegnamenti che di prassi) della setta neocatecumenale, che ancora può invocare l'Arcano: come può un comportamento settario e non solo per l'"arcano" esser previsto nella Chiesa cattolica, cioè universale!? È un fatto tuttora anomalo la rifiutata pubblicazione delle sue catechesi! Ci risulta che proprio nei giorni scorsi sarebbe dovuta intervenire la decisione della Feria IV e forse è stata scritta una lettera che richiede l'adeguamento ai libri liturgici subito secretata. E ci sono diversi papabili che sono loro potenti sponsor!
15. la visita alla moschea blu che secondo Magdi Allam fu né più né meno imposta al papa;
16. l'evento Assisi3 che a detta del papa "si sarebbe fatto comunque con o senza lui", quindi gli fu imposto;
17. l'inquietante dichiarazione del card. Romeo in Cina giusto un anno fa, che lo dava per "morto" nel giro di un anno;
18. l'invadenza dei "fratelli maggiori" che si sono insinuati come cuneo potente nella ricomposizione con i Lefebvriani (e non solo. Basta ricordare le preghiera del venerdì santo e l'imposizione della shoà - evento terribile ed esecrabilissimo ma fatto storico - come nuovo dogma di fede al quale bisogna aderire per considerarsi cattolici. Invadenza peraltro da nessuno arginata, pur essendo una evidente intromissione negli affari interni della Chiesa cui loro non appartengono ma pretendono dettar legge e c'è da chiedersi con quale autorità;
19. i venti di fronda e modernismo che non solo serpeggiano, ma si evidenziano con sempre maggiore intensità negli episcopati del nord Europa, in paesi già colpiti da una drammatica scristianizzazione;
20. il fatto che Benedetto XVI abbia esplicitamente riconosciuto il "per sempre" del mandato petrino, pur se spinto (ingravescentem aetatem?) alla drammatica decisione, esercitato ora nella preghiera e nel nascondimento (così aveva detto; ma poi occasioni ufficiali eclatanti non sono mancate)...
E così Pierferdy Casini, oggi, nei tg di stato:
"questi dell'ISIS sono terroristi e fondamentalisti ma non sono la religione islamica".
Quanto stomaco.. a dire, e soprattutto a sentire.
Come meravigliarsi di uno che ha fatto la "serva" del potere per tanti anni?
Iraq. Il nunzio di Baghdad: «È difficile poter pensare ad un negoziato; qui al momento si tratta di proteggere persone inermi affinché non vengano uccise». L’islam tace: «Sì, mi pare proprio di sì»
«È un genocidio, serve un intervento militare»
http://www.tempi.it/iraq-nunzio-e-un-genocidio-serve-un-intervento-militare-i-paesi-islamici-facciano-sentire-la-loro-voce#.U_PRWcWzKm4
Dopo l'esclusione anche di Socci Radio Maria diventerà la radio dei progressisti, delle tifoserie papolatre e della gospa.
"Ma non c’è più Giovanni Paolo II e purtroppo nemmeno Benedetto XVI. Dunque dopo aver detto, con incredibile ritardo, che “è lecito fermare l’aggressore ingiusto”, Bergoglio si è affrettato ad aggiungere che però va fatto senza “bombardare” o “fare la guerra”".
Vedo in questo il problema di Bergoglio in ciò che riguarda la teoria. In generale, le teorie presentate per lei, appena lei la conosce. Quindi, in un momento di gravità come questo, le parole di Bergoglio dovevano risolvere il problema, ma sollevano discussione in ricerca della soluzione. Mentre se discute come fermare l'agressore senza bombe e guerra, l'agressore fa più vittima.
Um Stato non può decidere da solo come fermare un agressore, se deve decidere con gli altri Stati nell'ONU. Come se un Stato da solo non potesse decidere quello che più Stati posso decidere insieme. Sembra essere una situazione nuova e meriterebbe delle nuove soluzione. Se aproffita della situazione per diffendere la democrazia e il potere dell'ONU.
Qui in Brasile siamo acostumati a vere questo nei atti della polizia. I diritti umani vogliono che la polizia fermi i agressori senza l'uso della forza. Quando la polizia fa l'uso della forza, è un casino troppo grande.
Infine, quello che vuole Francesco con le sue parole, è diffenderi i diritti umani dei musulmani.
mi giunge voce che la Tradizione ha subito un altro colpo basso in Campania...
Mic,
Grazie per averci ricordato gli impedimenti a Benedetto. Mi sanguina il cuore ogni volta che li rileggo.
Pero' la mia richiesta era di tipo canonico, cioe' se il diritto canonico prevede un"papato impedito" e, dopo averlo previsto e definito, lo regolamenta.
Grazie
Rr
Ho letto su questo blog qualche giorno fa un intelligente articolo sulla decomposizione del linguaggio. La domanda che non vuol tacere: ma si può immaginare decomposizione più grave delle parole che chiamare Jorge Bergoglio la Roccia della Fede? Onestamente?
Non tace solo sul genocidio cristiano. Tace anche su molte altre cose o, se parla, e' peggio( chi sono io per ?).
Rr
Poirot, cos' intendi ?
Rr
È vero, HPoirot. Bentornato :)
Non è l'unico caso in cui vien meno il sacerdote... Bisogna pregare tanto per i sacerdoti.
Si che purtroppo è un discorso che pochi vogliono sentire, ma va specificato che i rappresentanti dell'ISIL o ISIS non sono musulmani, o comunque non lo sono in senso tradizionale, da molti Imam sunniti sono stati definiti eretici, una setta riconducibile al Kharigismo.
Su vari siti internet si può leggere come vari commentatori sunniti come Zaid Hamis, ed anche mufti jihadi e salafiti come Adnan al-Aroor e Abu Basir al-Tartusi, ritengono che ISIS e altri gruppi terroristici ad esso correlati non siano minimamente sunniti, ma eretici kaharigisti a servizio di un'agenda imperiale anti islamica.
È un po' come se gli islamici considerassero i sedevacantisti o la chiesa palmariana veri ed autentici cattolici e rappresentanti di tutta la cattolicità.
Detto ciò, questi criminali vanno fermati subito!
Urbex
da molti Imam sunniti sono stati definiti eretici, una setta riconducibile al Kharigismo.
OK: Saranno anche eretici. Ma non mi pare che dall'Islam "non eretico" si levino voci di condanna o di orrore.
Del resto, persino l'Imam che è stato ammesso a pregare in Vaticano ha pregato il suo dio di poter "battere gli infedeli".
Vogliamo sostenere anche che gli islamici non eretici sono pacifisti?
Ed allora, Urbex, che le varie autorita' religiose musulmane emanino un comunicato pubblico in cui pubblicamente, ad alta voce, in inglese, francese, tedesco, ecc., CONDANNINO l' ISIS, ed ORDININO ai rgazzi musulmani" in loco" ed in Europa di NON combattere per l' ISIS.
Sui blogs, su Internet, serve ad un c...o !
Rr
Mic, dovresti, se posso consigliarti, soffermarti piu' sull' articolo di Repubblica su Cacciari, in particolare il punto sui gesuiti ed il potere(con l'iPad non riesco a fare copia ed incolla).
Rr
Da Repubblica:
"Oggi noi assistiamo a un grande
passaggio culturale: per quanto concerne le questioni della pace e della guerra, la Chiesa cattolica confluisce sulle posizioni del diritto positivo che
sono proprie dei laici. E non è un caso che a compiere questo passaggio sia un papa gesuita: è la posizione di chi vuole contare — secondo la tradizione di
quell’ordine — sul piano politico dell’immanenza."
Cacciari
Sono riuscita nel copia- incolla, Mic.
Rr
Poirot, cos' intendi ?
Rr
Cara Rosa,
ho scelto di non parlarne, per espresso timore degli interessati, che non vorrebbero compromettere possibili soluzioni in itinere.
Purtroppo, siamo a questo punto.
In altra circostanza in cui sono stata coinvolta la ferma denuncia è stata determinante. Ma evidentemente c'è caso e caso.
Rosa,
i gesuiti sono un pianeta
per me non sufficientemente esplorato.
Giro la domanda a Esistenzialmente periferico che penso abbia una risposta più precisa.
Il discorso dell'immanenza, gesuita o non gesuita è fin troppo evidente...
Ecco alcune condanne dell'Isis dal mondo sunnita:
http://27esimaora.corriere.it/articolo/intollerabili-le-violenze-contro-i-cristiani-i-leader-musulmani-non-sono-indifferenti/
Urbex
Urbex, riporto la conclusione dell'articolo che ci segnala:
Ma in realtà il problema è più profondo. Alcuni Paesi musulmani hanno una politica da doppio standard che rasenta la schizofrenia: da una parte condannano il terrorismo jihadista, dall’altra i loro servizi di sicurezza forniscono armi, finanziamenti e supporto logistico. E’ il caso della Turchia, che resta l’accesso principale al territorio siriano e iracheno, e delle monarchie del Golfo (Arabia Saudita e Qatar in primo luogo). Commentatori acuti come il saudita Kamal Khashoggi sono preoccupati: “L’Isis è una minoranza, ma rappresenta lo stesso un pericolo. Ci dobbiamo domandare le ragioni di questa subalternità dei giovani al disegno violento degli estremisti… Il fenomeno non va sottovalutato”.
E' questo il punto. Abbiamo visto cosa dicono alcuni commentatori. Ma, a livello politico, gli stati islamici cosa fanno?
E la stessa Europa che si sta coltivando la serpe in seno?
Credo che gli Stati arabi, autoritari, adottino la politica del coccodrillo ( according to Churchill): si da' da mangiare al coccodrillo nella speranza, vana, che il,coccodrillo non ci mangi. Ma il coccodrillo, prima o poi, ti mangia. Bisogna invece ucciderlo.
( che poi Curchill abbia dato da mangiare a Stalin mezza Europa,,illudendosi di salvare l' Inghilterra e l' Impero, e' un altro discorso).
Rr
Allora gli stati arabi hanno una politica convergente con quella degli stati europei, perché anche qui si dà da mangiare al coccodrillo solo nella speranza che non ce se magni, ma anche in quella che ci dica grazie. Povera Europa idiota, con il suo papa dormiente e i suoi complottisti filoislamici del cavolo.
Cresciuto in un'epoca in cui i principi del Liberalismo e della Democrazia sono dati per scontati come l'aria che si respira ( tanto da far apparire assurdamente fuori tempo la condanna ecclesiastica del medesimo - vedasi quella di Pio XI ) ho faticato moltissimo per comprendere e per quanto possibile accettare toto corde le encicliche ottocentesche "antimoderne". Peggio ancora per la "Unam Sanctam", in cui Bonifacio VIII portava all'estremo la Teocrazia: la Chiesa ha la "spada spirituale" per punire con le pene ecclesiastiche i cristiani platealmente infedeli e quella "temporale" per tutelare con la forza l'Ordine della Cristianita'. Assurdo e obsoleto, nevvero? Eppure lo stesso schema e' conferito, almeno ipoteticamente e in auspicio, alle organizzazioni sovranazionali come l'ONU e l'UNIONE EUROPEA, che forniscono oracoralmente la "tavola dei valori" ( diritti umani, bioetica e biopolitica ) e dovrebbero detenere la forza politica e militare per gli interventi umanitari su larga scala, come nell'odierno caso irakeno. La Chiesa, fin dal discorso di Paolo VI all'ONU, si e' spogliata di queste funzioni in parte per l"apertura conciliare", in parte per la perdita dell'"egemonia culturale" sulla societa' globalizzata. Un'apertura, quella maritainiana e dossettiana, che in larga misura costituisce una ritirata di fronte all'inevitabile, ma che si vuol ricondurre quasi solo alla purezza del Vangelo. La Chiesa si "arcobalenizza" ritenendo di poter aggiungere di suo il "supplemento d'anima", ma rischia di fare la mosca cocchiera ( chiedo scusa per lo sgradevole paragone ).
Il "diritto positivo" evocato da Cacciari e' in realta' un diritto naturale ( giusnaturalismo ) postcristiano laicizzato nel senso del laicismo radicale-individualistico.
mi giunge voce che la Tradizione ha subito un altro colpo basso in Campania...
Vero
http://www.tempi.it/la-preghiera-e-stato-un-collante-che-ha-permesso-la-mia-liberta-la-lettera-di-foley-quando-fu-prigioniero-in-libia#.U_SDPbx_tQY
Rr, più di mezza Europa,sai che Coventry è stata sì polverizzata, ma Rimini lo è stata di più,nessuno ne parla, distrutta al 98% peggio di Dresda, altra città bombardata sine ratione, mentre il celebratissimo Churchill pasteggiava a champagne nel suo bunker,tanto la guerra la subivano gli altri.....uomo politico supervalutato,cinico e miope, è passato per il salvatore della patria, ha lasciato andare l'impero con la stupida suddivisione dei 2 Pakistan (terra dei puri) con conseguenti sanguinosissime guerre costate mln. di morti.....grande statista, come Roosevelt e Stalin....grandi macellai, niente più, d'altro canto Giulio Cesare,che se ne intendeva, definiva la guerra un 'lavoro di bassa macelleria'..... .......Satis est.Lupus et Agnus.
Su Churchill , Lupus, con me sfondi una porta aperta. L' ho citato solo per spiegare come gli stati autocratici arabi foraggino i terroristi e gli estremisti per cercare di " pararsi il c..o".
Non sapevo di Rimini. L' ho visitata anni fa( sostanzialmente il lungo mare ed il centro storico) , mi era piaciuta, ma non mi ero accorta che avesse subito tanti bombardamenti.
L' Impero britannico era gia' finito, Lupus, perche' il Regnao Unito, gia' indebitatosi con gli USA per la I guerra mondiale, era a fine guerra letteralmente con le pezze al c...o., indebitato fino al collo con gli americani, a cui avevano gia' ceduto ampissime " quote di mercato" marittime. La perdita dell' India, Africa, ecc., era quindi inevitabile.
Churchill e' l' uomo che ha distrutto due imperi per pura ambizione personale e perche' " comprato", consegnando poi l' Inghilterra ai laburisti ed ai marxisti culturali che ora stan finendo l' opera.
Qualcun altro, forse, per pura ambizione personale e perche' " comprato" forse ha distrutto un altro " impero", nel 1962.
Rr
Santa pace , Cacciari ... quello che auspicava la rimozione del katechòn . Lasciamolo ai vescovi che ancora lo invitano ai convegni
@Rr, condivido il pensiero sul 1962.....su Rimini, era al centro esatto della linea gotica, 2.500 e passa bombardamenti.A vedere le foto aeree, una immensa distesa di polvere bianca,foto in bianconero, macerie e poi la linea scura del mare,ricostruita è stata ricostruita, ma nell'entroterra i ponti, ferroviari e non, fatti saltare dai tedeschi, sono ancora lì, mozziconi sospesi nel vuoto, cimiteri di soldati di ogni nazione costellano le colline, nel 50.mo anniversario vennero in divisa reduci dall'ex british empire, Canada, USA, Francia e UK, cerimonia bellissima......dimenticavo il teatro lirico Galli, un tempo famoso, è rimasto talquale, solo la facciata....alcuni palazzi hanno solo da poco tempo cancellato i segni di fucili mitra e granatine....a scavare ancora bombe inesplose a gogo, oltre a tante armi nascoste dai 'compagni' per la rivoluzione adddavenì, ogni tanto riaffiorano, una tragedia mai pubblicizzata, solo l'anno scorso a S.Marino hanno fatto una mostra fotografica sulla guerra e sugli sfollati, tante foto drammatiche, non sono riuscito, e neppure mio fratello,più grande di me, a trovare la mia famiglia, 8 mesi dentro ad una galleria ferroviaria a Falciano.....è la triste guerra di chi non conta niente e paga il conto per tutti.Lupus et Agnus.
Grazie per la storia su Rimini e dintorni.
I miei sfollarono in vigna, dove, almeno fino ai primi anni 70, c' erano ancora le enormi buche lasciate dalle bombe.
A Milano ogni due x tre trovano bombe inesplose, e la Montagnetta, collina artificiale di circa 100 m, e' stata costruita con le macerie della guerra.
Ma noi eravamo tutti colpevoli perche' tutti appoggiavano Mussolini, che divenne I ministro con un colpo di mano, e non per elezioni, come Hitler, che per altro prese meno del 36%.
Ma evidentemente la " colpa collettiva" vale solo per alcune popolazioni, e si estende per generazioni solo per alcune popolazioni. Per altri non vale.
Rr
Altra cosa: qualcuno dice qualcosa su ciò che sta accadendo in Palestina? Non è chesi usa l'ISIS per coprire le malefatte di Israele? Quando Socci o altri scriveranno sui palestinesi, allora avrò stima di loro.
Suvvia, Angelo, il fatto di focalizzare l'attenzione su queste drammatiche persecuzioni non esclude la condanna per Gaza, che riguarda sia il sionismo che hamas (l'odio viscerale è reciproco). Senza dimenticare chi è l'invasore e l'irresponsabile inerzia o sudditanza della politica internazionale.
Ma qui stiamo parlando d'altro, che non è totalnente estraneo alla questione israelo palestinese, ma che si va configurando in una evoluzione non poco allarmante.
Se gli USA non avessero buttato l'atomica su hiroshima eNakasaki
oggi forse saremmo stati ancora in guerra; questo non lo dico io, ma gli storici.
Questo lo traggo da altro post: inqualificabile. Mi meraviglio sia stato pubblicato. Forse se i figli di Bernardino fossero stati inceneriti, egli avrebbe un'altra opinione. Ma, alla fine, non sono stati inceneriti, e quindi chi se ne frega. Tra l'altro, i giapponesi hanno pure perso, e Bernardino sale sul carro del vincitore a 70 anni di distanza (lo sport più praticato in Italia).
Vedo che altri miei commenti non sono stati pubblicati. Sulla risposta di Mic: infatti, qui si parla sempre di altro. Ricordo che i palestinesi morti sono più di 2000, gli israeliani 50 circa. Alla fine, chi se ne frega pure dei palestinesi.
Senza dimenticare chi è l'invasore
meno male. Chissà se Socci o i suoi amici se lo ricordano. Ah, è vero: lì la risoluzione dell'ONU, come per magia, diviene autorevolissima.
Infine: se leggete il Vangelo, Cristo non sela prende con gli eretici, ma con gli ipocriti.
Angelo,
ti faccio presente che, oltre a scrivere alcuni articoli e proporne altri e cercar di tenere le fila dei commenti integrando e/o rettificando o sviluppando il discorso in base a quanto proposto - dissentendo o assentendo com'è normale - sono costretta a 'moderare' centinaia di messaggi al giorno.
E, poiché ovviamente non posso vivere per e sul blog, è ovvio che spesso vado di corsa (quando non sono pressata da altri problemi o impegni personali e familiari).
Per cui capita che qualcosa mi sfugga, come può capitare che sfugga all'esigua redazione che mi supporta.
Premesso questo, credo di averti già risposto.
Sostanzialmente cerco di aggiustare il tiro finché posso e, ovviamente, come già sai, evito di pubblicare i messaggi che appaiono immediatamente soltanto polemici, spesso mirati ad personam...
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