Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 14 agosto 2014

14 agosto. San Massimiliano Kolbe

Imperdibile, da Riscossa cristiana, un articolo di Chiara Gnocchi [qui]. Da meditare e incidere a lettere di fuoco.

Solo quando si è disposti a dare tutto per la Madre di Dio, e quindi per suo Figlio, il sacrificio di sé diventa l’estremo atto d’amore che santifica. Senza questa sacra radice, qualsiasi sacrificio sarebbe vano, un tentativo inutile di glorificare la propria vita. Con il suo gesto, San Massimiliano ha portato a compimento una vita offerta tutta per la gloria di Dio. Per questo il suo dolore fisico e morale è divenuto balsamo per tante anime.
Secondo me la Missione non può continuare senza il sacrificio di qualche suora”.
Sicuro Madre. Due frati sono già morti, ora tocca a noi morire qui, in martirio, come offerta a Cristo per il bene della missione, per tutta la Nigeria”.

Questa brevissimo dialogo tra due suore Francescane dell’Immacolata, di cui sono stata testimone durante la mia missione in Nigeria, rimarrà sempre incastonato nella mia anima. È stato difficile, per me, accettare che due donne giovanissime fossero disposte così serenamente al martirio. E sono sicura che non avrei compreso il vero senso di quelle parole se non avessi avuto la grazia conoscere la figura di San Massimiliano Kolbe, a cui si ispirano i Francescani dell’Immacolata.
Nella vita, nella morte e nella spiritualità di padre Kolbe, c’era qualcosa che parlava a una ragazza  di oggi, ma non riuscivo ad afferrarlo. Poi grazie all’esempio di quelle missionarie, poco più grandi di me, ho scoperto perché la sua testimonianza di martire, che sembra tanto lontana da noi, può essere imitata anche oggi.

Bisogna tornare all’8 gennaio del 1894, quando il futuro santo nacque a Zduska-Wola, cittadina a est della Polonia, e venne battezzato con il nome di Raimondo. I suoi genitori, Maria Dabrowska e Giulio Kolbe, due modesti tessitori, diedero vita a una famiglia basata sull’insegnamento evangelico e marcata da una spiritualità fortemente francescana. Dei loro cinque figli solo tre sopravvissero: Francesco, Raimondo e Giuseppe. Tutti, finiti gli studi, espressero il desiderio di entrare nel seminario francescano di Leopoli.

Fra Massimiliano aveva sempre manifestato la sua predilezione per l’Immacolata, apparsagli quando era ancora un bambino. In una confidenza alla madre, raccontò che un giorno, inginocchiato in chiesa, una donna bellissima gli si avvicinò tenendo in mano due corone, una bianca, simbolo della vita consacrata, e una rossa simbolo del martirio, porgendogliele in offerta, e lui le accettò entrambe.

Nel 1911, Raimondo emise i voti temporanei come francescano conventuale con il nome di Massimiliano. L’anno seguente, nell’ottobre del 1912, studiò a Roma insieme ai migliori membri della sua diocesi. Qui, con il permesso del suo rettore, iniziò a reclutare i membri di quella che sarebbe diventata la Milizia dell’Immacolata: univa così la devozione mariana alla passione per la battaglia in nome di Cristo. Lo scopo principale della Milizia consisteva nel procurare la conversione dei peccatori, degli eretici, degli atei, in particolar modo dei massoni, oltre che la santificazione di tutti i membri.

Il 3 gennaio 1920 ebbe luogo la prima seduta dei sacerdoti francescani di Polonia appartenenti alla M.I.  Poco dopo, per tenere in contatto gli aderenti, che andavano aumentando di numero, padre Kolbe fondò “Il Cavaliere dell’Immacolata”, un periodico finanziato dal sostegno provvidenziale di benefattori. Per avere la possibilità di utilizzare una propria macchina tipografica, padre Massimiliano venne trasferito a Grodno, in Polonia. Quando la sede del convento si fece troppo piccola il frate cercò un terreno esterno al convento per costruire un edificio sufficientemente ampio da ospitare la tipografia: nacque Niepokalanow (Città dell’Immacolata). Fu ideata come un insieme di baracche rudimentali, appena sufficienti a dare riparo a quelli che le abitavano. Massimiliano si appellava al senso più profondo della povertà francescana: per la Causa nessuna avarizia, per i frati nessun lusso e nessuna comodità.

Dopo qualche tempo trascorso a Niepokalanow, padre Kolbe, che nel 1928 era stato ordinato sacerdote,  decise di fondare una missione in Giappone. Così, presso Nagasaki, nel 1931 venne fondata la versione Giapponese di Niepokalanow, chiamata Mugenzai no Sono. Quando il padre, cinque anni dopo, lasciò definitivamente il Giappone, a Nagasaki c’era ormai un gruppo di confratelli capaci di far fruttificare l’eredità ricevuta. Tornato in Polonia, continuò nel suo lavoro di evangelizzazione attraverso i mezzi di comunicazione: il 1° dicembre 1938 iniziava le sue trasmissioni la Stazione Polacca 3 Radio Niepokalanow.

In seguito all’occupazione nazista, nella Città dell’Immacolata si rifugiarono migliaia di fuggiaschi. Dopo una prima deportazione nei campi di prigionia, tornato a Niepokalanow, padre Massimiliano venne di nuovo arrestato dalla Gestapo 17 febbraio 1941 e, il 28 maggio, venne imprigionato ad Auschwitz.

I suoi carcerieri non sapevano che, in quell’inferno, avevano portato un santo capace di trasmettere il senso della vita soprannaturale in chi rischiava di perdere anche l’umanità. Basta scorrere solo alcune testimonianze dei compagni di prigionia:
Fu uno shock enorme per tutto il campo, ci rendemmo conto che qualcuno tra di noi, in quella oscura notte spirituale dell’anima, aveva innalzato la misura dell’amore fino alla vetta più alta. Uno sconosciuto, uno come tutti, torturato e privato del nome e della condizione sociale, si era prestato a una morte orribile per salvare qualcuno che non era neanche suo parente. Migliaia di prigionieri si convinsero che il mondo continuava a esistere e che i nostri torturatori non potevano distruggerlo. Più di un individuo cominciò a cercare questa verità dentro di sé, a trovarla e a condividerla con gli altri compagni del campo”. (Giorgio Bielecki)

Ci spronava a perseverare coraggiosamente. (…) Ci faceva vedere che le nostre anime non erano morte, che la nostra dignità di cattolici e di polacchi non era distrutta. Sollevati nello spirito, tornavamo nei nostri Blocchi ripetendo le sue parole: ‘Non dobbiamo abbatterci, noi sopravvivremo sicuramente, loro non uccideranno lo spirito che è in noi”. (Miecislao Koscielniak)

 “Dopo averlo ascoltato, sentivo che non avevo più paura di morire, una cosa che mi aveva sempre angosciato… Nel campo di concentramento noi eravamo distrutti a causa delle sofferenze inumane e privati della fede, ma lui non solo accettava tutto come dono di Dio, ma lo ringraziava e lo amava ancora di più”. (Ladislao Lewkowicz)
Alla fine del mese di luglio del 1941, padre Kolbe venne trasferito al Blocco 14 e impiegato nei lavori di mietitura. La fuga di uno dei prigionieri causò una rappresaglia da parte dei nazisti, che selezionarono dieci persone della stessa baracca per farle morire nel cosiddetto bunker della fame. Tra questi, vi era anche Francesco Gajowniczek, il quale scoppiò in lacrime dicendo di avere una famiglia a casa che lo aspettava. Fu a questo punto che, un prete cattolico ormai ridotto allo scheletro, si offrì di morire al suo posto.

 “Lei chi è?” chiese la guardia
“Un prete cattolico.”
“Al posto di chi vuole andare?”
“Al posto di quello là.” E padre Massimiliano indicò il prigioniero che qualche istante prima era scoppiato in lacrime.
“Perché?”
“Io sono vecchio e solo, lui invece è giovane e ha famiglia.”
La guardia fece segno di assenso e si allontanò.

I carcerieri condussero i condannati nella cantina del Blocco numero 11. Ordinarono loro di denudarsi. Da quel momento non avrebbero più ricevuto niente da bere e da mangiare, ma ogni giorno avrebbero dovuto fare la ginnastica mattutina, sorvegliati da uno dei carcerieri.

Ora per padre Kolbe non si trattava più di risparmiare la vita di uno dei detenuti, ma di aiutare gli altri nove a morire. Confessò tutti e, da quel momento, diede tutto se stesso per risollevare lo spirito dei compagni, per accompagnarli ad una morte serena.

Scrisse più tardi Bruno Borgowiec, una SS che fu testimone del martirio:
Si può dire che la presenza di Padre Massimiliano nel bunker fu necessaria per gli altri… Stavano impazzendo al pensiero che non sarebbero più tornati alle loro famiglie, alle loro case e gridavano per la disperazione. Egli riuscì a rendere loro la pace ed essi iniziarono a rassegnarsi. Con il dono della consolazione che egli offrì loro, prolungò le vite dei condannati, di solito così psicologicamente distrutti che morivano in pochi giorni… Le porte della cella erano di quercia, e grazie al silenzio e all’acustica, la voce di Kolbe in preghiera si estendeva anche alle altre celle, dove i prigionieri potevano udirla bene… Da allora in poi, ogni giorno, dalla cella dove si trovavano queste povere anime e alle quali si univano le altre voci, si poteva udire la recita delle preghiere, il Rosario, gli inni. Padre Massimiliano li guidava e gli altri rispondevano in coro. Poiché queste preghiere e gli inni risuonavano in ogni parte del bunker, avevo l’impressione di essere in una chiesa. (…)
Il 14 agosto, erano già passate due settimane. I prigionieri morivano uno dopo l’altro e ne rimanevano solo quattro, tra i quali padre Massimiliano, ancora in stato di conoscenza… Fu inviato il criminale tedesco Bock per fare un’iniezione di acido fenico ai prigionieri… Quando arrivò là, lo dovetti accompagnare alla cella. Vidi padre Massimiliano, in preghiera, porgere lui stesso il braccio al suo assassino. Non potevo sopportarlo. Con la scusa che avevo del lavoro da fare, me ne andai. Ma non appena gli uomini delle SS e il boia se ne furono andati, tornai. Gli altri corpi, nudi e sporchi, erano stesi sul pavimento, con i volti che mostravano i segni della sofferenza. Padre Massimiliano era seduto, eretto, appoggiato al muro. Il suo corpo non era sporco come gli altri, ma pulito e luminoso. La testa era piegata leggermente da una parte. Il suo volto era puro e sereno, raggiante. Chiunque avrebbe notato e pensato che questi fosse un santo
La santità di padre Kolbe non consiste tanto nel sacrificio della propria vita, ma nell’imitazione della Madre di Dio. Solo quando si è disposti a dare tutto per lei, e quindi per suo Figlio, il sacrificio di sé diventa l’estremo atto d’amore che santifica. Senza questa sacra radice, qualsiasi sacrificio sarebbe vano, un tentativo inutile di glorificare la propria vita. Con il suo gesto, San Massimiliano ha portato a compimento una vita offerta tutta per la gloria di Dio. Per questo il suo dolore fisico e morale è divenuto balsamo per tante anime.

E per questo la sua santità è sempre attuale, a cominciare dal coraggio e dalla coerenza con cui ha testimoniato la sua fede. La perseveranza di questo frate nel mostrare il suo sacerdozio ha dato l’unica possibile lettura cristiana del suo sacrificio e perciò  ha condotto tante anima sulla via della Verità.

Questo atto di amore e coraggio infinito, che si chiama Carità, è quanto mai necessario nel mondo d’oggi. I giovani degli Anni Duemila, lontani dal conoscere gli stermini della guerra, sono comunque esposti a un nuovo tipo di violenza, che serpeggia tra i media, l’istruzione, i divertimenti e vorrebbe diluire la loro Fede fino a perderla. Seguendo le tracce di padre Kolbe, possono trovare una via e il sostegno per affrontare il male senza acquiescenza e sottomissione.

San Massimiliano non ha liberato la Polonia dal Nazismo, non ha salvato tutti i deportati del campo di concentramento, ha semplicemente offerto la propria vita in cambio di quella di un solo uomo. Un gesto quasi inutile, visto con occhio umano. Ma, se solleviamo un po’ lo sguardo, ci accorgiamo che, come scrive Tolkien “Sono le piccole azioni della gente comune (…) che tengono a bada l’oscurità”.

Padre Kolbe ha mostrato a tutti e per sempre che, anche ad Auschwitz, Dio continuava a parlare. Ha costretto tutti a sentirne la voce. La stessa che odono quelle suore disposte a morire per le anime di una terra che forse non conoscono neanche tanto bene, ma che amano per amore di Dio.

37 commenti:

mic ha detto...

San Massimiliano, intercedi per noi, per i Francescani dell'Immacolata e per la Chiesa tutta.

Anonimo ha detto...

...
Mi sembra significativo che Newman, nella gerarchia delle virtù sottolinei il primato della verità sulla bontà o, per esprimerci più chiaramente: egli mette in risalto il primato della verità sul consenso, sulla capacità di accomodazione di gruppo.

Direi quindi: quando parliamo di un uomo di coscienza, intendiamo qualcuno dotato di tali disposizioni interiori.

Un uomo di coscienza è uno che non compra mai, a prezzo della rinuncia alla verità, l’andar d’accordo, il benessere, il successo, la considerazione sociale e l’approvazione da parte dell’opinione dominante.

In questo Newman si ricollega all’altro grande testimone britannico della coscienza: Tommaso Moro, per il quale la coscienza non fu in alcun modo espressione di una sua testardaggine soggettiva o di eroismo caparbio.

Egli stesso si pose nel numero di quei martiri angosciati, che solo dopo esitazioni e molte domande hanno costretto se stessi ad obbedire alla coscienza: ad obbedire a quella verità, che deve stare più in alto di qualsiasi istanza sociale e di qualsiasi forma di gusto personale.

Si evidenziano così due criteri per discernere la presenza di un’autentica voce della coscienza: essa non coincide con i propri desideri e coi propri gusti; essa non si identifica con ciò che è socialmente più vantaggioso, col consenso di gruppo o con le esigenze del potere politico o sociale.
Joseph Ratzinger, La Chiesa una comunità sempre in cammino, pp.123

mic ha detto...

C'è una differenza.
Per noi l'angoscia rimane, perché Tommaso Moro aveva un riferimento saldo anche nella Roma del suo tempo: la coscienza è retta se illuminata dalla retta fede.

A noi è questo che si sta liquefacendo e dunque dobbiamo risolvere l'angoscia fondandoci sulla Roma perenne...

Mazzarino ha detto...

San Massimiliano Kolbe:"L'ecumenismo è il Nemico dell'Immacolata" Se lo viene a sapere Padre Volpi ..........

mic ha detto...

Naturalmente il "falso ecumenismo", cioè quello che non contempla il "reditus" dei separati, ma una ricerca comune della verità al di fuori de la Catholica, che già la custodisce... perché la Chiesa è naturaliter ecumenica :)

viandante ha detto...

So di essere OT, tuttavia mi pare degna di essere letta la risposta di Antonio Socci ad Introvigne su Messainlatino.

mic ha detto...

la chiesa è naturaliter ecumenica
... È vero però che in che senso padre Volpi non lo sa. ;)

mic ha detto...

Socci dimostra chiaramente come, a voler essere ultrapapalini, si finisce col tradire la verità.

Anonimo ha detto...

Si, ma Newman non intendeva di esprimersi nel stesso modo di Socci...

la conoscenza retta si deve obbedire, non la conoscenza simpliciter dicta...

è la retta si conosce soltanto tramite la Fede vera unica divina, cioè la Cristiana

Romano

mic ha detto...

Il botta e risposta tra Socci e Introvigne e tutto quanto si tace o si "interpreta" ad uso "normalizzatore", è sintomatico della serie e profonda crisi che la Chiesa sta attraversando.

mic ha detto...

Introvigne cita Giovanni Paolo II: «Mi domando se non sia urgente, proprio oggi in cui i cristiani e i musulmani sono entrati in un nuovo periodo della storia, riconoscere e sviluppare i vincoli spirituali che ci uniscono».

e aggiunge a Socci: Tu pensi che questi «vincoli spirituali» non esistano?

Scusate, ma mi dite quali vincoli spirituali possiamo avere con l'Islam, checché ne dicano tre (o anche più) papi ?

E come si fa a fare una citazione del genere in un momento come questo. Con la gente massacrata e comunità millenarie e loro patrimoni religiosi e culturali distrutte?

murmex ha detto...

Cara mic , gli eventi si susseguono a ritmo accelerato , come da predica udita domenica( nel santuario Nostra Signora della Rovere ,-S Bartolomeo al mare - un tempo retto dai Francescani dell' 'Immacolata e ora per bontà di mons Oliveri affidato a buoni sacerdoti -Messa di sempre alle ore 11 TUTTI I GIORNI ,ampia disponibilità per le confessioni - chi si trova in Riviera ligure ci vada )non è escluso che anche noi dovremo affrontare persecuzioni , e forse anche martirio (ho paura per me , ma soprattutto per i nipotini neonati : ce la faranno a non apostatare , considerando il livello infimo di catechesi , le suggestioni della TV e dei futuri compagni , ecc...?io ce la metto tutta , ma sono ancora piccolissimi , e non posso fare più di tanto... ).S Massimiliano , prega per noi .E preghiamo anche , noi che frequentiamo il blog , l'uno per l'altro .

mic ha detto...

Questo atto di amore e coraggio infinito, che si chiama Carità, è quanto mai necessario nel mondo d’oggi. I giovani degli Anni Duemila, lontani dal conoscere gli stermini della guerra, sono comunque esposti a un nuovo tipo di violenza, che serpeggia tra i media, l’istruzione, i divertimenti e vorrebbe diluire la loro Fede fino a perderla. Seguendo le tracce di padre Kolbe, possono trovare una via e il sostegno per affrontare il male senza acquiescenza e sottomissione.

San Massimiliano non ha liberato la Polonia dal Nazismo, non ha salvato tutti i deportati del campo di concentramento, ha semplicemente offerto la propria vita in cambio di quella di un solo uomo. Un gesto quasi inutile, visto con occhio umano. Ma, se solleviamo un po’ lo sguardo, ci accorgiamo che, come scrive Tolkien “Sono le piccole azioni della gente comune (…) che tengono a bada l’oscurità”.

Padre Kolbe ha mostrato a tutti e per sempre che, anche ad Auschwitz, Dio continuava a parlare. Ha costretto tutti a sentirne la voce. La stessa che odono quelle suore disposte a morire per le anime di una terra che forse non conoscono neanche tanto bene, ma che amano per amore di Dio.


Che sia una giovane di oggi a dire queste cose, conforta non poco.
E, circa il finale, conforta soprattutto dopo che persino un papa ha parlato del silenzio di Dio ad Auschwitz...

Luisa ha detto...

Ah, ma ti diranno che quello non è il vero islam, che l`islam vero è dolcezza e amore, ammesso e non concesso che sia così dove sono allora i musulmani "moderati"?
Li sentiamo condannare con forza i loro correligionari, andando al di là delle loro divisioni interne fra sunniti e sciiti?
Un amico che lavora in un` agenzia stampa m`ha detto che sono obbligati in coscienza a censurare le foto che ricevono tanto sono insostenibili, e dire che un monsignore francese andato a nome della CEF in Irak ha avuto il coraggio-indecenza di affermare che non c` erano cristiani uccisi!
L`amicizia con i musulmani,il dialogo, le inaugurazioni di moschee, gli auguri e gli inviti, non devono essere messi a rischio da qualche migliaio di vittime cristiane.
Hanno più coraggio i laici e gli uomini politici che le nostre eccellenze e eminenze.

Alessandro Mirabelli ha detto...

I vincoli spirituali? Ma ... qualche dubbio ce l'ho. Sicuramente sono monoteisti come noi cristiani, sicuramente nel corano il Vangelo e' citato più volte, sicuramente considerano Gesù un profeta, d'accordo. Ma il Dio cristiano e' Uno e Trino, il nostro Dio e' Padre ( il loro no, ha novantanove nomi ma quello di Padre no), il nostro Dio è Essere ed Amore. Il loro no. E per non parlare della Theothokos che per loro e' quasi una bestemmia perché non vogliono o non sono in grado di riflettere quando affermiamo la maternità divina. Per non parlare poi del jihad che è quanto di più anti evangelico ci possa essere. Con buona pace del card. Tauran, presidente del pontificio consiglio per il dialogo inter religioso e di tutti coloro che scioccamente credono che le religioni fra di loro possano dialogare.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Oggi su La Stampa Domenico Quirico, inviato di guerra ad Erbil e già prigioniero per due mesi dei jihadisti l'anno scorso, ha scritto che a Mosul pochissimi musulmani hanno aiutato i cristiani e che in alcuni casi sono stati proprio i musulmani "moderati" ad indicare ai jihadisti dove erano le case dei cristiani.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Nessuno si facia illusioni sull'islam. La violenza fa parte del suo dna. Nessuno su faccia illusioni sui curdi: un secolo fa contribuirono grandemente al genocidio dei cristiani armeni. Mai da parte dei curdi una parola di riconoscimento dei loro crimini. Mai.

mic ha detto...

Piuttosto che organizzare un'assurda partita interreligiosa, che in una tragedia come quella dei cristiani in Iraq e altrove non esito a definire pagliacciata, padre Kolbe srebbe stato piuttosto dalla parte di padre Ganni, il sacerdote caldeo martire per non aver abbandonato il suo posto di fronte ai barbari islamici

http://www.tempi.it/lultima-messa-di-padre-ganni-ucciso-in-iraq-perche-non-ha-voluto-chiudere-le-porte-della-sua-chiesa-come-potrei#.U-p0S2Ovemf

Mazzarino ha detto...

La Chiesa, dopo la performance ARCI-GAY di Genova, ora si trasforma in ARCI-UISP. Cioè la Chiesa Comunista che le ha svuotato gli oratori e che ha eletto a pastore lo "scoppiato" dal tatuaggio di Che Guevara sul braccio e di Fidel Castro sul polpaccio. Scherzano col fuoco... inneggiano alla futilità ed al guadagno facile, irridono il lavoro e la fatica dell'uomo, "giocano sentimentalmente" sulla vita di altri. Ma qualcosa di comune ed unificante ci sarà. Sarà lo struggente e commovente minuto di silenzio. Se sarà capace di dimenticare Cristo per quel minuto nel mondo sarà Pace! Tutto secondo natura, i panettieri fanno il pane, i fornaciai fanno i mattoni e i pagliacci fanno le pagliacciate.

vighi ha detto...

SI Mic a cosa serva questa partita interreligiosa non lo capisco proprio. Come si possa anche solo pensare di fare festa in un momento così drammatico mentre delle persone vengono uccise. Spero solo che qualcuno abbia il buon senso di suggerire di annullare o rimandare tale spettacolo increscioso. Se non si è partecipato tempo fa ad un concerto già organizzato perché lo si considerava mondano come si può accettare ora di assistere o anche solo dare il benestare ad una partita di pallone piena di milionari che si divertono mentre ci sarà chi piange. Con che coraggio!!! ma i pastori che stanno in Vaticano si rendono conto di cosa sta succedendo, dello squallore che trasmettono e del messaggio che viene passato. Ma tanto ci sarà il solito teatrino in cui si leggeranno messaggi vuoti ed inutili, in cui ci saranno strette di mano tra gente di religione diversa, in cui ognuno pregherà il suo Dio ma insieme e così tutto si sistemerà e si potrà dare inizio allo spettacolo. Ma poi l’incasso di questa benedetta partita a chi andrà ? voglio proprio vedere se avranno il coraggio di darlo ufficialmente ai cristiani perseguitati , almeno questo gesto potrebbe dare l’apparenza di un vero momento di fratellanza, uomini appartenenti a religioni diverse che donano a chi ne ha più bisogno senza guardare a razza o religione di appartenenza. Insomma se proprio questa partita si deve fare si cerchi almeno di renderla degna e non solo un momento di puro divertimento. vighi

Anonimo ha detto...

Si deve capire il trucco dei Islamici: quando i non-moderati attaccao, i moderati sempre dicono che è necessario che i cristiani collaborano con loro stessi...

ma il meta è lo stesso...conquistare i cristiani e farli incapaci di resistenza...

Vediamo questo in Europa, specialmente adesso in Italia, dove i centri gran commerciali sono spesso nelle mani dei mussulmani... per controllare il mercato e far andare fuori negozio i piccoli mercanti cristiani

Romano

mic ha detto...

Vighi,
Non ho letto i comunicati perché non sono onnivora. Ma non penso che l'idea della partita sia nata come puro divertimento. Già sarebbe una pagliacciata di per sé; ma in questo momento diventa qualcosa di grottesco...

Anonimo ha detto...

Domanda tecnica.
Dato San Massiliamo Kolbe (come Padre Pio) è un santo canonizzato con il NOM, oggi, uso antiquior, come si celebra?
Usando il comune dei martiri?

Rr ha detto...

La partita e' stta fortemente voluta dal Papa, sulla sia della preghiera interreligiosa- perche' questo era- dell' anno dcorso per la. Siria e dell' incontro a tre in Vaticano. Zanetti, a cui si e' rivolto, da anni ha un' associaIone caritatevole per bambini di varia provenienza. Allora lui l' ha incaricato di oragnizzare il match, invitando " vecchie. Glorie" musulmane come Zidane- quanto sia praticante non lo so, ma per l'. Islam se tuo padre e' musulmano, tu sei musulmano. ( altra cisa che differenzi al' Islam dal Cristianesimo, che non si tramanda di pdre in figlio come fosse un carattere ereditario).
Si e' poi aggiunto Maradona: non potendo invitare Castro per limiti di eta', Dieguito va sempre bene, lui che viene dai poveri barrios di Baires.
Io avrei NON solo annullato l' incontro, ma anche rinviato il viaggio in Corea perche, correggetemi se sbaglio, e' dai tempi delle rivoluzioni comuniste( Russia, Spagna, Europa dell' est, ecc.) che non si ammazzano Cristiani in quanto tali.
Ma chi siamo noi per giudicare ?
Rr

Alessandro,Mirabelli ha detto...

Organizzare una assurda partita interreligiosa non esito,a definire pagliacciata.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Per un lapsus calami ha tralasciato la parola "sottoscrivo" dal mio precedente commento.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Un dubbio amletico mi ha assalito: le pagliacciate sono organizzate da dei pagliacci o no?

Alessandro Mirabelli ha detto...

Vi ricordate quando pochi vescovi e cardinali (Slipyj, Mindzenty, Wyszynski) chiedevano a Paolo VI di non continuare la cosiddetta enfaticamente Ost Politik? E Paolo VI cosa fece? Continuo imperterrito sino alla fine. Credo che anche con l'attuale vdr sarà così. Dobbiamo aspettare che passi la nottata oppure che codesto vdr sia illuminato dallo Spirito Santo con un illuminazione sfolgorante. Tertium non datur, purtroppo.

vighi ha detto...

Non sono così sicura che non sia nata come puro divertimento, coperta poi da buone intenzioni perché non si poteva esplicitamente dire altrimenti. È ben noto che da subito, conoscendo la passione di questo Papa per il calcio, si fosse pensato ad organizzare in suo onore una partita e non ci troverei nulla da dire se così fosse ci mancherebbe, preferirei però che si parlasse onestamente e si dicesse che la si organizza in onore del Papa e non ammantandola di altri significati, interreligiosi che siano, creati per unire . Ma unire chi ? almeno avrebbe avuto un senso invitare personalmente anche Maradona, ma come spiegare questo invito se lo scopo non è una semplice partita ? proprio la persona più adatta da scegliere per un invito personale. Comunque facciano un po’ come credono, se per loro questo è il modo più opportuno per creare dialogo continuino su questa strada spero solo che non ci rendiamo troppo ridicoli. Fossero così attivi ad organizzare veglie di preghiere ufficiali in Vaticano alla presenza del nostro Cristo in terra per i nostri fratelli nella fede che stanno soffrendo sono sicura che si otterrebbe di più. Mi hanno sempre insegnato che la preghiera è potente agli occhi di Dio non certo una partita di calcio. Saluti Vighi

vighi ha detto...

Scusate ma quando l’ho letto ho sorriso amaro ripensando ad altre coincidenze simili. Il Papa arriva in Corea del sud e la Corea del nord cosa fa? Lancia missili. Forse Rosa avevi ragione era meglio se non andava in Corea!!:-) Vighi

mic ha detto...

Su "tempi nel ricordo di Kolbe

Settantré anni dopo, nessuno ricorda più i nomi dei carnefici, ma tutti quello di Massimiliano Kolbe: «Solo l’Amore crea!»

Anonimo ha detto...

Zidane è mussulmano osservante, Baggio buddhista, ma di una setta buddhista di estrema sinistra, la Sokka Gakkai, tanto per intendersi, quella che lanciò il gas nervino nella metro di Tokyo, poi Maradona, che in Argentina ha una sua chiesa personale, la Santa Maradona con tanto di altarini e officianti, il restante dei giocatori, cattolici all'acqua di rose, vero Buffon? agnostico o ce ne può fregà de meno....non so se sono state tolte le foto del vdr esultante sull'aereo per la vittoria della sua squadra del cuore.....vero,ognuno il suo mestiere, i commedianti le commedie, i pagliacci le pagliacciate e la nave va......ultimissima poi chiudo, Maradona è stato ricoverato in ospedale per un non ben precisato malore.Anonymous.

Rr ha detto...

Ho ragione io a dire che se si riceve una convocazione in Vaticano, e' meglio toccarsi, fare gli scongiuri e attivare un' assicurazione sulla vita.
OK, Maradona entra ed esce dall' ospedale da anni, pero' alcuni gg fa e' ricevuto a S.Marta, ed oggi e' ricoverato.
Ancora coincidenze ?
Rr

Alessandro mirabelli ha detto...

Maradona e' un tossicodipendente a corrente alternata oppure a senso unico alternato oppure solo nei giorni pari ma non in quelli dispari.

Rr ha detto...

Infatti, grandissimo calciatore, pessimo uomo ed esempio per igiovani, specie argentini. Ergo, da NON invitare da uan partita del genere.
Comunque resto convinta delle coincidenze.
Rr

seraafino ha detto...

Baggio buddhista, ma di una setta buddhista di estrema sinistra, la Sokka Gakkai, tanto per intendersi, quella che lanciò il gas nervino nella metro di Tokyo
Baggio è stato ufficialmente dififdato dall'Unione Buddista italiana a definirsi buddhista. La Sokka Gakkai sta al Buddhismo, come i TdG stanno al Cattolicesimo, però non è coinvota negli attentati al Sarin. Anzi, espriem un partito politico, il Komeito, che è su posizioni "Legge & Ordine", ed è in buoni rapporti con i Focolarini.
Maradona è un cattolico "tiepido", però sa giocaare e si è sempre fatto il segno della croce prima di scendere in campo. La "Santa Maradona" è un film satirico. Nei vicoli di Napoli esistono degli altarini folcloristi, con conservati sotto vetro calzini sporchi (o spacciati tali)del calciatore e, con tipi che, per la gioia dei turisti, vanno ad agitarci vicino dei turiboli.

Anonimo ha detto...

No, in tanti video youtube argentini ci sono le immagini degli altarini e pure in un documentario tv hanno fatto vedere i 'fedeli' ed intervistato gli adepti.....