Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 22 gennaio 2020

Avversari, o Fratelli in Spirito? Il rapporto tra Papa Francesco e Benedetto XVI

Il card. Müller su LifeSiteNews (nostra traduzione). Importante presa di posizione a difesa di Joseph Ratzinger; ma siamo sempre in un'ottica vaticansecondista. E dà per scontata la rinuncia al papato e la coesistenza di due papi, semmai da delineare teologicamente con maggiore chiarezza... In sostanza, già da una lettura sommaria senza entrare nei dettagli, si nota che è tutto un denunciare senza voler riconoscere apertis verbis il vero focus dei problemi, con l'usuale tributo al regnante del quale estrapola le affermazioni commestibili. Precedenti pubblicati sulla vicenda:

Avversari, o fratelli in Spirito? Il rapporto tra Papa Francesco e Benedetto XVI
Gerhard Ludwig Müller

La deliberata confusione mediatica sulla partecipazione come co-autore di Benedetto XVI al libro del cardinale Sarah “Dal profondo dei nostri cuori” (gennaio 2020) mostra semplicemente la paranoia dilagante nella sfera pubblica da quando viene ammessa la coesistenza di due papi. Perché nella Chiesa cattolica può esserci un solo papa. Perché è vero che: “Il Romano Pontefice, come successore di Pietro, è il principio e il fondamento perpetuo e visibile dell’unità sia dei vescovi che dei fedeli”. (Vaticano II, Lumen Gentium 23).
Questa grave distorsione della percezione di due principi contrari dell’unità ha trovato ancora una volta conferma e alimentazione nel contributo di Benedetto in ordine al sacerdozio cattolico. D’altra parte, è del tutto evidente che Francesco e il suo predecessore Benedetto XVI non sono gli artefici di questa polarizzazione patologica, ma le vittime di una rappresentazione ideologica.

Ciò minaccia l’unità della Chiesa tanto quanto insidia il primato della Chiesa romana. Tutti questi eventi mostrano solo che non è ancora guarito il trauma mentale, causato dalla rinuncia di papa Benedetto XVI all’inizio del 2013, nel “discernimento in materia di fede del popolo di Dio” (Lumen gentium 12; 35). Ma ai fedeli è dovuta una chiara valutazione teologica della convivenza tra un papa regnante e il suo predecessore emerito. Questo singolare evento, che il Papa, come capo del collegio dei vescovi e della Chiesa visibile, il cui capo invisibile è Cristo, abbandoni prima della sua morte la cattedra di Pietro affidatagli per tutta la vita, non potrà mai essere supportato da categorie mondane (diritto alla pensione in base all’età, desiderio del popolo di sostituire i suoi capi). Anche se il diritto canonico prevede questa possibilità in astratto (can. 332 §2 CIC), mancano ancora disposizioni dettagliate ed esperienze concrete su come si possa delineare il suo status e, soprattutto, come la si possa plasmare nella prassi per il bene della Chiesa.

In politica esistono avversari nella lotta per il potere. Quando il concorrente viene eliminato, la compagine va avanti. Ma  questo non dovrebbe essere il caso tra i seguaci di Cristo, perché nella Chiesa di Dio tutti sono fratelli. Solo Dio è nostro padre. E suo Figlio Gesù Cristo, il Verbo fatto carne (Giovanni 1:14-18), è l’unico maestro di tutti i suoi discepoli (Matteo 23:10). I vescovi e i sacerdoti, attraverso la loro ordinazione sacramentale, sono i servitori della Chiesa, nominati nello Spirito Santo (Atti 20:28), che guidano la Chiesa di Dio nel nome e nell’autorità di Cristo. Egli parla attraverso le loro bocche come maestro divino nei sermoni (1 Tessalonicesi 2:13). Attraverso di loro santifica i fedeli nei sacramenti. E Cristo, il “pastore e custode delle vostre anime” (1 Pietro 2:25) si preoccupa della salvezza del popolo nominando sacerdoti (vescovi e presbiteri) nella sua Chiesa come pastori (1 Pt 5:2-3; Atti 20:28). Il Vescovo romano esercita il ministero di San Pietro, chiamato da Gesù, Signore della Chiesa, al ministero pastorale universale (Giovanni 21:15-17). Ma i vescovi sono anche fratelli tra loro. Questo non pregiudica la loro unità come membri del collegio dei vescovi con e sotto l’autorità del Papa (Vaticano II, Lumen Gentium 23).

Un ex papa ancora in vita è fraternamente legato a tutti i vescovi ed è sotto l’autorità magisteriale e giurisdizionale del papa regnante. Ma ciò non impedisce in alcun modo che la sua parola continui ad avere un grande peso nella Chiesa, per via della sua competenza teologica e spirituale e per la sua esperienza episcopale e pontificia di governo.

Il rapporto di ogni vescovo emerito con il suo successore deve essere segnato dallo spirito di fraternità. I pensieri mondani di prestigio e i giochi di potere politico sono veleno nel corpo della Chiesa, che è il corpo di Cristo. Ciò, a maggior ragione, vale per l’ancor più delicato rapporto del papa regnante con il suo predecessore, che abbia rinunciato all’esercizio del ministero petrino e dunque a tutte le prerogative del primato papale e, quindi, certamente non è più papa.

È in questo caso sorprendente il serrare le file all'interno della Chiesa da parte dei nemici della Chiesa appartenenti alla sfera del vecchio neo-ateismo liberale e marxista con il laicismo, che vuole trasformare la Chiesa di Dio in un’organizzazione umanitaria che agisce con modalità globaliste.

Il vecchio nemico della chiesa Eugenio Scalfari si vanta della sua nuova amicizia con Papa Francesco. Unito nell’idea comune di un'Unica Religione  Mondiale (senza Trinità e Incarnazione) fatta dall’uomo, gli offre la sua collaborazione. Contro i nemici e gli avversari identificati tra i cardinali e i vescovi, oltre che contro i cattolici “conservatori di destra”, viene lanciata idea di un fronte popolare di credenti e non credenti.

In esso, egli trova persone che condividono la sua visione provenienti dal gruppo della “Guardia Bergogliana”, che si presenta in questo modo. Questa rete di populisti di sinistra, spinti da una pura volontà di potere, perverte ideologicamente la potestas plena del Papa in una potestas illimitata et absoluta. Si tratta di puro volontarismo: secondo la loro concezione, tutto è buono e vero perché il Papa lo vuole. Il Papa, al contrario, non fa e dice qualcosa, perché è buono e vero. Essi contraddicono il Vaticano II, che vede il magistero al servizio della rivelazione, “ insegnando soltanto ciò che è stato trasmesso, in quanto, per divino mandato e con l'assistenza dello Spirito Santo, piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone quella parola […]”. (Dei Verbum 10). In questo modo, essi si espongono come oppositori demoniaci del papato, come è stato definito dogmaticamente dagli insegnamenti del Vaticano I e del Vaticano II. Se già tra Gesù e i discepoli non c’è il principio del servilismo ma la misura dell’amicizia (Giovanni 15,15), come dovrebbe essere segnato il rapporto del Papa con i suoi fratelli nell’episcopato dall’opportunismo sottomesso e dall’obbedienza cieca e irrazionale al di là dell’unità di fede e di ragione tipica della teologia cattolica? Secondo le idee liberali marxiste, un papa “per ogni stagione” si legittima perseguendo spietatamente l’agenda di estrema sinistra e promuovendo un’unità di pensiero senza trascendenza, senza Dio e la mediazione storica della salvezza attraverso Cristo, unico mediatore tra Dio e l’uomo (1 Timoteo 2,5).

Nel mondo (civitas terrena), i governanti, gli opinionisti e gli ideologi abusano del loro potere ignorando la legge morale naturale e i comandamenti divini. Spesso usurpano il posto di Dio e si trasformano in diavoli in sembianze umane. Ma dove Dio è riconosciuto come l’unico Signore, lì regnano la grazia e la vita, la libertà e l’amore. Nel regno di Dio, la parola di Gesù è considerata un precetto: “Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».”. (Marco 10:43-45)

L’ordinazione sacramentale (di vescovo, presbitero, diacono) rimane valida ed efficace, e con essa la responsabilità dell’insegnamento e della missione pastorale della Chiesa. I vecchi oppositori di Joseph Ratzinger (come cardinale prefetto e papa) non hanno alcun diritto di imporgli la damnatio memoriae, soprattutto perché la maggior parte di essi si differenzia dalle sue prerogative di dottore della Chiesa solo per lo sconcertante dilettantismo nelle questioni teologiche e filosofiche. Il suo contributo nel libro del cardinale Sarah non può che essere screditato come punto di vista opposto a quello di papa Francesco da chi confonde la Chiesa di Dio con un’organizzazione ideologico-politica. Non vogliono capire che i misteri della fede si possono cogliere solo con lo “spirito di Dio” e non con lo “spirito del mondo”. “L’uomo non spirituale non comprende i doni dello Spirito di Dio”. (1 Corinzi 2:14)

Quando, inizialmente, anche gli apostoli non vollero capire che ci sono persone che rinunciano volontariamente all’unione coniugale per il servizio del regno di Dio, Gesù stesso disse loro: “Chi è in grado di intendere, intenda”. (Matteo 19:12). E lo spiega in questo modo: «In verità  vi dico, non c’è nessuno che abbia lasciato casa o moglie o fratelli o genitori o figli per il regno di Dio, che non riceva molto di più nel tempo presente e la vita eterna nel tempo che verrà». (Luca 18, 29-30; cfr. Matteo 19, 29)

L’affermazione che Benedetto sia l’avversario segreto del papa in carica e che il suo appello sul sacerdozio sacramentale e sul celibato derivi da una politica ostruzionistica diretta contro l’attesa esortazione post Sinodo amazzonico non può che sorgere in un focolaio di ignoranza teologica. Nessuno nega questa ossessione in modo così brillante come lo stesso papa Francesco.
Nella prefazione alla raccolta di testi sul sacramento dell’ordine in occasione del 65° anniversario sacerdotale di Joseph Ratzinger nel 2016, papa Francesco scrive: “Ogni volta che leggo le opere di Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, mi rendo conto che ha fatto e fa teologia “in ginocchio”: in ginocchio, perché si vede che non è solo un eccezionale teologo e maestro di fede, ma un uomo che crede davvero, che prega davvero. Si vede che è un uomo che incarna la santità, un uomo di pace, un uomo di Dio”.
E dopo che papa Francesco ha respinto la caricatura del sacerdote cattolico come funzionario di routine di una chiesa-Ong, con le sue parole sottolinea ancora una volta l’eccezionale posizione di Joseph Ratzinger come teologo sulla cattedra di Pietro: “Come affermato in modo così deciso dal cardinale Gerhard Ludwig Müller, l’opera teologica di Joseph Ratzinger, e poi di Benedetto XVI, lo colloca tra i grandi teologi sulla cattedra di San Pietro, come Leone Magno, santo Papa e dottore della Chiesa […] Da questo punto di vista, vorrei aggiungere alla giusta considerazione del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede che forse oggi, come Papa emerito, ci dà in modo particolarmente chiaro una delle sue più grandi lezioni di ‘teologia in ginocchio’”.

Il contributo di Benedetto al libro di Sarah offre, in un’approfondita ermeneutica cristologico-pneumatologica dell’unità interiore dell’Antico e del Nuovo Testamento, fondata sulla comunicazione storica di sé di Dio, un aiuto per superare la crisi teologica e spirituale del sacerdozio, di massima importanza nel rinnovamento della Chiesa (cfr. Vaticano II, Presbyterorum Ordinis 1). Il sacerdote non è il funzionario di una società che fornisce servizi religiosi e sociali. Né è l’esponente di una comunità autonoma che rivendica diritti nei confronti di Dio invece di ricevere “ogni buona dote e ogni dono perfetto dall’alto, che scende dal Padre della luce”. (Giacomo 1,17) Attraverso gli ordini sacri, egli è piuttosto conforme a Gesù Cristo, il sommo sacerdote e mediatore della Nuova Alleanza, il maestro divino e buon pastore, che dà la sua vita per le pecore del gregge di Dio (Lumen Gentium 29; Presbyterorum Ordinis 2).

Da questa conformitas cum Christo nasce anche l’adeguatezza interiore della forma di vita celibe di Cristo per il sacerdozio sacramentale. Gesù stesso ha parlato dei discepoli che, escatologicamente come testimonianza per il regno che viene e al servizio della salvezza dell’uomo, vivono sessualmente in astinenza e rinunciano spontaneamente alla vita matrimoniale e familiare (Matteo 19:12; 1 Corinzi 7:32). Il celibato non è assolutamente richiesto dalla natura del sacerdozio. Ma sorge nella più intima peculiarità dalla natura di questo sacramento come rappresentazione di Cristo, sposo della sua sposa, della chiesa e del capo del suo corpo, la Chiesa, nella potenza della sua missione e della sua forma di vita del dono totale di sé a Dio (cfr. Presbyterorum Ordinis 16). Per questo motivo le dispense dalla legge del celibato, diversamente sviluppate nelle Chiese d’Oriente e d’Occidente, devono essere giustificate come eccezioni, e non il celibato sacerdotale come la regola. Fondamentalmente, la Chiesa deve lavorare per un sacerdozio celibe. Dalle radici bibliche, la pratica si era sviluppata, attraverso la legge che richiedeva ai chierici sposati di essere continenti, al fine di ordinare solo candidati a vescovo, prete e diacono che promettessero una vita celibe fin dall’inizio. Nella Chiesa d’Oriente – discostandosi dalla tradizione della Chiesa primitiva, e non certo nella sua continuazione – il Concilio Quinisesto (691/692), che si svolse tipicamente nel palazzo imperiale (per questo è denominato anche In Trullo -ndT) e non in una chiesa, permise a preti e diaconi di continuare la vita coniugale. Nella Chiesa latina, però, in seguito furono consacrati solo uomini non sposati, che in precedenza avevano promesso di vivere una vita celibe. Nelle Chiese d’Oriente, ai chierici sposati, ma non ai vescovi, è stato permesso di continuare il matrimonio – data l’astinenza sessuale qualche tempo prima della celebrazione della Divina Liturgia e il divieto di un secondo matrimonio dopo la morte del coniuge. Questa disposizione si applica anche al clero cattolico che ha ricevuto una dispensa dall’obbligo del celibato (Lumen gentium 29).  Per il maggior bene dell’unità, la Chiesa cattolica accetta questa pratica nelle Chiese Orientali Uniate, e fin da Papa Pio XII, e per quanto riguarda gli anglicani da Papa Benedetto XVI, concede una dispensa dall’obbligo del celibato al clero uxorato di altre confessioni che entra in piena comunione con lei, se si considera l’ordinazione sacerdotale.

Una semplice abolizione del celibato sacerdotale, similmente alle comunità protestanti e anglicane del XVI secolo, sarebbe quindi una violazione della natura del sacerdozio e in spregio all’intera tradizione cattolica. Chi vorrebbe rispondere davanti a Dio e alla sua santa Chiesa delle conseguenze disastrose per la spiritualità e la teologia del sacerdozio cattolico? E milioni di sacerdoti, fin dalla fondazione della Chiesa, si sentirebbero profondamente feriti se ora si spiegasse loro che il loro sacrificio esistenziale per il Regno di Dio e per la Chiesa si è basato solo su una disciplina giuridica esteriore che non ha nulla a che fare con il sacerdozio e con la forma di vita celibataria per il regno dei cieli. La mancanza di sacerdoti (in numero e qualità) nei paesi dell’Occidente, un tempo cristiani, non è dovuta alla mancanza di vocazioni da parte di Dio, ma alla nostra non conformità al Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio e Salvatore del mondo intero.

Non siamo unicamente di fronte ad una discussione sul celibato, ma anche a un’aspra lotta contro di esso e quindi anche contro il sacerdozio sacramentale. Nel XVI secolo i riformatori protestanti intendevano l’ufficio ecclesiastico solo come funzione religiosa nella comunità cristiana, privandolo così del suo carattere sacramentale. Se l’ordinazione sacerdotale non è più una conformazione interiore a Cristo, maestro divino, buon pastore e sommo sacerdote della Nuova Alleanza, allora anche la comprensione del legame interiore con il celibato per il regno di Dio, fondato nel Vangelo, non è più applicabile (Matteo 19:12; 1 Corinzi 7:32).

Sulla scia delle polemiche della riforma e a causa della loro visione immanentistica dell’uomo, i filosofi illuministi francesi, nel celibato sacerdotale e nei voti religiosi, vedevano solo una soppressione dell’istinto sessuale, che portava a nevrosi e perversioni – simile alla successiva interpretazione della sessualità in quanto soddisfazione meccanica degli istinti, che in caso di “soppressione” provoca nevrosi e perversioni, secondo la psicologia del profondo.

Nell’odierna dittatura del relativismo, l’enfasi su un’autorità sacramentale da parte della superiore autorità divina è percepita come una pretesa clericale di potere, e il modo di vivere celibe come un’accusa pubblica contro la riduzione della sessualità a un’acquisizione egoistica del piacere. Il celibato sacerdotale appare come l’ultimo baluardo del riferimento trascendentale radicale dell’uomo e la speranza di un mondo oltre e di un mondo a venire, ma che secondo i principi atei è una pericolosa illusione. La Chiesa cattolica come alternativa ideologica all’immanentismo radicale è quindi ferocemente combattuta da un’élite internazionale di potere e di denaro, che si batte per un dominio assoluto sullo spirito e sul corpo delle masse ottuse. In un gesto terapeutico si mima il filantropo che fa un favore solo ai sacerdoti e ai religiosi poveri liberandoli dalle catene della loro sessualità soppressa. Ma nella loro compiaciuta intolleranza, questi benefattori dell’umanità non si accorgono affatto di come violano la dignità umana di tutti quei cristiani che prendono sul serio, o adempiono fedelmente alla promessa del celibato con l’aiuto della grazia, l’indissolubilità del matrimonio nella loro coscienza davanti a Dio. Perché proprio lì, dove i fedeli cristiani prendono la loro decisione di vita nel più profondo della loro coscienza davanti a Dio, i negatori della vocazione soprannaturale dell’uomo vogliono persuaderli che devono inserirsi nell’orizzonte limitato di un’esistenza condannata a morte, come se il Dio vivente non esistesse (Vaticano II, Gaudium et Spes 21). “Fin dalla creazione del mondo le sue perfezioni invisibili, cioè la sua potenza eterna e la sua divinità, possono essere contemplate con l'intelletto nelle cose create. Quindi non hanno scuse, perché, pur conoscendo Dio, non l’hanno onorato come Dio e non gli hanno reso grazie. […] Dicendo di essere saggi, si sono fatti stolti, e hanno cambiato la gloria del Dio immortale con immagini che assomigliano all’uomo corruttibile o agli uccelli o agli animali o ai rettili”. (Romani 1:20-23)

L’accusa infamante è che i minacciosi reazionari della Chiesa con la loro difesa del sacerdozio sacramentale e – ai loro occhi – la morale sessuale ultraterrena e il celibato misantropo ritardano o addirittura impediscono la necessaria modernizzazione della Chiesa cattolica e il suo adeguamento al mondo moderno. Ciò che essi al massimo tollerano è una chiesa senza Dio, senza la croce di Cristo e senza la speranza della vita eterna. Questa “chiesa dell’indifferentismo dogmatico e del relativismo morale”, che potrebbe includere anche atei e non credenti, può parlare in modo appropriato del clima, della sovrappopolazione, dei migranti. Ma deve rimanere in silenzio sull’aborto e sull’auto-mutilazione spacciata per riassegnazione di genere, sull’eutanasia e sulla riprovevolezza dei rapporti sessuali tra uomo e donna al di fuori del matrimonio. In ogni caso, si dovrebbe accettare la rivoluzione sessuale come una liberazione dall’ostilità verso il corpo della morale sessuale cattolica. Si tratterebbe quindi di un segno di pentimento per la tradizionale ostilità verso il corpo dell’eredità manichea di sant’Agostino.

Nonostante tutte queste lusinghe, i fedeli cattolici sono del fondato parere che al posto dell’ateo Scalfari, che non crede in Dio e non può comprendere il “mistero della santa Chiesa” (Lumen Gentium 5), Benedetto (Joseph Ratzinger) sarebbe il consigliere infinitamente più competente del vicario di Cristo, successore di Pietro e pastore della Chiesa universale. Ciò si riferisce sia alle sue qualità teologiche e alle sue intuizioni spirituali sul mistero dell’amore di Dio, sia all’esperienza della responsabilità di Papa per la Chiesa universale, solo davanti a Dio, che Benedetto è l’unica persona al mondo a condividere con Papa Francesco.

Ciò che Papa Francesco scrive nella prefazione al libro del suo predecessore sul sacerdozio dovrebbe essere letto da tutti gli “uomini saggi e potenti di questo mondo” (cfr. 1 Corinzi 2,6) prima che essi diffondano nel mondo le loro fantasie paranoiche di antagonisti papali, cardinali avversari e scismi imminenti: “Joseph Ratzinger/Benedetto XVI incarna quel rapporto costante con il Signore Gesù, senza il quale nulla è più vero, tutto diventa routine, i sacerdoti sono quasi ridotti a destinatari di uno stipendio, i vescovi a burocrati, e la Chiesa non è la Chiesa di Cristo, ma qualcosa che abbiamo creato, una ONG che in definitiva è superflua”. 
E il 28 giugno 2016 continua rivolgendosi ai cardinali, ai vescovi e ai sacerdoti riuniti nella Sala Clementina per la presentazione del libro, non come subordinati ma come amici: “Cari fratelli! Mi permetto di dire che se qualcuno di voi avesse mai avuto dubbi su quale sia il fulcro del suo ministero, il suo scopo, il suo beneficio; se mai avesse avuto dubbi su ciò che la gente si aspetta veramente da noi, allora lasciatelo riflettere sulle linee qui presentate. Ciò che è descritto e testimoniato in questo libro, [è] che noi li portiamo a Cristo e li guidiamo a Lui, all’acqua fresca e viva di cui hanno più sete che di qualsiasi altra cosa che solo Lui può dare e che da niente può essere sostituita; che li portiamo alla vera e perfetta felicità mentre nulla può appagarli; che li portiamo alla realizzazione del loro sogno segreto, che nessuna potenza al mondo può promettere di far avverare!”
(Traduzione dal tedesco all’inglese di Martin Bürger per LifeSiteNews)
[Traduzione da LifeSiteNews di Chiesa e post-concilio]

21 commenti:

Anonimo ha detto...

I nodi sono diversi, oltre quelli già evidenziati, non comprendo come gli artefici Benedetto e Bergoglio del doppio papato ne possano essere solo vittime,le vittime sono i fedeli che non sanno più a che santo voltarsi, ed abbiamo persino la scomunica a don Minutella filo_benedettiano, quando di scomuniche non se ne vedono per quelle ipso facto.La percezione di due principi contrari all'unità della Chiesa allo stesso modo non è un difetto di vista dei fedeli, ma un dato di fatto: doppio stemma ecc. e doppia dottrina, pachamame e santità pagana contro il celibato ecclesiale.Ora il cardinale dice che uno non può andare in pensione, divenire emerito cioè, per maggiore età e condizioni di salute precarie, ma di nuovo, questo è avvenuto per il Papa, anzi viene concesso ed imposto da decenni per i Vescovi ed anche a volte preti.Quindi il motivo della parziale dismissione papale non è valido, da quanto scrive.Visibile è il doppio status ed anche volutamente molto visibile, oltre ai vestiti,alle firme, ai nomi, agli stemmi nel cortile di san Pietro ci stanno due librerie opposte, una a destra ed una a sinistra, due stemmi a lato della Chiesa di S.Maria degli Angeli (con Lucifero appena entrati, con dedica dell'autore), il che è una parità di onore. Benedetto sarebbe sottoposto all'autorità magisteriale di Bergoglio? Ma allora perché lui lo difende? Perché Bergoglio non lo ha difeso? Perché invece è stata sradicata una vigna? Inutile elogiare Francesco citando le sue esternazioni parziali positive nei confronti di Benedetto, si sa bene che lui dice tutto e pure il contrario.Inoltre il vestito liturgico con simboli pedofili, le pachamame ed il priapo sulle coperte, il "ripescamento nel Tevere, e molto altro, sono fatti.Quanto a prestare la bocca all'Autore Divino direi proprio che papa Francesco in molte occasioni l'abbia prestata al nemico piuttosto, come benedicendo l'albero della "fertilità" il 4 ottobre 2019, col frate prostrato ad idoli. Cosa significa "Guardia Bergogliana" capro espiatorio... del pontefice degli idoli? L'ONG pro-migranti è iniziata fin da Lampedusa col biancovestito secondo, la sovrappopolazione purtroppo non riguarda la Patria,ma provvedono coi barconi di cui uno sta in san Pietro, il clima è gestito dalle Grete ricevute da Francesco, come si fa a dire che è un povero tradito dalla sua guardia? Ed ha ricevuto trans e logge ed altri. Non è anche il suo un esempio di opportunismo sottomesso al regnante apparente? Chi ha ignorato la legge morale naturale affermando "chi sono io per giudicare un gay?". Non tutto quello che dice il Papa è buono e vero? Allora non faccia il Papa, dato che forse neanche lo è, e penso senza forse. Vuol dire che non conferma nella fede di sempre.Il Concilio Quinisesto è comunque un concilio scismatico non riconosciuto valido e quindi non fa testo. Le istanze autocefale erano già vive nel sesto secolo.La chiesa ortodossa è scismatica ed anche ha punti eretici, non è un polmone col cattolicesimo. Adesso abbiamo il bicefalismo. Direi che il cardinale fa una denuncia generica valida per indifferentismo dogmatico (Maria non è nata santa) e relativismo morale (Dio non cattolico, tutte le religioni volute da Dio), nonché su "èlite di potere e denaro per il dominio assoluto delle masse ottuse" dimenticando le lobby omoeretiche e pedofile .

Anonimo ha detto...

https://www.lifesitenews.com/blogs/lutheran-minister-pope-francis-told-me-protestants-and-catholics-are-very-close-in-how-we-worship?fbclid=IwAR25XVaX4og6vdsGG804CyqaUUkeNQJ6ckWsz1AxAVXAop7Ujyh3YRGEBc0

Anonimo ha detto...

Quella di santa Chiara mulier probata di san Francesco che muore mano sulla mano di lei, mi era sfuggita, altra perla di chi vuole il sacerdote uxorato…. con pachamame e priapi, dato che è oltre (lo scrive uno dei 3 papi) persino il politeismo e le religioni varie tutte da accettare e condividere sotto un unico dio che è anche di papa Scalfari nel caso, mentre alcuni cristiani non ne vogliono sapere, cattivoni…. peccato che anche Gesù Cristo Figlio vero dell'Unico Dio non ne voglia sapere " chi non crede in ME si danna". Attenzione papi Scalfaro e Bergoglio!
https://www.sabinopaciolla.com/i-due-papi/?fbclid=IwAR3RuLzxxQJoSGtnthR1HMiDec1oD0Mt-uGBjBvdyg018f15aXMCcz2SM-o

Anonimo ha detto...

"D’altra parte, è del tutto evidente che Francesco e il suo predecessore Benedetto XVI non sono gli artefici di questa polarizzazione patologica, ma le vittime di una rappresentazione ideologica."

La prima affermazione addomesticata.

Viator ha detto...

Dal libro Sarah-Ratzinger

“Cristo si dona interamente al Padre e all’umanità: tale è il fondamento del sacerdozio di Cristo. Questa consegna totale di sé in Cristo è la condizione di un dono totale di sé agli uomini. Chi non si consegna totalmente a Dio non si dona perfettamente agli uomini.”

Anonimo ha detto...

Romanticismo tedesco.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo che non si possa parlare di contrapposizione. Siamo noi che la vediamo, considerando rstzinger avente sncora un qualcge ruolo papale, ma non ce l'ha. Quello che dice ratzinger, non lo dice da papa. Questo non ci è ancora chiaro.

Anonimo ha detto...

E' terribile che moltissimi ritengano ora il papato a due teste una cosa normale, e che uno dei due talora esprima una sua opinione in dissenso con l'altro (dissenso magari solo apparente se si osserva la situazione surreale come prodotto fatale del cv2....leggere gli art. linkati sotto)
Mi pare che, al fine di mantenere lo sguardo lucido e vigilante, cioè NON lasciarsi imbambolare dalla grande potenza d'inganno, che, quasi malefico incantesimo ci mostra due papi insinuandola come normale "evoluzione" della Chiesa nel suo vertice, convenga sempre rileggere alcune pagine autorevoli, scritte all'indomani della rinuncia di BXVI.
Sempre attualissime nel loro potere di mettere a fuoco il quadro aberrante che persiste a confonderci gli occhi e la mente, e nel giudicarlo alla luce della Chiesa di sempre. Ad es.:
https://opportuneimportune.blogspot.com/2010/10/biceps-potestas.html
https://opportuneimportune.blogspot.com/2013/02/verso-lantipapa-materiale.html
https://opportuneimportune.blogspot.com/2013/02/verso-il-papato-collegiale.html
https://opportuneimportune.blogspot.com/2013/02/tolle-et-lege.html

Anonimo ha detto...

https://www.lanuovabq.it/it/sarah-e-benedetto-xvi-il-libro-esce-testi-e-firme-confermate

Anonimo ha detto...

Dum Romae consulitur......Schoenborn è stato riconfermato al suo posto, nonostante i 75 anni, di Sarah sarà quel che el jefe farà.........terra bruciata intorno al caudillo, solo fidelismos.

Anonimo ha detto...

Francesco e il suo predecessore Benedetto XVI non sono gli artefici di questa polarizzazione patologica,
.....
forse conviene ribadire che l'artefice primo è il cv2 e tutti coloro che l'hanno voluto e promosso, fino al giorno 28 febbraio 2013 (rileggere il peana di congedo in omaggio al concilio, pronunciato dal pontefice dimissionario): queste che vediamo da quasi 7 anni (e noi pecore subiamo impotenti) ne sono le conseguenze a lunga gittata, come l'onda lunga di uno tsunami che non ha ancora esaurito la sua energia devastante.
"...le vittime sono i fedeli che non sanno più a che santo voltarsi...."
appunto. Ringrazio e concordo con l'anonimo delle 14:51.

Anonimo ha detto...

https://cronicasdepapafrancisco.com/2020/01/21/un-avvocato-scrive-a-lorefice-basta-con-questa-fede-contraffatta/?fbclid=IwAR2VNLMCatuH3hLNaGG6WF9dggdKX7Rqgwdp1Z9tOmRVA_yjsA-miF7LLoc
Un avvocato di Palermo scrive al suo vescovo: renderete conto.
anonimo 18,43, se Francesco dice da Papa che Dio non è cattolico allora Dio non lo è? Perché per lei ha ruolo papale? Se dice che il monsignore gay da lui promosso non è da giudicare dallo stesso Papa, allora non ha giurisdizione…?.E quando benedice l'albero il 4 ottobre con pachamame e priapo non è idolatria? Ma lo dobbiamo seguire secondo lei ? Invece chi dice la retta dottrina non è da seguire? Mi sa che lei non conosce la vera fede.

Anonimo ha detto...

https://cronicasdepapafrancisco.com/2020/01/21/un-avvocato-scrive-a-lorefice-basta-con-questa-fede-contraffatta/?fbclid=IwAR2VNLMCatuH3hLNaGG6WF9dggdKX7Rqgwdp1Z9tOmRVA_yjsA-miF7LLoc

Anonimo ha detto...

La copertina della versione italiana del libro "Des profondeurs de nos coeurs" (https://lanuovabq.it/it/sarah-e-benedetto-xvi-il-libro-esce-testi-e-firme-confermate) fa sorridere quando nel introduzione si può leggere : "Sauve-nous, Seigneur, nous périssons ! Le Seigneur dort alors que la tempête se déchaîne. Il semble nous abandonner aux flots du doute et de l'erreur. Nous sommes tentés de perdre confiance. De toute part, les vagues du relativisme submergent la barque de l'Eglise. Les apôtres ont eu peur. Leur foi s'est attiédie. L'Eglise aussi parfois semble vaciller. Au coeur de la tempête, la confiance des apôtres en la puissance de Jésus était ébranlée. Nous vivons ce même mystère." (Benoît XVI, cardinal Robert Sarah, Des profondeurs de nos coeurs, Fayard, janvier 2020, p.23)

Anonimo ha detto...


"Cristo si dona interamente al Padre e all'umanità, tale è il fondamento del sacerdozio.."

Mettere sullo stesso piano il "dono" di Cristo al Padre e all'umanità mi lascia alquanto perplesso. Ma anche il concetto stesso di Cristo che "si dona al Padre". C'è qualche riferimento testuale, nella Scrittura?
Nostro Signore è consustanziale al Padre, è Dio esattamente come il Padre. In che modo può "donarsi" a Lui? E' allora l'Incarnazione ad esser intesa come dono al Padre? E' stata un dono a noi uomini peccatori, per la nostra salvezza, ma come può essere un "dono al Padre"?
Soprattutto dal Vangelo di Giovanni, si vede che Gesù conferma la sua identità assoluta con il Padre: Egli insegna tutto ciò che ha udito dal Padre, fa sempre la volontà del Padre, il suo giudizio è il giudizio del Padre, presenta al Padre prima della Passione il piccolo corpo scelto dei suoi Discepoli come coloro che ha preservato e salvato dal mondo per affidarli al Padre affinché restino sempre uniti nei suoi insegnamenti (Gv, 17).
Se faccio la volontà di qualcuno non posso dire che "mi dono" a costui. Il "donarsi" presuppone una volontà che agisce in modo del tutto libero, autonomo, indipendente. Ma questo non è il rapporto di Cristo con il Padre ("Padre, sia fatta la tua volontà non la mia!", nel Getsemani e vedi la teologia della Croce spiegata nella Lettera agli Ebrei: il rapporto con il Padre è di obbedienza non di dono).
Il rapporto di Cristo con il Padre non può essere identico al rapporto di Cristo con gli uomini. Come se "il dono" fosse la categoria che unifica i due piani. Bisognerebbe chiarire, altrimenti si rischia di confondere sovrannaturale e natura.

Inoltre, il "dono" agli uomini è per la loro salvezza ma sappiamo che per molti questo "dono" sarà la "pietra d'inciampo" che li condurrà all'eterna dannazione. Colui che è stato "donato" a noi dal Padre è quello stesso che alla fine dei tempi, ed anzi ognuno di noi appena morti, ci giudicherà decidendo per l'eternità il nostro destino. E molti saranno dannati. E difatti, il sacerdote, oltre ad assolverci può anche condannarci, rifiutandoci l'assoluzione. Nella figura del sacerdote non c'è solo l'armonia tra natura e sovrannaturale, c'è anche la loro contraddizione, la negazione della natura ferita dal peccato che non si emenda, che rifiuta la Grazia e si autoannienta in quanto natura rimasta ad immagine di Dio, sprofondando nelle tenebre interiori.
T.

Anonimo ha detto...

Quand'anche uno avesse ignorato il Modernismo, avesse ignorato il CVII, avesse ignorato il post/concilio, ora sono trascorsi sette anni che abbiamo questa corona di spine sulla testa, ora non è più concesso a nessuno di fare lo/la gnorri. A nessuno. Se qualcuno non vede, non sente, non prende posizione si curi. Ma forse non ha mai creduto, ha fatto finta, in linea dunque perfetta con l'ipocrisia imperante, con la chiesa 2.0, la chiesa non cattolica. Sette anni per un bambino è l'età della ragione, in cui la nuova dentizione è avanzata, inizia ad imparare a leggere, scrivere e far di conto ed un tempo avrebbe già imparato il Catechismo, avrebbe potuto confessarsi e fare la prima comunione. Sette anni sono necessari per una laurea completa e specializzazione. Chi non ha notato nulla in questi sette anni è intrappolato in qualche ideologia pregressa.

Anonimo ha detto...

A T. Il suo commento mi ha ricordato una liturgia in cui il Sacrificio è divenuto "dono" per cui mi sa che questa sarà un altro di quei mantra da aggiungere al "non giudicare" i vizi per tali, ed accogliere invasori mantenendoli in albergo (per poi buttarli nei parchi a spacciare). Nella Messa l'Eucarestia è divenuta ringraziamento esclusivamente (sempre da omelie locali), ho udito appunto anche dono invece che Sacrificio, siamo alla dissoluzione totale. Dio Padre ci dona il Figlio piuttosto, anche vero che il Figlio si dona nell'ubbidienza del Sacrificio espiatorio vicario ma qui è sempre quel border line che serve a demolire "pacificamente" con quel "pastorale" disgiunto dal dogma, il che è utopia pura, in quanto pastorale significa applicazione del dogma.E deve, neanche dovrebbe, essere infallibile: dell'infallibilità che è pure del fedele. Coi sofismi e le frasi mantra o borderline ci hanno fatto il lavaggio del cervello: siamo proprio una "massa di ottusi" come scrive il card.Muller. E di rinunciatari all'esercizio della logica ragione con delega ai Caifa e sinedri vari. Anche per rispetto umano : la paura di essere giudicati ci fa divenire conigli e pecoroni in via di trasformazione caprina.

Catholicus.2 ha detto...

È un bene che Benedetto XVI si sia espresso sul celibato, ha detto l'arcivescovo Jan Pawel Lenga, 69, in passato a Karaganda, Kazakhstan, in un talk show sulla televisione di stato polacca.

Se Benedetto avesse agito prima, l'attuale confusione nella chiesa non sarebbe successa, è convinto Lenga. L'arcivescovo spera che la Chiesa in Kazakhstan e in Russia, sopravvissuta al comunismo, riesca a sfuggire all'influenza corrotta dell'Occidente.

Sui problemi legati alla sessualità, Lenga dice che la Chiesa non vorrebbe scegliere la soluzione più semplice o chiedere alle persone cos'è più semplice per loro, perché Cristo non ha fatto così.

La Messa Tridentina e il Novus Ordo sono secondo lui come cielo e terra, perché il celebrante, nella Messa Tridentina, diventa un secondo Cristo, non un amichetto di Gesù.

Molti prelati, incluso Bergoglio, non hanno la fede profonda che Cristo ha trasmesso ai suoi discepoli, osserva Lenga. Lenga sostiene l'arcivescovo Viganò e critica il cardinale Marx, la cui Chiesa non ha "nulla a che fare" con la Chiesa Cattolica.

L'ex segretario dei cardinali di Berlino Sterzinsky (+2011) e Meisner (+2017) hanno detto a Lenga che in Germania erano rimasti solo tre vescovi su quattro più o meno Cattolici.

Lenga ha citato un arcivescovo emerito polacco, nonché professore biblico [probabilmente l'arcivescovo Henryk Muszyński], che gli ha detto che oggi "nessuno ha il monopolio sulla verità". Ma Lenga lo ha informato che Cristo, verità e vita, ha questo monopolio. Per lui, questo arcivescovo è una catastrofe personale e un traditore di Cristo.

Lenga ha citato anche un vescovo Cattolico greco, che ha definito i sacerdoti sposati una "catastrofe", perché si devono dividere tra altare e famiglia.

Il 22 gennaio, il portavoce della conferenza episcopale polacca, Don Paweł Rytel-Andrianik, ha rimpianto che Lenga compaia sui media e "inganni i credenti".
https://gloria.tv/post/PkxKCKHqAa7Y3hbK7ewJ8hpEq

Anonimo ha detto...

Cesare Sacchetti:
A Verona, una donna è stata massacrata di botte e uccisa da un maghrebino. Se l'assassino fosse stato italiano, questa notizia ora sarebbe già in prima pagina. Se ad uccidere le donne sono stranieri, la violenza contro le donne non si combatte più.

Anonimo ha detto...



Dunque, tanto per chiarire, a futura memoria :

Il Verbo incarnato è un dono d e l Padre non un dono a l Padre.

Un "dono" che molti hanno rifiutato, rifiutano e rifiuteranno, per la loro eterna rovina.

Anonimo ha detto...

Libri usati,italiani: religiosi. Monnezza. Questi libri verosimilmente appartenevano ai defunti. I figli disfattisi dei genitori, si son disfatti di quello che ai vecchi era stato caro. Tra questi i libri religiosi. Così si tocca con mano come, tranne poche eccezioni, i cari estinti siano stati turlupinati dalla editoria cattolica e da quella siml/religioso/ catto/comunista. Tanta monnezza appunto. Generazioni senza guida che fiduciosamente si sono messe in mano ai preti alla moda finendo nello yoga, nell'Induismo e chissà dove ancora. Infine avranno pregato il rosario in silenzio tra figli buddisti, medici scientisti, personale ausiliario sindacalizzato e quando con l'ultimo respiro, l'anima sarà uscita dal loro corpo, gli altri tirato un sospiro di sollievo avranno dato mandato per l'ultima cerimonia sociale il funerale; eppoi contenti a dividersi le spoglie.Restano sulla bancarella libri inutili dove al tramonto molti hanno cercato una mappa, un conforto, quella Parola che conduce oltre la morte alla vita per sempre...e l'avranno trovata in quella semplice preghiera imparata da bambini:...Sancta María, Mater Dei,ora pro nobis peccatóribus, nunc et in hora mortis nostrae. Amen. Così il depistaggio demoniaco della carta straccia nulla avrà potuto su quelle anime tese all'incontro con il Signore Nostro Gesù Cristo.