Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 16 novembre 2025

Davanti alla notizia che Padre James Martin ha presieduto una confermazione anomala

Per "ripareggiare" la verità. Qui l'indice degli articoli sull'ambiguità della Chiesa riguardo a questo tema. Precedenti su p. James Martin a partire da qui - qui.
Davanti alla notizia che Padre James Martin
ha presieduto una confermazione anomala


Ieri ho espresso il mio pensiero riguardo a una coppia omosessuale che ha ricevuto i sacramenti nella Chiesa cattolica: Padre James Martin ha presieduto la confermazione del giornalista Gio Benitez, apertamente omosessuale, accompagnato dal suo “marito” come padrino; entrambi hanno ricevuto la Santa Comunione e non riesco a restare in silenzio.
Sono rimasta sconvolta, non tanto per l’episodio in sé, ma per ciò che rappresenta: un segno drammatico di quanto la battaglia spirituale sia ormai penetrata nel cuore stesso della Chiesa.. Le reazioni non si sono fatte attendere: “Non giudicare!”, “Non conosci la loro vita!”, “Non sei il loro confessore!”. E poi la solita accusa: che io, come tanti altri cattolici, vorrei escludere qualcuno dall’amore di Dio. Ma questa è una falsità che si ripete da troppo tempo, e che merita una risposta chiara. Non è vero che la Chiesa rifiuta le persone omosessuali. Non è vero che i fedeli desiderano chiudere loro le porte dei sacramenti. E non è vero che chi difende la verità del Vangelo lo fa per mancanza di misericordia. Queste sono menzogne, e chi conosce Cristo sa bene da dove vengono.

Domenica XXIII dopo la Pentecoste (Dicit Dóminus)

Ogni settimana ripercorriamo l'anno liturgico; il che ci consente, di anno in anno, nella ripetizione, di approfondire sempre più i doni di grazia che scaturiscono da ogni celebrazione. Qui trovate l'Ordinario delle Messe tradizionali e qui il proprio della Messa di oggi.

Domenica XXIII dopo la Pentecoste
(Dicit Dóminus)
Intróitus
Ier. 29, 11, 12 et 10 - Dicit Dóminus: Ego cógito cogitatiónes pácis, et non afflictiónis: invocábitis me, et ego exáudiam vos: et reducam captivitátem véstram de cunctis locis.
(Ps. 84,2) Benedixisti, Dómine, térram tuam: avertisti captivitátem Jacob.
V Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in sæcula sæculórum. Amen. – Dicit Dóminus ...

Orátio
Excita, quǽsumus, Dómine, tuórum fidélium voluntátes: ut divíni óperis fructum propénsius exsequéntes; pietátis tuæ remédia maióra percípiant.
Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.

M. - Amen.
Introito
Ger. 29, 11, 12 e 10 -
Dice il Signore: Io ho pensieri di pace e non di afflizione: mi invocherete e io vi esaudirò: vi ricondurrò da tutti i luoghi in cui siete stati condotti.
Sal. 84, 2 - Hai benedetta la tua terra, o Signore: hai distrutta la schiavitù di Giacobbe. Gloria al Padre…
 - Dice il Signore:…

Colletta
 Éccita, o Signore, Te ne preghiamo, la volontà dei tuoi fedeli: affinché dedicandosi con maggiore ardore a far fruttare l’opera divina, partécipino maggiormente dei rimedi della tua misericordia. Per il nostro Signore Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli. M. – Amen.

Quando nell'anno le Domeniche dopo Pentecoste sono ventitré soltanto, oggi si legge la Messa della Domenica ventiquattresima e ultima Domenica e la Messa segnata per la ventitreesima si porta al sabato della settimana precedente o al giorno più vicino, che sia libero da festa di rito doppio o semidoppio [1].

sabato 15 novembre 2025

Vescovi USA: consacrazione della nazione al Sacro Cuore di Gesù nel 2026

LA CONFERENZA EPISCOPALE cattolica degli Stati Uniti (USCCB) ha approvato la consacrazione della nazione al Sacro Cuore di Gesù nel 2026, in occasione del 250° anniversario del Paese.
Durante l'Assemblea plenaria autunnale della Conferenza episcopale statunitense (USCCB) tenutasi a Baltimora, i vescovi hanno votato "per affidare la nostra nazione all'amore e alla cura del Sacro Cuore di Gesù".
Dedicare la nazione è un'opportunità "per ricordare a tutti il ​​nostro compito di servire la nazione perfezionando l'ordine temporale con lo spirito del Vangelo, come insegnato dal Concilio Vaticano II", ha affermato il vescovo Kevin Rhoades di Fort Wayne-South Bend, Indiana. 
"Cento anni fa, nel 1925, nella sua enciclica che istituiva la festa di Cristo Re, Papa Pio XI, basandosi sull'insegnamento di Papa Leone XIII [qui - qui], fece riferimento alla pia usanza di consacrare se stessi, le famiglie e persino le nazioni al Sacro Cuore di Gesù come un modo per riconoscere la parentela di Cristo", ha affermato Rhoades, che fa parte del comitato consultivo della Commissione per la libertà religiosa del presidente Donald Trump.
Per aiutare i cattolici a prepararsi alla consacrazione, Rhoades ha affermato che i vescovi svilupperanno risorse di preghiera, tra cui una novena. Ha aggiunto che stanno già predisponendo altre risorse ad uso di diocesi, parrocchie e altri gruppi per coinvolgere i cattolici.

Imparare il latino liturgico, lezione 18

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis, approfittiamo del lavoro di uno dei tanti appassionati studiosi d'oltreoceano Per chi è completamente digiuno di latino e ha interesse a colmare questa lacuna, così diffusa nelle ultime generazioni — e purtroppo anche tra i sacerdoti —, può trovare i rudimenti indispensabili per comprendere il latino ecclesiastico e porre le basi di un maggiore approfondimento in genere favorito dalla frequentazione delle liturgia dei secoli. Un piccolo inconveniente è dato dalla taratura per lettori anglofoni; ma penso agevolmente colmabile dall'efficacia del metodo. Qui l'indice degli articoli dedicati alla Latina Lingua, per le lezioni precedenti.

Imparare il latino liturgico, lezione 18
Ego cogito cogitationes pacis


Clicca qui per un elenco di tutte le lezioni precedenti.

Usi dei casi nominali latini
(Vedi accenni ai casi nominali qui alla voce: Grammatica)
Ultimamente ci siamo concentrati sui verbi e vorrei tornare a parlare dei casi nominali. In latino, non si può evitare di usare i casi nominali, anche se il nostro obiettivo principale è solo la comprensione del testo, ed è importante tornarci sopra e rinforzarli periodicamente finché non saranno ben radicati nella parte latina del cervello. Oggi discuteremo di alcuni usi specifici di particolari casi nominali, e poi ci concentreremo sui testi liturgici di domenica prossima.

Il dativo del possesso
Il latino permette di esprimere il possesso usando il verbo esse ("essere") e il caso dativo di un sostantivo. È una costruzione interessante che suona strana in inglese, ma che ha comunque senso. Ecco un esempio:

venerdì 14 novembre 2025

Oltre l'identità: La disforia di genere come frattura metafisica dell'ordine dell'essere

L’ordinamento giuridico, in quanto espressione della recta ratio, non può convertire la deviazione in norma, né sostituire alla verità ontologica la percezione psicologica. Il problema è proprio il disorientamento socio-antropologico che provoca l'allontanamento dell'ordinamento giuridico dalla recta ratio. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

Oltre l'identità: La disforia di genere
come frattura metafisica dell'ordine dell'essere


Nell’orizzonte della modernità tardo-soggettivistica, nella quale l’essere è stato sostituito dall’apparire e il vero dal vissuto, la disforia di genere si configura come un sintomo radicale della crisi ontologica dell’uomo. Essa non consiste primariamente in una perturbazione psicologica o in una disarmonia biologica, bensì in una scissione metafisica: il disallineamento dell’esistenza rispetto alla propria essenza, l’incrinatura dell’identità sostanziale tra forma e materia, tra principio intelligibile e determinazione corporea.

Il crollo nella preghiera per i defunti è direttamente collegato al nuovo rito della Messa

Nella nostra traduzione da Tradition & Sanity, Peter Kwasniewski illustra ancor meglio che in questi precedenti [qui - qui] le banalizzazioni sulla preghiera per i defunti, direttamente collegate al nuovo rito della Messa. "Non pregare per le anime dei defunti: lo scandalo del funerale cattolico moderno".

Il crollo nella preghiera per i defunti
è direttamente collegato al nuovo rito della Messa

C'era una volta una persona molto importante nella mia vita, morta. Ho partecipato al funerale. Era una cerimonia di canonizzazione del Novus Ordo, celebrata da un prete e tre donne in tailleur che officiavano nel presbiterio. Tutti i presenti al funerale erano vestiti di nero, tranne il prete, che indossava il bianco. La discordanza era lampante e di cattivo gusto. Il contrasto tra il profondo istinto umano del lutto, che si può dire sia parte indelebile del sensus fidelium, e i bizzarri riformatori liturgici che introdussero il bianco come colore per le Messe per i defunti, non mi è mai stato così evidente.

Il silenzio dei padri: la parola perduta dell’Europa

L'articolo che segue mostra che l’Europa ha perso la parola dei padri: il linguaggio che univa memoria e destino. Ritrovarla, tra mito e simbolo, è il primo atto di resistenza culturale.
Non possiamo non aggiungere la rinuncia alle proprie radici greco-romane e poi cristiane. Vedi L'anima delle pietre. La verticalità perduta dell'Europa. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

Il silenzio dei padri: la parola perduta dell’Europa

L’articolo esplora la perdita del linguaggio autentico in Europa, inteso come veicolo di memoria e identità. Analizza come l’omologazione culturale e la cancel culture stiano cancellando le parole che ci legavano ai nostri padri, e come il ritorno al linguaggio originario — fatto di mito, poesia e simbolo — rappresenti il primo atto di resistenza culturale europea.

Nel frastuono del mondo globale, l’Europa non ha perso solo le sue radici, ma il linguaggio con cui le raccontava. Il silenzio dei padri è diventato la nostra crisi più profonda. Il silenzio dei padri: la parola perduta dell’Europa.

giovedì 13 novembre 2025

Il Kazakistan vieterà la propaganda LGBT

Nella nostra traduzione da Médias Press Info. Il presidente kazako ha più volte condannato la campagna internazionale finanziata dall'Occidente volta a imporre l'ideologia LGBT in altri Paesi. "La propaganda LGBT costituisce una minaccia aperta non solo per la società, ma anche per il Paese."

Il Kazakistan vieterà la propaganda LGBT

L'ex repubblica sovietica del Kazakistan si sta preparando a vietare la diffusione di "propaganda LGBT" online e sui media, seguendo le orme di Slovacchia e Ungheria. La Slovacchia ha recentemente adottato un emendamento costituzionale che riafferma la natura binaria del genere e limita l'adozione alle coppie eterosessuali, mentre l'Ungheria ha modificato la sua legge del 2021 sulla protezione dell'infanzia, che già proibisce l'ideologia LGBT nelle scuole e la trasmissione di propaganda LGBT in prima serata, per includere il divieto di parate e manifestazioni LGBT.

Il 75% dei seminaristi di Charlotte proviene da parrocchie con balaustre

Nella nostra traduzione da Liturgy guy il controsenso delle norme per rimuovere le balaustre dopo il divieto della Messa tradizionale, mentre è l'unico ambito ricco di vocazioni... Precedenti a partire da qui e qui. E non è, evidentemente, questione di balaustre: ovvio che ricevere la comunione in ginocchio e sulla lingua appartiene alla Messa tradizionale e alla sua integra sacralità che è culto autentico.

Il 75% dei seminaristi di Charlotte
proviene da parrocchie con balaustre


Questo fine settimana i fedeli di Charlotte hanno appreso che, a partire dalla prima domenica di Avvento, il 30 novembre 2025, il vescovo Michael Martin ha ordinato che le balaustre non vengano più utilizzate per la distribuzione della Santa Comunione nella diocesi di Charlotte. Inoltre, tutte le parrocchie che utilizzano inginocchiatoi (o balaustre mobili) devono rimuoverli. Questo, ci è stato detto, per rimanere in linea con le norme stabilite dalla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti.

Sebbene appena annunciato, ai fedeli viene già detto che l'obbedienza richiede sottomissione. Tuttavia, abbiamo anche sentito (senza conferme) che alcuni sacerdoti potrebbero valutare la questione con i canonisti o addirittura chiedere chiarimenti a Roma. Ci auguriamo che più persone seguano questa strada, poiché la Conferenza Episcopale degli Stati Uniti non proibisce l'uso delle balaustre, ma afferma semplicemente che la norma è ricevere la comunione  in piedi, pur consentendo ai fedeli di inginocchiarsi. Sembrerebbe essere una questione sia di giustizia che di carità per la Chiesa fornire assistenza a coloro che scelgono di inginocchiarsi (cosa che si ottiene distribuendo le particole alla balaustra).

Don Claude Barthe. Infallibilità e sinodalità

Ringraziamo Res Novae – Perspectives romaines per la segnalazione dell'articolo che segue.
Infallibilità e sinodalità

Nella sua catechesi del 27 settembre, papa Leone XIV ha affermato: «I piccoli intuiscono. Hanno il sensus fidei, che è come un “sesto senso” delle persone semplici per le cose di Dio. Dio è semplice e si rivela ai semplici. Per questo c’è un’infallibilità del Popolo di Dio nel credere, della quale l’infallibilità del Papa è espressione [nostro corsivo] e servizio». Quale portata attribuire a queste parole?

Conviene dare uno sguardo nello specchietto retrovisore teologico a ciò che veniva tradizionalmente insegnato a proposito delle differenti istanze di infallibilità ed anche considerare il contesto attuale della sinodalità.

mercoledì 12 novembre 2025

Il vescovo Athanasius Schneider risponde alla nuova Nota dottrinale del Vaticano sui titoli mariani di “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”

Nella nostra traduzione da Substack,com, un articolo di Diane Montagna che riporta le affermazioni del Vescovo Schneider sulla recente Nota vaticana: “I Santi, i Dottori e il Magistero ordinario della Chiesa non potevano sbagliarsi.”. Qui l'indice dei precedenti.

Il vescovo Athanasius Schneider risponde alla nuova Nota dottrinale del Vaticano sui titoli mariani di “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”

ROMA, 10 novembre 2025 — Il vescovo Athanasius Schneider si esprime in merito alla nuova nota dottrinale del Vaticano sui titoli mariani, affermando che non è possibile che i santi, i dottori e i papi della Chiesa abbiano per secoli “sviato i fedeli attraverso un uso costantemente inappropriato” dei titoli “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”.

La nota dottrinale, pubblicata il 4 novembre dal Dicastero per la Dottrina della Fede e intitolata Mater Populi Fidelis, afferma riguardo all’uso del titolo mariano “Corredentrice”:

Leone XIV annuncia un Concistoro straordinario

Si può sperare che con il preannunciato Concistoro straordinario inizi finalmente, nel bene, il pontificato di papa Leone XIV e si assista al ritiro dell'alluvione Bergogliana?
Leone XIV annuncia un Concistoro straordinario

Apprendiamo che Leone XIV ha indetto un concistoro che di terrà il 7 e 8 gennaio 2026, chiamando a raccolta i cardinali da tutto il mondo. Dovrebbe essere un concistoro straordinario, cioè un incontro destinato a discutere «questioni di particolare gravità» o «particolari necessità della Chiesa», del quale non è ancora noto l'ordine del giorno.

La decisione sembra rispondere all'esigenza di molti porporati, espressa durante l’ultimo conclave, di essere maggiormente coinvolti nella vita e nella guida della Chiesa universale; il che si era sempre più diradato fino ad interrompersi nel precedente pontificato, in parte sostituito dal lavoro del cosiddetto “C9” l'innovativo gruppo ristretto di cardinali che affiancava direttamente il Pontefice nel governo della Chiesa (vedi).

Colligite Fragmenta: Dedicazione di San Giovanni in Laterano

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la consueta meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf che, nell'ottava, ci aiuta ad approfondire i doni spirituali della Messa della Domenica precedente qui.

Colligite Fragmenta:
Dedicazione di San Giovanni in Laterano


Domenica si celebra la Festa della Dedicazione dell’Arcibasilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, che noi conosciamo come San Giovanni in Laterano.

Papa Benedetto XVI, in un’omelia per questa festa, ha scritto:
In questo tempio di pietra vediamo riflesso il tempio spirituale che è la Chiesa, composta di pietre vive, uomini e donne santificati dalla grazia di Cristo… La dedicazione di una chiesa è per eccellenza una festa della fede; ci ricorda che la casa di Dio non è semplicemente un edificio, ma che noi stessi siamo il tempio dello Spirito Santo.
La Cattedrale di Roma fu solennemente consacrata il 9 novembre 324.

martedì 11 novembre 2025

Mons. Viganò. 'Fremet et tabescet' /A proposito della scandalosa Nota dottrinale “Mater populi fidelis”

Titolo: citazione dal Salmo 111 [qui]. Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati. 
Mons. Carlo Maria Viganò
Fremet et tabescet
A proposito della scandalosa Nota dottrinale “Mater populi fidelis

La Nota Dottrinale presentata nei giorni scorsi in Vaticano con il solo incipit in latino, Mater populi fidelis (qui), costituisce l’ennesimo, scandaloso affronto di una Gerarchia traditrice e deviata, che da oltre sessant’anni, in un inarrestabile crescendo usa la propria autorità per imporre speciosamente ai Cattolici le proprie deviazioni dottrinali e morali, allo scopo di smantellare la Chiesa Cattolica e perdere le anime. La fretta – si direbbe quasi la furia – di distruggere è tale, da rendere evidenti anche le contraddizioni esistenti all’interno della stessa compagine sinodale, affetta da un significativo bipolarismo patologico: da una parte essa dichiara improprio il titolo mariano di Corredentrice attribuito alla Vergine Maria, e dall’altra promuove doctor Ecclesiæ John Henry Newman, che quel titolo aveva difeso contro gli Anglicani dopo il loro attacco al dogma dell’Immacolata Concezione.

L'intuizione artistica di Tintoretto sul dono supremo di Cristo nella Santa Eucaristia

Nella nostra traduzione da Substack.com. Una straordinaria rappresentazione dell'Ultima Cena.
L'intuizione artistica di Tintoretto
sul dono supremo di Cristo nella Santa Eucaristia


Jacopo Robusti, altrimenti noto come Tintoretto (1519–1594), potrebbe non essere un nome familiare come Rembrandt o Van Gogh, ma, come nel caso di tanti grandi artisti, dovrebbe esserlo, soprattutto per i credenti che possono gioire e imparare dalla sua squisita arte, messa al servizio dei misteri della fede cristiana.

Tintoretto fu allievo di Tiziano a Venezia, sebbene per breve durata. Si racconta che il vecchio Tiziano riconobbe rapidamente il talento del suo allievo e, nello spirito competitivo delle botteghe rinascimentali, lo cacciò via per timore che imparasse troppi segreti del maestro e potesse rivaleggiare con lui. La precauzione fu vana, poiché l'allievo era in grado di imparare da solo.

Papa Leone e la sacra Liturgia: cosa farà?

Nella nostra traduzione da The Catholic Herald Dom Alcuin Reid (per saperne di più su di lui qui) dice la sua sulle nostre aspettative in ordine al nuovo pontificato e ci offre molti spunti interessanti. 

Papa Leone e la sacra Liturgia: cosa farà?

Quando il neoeletto Papa Leone si è presentato al balcone di San Pietro con il tradizionale abito cerimoniale papale (mozzetta rossa, rocchetto e stola, ecc.), si sono susseguiti molti commenti. Alcuni si sono chiesti se questo indichi un programma più "tradizionale", in particolare in campo liturgico. Altri hanno manifestato speranza o preoccupazione, a seconda della propria sensibilità; si è trattato di un sottile ripudio pubblico del precedente pontificato.

Sembra che non sia stato né l'uno né l'altro. L'elezione di un papa è un rito liturgico con direttive prestabilite. Il nuovo Papa ha semplicemente seguito quanto stabilito, con quella calma dignità con cui siamo abituati a vederlo svolgere i doveri del suo ufficio, in particolare nella celebrazione della Sacra Liturgia. Non ha fatto altro che quanto richiesto.

lunedì 10 novembre 2025

Il piano di Papa Leone include la messa in latino

Paix Liturgique, nella Lettera 1302 dell'8 novembre 2025, riporta un articolo di Massimo Franco dal Corriere della sera del 2 novembre. L'intento è quello di riprendere gli echi di stampa del Pellegrinaggio Summorum Pontificum. La riporto – ritradotta dal francese perché l'originale è leggibile solo per gli abbonati – visto che fa emergere con nitidezza la visuale laica progressista, in chiave politico-idelogica, che coincide con quella della Chiesa modernista.

Il piano di Papa Leone include la messa in latino
Di Massimo Franco

"Alcuni cattolici pro-Trump sostengono che Prévost abbia incontrato il cardinale Burke e gli abbia detto che apprezzava la messa in latino e che tutto sarebbe andato bene, ma è falso. La sua elezione è stata truccata..." Steve Bannon, l'ideologo di Donald Trump, stava già attaccando violentemente Leone XIV il 10 maggio 2025. Affermava che un papa americano era perfettamente allineato con l'odiato Francesco d'Argentina, la bestia nera dei tradizionalisti americani. Prevedeva uno scontro spietato dopo la sua elezione in conclave. Eppure, il 25 ottobre 2025, nella Basilica di San Pietro, il cardinale Raymond Leo Burke, fervente difensore del tradizionalismo cattolico americano, ha celebrato la prima messa in latino dopo anni di tensioni con il precedente pontificato. Lo ha fatto col permesso di Leone XIV, riducendo a nulla gran parte dell'argomentazione che il trumpismo trionfante cercava di giustificare, frustrato dal fatto che il successore di Jorge Mario Bergoglio non fosse un ultraconservatore, contrariamente alle preferenze della Casa Bianca.

La preghiera 'Memento etiam ipsis, Domine'

Conosciamo più a fondo le sublimi formule della Messa dei secoli e gli elementi che ne fanno un unicum irreformabile. Ogni semplice sfumatura è densa di significati per nulla scontati a prima vista. Minuzie, patrimonio del passato, da custodire nel presente e per il futuro. Conoscerle non è ininfluente per una fede sempre più profonda e radicata. Grande gratitudine a chi ce le offre con tanta generosa puntualità. Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement oggi ci soffermiamo sul Memento etiam ipsis, Domine. Qui l'indice degli articoli sulle formule del latino liturgico.

La preghiera 'Memento etiam ipsis, Domine'

Dopo il Supplices te rogamus [qui], il sacerdote prega:
Memento etiam, Dómine, famulórum famularumque tuárum N. et N. qui nos praecessérunt cum signo fídei, et dormiunt in somno pacis.
Ipsis, Dómine, et ómnibus in Christo quiescéntibus, locum refrigerii, lucis et pacis, ut indúlgeas, deprecámur. Per eundem Christum Dóminum nostrum. Amen.
Che traduco come:
Ricordati anche, o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve N. e N. , che ci hanno preceduto con il segno della fede e riposano nel sonno della pace.
Ti preghiamo, Signore, di concedere a questi e a tutti coloro che riposano in Cristo un luogo di ristoro, luce e pace. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Il linguaggio rispecchia quello della preghiera cattolica standard per i fedeli defunti: "L'eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace". Ciò che l'Ipsis, Domine in particolare aggiunge è il concetto di refrigerio o refrigerium, un termine su cui ci soffermeremo a lungo in questo saggio.

Sette lezioni dal pellegrinaggio di Ad Petri Sedem

Nella nostra traduzione da El Wanderer. Col nostro Post Scriptum.
Sette lezioni dal pellegrinaggio Ad Petri Sedem

Il 24 ottobre 2025 si è svolto presso l' Augustinianum di Roma il decimo incontro di Pax Liturgica, nell'ambito del quattordicesimo pellegrinaggio Summorum Pontificum ad Petri Sedem. Dal 2011, questi eventi riuniscono fedeli da tutto il mondo che desiderano rendere omaggio a Papa Benedetto XVI, che, dopo tanti conflitti, ha dato inizio alla pace liturgica con la pubblicazione del suo motu proprio Summorum Pontificum. Oggi presentiamo sette insegnamenti che possiamo trarne.

Lezione 1: Giovani e numeri
"Le piazze delle città si riempiranno di giovani uomini e donne". Zaccaria 8:5
Mai prima d'ora gli organizzatori dell'incontro Pax Liturgica e del pellegrinaggio Summorum Pontificum avevano dovuto gestire un tale afflusso. Dalla Basilica di San Lorenzo in Lucina alla Basilica di San Pietro, molti fedeli hanno faticato a farsi strada tra la folla e, all'interno della basilica, alcuni hanno dovuto sedersi per terra. Le foto della processione di sabato 25 ottobre, lungo Via della Conciliazione, mostrano la giovane età dei partecipanti. Mentre Mikael Corre, corrispondente permanente di La Croix a Roma, parla di circa mille fedeli (la polizia italiana, da parte sua, stima il numero dei pellegrini in tremila), non nega la giovane età di questa folla. 

domenica 9 novembre 2025

L’anima delle pietre: la verticalità perduta dell’Europa

Le cattedrali e i borghi d’Europa raccontano l’anima di un continente che guardava in alto. Oggi, nel trionfo del vetro e del cemento, quella verticalità spirituale sembra smarrita. L’articolo esplora il valore simbolico e culturale dell’architettura europea, dalle cattedrali gotiche ai borghi medievali, come espressione di un’anima che tendeva verso l’alto. La modernità, sostituendo la verticalità con la funzionalità, ha spento il dialogo tra l’uomo e il divino. Solo riscoprendo il senso spirituale delle pietre l’Europa potrà ritrovare sé stessa. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

L’anima delle pietre: la verticalità perduta dell’Europa

L’anima che parlava nelle pietre
Ogni pietra d’Europa racconta una storia. Non serve leggere un libro o citare un trattato: basta camminare in una piazza medievale o entrare in una cattedrale per sentire che quelle architetture non furono costruite solo per abitare, ma per elevare.
Le pietre erano preghiere scolpite, silenzi che parlavano al cielo. Ogni arco, ogni campanile, ogni prospettiva era parte di una pedagogia della bellezza, nata per ricordare all’uomo che la sua vita non finisce dove tocca il suolo.
L’Europa aveva imparato a costruire non per l’utile, ma per il senso.
Le città si ergevano come organismi spirituali, ordinate secondo gerarchie simboliche: la cattedrale al centro, poi la piazza, il mercato, le case. Tutto respirava un’armonia tra la fede, l’arte e la comunità. Era un linguaggio condiviso, in cui l’architettura diventava una catechesi di pietra.

Domenica 9 novembre 2025. Dedicazione dell'Arcibasilica del Santissimo Salvatore

San Giovanni in Laterano, "Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput". Vedi anche qui. Questa domenica è la 22ª domenica dopo Pentecoste, ma anche la festa della Dedicazione dell'Arcibasilica del Santissimo Salvatore, che è una festa di seconda classe. Secondo le rubriche utilizzate con il Missale Romanum del 1962, le domeniche dopo Pentecoste cedono il passo alle feste di prima classe e alle feste di Cristo di seconda classe. Pertanto, i testi propri di questa domenica sono tratti dalla festa, e i testi propri della festa. Trovate qui l'Ordinario e qui il proprio della Santa Messa.

9 Novembre 2023: Dedicazione dell'Arcibasilica del Santissimo Salvatore
Doppio di II classe. Paramenti bianchi.
   
La dedicazione nel IV secolo.
Nel IV secolo dell'era nostra con la fine delle persecuzioni, il mondo ebbe l'impressione di pregustare la gioia dell'ingresso nella città della pace senza fine, e il contemporaneo Eusebio, all'inizio del decimo e ultimo libro della sua Storia, esclama: "Gloria all'Onnipotente, gloria al Redentore delle anime nostre". Egli va descrivendo da teste oculare l'ammirabile spettacolo delle dedicazioni delle nuove chiese sorte dappertutto. Di città in città si radunavano i vescovi e si raccoglievano le folle. Da popolo a popolo una benevolenza di mutua carità, di fede comune, di raccolta allegrezza armonizzava i cuori e l'unità del corpo di Cristo si rendeva evidente in una moltitudine animata dal soffio dello Spirito Santo, in cui si compivano le antiche profezie annunzianti una città vivente del Dio vivente in cui ogni sesso e ogni età avrebbe esaltato l'autore di tutti i beni. Come apparvero augusti allora i riti della Chiesa! La perfezione accurata che vi spiegavano i Pontefici, lo slancio della salmodia, le ispirate letture, la celebrazione dei Misteri formavano un insieme divino.

sabato 8 novembre 2025

Ultimo giorno di ottavario dei defunti/ 8 novembre: " Il fuoco che fa Dio"

Ultimo giorno di ottavario dei defunti/
8 novembre: " Il fuoco che fa Dio"

dal cap. XI–XIV del Trattato del Purgatorio: Il fuoco che divinizza, la gioia e il dolore perfetti, e l’esortazione ai viventi

L’ultimo passo dell’Ottavario è una contemplazione luminosa: l’amore di Dio che purifica è lo stesso che divinizza. Caterina, ormai totalmente trasformata dal fuoco interiore, comprende che la pena non è altro che un atto d’amore spinto fino alla fine. Nel Purgatorio, l’anima non solo viene mondata da ogni imperfezione, ma diventa conforme a Dio, partecipando del suo stesso modo di amare. È il compimento della beatitudine preparata dal Sangue di Cristo, che “lava e trasfigura”. In queste pagine, la Santa si fa voce della speranza universale: nulla di ciò che è toccato da Dio resta imperfetto.

Caterina scrive: «Vedo sì gran conformità di Dio con l’anima, che quando la vede in quella purità nella quale Sua Maestà le creò, le dà un certo modo attrattivo d’affocato amore... Dio la tiene tanto al fuoco, che le consuma ogni imperfezione e la conduce alla perfezione di ventiquattro carati. Quando è purificata resta tutta in Dio, senza alcuna cosa in sé propria, e il suo essere è Dio. [...] Le anime in Purgatorio hanno contento grandissimo e pena grandissima, e l’una cosa non impedisce l’altra.» (Trattato del Purgatorio, cap. XI–XIV).

Imparare il latino liturgico, lezione 17

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis proseguono le lezioni settimanali sul latino liturgico. Clicca qui per l'elenco di tutte le lezioni precedenti.

Imparare il latino liturgico, lezione 17
Et ecce vir nomine Zachaeus


Clicca qui per l'elenco di tutte le lezioni precedenti.

La lezione della scorsa settimana [qui] ha presentato molte nuove informazioni sui verbi latini. Ora abbiamo familiarità con le coniugazioni del presente, del modo indicativo e della forma attiva per i verbi di tutte e quattro le coniugazioni, e nella lezione di oggi voglio continuare questo argomento molto importante. Più specificamente, voglio rafforzare le coniugazioni che abbiamo imparato, mostrandovi anche che queste coniugazioni del presente, del modo indicativo e della forma attiva possono aiutarvi a comprendere le frasi latine anche quando i verbi non sono al presente, al modo indicativo o alla forma attiva.

Per fare questo, discuteremo alcuni verbi presenti nella Messa di questa domenica, che è la 22ª domenica dopo Pentecoste, ma anche la festa della Dedicazione dell'Arcibasilica del Santissimo Salvatore [Quella a cui ci prepariamo vedi -ndT], che è una festa di seconda classe. Secondo le rubriche utilizzate con il Missale Romanum del 1962, le domeniche dopo Pentecoste cedono il passo alle feste di prima classe e alle feste di Cristo di seconda classe. Pertanto, i testi propri di questa domenica sono tratti dalla festa, e i testi propri della festa sono i testi che useremo in questa lezione.

venerdì 7 novembre 2025

Mons. Strickland. Lettera pastorale sulla Beata Vergine Maria, Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie

Il grande Vescovo J. Strickland DIFENDE, con estrema chiarezza, Maria Corredentrice e Mediatrice. Qui l'indice dei numerosi precedenti. A partire da qui e qui precedenti su Maria Corredentrice

Lettera pastorale sulla Beata Vergine Maria,
Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie


Cari fratelli e sorelle in Cristo,
il 4 novembre 2025 la Santa Sede ha pubblicato una Nota dottrinale attraverso il Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) intitolata Mater Populi Fidelis, firmata dal Prefetto della Dottrina della fede, Cardinale Victor Manuel Fernandez.

Nel documento, il cardinale Fernandez dichiara che «non sarebbe appropriato usare il titolo di “Corredentrice” per definire la cooperazione di Maria». La ragione addotta è che tale titolo «rischia di oscurare l'unicità della mediazione salvifica di Cristo e può quindi creare confusione e uno squilibrio nell'armonia delle verità della fede cristiana...» (paragrafo 22).

Poiché molti fedeli sono turbati da queste parole e poiché l'amore per la Beata Vergine è il cuore pulsante dell'autentica fede cattolica, mi sento in dovere, come successore degli Apostoli, di riaffermare l'insegnamento perenne della Chiesa riguardo alla singolare cooperazione della Madonna nella Redenzione.

Pio X. Preghiera di riparazione alla beata Vergine Maria, Corredentrice

Preghiera di riparazione alla Beata Vergine Maria Corredentrice di San Pio X nel 1914 (con l'indulgenza). L'immagine mostra la statua di marmo della Madonna Corredentrice del Genere Umano, situata nella chiesa di San Giorgio al Velabro a Roma. La statua, realizzata dallo scultore romano Giuseppe Tonnini, è stata commissionata dal cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani nel 1941.

INDULGENTIA C DIERUM CONCEDITUR CERTAM PRECEM B. MARIAE VIRGINI, REPARATIONIS CAUSA, RECITANTIBUS. 
Preghiera di riparazione alla beata Vergine Maria.

Vergine benedetta, Madre di Dio, volgete benigna lo sguardo dal cielo, ove sedete regina, su questo misero peccatore, vostro servo. 
Esso, benché consapevole della sua indegnità, a risarcimento delle offese a voi fatte da lingue empie e blasfeme, dall'intimo del suo cuore vi benedice ed esalta come la più pura, la più bella e la più santa di tutte le creature. 
Benedice il vostro santo nome, benedice le vostre sublimi prerogative di vera Madre di Dio, sempre Vergine, concepita senza macchia di peccato, di corredentrice del genere umano.
Benedice l'eterno Padre, che vi scelse in modo particolare per Figlia, benedice il Verbo incarnato, che vestendosi dell'umana natura nel vostro purissimo seno vi fece sua Madre; benedice il divino Spirito che vi volle sua Sposa. 
Benedice, esalta e ringrazia la Trinità augusta che vi prescelse e predilesse tanto da innalzarvi su tutte le creature alla più sublime altezza. 
O Vergine santa e misericordiosa, impetrate il ravvedimento ai vostri offensori e gradite questo piccolo ossequio dal vostro servo, ottenendo anche a lui, dal vostro divin Figlio, il perdono dei propri peccati. Amen - Fonte (pag,108-109)

Norcia rinasce, a partire dalla basilica benedettina. Ma come?

Leggo che finalmente a Norcia dopo nove anni risorge dalle macerie la bella basilica eretta sui resti della casa natale di San Benedetto e Santa Scolastica. 
In meno di quattro anni l'edificio è stato ricostruito interamente con tutte le attenzioni filologiche richieste dal materiale che è stato recuperato, catalogato, ricollocato (mattone per mattone) con l'aggiunta delle migliori tecnologie disponibili, per garantire la sicurezza antisismica dell'intera costruzione.
Tutto lascerebbe pensare ad un segnale di speranza e rinascita del sacro e non solo...
Poi però leggo anche che Il simbolo di fede, cultura e identità collettiva che per secoli ha custodito le radici spirituali dell’Europa benedettina, oggi si mostra in una veste nuova e mi imbatto in una foto dell'interno, che contrasta con la facciata che mi pare reintegrata. 

E dunque è solo un fatto di facciata: la foto è quella del nuovo "altare" della basilica e zona limitrofa (Horribilis est locus iste)...  e immagino il resto, liturgia compresa.

Con l'aria che tira sia sotto l'aspetto liturgico che sotto quello dottrinale!
Infatti la sacralità non risiede solo nei dettagli  architettonici: risiede soprattutto in un culto adeguato. Il Vaticano, dal 2021 con Traditionis Custodes, ha imposto restrizioni severe all'usus antiquior della Santa Messa. In tale contesto, ecco che un ambizioso restauro liturgico può includere esplicitamente l’adozione del rito antico come riferimento o come opzione privilegiata — specialmente in un luogo dall’intensa tradizione monastica come Norcia. Se non si pone una croce alta, un altare orientato, se tutto è pensato per la partecipazione moderna, è arte senza culto, monumento senza spirito. Che si riveli a chiare lettere se l’ordo liturgico (non solo l’architettura) sarà conforme allo spirito del Rito antiquior se Norcia si appresta ad essere un tempio dell’autoadattamento liturgico moderno. Chi ama la liturgia tradizionale — non per nostalgia, ma per fedeltà — vigili. Non basta ricostruire pietre: occorre ricostruire il culto.

giovedì 6 novembre 2025

Indice articoli su Maria Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie

 Indice articoli su Maria Corredentrice e
Mediatrice di tutte le grazie
A partire dalle recenti negazioni e
completato con ricorrenti ed esplicite affermazioni
assimilate nella Tradizione nel corso dei secoli
Sed contra (precedenti presenti nella tradizione)

Mons. Viganò. 'Humilitas' /Omelia nella festa di San Carlo Borromeo

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Mons. Carlo Maria Viganò
Humilitas
Omelia nella festa di San Carlo Borromeo

Distrutto il fondamento, crolla e rovina tutto ciò che sopra ci venne innalzato.
San Carlo Borromeo
In queste ultime settimane le vicende che hanno interessato il corpo ecclesiale ci hanno colmato di grande dolore, perché ciò che temevamo sin dai primissimi interventi di Leone ha preso corpo ben oltre ogni peggiore previsione. Abbiamo assistito al “pellegrinaggio giubilare” di attivisti LGBTQ, promosso dal loro cappellano, il gesuita James Martin e celebrato dal Vicepresidente della CEI Francesco Savino. Abbiamo visto Prevost benedire un blocco di ghiaccio e predicare la conversione ecologica per ratificare e propagandare la fantomatica emergenza climatica. Abbiamo visto il capo della chiesa d’Inghilterra ricevuto in Vaticano con tutti gli onori – e con la di lui “moglie” concubinaria – per dare nuovo impulso all’impegno per gli obiettivi sostenibili dell’Agenda globalista. Durante quella visita, la Cappella Sistina e la Basilica di San Paolo fuori le Mura sono state profanate dalla communicatio in sacris con pseudo-ministri di una setta scismatica, eretica e priva di Successione Apostolica. Abbiamo assistito al pontificale tridentino di Summorum Pontificum con i cardinali Zuppi e Burke acclamati dai conservatori e pseudo-tradizionalisti, mentre la CEI pubblicava un documento per la promozione delle persone LGBTQ e la normalizzazione della sodomia. Abbiamo udito Leone tenere un’omelia per il pellegrinaggio giubilare delle “équipe sinodali e degli organi di partecipazione” (si noti il lessico da komintern) nella quale egli afferma che «nessuno possiede la verità tutta intera», di fatto sconfessando il Papato Romano e la Chiesa Cattolica. E ancora: sempre sulla scia del mai abbastanza deprecato ecumenismo conciliare, lo scorso 28 ottobre Leone ha preso parte al Meeting Internazionale per la Pace organizzato dalla Comunità Sant’Egidio nello “spirito di Assisi” dinanzi all’Arco di Costantino, proprio nel giorno in cui nell’anno 312 dell’era cristiana l’Imperatore ottenne la vittoria di Ponte Milvio sui pagani, dopo aver posto sui labari la croce di Cristo. Nel pomeriggio dello stesso giorno Leone ha presenziato nell’Aula Paolo VI all’evento di commemorazione della Dichiarazione Conciliare Nostra Ætate: più di due ore di abominevoli spettacoli pagani, esoterici e cabalistici.

Mons. Viganò 'Cum Sanctis tuis in æternum' /Omelia nella festa di Ognissanti

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Mons. Carlo Maria Viganò
Cum Sanctis tuis in æternum
Omelia nella festa di Ognissanti

Vos, purpurati martyres,
Vos candidati præmio
Confessionis, exsules
Vocate nos in patriam.
Rabano Mauro,
Inno Placare, Christe

Dopo la solenne celebrazione della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, nell’ultima Domenica di Ottobre, il primo Novembre è dedicato a coloro che con Cristo hanno combattuto il bonum certamen, meritando di trionfare con Lui nella vittoria sfolgorante sul demonio. Il giorno seguente, 2 Novembre, viene ricordato un altro sterminato esercito di anime sante: quelle di coloro che il fuoco del Purgatorio purifica, come l’oro nel crogiuolo, per renderle degne di essere ammesse alla gloria della contemplazione della Maestà divina. Il Re, i Suoi più valorosi compagni d’arme, i Suoi soldati, e un’infinità di Santi sconosciuti. Profeti, Apostoli, Martiri, Confessori, Vergini e Vedove; Papi, Vescovi e Abati; Re e Sovrane. E la Regina di tutti costoro, la Condottiera delle Milizie, la Beatissima Semprevergine Maria. E le schiere angeliche: Serafini, Cherubini, Troni; Dominazioni, Virtù, Potestà; Principati, Arcangeli e Angeli. Miriadi di anime illuminate come un mistico firmamento dalla luce sfolgorante del Sol Justitiæ, Nostro Signore Gesù Cristo, Re e Pontefice.

Paolo Pasqualucci : Riflessioni su diritto e giustizia

Paolo Pasqualucci : Riflessioni su diritto e giustizia

Sommario : 1. Non esistono diritti senza doveri. 2. La giustizia secondo Platone: fare il proprio dovere. 2.1 È ingiusto rispondere con l’ingiustizia all’ingiustizia. 2.2 Le Leggi spiegano a Socrate perché sarebbe ingiusto sottrarsi alla pena, anche se inflitta ad un innocente. 3. La giustizia èfare ciò che è proprio di ciascuno”. 4. Il nesso tra diritto e giustizia.
1.Non esistono diritti senza doveri
Il concetto della giustizia sembra oggi invocato soprattutto nel senso di giustizia sociale oppure in connessione ai cosiddetti “diritti umani”, termine che ha sostituito quello di “diritti naturali”. In ogni caso, in relazione all’idea di un diritto da soddisfare, da proteggere. Ma esiste anche una stretta relazione tra l’idea della giustizia e quella del dovere. Oggi si fa un gran parlare dei “diritti”, soprattutto dei “diritti umani”. Ma dei doveri non si parla mai o quasi. Sui media veniamo bombardati quasi ogni giorno da denunce e perorazioni in favore, in particolare, dei “diritti delle donne”, dei “migranti”, delle “minoranze”, soprattutto quelle dei cosiddetti diversi. L’idea del dovere viene impiegata principalmente per indicare il dovere dello Stato di soddisfare tutti i “diritti umani” che si fanno oggi valere, a cominciare, appunto, da quelli delle donne, dei “diversi”, dei “migranti”, delle “minoranze”, tutte categorie che si considerano per principio “oppresse”. Sembra che esistano soggetti che hanno solo diritti di contro ad altri che hanno solo doveri, a cominciare dallo Stato, il Soggetto pubblico per eccellenza, il cui fine istituzionale è il bene comune.

mercoledì 5 novembre 2025

La Beata Vergine Maria: "Corredentrice" no?

Interessante la riflessione di Daniele Trabucco sul nuovo documento Mater Populi Fidelis. Tuttavia, in soldoni, emettendo questo chiarimento, il Vaticano cerca di promuovere la comprensione ecumenica con altre comunità cristiane che da tempo vedono tali titoli come ostacoli all'unità — non più in Cristo-Verità possesso della Chiesa nei secoli — ma nelle buone volontà umane:  una Chiesa sempre più ecumenica e sinodale, dunque sempre meno cattolica. Non più cristocentrica, sempre più antropocentrica, compreso l'impoverimento del linguaggio che porta con sé la scomparsa dei contenuti.

La Beata Vergine Maria: "Corredentrice" no?

La recente Nota del Dicastero per la Dottrina della Fede, "Mater Populi Fidelis", datata 4 novembre 2025, affronta la questione dei titoli mariani connessi alla cooperazione della Vergine all’opera della salvezza, dichiarando improprio l’uso del titolo di "Corredentrice". Il documento argomenta che tale appellativo, sebbene nato da un’intenzione devota, genera confusione e squilibrio nell’armonia delle verità cristologiche, poiché rischierebbe di attribuire a Maria un ruolo redentivo autonomo o parallelo a quello del Figlio.

Si richiama la centralità assoluta della mediazione di Cristo, l’unico Redentore del genere umano, richiamando l’autorità di Atti 4,12: "In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati". A ciò si aggiunge la considerazione storico-patristica, secondo la quale il titolo "Corredentrice" non appartiene al linguaggio dei Padri e si è affermato tardivamente nella teologia post-tridentina, risultando pertanto, a giudizio della Nota, teologicamente immaturo e pastoralmente inopportuno, oltre che problematico sul piano ecumenico.

Questa sinodalità farà morire la Dottrina sociale della Chiesa

Riprendiamo dall'Osservatorio Card. Van Thuân Tutto dipende dal cambio di paradigma instaurato dal Vaticano II: la dottrina non precede e non fonda più la prassi. Qui l'indice dei precedenti.
Questa sinodalità farà morire la Dottrina sociale della Chiesa

Vedremo se la sinodalità così come è stata impostata da Francesco e sta continuando, almeno per il momento, con Leone, prenderà pienamente piede nella vita della Chiesa, o se troveranno adeguato modo di esprimersi delle opposizioni significative per rallentare o bloccare il processo. Fin da ora però una cosa possiamo dire: se prevarrà l’attuale linea non ci sarà più posto per la Dottrina sociale della Chiesa come l’abbiamo conosciuta almeno fino a Benedetto XVI.

Nella “vecchia” Dottrina sociale la prassi non assumeva il primo posto. Certamente, l’impegno di qualche vescovo e di laici nella società moderna per fronteggiare la nuova “questione sociale” si era verificato già prima della pubblicazione della Rerum novarum, ma non si può dire che ne sia stata la causa. L’iniziativa della prima enciclica sociale è stata di papa Leone XIII, che ha agito consapevole di farlo come Papa, la pienezza dei suoi contenuti sono quelli della dottrina e della tradizione. Certamente, per tornare alla prassi, essa non solo ha preceduto ma poi fatto seguito al magistero sociale, ora in modo coerente ora meno, ma anche in questi casi non ne è stata all’origine, ma si intendeva come applicativa.

martedì 4 novembre 2025

Leone XIV ufficializza in una nota dottrinale la negazione di "Maria corredentrice"

Questo è molto triste. Oggi, martedì 4 novembre, il Dicastero Vaticano per la Dottrina della Fede ha pubblicato una Nota dottrinale "Mater Populi Fidelis" qui presentata come frutto di un lungo lavoro  collegiale: i frutti  marci della collegialità [vedi]. Il documento è approvato da Leone XIV e firmato dal cardinale Víctor Manuel "Tucho" Fernández (vedi nota in calce e relativi link), dichiarando erroneamente che il titolo Co-Redemptrix è "inappropriato" e dichiarando anche che "La Nota sottolinea che l’espressione biblica riferita alla mediazione esclusiva di Cristo «è perentoria»". Inoltre "Si richiede speciale attenzione anche per “Mediatrice di tutte le grazie”".

Colligite Fragmenta / XXI Domenica dopo Pentecoste

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la consueta meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf che, nell'ottava, ci aiuta ad approfondire i doni spirituali della Messa della Domenica precedente qui.

Colligite Fragmenta / XXI Domenica dopo Pentecoste

Mentre l'anno liturgico volge al termine, la voce della Chiesa assume una gravità autunnale. Le domeniche dopo Pentecoste volgeranno il nostro sguardo verso la mietitura finale, quando il Signore prenderà ogni cosa per sé. La Colletta, l'Epistola e il Vangelo di questa domenica formano un'unica meditazione su misericordia e giudizio, protezione e pericolo, la famiglia divina custodita dalla grazia ma sottoposta alla prova dal fuoco. 
La Colletta, già presente nel Liber Sacramentorum Gellonensis, è elegante nella sua semplicità:
Familiam tuam, quaesumus, Domine, continua pietate custodi: ut a cunctis adversitatibus, te protegente, sit libera; et bonis actibus tuo nomini sit devota.
“Custodisci la tua famiglia, ti preghiamo, o Signore, con continua misericordia,
affinché, protetta da te, 
sia libera da ogni avversità e dedita al tuo nome nelle buone opere.”
Qui intravediamo già il dramma della fine dell'anno. La familia Dei è circondata dai nemici. Solo la pietas di Dio, la sua incrollabile misericordia, può preservarla. Familia in latino significava non solo genitori e figli, ma l'intera famiglia, servi inclusi. Così, quando il Canone prega Memento Domine famulorum famularumque tuarum, ricorda l'intera famiglia dei fedeli. Siamo dipendenti di Dio, sotto il suo governo paterno.

Il 'Supplices Te rogamus'

Conosciamo più a fondo le sublimi formule della Messa dei secoli e gli elementi che ne fanno un unicum irreformabile. Ogni semplice sfumatura è densa di significati per nulla scontati a prima vista. Minuzie, patrimonio del passato, da custodire nel presente e per il futuro. Conoscerle non è ininfluente per una fede sempre più profonda e radicata. Grande gratitudine a chi ce le offre con tanta generosa puntualità. Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement oggi ci soffermiamo sul Supplices Te rogamus. Ne approfitto per aggiungere, con una nota in calce, uno stralcio di mie riflessioni che credo integrino bene questo mirabile testo. Qui l'indice degli articoli sulle formule del latino liturgico.

Il 'Supplices Te rogamus'

Dopo la Supra quae propitio [qui], il sacerdote prega:
Súpplices te rogámus, omnípotens Deus, jube hæc(*) perférri per manus sancti Angeli tui in sublíme altáre tuum, in conspéctu divínæ majestátis tuæ: ut quotquot ex hac altáris participatióne sacrosánctum Fílii tui Corpus et Sánguinem sumpsérimus, omni benedictióne cælésti et grátia repleámur. Per eúndem Christum Dóminum nostrum. Amen.
Che traduco come:
Supplici ti chiediamo, Dio onnipotente: comanda che queste cose siano portate dalle mani del tuo santo angelo fino al tuo altare innalzato in alto, al cospetto della tua divina Maestà, affinché quanti di noi avranno assunto il sacrosanto Corpo e Sangue del tuo Figlio mediante questa partecipazione all'altare possano essere ricolmi di ogni benedizione e grazia celeste. Per Cristo nostro Signore. Amen.

lunedì 3 novembre 2025

Perché il nostro destino eterno è determinato dal nostro stato al momento della morte?

Nella nostra traduzione da Substack.com riprendiamo un articolo di Peter Kwasniewski del 2 novembre 2023, ripubblicato in onore della Commemorazione di tutti i fedeli defunti (celebrata oggi nelle comunità di antico rito) e del Mese delle Anime Sante. "Come l'essere nel tempo, la misericordia di Dio e l'opportunità di un dono finale e (finalmente!) totale di sé lavorano insieme."

Perché il nostro destino eterno è determinato
dal nostro stato al momento della morte?


Da mille anni ormai – da quando Sant'Odilone di Cluny (c. 962-1049) introdusse l'usanza della Commemorazione dei Defunti nel grande monastero di Cluny, da dove si diffuse rapidamente – la Chiesa latina ha scelto questo giorno per ricordare e pregare per le anime cristiane che ci hanno "preceduto con il segno della fede", per le quali imploriamo "un luogo di refrigerio, luce e pace" (come dice il Canone Romano). Ricordiamo specificamente i battezzati, cioè i fedeli: per questo preghiamo "che le anime dei fedeli defunti riposino in pace".(1) In altre parole, preghiamo per le Anime Sante del Purgatorio, che sono entrate nella vita eterna – sanno di essere salvate e vedranno Dio faccia a faccia – ma stanno ancora pagando il debito della pena temporale per i loro peccati già perdonati.

2/3 Novembre / Commemorazione dei defunti

Quest'anno la commemorazione dei fedeli defunti cade di Domenica. Tuttavia nel rito antico la Commemorazione dei defunti non prevale sulla domenica ma si trasferisce al giorno seguente. Dunque la meditiamo oggi. Qui trovate l'Ordinario; qui il Proprio della Santa Messa.
La riforma cluniacense, nel 998, (vedi nel testo sant'Odilone) stabilì che le campane dell'abbazia fossero fatte suonare con rintocchi funebri dopo i vespri del 1º novembre per celebrare i defunti, e il giorno dopo l'eucaristia sarebbe stata offerta pro requie omnium defunctorum; successivamente il rito venne esteso a tutta la Chiesa cattolica. Ufficialmente la festività, chiamata originariamente Anniversarium Omnium Animarum, appare per la prima volta nell'Ordo Romanus del XIV secolo. La Solennità è collegata alla verità di fede nella comunione dei santi, nella remissione dei peccati e nella resurrezione della carne come affermati sin dai tempi del Credo Apostolico.

2 Novembre
Commemorazione dei Defunti


Intróitus
IV Esdrae 2, 34 et 35 - Réquiem aetérnam done eis, Dómine: et lux perpétua lúceat eis.
Ps. 64, 2-3 - Te decet hymnus, Deus, in Sion, et tibi reddétur votum in Ierúsalem: exáudi oratiónem meam, ad te omnes caro véniet. IV Esdrae 2, 34 et 35 - Réquiem aetérnam done eis, Dómine: et lux perpétua lúceat eis.
Introito
IV Esdra 2, 34 e 35 - L’eterno riposo dona loro, o Signore: e splenda ad essi la luce perpetua. Sal. 64, 2-3 - A Te si conviene l’inno in Sion, o Dio, e a Te si scioglie il voto in Gerusalemme: a Te viene ogni carne, esaudisci la mia preghiera. IV Esdra 2, 34 e 35 - L’eterno riposo dona loro, o Signore: e splenda ad essi la luce perpetua

Non vogliamo, o fratelli, che ignoriate la condizione di quelli che dormono nel Signore, affinché non siate tristi come quelli che non hanno speranza (I Tess. 4, 12). La Chiesa ha oggi lo stesso desiderio che aveva l'Apostolo quando scriveva ai primi cristiani. La verità a riguardo dei morti mette in mirabile luce l'accordo della giustizia e della bontà in Dio, sicché anche i cuori più duri non resistono alla caritatevole pietà che questo accordo ispira, e, nello stesso tempo, offre la più dolce delle consolazioni al lutto di quelli che piangono. Se la fede ci insegna che esiste un purgatorio dove i peccati da espiare costringono i nostri cari, ci insegna anche che noi possiamo essere loro di aiuto (Concilio di Trento, Sess. XXV) ed è teologicamente certo che la loro liberazione, più o meno sollecita, è nelle nostre mani. Ricordiamo qui qualche principio di natura, per chiarire la dottrina.