Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 7 ottobre 2011

La FSSPX in sessione ad Albano

Il blog Rorate caeli ci informa in diretta con il seguente articolo:
Oggi, festa del Santissimo Rosario della Beata Vergine Maria, ad Albano, vicino Roma, 30 membri della Fraternità San Pio X hanno iniziato il loro ritiro ed incontro di discussione. Il Superiore Generale, il Vescovo Mons. B. Fellay, questa mattina ha celebrato la S. Messa (vedi immagine).

I presenti sono il Superiore e i suoi due assistenti, i rettori dei seminari, ed i superiori dei distretti e delle case autonome. Gli argomenti principali, naturalmente, sono il preambolo dottrinale e il progetto canonico consegnato dal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Levada, il 14 settembre. (Informazione e immagine provengono dal Distretto tedesco della FSSPX)

Rorate suggerisce ai suoi lettori di non aspettarsi annunci sensazionali nel periodo immediatamente successivo a questo incontro - non è come il processo che si è sviluppato negli ultimi anni e non c'è ragione, sulla base degli eventi del passato, di aspettarsi movimenti affrettati - soprattutto perché, come dichiarato dal primo assistente generale della Fraternità, don. N. Pfluger: «il documento consente correzioni da parte nostra» e dato che il testo consegnato è, secondo la 'Ecclesia Dei' , «un testo provvisorio».


Inserisco la traduzione di un estratto in tal senso dell'intervista rilasciata da Mons. Pfluger il 29 settembre scorso (in versione originale su wwww.pius.info)
Si conosce che è stato consegnato un preambolo dottrinale di grande interesse. Nonostante Lei sia tenuto alla riservatezza sul contenuto del documento, può dirci come ne vede il testo?
Il testo proposto ammette correzioni da parte nostra. E ciò è necessario, non fosse che per eliminare chiaramente e definitivamente ogni minima ombra di ambiguità o di fraintendimento. Allo stato dei fatti, dobbiamo consegnare a Roma una risposta che rifletta la nostra posizione e manifesti senza ambiguità le preoccupazioni per la Tradizione. In ragione della nostra missione di fedeltà alla Tradizione cattolica, non dobbiamo scendere a compromessi. I fedeli, e ancor più i sacerdoti, sanno molto bene che le offerte fatte nel passato da Roma alle diverse comunità conservatrici erano inaccettabili. Se ora Roma fa un'offerta alla Fraternità, occorre che il tutto sia chiaro e senza equivoci per il bene della Chiesa e che acceleri il ritorno alla Tradizione. Facciamo nostri il pensiero e le modalità d'azione di tutta la Chiesa cattolica. Essa ha una missione universale e che la Tradizione rifiorisca ovunque nel mondo è stato sempre l'ardente desiderio del nostro fondatore. Un riconoscimento canonico della Fraternità Sacerdotale San Pio X potrebbe giustamente favorirlo.

10 commenti:

Icabod ha detto...

Effettivamente non c'è niente che possa essere fatto dall'oggi al domani.

C'è solo da augurarsi e sperare che non si aspettino cambiamenti concreti da Roma per decidere, ma che lo facciano confidando nell'azione della Grazia.

Icabod ha detto...

...pur con tutte le cautele del caso.

DANTE PASTORELLI ha detto...

Se Roma ha riconosciuto che diverse posizioni della Fraternità han ragion d'essere, i cambiamenti concreti devon esser garantiti.

Anonimo ha detto...

Io interpreto le parole di Icabod, che se vuole potrà confermare, come cambiamenti da parte di Roma, nel senso che la Fraternità, per 'rientrare' ponga delle condizioni su una virata da certe posizioni post-conciliari che io considero irrealistica e per questo concordo con lui.

Credo che non si possa pretendere un cambiamento preventivo, ma che si possa sperare in quello successivo, determinato dal maggiore fluire della Grazia in una 'pastorale' come Cristo comanda.

Del resto la Chiesa ormai è un patchwork di situazioni e posizioni e secondo me non resta che operare dall'interno per imprimere una svolta. Insomma, il metodo Buonaiuti all'inverso, per intenderci...

Anonimo ha detto...

Se confrontiamo i toni di Paolo VI nei confronti di mons. Lefebvre con il clima di oggi, possiamo dire che non c'è paragone.
Studiosi credibili e autorevoli come Gherardini ed altri continuano ad esprimere e motivare apertamente i loro interrogativi sul Concilio.
Molta acqua è passata sotto i ponti dal 1988 e lo stesso stato di necessità, aggravato da 50 anni di derive di ogni genere, che allora indusse mond. Lefebvre al doloroso 'strappo', dovrebbe indurre oggi la Fraternità San Pio X ad assumere la sua posizione canonica nella Chiesa.
Il Papa sembra aver fatto di tutto per promuovere il ritorno, nonostante le tremende opposizioni interne ed esterne. Il rischio è che restino ai margini per un'altra generazione, con una nuova generazione di sacerdoti e laici che potrebbero indurire il cuore nei confronti di Roma. Sarebbe meglio tornare ora. In fondo non devono abbandonare la fede o compromettere ciò in cui credono. Anche se sicuramente dovranno moderare i termini nei confronti del Papa.

Anonimo ha detto...

Sarebbe meglio tornare ora. In fondo non devono abbandonare la fede o compromettere ciò in cui credono. Anche se sicuramente dovranno moderare i termini nei confronti del Papa.
Che vuol dire?

Anonimo ha detto...

Anonimo, mentre scrivevo, pensavo ad uno stile di accesa polemica riscontrato in alcune frange.
In quei casi in genere mi capita di trovarmi perfettamente d'accordo sui contenuti, ma non sul modo in cui sono formulati.

Anonimo ha detto...

In genere mi capita trovarmi perfettamente d'accordo sui contenuti, ma non sul modo in cui sono formulati.
Fino a che punto i due aspetti sono distinguibili? MONS. Celada e la sua arringa pro ecclesia di sempre, dovrà circolare in modo clandestino? Ele eventuali reiterazioni di cresime, premesso che sono sempre state fatte in modo molto discreto, dovranno diventare addirittura "esoteriche"? E le critiche circa la libertà religiosa, l'insegnare che l'ecumenismo è nemico dell'Immacolata (padre Kolbe), che il liberalismo è peccato, etc., lo si dovrà fare in modo proprio occulto? E che la Chiesa è il Vero ed eterno Israele, che ha sostituito quello secondo la carne, che alcune beatificazioni e canonizzazioni del post-Concilio sono state fatte in mdo affrettato, bisognerà insegnarlo a porte sprangate, in riunioni notturne, nelle cappelle interne dei priorati? E magari sarà il caso di chiamare prima qualche ditta specializzata, per bonificare l'ambiente da eventuali "cimici"?

Anonimo ha detto...

Non intendevo assolutamente niente del genere, amico mio.
Spero che alla Fraternità non sia richiesto di rinunciare alla sua pastorale, ma di poter continuare ad essere quella che è: è questo che significa non scendere a compromessi, no?

Del resto ci sono aspetti della "nuova" Chiesa (purtroppo sono costretta a chiamarla così) che fanno soffrire molto noi credenti.
Il fatto che siano consentite le discussioni, mi fa pensare che siano riconosciute le valide ragioni dei 'nodi' che certamente non si sarà mancato di evidenziare e sui quali, scorrendo questo blog, capirà che ci troviamo perfettamente d'accordo.
E' un discorso che amerei approfondire di persona, perché è complesso e doloroso: è il Getsemani di questo nostro tempo e ci è chiesto di "vigilare e pregare", nel Signore.

Tra le cose che lei ha detto, faccio un'ipotesi secondo il mio sentire e spero che possa poi corrispondere alla realtà.

Credo e spero che, se ci sono dei fedeli che chiedono la reiterazione delle Cresime, la Fraternità possa corrispondere.
Quanto alle convinzioni sulle altre questioni che ha richiamato, ogni credente che si riconosce cattolico non può che essere d'accordo.

Una piccola riprova di quel che le dico: può leggere questo documento sulla visita del papa alla sinagoga e lo sconcerto e le riflessioni su quel che si è detto in quell'occasione, rese pubbliche per la condivisione di molti?

Forse saremo un piccolo gregge, ma non dobbiamo scoraggiarci e dobbiamo continuare a sperare e pregare.

Anonimo ha detto...

Soprattutto speriamo che,a coloro i quali, si dovessero sentire a disagio, nella situazione post-risposta al preambolo, QUALUNQUE ESSA SIA, sia consentito di potersene andare per la propria strada, senza troppi mal di pancia e senza anatemi reciproci. E ciò, chiunque essi siano: preti, monache, seminaristi e nessuno escluso, neppure i vescovi.