Ho avuto la possibilità di consultare e tradurre il comunicato di un'Agenzia di informazioni cattolica francese (UNEC), che diffonde un dispaccio settimanale di notizie cristiane. Oggi, essa riferisce su recenti riflessioni di Mons. Fellay, alla vigilia dell'incontro con i superiori dei distretti ad Albano.
Lo trascrivo di seguito, perché possiamo ricavarne spunti che ci fanno entrare in alcune pieghe della difficile questione, che siamo in molti amanti della Tradizione a seguire con attesa piena di speranza e anche di apprensione, a causa dei noti risvolti problematici che tutti conosciamo e che vengono in parte evidenziati da Mons. Fellay, in questa circostanza apparso molto serio e non scherzoso come suo solito. Il che non potrà che dare sostanza e incentivo alla nostra preghiera.
VILLEPREUX/VERSAILLES (ru, 3 octobre 2011). Il 1 ottobre, in occasione della festa delle associazioni della Tradizione cattolica, Mons. Fellay Superiore della FSSPX, ha tenuto una conferenza sulle relazioni tra Roma e la Fraternità.
E' un momento cruciale per la Fraternità, poiché il 14 settembre, dopo tre anni di discussioni teologiche, il card. Levada ha loro consegnato, per la sottoscrizione, un protocollo dottrinale, chiamato « preambolo », che sotto alcuni aspetti ha l'aria di un ultimatum. Si comprende che per il Cardinale è quello o niente per essere « pienamente integrati » nella Chiesa.
Naturalmente Mons. Fellay, che ha convocato a Roma per il 7 ottobre per discuterne tutti i suoi superiori dei distretti del mondo, non poteva dire nulla di definitivo a quell'uditorio. Tuttavia egli ha evidenziato un certo numero di argomenti da prendere in considerazione.
Innanzitutto lo stato assolutamente deprecabile della Chiesa - disperato se lo si guarda con occhi umani -. La mancanza di vocazioni assume livelli catastrofici. Quest'anno solo un centinaio di nuovi preti, nell'ambito di TUTTE le diocesi francesi! Egli ha citato una diocesi francese che aveva 700 parrocchie e che è stata riorganizzata in non più di 70 « affinché ognuna di queste parrocchie possa avere un sacerdote ».
Mons. Fellay ha richiamato la difficoltà per alcuni fedeli di trovarsi in tal modo a 50 Km dal più vicino luogo di Messa. Si dice che l'anno passato l'età media dei preti era di 70 anni e quest'anno di 71. Di questo passo, tra 10 anni, l'età media dei preti sarà di 80 anni, dal momento che il calo allarmante delle vocazioni non arriva a ribaltare la corsa verso la sparizione dei preti cattolici in Francia.
Riguardo al « preambolo », Mons. Fellay ha riepilogato l'evolversi della questione. Ha ricordato che all'inizio la Fraternità aveva chiesto diverse condizioni per « ritrovare la fiducia nei confronti di Roma » : la reintroduzione dell'Antica Messa detta di San Pio V per tutti i sacerdoti del mondo, l'annullamento delle scomuniche dei 4 vescovi della Fraternità di San Pio X, e la costituzione di una commissione teologica per discutere gli errori introdotti nella Chiesa dal Vaticano II.
Mons. Fellay non ha continuato questa riflessione davanti al suo uditorio, ma si può in termini di logica intuirne il seguito: tutte queste condizioni sono state osservate, ma ciò è sufficiente per dare fiducia a Roma? Soprattutto pensando al rifiuto assoluto nei confronti della Fraternità manifestato, oggi più che mai, dall'insieme dei vescovi tedeschi e francesi, si può comprendere la gravità della questione della fiducia.
Già una volta il card. Ratzinger, più di 20 anni fa, aveva ottenuto la firma di Mons. Lefebvre su un accordo similare, ma l'indomani Mons. Lefebvre si sentì obbligato a ritirare la sua sottoscrizione temendo un astuto artificio del Vaticano.
Questa ambiguità vaticana certamente non è assente dal « preambolo » elaborato dallo stesso dicastero romano, cioè la Congregazione della Fede. Ma Mons. Fellay ha nello stesso tempo ricordato che non bisogna più lasciar solo il Papa, perduto tra i Modernisti che intendono distruggere la Chiesa dall'interno.
Tutti questi argomenti sono da ponderare e riflettere prima di rispondere al card. Levada; compito difficile e delicato.
Si potrebbe considerare che i negoziatori delle due parti in causa non fossero del tutto consapevoli di muoversi in una sorta di vicolo cieco che, umanamente parlando, dopo un minimo accordo, porterà a gravissimi dissensi, sia nell'ambito vaticano che in quello della Fraternità.
Perché non si è preferito lo statu quo continuando tranquillamente e pazientemente le discussioni teologiche, attendendo giorni migliori? A noi poveri laici resta un'arma potente: la preghiera del rosario in questo mese di Ottobre, sapendo che la Tuttasanta Vergine Maria schiaccerà sotto il suo tallone il fumo di Satana, sia all'interno che all'esterno della Chiesa.
Del resto è il tema dell'omelia sugli angeli e sul rosario che mons. Fellay ha pronunciato l'indomani, domenica 2 ottobre, a Villepreux. Non siamo infatti in piena battaglia Lepanto II ?
- O.A.M.D.G. -
http://www.radio-silence.tv/index.php?menug=9&menuh=1&idRu=869
11 commenti:
C'è chi su MiL ha scritto:
Ciò che si chiede alla FSSPX deve essere applicato prima dentro la Chiesa.... altrimenti non solo non ha senso pretendere qualcosa dalla FSSPX e poi continuare a lasciare che nelle Parrocchie regni il fai-da-te liturgico o peggio, si appoggia un cammino nella devastazione liturgica....
Così non ne usciamo fuori e non per colpa della FSSPX, ma per colpa di chi sapendo che esistono questi errori, continua a lasciarli commettere....
Il discorso di chi ha scritto queste righe è logico e sacrosanto. Tuttavia non mi pare realistico porre 'condizioni' a Roma; ma occorre tanto discernimento e tanta umiltà da parte della FSSPX per entrare in campo e operare per quel che essa è, con l'aiuto del Signore.
Poiché non è pensabile di poter estirpare certa gramigna, nemmeno si può lasciare la Chiesa in questa situazione di apnea. Le cose non cambiano da sole né possiamo cambiarle noi: dobbiamo renderci disponibili, noi e la FSSPX, perché il Signore possa servirsi dei Suoi fedeli per raddrizzare ciò che è sviato secondo la Sua volontà...
Non mi sembran parole di chiusura quelle di mons. Fellay, né di chiusura m'appaion quelle di mons. Pozzo affidate ad un'intervista.
Semmai sono il primo punto fermo per avviar un serio cammino comune.
Anch'io non vedo chiusura in Fellay, ma la consapevolezza della gravità del momento.
Semmai sono il primo punto fermo per avviar un serio cammino comune.
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l'importante è che il cammino comune sia subito, da dentro, e non attraverso ulteriori passi intermedi.
Questo saran le parti a deciderlo. Noi l'auspichiamo.
Trascrivo tradotto da Rorate caeli:
il Superiore generale, Mons. Fellay, ha chiamato tutti i superiori della Fraternità San Pio X ad una riunione speciale presso la sede di Albano, vicino Roma.
Questo incontro è importante per il futuro di tutta la Chiesa e, poiché la sua principale sessione si terrà il 7 ottobre (la festa della Madonna del Rosario), il Superiore Distrettuale degli Stati Uniti, fr. Rostand, chiede preghiere speciali alla Beata Vergine Maria in questo giorno attraverso la recitazione di tutte le 15 decine del Rosario.
Dato che questa giornata capita il Primo Venerdì del mese di ottobre, fr. Rostand incoraggia tutti coloro che possono, ad aiutare spiritualmente la FSSPX adempiendo devozioni quel giorno al Sacro Cuore, la partecipazione alla Messa votiva e l'adorazione del Santissimo Sacramento.
Non a caso la fraternità a messo la riunione il 7 proprio per ottenere l'intercessione della Santissima Vergine Maria, al quale rivolgiamo le nostre preghiere.
PS state facendo o avete la possibilità di fare la "crociata del Rosario"?
Se non avete il foglietto lo invierei molto volentieri.
CVCRCI
A chi hanno apportato maggiore vantaggio i colloqui: a Roma o alla
Fraternità San Pio X?
È un punto molto interessante, quindi insisto: per noi non si tratta
di acquisire un vantaggio. Noi vogliamo rendere nuovamente accessibile a
tutta la Chiesa il tesoro che Mons. Lefebvre ci ha trasmesso. Su questo
punto, uno statuto canonico sarebbe un beneficio per tutta la Chiesa. Per
esempio, si può supporre che un vescovo conservatore possa chiedere ad un
sacerdote della Fraternità di venire ad insegnare nel suo seminario
diocesano. In più, una regolarizzazione della nostra posizione potrebbe
anche significare che dei cattolici, che in altre occasioni si sono lasciati
dissuadere da etichettature infamanti, a quel punto osino unirsi a noi. Ma
non è di questo che si tratta, da 41 anni la Fraternità si è sviluppata
regolarmente, e questo malgrado il pesante argomento della "scomunica".
Quello che più ci importa è la Chiesa cattolica. Con Mons. Lefebvre, anche
noi ripetiamo le parole di San Paolo: «Tradidi quod et accepi», trasmettiamo
ciò che noi stessi abbiamo ricevuto.
Rev.mo Mons. Fellais e FSSPX, dobbiamo fare un grande sforzo di fede, non dobbiamo piu' lasciare solo il Papa perduto tra i modernisti, perche' in questo caso, la possibilita' di distruggere la Chiesa dall'interno e' elevatissima, e nostro Signore non ce lo perdonerebbe mai. Satana e' sempre in agguato e sappiamo che usa tutti i mezzi per raggiungere il fine, ma noi abbiamo l'aiuto dello Spirito Santo, tanto i vantaggi dei colloqui dottrinali, alla fine saranno per la Chiesa di Cristo. Dobbiamo solo riflettere con molta attenzione e cercare di non commettere errori. La FSSPX alla fine dara' un grande impulso alla Chiesa vista la situazione attuale delle vocazioni e della fede degli uomini dopo il VII, e domani sara' visibile, anche se la sofferenza nostra e' stata grande. Il demonio davanti a Dio e all'Immacolata Concezione ha sempre perso, questa e' la storia della Chiesa di Cristo.
Ecc.za Rev.ma voglio ritornare sul tema del documento dottrinale del S.Padre del 14 settembre u.s. considerando la Sua omelia del giorno dell'Immacolata, credo che sia inutile tentennare. La S.sede e' stata esplicita "o accettiamo il concilio VII e successivamente possiamo contestare i punti controversi (il che significa tutto)o ci fanno capire che la porta e' quella, indicandoci l'uscita. A questo punto una rflessione e' d'obbligo: o lasciamo il campo aperto ai distruttori modernisti seguaci del VII, oppure ci assumiamo un enorme fardello, che e' quello di accettare ponendo noi le condizioni alla S.Sede, poi dall'interno facciamo la nostra battaglia per la salvezza della Chiesa Cattolica, cosi' come loro dall'interno stanno distruggendo da 50 anni. Credo che il Signore in questo momento difficile ci abbia affidato il compito come fece con frate Francesco quando gli disse vai a riparare la Chiesa. In quel momento la Chiesa si trovava forse in condizioni migliori di adesso? Il Signore ci sta' chiamando per bere lo stesso calice amaro che Lui stesso ha dovuto bere accettando la Croce, e quello e' servito per salvare l'umanita'. Noi dobbiamo ricominciare una strada che qualcuno ha interrotto e certo non e' una cosa facile. Noi che vogliamo bene a Gesu' ed alla Sua Chiesa siamo quelli che con le sofferenze dobbiamo ricominciare a convertire al Cattolicesimo. Non guardiamo che siamo pochi, per Gesu' siamo sufficenti, in fondo sotto la Croce chi c'era rimasto? Sua Madre SS. e qualche altra persona che non aveva paura di Cristo. I rinnegati ed i traditori erano tutti spariti. Che Dio ci aiuti e ci benedica.
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