Interessante stralcio da Rino Cammilleri su La bussola quotidiana. Testo integrale [qui]. Ogni commento è superfluo.
[...] Sono tanti anni ormai che nella mia mente la Messa domenicale è associata a un’ora di martirio di cui farei volentieri a meno. Tedio. Noia. Omelie banali e interminabili. Canzonette pop dal testo cretino. Estenuanti e retorici assilli al Padreterno terminanti con «…ascoltaci Signore». Segni di pace sudaticci. Ridicola miniprocessione per portare i «doni» all’altare. Chilometrici avvisi parrocchiali da ascoltare in piedi prima di avere la benedizione finale (dunque, abusivamente inglobati nella liturgia). Un «rendiamo grazie a Dio» che è un (mio) urlo di sollievo prima di uscire –finalmente!- a riveder le stelle. Ripeto: nessuna polemica. Trattasi solo di mie personali sensazioni.Ora, però, ho scoperto che nella cittadina sul Lago Maggiore in cui passo di solito l’estate c’è un prete che dice l’antica Messa. Una sola, il sabato pomeriggio. Ci sono andato, per curiosità. Già, perché quando vigeva il vecchio rito io a Messa non ci andavo proprio, perciò per me era una vera novità. Stupore: il celebrante faceva quasi tutto lui, gli astanti dovevano «rispondere» di rado. Silenzio. Il centro del tutto era il tabernacolo, non lo show del prete. Uno, in un angolo, intonava gli antichi inni in latino e –sorpresa- qualcosa mi si scioglieva dentro. Non mi accorgevo del tempo che passava, mi ritrovavo attento e concentrato come non mai, «partecipavo» davvero. Uscii ancora pervaso da un senso del sacro quale mai avevo provato prima. C’erano a disposizione dei libri per seguire la Messa, di quelli coi nastrini segnapagine rossi. Io non ci capivo granché, ma –altra sorpresa- una bengalese seduta accanto a me, colta la mia difficoltà, prese a indicarmi i passi giusti.
Una bengalese! Il 5 agosto una lettrice romana mi ha scritto, raccontandomi della Messa a cui aveva assistito al mattino nella basilica di Santa Maria Maggiore. Ogni anno, per la ricorrenza della festa, vi si celebra solennemente in latino. Scrive la lettrice: «Mi sono trovata a cantare e a rispondere accanto a una coppia di giovani tedeschi e a due nere americane che conoscevano alla perfezione le parti della Messa in latino sia recitate che cantate; lo stesso mi capitò anni fa con dei giapponesi; è questo un modo davvero commovente di sentire e di vivere la cattolicità della Chiesa». Eggià: per «aggiornarsi» con gli anni Sessanta -del secolo scorso- la Chiesa rinunciò alla sua lingua sacra (mentre ebraismo e islamismo mantengono rigorosamente le loro). Il risultato di quello che Vittorio Messori definì in un’intervista «un golpe clericale» è che se percorro, che so, la Spagna devo assistere a Messe in catalano, castigliano, basco e via dicendo.
Nel turista cattolico, con difficoltà avverto un fratello e la «cattolicità» di cui parlava la lettrice diventa teoria, non una sensazione palpabile. Scusate, ma siamo fatti anche di corpo. In quella chiesina sul Lago Maggiore ho visto un sacerdote che portava a Dio le preghiere del popolo che gli stava alle spalle in religioso (è il caso di dirlo) raccoglimento. Naturalmente – mi ha raccontato poi – si è inimicato il vescovo e tutti i colleghi della diocesi per via della sua ostinazione – qualificata di «lefebvriana» – a voler celebrare una (una!) Messa alla settimana secondo il motu proprio di Benedetto XVI. Tranquilli, quando finirà l’estate e tornerò in città non ho alcuna intenzione di macinare chilometri per andare a cercare una Messa di rito «straordinario» (sic!). Offrirò, come sempre, la mia pena domenicale al Signore nella solita parrocchia, a sconto dei miei peccati.
69 commenti:
Lode a una persona di fine sensibilità e rara intelligenza come Cammilleri. Lo scrivo anche "per fatto personale", dato che certe persone da me ritenute intelligenti nei mesi scorsi hanno vomitato stupidità incredibili sulla stessa, ma proprio la stessa identica Messa "straordinaria" di cui parla. Quis habet aures audiendi...
Articolo ineccepibile, ma con una conclusione incomprensibile.
Primo: non si pone il problema di offrire a Dio un rito, il cui termine gli provoca "urlo di sollievo"?
Secondo: per scontare i propri peccati l'atto deve essere oggettivamente buono, non semplicemente provocarci una pena.
Conosco altri che partecipano al NO con questo spirito, li inviterei a rifletterei come un rito che rappresenta "un impressionante allontanamento dalla teologia cattolica della Santa Messa, quale fu formulata nella Sessione XXII del Concilio Tridentino" possa essere buono in sè (non intendo ovviamente riferirmi alla validità) e solo in questo caso gradito a Dio.
Non è un caso che quando Benedetto XVI indisse il Motu Proprio il patriarca di Mosca si complimentò con lui. Roma deve tornare alle sue tradizioni, solo così diviene autenticamente se stessa e, pensa un po', diviene più "ecumenica". Questa moda di fare i camaleonti, assumendo i colori dell'altro per compiacerlo ha fatto il suo tempo e mostra solo una vanità mondana.
Se alcuni laici hanno la libertà di potersene accorgere, purtroppo il clero è ancora distante anni luce dal percepirlo. Non a caso l'intenzione di Benedetto XVI di diffondere il rito romano tradizionale è di fatto fallita. Non c'è nulla di peggio di cercar d'insegnare ad un clero riottoso e inselvatichito da decenni di baraonda postconciliare!
Offrirò, come sempre, la mia pena domenicale al Signore nella solita parrocchia, a sconto dei miei peccati.
...è quello che faccio anche io...
...quando non riesco a partecipare alla Messa Tradizionale
Tranquilli, quando finirà l’estate e tornerò in città non ho alcuna intenzione di macinare chilometri per andare a cercare una Messa di rito «straordinario» (sic!).
Tranquilli?! Cosa si vuol dire? Una Messa sciatta offerta a Nostro Signore Gesù Cristo si può tollerare tranquillamente?
E' la storia di tutti noi, che dopo decine di anni passati a non veder l'ora che la Messa finisse, abbiamo sperimentato che ne esiste una in cui questo non accade. Una volta "contagiati", inevitabilmente si torna e si fanno anche centinaia di Km. Così fanno in Africa e in Asia i cattolici veri che non si vergognano di Cristo ed offrono il loro sacrificio senza oscurarlo attraverso giochi canti protestanti da asilo infantile.
L'ultima frase m'ha fatto cascare le braccia...
Forse se Camilleri e quelli come lui, intendo giornalisti, intellettuali, cattolici di un certo peso, iniziassero a chiedere ai loro parroci e vescovi di promuovere La Messa VO, ce ne sarebbero di più senza dover fare chilometri, o dover recarsi da comunità non "una cum", che per molti possono rappresentare scelte non ottimali dottrinalmente.
A proposito, quaestio: se assisto ad una Messa VO celebrata da un sedeprivazionista, mi è valida ?
RR
Per fortuna non sono tutte così, ce ne sono molte celebrate più che dignitosamente, basta girare un po' e si trovano, purtroppo la gente che partecipa ha un'età elevata e non ci sono i giovani, anche in messe tradizionali celebrate non dalle fraternità, l'età è alta, l'importante è partecipare con devozione, se celebrato non in maniera indegna, è pur sempre un servizio divino.
anche in messe tradizionali celebrate non dalle fraternità, l'età è alta, l'importante è partecipare con devozione, se celebrato non in maniera indegna, è pur sempre un servizio divino.
A Roma non è così. Ci sono anche i giovani comprese famiglie giovani.
Sul "tranquilli", che ha lasciato male anche me, c'è da dire che rispecchia una interlocuzione con una realtà diffusa evidentemente prevenuta...
Comunque, più che "tranquilli", direi che ci sono molti "sofferenti", che nella loro diocesi non hanno alternative, per la generalizzata (troppo) avversione dei vescovi, peraltro ora aggravata dal servilismo all'aria che tira...
La Messa di sempre, a Varese nella chiesa di San Martino è piena di giovani, e anche famiglie con bambini.
Non credo che il buon Dio non dia alternative, forse manca la voglia di fare sacrifici.
Annarè,
Ho amici di alcune regioni italiane nelle quali non ci sono alternative, anche a far sacrifici che, ad esempio, persone anziane o malate non possono permettersi.
Piuttosto, nessuno di voi che appartiene alla FSSPX ha notizie di hpoirot?
ma come?
si "macinano km" per andare a vedere partite o concerti e magari si sta pure fuoricasa per giorni;
si "macinano km" per andare in vacanza dall´altra parte del mondo prendendo rischi di ogni tipo.
si "macinano km" per partecipare a corsi erasmus o per fare concorsi ad ogni latutudine in italia.
si "macinano km" per un colloquio di lavoro in un'altra cittá o in un altro paese, o per andare magari all´estero e guadagnarsi il pane...
ecc. ecc. ecc.
ci si sbraccia pure per far capire agli altri che la Chiesa e il mondo sono in grave crisi di fede...e che si DEVE REAGIRE!
...ma poi per l´anima tutto fa brodo?... e poi ci si autoassolve credendo cosí di far pure penitenza?
"Se avessi un afede che sposti le montagne... se dessi anche il mio corpo perché sia bruciato, ma non ho la caritá...cimbalum tinniens ...aes sonans!!"
Certo che sono proprio tonti quei preti della Fraternitá San Pio x che fanno 10 ore di auto ogni finesettimana per portare la messa o per visitare i malati in tutta italia e nel mondo. Farebbero meglio a dire ai loro fedeli: andate alla (ker)messa nella vostra parrocchia e ...offrite questa penitenza!.... ??? !!!????
Che tristezza, Camilleri. Un bellissimo articolo ....fino alla penultima riga.
Un altro caso di ottimo soldato... finché non c´e´guerra?
Probabilmente il finale di Cammilleri è un'offa ai lettori (e redattori?) della Bussola non interessati o addirittura sospettosi nei confronti del "rito antico". Non dimentichiamoci mai che in queste cose non viviamo in un regime di libertà! Ma se anche Cammilleri la pensa esattamente come scrive, è comunque bello vedere che una persona intelligente, colta e sensibile coglie certe differenze d'altronde non filiformi...
Articolo pessimo. Partecipare alla Messa significa dedicare del tempo a Dio che per noi ha dato fino all'ultima goccia di sangue. Rito tradizionale o meno, dipende da quello che ho a disposizione. Annoiarsi significa non capire il valore di una Messa nè del tempo che Dio ci dà. Dire poi che si vanno a scontare i peccati è un pensiero di enorme presunzione.
Texor,
Ci sono messe NO nelle quali non puoi far a meno di sentire fastidio o disagio. È evidentemente a qualcuna di queste, che non sono purtroppo così rare, che si riferisce Cammilleri..
L'avvo detto anch'io che il "tranquilli" era riferito a un contesto di avversione molto diffuso. La bussola? Chissà se Cammilleri pensava proprio al contesto che lo ospitava?
Texor, quanto affermato da Cammilleri è quello che pensano una miriade di fedeli: "la Messa domenicale è associata a un’ora di martirio di cui farei volentieri a meno. Tedio. Noia. Omelie banali e interminabili. Canzonette pop dal testo cretino. Estenuanti e retorici assilli al Padreterno terminanti con «…ascoltaci Signore». Segni di pace sudaticci. Ridicola miniprocessione per portare i «doni» all’altare. Chilometrici avvisi parrocchiali da ascoltare in piedi prima di avere la benedizione finale (dunque, abusivamente inglobati nella liturgia).".
Aggiungo gli errori e le ambiguità dottrinali del NO(dalla Consacrazione, al "...per voi e per tutti", al "...che toglie i peccati dal mondo" e altri. Quante volte, anche qui, è stato richiamato il documento critico dei Cardinali Bacci e Ottaviani? E' reperibile anche qui, su questo sito, sulla destra, sotto "Pagine".
Poi, poiché Bello e Vero sono intrinsecamente consistenti e sussistenti, c'è la parte estetica, ben richiamata da Cammilleri. Può darsi che ci siano eccezioni, ma la nuova messa è brutta, sciatta, superficiale di per sé. L'anarchia liturgica aggiunge caos a caos, bruttezza a bruttezza.
I canti, senili nelle voci, infantili nei contenuti, ridicoli nella musica. Il protagonismo e la puerile "creatività" di molti sacerdoti. La perversa volontà di sostituire il raccoglimento e l'adorazione con una demagogica (e dottrinalmente pericolosa) "partecipazione". I molesti, disturbanti e antiliturgici "scambiatevi il segno della pace" con relative transumanze di idioti sorridenti e socializzanti ("chi ha detto che io voglio stringerti la mano, o sconosciuto cretino?"). Le prediche infinite, insulse, a-dottrinali e inutili. Peraltro ripetute protagonisticamente più volte durante la messa. Casule di plastica svolazzanti e braccia pelose esibite. Chierichette femmine. Il boyscouttesco (vabbeh, stanno tornando di moda, ritorneremo a citare Bernard Show) "teniamoci la mano" durante il Padre Nostro, quasi peggio della mani aperte di derivazione pentecostale e carismatica. Il piccolo-borghese "buona domenica" del prete alla fine. Vuole che gli portiamo anche le pasterelle domenicali? Il Tabernacolo spostato (è meglio che non veda?).
In conclusione: credo che la nuova messa sia probabilmente valida e, al contempo, probabilmente illecita.
Quando non posso frequentare la vera S. Messa, ci vado anch'io, per spirito di prudenza.
Ma anch'io, come Cammilleri, lo faccio con sofferenza, offrendo, come Cammilleri, la mia sofferenza a sconto dei miei peccati. Forse, caro Texor, è "un enorme presunzione". Ma è la santa presunzione di chi crede in Gesù Cristo, nella S. Eucarestia da Lui fondata, nelle forme da Lui stabilite e senza la quale non c'è salvezza.
La conclusione dell'articolo di Cammilleri somiglia alle considerazioni dei peccatori impenitenti: "lo so che è sbagliato quel che faccio, però intendo continuare a farlo".
Di fronte all'ossessivo proclamarsi vaticansecondisti l'ironia viene facile: è Cammilleri che vuol salvarsi la pensione oppure è solo una disperata aggiunta redazionale della Bussola Quotidiana?
Veramente nella Chiesa odierna si è perduto il senso del sacro, specialmente in quegli orrendi edifici sacri in stile modernista, che sembrano più parcheggi o palasport (centri polivalenti, li chiamano anche, sic!) che non edifici sacri destinati a rendere onore e gloria a NSGC, alla SS.ma Trinità, alla Beata Sempre Vergine Maria ed ai santi. Anche il clero non ha più il senso del sacro (salvo rare eccezioni), più preoccupato del sociale che di Nostro Signore. E' il prezzo che si è pagato per passare dal trascendente all'immanente. Infatti l'immanentismo è unanimemente riconosciuto come un elemento fondante del modernismo e della Chiesa uscita dal CV II. Ricordo le parole di Paolo VI "Anche Noi abbiamo il culto dell'uomo" (pronunciate a chiusura del Concilio e in un discorso all'ONU, a New York). Meglio avrebbe fatto, Montini, a dire "Anche Noi abbiamo il culto della SS.ma Trinità, e ad esso invitiamo tutti i popoli della terra!"
Caro Texor,
non è che ha parenti in quel di Cirene?
Segnalo che oggi su papalepapale e' stato pubblicato un articolo sulle consacrazioni (alcuni dicono di no) della Russia al Cuore Immacolato di Maria. L'autore propone di consacrare l'Unione Europea. Come dargli torto?
Texor,
Il suo lungo sermone, che non pubblico, non ha alcuna ragion d'essere avuto riguardo a quel che ho scritto qui, che la prego di leggere:
Texor,
Ci sono messe NO nelle quali non puoi far a meno di sentire fastidio o disagio. È evidentemente a qualcuna di queste, che non sono purtroppo così rare, che si riferisce Cammilleri..
Osservatore dice tra l'altro a Silente:
...
Anch'io non approvo le transumanze, ma come si fa a dare del cretino a chi assiste alls messa accsnto a te?
A Mic. 13,51 -
Si, ci sono molti sofferenti che nella loro diocesi non hanno il VO.
Mi sono incontrato col mio Vescovo diverse volte (tanto che mi chiama per nome oppure ""ecco il ribelle di...."") e gli ho esposto il problema del VO come previsto dal S.P. (almeno una parrocchia personale in una diocesi di 250.000 persone) - risposta: cerca di partecipare con devozione alla S.Messa che hai in parrocchia e dimentica il latino, il VO e canti antichi.
Purtroppo il corpo vescovile quasi al completo è postconciliare e questa è la mentalità. Non parliamo poi dei parroci che sono a disposizione di questi vescovi.
Non ho la fortuna di avere un Mons. Negri o Oliveri. Però ho la fortuna di avere la FSPX ed i sacerdoti che sai anche tu.
Anche se faccio Km. li faccio con tutto il cuore e ringrazio Dio che ho alcuni posti a Roma e dintorni per la Messa VO, e ringrazio anche quei sacerdoti che la celebrano.
Cara Mic,
non vedo il post di Osservatore e quindi non posso rispondere. Da quanto tu riporti, riguardo all'osservazione: "ma come si fa a dare del cretino a chi assiste alls messa accsnto a te?", mi limito a dire:
1) lo "scambiatevi il segno della pace" è uno pseudo rito a-liturgico, presente, nel rito tradizionale, a quanto mi risulta (ma non mancano esperti qui), solo nelle messe pontificali, solo accennato e solo tra i presbiteri;
2) veicola, ed è questo è forse il punto più importante, una visione irenistica e falsamente comunitaria, totalmente assente nella liturgia e nella dottrina tradizionale. In altri termini, contribuisce a veicolare, consapevolmente o inconsapevolmente, un "pacifismo", in senso lato, i cui risultati li vediamo bene nella totale, colpevole arrendevolezza della Chiesa riguardo alle persecuzioni contemporanee;
3) è fastidioso liturgicamente, perché interrompe, nel "nuovo" rito romano, la concentrazione per la S. Comunione (nel "nuovo" rito ambrosiano è collocato, fortunatamente, nella disgrazia, prima);
4)è irritante socialmente, perché non vado a Messa per "fare amicizie", ma per assistere al Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo.
Concludo: forse complice un certo decadimento antropologico dei frequentatori della messa modernista (e pour cause, mi trovo a dover affrontare fedeli beoti che, quando costretto a frequentare tali messe, vogliono a tutti i costi "porgermi il gesto della pace". Non vale che mi rintani nell'angolo in fondo della chiesa, non vale che assuma un atteggiamento contemplativo e persino estatico: no, partono da lontano e giungono fino a me con sorrisino idiota per dirmi: "pace a te, fratello". Insopportabili.
Adesso, cara mic, ti dirò una cosa che non ti piacerà (ma te lo sei voluto) e che magari mi costerà la censura a questo messaggio: una volta ho risposto con un saluto romano. Non escludo di farlo ancora. Almeno è più sano ed evito le sudaticce mani dei fedeli postconciliari. E poi, almeno per me, è più "comunitario".
Sul segno della pace.
Ho avuto occasione di partecipare alla Messa NO celebrata dalla comunità cristiana di lingua ebraica di Gerusalemme.
Innanzitutto un gran senso del sacro, molti silenzi, molti canti antichi e bellissimi, salmo cantato dall' assemblea.
All'inizio "accensione delle luci" (affidata ad una donna, penso in corrispondenza all'uso per le candele del sabato) accompagnata da una benedizione pronunciata da chi la esegue.
Il segno della pace è qualcosa di profondamente diverso:
In un'atmosfera di grande raccoglimento, il sacerdote scende dall'altare e si avvicina al primo fedele nella prima fila che lo accoglie con le mani aperte col palmo in su, poggia le sue mani su quelle del fedele e gli dice: Shalom, il fedele risponde: ha Mashìah (è il Messia).
Il fedele si rivolge al suo vicino ripetendo gesto e parole e così uno per volta solennemente e ordinatamente fino all'ultimo presente.
Mi pare il senso vero del segno che non è nulla di simile alla confusione e al superficiale irenismo che Silente stgmatizza (a prescindere dall'epiteto)..
Texor, se mi legge ancora.
A nessuno di noi manca il senso della messa per cui stigmatizzare ancora una volta la noia ecc. non coglie o non vuol cogliere la sciatta rappresentazione se non intrattenimento rappresentata da molte messe NO e resa possibile da una creatività selaggia che la 'forma' antica, sacra e solenne, non consente.
Quanto all'includere o escludere interventi, avviene secondo la linea del blog che, giusta o sbagliata che sia, non deve necessariamente coincidere con quella dei commentatori, dei quali è ovviamente ammesso il dissenso, ma quello costruttivo e non le logoranti repliche degli stessi mantra.
Sulla provocazione lasciata passare imprudentemente devo darle ragione.
Caro Silente, il post di Osservatore non c'è per il semplice fatto che ci conosce da quando ci incontravamo su MiL e dovrebbe sapere che qui sono graditi contributi anche dissenzienti che aiutano sempre ad approfondire, ma non gli epiteti nei confronti delle persone.
Silente,
Da parte mia aggiungo che condivido tutte le considerazioni sul segno della pace. Francamente, anch'io cerco di dare attenzione sobriamente e serenamente ai più prossimi e rimanere concentrata. Quello che mi ha sempre stupita è la sua evidente idiosincrasia nei confronti delle persone. Capisco che l'afflato comunitario è più profondo di certe manifestazioni spesso sguaiate. Credo però che il suo fastidio appartenga più al suo carattere che alla spiritualità.
Ci rifletta. Ma credo sia più forte di ogni riflessione ;)
@Cattolico delle 18.54
Mia figlia di 6 anni nel vedere una di queste chiese ha commentato "sembra una piscina col campanile".
Il senso del sacro é chiaro persino ai bambini.
Ho letto parecchi libri di Cammilleri e li ho fatti leggere ai miei figli, siamo abbonati al Timone ed ero meravigliata che non avesse mai trattato questo argomento .
Da poco più di due anni ho avuto dalla Provvidenza il dono di poter assistere con una certa frequenza alla Santa Messa di sempre ( facendo 40 chilometri all' andata e 40 al ritorno ma li merita tutti) ; oggi non sono potuta andare perchè sono rimasta senza macchina.
Nei giorni scorsi mi è capitato di piangere dalla rabbia: i miei nonni potevano frequentare la Santa Messa tutti i giorni se lo volevano perchè anche la più sperduta parrocchietta di montagna aveva il suo prete (anche se erano solo un pugno di anime) e ora condividiamo il sacerdote con altre due parrocchie.
Caro Cammilleri devi approfondire questo argomento! Scoprirai è da qui che ha origine la crisi della Chiesa !
Nella mia Parrocchia fino a 40 anni fa c'era una fede che qualcuno dubitava sarebbe venuta meno neppure se ci avessero sganciato sopra l' atomica... adesso che pena !
Noi che ai referendum su divorzio e aborto eravamo andati controtendenza rifiutandoli con percentuali che lasciavano sbalorditi ( ma che pure erano già calate nel secondo) siamo infestati dalle convivenze: i giovani non se ne fanno più un problema .
Quello che però mi fa specie (e che mi spinge a cercare l' aiuto di Dio nella Messa di sempre ) è che genitori che andavano a messa tutti i santi giorni ( la messa in italiano) non si siamo fatti un problema di permettere ai figli di andare a convivere in una loro casa accettando l'andazzo come un logico adattamento all'attuale modo di vivere le relazioni.
Devo però avvertire Cammilleri : attento, toccare questo argomento crea problemi! Si informi sui Frati Francescani dell' Immacolata... c'è di che riflettere. Quanto al caro Don Marco gli ha parlato direttamente.
E se ha capito che la Messa di sempre è un' altra cosa la cerchi. E più vi assisterà , più si informerà sul perchè ce l'hanno tolta, più capirà che è qui tutto il nocciolo del problema.
Mariangela
Il segno di pace non è una delle innovazioni peggiori del NO, ma è chiaro che (sia voluto o meno) sostituisce di fatto la pace che viene dal Signore con la pace che ci scambiamo fra vicini di banco. La prospettiva è sempre quella dell'umano che si sostituisce al divino. Ma uno non se ne accorge finché non conosce il VO, per cui è bene (secondo lorsignori) che quest'ultimo rimanga sotto il moggio.
Parlo sempre da cattolico medio:
la messa è spesso sciatta
1) perché è troppo veloce. Nel mondo ortodosso i riti possono durare ore e i vecchietti si addormentano (testimonianza diretta dalla Grecia di un mio amico). Dio e Gesù certamente si offenderà(nno) meno che non una messa di mezz'ora in cui la consacrazione è fatta con un ritmo di 150 sillabe al secondo.
2) Poi ci sono messe ultra pompose che straziano per l'inutile tentativo di sacralizzare il rito con elementi esogeni (canti più o meno sacri, incenso) provocando solo irritazione nella platea di solito regolata sulla speditezza assoluta.
3) il vero problema non è attualizzare o modernizzare il rito, ma renderlo comprensibile. Se il VO fosse reso bene in italiano, con i gesti, i tempi, i modi, i riti giusti, con il sacerdote girato verso l'Eucarestia, il NO sarebbe altrettando valido e completo e sacro.
Purtroppo è stato mutilato, non è spiegato, non è reso a sufficienza il senso del sacro.
Aliosha
Forse se lo scambiarsi il " segno della pace" , comunque eseguito, fosse spostato alla fine della Messa, avrebbe più senso( dopo aver meditato sul sacrificio di NS , averLo adorato nell' Eucaristia ed infine averLo accolto in noi, siamo già " pacificati") e disturberebbe meno il momento del raccoglimento prima della Comunione.
Nel Rito ambrosiano effettivamente e' meno disturbante, soprattutto se limitato tra persone vicine.
Vorrei chiedere a chi non e' della mia diocesi: anche sui fogliettini della Messa " romana" non c'e' alcun titolo per indicare il momento della Consacrazione ( così come c'e' invece scritto, in grassetto, I lettura, epistola, Vangelo,ecc) ? Questo momento dovrebbe semmai essere ancor più evidenziato, no ?
Rr
3) il vero problema non è attualizzare o modernizzare il rito, ma renderlo comprensibile. Se il VO fosse reso bene in italiano, con i gesti, i tempi, i modi, i riti giusti, con il sacerdote girato verso l'Eucarestia, il NO sarebbe altrettando valido e completo e sacro.
La "comprensibilità" riguarda l'essenza del rito, cioè cosa è e cosa compie. Come si fa a rendere "comprensibile il mistero, che esso è e significa?
La "comprensione" nasce dall'accogliere l'essenza e cresce - per grazia unita alla formazione adeguata, e alla traduzione in vita concreta - con la frequentazione.
con i gesti, i tempi, i modi, i riti giusti, con il sacerdote girato verso l'Eucarestia, il NO sarebbe altrettando valido e completo e sacro.
Purtroppo è stato mutilato, non è spiegato, non è reso a sufficienza il senso del sacro.
L'orientamento anche è da meglio intendere: nel rito antico il sacerdote non volge le spalle ai fedeli ma, insieme ad essi è orientato al Signore.
Tutti i problemi nascono proprio dalle mutilazioni che lei riconosce, che non sono innocue...
Si salva solo per la Consacrazione che, pure ha subito un cambiamento improprio...
scrive Silente:
"transumanze di IDIOTI sorridenti e socializzanti ("chi ha detto che io voglio stringerti la mano, o sconosciuto CRETINO?"
"mi trovo a dover affrontare fedeli BEOTI che, quando costretto a frequentare tali messe, vogliono a tutti i costi "porgermi il gesto della pace".
"partono da lontano e giungono fino a me con sorrisino IDIOTA per dirmi: "pace a te, fratello".
INSOPPORTABILI"
Glissando sull'elogio finale del saluto romano, e forse ancor più, dopo tale carrellata di epiteti riportata sopra dall'utente Silente (che in questo caso mi permetto di dire che sarebbe stato meglio se lo fosse stato anche di fatto), sulla sua frase che a quel punto, dopo tali e tanti termini dispregiativi, pare suonare quasi umoristica "Non vale che mi rintani nell'angolo in fondo della chiesa, non vale che assuma un atteggiamento CONTEMPLATIVO E PERSINO ESTATICO", non si può non notare che è evidente che in questa sede si censurino sistematicamente cose ben meno peggiori di questo campionario del perfetto cristiano all'incontrario.
Complimenti vivissimi (all'incontrario anche questi, naturalmente).
A Mic. delle 9,44 e 9,47 -
Cara Mic. per le masse (chiamamole masse, ma le masse sono le centinaia di persone, di solito, vedo qualche decina di persone e questo fà già pensare molto) oggi non vanno più in Chiesa preparate alla S. Messa come rito del Sacrificio;
L'hanno detto chiaramente da sempre, che trattasi di un incontro assembleare ripieno di continui canti con chitarre e bongo di """pace, pace, pace e alleluja, alleluja"" guai a sentire un canto devoto a Dio, alla Trinità - tutto questo è superato; infatti se ti metti in fondo alla Chiesa, uno su 30 o 40 intinge la mano nell'acqua santa e si segna e si inginocchia all'entrata o all'uscita per salutare Gesù. (guarda caso se andiamo a casa di qualcuno di noi, ci salutiamo sia quando arriviamo che quando andiamo via) a Casa di Gesù è come entrare in un bar.
Questa è la mentalità creata dalla nuova forma dopo il 62.
Sul segno della pace, ho già detto precedentemente la mia "" il sacerdote che scende dal presbiterio e dà la mano in mezzo ai banchi - mani sporche o sudate - poi torna all'altare prende l'ostia e la pone sulle mani sporche di chi và a far la comunione, e anche se non sporche non è giusto che la Carne di Cristo venga data sulle mani -
Sul fatto di forma-sostanza e intenzione di consacrare non dico altro che è l'unica certezza della validità; tutto l'altro ritorno al brevce esame critico dei Card. Bacci ed Ottaviani - un allontanamento pericoloso dalla vera Messa e Dottrina Cattolica.
Sulla celebrazione della liturgia (io non la chiamo più S.Messa in quanto loro ormai dicono solo liturgia -forse si vergognano anche di chiamarla Messa - infatti alla fine non dicono più ""Ite Missa est - andate la Messa è finita"" ma dicono "" andate in pace"") credo girandomi intorno vedo che molti preti sono scocciati di fare certi gesti - intenzione, forma, sostanza - quello avviene per mezzo di Gesù, perchè loro vorrebbero solo parlare, parlare e incontrarsi come fra tanti e solo amici; l'ho rilevato parlando purtroppo con troppi sacerdoti. Ad un prete chiesi il perchè d'estate per la Messa si mette solo camice e stola ed evita almeno la casula, mi ha risposto che fa troppo caldo; credetemi la stola pesa più della casula.
Questi sono i regali della forma e della sostanza del NO e di come viene di solito posto ai partecipanti.
Non escludo che alcuni sacerdoti celebrano il NO in maniera molto simile al VO. L'ho anche visto e sono da ammirare, ma sono troppo pochi.
Timoteo,
Silente non si censura perché a fronte di queste discutibili espressioni di cui gli ho detto cosa penso - esprime molto e molto altro di condivisibile e edificante per tutti.
Sul resto delle censure, abbiamo una linea - giusta o sbagliata che sia - e una valutazione basata anche sull'argomento trattato.
Posto che ho detto miriadi di volte cos'è che si esclude (spesso anche solo per non diluire discussioni di un certo peso), è ovvio che si corre il rischio di scontentare molti. Ma si va avanti...
non è giusto che la Carne di Cristo venga data sulle mani -
Attenzione, bernardino, nel pane transustaziato, non viene data la "carne di Cristo", ma il suo "Corpo", nel quale c'è Lui tutto intero: Corpo, Sangue, Anima e Divinità...
non è giusto che la Carne di Cristo venga data sulle mani -
Attenzione, bernardino, nel pane transustaziato, non viene data la "carne di Cristo", ma il suo "Corpo", nel quale c'è Lui tutto intero: Corpo, Sangue, Anima e Divinità...
E le mani sporche e sudate (che non è detto) sono l'ultimo dei problemi della messa NO...
In ogni caso siamo ben lontani dalle varie "purificazioni" anche delle dita, che sottende ben altro, nelle celebrazioni del Rito Antico.
Come si fa a rendere "comprensibile il mistero, che esso è e significa? -----
A mio parere, credo che la più grave pena che ci tocca nel mondo contemporaneo, oltre alla perdita del senso del peccato, è la perdita del senso del mistero, ed entrambe scaturiscono, sempre a mio parere, da una totale mancanza del senso del sopra-naturale, del trascendente. Io sono della cosiddetta "generazione X" (come Stefano78), quindi nasco con il NO, e posso assicurare che nessuno, a cominciare dai bambini della 1° comunione, capisce più cosa significa "Presenza reale".
La massiccia Cicap-izzazione della mentalità corrente rende impossibile assimilare tale Esperienza, che tale è prima ancora che essere un concetto. E nelle nuove leve non vedo niente di nuovo. L'impossibile agli uomini è diventato l'impossibile per definizione. Vedono solo quello che riescono a vedere, un pezzo di pane. E l'orizzontale vince e domina.
Ma solo in apparenza. Il pezzo di Don Camillo (su Altro post) chiarisce il perché
Aliosha
In altri termini: non è proprio tutta colpa del NO: è principalmente colpa del mondo.
Che vuole una S.Messa a suo "uso e consumo". (scrivo non a caso consumo....)
E' colpa mia che ho una formazione tecnica e non capisco una sillaba di latino.
Aliosha
Che vuole una S.Messa a suo "uso e consumo". (scrivo non a caso consumo....)
Aliosha, il problema lo hai centrato.
Posso invitarti a scaricarti il fascicolo in pdf sulla "Questione liturgica" dalla colonna di destra del blog e a leggerlo con paziente attenzione?
Tutto l'essenziale vi viene espresso.
Aggiungo che penso che tutto è recuperabile, se ad ogni generazione c'è chi "ricapitola" l'essenziale e riesce a trasmetterlo. A farlo vivere ci pensa il Signore.
Può aiutare a tornare sull'articolo "La tradizione è sempre giovane".
La tradizione è l'eterno presente di Dio immesso nella storia umano-divina scritta nel Signore e col Signore Nostro
mi sono autocensurata perché il mio commento non "serviva" alla discussione ;)
Invece, tornando a quel che dice Aliosha, vorrei ricordare che esiste uno ius divinum al culto che è il riconoscimento del primato di Dio su ogni cosa. Si realizza facendo convergere su Lui tutte le attività - personalmente e comunitariamente - attraverso la virtù di religione, come ci ricorda la Mediator Dei. Dunque riguarda l’intera esistenza e tutti i suoi ambiti ed è funzione primaria della Chiesa come corpo mistico di Cristo e popolo sacerdotale: pensiamo al sacerdozio Battesimale, sia pur distinto in grado ed essenza da quello ordinato.
Ristabilisce inoltre il giusto rapporto fra Dio e la sua creazione, a Lui ordinata, a partire dall’uomo, unica creatura terrena creata a Sua immagine. Viene espresso anche in atti e riti pubblici.
Esiste quindi uno ius liturgicum: la Chiesa ha sempre concepito la liturgia come il suo culto pubblico ufficiale e quindi ha regolato gli atti e i riti che lo sostanziano ed esprimono le verità di fede professate. Tutte le norme sono indirizzate a questo giusto rapporto, dal quale dipende la salvezza del mondo, e così devono essere rispettate come comando di Dio e non come invenzione dell’uomo.
Si Maria, ho sbagliato termine, ma comunque sappiamo che è "Corpus Domini Nostri Jesus Christi ecc". scusami, credo che chi ha letto ha capito che intendevo il Corpo e non la sola carne, come anche il Calice è ugualmente l'intero Corpo.
Ultimo commento, poi volto 'attenzione verso i nuovi post:
"Aggiungo che penso che tutto è recuperabile, se ad ogni generazione c'è chi "ricapitola" l'essenziale e riesce a trasmetterlo":
credo che sarà bello e difficile, specie per mio figlio.
Proprio in merito all'educazione, sto arrivando a conclusioni opposte rispetto all' Aliosha Karamazov: mai come oggi, dopo essere "rientrati" nel mondo (come suggeriva il suo mentore, lo starec Zosima), dopo aver fatto esperienza della società umana e della, vita, è cruciale riuscire a conservare un proprio romitaggio (anche fosse solo intellettuale).
Un luogo dove il deposito della fede e della tradizione e della storia non venga corrotto. Se non qui, dove?
Aliosha
Bernardino, lo so che lo sapevi, come lo sapevate tutti.
È per chi legge sommariamente e non lo sa :)
A Timoteo delle 9:55: non ho nessuna voglia di aprire una polemica con lei. Si tenga pure le sue opinioni e le sue pulsioni censorie.
Mi limito a constatare che lei non conosce la figura retorica dell'ironia (viene dal greco eironeia) ed è una delle più nobili tra le figure retoriche. Ne ha fatto abbondante uso anche Rino Cammilleri nell'articolo qui sopra.
Pazienza. Come lettura estiva, le consiglierei di leggere di Bice Mortara Garavelli, Manuale di retorica; Bompiani Editore.
Se non le sue opinioni, migliorerà certamente il suo stile.
Cara Mic,
lei scrive (ma non ci davamo del "tu"?):
Quello che mi ha sempre stupita è la sua evidente idiosincrasia nei confronti delle persone. (...). Credo però che il suo fastidio appartenga più al suo carattere che alla spiritualità.
Ci rifletta. Ma credo sia più forte di ogni riflessione ;).
Probabilmente ha ragione: dipende anche dal mio carattere, forse un cattivo carattere. Ma preferisco avere un cattivo carattere che nessun carattere.
Grazie comunque per sopportarmi.
Mic, alla tua delle 10,57 -
Ho dei pronipoti di cui una bimbetta di 6 anni, cerco, come dici tu di fare una ricapitolazione di trasmettere l'essenziale, ma non è facile;
I bambini non sono miei, sono pronipoti, a scuola ed al catechismo insegnano la nuova dottrina. Un giorno Angelica (la nipotina mi chiese se sapevo l'Ave Maria, io cominciai ad insegnargliela in italiano e lei mi rispose: no zio, quella che dici tu: Ave maria, gratia Plena, Dominus tecum, ecc. a me piace questa, ma le suore non vogliono....Maria, a te l'ultima parola, in che modo possiamo baipassare la scuola ed il catechismo? io ci stò provando, ci riuscirò?
Dice Silente: "non ci davamo del tu?".
Diciamo che è il caldo... ;)
Mia nipote, poco prima di fare la comunione, non sapeva cos'era il tabernacolo. È stata l'occasione per parlare del Signore e quando mi sento ascoltata continuo...
Una volta, con le sue compagne entriamo in Chiesa per una riunione. E si comportano come in una sala giochi continuando gli scherzi che facevano sul sagrato. Anche quella è stata l'occasione, per farglielo notare, sorridendo, e aggiungere qualcosa di più sul Padrone di casa...
Ogni occasione è buona.
credo che la nuova messa sia probabilmente valida e, al contempo, probabilmente illecita
e, per tutte le ragioni che lei ha con fescennina coloritura ricordato, sicuramente banalizzante, quando non squallida. Il V.O. invece, negando al celebrante qualsiasi margine d'arbitrio e d'improvvisazione, assicura al rito dignità e sacralità bastevoli anche quando officiato da un sacerdote di mediocre, e persino di infima, levatura.
Caro Timoteo, se lei potesse leggere quello che mic mi ha censurato si farebbe davvero due risate, ma sulla censura ha ragione mic. Il post pubblicato detta la linea da seguire, ed i commenti si devono adeguare. Se qualcuno prova ad allargare il discorso, magari esponendo un altro punto di vista, incappa nella censura. Le ironie e le provocazioni (magari ammantate da dotte citazioni in latino) passano, sempre se seguono la linea del post in questione. Insomma, si critica tanto il pensiero unico, ma qui mi pare che sia la stessa cosa... Ma tant'è, se mic dice che a Messa ci si annoia è una verità, e se provi a dire che il problema è in colui che ascolta la Messa, sei fuori, out! :)
si comportano come in una sala giochi continuando gli scherzi che facevano sul sagrato
Lo smarrimento del senso del sacro comporta l'incapacità di rilevare la sacralità dello spazio liturgico e conformarvisi. La sacralità esige costitutivamente la delimitazione (degli spazi, dei tempi, dei ruoli, ecc.).
Vi sono bensì casi, o più precisamente stati, in cui la delimitazione è trascesa per eccesso, ma non le istanze fondative del N.O. non vi hanno nulla a che fare. Per questo la crescente indeterminatezza cui tende - fino a sembrarvi quasi destinata - la nuova forma del rito cattolico non può che tradursi in crescente desacralizzazione.
Il problema riguarda il piano dottrinale solo di riflesso, e si colloca a un livello più profondo e sottile, quello, per così dire, dei trascendentali ierofanici, cioè, in ultima analisi, delle condizioni di possibilità dell'esperienza religiosa (chi, anche animato da rette intenzioni, punta il dito sulla sovversione della dottrina non fa confondere l'effetto con la causa).
Vale la pena di aggiungere che fra la stabilità e la visibilità delle determinazioni, il fattore più cruciale per l'aspetto in questione è il secondo: a prescindere dalla loro qualità (sulla quale bisognerebbe aprire un'ampia discussione a parte), le residue determinazioni del N.O. risultano sempre più inabili a custodire e trasmettere il senso del sacro non solo e non tanto perché sono mutevoli, ma anche e soprattutto perché sono sempre meno marcate e percepibili.
Per Texor una volta per tutte?
Qual è lo scopo vero del suo intervento: la menata su mic o il ripetere per l'ennesima volta che il problema della noia sta nella persona?
E questo, quando è stato espresso - e ripetutamente - in chiare lettere quanto non sia così in molti casi di NO e purtroppo per ben noti motivi. E anche riguardo a Cammilleri che, guarda caso, alla Messa come Cristo comanda non si è annoiato né ha sofferto i disagi che siamo in tanti a conoscere?
Il "tranquilli" finale di Cammilleri lo leggo come una picca ironica, rivolta forse a lui in primis, intanto ha detto cose forti e, ahinoi vere, sulla Messa riformata, quel che trovo "dommage" è che egli non si senta di "macinare chilometri per ritrovare quella Messa straordinaria.
Vorrei dire a Texor secondo il quale "annoiarsi significa non capire il valore di una Messa nè del tempo che Dio ci dà." e che se ad una Messa ci si annoia il problema è in chi ascolta la Messa, che il mio problema, quando scappavo fuori dalla chiesa ancor prima che la Messa fosse finita, non era perchè mi annoiavo ma perchè mi "inc****vo, perchè non sopportavo di vedere il Sacrificio di N.S.G.C. oltraggiato in quel modo dai diversi attori,in primis da colui che stava, non sempre, poco, dietro all`altare, tutti presi a mettersi in spettacolo secondo lo scenario del giorno deciso dall`équipe di animazione liturgica.
Ah, certo, avrei potuto passare il tempo della Messa con gli occhi chiusi e mettermi dei tappi quies nelle orecchie, avrei potuto mettermi in disparte per evitare il trambusto del segno della pace e , prevedendo già di dover affrontare lo sguardo cupo del sacerdote nel vedermi ingonocchiarmi per ricevere il Corpo di Cristo sulla lingua, avrei potuto poi unirmi alla processione "distratta"( la processione...) per la Comunione prendendo cura di scegliere quella con alla fine il sacerdote e non il o la laica di servizio, e poi passare, senza bere al Calice, davanti all`altro-a laico-a che mi getterà uno sguardo di rimprovero, avrei potuto..
Avrei potuto e l`ho anche fatto durante qualche tempo, quando sono ritornata alla pratica della fede, ma, tranquilli, non ce l`ho fatta a lungo, ho ritrovato la Messa in cui sono nata e che mi ha formata, e ho cessato di subire quella che era per me una sofferenza e che già mi aveva fatto scappare tanti anni fa, problema mio, come direbbe texor.
"Il V.O. invece, negando al celebrante qualsiasi margine d'arbitrio e d'improvvisazione, assicura al rito dignità e sacralità bastevoli anche quando officiato da un sacerdote di mediocre, e persino di infima, levatura".
Andare a una Messa e preoccuparsi se il celebrante sia di alta o mediocre o infima levatura, se sia brillante o banale, se abbia letto o meno Proust, se possa figurare bene in società e cose di questo tipo, mi ricorda molto l'apologo cinese sul dito che indica la luna e sul tizio che guarda il dito...
Domenica aMessa, rito ambrosiano: una lunga lettura su Davide ed il profeta Nathan che, per essere ben compresa, avrebbe richiesto un' omelia solo per se', poi una epistola di San Paolo altrettanto, se non più, ricca di concetti da spiegare al semplice fedele, infine una brano di san marco, apprentemente piu' semplice, am solo apparentemente. Il parroco e' comunque riuscito a sottolineare i punti piu' importanti delle tre letture ed e' stat una bella predica. ma non aveva nenche finito, ed io mi accingevo a meditare su quanto udito e letto, che la laica ci ha subito invitato a cantare il canto dopo il Vvangelo, quindi il Ccredo, lo stringersi le mani...ma che era tutta quella fretta? Aveva paura che le si bruciasse l' arrosto lasciato a casa ?
Ecco, quel che anch' io sopporto sempre meno e' la fretta, le chiacchiere,a la mancanza di un tempo per ascoltare, leggere, riflettere, lasciare che la Parola di Ddio entri e si sedimenti nel mio cuore, cervello, anima. Poter pregare in silenzio e prepararmi BENE alal Comunione( anch' io, come faceva Luisa, evitando il piu possibile il laico, tra al' altro vestito come un facchino) o la suora( acida di suo).
Il segno della pace, se composto, e' forse meno disturbante di tante altre cose, mai confrontabile, per esempio, alle strimpellate, spesso fuori tono, delle chitarre.
Rr
PS: per Silente: potremmo fondare un club dei " caratteracci". Saremmo, credo, in nutrita e buona compagnia.
di mediocre, e persino di infima, levatura anzitutto come celebrante. Nel V.O. anche il pessimo celebrante, il sacerdote sciatto, affatto privo di gravitas e ieraticità ecc. (la questione non è né intellettuale né morale), non può infliggere gravi danni alla sacralità del rito. Nel N.O., con i margini di manovra che gli sono consentiti (per tacere di quelli che è ormai prassi nefandissima usurparsi), quel genere di sacerdote può letteralmente annichilire ogni residua sacralità. Questo è quanto intendevo segnalare.
Ma caro Mesmar, il rito (e almeno nel VO è senz'altro così) dovrebbe essere per l'appunto ciò che conferisce gravitas e ieraticità al celebrante, che di solito è un uomo come tutti gli altri. Il rito non è insomma l'effetto ma la causa, anche se sono d'accordo che un Padre Pio o un Filippo Neri potevano aggiungere ancora qualcosa di loro (ma mica si può pretendere di avere un Padre Pio ad ogni Messa!).
E' esattamente ciò che ho affermato, confratello Turiferario. Lei lo ha riformulato in termini senz'altro più efficaci.
Meglio tardi che mai!
Cara Rosa: "in buona compagnia", di sicuro. "Nutrita", purtroppo, non so.
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