Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 13 ottobre 2011

Sofferenze per la Messa Gregoriana: un seme per il futuro.

Ancora oggi, numerosi fedeli legati alla Messa tridentina lamentano di subire mancanze di carità da parte di certi ambienti cattolici. E' davvero impressionante osservare che nonostante l'ostracismo, gli ostacoli e le ingiuste persecuzioni che spesso subiscono i tradizionalisti, la liturgia antica continua a diffondersi sempre di più.

Sopportare cristianamente le ingiuste persecuzioni, consente di ottenere enormi benefici spirituali. Basti pensare a ciò che è accaduto a San Pio da Pietrelcina, Sant'Ignazio di Loyola, San Giovanni Bosco e tanti altri santi. Ma l'esempio più fulgido è ciò che è accaduto ai primi cristiani. Nonostante i tiranni si affannassero a trucidarli, la Chiesa Cattolica, che è il Corpo Mistico di Cristo(1), moltiplicava i suoi seguaci e si espandeva sempre più. Così come il sangue dei martiri è semente per la nascita di nuovi cristiani, allo stesso modo le lacrime dei tradizionalisti sono semente per la diffusione della Messa gregoriana e per il trionfo della Tradizione Cattolica.

I seguaci dell'ermeneutica della discontinuità, hanno offuscato la visione soprannaturale dell'esistenza, hanno contribuito al rilassamento dei costumi, hanno inaridito la vita spirituale dei fedeli. Non temo smentite poiché i frutti avvelenati di questa mentalità sono sotto gli occhi di tutti. Invece di riconoscere i propri sbagli e di riparare i danni arrecati alle anime, alcuni di costoro, senza una valida giustificazione si accaniscono nell'ostacolare i fedeli amanti della Messa tridentina. In realtà, tutti questi ostacoli non fanno altro che incentivare l'avanzata della Tradizione. Quando il regnante Pontefice ha liberalizzato l'antica liturgia, ho provato molta gioia, ma vi confesso che al contempo ho temuto che finissero le persecuzioni. Ovviamente disprezzo il peccato di persecuzione, ma apprezzo il bene che Dio riesce a trarne in seguito. Se finissero le persecuzioni, ci sarebbe il rischio di un rilassamento generale degli ambienti legati alla liturgia antica, così come è avvenuto per la cristianità dopo la fine dell'oppressione ai tempi dell'Impero Romano. Può sembrare strano, ma i persecutori della Messa tridentina contribuiscono indirettamente alla diffusione della liturgia tradizionale.
[Dal blog Cordialiter]


Oltre che sopportare cristianamente e offrire al Padre le ingiuste persecuzioni, che ancora non accennano a diminuire, rafforziamo il nostro impegno a difendere e diffondere la vera fede con i mezzi che ognuno di noi, nel suo contesto, riesce ad usare.
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(1) Proprio oggi su MiL qualcuno notava: «definire la Chiesa come "Popolo di Dio" anzichè come "Corpo Mistico di Cristo" ( straordinaria l'enciclica di S.S. PIO XII ) è un segno evidente del decadimento teologico moderno». Non ho potuto fare a meno di aggiungere: «Popolo di Dio» è esatto ma generico ed è una connotazione ancora ebraica. «Corpo Mistico di Cristo» è un'identità più precisa più piena e rende perfettamente ciò che la Chiesa è ontologicamente.
Non c'è solo decadimento teologico, c'è il solito annacquamento e quel "tralasciare" tipico di tante formule conciliari, che poi ha per conseguenza l'abbandonare, far cadere nel dimenticatoio: in definitiva, tradire la verità veicolata da formule più pregnanti e significative...

3 commenti:

Anonimo ha detto...

By the way : http://www.diocesiscde.org/index.php/diocesis/documentos/cartas-pastorales/226-carta-del-obispo-sobre-la-liturgia-de-la-santa-misa )

Ora questo vescovo è vittima di una campagna di calunnie.
C'entrerà il suo adoperarsi per combattere il degrado liturgico?

Anonimo ha detto...

E' necessario far conoscere alle nuove generazioni tutti i significati dei gesti e dei segni della S. Messa. Troppi sono quelli a cui non è mai stato spiegato, a chi già lo sa non fa male approfondire e sentir risplendere anche per l'ennesima volta tesori tanto preziosi.

Si può amare solo ciò che si conosce.

DANTE PASTORELLI ha detto...

Ma a volte ciò che si conosce non si può amare, perché non ha nulla che si possa amare.