Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 25 ottobre 2025

Perché San Tommaso e Newman non avrebbero approvato il documento CEI

Sarebbe bene che il papa, in virtù dell'interpretazione data dal testo che segue alla sua proclamazione di Newman dottore della Chiesa, parlasse chiaro ai vescovi CEI e revocasse l'andazzo della sinodalità. In realtà gli errori, non chiamati col proprio nome, non vengono corretti con la dovuta efficacia. Di fatto, invece finora gli atti di Leone XIV mostrano il contrario [vedi qui - qui e indice precedenti qui].

Perché San Tommaso e Newman non
avrebbero approvato il documento CEI


La Chiesa italiana si prepara a votare il documento di sintesi del Cammino sinodale, intitolato Lievito di pace e di speranza. È un testo che vuole proiettare la comunità ecclesiale verso il futuro, ma la sua impostazione suscita un discernimento serio e, direi, doveroso.

Papa Leone XIV annuncia la proclamazione di san John Henry Newman come Dottore della Chiesa e co-patrono della missione educativa insieme a san Tommaso d’Aquino. La coincidenza non è casuale. È una risposta del Magistero che, silenziosamente, indica ai vescovi la direzione da seguire.

Newman e Tommaso sono due maestri che uniscono verità e libertà, dottrina e coscienza, grazia e ragione. Proprio per questo la loro voce, se oggi potesse risuonare nell’aula dell’Assemblea sinodale, suonerebbe chiara e ferma: il documento CEI non può essere approvato nella sua forma attuale, perché non poggia sul fondamento della verità rivelata.

San Tommaso: la verità come fondamento della pastorale
Per san Tommaso d’Aquino la Chiesa è un corpo vivo che ha in Cristo il suo principio e il suo fine. Ogni azione ecclesiale nasce dalla verità e ad essa ritorna. Nella Summa Theologiae scrive: “Ordo doctrinae est ordo veritatis.” “L’ordine dell’insegnamento è l’ordine della verità.”

Quando l’insegnamento si stacca dal fondamento dottrinale e si lascia guidare dalla prassi, la Chiesa perde la sua forma soprannaturale. Il documento sinodale presenta la Chiesa come “rete di relazioni”, “soggetto comunitario” e “movimento circolare tra base e centro”. Una descrizione che risuona come un linguaggio politico, non come un atto di fede.

Per san Tommaso, la verità non nasce dall’esperienza, ma dall’adesione dell’intelletto a ciò che Dio ha rivelato. “Veritas est adaequatio intellectus et rei.” Una pastorale che si costruisce sulle opinioni dei gruppi o sul consenso della maggioranza si fonda sull’instabile terreno dell’uomo, non sulla solidità della verità divina.

La sinodalità non è una democrazia dello Spirito, ma un cammino nella luce della grazia. La Chiesa è comunione, non circolarità di pareri. È unità che nasce dall’alto, non dalla somma delle voci.
San Tommaso vedrebbe nel documento una confusione tra l’ordine naturale e quello soprannaturale. L’ascolto e la partecipazione sono beni grandi, ma restano mezzi. Il fine è la salvezza delle anime e l’adesione alla verità che Dio ha manifestato. Dove la dottrina arretra davanti al metodo, la missione si svuota del suo contenuto salvifico.

Newman: la coscienza come eco della verità
San John Henry Newman ha vissuto in un tempo di grandi incertezze religiose e culturali, molto simile al nostro. Il suo genio spirituale ha mostrato che la coscienza non è la libertà di decidere ciò che è bene o male, ma l’obbedienza interiore alla verità.

“La coscienza ha diritti perché ha doveri.”

Nel documento CEI la coscienza viene invocata come spazio del discernimento personale, senza il richiamo chiaro al dovere di conformarsi alla legge morale. Si parla di “integrazione ecclesiale”, di “percorsi di accompagnamento”, di “cammini di inclusione”, ma la parola conversione appare marginale.

Per Newman, questo linguaggio rappresenterebbe un errore di prospettiva: la misericordia senza verità non educa, consola soltanto. La coscienza cristiana si forma nella grazia, non nel confronto con la cultura.

Nel Biglietto Speech Newman denunciò la malattia del suo tempo: "Il grande pericolo del nostro secolo è la dottrina che non esiste una verità positiva nella religione, ma che un credo vale l’altro.”

Oggi, quel pericolo si ripresenta sotto forma di linguaggio pastorale, dove tutto diventa legittimo perché tutto è accolto. Newman avrebbe ricordato che la Chiesa è madre proprio perché sa dire la verità, e che la coscienza si educa quando ascolta Dio, non quando cerca se stessa.

Dottrina e coscienza: due voci che convergono
San Tommaso e Newman non appartengono a epoche lontane, ma al cuore vivo della Tradizione. Tommaso insegna che la fede è actus intellectus ad veritatem divinam tendentis, l’atto dell’intelligenza che tende alla verità divina. Newman mostra che la coscienza è illuminata dalla verità divina e guidata dalla grazia.

Insieme, correggono le deviazioni che oggi minacciano la Chiesa italiana: la riduzione della verità alla prassi; la confusione tra coscienza e sentimento; la sostituzione della teologia con la sociologia.

Entrambi affermano che la sinodalità non è un processo di rappresentanza, ma un’esperienza spirituale.
La voce dello Spirito non si manifesta nei numeri dei consultati, ma nell’obbedienza dei credenti alla Rivelazione. Il consenso non genera verità, la verità genera comunione.

Il loro giudizio sul documento
San Tommaso vedrebbe nel documento CEI un rovesciamento dell’ordine della fede: la prassi diventa principio e la dottrina conseguenza. Newman vi leggerebbe una coscienza ecclesiale che cerca se stessa, invece di cercare Cristo. Il loro giudizio sarebbe severo ma luminoso: il testo non nasce da un atto teologico, ma da una logica sociologica.

Tommaso direbbe che la verità non è una somma di esperienze, ma la luce che giudica ogni esperienza. Newman direbbe che la libertà non è capacità di scegliere, ma disponibilità ad aderire a ciò che Dio comanda.

Insieme ricorderebbero che la Chiesa non è chiamata a registrare le opinioni del mondo, ma a purificarle nella verità. La vera sinodalità è obbedienza comune allo Spirito che guida la Chiesa verso tutta la verità, come promette il Vangelo di Giovanni.

L’atto del Papa che proclama Newman Dottore della Chiesa e co-patrono della missione educativa insieme a san Tommaso d’Aquino è un monito di straordinaria chiarezza. Non è un gesto celebrativo, ma un atto magisteriale che ricolloca la Chiesa sulla sua roccia.

Newman rappresenta la coscienza illuminata dalla grazia, Tommaso la ragione elevata dalla verità. Insieme ricordano che ogni educazione, ogni missione e ogni riforma nascono da un principio divino, non umano.

Il documento CEI parla di processi, di ascolto, di dinamiche, ma i santi parlano di grazia, di fede, di verità. La loro voce attraversa i secoli e giunge oggi come un invito a ritrovare l’anima del credere.

La Chiesa non ha bisogno di nuovi linguaggi per essere credibile, ha bisogno di fedeltà per essere vera. Solo così potrà tornare a essere lievito di pace e di speranza nel mondo, senza perdere il gusto della verità che salva.
don Mario Proietti

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Vedo alcuni noti influencer di ispirazione cattolica preoccupati per la prossima approvazione da parte del sinodo dei vescovi di un documento in contrasto con il sesto comandamento.
Vorrei far loro sommessamente notare che sono oltre 60 anni che dal Soglio di Pietro si professa l'indifferenza religiosa (che è in contrasto con il primo comandamento)

Anonimo ha detto...

Interreligious Reading after Vatican II with John Henry Newman’s Two Habits of Mind | The Journal of Scriptural Reasoning
https://jsr.shanti.virginia.edu/back-issues/volume-15-number-2-november-2016/interreligious-reading-after-vatican-ii-with-john-henry-newmans-two-habits-of-mind/

A proposito di 'processi' ecologicii ha detto...

Inno al creato di sant’Ambrogio

Aeterne rerum Conditor,
noctem diemque qui regis,
et temporum das tempora,
ut alleves fastidium.

Praeco diei iam sonat
noctis profundae pervigil
nocturna lux viantibus,
a nocte noctem segregans.

Hoc excitatus lucifer
solvit polum caligine
hoc omnis erronum chorus
vias nocendi deserit.

Hoc nauta vires colligit,
pontique mitescunt freta,
hoc ipse Petra Ecclesiae
canente culpam diluit.

Surgamus ergo strenui
lucemus ante lucemur;
Christum rogemus et Patrem,
Christo Patrique gloria.

Deo Patri sit gloria
eiusque soli Filio
cum Spiritu Paraclito
et nunc et in perpetuum
Amen

Eterno autore del creato,
che notte e giorno tu governi
scandisci il corso dei momenti,
perché non cada il cuore stanco.

Già canta il gallo, araldo del giorno,
vigile nella notte fonda;
luce notturna ai viandanti,
che separa l’ombra dall’alba.

Al suo richiamo l’astro brilla,
fugge la nebbia dal firmamento;
cessa ogni frode, tace il male,
e l’uomo torna alla sua via.

Il marinaio scioglie i venti,
si fa più dolce il mare in pace;
e Pietro, roccia della Chiesa,
nel pianto lava la sua colpa.

Sorgiamo dunque forti e lieti,
rischiariamo prima di essere illuminati;
preghiamo Cristo e il Padre santo,
a Cristo e al Padre sia gloria.

Gloria a Dio Padre nei secoli,
e al Figlio suo, l’Unigenito,
con lo Spirito Consolatore,
ora e per l’eternità.
Amen

Anonimo ha detto...

https://www.radiospada.org/2025/10/il-presidente-zuppi-ieri-coi-trad-cons-e-oggi-la-cei-ha-approvato-con-voto-schiacciante-il-documento-sinodale-pro-lgbt/

Titola il Corriere ha detto...

Ed ecco i primi effetti del documento dagli echi di stampa

Vaticano, la richiesta del Sinodo: «I vescovi supportino le manifestazioni contro omofobia, transfobia e discriminazione di genere»

Anonimo ha detto...

Maggioranza schiacciante dei vescovi approva un documento del genere? Dobbiamo allora pensare che la maggioranza schiacciante dei vescovi sia composta da sodomiti e pederasti?
Non sarebbe la prima volta, è già successo nel Medio Evo. Il prof. de Mattei ha fatto pubblicare in una sua collana il "Liber Gomorrhianus" scritto da san Pier Damiani nell'XI secolo, che denunciava appunto il grave diffondersi del vizio contro natura fra il clero. Ci fu un'ampia reazione, iniziarono profondi movimenti di riforma.
È proprio questo che oggi manca, una reazione dall'interno della Chiesa. Sinora si sono levate delle voci rimaste isolate. Il fatto è che la corruzione ha trovato complicità decisive in alto loco, come si diceva una volta. Pensiamo a figure controverse come papa Montini e il card. Lercaro, per esempio, protagonisti del Vaticano II. Alla dissoluzione dell'etica cristiana promossa dalla Nouvelle théologie. Poi è arrivato Bergoglio, il papa apertamente gay-friendly, che ha riempito i quadri della Chiesa di elementi della stessa tendenza, sia uomini che donne.
Perché tarda la reazione e resta limitata a prese di posizione individuali? Innanzitutto perché la nostra società occidentale è corrotta oltre ogni dire. Il lassismo morale viene di fatto diffuso anche dalla Chiesa a partire dal Concilio e la gran maggioranza dei cattolici vi ci sguazza dentro senza pentimenti. Si fa un gran parlare della costante diminuzione dei matrimoni in chiesa, anche da parte di cattolici. Si sposano civilmente o vivono in coppia di fatto, le madri singole sono un fenomeno molto diffuso. Ebbene, forse i preti dal pulpito lo condannano? Qualche sacerdote che ci ha provato è stato contestato dai fedeli e poi punito dal suo vescovo...
Mons. Viganò ha fatto una buona analisi delle manipolazioni psichiche cui i popoli sono oggi sottoposti, anche da parte della stessa Gerarchia. Ma bisogna dire che questi popoli "cattolici" che accettano tutto sembrano in realtà vittime felici, poiché nella presene corruzione vi hanno il loro tornaconto o perlomeno credono di averlo.

Anonimo ha detto...

Dall'odierna omelia del card. Burke.

"Infine, non possiamo non ringraziare Dio per il modo in cui questa venerabile forma del Rito Romano ha condotto molti alla fede e ha approfondito la vita di fede di coloro che, per la prima volta, ne hanno scoperto l’incomparabile bellezza, grazie alla disciplina stabilita da Summorum Pontificum. Rendiamo grazie a Dio perché, attraverso Summorum Pontificum, tutta la Chiesa va maturando una comprensione e un amore sempre più profondi per il grande dono della Sacra Liturgia, così come ci è stata trasmessa, in una linea ininterrotta, dalla Tradizione Apostolica, dagli Apostoli e dai loro successori. Attraverso la Sacra Liturgia, nella nostra adorazione di Dio “in spirito e verità”, il Signore è con noi nel modo più perfetto possibile su questa terra: essa è la più alta espressione della nostra vita in Lui. Ora, contemplando la grande bellezza del Rito della Messa, lasciamoci ispirare e fortificare per riflettere quella stessa bellezza nella bontà della nostra vita quotidiana, sotto la materna protezione della Madonna"

Anonimo ha detto...

Scriveva il dotto teologo Mons. Piolanti che "nel pensiero di Newman si può rilevare qualcosa di caduco, di inesatto, di non ortodosso" -vedasi Enciclopedia Cattolica.
E mi taccio sul resto.

Anonimo ha detto...

Mah, la "maggioranza schiacciante" si riferisce a quelli che compongono il sinodo CEI, non a tutti i vescovi esistenti in Italia. Dunque abbastanza pochi.
Bisogna però dire che tanti tra i vescovi che la pensano diversamente dal sinodo stanno accucciati nei loro episcopi. Personalmente ne conosco qualcuno... Perché si comportano così? Difficile dirlo, per quanto mi riguarda mi risulta incomprensibile. Possiamo ipotizzare che ci sia vigliaccheria, paura, il clima pesante... Tutte attenuanti ma non scusanti.

Anonimo ha detto...

Personalmente ebbi una impressione simile quando mi accinsi a leggere del Cardinal Newman, Apologia pro vita sua, che poi smisi di leggere. Forse ne parlai anche con un sacerdote. Il mio punto era un sentore di sentimentalismo estenuato. Leziosaggine forse. Caduco come leggo ora.

Anonimo ha detto...

Con 781 voti favorevoli su 809, l’assemblea approva il testo “Lievito di pace e di speranza”. Il documento indica un rinnovamento della pastorale, più inclusione e attenzione ai temi della pace e del disarmo. Il cardinale Zuppi: «Liberi dal “si è sempre fatto così”»

Anonimo ha detto...

781 vescovi non sono tanto pochi. Solo 28 non hanno votato a favore. Quanti sono i vescovi italiani? Diteci il numero complessivo e avremo un quadro preciso.
Le Conferenze Episcopali, con il ruolo anomalo che hanno assunto nella Chiesa, dovrebbero esser abolite. Bisognerebbe restituire ai vescovi la responsabilità individuale nel governo delle loro diocesi. Ma di fatto le Conferenze Episcopali nazionali sono gli organi attraverso i quali i vescovi sono convinti di esercitare quel supremo potere di giurisdizione su tutta la Chiesa che il Concilio ha stoltamente riconosciuto loro. Certo, esercitarlo solo con l'approvazione del Papa, che peraltro è diventata scontata, a priori.

tralcio ha detto...

Il metodo usato è quello dei cosiddetti consigli pastorali, occupati da parrocchiani avvezzi alle assemblee e alle votazioni, con il criterio che la maggioranza coincide con il bene e con la verità.
Essendo poco propensi all’esame di coscienza, i più sono in buona fede nell’esserne convinti.
Negli anni hanno emarginato chi si è progressivamente trovato a disagio ed oggi esprimono maggioranze bulgare, frutto di una selezione spudorata dei partecipanti alle assemblee e di un gioco sporco nel delegittimare, nel microcosmo di quei microcosmi, le posizioni scomode e critiche.
Non stupiamoci che votino in 790 su 800 celebrandosi trionfanti.
Fuori c’è chi non ha votato . Per loro non conta. In realtà 1+la Verità è già la maggioranza.
Credono di poter fare diversamente da così, per promuovere aberrazioni chiaramente identificate nella parola di Dio. Loro, quelli della maggioranza, la nominano spesso, ma stracisnfone parecchie pagine.
Fuochi di Paglia.
La sinodalita’ bergogliana puzza di massoneria e gnosticismo.
Non è cattolica.

Anonimo ha detto...

In Italia è difficile raggiungere il 60% persino nelle assemblee di condominio: non mi vanterei di una adesione del 98% perché puzza di mondo, ovvero del suo principe. Povera CEI, come si è ridotta!

Anonimo ha detto...

Mi chiedo perché la Chiesa non insegni quello che ha da insegnare sul dettato di Gesù Cristo Signore, invece di mettere toppe agli sbreghi causati dai suoi equilibrismi graziosi col mondo. Il compito della Chiesa è di ripetere quello che il nostro Maestro ha insegnato. Non deve fare sedute psicanalitiche né dei singoli, né delle comunità. La Chiesa deve convincersi che l'insegnamento di Dio, Uno e Trino, è eterno cioè non cambia col tempo, con le mode, con i territori, con le diverse culture, quello è, e quello rimane. La chiesa sinodale conferenziera è nei fatti segaiola, ha un mondo da rimettere in piedi, torni alla semplicità ed alla purezza del sì sì, no no.
Lo faccia per amor di Dio!

Anonimo ha detto...

L'organismo che ha votato non è l'Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana ma l'Assemblea sinodale, che è composta a grande maggioranza da laici... Un miscuglio di Vescovi e Laici...che insieme formerebbero un Sinodo! Ma questa è una pagliacciata senza fondamento apostolico e dunque priva di natura vincolante per i fedeli

Da Fb ha detto...

Ancora sul documento finale del Sinodo approvato dalla CEI.

Ci siamo tutti fermati a considerare il punto 30 della Sintesi approvata che riguarda l'atteggiamento di accompagnamento che devono avere i fedeli nei confronti delle coppie di fatto o uniti civilmente, con particolare riferimento alle persone lgbt perché evidentemente siamo tutti un po' scioccati dalle loro manifestazioni scomposte, volgari e offensive della sensibilità religiosa per aver vilipeso i simboli della religione cristiana, a cui siamo stati sottoposti. Ma il fatto è che gran parte del documento appare inutile. Ci sono dei capitoli, in particolare quello riferito ai poveri, in cui vengono sottolineati i comportamenti da assumere nei loro confronti come se i cattolici non lo facessero da sempre. E che dire del capitolo riguardante il rapporto con le altre confessioni cristiane in particolare sullo scambio dei doni per civile convivenza. Così pure con i fedeli di altre religioni. In nessun punto si parla di portare la Parola di Dio per la salvezza eterna di tutti, come se l'amore per il prossimo si manifestasse e si esaurisse attraverso atti di gentilezza.
Sul capitolo dedicato al diaconato femminile preferisco stendere un velo pietoso.
È un documento da rigettare in toto. Quattro anni di lavoro e studio per esprimere banalità.

Anonimo ha detto...

Angela Polin
Titolo del comunicato di Monsignor Erio Castellucci ai partecipanti:
TERZA ASSEMBLEA SINODALE DELLE CHIESE CHE SONO IN ITALIA

Io non ho capito una cosa, anzi due:
Questo documento è valevole solo in Italia? No, perché la Chiesa cattolica è universale, non può parlare in Italia in un modo e a New York in un altro.

Quando parlano di "Chiese" a cosa si riferiscono?
Hanno forse anche cambiato il Credo Apostolico, là dove dice: credo la Chiesa Una Santa Cattolica e apostolica?

Anonimo ha detto...

Credo che quel documento non l'avrebbe approvato e non lo approverebbe nressun cristiano che voglia seguire le Sacre Scritture!

Anonimo ha detto...

Tutti questi vescovi sono stati educati nei seminari postconciliari! Ed ecco i nefasti risultati!!

Anonimo ha detto...

Mons. Antonio Suetta
vescovo di Ventimiglia-San Remo

Il documento di sintesi del Cammino Sinodale, “Lievito di Pace e di Speranza” è stato approvato dalla terza Assemblea Sinodale delle Chiese in Italia.

Pur tenendo conto dello scalpore che ha suscitato per alcune proposizioni approvate (soprattutto circa il riconoscimento e l’accoglienza di persone omoaffettive e transgender e il supporto che sarebbe da concedere a giornate e iniziative contro l”omotrasfobia), va collocato nel suo effettivo ed oggettivo contesto.

Il Documento non è pronunciamento della CEI
Si tratta di una consultazione di fedeli (e non) promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana con uno stile sinodale.

Non è formalmente un Sinodo, né un pronunciamento della stessa CEI, nonostante nelle Assemblee che si sono succedute fossero presenti anche numerosi Vescovi.

Va anche notato che, nonostante l’intento di aprire al maggior numero possibile di persone coinvolte nel cammino sinodale, le statistiche restituiscono che, a tutti i livelli del percorso, i partecipanti rappresentano comunque una porzione minoritaria rispetto ai fedeli che sono in Italia.