Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 19 luglio 2018

Nessuna azione sociale senza dottrina

Non è possibile “costruire la Città Nuova sulle nuvole”

Giuseppe Toniolo
C’è una tendenza, in politica, ad imporsi con proclami forti e infuocati, del tutto separati da un apparato teorico debole di fondo, che si manifesta con parole, alla fine, del tutto innocue. Al contrario – scrive mons. Giampaolo Crepaldi in un suo libro – è necessario che vi sia qualcosa «a fondamento della politica» e che si fondi su «finalità che vanno oltre la politica». I «principi non negoziabili», ad esempio, hanno proprio questo «scopo, prepolitico e metapolitico». Sembra dunque opportuno una preparazione propedeutica di contenuti, per nulla contrastante con la successiva ed energica pratica competitiva tra partiti.

Dopo più di settant’anni dalla nascita della DC, è adesso opportuno capire che solo un partito «fondato» saldamente (e non solo ispirato) sulla Dottrina sociale della Chiesa può dirsi cristiano e avere una minima possibilità d’influire cristianamente nel secolo. Spesso l’«ispirazione» a Cristo è stata solo un pretesto per estendere il dominio della coscienza individuale: Cristo sì, ma anche il liberalismo; Cristo sì, ma anche un cammino in compagnia del social-comunismo.

Molto meno accomodanti erano i toni con i quali Giuseppe Toniolo fondava la democrazia in senso cristiano:
«L’ordine sociale, così, prima che sul diritto, è fondato sul dovere in tutte le sue applicazioni e relazioni» . Toniolo, anzi, parla di un «triplice dovere»: dovere «di religione verso Dio», «di giustizia verso di sé e dei simili» e «di carità». L’ordine sociale, cioè, non è vagamente ispirato, ma «fondato» sul dovere. Dov’è, dunque, per Toniolo l’«essenza della democrazia»? È in quell’ordine sociale che «si esplica ed attua mediante la gerarchia dei doveri» e che «è prestabilito da Dio a vantaggio comune di tutti».
Non ogni democrazia è legittima, non ogni bene comune va perseguito, se non prevede anche la perfezione soprannaturale. La democrazia cristiana (non il partito) o è fondata o non si tiene. Non è sufficiente dichiarare di non volere scendere a compromessi sui temi della vita e della famiglia, se non vi è un fondamento dichiarato sulla dottrina. Il progetto di Toniolo e di altri esponenti del nascente movimento cattolico era assai ambizioso, poiché prevedeva la restaurazione della società intera, fratturata per via della questione sociale. All’ampiezza del progetto si affiancava la chiarezza e la solidità del programma. Ci fu, tra l’altro, una netta presa di distanza dalla «falsa democrazia liberale», di matrice giacobina, nata all’indomani della Rivoluzione francese.

Tanto più oggi, nell’epoca del trionfo dell’anarchismo radicale – altrimenti detto socialismo anarcoide – è prioritaria una smarcatura netta dalle suggestioni anticristiane sul piano del programma, che vada a sostituire una scesa in campo entusiasta e zelante, ma priva di contenuti fondativi. Importante, a questo fine, è la formazione preventiva del cattolico che voglia impegnarsi in politica. Toniolo è lapidario: il popolo potrà acquistare importanza politica solo se «affrancato, onorato, elevato, educato». Non sono sufficienti le buoni intenzioni, ma è necessaria piuttosto una formazione sul lungo periodo, proprio perché è sul lungo periodo che l’apostasia anarco-individualista ha messo radici profonde e durature.

Di «falsa democrazia» ha trattato San Pio X nella “Notre charge apostolique” . La falsa democrazia s’ispira ad un «nuovo Vangelo» – assai difforme dal Vangelo di Cristo – in cui vi è l’«esaltazione dei sentimenti», la «cieca bontà», il «misticismo filosofico, mescolato con una componente illuministica». La falsa democrazia – osserva il Papa – divide l’uomo in due: «l’individuo, che è cattolico» e «l’uomo di azione, che è neutrale». Si riconosce qui la nota prassi del “cattolico adulto”, che separa l’ambito secolare da quello soprannaturale.

Soprattutto, però, San Pio X insegna che è impossibile un’azione sociale senza dottrina: «In questi tempi di anarchia sociale e intellettuale, in cui ciascuno si atteggia a dottore e legislatore, non si costruirà la città diversamente da come Dio l’ha costruita; non si edificherà la società, se la Chiesa non ne getta le basi e non ne dirige i lavori; no, la civiltà non è più da inventare, né la città nuova da costruire sulle nuvole».
Silvio Brachetta
Osservatorio Internazionale Card. Van Thuân

11 commenti:

Anonimo ha detto...


OT. Dieu merci, il y a encore des évêques, même conciliaires, qui font honneur à leur sacerdoce.

Mgr Cattenoz, évêque d'Avignon, est de ceux-là. Ce prélat courageux vient de rappeler, à l'occasion d'une homélie diffusée sur France-Culture le 15 juillet, quelques vérités élémentaires concernant l'avortement, le “mariage” homosexuel, le “droit” à tout et à n’importe quoi.

Parlant de Simone Veil, récemment “panthéonisée”, il n’a pas hésité à dire :

« Je vous avoue que j’ai pleuré, il y a quelques semaines, en voyant conduire au panthéon de la République le corps de celle qui a permis la légalisation de l’avortement. »

Et il a rappelé le mot de Jean Paul II : « L’avortement est le crime le plus abominable qui soit car la victime n’a même pas la possibilité de crier sa propre souffrance. »

Il n’a pas craint d’ironiser sur les LGBTQ : «"Je n'ai jamais rencontré de L, de G, de B, de T et, paraît-il maintenant, de Q… Je ne connais et ne vois que des personnes humaines avec toute la richesse de leur féminité et de leur masculinité. »

Ces propos parfaitement clairs, parfaitement catholiques, ont aussitôt suscité la colère et même la rage de toute la bien-pensance.

L’hebdomadaire sioniste “Marianne”, récemment acquis par le milliardaire tchèque Daniel Kretinsky, s’est particulièrement distingué, s'indignant que la “République laïque” permette à un évêque “intégriste” et “réactionnaire” de s’exprimer sur une radio publique dans une “messe chrétienne”…

Preuve est faite, une fois de plus, qu'en France (mais ailleurs aussi sans doute), la laïcité, comme l’écrit “Égalité et Réconciliation”, n’est que “le faux-nez du sionisme”.

https://www.egaliteetreconciliation.fr/Delation-Marianne-traque-une-messe-catholique-integriste-sur-les-LGBT-et-contre-Simone-Veil-51607.html

Anonimo ha detto...

www.ilgiornale.it>news>mondo filosofo attacca il papa 'eretico' se approverà la contraccezione.

irina ha detto...

Cioè, occorrono i cattolici. Che nei fatti non ci sono. Esiste una gamma molto varia di catto-qualcosa d'altro. I cattolici non esistono. La maggior parte sono al passo con i tempi e non con l'Eterno. Se esistessero, con il loro modo di essere, di vivere, di lavorare, di pregare avrebbero contestualmente dato vita ad una cultura alternativa cattolica. Questa non esiste, quindi i cattolici non esistono. Il libro passato di mano, lo scrittore, il conferenziere non fanno primavera. Questo papa è lo specchio della condizione dei cattolici. Nonostante tutti i movimenti laicali...!!! Questi movimenti sono circoli 'esperienziali' piccoli ghetti, avranno anche puntellato qua e là nel momento del loro fulgore ma che abbiano portato la cultura cattolica nel mondo, no. Figuriamoci un pensiero sociale, un'azione sociale, impossibile se non ci sono cattolici che incarnino la religione cattolica, cioè la Dottrina. Da mò che la dottrina è stata bandita non solo nel pubblico ma, purtroppo anche nel privato. No problem, si va di pastorale. E' una cascata del Niagara. E' pazzesco pensare di portare il Cattolicesimo nel mondo, nella politica, senza cattolici veri. Di finti spocchiosi tanti, di veri pochi pochi.

Circa .H.V. ha detto...

https://www.radiospada.org/2018/07/e-ufficiale-humanae-vitae-sostitui-allultimo-la-piu-conservatrice-de-nascendae-prolis-gia-stampata-in-latino-ma-accantonata/

"I cristiani vogliano essere cristiani" ha detto...

LE RIFLESSIONI DI DON DIVO BARSOTTI SULLE “MODERNITA’ “ DELLA CHIESA – di Cristina Siccardi
13 aprile 2012
https://www.riscossacristiana.it/le-riflessioni-di-don-divo-barsotti-sulle-modernita-della-chiesa-di-cristina-siccardi/

Anonimo ha detto...

In un recente comunicato stampa della Diocesi di Würzburg si poteva leggere un esplicito invito all’intercomunione da parte di monsignor Franz Jung, dallo scorso 10 giugno vescovo di Würzburg: «In questi giorni si celebreranno messe per gli anniversari di matrimonio. Il vescovo Franz invita all’Eucaristia anche coniugi evangelici uniti in matrimoni interconfessionali».

È la prima volta nella storia della Chiesa tedesca che un vescovo invita, attraverso gli organi di comunicazione diocesani, coniugi interconfessionali alla ricezione della Comunione secondo il rito cattolico. L’invito per di più è generalizzato e non limitato “a casi particolari”, motivati da gravis necessitas, come vorrebbe l’articolo 844 § 4 del Codice di diritto canonico. Stando all’omelia del vescovo Jung, tenuta lo scorso giovedì 5 luglio nel duomo di San Kilian in occasione delle messe solenni per gli anniversari di matrimonio, la condizione per la ricezione interconfessionale del sacramento eucaristico sarebbe dunque non un caso di emergenza – laddove, per esempio, un cristiano evangelico in punto di morte fosse impossibilitato a ricevere la comunione da un pastore luterano - ma semplicemente una «vissuta fedeltà coniugale».

fonte https://www.acistampa.com/story/in-germania-la-intercomunione-mette-a-rischio-lunita-della-chiesa-9126



mic ha detto...

La questione dell'ospitalità eucaristica e quella delle "messe ecumeniche" è nelle intenzioni della nostra preghiera di riparazione di oggi e di ogni venerdì.

F.T. ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/savona-il-piano-a-il-debito-implicito/

Silente ha detto...

Nella sua prima enciclica del 28 dicembre 1878, Quod apostolici muneris, Leone XIII definì la democrazia come una "mostruosa opinione" e un'empietà nuova: "Quindi con empietà nuova, sconosciuta persino agli stessi pagani, si costituirono Stati senza alcun riguardo a Dio ed all'ordine da Lui prestabilito; si andò dicendo che l'autorità pubblica non riceve da Dio né il principio, né la maestà, né la forza di comandare, ma piuttosto dalla massa popolare la quale, ritenendosi sciolta da ogni legge divina, tollera appena di restare soggetta alle leggi che essa stessa a piacere ha sancite."
A sua volta, nei suoi radiomessaggi natalizi Pio XII si soffermò diverse volte sull'esistenza di un ordine universale, oggettivo e assoluto, come proiezione della sovrana volontà di Dio. E fu sempre Pio XII a dichiarare: "Ciò che non corrisponde alla verità e alla norma morale non ha oggettivamente alcun diritto né all'esistenza, né alla propaganda" (Discorso al V Congresso dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani, 6 dicembre 1953).
E si potrebbe continuare, citando il parere profondamente negativo sulla democrazia di grandi controrivoluzionari come de Maistre, de Bonald, Donoso Cortes e, in Italia, il dimenticato direttore della Civiltà Cattolica, Luigi Taparelli d'Azeglio, ostile alla "prevalenza numerica" e orientato a una tradizionale antidemocrazia o, ancora, i grandi sociologi cattolici tra '800 e '900 per i quali al massimo si poteva concepire una "democrazia organica", quindi limitata e inserita in un contesto civile gerarchizzato e rispettoso del diritto naturale e divino.
Questa la concezione della Chiesa fino al cvii. L'espressione "democrazia cristiana" è un brutto (in tutti i sensi) ossimoro.
Delle utilissime indicazioni sul tema possono essere fornite dall'ottimo testo di Giovanni Tortelli, esperto di diritto pubblico, diritto ecclesiastico e filosofia del diritto, tra l'altro laico consacrato nella Comunità dei Figli di Dio fondata da don Divo Barsotti: Democrazia e cattolicesimo, Cantagalli, Siena 2012, con una bella prefazione di Monsignor Brunero Gherardini.
Silente

Silvano ha detto...

....
Individualismo come fattore di rischio

Molto significativamente, né stato né la cultura corrente ritiene che qui, l’America sia di fronte ad una immane, atroce crisi sociale.Dimitri Orlov, che è russo di origine, dà la sua spiegazione: mentre un russo o un cinese o un indiano hanno ”il senso di sé profondamente impregnato dall’incredibile potenza metafisica accumulata nel corso dei millenni della collettività culturale e storica di cui fa parte”, per un americano “non c’è altro valore che i diritti individuali”. Ma nella crisi attuale, “l’esercizio di questi diritti individuali è diventato un esercizio futile al raggiungimento di risultati decenti: un po’ di dignità e di sicurezza, una vita familiare stabile, la capacità di sovvenire ai bisogni dei propri figli e di prepararsi la vecchiaia. L’ideologia individualista, associata ad una totale disperazione, è un mandato di morte”.

https://www.maurizioblondet.it/fenomeni-naturali-nelle-citta-americane/

Anonimo ha detto...

1. COSA SUCCEDE SE UNA (FINTA) PROFUGA ARRIVA A CAPALBIO IN CERCA DI AIUTO? - VIDEO
2. E’ L’ESPERIMENTO DE “IL TEMPO” CHE HA SPEDITO UNA DONNA DI COLORE IN PAESE E NELLA SPIAGGIA RADICAL-TILT DEI FREGNONI DI SINISTRA CHE PREDICANO BENE E RAZZOLANO MALE
3. RISULTATO? POCHI SPICCIOLI E TANTI INSULTI. E GUAI A CHIEDERE OSPITALITÀ PER DORMIRE...
http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/cosa-succede-se-finta-profuga-arriva-capalbio-cerca-aiuto-179317.htm

Magliette rosse...dove siete ?