Il sequestro preventivo dei beni di due Associazioni civili con scopi vicini alla Famiglia religiosa dei Francescani dell’Immacolata, disposto dalla Procura di Avellino, è un atto collegato all’indagine in corso, relativa alla gestione dei beni stessi.
L’indagine si muove parallelamente al Commissariamento canonico dell’Istituto dei Frati, disposto dalla Santa Sede nel luglio del 2013, per dissensi interni all’Istituto. Il patrimonio in questione, è legato a enti di natura civile e non ecclesiastica, come rivendicato dal Commissario Apostolico, non è mai stato di proprietà dell’Istituto dei Frati, che vive in un regime di assoluta povertà, con il consenso della Santa Sede.
Di rilievo è la constatazione che i presidenti e tutti i membri di dette Associazioni sono laici stimati dai Frati stessi, aventi sicura integrità morale, i quali, da decenni, hanno sostenuto anche con donazioni proprie, in denaro, mobili e immobili, l’attività dei Frati e delle Suore.
Le Associazioni son nate come enti di diritto civile; la possibilità che siano costituite da laici di provata rettitudine di vita, è un’azione totalmente legittima, fatta in modo pubblico e trasparente, in ossequio allo spirito francescano di povertà assoluta.
Il commissariamento canonico è oggetto di ampia contestazione interna ed esterna all’Istituto e, allo stato, sono migliaia i laici che disapprovano il comportamento del Commissario apostolico e dei suoi stretti collaboratori, da loro ritenuti responsabili di gravi abusi in danno dell’unità della Famiglia religiosa e della tutela del suo carisma e statuto di vita.
Sul commissario gravano anche denunce per diffamazione da parte di alcuni laici e sarebbe stato perlomeno opportuno, sul piano morale, che egli, essendo parte in causa, rifiutasse la custodia giudiziaria del patrimonio delle Associazioni; tale provvedimento di custodia, oltretutto, mette nelle sue mani anche i beni che sono in uso al ramo femminile, le Suore Francescane dell’Immacolata, senza che egli abbia ricevuto specifico mandato canonico in tal senso.
La situazioni che si è così determinata, fa sì che molti laici autori di donazioni nei confronti delle Associazioni, si sentano derubati e truffati, non accettando l’idea che i loro beni siano dati in gestione al Commissario, il quale potrebbe farne uso anche in modo difforme dagli originari intenti; a riprova di ciò, si consideri che molti laici, i quali avevano disposto lasciti testamentari in favore di dette Associazioni, stanno procedendo, proprio in questi giorni, a modificare tale disposizioni.
Questa assurda lotta interna all’Istituto finisce, inevitabilmente, per gettare fango anche sui singoli frati che ancora sostengono il carisma originario impresso all’Ordine dei suoi storici Fondatori; Tra le vittime di quest’aggressione mediatica, vi sono due bravissimi Frati Francescani dell’Immacolata, Padre Bernardino Maria Abate e Padre Pietro Maria Luongo, entrambi accusati di essersi procurati un profitto ingiusto, per sé o per altri. Ma quale sarebbe questo profitto? Forse i frati in questione godono di qualche particolare vantaggio economico? Hanno proprietà loro intestate in Italia o all’estero? Gestiscono conti o amministrano patrimoni per interessi personali? Si è mai arricchito qualcuno della loro famiglia a seguito del loro ingresso nella vita religiosa? Chi li conosce da sempre, sa benissimo che sono due buoni e stimatissimi religiosi, che si sforzano di fare della preghiera e dell’apostolato la loro ragione di vita. Si preoccupano solo del bene delle anime e si impegnano, giorno dopo giorno, a vivere la Regola dell’Istituto. Schivi da mondanità, frivolezze, meschinità e operazioni di piccolo cabotaggio, ovunque sono stati, hanno seminato esempi di una vita sobria, esente da lussi, anzi, a volte, mancava loro anche il necessario sostentamento. Alcuni anni fa, ricordo che un giorno mi fermai a fare colazione con padre Pietro. Si serviva pane, acqua calda e zucchero. Ecco il tenore di vita di chi avrebbe messo da parte il tesoretto. Chiunque sia stato loro vicino è stato colpito dal loro comportamento esemplare e dagli edificanti buoni esempi di vita religiosa.
Claudio Circelli
martedì, 7 aprile 2015
martedì, 7 aprile 2015
23 commenti:
Se il patrimonio è proprietà di istituzioni riconosciute ex Codice Civile il Commissario non può fare nulla e i legali rappresentanti si debbono opporre perchè è un sopruso.
Conosco bene la questione presiedendo una istituzione riconosciuta prima civilmente e poi canonicamente, ma la proprietà è intestata alla prima e ci siamo potuti opporre ad un tentativo come quello surricordato.
dom. Marcello Cristofani della Magione
Ma non si può ricorrere a un livello più alto nella giustizia per far valere le ragioni delle Associazioni laiche colpite ? Mi sembra veramente assurda questa vicenda, assurda l'iniziativa del giudice che ha disposto il sequestro dando al commissario il compito di custodire i beni sequestrati, cioè ad una delle due parti in contesa ! Ma dov'è la Giustizia ? La legge italiana permette questo ? Non ho parole.
è anche un'ingiustizia enorme che il Commissario riceve un salario dai beni di un istituto che in legge non ha bene!
Francesco parla in favore dei poveri, ma con i suoi gesti ruba i poveri di Cristo!
Romano
Che i loro beni siano dati in gestione al Commissario, il quale potrebbe farne uso *anche in modo difforme dagli originari intenti*.
C'è da dire che, essendo stato nominato dal Tribunale, almeno in teoria, almeno sulla carta, dovrebbe dare conto al Tribunale degli usi che ne fa. mi sembra che già qualcuno lo ha ricordato. Ciò, ripeto, quanto meno in astratto dovrebbe "ridurre il danno". Gli enti che si sono visti spogliare, contestino la legittimazione attiva e passiva di chi ha richiesto tale provvedimento e facciano ricorso al TAR ed in Cassazione.
La Giustizia italiana NOn è uguale per tutti. È ormai chiaro e limpido come il sole, se dietro il Commissario c'è la S.Sede, cioè il VdR e i suoi accoliti( non trovo termine più adatto) sapendo che buona parte della magistratura e di sinistra e che il CdR e soci godono del favore della "buona stampa", si capiscono bene le decisioni del giudice.
All' inizio della vicenda dicevo che il "movente" del tutto, a parte l' antipatia, per usare un eufemismo, per la Messa di sempre e la Tradizione, ed il fastidio per gli interventi di alcuni dei frati sul CVII e sulla massoneria,
dietro c' era una questione di soldi. Soldi che altri istituti religiosi non hanno più, cfr altri francescani, e gli FFI si.
In diritto penale, in occasione di certi reati, si dice
"cherchez la femme, cherchez l' argent".
Rr
L CASO FRANCESCANI DELL'IMMACOLATA
La questione dei beni spiegata ai piccoli.
C’erano una volta Padre Stefano Manelli e Padre Gabriele Pellettieri, Francescani Minori Conventuali presso il Convento di Sant’Antonio di Portici (NA).
Nel 1970, traboccando in loro il desiderio di vivere una povertà radicale, evangelica, come presentata nella Regola Bollata di san Francesco di Assisi, gli venne concessa questa opportunità e vennero inviati a Frigento, un piccolo paese irpino, in provincia di Avellino.
Per chiarezza spiego: la povertà degli Ordini religiosi contempla la povertà personale ma non quella comunitaria: ad esempio i benedettini o i domenicani non possono possedere nulla personalmente, ma comunitariamente possono possedere anche un’abbazia o un castello, senza contravvenire ad alcuna regola. I Francescani dell’Immacolata, ritornando alla regola Bollata di San Francesco, vivono la povertà sia personale che comunitaria.
A Frigento Padre Stefano e Padre Gabriele presero dimora presso il convento annesso al Santuario della Beata Vergine del Buon Consiglio. Gli abitanti del paese ancora se li ricordano, quando andavano elemosinando nelle case un pezzo di pane. Denaro? Non ne accettavano, solo i resti del cibo delle proprie mense. - Non vogliamo e non possiamo possedere – era la risposta.
Così è cominciata la storia. Che poi è continuata con un fiume di vocazioni, giovani frati gioiosi anche belli e intelligenti: Fra Biagio, Fra Michele, Fra Antonio, Fra Rosario, Fra Giuseppe, i primi. E poi ancora tanti e tanti, come fiori tutti bianchi donati al mondo dalla Madonna del Buon Consiglio. E sempre padre Stefano e Padre Gabriele a guidarli, a guidare le persone lungo il sentiero della salvezza e dell’amore. Sempre a darsi del Voi tra di loro con un rispetto ed una delicatezza che lascia pensare alla Santa Famiglia di Nazaret.
Questo l’inizio.
Si sa, dove e quando può agire l’Immacolata, esagera.
Ha esagerato con le vocazioni.
Ha esagerato con la Grazia per le anime.
Ha esagerato anche con i beni.
Ma andiamo per ordine.....
continua su http://www.allchristian.it/dinamico.asp?idsez=11&idssez=12&id=49
Annna
Sarebbe utile conoscere in quali termini ci sia stata una approvazione della Santa Sede per dare le proprietà offerte ai F.I. ad associazioni di laici. Che senso ha dare offerte e proprietà a queste condizioni? I F.I potevano disporre in qualche misura di esse? Queste associazioni a chi rendicontano? Qui ci sono ben 30 milioni fermi! Mi pare tutto confuso e...strano.
Non ci credo affatto che sia questione di voto di povertà, sarebbe semplicemente...strano. Possibile che il Commissario non sapesse della reale situazione finanziaria e statutaria? Chi è così ...gnocco? Ho l'impressione che ne vedremo delle belle! O meglio credo che presto le pentole verranno scoperchiate. Una congregazione che deve dipendere dal buon cuore di laici che si intestano tutto per vivere e non può decidere nulla autonomamente circa l'apertura di nuove opere, apostolato ecc? Non vi pare che sia pura follia? Chi la beve? Ritiro tutto quanto detto se qualcuno sa rispondere in modo sensato e reale.
La Messa Tridentina è stata la prima e immediata vittima della azione contro i FFI che si è poi rivelata essere una vera e propria persecuzione volta all`annientamento di quell`Ordine troppo "tradizionale", troppo ricco in vocazioni "tradizionali", una persecuzione alla origine della quale ci sono stati 5 frati (!!) e che è stata presentata come dovuta a causa di sedicenti derive che imponevano la riscoperta (!) del carisma originale che i padri fondatori avrebbero perso per strada.
Accuse mai provate e diritto alla difesa inesistente e rifiutato.
E poi, sotto sotto, gratta gratta, ci si rende conto che c`era una storia di soldoni.
La generosità dei donatori doveva aiutare e accompagnare i FFI nel loro carisma originale permettendo loro di vivere nella più assoluta povertà, come è stato stato detto quel patrimonio non è mai appartenuto ai Frati.
Ma quei beni hanno suscitato l` avidità dei nuovi responsabili.
E poco importa che sapessero perchè e per chi erano stati raccolti, che fossero perfettamente consapevoli che stavano distruggendo quel che con così tanto amore e impegno quei laici si erano impegnati a sostenere.
Ed così oggi chi ha dato vede completamente raggirato lo scopo che aveva motivato la loro generosità.
Loro stessi come fedeli e la loro generosità sono stati calpestati.
Normale che si sentano derubati e truffati.
Siamo in uno stato di terrore come al tempo della rivoluzione francese.
Però potrebbero tra poco apellarsi al diritto di non essere torturati, non è oggi che arriva questa nuova legge che condanna la tortura? Come se gli italiani fossero dei torturatori incalliti. Che pietà!
Per Vincenzodatorino che lascia le sue frequentazioni abituali per lanciare da qui le sue illazioni provocatorie,
Troverà puntuali e precise risposte in un imminente articolo.
Sul reato di tortura vedi Blondet.
http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&task=view&id=313475&Itemid=136
Sempre per Vincenzodatorino
Quanto ai termini dell'autotizzazione sono quanto di più netto e limpido: viene da parte della Congregazione competente fin dall'approvazione dell'Ordine. E dunque senza alcun riferimento al commissariamento. A ridosso - e in precedenza - del quale sono maturate soltanto alcune evoluzioni in rapporto all'esperienza degli inizi.
Pero' i vertici dei FFI hanno sbagliato. Dovevano battersi. Opponendosi in tutti i modi con gli strumenti consentiti dal diritto canonico, tanto per cominciare. Rifiutando di abbandonare la posizione. Opponendo forme di resistenza passiva, se necessario. Il fatto e' che la gran parte del clero sembra ormai infrollita da cinquant'anni di "post-concilio", di bavardage senza senso sulla "pace", sulla "solidarieta'", sul "volemose bene", sullo "aprirsi all'altro", "imparare dall'altro", "mettersi in ascolto" del mondo. Si', certo, il Demonio ha ascoltato e ascolta, sempre piu' compiaciuto! Resta il fatto amarissimo che i vertici dei FFI hanno lasciato distruggere il magnifico Ordine da loro fondato senza muovere un dito.
Piu' audaci sono state inizialmente le suore FFI ma poi com'e' andata a finire? Non se ne sa nulla pero' non vi sono segni che incoraggino all'ottimismo, nel senso del perdurare di una piu' che legittima resistenza.
I FFI erano un Ordine fondato secondo i principi francescani tradizionali, gli interventi precedenti lo hanno ben messo in rilievo, e quindi in netto contrasto con la "accomodata renovatio" degli Ordini religiosi promossa dal Concilio.
Dovevano pertanto esser distrutti da un Pontefice che sembra voler realizzare con la massima velocita' tutte le istanze ancora inevase del Concilio e secondo l'impostazione dello "schema Martini", il programma di rinnovamento della Chiesa del nefasto cardinale gesuita, per giunta duramente e giustamente criticato dai FFI nelle loro pubblicazioni di un tempo.
L'elegante Braz de Elvis sulla formazione ideale dei religiosi:
http://www.news.va/it/news/convegno-dei-formatori-alla-vita-consacrata
Parla di formazione sessuale, ma niente sulla formazione spirituale. Spirito?? Ma cos'e? Con cosa si mangia?
Va ricordato che l'elegante Braz de Elvis è stato accusato dal cardinale Bertone prima dell'elezione di Bergoglio di consegnare informazioni segrete alla stampa.
http://www.polisblog.it/post/64823/conclave-2013-nellultima-congregazione-lo-scontro-sullo-ior
Opponendosi in tutti i modi con gli strumenti consentiti dal diritto canonico, tanto per cominciare.
Il Decreto, firmato dal cardinale prefetto João Braz de Aviz e dall’arcivescovo segretario José Rodriguez Carballo, ofm, che ha esautorato i superiori dei Francescani dell’Immacolata, affidando il governo dell’Istituto ad un “commissario apostolico”, il padre Fidenzio Volpi, cappuccino, di fatto non menziona alcuna colpa, né atti espressamente e direttamente contrari al bene dell’Istituto religioso. E senza riferimento ad alcuna questione o motivazione che riguardi propriamente né la fede, né la morale, né la disciplina. Dunque nessun appiglio canonico.
E tuttavia il rescritto di pugno del papa regnante al momento della sua formulazione, Francesco, lo ha reso blindato ad ogni possibile azione di ricorso...
L'attacco sui Frati ha un motivo unico...sono stato l'unico ordine religioso devoto alla battaglia contro la Massoneria...
L'attacco prova che Bergoglio, Aviz e Volpi ne fanno parte....
Osservatore
... azione di ricorso che le Suore hanno vista accettata dall'allora Prefetto della Segnatura card. Burke. Guarda caso ora non più tale e non solo per questo motivo.
Tuttavia non so come le suore siano messe ora. E francamente non so se davvero questo persistente silenzio, loro e dei frati, che pesa molto anche sui fedeli e sui sostenitori, dipenda da una specifica scelta di cieca obbedienza o da un clima che - difficile da credere - appare intimidatorio e frutto di autoritarismo sganciato da ogni regola di diritto.
So che la loro spiritualità è molto collegata a quella delle "anime vittime" di padre Pio. E, se è possibile capire sotto questo aspetto, è difficile da accettare. Perché quel che sta accadendo, almeno a quanto è dato vedere finora, è la dissoluzione dell'Opera, che ecrtamente continuerà a dare i suoi frutti spirituali in chi persevera. Ma i risvolti pastorali sono drammatici.
Comunque stiamo continuando ad assistere ad una prassi inesorabile, senza motivazioni che non siano la generica accusa di "criptolefebvrismo" e di mancato "sentire cum ecclesia".
Ci si potrebbe scrivere un volume.
Chi volesse approfondire può trovare qui, seguite passo passo, tutte le dolorose tappe e riflessioni, su questo emblematico "caso".
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/11/elenco-articoli-sui-fi.html
@ MIC - IMPUGNAZIONE DECRETO
1. Il decreto era perfettamente impugnabile dal punto di vista del diritto canonico, per evidente difetto di motivazione, apparendo informato al principio dello "stat pro ratione voluntas". Su questo, siamo tutti d'accordo.
2. Il rescritto del Papa costituiva una approvazione papale dello stesso "in forma specifica"? Cio' risulta espressamente dai documenti? Sappiamo che solo una tale approvazione rende impossibile qualsiasi ricorso, perche', con le opportune fomule, fa del documento un documento del Papa.
3. In ogni caso, anche se ci fosse stata l'approvazione "in forma specifica" del decreto,il ricorso andava fatto, al fine di mettere in evidenza l'inconsistenza del documento dal punto di vista del diritto e di costringere l'Autorita' ecclesiastica ad uscire allo scoperto, con il dichiarare di non poterlo prendere in considerazione perche' era stato voluto proprio dal Papa, con l'approvazione in forma specifica.
4. Nel caso delle Francescane Imm., si trattava forse di un decreto diverso perche' non fornito di approvazione "in forma specifica" da parte del Papa? Il Prefetto della Segnatura Apostolica di allora, il card. Burke, accolse il ricorso delle suore. Allora: se era lo stesso decreto emanato nei confronti del FFI maschi, non poteva esser stato approvato dal Papa "in forma specifica", altrimenti Burke non avrebbe potuto accogliere il ricorso. Se era lo stesso decreto e Burke ha accolto il ricorso, allora l'approvazione "in forma specifica" non c'era. Deve essersi trattato di un decreto successivo non fornito di approvazione "in forma specifica".
L'uso, nel linguaggio ecclesiale, del termine "criptolefebvrismo" denuncia quanto la prassi di una "neo-lingua" che altera e distorce la realtà fattuale delle cose sia penetrata anche nella Chiesa, dimentica della chiarezza e unicità di significato linguistica della dottrina tradizionale.
L'accusa generica di "lefebvrismo" non ha alcun ubi consistam in termini di colpa canonica. Figuriamoci il "criptolefebvrismo".
E' pura ideologia e propaganda. Non ha, e non può avere, alcun significato preciso né di tipo dottrinario, né di tipo giuridico.
Si iscrive a quella serie di parole inventate a puro scopo di demonizzazione e di negazione del senso comune, quali "omofobia" o "islamofobia", per citare solo le ultime.
Silente
Ovviamente, caro Paolo non era lo stesso decreto.
Quanto al persistente silenzio, non so cosa dire. Anch'io lo disapprovo e non lo capisco. Ma evidentemente il discernimento del fondatore e di conseguenza di coloro che gli sono fedeli, è diverso.
È probabile che sia necessario tener la testa sott'acqua, con una respirazione essenziale attraverso strumenti non usuali, finché non sia passato lo tsunami e in attesa del reflusso.
Osservatore : acuto e sottile, Rr : solita franchezza e poche adlocutiones.....lì sta la vera causa del dissolvimento dei FI e del susseguente silenzio, non dimentichiamoci della chiesa del silenzio nell'est Europa....la legge anti-tortura è come La corazzata Potemkin e basta, sentito 0 bama che proibisce le cure psicologiche per omox definendole attacco alla libertà di coscienza e di scelta personale? Continua il countdown all'approvazione del nostro stimabile(?) consesso parlamentare per accodarsi, pardon, accucciarsi davanti alle leggi dittatoriali lgbt, in fondo i soldi fan sempre comodo,l'orrendo presidente USA sta facendo più danni della peste nera ed il vaticonzolo si allinea, anche lì i soldi fan comodo,e tutto si accomoda...Anonymous.
Anonymous,
ho letto un libro e ora ne sto leggendo un altro: non è necessario essere massoni propriamente detti, con nomi in codice, riunioni segrete, grembiulino ed altro.A parte che in Francia la massoneria e' libera e legale, è sufficiente creare un giro di amici di vedute simili, dotati di agganci e soldi, tanti soldi, ed il resto vien da se' .
Le lobbies, inclusa l' ultima LGBT ( che non conterebbe niente, se non fosse stata creata e non fosse sostenuta dall' altra, molto più potente e che non si può nominare, se no scatta la censura), sono un
esempio parziale, Bildeberg ne è un altro, ma altri giri, più piccoli, e che comandano gli altri ed i governi, sono molto, molto più potenti e relativamente poco conosciuti, perché chi dovrebbe indagare - giornalisti, intellettuali, le chiese - sono a libro paga.
So che sembro cinica, ma l' esperienza mi ha insegnato che quasi sempre, gratta gratta, se non è sesso, sono i soldi ed il potere. O tutti e tre.
Basta guardare quel che succede nelle famiglie: tutti a
piangere il morto, salvo poi scannarsi in tribunale per l' eredità'. E non c'è bisogno di chiamarsi Agnelli per questo.
I cinque dissidenti probabilmente si sentivano stretti nella Regola, ma invece di andarsene, han capito che, cambiando personaggi in alto loco, potevano prendere
due piccioni con una fava: abolire la Regola ed impossessarsi di un sacco di soldi. Perché la bella vita piace a tutti, ed i vizi e piaceri - anche solo un bel viaggio in Brasile con tutti i comfort per la GMG - costano.
Certo, era meglio se se ne uscivano. Ma per fare
cosa? Per essere chi ? Uno dei tanti frati o preti spretati, che, almeno in Italia, la gente guarda ancora con sospetto e velato disprezzo. È come Martini: finché era cardinale, tutti a riverito e pendergli dalle labbra. Se se ne fosse andato, diventato protestante, ebreo o ateo, per un po' avrebbe ancora fatto "la une",
la prima pagina, ma dopo un po', V. kung, Boff, ecc, ce ne saremmo dimenticati tutti. Già adesso, Bergoglio regnante, è molto meno citato e ricordato.
Ah, vanità vanitatum!
Rr
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