Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 11 ottobre 2013

Ogni giorno un nuovo pasticcio

Pubblico, grazie alla traduzione della Redazione, l'articolo del blog spagnolo La cigüeña de la torre. È il resoconto fedele di quanto accaduto ieri sera alla presentazione degli Atti del III Congresso Summorum Pontificum, celebrato a Roma nel 2011. Notevole l'intervento di Sandro Magister, ufficializzato stamane sul sito www.chiesa. Significativa del clima imperante la reazione del card. Burke e di Mons. Pozzo, usciti entrambi durante l'intervento di Magister. Ne ho anch'io conferma attendibile da testimoni oculari degni della massima fiducia. Aggiungo che l'articolo di Magister è arricchito da un intervento di Mons. Nicola Bux, appena sostituito in curia, a difesa della Liturgia tradizionale, che pubblico al termine del testo tratto dal blog spagnolo.

Ogni giorno un nuovo pasticcio.
E non si può continuare così

Lo scenario è stato la presentazione all’Angelicum degli Atti del III Congresso Summorum Pontificum, celebrato a Roma nel 2011.
[...]
Ha esordito il Cardinal Burke, ricordando il Motu Proprio e i veri motivi per cui Papa Benedetto l’ha promulgato: per garantire il diritto di tutti i fedeli a questo Rito, e l’arricchimento reciproco tra il nuovo e l’antico. Ha anche menzionato la sofferenza espressa dallo stesso Benedetto nella sua lettera ai vescovi in cui spiega il senso del Motu Proprio: una sofferenza connessa con la liturgia, provata di fronte ai cambiamenti che lo stesso Burke visse tanto nel seminario minore come in quello maggiore.

In séguito, il professor Giovanni Turco, professore di Filosofia Politica a Udine, è intervenuto sottolineando come l’importanza di questo Motu Proprio risieda nella conferma del diritto di tutti i fedeli alla non abrogazione del Rito antico. Come testimonianza dell’approssimazione con cui la riforma della liturgia venne realizzata allorquando si eliminò il latino, ha citato il termine consubstantialem, come ‘della stessa natura’, il che è un errore dogmatico riferito alla Trinità.

Sandro Magister ha concluso l’incontro lodando il Motu Proprio, e riassumendo in questi termini in che cosa il Magistero liturgico di Francesco è consistito:
  1. La proibizione dell’uso del Rito romano antico a un gruppo di fedeli: i Francescani dell’Immacolata, contravvenendo al diritto universale riconosciuto da Papa Benedetto XVI.
  2. La sostituzione in blocco (che, a suo dire, non è stata commentata da nessun giornalista o blogger) dell’équipe di consulenti dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Papa: i cinque ratzingeriani (Bux, Gagliardi, Silvestre, Gunther, Lang), sostituiti da vari professori della Sant’Anselmo (linea anti-ratzingeriana e pro-Piero Marini) e il rettore del Collegio Greco di Roma, Padre Nin, monaco di Monserrat che celebra tuttavia in Rito bizantino.
  3. Cambiamento del modo di celebrare la liturgia – e a tal proposito ha citato l’articolo di Lucrecia de Rego de Planas.
  4. “Arresto” dell’esame che stava facendo sulla messa definita “Kika” o neocatecumenale una commissione nominata da Benedetto XVI. L’ultima notizia in tal proposito è che Francesco ha ricevuto il 5 settembre Kiko e Carmen, che sono usciti dall’udienza molto contenti e tranquillizzati.
  5. Le parole di Francesco in un’intervista rilasciata tempo fa alla Civiltà Cattolica, in cui, parlando della liturgia, ha difeso la riforma liturgica dandone una nuova visione: “Il Vaticano II è stato una rilettura del Vangelo alla luce della cultura contemporanea. Ha prodotto un movimento di rinnovamento che semplicemente viene dallo stesso Vangelo. I frutti sono enormi. Basta ricordare la liturgia. Il lavoro della riforma liturgica è stato un servizio al popolo come rilettura del Vangelo a partire da una situazione storica concreta.
    Sì, ci sono linee di ermeneutica di continuità e di discontinuità, tuttavia una cosa è chiara: la dinamica di lettura del Vangelo attualizzata nell’oggi che è stata propria del Concilio è assolutamente irreversibile. Poi ci sono questioni particolari come la liturgia secondo il Vetus Ordo.
    Penso che la scelta di Papa Benedetto sia stata prudenziale, legata all’aiuto ad alcune persone che hanno questa particolare sensibilità. Considero invece preoccupante il rischio di ideologizzazione del Vetus Ordo, la sua strumentalizzazione
    ”.
Secondo Magister questo Papa si sta comportando in modo molto dolce con tutti tranne che coi tradizionalisti e ha dato un’interpretazione restrittiva dell’uso della liturgia antica, considerandola di nuovo qualcosa di limitato a gruppi “che hanno questa particolare sensibilità” e che potrebbero ideologizzarla. [leggere qui la reazione]

In sintesi, ha affermato Magister, la liturgia non sarebbe più opera di Dio, ma servizio al popolo e rilettura alla luce dei nostri tempi. L’arricchimento reciproco che auspicava Benedetto non sembra possibile per il momento con Francesco.

Ma l’avvenimento più eclatante dell’evento è stata l’uscita del Cardinal Burke e di Monsignor Pozzo a metà dell’intervento di Magister, non si sa se perché era per loro già ora di andarsene o per prudenza, vista la critica serena ma dura di Magister a Francesco.

La ritirata di un Cardinale durante un evento di rilievo è qualcosa di eclatante. E tutte le interpretazioni sono legittime.
Francisco José Fernández de la Cigoña,
Intereconomía, 11 ottobre 2013
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"CAMBIARE" LA LITURGIA?
di Nicola Bux

Oggi è più che manifesto il dissenso sulla natura della liturgia. È essa opera di Dio, in cui egli ha competenza, ha i suoi diritti? Oppure è intrattenimento umano dove fare ciò che noi vogliamo?

Le ombre, gli abusi e le deformazioni – termini usati da Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI ed effetti della bramosia di innovazione – hanno messo all'angolo la tradizione per cui “ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e dar loro il giusto posto” (così Benedetto XVI nella lettera di presentazione ai vescovi del motu proprio "Summorum pontificum").

Senza "traditio" – la consegna di ciò che abbiamo ricevuto, come scrive l'Apostolo – non si sviluppa organicamente il nuovo. Il dissenso si può risolvere solo comprendendo che la liturgia è sacra, cioè appartiene a Dio ed egli vi è presente e opera. 

Ma a chi compete salvaguardare i diritti di Dio sulla sacra liturgia? Alla Sede Apostolica e, a norma di diritto, al vescovo ed entro certi limiti alle conferenze episcopali compete “moderare” la liturgia: così recita il testo latino della costituzione liturgica del Concilio Vaticano II (n. 22, § 1-2).

Che vuol dire “moderare”? Confrontando altri passi del Vaticano II, significa salvaguardare la legittima diversità delle tradizioni in campo liturgico, spirituale, canonico e teologico: si pensi alle liturgie occidentali come la romana e l'ambrosiana e alle numerose liturgie orientali ritenute all'interno dell'unica Chiesa cattolica.

Il termine può essere tradotto anche “regolare”, il che presume che l'operazione avvenga "sotto la direzione" di un'autorità suprema. Da un altro documento del Vaticano II, il decreto sull'ecumenismo (Unitatis redintegratio n. 14), sappiamo che i redattori del testo intendevano "moderante" come "sotto la presidenza", o in francese: "intervenant d’un commun accord" (la traduzione francese è stata fatta dagli estensori del decreto). La formula limita gli interventi romani "ad extra" al sorgere di uno screzio grave circa la fede o la disciplina.

La sacralità della liturgia, dunque, spinge la costituzione liturgica conciliare a tirare le conseguenze: “Perciò nessun altro, assolutamente, anche se sacerdote, aggiunga, tolga o muti alcunché  di sua iniziativa, in materia liturgica”(n. 22 § 3).

Il Catechismo della Chiesa cattolica ha ulteriormente precisato che “anche la suprema autorità della Chiesa [ossia il papa - ndr] non deve modificare la liturgia arbitrariamente, ma solo in obbedienza alla fede e con rispetto religioso per il mistero della liturgia” (n. 1125).

Ha scritto Joseph Ratzinger nella prefazione al libro di Alcuin Reid "Lo sviluppo organico della liturgia", Cantagalli, Siena, 2013:
“Mi sembra molto importante che il Catechismo, nel menzionare i limiti del potere della suprema autorità della Chiesa circa la riforma, richiami alla mente quale sia l'essenza del primato, così come viene sottolineato dai concili Vaticano I e II: il papa non è un monarca assoluto la cui volontà è legge, ma piuttosto il custode dell'antica Tradizione [una delle due fonti della divina rivelazione – ndr),  e il primo garante dell'obbedienza. Non può fare ciò che vuole, e proprio per questo può opporsi a coloro che intendono fare ciò che vogliono. La legge cui deve attenersi non è l'agire 'ad libitum', ma l'obbedienza alla fede. Per cui, nei confronti della liturgia, ha il compito di un giardiniere e non di un tecnico che costruisce macchine nuove e butta quelle vecchie. Il 'rito', e cioè la forma di celebrazione e di preghiera che matura nella fede e nella vita della Chiesa, è forma condensata della Tradizione vivente, nella quale la sfera del rito esprime l'insieme della sua fede e della sua preghiera, rendendo così sperimentabile, allo stesso tempo, la comunione tra le generazioni, la comunione tra coloro che pregano prima di noi e dopo di noi. Così il rito è come un dono fatto alla Chiesa, una forma vivente di 'paradosis'".
È questo un invito alla riflessione per quanti mettono in giro la voce che papa Francesco stia per “cambiare” la liturgia.

Nel secolo scorso in Russia, il tentativo del patriarca Nikon di cambiare i libri liturgici ortodossi produsse uno scisma. Anche tra i cattolici lo scisma di mons. Lefebvre fu dovuto in buona parte all'aver toccato la liturgia e ne soffriamo tuttora le conseguenze. [Sull'uso del termine scisma, a proposito di Mons. Lefebvre, non possiamo che esprimere riserve]

14 commenti:

hpoirot ha detto...

Anche tra i cattolici lo scisma di mons. Lefebvre fu dovuto...

Ecco! per il seguace di Ratzinger, don Nicola Bux, (se molti parlano di seguaci di Lefebvre é sacrosanto parlare di seguaci di Ratzinger!) la SPX é in stato di scisma.

Questi sono gli amici, figuriamoci poi i nemici ...

Anonimo ha detto...

Non so se vi è giunta notizia delle ennesime scuse porte oggi dal Papa agli ebrei in visita, dicendo tra le altre cose che vi sono state ingiustizie da parte della Chiesa. Ho letto l'articolo su tgcom ma non trovo il discorso completo, potreste pubblicarlo cortesemente?

Roberto

RIC ha detto...

Mic, qualche giorno fa avevo segnalato la lettera che la giornalista cattolica messicana Lucrecia de Rego de Planas aveva indirizzato a Bergoglio e che viene citata al punto 3 da Magister. Andavo di fretta (come sempre) e mi ero limitato a tradurne qualche breve passaggio. Ora trovo invece la traduzione completa in italiano che, credo, valga la pena di essere letta. Per chi volesse e' qui
http://it.gloria.tv/?media=506461

RIC ha detto...

X anonimo delle 20.32

http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2013/10/11/0651/01467.html

Anonimo ha detto...

Caro RIC,
Grazie.
stasera sono cotta. Ne riparliamo domani.

RIC ha detto...

Buon riposo Mic. Te lo meriti davvero!!

Angelo ha detto...

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/10/11/misa-tango-a-santignazio-in-onore-del-papa-argentino/

Ho le traveggole?

Anonimo ha detto...

Incredibile!
Da traveggole anche questa. Avrebbe fatto interrompere la celebrazione della Messa a Muller per parlargli di una pratica...

http://www.lastampa.it/2013/10/11/blogs/san-pietro-e-dintorni/un-papa-impulsivo-GxeizdbdSwI3NoWQWhVNBN/pagina.html

Anonimo ha detto...

Osservatore dice,

l'uscita di Pozzo e Burke è la consuetudine dei vescovi della Curia quando c'è critica aperta del Santo Padre...essendo che hanno posti di fiducia sarebbe sleale se hanno ascoltato....anche se sono d'accordo con la critica...

ma per prudenza, con la tirannia di Bergoglio, hanno fatto ciò che era necessario...

sam ha detto...

Se è vero, è grave non solo che il Papa abbia insistito pur sapendo che il Cardinale stava celebrando (ma questo non lo sappiamo). Molto più grave che il segretario e poi lo stesso Prefetto della CDF abbiano deciso di sospendere la Santa Messa per il Papa!
Se vale il principio "Ubi Maior, minor cessat", direi che anche alla CDF hanno le idee parecchio confuse.

Anonimo ha detto...

Toscano dice,

Nel pontificato di Bergoglio, anche Dei deve spettare per Bergoglio....


Forse questo è il Significato di Susel...

nel libro di Ester, il rè di Sus non ha dio oltre che se stesso...

Anonimo ha detto...

Evidentamente Bergoglio non ha mai letto la Bibbia, neanche la prima pagine:

Ecco le prove:

http://blog.messainlatino.it/2013/10/il-santo-padre-francesco-il-demonio.html

Dice a Santa Marta:

"La presenza del demonio è nella prima pagina della Bibbia e la Bibbia finisce anche con la presenza del demonio, con la vittoria di Dio sul demonio”."

Se qualcun sa se esiste tale edizione della Bibbia, dimmi...

Anonimo ha detto...

quella chiesa moderna che fa acqua da tutte le parti (6)
http://www.fedeecultura.it/file/past_inf.pdf

Errori del pentecostalismo
http://www.fedeecultura.it/file/pentecostalismo.pdf

Possiamo pensare al pentecostalismo, in tutte le sue modalità, come ad uno dei mezzi, non certo il solo, per realizzare una nuova ed unica religione mondiale?
http://www.preghiereagesuemaria.it/sala/nuova%20religione%20mondiale.htm

Il boom del secolo. Seicento milioni di carismatici
C´era una volta Gioacchino da Fiore
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/7184

La chiave dell’unità, ha sottolineato padre Raniero Cantalamessa, è l’amore: “Il nostro contributo all’unità è l’amore reciproco”, ha spiegato. Se alcuni vogliono costruire l’unità a partire della verità di fede, >> “noi vogliamo farlo partendo dal cuore”.
“L’unità che cerchiamo esiste già perché è stata conquistata da Cristo e si rende operante nella Chiesa attraverso lo Spirito Santo”, ha aggiunto. “Lo Spirito precede, l’istituzione non può far altro che seguirlo”.
Il predicatore vaticano ha segnalato che “c’è ancora molto da fare”, e che “da sola la via dell’ecumenismo ufficiale e teologico non raggiungerebbe mai l’unità dei cristiani. E’ necessario sostenere l’ecumenismo dottrinale con quello spirituale. E visto che entrambi procedono dallo stesso Spirito, non può esserci conflitto”.
http://www.zenit.org/it/articles/buenos-aires-7-000-cattolici-ed-evangelici-insieme-per-testimoniare-l-unita

Marco P. ha detto...

Ma Muller è arcivescovo, oppure mi sono perso la sua creazione a cardinale (nell'articolo di Tosatti lo si qualifica come Cardinale) ?