Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 24 gennaio 2023

Il Battesimo dei bambini: perché un neonato deve essere battezzato quando non può dir nulla in proposito?

Nel Battesimo, i neonati sono incorporati in Cristo, non attraverso un atto della loro volontà, bensì dei padrini che rappresentano la Chiesa e si assumono la responsabilità dell’educazione spirituale del bambino. I genitori, naturalmente, devono acconsentire al Battesimo; la Chiesa rifiuta di battezzare qualcuno contro la sua volontà o di battezzare i bambini se non c’è qualche garanzia che vengano educati nella fede. I padrini agiscono in rappresentanza della Chiesa, non dei genitori. Essi testimoniano l’incorporazione del neonato nella compagnia di Cristo.
Ci si potrebbe chiedere: perché un bambino deve essere battezzato quando non può dire nulla in proposito? Allora, perché dovrebbe essere nutrito? Gli si chiede forse un parere sul cognome che assumerà? Se riceve il cognome della famiglia, la sorte della famiglia, il ceto sociale della famiglia, l’eredità della famiglia, perché non dovrebbe anche ricevere la religione della famiglia?
Nel nostro Paese non attendiamo che i figli abbiano ventuno anni per poi permettere loro di scegliere se diventare cittadini americani, se intendono parlare la lingua inglese. Sono nati americani; così, nel Battesimo, siamo nati membri del Corpo mistico di Cristo. Se uno aspetta di avere ventun’anni prima di imparare qualcosa sulla propria relazione con il Signore che lo ha redento, avrà già imparato nel frattempo un altro catechismo, quello delle sue passioni, della sua concupiscenza, della sua lussuria.
(Fulton J. Sheen, da "I 7 Sacramenti" edizioni Ares)

8 commenti:

Il Santo di oggi ha detto...

Dalla «Introduzione alla vita devota» di san Francesco di Sales, vescovo
(Parte 1, Cap. 3)

La devozione è possibile in ogni vocazione e professione
Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna «secondo la propria specie» (Gn 1, 11). Lo stesso comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché producano frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizione.
La devozione deve essere praticata in modo diverso dal gentiluomo, dall'artigiano, dal domestico dal principe, dalla vedova, dalla donna non sposata e da quella coniugata. Ciò non basta; bisogna anche accordare la pratica della devozione alle forze, agli impegni e ai doveri di ogni persona.
Dimmi, Filotea, sarebbe conveniente se il vescovo volesse vivere in una solitudine simile a quella dei certosini? E se le donne sposate non volessero possedere nulla come i cappuccini? Se l'artigiano passasse tutto il giorno in chiesa come il religioso e il religioso si esponesse a qualsiasi incontro per servire il prossimo come è dovere del vescovo? Questa devozione non sarebbe ridicola, disordinata e inammissibile? Questo errore si verifica tuttavia molto spesso. No, Filotea, la devozione non distrugge nulla quando è sincera, ma anzi perfeziona tutto e, quando contrasta con gli impegni di qualcuno, è senza dubbio falsa.
L'ape trae il miele dai fiori senza sciuparli, lasciandoli intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio, perché non solo non reca pregiudizio ad alcun tipo di vocazione o di occupazione, ma al contrario vi aggiunge bellezza e prestigio.
Tutte le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione, se l'unisce alla devozione. La cura della famiglia è resa più leggera, l'amore fra marito e moglie più sincero, il servizio del principe più fedele, e tutte le altre occupazioni più soavi e amabili.
È un errore, anzi un'eresia, voler escludere l'esercizio della devozione dall'ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniugati. È vero, Filotea, che la devozione puramente contemplativa, monastica e religiosa può essere vissuta solo in questi stati, ma oltre a questi tre tipi di devozione, ve ne sono molti altri capaci di rendere perfetti coloro che vivono in condizioni secolari. Perciò dovunque ci troviamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta.

Anonimo ha detto...

SCONVOLGENTE MIRACOLO DEL VESCOVO FULTON SHEEN: BIMBO MORTO DOPO PIÙ DI UN’ORA TORNA IN VITA

La storia di un miracolo sbalorditivo avvenuto per intercessione del vescovo Fulton John Sheen, riconosciuto per la sua causa di beatificazione.

Chi è stato Fulton Sheen? Prima di tutto un eccezionale predicatore, capace di tenere incollate al video milioni di persone con le sue catechesi portate avanti con uno stile unico, brillante e arguto, capace di conquistare i cuori anche col suo innato senso dell’umorismo. Uomo dalla parola schietta, Sheen è stato anche autore di popolarissimi (e chiarissimi) libri.
Quando camminava sulla terra – era solito dire il vescovo Sheen – è stato Gesù, il Signore incarnato, a infondere un «divino senso dello humour» a tutte le cose.

Sì, perché solo chi è in grado di «vedere oltre» le cose può sorridere di loro. Nessuno ha mai riso per un gioco di parole se non ha colto il doppio senso su cui tutte le battute costruiscono la loro fortuna.
Agli occhi di un materialista questo mondo è solo una noiosa serie di cose uguali a sé stesse. Per lui una montagna è soltanto una montagna, un tramonto è solo un tramonto e basta.
Ma per poeti, artisti e santi – tutti esseri non a caso legati da una profonda affinità – il mondo parla di qualcosa che va al di là del mondo stesso. Una montagna, ad esempio, rimanda alla potenza di Dio, il tramonto parla della bellezza di Dio, il fiocco di neve della sua purezza e così via.

Ma per tornare alla figura di Sheen, va detto che la sua predicazione si alimentava di tanta sostanza, oltre che dello studio: la preghiera, la profonda comunione con Gesù, la devozione alla Madonna. Così divenne strumento di numerose conversioni (si parla di 50 mila persone convertite grazie a lui, tra le quali molti militanti comunisti e perfino spie rosse come Bella Dodd). È già stato promulgato il decreto di beatificazione e la Congregazione per le cause dei santi gli ha riconosciuto il miracolo necessario per essere beatificati.
Si tratta di un fatto che ha dello sbalorditivo, raccontato nel libro “61 minuti per un miracolo” (Mimep Docete). Il miracolo che ha portato alla beatificazione di Fulton Sheen riguarda infatti la guarigione inspiegabile del piccolo James Fulton Engsrom, figlio di Bonnie e Travis Engstrom, una coppia di Goodfield, paese dell’area di Peoria (Illinois), la diocesi dove nel lontano 1919 Fulton Sheen era stato ordinato sacerdote.

È il 2010: gli Engstrom, una famiglia cattolica, decidono di chiamare James Fulton il loro terzogenito, in onore al grande vescovo diventato sacerdote proprio a Peoria.

Ma alla nascita accade qualcosa di tragico. Bonnie – oggi madre di nove figli – si vede adagiare tra le braccia un corpicino immobile, cianotico. Il bimbo non respira. A quel punto l’ostetrica e l’assistente lo riprendono a sé per cercare di rianimarlo: ma non sentono il battito e il piccolo James Fulton non respira. A quel punto chiamano immediatamente il pronto soccorso (è un parto domestico pianificato, il terzo di Bonnie).
I medici le provano tutte, sia in ambulanza che in ospedale. Ma non c’è niente da fare: le due dosi di epinefrina non producono alcun effetto, l’elettrocardiogramma non rileva il battito. Lo intubano per somministrargli l’ossigeno: ma nulla, il corpo rimane fermo e freddo, totalmente immobile.

Di quei momenti, 61 interminabili minuti di tentativi di rianimazione, mamma Bonnie ricorda solo una cosa: di essere stata lì, seduta sul pavimento, a pronunciare continuamente il nome di Fulton Sheen. «Ricordo che sedevo sul pavimento dicendo: “Fulton Sheen, Fulton Sheen, Fulton Sheen”, più e più volte nella mia testa».

Anonimo ha detto...

...segue
Sessantuno interminabili minuti e poi…

Speranze proprio non ce ne sono più. La neonatologa di guardia chiede infatti ai colleghi di fermarsi per stabilire l’ora del decesso. Sono passati 61 minuti. Sembra tutto finito. E invece sta per iniziare tutto. «Si fermarono tutti. E il suo cuore riprese a battere», ricorda Bonnie.
Come un novello Lazzaro, il bimbo ritorna alla vita. Ma per il piccolo Fulton James, vivo – possiamo ben dirlo – per miracolo, i medici prospettano un altro calvario: cos’altro possono avergli lasciato quei 61 minuti passati senza battito cardiaco, senza respirare, se non lesioni gravissime? Anche se fosse sopravvissuto – gli danno al più una settimana di vita -, lo avrebbe fatto come un «vegetale», dicono i dottori.

Ma Bonnie e la sua famiglia non si rassegnano di certo – del resto una delle più celebri trasmissioni di Fulton Sheen si chiamava La vita merita di essere vissuta. Così si mettono a pregare e chiedono alle persone di pregare con loro. Due giorni dopo la nascita di Fulton James un centinaio di persone («molte le conoscevo appena», ricorda Bonnie) vengono alla cattedrale della diocesi di Peoria. Proprio nella chiesa dove Fulton Sheen aveva servito messa e in seguito era stato ordinato sacerdote.
Fanno un’ora di adorazione, poi la messa. Pregano tutti insieme per l’intercessione di Sheen. Lo fanno con questa invocazione:

«Eterno Padre, Tu solo ci concedi ogni benedizione in Cielo e sulla terra, attraverso la missione redentrice del Tuo Divin Figlio, Gesù Cristo, e mediante l’opera dello Spirito Santo. Se è secondo la Tua Volontà, glorifica il Tuo servitore, Fulton J. Sheen, concedendo la grazia che ora chiedo attraverso la sua orante intercessione: che il corpo di James Fulton guarisca e funzioni normalmente e che gli sia risparmiato qualsiasi danno cerebrale. Faccio questa preghiera con fiducia attraverso Gesù Cristo, nostro Signore. Amen».

Accade ancora l’incredibile

Passano pochi giorni, racconta Bonnie, e anche reni, fegato e colon cominciano a reagire. Fulton James inizia a muovere le gambe. Dopo una settimana respira in autonomia, con una buona pressione sanguigna. Sette giorni dopo madre e figlio escono dall’ospedale.
Oggi James Fulton Engstrom è un allegro ragazzino sano come un pesce. C’è poco da aggiungere se non lo stupore davanti alla divina sorpresa avvenuta grazie all’intercessione del vescovo che tanto aveva insistito sull’umorismo di Dio. Quella divina ironia capace di trasformare lacrime di dolore in scroscianti risate di gioia. La sola, unica nostra luce.
Fulton Sheen, prega per noi!

https://www.lalucedimaria.it/sconvolgente-miracolo-del-vescovo-fulton-sheen-bimbo-morto-torna-in-vita/

Anonimo ha detto...

San Francesco di Sales, il Vescovo definito «Martello degli eretici» affermava:
“LA DOTTRINA CATTOLICA È COME UNA RADICE NELLA TERRA piantata dalla Divina Provvidenza nella sua Chiesa"

Anonimo ha detto...

Martello degli eretici non era Sant'Antonio di Padova?

Anonimo ha detto...


# S. Francesco di Sales "martello" degli eretici.

Siamo sicuri che tale appellativo si riferisse a lui, l'autore del "Trattato sull'amore divino" e della "Introduzione alla vita devota"?
Pio IX lo definì "il Dottore dell'Amore [di Dio]".
In ogni caso, "martello" in senso spirituale e culturale solamente.

Anonimo ha detto...


Nel caos che scoppiò in Europa con lo scisma protestante, ci fu anche l'avventura della setta degli Anabattisti, che rifiutavano il battesimo ai bambini e lo sommnistravano solo in età adulta.

Questa setta si sviluppò soprattutto in Olanda e guarda caso assunse le caratteristiche negative indicate da mons. Sheen: abolizione dell'autorità, del matrimonio, della famiglia, sorta di comunismo a cominciare da quello delle donne in comune, dominio sfrenato delle passioni peggiori. Guidati da un "apostolo" di nome Giovanni, si impadronirono di Leyda, città renana, se non erro, instaurandovi il loro regime "ugualitario", che si distinse subito per soperchierie, violenze, ingiustizie di ogni tipo. Il suddetto Giovanni era il capo (Giovanni da Leyda), circondato da un harem personale di donne.
Assediati da forze regolari al comando di vari signori tedeschi, alla fine Giovanni e i suoi furono crudelmente sterminati. L'episodio si inquadra nelle lotte religioso-civili che sanguinosamente esplosero nel mondo tedesco con la rivoluzione inaugurata da Lutero. Dilagò una rivolta contadina impressionante, con estremisti a sollevare il popolo, fanatici che, affidandosi al "libereo esame", volevano instaurare il regno di Dio in terra, anticipazione di un secolo di quello che si sarebbe visto nelle guerre civili dell'Inghilterra protestante. La rivolta contadina fu repressa alla fine con la battaglia di Frankenhausen, 1525, nella quale le truppe regolari sterminarono le bande contandine. Seguì la consueta feroce repressione.
Ma i mali provocati dalla "Riforma" (sul cui esplodere gravano però anche responsabilità pregresse del papato, che non era riuscito ad eliminare abusi e debolezze presenti da generazioni, non era riuscito a fare quella vera "riforma" che venne solo con il Concilio di Trento, cioè tardi anche se non troppo tardi), quei mali continuarono: in Francia divampava la guerra di religione, guerre di religione erano quelle tra principi protestanti e l'imperatore cattolico (CArlo V) che si conclusero con un compromesso, grave era la crisi sociale provocata dalla "Riforma" in Inghilterra, messa sotto controllo durante il regno di Elisabetta, esplosa poi nella prima metà del Seicento.

Anonimo ha detto...

Sono tanti gli avvenimenti che accadono senza la nostra consapevole volontà cominciando dalla nostra nascita fisica, dal paese in cui nasciamo, dai genitori e dai fratelli e sorelle che abbiamo o non abbiamo, dalla lingua che parliamo, dalla educazione che riceviamo,
dal lavoro e/o dai lavori che facciamo...e spesso queste incognite accadranno come un colpo di fulmine, noi già adulti, istruiti e coscienti... più o meno o affatto.