Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 18 agosto 2022

Il primato dell’Adorazione (1/5)

Nella trattazione di cui riprendiamo intanto la prima parte José Antonio Ureta illustra l'ennesima constatazione di come ormai sia chiaro che la visione della liturgia di Desiderio Desideravi è unilaterale e, quel che è peggio, con evidenti deviazioni dottrinali... Ciò che viene sottolineato, con adeguati dettagli dal raffronto diretto tra la Mediator Dei di Pio XII e la Sacrosanctum concilium, è l'imporsi delle teorie e delle preferenze dei liturgisti moderni, in luogo della dottrina tradizionale della Chiesa... Potremo estrarre gli elementi salienti dalla sintesi della trattazione intera, non appena ne disporremo. In ogni caso, alla fine, "Dobbiamo porci una domanda scomoda: queste due forme rituali molto diverse corrispondono alla stessa Fede?". A questa domanda e su tutti gli altri aspetti ho già risposto anni fa, in una trattazione estesa che mette a confronto i due Riti antico e riformato, comprendente anche i prodromi della TC e seguenti, nel mio libro [qui] e in diversi articoli rintracciabili in questo indice

Il primato dell’Adorazione (1/5)

La necessità di un esame accurato
Negli ambienti tradizionalisti, i commenti all'Esortazione apostolica Desiderio Desideravi si sono finora limitati a deplorare la reiterazione della tesi che la Messa di Paolo VI sia l'unica forma del rito romano e a negare che il nuovo Ordinario della Messa sia una traduzione fedele dei desideri di riforma espressi dai Padri conciliari nella Costituzione Sacrosantum Concilium.

Nessuna critica teologica ai principi sviluppati da Papa Francesco nella sua meditazione sulla liturgia è giunta tra le mie mani (o, piuttosto, nello schermo del mio computer). Noto anche con preoccupazione che alcuni articoli, pur condannando i due difetti di Desiderio Desideravi sopra citati, lasciano intendere che se i suoi principi e alcuni commenti del Papa fossero messi in pratica nelle parrocchie, il risultato sarebbe positivo. «In effetti, gran parte delle raccomandazioni liturgiche di Papa Francesco potrebbero essere lette come una bandiera di battaglia per il tradizionalismo liturgico», scrive un importante leader tradizionalista, che aggiunge, dopo aver citato alcune parti dell'esortazione sulla ricchezza del linguaggio simbolico: «Se i responsabili liturgici diocesani prendessero sul serio queste affermazioni, assisteremmo a una trasformazione universale della liturgia cattolica in senso tradizionale» [1]. I sacerdoti della diocesi di Versailles che celebrano nelle due forme del rito romano [sulle due forme vedi] e che animano il Fatherblog hanno affermato, da parte loro, che «molti elementi della lettera hanno in comune elementi che non sono specifici del messale del 1962 o del messale del 1970», per concludere che «il meglio del messale di San Pio V troverà naturalmente il suo posto nell'approfondimento liturgico richiesto dal Santo Padre» [2]. Il cappellano della Messa tradizionale che frequento regolarmente (appartenente a una comunità Ecclesia Dei) sembra essere dello stesso parere, poiché alla fine di una recente predica ha suggerito di trascurare l'avversione per il paragrafo 31 di Desiderio Desideravi e di approfittare delle vacanze estive europee per nutrirsi spiritualmente leggendo il documento papale.

Temendo che questo atteggiamento benevolo si diffonda negli ambienti tradizionalisti, intendo mostrare nei paragrafi seguenti le deviazioni dottrinali che, a mio modesto parere, irrorano le meditazioni di Papa Francesco sulla liturgia, deviazioni che derivano dal nuovo orientamento teologico assunto nella costituzione Sacrosantum Concilium del Concilio Vaticano II. Lo farò confrontando la visione della liturgia insegnata nell'ultimo documento preconciliare sull'argomento, cioè l'enciclica Mediator Dei di Pio XII, con quella che emerge da Desiderio Desideravi. La conclusione sarà che quest'ultimo merita almeno la critica che il cardinale Giovanni Colombo fece alla Gaudium et Spes, e cioè che «questo testo ha tutte le parole giuste; sono gli accenti che sono fuori posto» [3]. Purtroppo, ciò che i lettori traggono dal recente testo del papa sono più gli accenti sbagliati che le parole giuste....

Il confronto tra la visione di Pio XII e quella di Francesco si concentrerà su quattro punti specifici: la finalità del culto liturgico, il mistero pasquale come centro della celebrazione, il carattere memoriale della Santa Messa e, infine, la presidenza dell'assemblea liturgica.

La finalità del culto liturgico
Mediator Dei [4] stabilisce con solare chiarezza che il culto cattolico ha due scopi principali che si intrecciano e si sostengono a vicenda: la gloria di Dio e la santificazione delle anime. Ma, evidentemente, il primato spetta all'omaggio reso al Creatore.

Dopo aver spiegato che «Il dovere fondamentale dell'uomo è certamente quello di orientare verso Dio sé stesso e la propria vita» (n°. 18), riconoscendoGli la suprema maestà e rendendoGli «mediante le virtù della religione, il debito culto» (n. 19), Pio XII ricorda che la Chiesa fa questo continuando la funzione sacerdotale di Gesù Cristo (n. 5) e conclude con la seguente definizione: «La sacra Liturgia è pertanto il culto pubblico che il nostro Redentore rende al Padre, come Capo della Chiesa, ed è il culto che la società dei fedeli rende al suo Capo e, per mezzo di Lui, all'Eterno Padre: è, per dirla in breve, il culto integrale del Corpo mistico di Gesù Cristo, cioè del Capo e delle sue membra».

Anche il fine secondario (e anzi primario da un altro punto di vista) della santificazione delle anime ha come fine ultimo la gloria di Dio: «Tale è l'essenza e la ragione d'essere della sacra Liturgia: essa riguarda il Sacrificio, i Sacramenti e la lode di Dio; l'unione delle nostre anime con Cristo e la loro santificazione per mezzo del Divin Redentore, perché sia onorato Cristo, e per Lui ed in Lui la Santissima Trinità: Gloria al Padre, al Figliolo e allo Spirito Santo» (n. 215).

Sotto l'influenza dei teologi del cosiddetto "movimento liturgico", le cui idee furono raccolte nella Sacrosantum Concilium, questo rapporto tra la glorificazione di Dio e la santificazione delle anime nella liturgia fu invertito. Lo spiega in modo molto pedagogico il teologo gesuita P. Juan Manuel Martín-Moreno nei suoi Apuntes de Liturgia [5] per il corso che tenne alla Pontificia Università di Comillas (della Compagnia di Gesù) negli anni 2003-2004:
«All'atto liturgico è sempre stata riconosciuta una duplice dimensione. Da un lato ha come obiettivo la glorificazione di Dio (dimensione ascensionale o anabatica) e dall'altro la salvezza e la santificazione degli uomini (dimensione discensionale o catabatica) (...).
«La teologia liturgica prima del Vaticano II si basava sul concetto di culto concepito in modo anabatico. La liturgia era innanzitutto la glorificazione di Dio, l'adempimento dell'obbligo della Chiesa, in quanto società perfetta, di adorare Dio in pubblico e quindi di attirare le benedizioni di Dio.
«Per il Vaticano II, invece, la dimensione discendente ha la precedenza. La Trinità divina si manifesta nell'Incarnazione e nella Pasqua di Cristo. Il Padre, donando nell'Incarnazione il suo Figlio al mondo e il suo Spirito nella pienezza della Pasqua, ci comunica la sua comunione trinitaria come un dono. Questo doppio dono della Parola e dello Spirito ci viene dato nel servizio liturgico per la nostra liberazione e santificazione (...).
«La concezione anabatica della liturgia era incentrata sul servizio dell'uomo a Dio, mentre la concezione catabatica si concentra sul servizio offerto da Dio all'uomo. La critica al culto, inteso come servizio dell'uomo a Dio, si basa sul fatto che Dio non ha realmente bisogno di tali servizi da parte dell'uomo (...).
«Se la liturgia fosse fondamentalmente culto, sarebbe superflua. Ma se la liturgia è il modo in cui l'uomo può entrare in possesso della salvezza di Dio, il modo in cui l'azione salvifica diventa realmente presente qui e ora per l'uomo, è chiaro che l'uomo ha ancora bisogno della liturgia» [6].
Infatti, la dimensione catabatica ha anche lo scopo anabatico di condurre le persone a Dio e di farle glorificare. Ma nella Desiderio desideravi [7], Papa Francesco sottolinea quasi esclusivamente questa concezione primariamente catabatica della liturgia e lascia in ombra la glorificazione di Dio, che per Pio XII è il suo elemento primario.

La sua meditazione inizia con le parole iniziali del racconto dell'Ultima Cena - «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi (Lc 22,15)» - sottolineando che esse ci danno «la sorprendente possibilità di intuire la profondità dell’amore delle Persone della Santissima Trinità verso di noi» (n° 2). «Il mondo ancora non lo sa, ma tutti sono invitati al banchetto di nozze dell’Agnello (Ap 19,9) (n. 5)», aggiunge il pontefice. Tuttavia, «Prima della nostra risposta al suo invito – molto prima – c’è il suo desiderio di noi: possiamo anche non esserne consapevoli, ma ogni volta che andiamo a Messa la ragione prima è perché siamo attratti dal suo desiderio di noi». (n° 6). La liturgia, dunque, è innanzitutto il luogo dell'incontro con Cristo, perché «La Liturgia ci garantisce la possibilità di tale incontro» (n. 11).

Il senso catabatico e discendente della liturgia - entrare in possesso della salvezza - è molto ben sottolineato. Ma il fatto, messo in rilievo da Pio XII nel testo già citato, che la prima funzione sacerdotale di Cristo è quella di adorare il Padre Eterno in unione con il suo Corpo Mistico, è stato completamente omesso.

Questa unilateralità è rafforzata in un altro paragrafo che tratta specificamente l'aspetto anabatico ascendente, cioè la glorificazione della divinità da parte dei fedeli riuniti. Questo testo insinua che la gloria di Dio è secondaria, in quanto non aggiunge nulla a ciò che già possiede in cielo, mentre ciò che è veramente importante è la sua presenza sulla terra e la trasformazione spirituale che essa produce: «La liturgia dà gloria a Dio non perché noi possiamo aggiungere qualcosa alla bellezza della luce inaccessibile nella quale Egli abita (cfr. 1Tm 6,16) o alla perfezione del canto angelico che risuona eternamente nelle sedi celesti. La Liturgia dà gloria a Dio perché ci permette, qui, sulla terra, di vedere Dio nella celebrazione dei misteri e, nel vederlo, prendere vita dalla sua Pasqua: noi, che da morti che eravamo per le colpe, per grazia, siamo stati fatti rivivere con Cristo (cfr. Ef 2,5), siamo la gloria di Dio» (n. 43).

Le parole sono giuste, perché è vero che l'uomo aggiunge a Dio una gloria che è solo "accidentale", ma è stato Dio stesso a volerla ricevere da lui quando lo ha creato. Ma gli accenti, con la loro unilateralità, inducono i fedeli in una posizione sbagliata, che facilmente degenera nel culto del vitello d'oro, cioè «in una festa che la comunità offre a sé stessa, e nella quale si conferma», atteggiamento denunciato a suo tempo dall'allora cardinale Joseph Ratzinger [8].
José Antonio Ureta
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[1] https://onepeterfive.com/pope-francis-liturgical-longing/
[2] https://www.la-croix.com/Debats/Au-dela-querelles-liturgiques-pape-nous-fait-contempler-souffle-doit-habiter-toute-liturgie-2022-07-06-1201223716
[3] http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1347506.html
[4] Le citazioni dell'enciclica e la loro numerazione corrispondono alla versione pubblicata sul sito web della Santa Sede: https://www.vatican.va/content/pius-xii/es/encyclicals/documents/hf_p-xii_enc_20111947_mediator-dei.html [5] https://www.academia.edu/34752512/Apuntes_de_Liturgia.doc
[6] Op. cit., p. 47-48.
[7] Le citazioni dell'esortazione apostolica e la numerazione corrispondono alla versione pubblicata sul sito web della Santa Sede: https://www.vatican.va/content/francesco/es/apost_letters/documents/20220629-lettera-ap-desiderio-desideravi.html
[8] Joseph Ratzinger, El Espíritu de la liturgia – Una introducción, Eds. Cristiandad, Madrid, 2001, p. 43.
Fonte: Onepeterfive, 8 agosto 2022. Traduzione a cura di TFP – Italia.

14 commenti:

Ave Maria! ha detto...

Il prossimo corso di Consacrazione a Gesu' per Maria secondo il Trattato della Vera Devozione del Montfort,inizia il 15 settembre 2022, Madonna Addolorata, alle 21.00. Se avete amici veramente interessati, potete ancora iscriverli! Vi auguro una giornata serena e santa, cum Maria.
Cari saluti,
Don Vilmar Pavesi (FSSP - Roma).
Indirizzo: Piazza della Trinità dei Pellegrini, 1, 00186 Roma RM
Telefono: 06 6830 0486

Per l'iscrizione :
Basta che mi faccia arrivare il nome, cognome, indirizzo di posta elettronica (email) e numero di telefono delle persone interessate entro il 15 settembre.
Cordiali saluti.

Anonimo ha detto...

Questa "pubblicità" già apparsa su Stilum Curiae attraverso uno pseudonimo femminile di maleducatissima signora, non serve a null'altro che a raccogliere i vostri nomi, cognomi, cellulari e mail... Una volta inviati vi sarà detto che non c'è più posto. Siete avvisati!

mic ha detto...

Conosco don Vilmar Pavesi e i riferimenti sono alla Trinità dei Pellegrini; per cui quelle dell'anonimo qui su appaiono solo illazioni malevole....

Anonimo ha detto...

Casca male, Mic. Nessuna malevolenza ma esperienza personale, nonchè premura per i lettori del suo blog. Non basta più una verniciata di "vetusordo" per mettermi nel sacco ed anzi, grazie allo spiacevole ma utilissimo inconveniente, fornisco qualche informazione che forse sfugge anche al sacerdote di sua conoscenza oltre che a lei. Secondo la nuova legge GDPR (General Data Protection Regulation) i dati personali non sono "liberi" ma vanno autorizzati. Ripeto: per raccogliere nomi o anche solo indirizzi email o cellulari va richiesta al relativo titolare l'autorizzazione scritta.
A che servono poi tutti sti dati per partecipare a un corso spirituale che si svolge in una Chiesa, gentilmente ce lo vuol spiegare?

Precisazione dovuta . Ave Maria! ha detto...

@18 agosto 2022 15:52
Gentile Signora, l'avviso e' parte di una comunicazione privata. Infatti il messaggio era indirizzato a me .
Quest'anno Don Vilmar Pavesi ha consacrato all'Immacolata 43 persone/anime .Deo gratias!
Il messaggio e' mio, poiche' volevo rendere partecipi piu' fedeli possibile (oltre ai miei conoscenti) e dal momento che non ritengo di rendere pubblica la email del Sacerdote,ne' sono autorizzata a farlo, chi volesse iscriversi, per porsi sotto il manto dell'Immacolata, per favore si riferisca alla Parrocchia in cui Don Vilmar officia. Siamo appena al 18 del mese di Agosto e c'e' ancora del tempo avanti per farlo.
Grazie di cuore e mi scuso con Lei per non averLa avvisata e per fugare la preoccupazione dell'Anonimo piu' sopra..
Se Dio vuole ci ritroveremo a Sant'Anna Domenica p.v.pomeriggio.
Un saluto cordiale.
Ave Maria!

tralcio ha detto...

La chiesa del Fare non ama il so-stare;
nel suo divenire non sa più Essere,
disistima e disprezza quel che è stata
permettendole di esistere e sussistere.

Una chiesa così non sa di Cielo
e gravita vanitosa attorno al mondo;
non accoglie la sorpresa della Grazia
preferendo agire in favor di telecamera.

Detesta il dogma, rifugge il sacro,
la sua misericordia è priva di lavacro,
non domanda purificazione e biancore
assicurando licenza al peccatore.

Il tempo, che in Dio è tanto più lento,
qui è smania di far novità nella storia.
La neochiesa dalle mode secolari
si immanentizza senza più eterizzate.

Anonimo ha detto...

Quindi, ricapitolando, @Ave Maria del 18 agosto 2022 ore 11.22 si autoinvia un messaggio che però pare essere scritto da certo don Vilmar e che in apparenza sembrava indirizzato alla direzione del Blog...in cui si procacciano dati personali senza alcuna autorizzazione a norma della nuova legge sul Regolamento Europeo sulla Protezione dei Dati Personali (GDPR). Tutto chiarissimo: la toppa è peggiore dello strappo. Innegabile.
Quantomeno, fosse mio il sito, cancellerei tutti questi messaggi perchè avrei compreso che qualcuno ha sfruttato la popolarità del Blog (dopo Stilum!) per scopi ammantati di spiritualità ma palesemente dubbi. "Illazioni malevole", eh? Un pò di umiltà, Mic, quando si è ingannati e si sbagliano i giudizi: è con questa virtù soltanto che si rimedia...

Maria Santissima delle Milizie ora pro nobis!

Anonimo ha detto...

Μέ τό καΐκι καί τά πανία τής Παναγία
Έφυγαν κατευόδιο τών ανέμων
Οι εραστές τής ξενιτιάς τών κρίνων

Con i navigli e le vele della Tuttasanta
Volano, protetti dai venti,
Gli amanti della solitudine dei gigli

- Odysseas Elytis

Anonimo ha detto...

A distanza di un mese (!!), l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, con sottile ironia, ha definito “fedeli sapienti e devoti” coloro che hanno manifestato sconcerto e sofferenza per la Messa celebrata in mare, su un materassino, da un giovane sacerdote della sua diocesi. Molti di questi fedeli frequentavano regolarmente il Duomo di Milano, fino a pochi anni fa cuore pulsante della Chiesa Ambrosiana, prima che fosse trasformato in una sorte di museo visitabile SOLO con l'acquisto di un biglietto.
Un altro segno nefasto della crisi in atto nella Chiesa del nostro tempo, un’altra ferita inferta alla Comunità dei fedeli.
"Il pastore sia accorto nel tacere e tempestivo nel parlare – scriveva San Gregorio Magno - per non dire ciò ch’è doveroso tacere e non passare sotto silenzio ciò che deve essere svelato. Un discorso imprudente trascina nell’errore, così un silenzio inopportuno lascia in una condizione falsa coloro che potevano evitarla. Spesso i pastori malaccorti, per paura di perdere il favore degli uomini, non osano dire liberamente ciò ch’è giusto e, al dire di Cristo ch’è la verità, non attendono più alla custodia del gregge con amore di pastori, ma come mercenari. Fuggono all’arrivo del lupo, nascondendosi nel silenzio”.
Fino a quando, Signore?

Anonimo ha detto...

Mancava una n: eterNizzare.
Ma leggendo di Mons. Delpini l’etereo diventa appropriato.☺️

Miserere nobis! ha detto...

Sacred Heart Church - Limerick - ICKSP
Friday 19th August 2022: St. John Eudes
Streaming avviato 14 minuti fa
https://www.youtube.com/watch?v=hW6vj9eh14A

Ave Maria! ha detto...

20 agosto 2022 - San Bernardo di Chiaravalle, il Cantore di Maria
"Se si elimina il sole che illumina il mondo dove potrai trovare il giorno? Se elimini Maria, autentica stella che brilla sul mare grande e spazioso del mondo, che cosa rimarrà se non avvolgente caligine, ombra di morte e densissima tenebra?” (San Bernardo da Chiaravalle).
santamariainaularegia
https://gloria.tv/post/Ws1Q1QucVaip2NBQF6XbU6c4d

Sulls comunione in bocca ha detto...

«Per rispetto verso questo sacramento esso non viene toccato da nessuna cosa che non sia consacrata: e quindi sono consacrati il corporale, il calice e così pure le mani del sacerdote per poter toccare questo sacramento. A nessun altro quindi è permesso toccarlo fuori di un caso di necessità: se, p. es., stesse per cadere a terra, o in altre contingenze simili»

(San Tommaso d'Aquino - Summa Theologiae III, q. 82, a. 3)

Ave Maria! ha detto...

@18 agosto 2022 15:52
Gentile amica spirituale,
questo video registrato durante il viaggio Apostolico a Madrid (Spagna), in occasione della XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, durante la Santa Messa con i seminaristi nella Cattedrale di Santa María la Real de la Almudena (Madrid, 20 agosto 2011), intendo dedicarlo principalmente a Lei .

https://gloria.tv/post/rc7ExJQ2naPA2P6zzLeMjPgPo
San Bernardo di Chiaravalle - Jesu, Dulcis Memoria