Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 11 maggio 2015

Antonio Socci. Il vero Dante che non sentite da Benigni

Su Lo straniero del 10 maggio, Antonio Socci: Il (vero Dante che non sentite da Benigni

In altri tempi a celebrare solennemente in Senato, alla presenza del Capo dello Stato, il 750° anniversario della nascita di Dante Alighieri, sarebbero state chiamate personalità del calibro di Francesco De Sanctis o Benedetto Croce.
Ma ogni epoca ha i vati che merita. Così, pare per volontà del presidente Grasso, il Senato nei giorni scorsi ha fatto tenere la suddetta prolusione al comico di Vergaio, Roberto Benigni. E’ lui il nuovo vate della nazione?

POLITICI E COMICI

Non è facile capire com’è che – per gli attuali vertici dello Stato – un gigante del pensiero e della storia nazionale come Dante debba essere illustrato in Senato da un attore comico.
Perché Benigni questo è: un ottimo comico, divertente, ma pur sempre un comico che va benissimo per la tv e per le piazze.
Ma non risulta che abbia titoli o meriti filosofici, letterari o storici per tenere la prolusione in Senato. Del “Benigni poeta” del resto ricordo solo l’“Inno del corpo sciolto” sulle cui strofe è meglio sorvolare.
Evidentemente il presidente Grasso al nome di Dante riesce ad associare solo quello di Benigni, segno di una “cultura” non proprio vastissima e perlopiù televisiva.
In fondo avrebbe potuto reperire anche sui giornali (non dico sui libri) nomi di intellettuali contemporanei – da Ernesto Galli della Loggia a Umberto Eco, al cardinale Giacomo Biffi – a cui affidare una riflessione che avesse un’autorevolezza adeguata all’aula del Senato.
Ma i vertici dello Stato ritengono che Benigni sia l’oratore più adatto per gli attuali parlamentari. Qualcuno ha notato che di questo passo potrebbero chiamare in Senato a celebrare il Petrarca un Alvaro Vitali e Checco Zalone per il Manzoni.
Forse il paragone non è giusto. Bernigni ha fatto obiettivamente una buona opera di divulgazione popolare con le sue letture dantesche. Sono molto divertenti gli spettacoli che ha dedicato alla Divina Commedia. Ma sono appunto spettacoli di un ottimo attore comico.

IL NOSTRO DESTINO

Altra cosa dovrebbe essere una solenne riflessione in Senato sul 750° anniversario della nascita di un poeta così grande e così importante per il nostro Paese da aver letteralmente coniato la nostra lingua italiana (perché – se non lo si sa – la Divina Commedia fu scelta come il canone della nostra lingua).
Possibile che delle nostre istituzioni e della nostra identità culturale millenaria si abbia una considerazione che non va oltre gli esilaranti spettacoli di un attor comico?
Possibile che nessuno abbia sentito, nell’occasione, la necessità di una riflessione seria sulla nostra identità nazionale?
Sarebbe questo il “senso delle istituzioni” che viene sempre sbandierato da lorsignori?
Ed è questa la consapevolezza culturale che le nostre classi dirigenti hanno della storia e del destino di questo Paese?

POLITICALLY CORRECT

Da Benigni, in Senato, per questa nostra Italia del cazzeggio, è arrivata la solita raffica di battute. Simpatica quella secondo cui PD significherebbe “Partito di Dante”.
Lui l’ha detta ridendo, ma si sa che Arlecchino si confessa burlando e – in fin dei conti – l’operazione fatta in questi anni da Benigni è stata proprio questa: trasformare Dante in un autore “politically correct”.
Infatti si è verificato questo singolare e buffo fenomeno: negli ultimi quindici anni Dante – o meglio il Dante benignesco – è entrato nel Pantheon del progressista italico.
Curioso no? Con il ’68 la Divina Commedia fu di fatto spazzata via dalla scuola, Dante era considerato un barboso bigotto reazionario.
Poi Benigni, per la sua Italia progressista, l’ha tirato fuori dal lazzeretto in cui era stato relegato. Ma non che oggi Dante venga letto o davvero riproposto a scuola e studiato e amato. No.
Quanti fra coloro che si dicono appassionati dantisti sulla scorta di Benigni hanno mai sentito parlare o letto Auerbach o Contini o Singleton? Ancor più si tengono a distanza dalla dottrina cattolica di Tommaso d’Aquino e Bernardo di Chiaravalle che struttura tutta la Commedia.
Figuriamoci.
Il Dante dell’intellettuale collettivo e della Sinistra benpensante in realtà è Benigni, non il poeta della Divina Commedia che resta – ai loro occhi – un indigeribile trombone cattolico-reazionario.
Infatti Benigni, per renderlo digeribile al delicato stomaco della sinistra salottiera, ha “appannato” il vero Dante, quello “politicamente scorretto”, scomodo e urticante.

IL VERO DANTE

Oggi il vero Dante, redivivo, sarebbe letteralmente schifato e considerato quasi un appestato, sia nelle curie ecclesiastiche che in quelle laiche, come del resto gli accadde in vita.
Infatti visse ramingo e braccato. Fu considerato un fallito come politico e pure come intellettuale se – lui vivente (già circolavano l’Inferno e il Purgatorio) – fu data l’incoronazione di poeta (che era un po’ il Nobel di allora) a un tal Albertino Mussato, per aver scritto una tragedia, l’ “Ecerinis”, che nessuno ricorda più.
Dante fu esiliato da Firenze e morì in contumacia (come Craxi!) con l’accusa di “barattiere”, cioè tangentista. Dunque o Dante era un ladro (perciò sarebbe considerato col disprezzo riservato ai politici corrotti) o – ed è certo – non lo era e allora fu vittima di una giustizia di parte (politicizzata), davanti alla quale – fra l’altro – non volle comparire disprezzandola (così guadagnandosi la condanna al rogo).
Del resto ha lasciato nella Commedia parole di fuoco contro chi lo condannò. Ed insieme il suo alto lamento sull’Italia che vede come un “bordello” e come una nave senza timoniere, sbattuta qua e là dalle tempeste e rovinata da classi dirigenti miserabili.
Ma il Poema sacro – che non ha eguali nella letteratura mondiale (in questo Benigni ha ragione: “non è l’apice della letteratura italiana, è l’apice di tutte le letterature, non c’è niente di più alto”) – contiene pure un’impressionante e “spudorata” serie di violazioni del politically correct, tale da fare impallidire l’odierna mentalità dominante.
Tempo fa un’associazione internazionale – riferiva il Corriere della sera – ne chiese la cancellazione dai programmi scolastici o la “correzione” dei suoi presunti contenuti “islamofobici, razzisti ed omofobici”.
In realtà non c’è nessun razzismo, ma è vero che il poema dantesco può sembrare urticante a due “partiti” oggi agguerritissimi, il mondo musulmano e il movimento gay, in riferimento a coloro che il poeta pone all’Inferno.
Del resto, da “cattolico integralista” come oggi lo si definirebbe (ma in realtà è solo cattolico), mette all’inferno pure gli eretici, i bestemmiatori, gli adulatori e (pur essendo lui alquanto sensibile alle grazie femminili) anche i lussuriosi.

PAPI ALL’INFERNO


Infine, come se non bastasse, condanna con parole di fuoco diversi papi del suo tempo, mettendoli all’inferno e sparando a zero sulla corte pontificia, pur professandosi cattolicissimo. Anzi, proprio perché cattolico.

Cosa che oggi, in tempo di bigottismo imperante, sarebbe ritenuta inammissibile: ma lui era cattolico, non clericale, né papolatra, mentre oggi tutti sono clericali e papolatri, senza però professare la fede cattolica.
Il cardinale Giacomo Biffi ha scritto: “La cristianità ha un esempio ammirevole del connaturale connubio tra fede e libertà in Dante Alighieri. Proprio la sua indubitabile adesione alla verità cattolica consente e illumina la sua perfetta autonomia di giudizio, svincolata da ogni timore o condizionamento umano. Dante non teme di criticare l’operato dei papi e le loro scelte operative, fino a collocarne diversi nel profondo dell’inferno. Ma in lui non viene mai meno e mai minimamente s’attenua ‘la reverenza delle somme chiavi’ (Inf. XIX, 101). Quando si tratta di esprimere riserve o biasimi che egli ritiene dovuti, non ci sono sconti né per i laici, né per gli ecclesiastici, né per i monarchi, né per i semplici cittadini… tenuti tutti, senza eccezioni, ad attenersi alla legge evangelica”.
Dante non fu solo il più grande dei poeti, ma – essendo davvero cristiano – fu un uomo libero. E per questo scomodo.
Antonio Socci
Da “Libero”, 10 marzo 2015

36 commenti:

esistenzialmente semicentrale ha detto...

Facile prendersela con gli imbecilli. Socci continua a dire banalità che sanno tutti, e afare soldi con la pala, e a andare alla neomessa.

mic ha detto...

Angelo, ti riconosco in tutte le tue numerose e quotidiane punzecchiate sarcastiche.
Se non riesci a esprimerti diversamente mi spiace.

Josh ha detto...

@ "semicentrale"

Le cose che ha scritto Socci saranno banali (in più, va bene, fa soldi e va alla NO), ma molti italiani, cattolici o meno, non sanno quanto ha scritto Socci poco sopra, dato il livello medio di scolarizzazione, e quanto sono cadute in basso sQuole e anche Università...
per cui la massa pensa che Benigni sia grande poeta pari al Sommo. E la massa di cattolici va alla NO.
Da qualche parte bisognerà pure cominciare, o vogliamo che si perdano tutti?
Non sarebbe un desiderio molto cristiano....

Quindi Socci scrive un articolo utile, magari non erudito, non è nemmeno lui Gianfranco Contini o Maria Corti, ma è già informativo rispetto al pensiero comune distorto, e ferma alcuni punti.

Anonimo ha detto...

Non guardo mai Benigni perché non l'ho mai ritenuto un grande comico, buffone della commedia dell'arte, che s-parla solo di chi è consentito o permesso sparlare, un comunista d'antan con l'aggravante di essere un toscanaccio linguacciuto, ha la licenza media, quindi cultura zero, penso che per commentare Dante occorra qualcosina in più, ma si sa, i nostri politici hanno cultura pari alla temperatura dell'azoto liquido ....a proposito di politically,schifosamente correct, mi riferiscono che la disgustosa littizzetto col suo degno compare abbiano fatto un commento sulla famosa manica sfilacciata del vdr cui è andato un peana, lui sì che è un vero papa, non quell'altro che si vestiva come un imperatore e calzava scarpe Prada e via insulti fatti passare per satira politico-religiosa, se Socci dice banalità come sostiene il genio qui sopra, 'Che tempo che fa' cos'è? Una congerie di cazzate a comando alla Saviano maniera......povera Italia.....Anonymous.

mic ha detto...

ma è già informativo rispetto al pensiero comune distorto, e ferma alcuni punti.

Socci non ha fatto tutto il percorso che ri-porta alla Tradizione che stanno cercando di oltrepassare, ma ha fede e onestà intellettuale da vendere... ce ne vorrebbero!

Anonimo ha detto...

Vorrei dire alla signora Littizzetto e al suo compare, che le vesti che indossava il predecessore del vdr hanno un significato teologico e liturgico, e non si vestiva così per sembrare in pavone! Prima di parlare dei papi la "signora"
dovrebbe pensarci due volte.
Neri

Felice ha detto...

Giusto Mic. secondo me le tue parole inquadrano perfettamente Socci. Non capisco le critiche aspre nei suoi confronti da parte di persone che amano la tradizione

Annarè ha detto...

Socci si è scatenato a causa di Bergoglio e mi chiedo: se fosse rimasto Benedetto XVI, si sarebbe accorto che le cose non vanno già da 50 anni e che il male deriva proprio da documenti conciliari che non mi pare Socci abbia mai condannato? Un merito dunque Bergoglio l'ha quello di aver risvegliato (forse e forse non completamente) qualche anima più sensibile, ma di lavoro vero ce ne molto ancora da fare, ad esempio boicottare la messa nuova e promuovere quella tradizionale. Già sarebbe un buon passo concreto. Non basta ascoltare la Parola, non basta indignarsi e denunciare, si può anche agire iniziando proprio dalle proprie scelte quotidiane. Con ciò tutto il rispetto per Socci che almeno non tace.

mic ha detto...

"Il cattolicesimo non è un feticismo, il cattolicesimo non è il culto di un buddha vivente, né è papolatria" (Monsignor Ducaud Bourget)

http://vigiliaealexandrinae.blogspot.it/2015/05/il-cattolicesimo-non-e-il-culto-di-un.html

il maccabeo ha detto...

Di Socci non amo il medjugorismo, e anche qualche presa di posizione di qualche anno fa contro le famiglie numerose...
Nondimeno "non voler saper chi l'ha detto, ma poni mente a ciò che é detto!". E in questo pezzo Socci ha ragione da vendere. Specialmente nel ricordare le parole del card. Biffi.
Socci continua ad andare al NO? Mi spiace per lui.
Continua a fare soldi a palate? Meglio per lui, e che li faccia uno come lui piuttosto che Augias, Benigni o la Littizzetto mi va pure bene, sempre che riesca a farne altrettanti.
“Socci continua a dire cose che sanno tutti?” Quali? La distinzione tra la papolatria e l'essere cattolici ad ogni costo? Di questo non sono sicuro. Anzi, direi che vedendo i plausi dell'universo globo al Francesco “felicemente regnante” (per la maggioranza) e l'epurazione di Socci da Radio Maria direi che... non é proprio chiara a tutti la distinzione tra l'esser cattolici e l'esser papolatri. Raul Castro, proprio domenica, insegna.

tralcio ha detto...

NOTIZIA ANSA

Papa Francesco ha incontrato Emma Bonino, in occasione dell'udienza con 7.000 bambini per l'incontro organizzato dalla Fabbrica della Pace nella Città del Vaticano. Nel corso del breve incontro di oggi, molto cordiale, il Papa e la Bonino hanno avuto modo di parlare per qualche istante.

Mia riflessione da condividere con chi avrà la pazienza di leggerla.

Il "vero Dante" dove avrebbe messo Emma Bonino?
E, per andare al dunque, come le si sarebbe accostato Gesù?

Gesù ebbe misericordia del pubblicano, umiliatosi in fondo al tempio; ebbe pietà delle peccatrici che lavarono i suoi piedi di lacrime; ebbe un modo assai curioso di rapportarsi con Caifa, il sinedrio, Pilato, Antipa e ancora Pilato, in rapida successione... non fu cordiale, senza essere sprezzante. La verità ha certe esigenze!

... ebbe parole "decisive" per il ladrone pentito cui promise il paradisso, quel giorno stesso...

Gesù, così immagino io, avrebbe ricordato a chi considera "diritto" l'aborto (praticandolo persino con la pompa di una bicicletta) che quei 7000 bambini lì presenti stridevano con certi convincimenti.

Non avrebbe consigliato di "tenere duro" (con che cosa? con la chemio, i convincimenti, il morale?), ma a pentirsi, visto che questa vita è un tempo utile fino alla fine per accogliere il dono di Dio e non per essere accolti in Vaticano, vantando il proprio io...

Ieri, alla santa messa, il sacerdote diceva che il comandamento dell'amore ci "obbliga" a non avere sdegno o distacco verso il "mondo". Citando il papa Francesco ha portato ad esempio ciò che Bergoglio pensa dell'affaire circa la rimozione della statua di Giovanni Paolo II (con croce) da una piazza di un comune francese ("malintesa tolleranza") riportando a un concetto laico/massonico (la tolleranza) e a un suo passaggio a vuoto (un "malinteso") lo spregio fatto a un suo (santo) predecessore.

Perciò chiedo, a chi vorrà rispondermi, se devo amare il mondo, se non devo essere sdegnato, lo devo fare per tolleranza? Devo amare perchè Gesù è morto per ognuno dei peccatori, chiedendo conversione e facendo di me un missionario della conversione, oppure devo semplicemente dialogare con tutti, lasciandoli nel loro brodo?
E come evitare che quel brodo non bagni anche me?
Come mamntenere un'identità cristiana, se devo rapportarmi e accordarmi con chi la detesta, la combatte, la dissolve, la ignora e la spernacchia?

Così ho ripensato al vero Dante. Che è poi un modo per ritornare al vero Gesù. Alla vera Chiesa. E preghiamo perchè chi è un po' in confusione sappia essere vero papa. Pregando per l'anima della Bonino, perchè lei, l'anima, che è immortale, "non tenga duro". Il tempo, e non solo per lei, stringe.

Leo ha detto...

Ora , su Radiobuonconsiglio , Padre lanzetta tratta la teoria del gender, Purtroppo non so se e' al termine dell'intervento o all'inizio o se e' una registrazione .
Forte !

mic ha detto...

Grazie Leo.
E' qui:
http://www.radiobuonconsiglio.it/catechesi-e-spiritualita/p-serafino-m-lanzetta-e-antonio-farina/

Alessandro Mirabelli ha detto...

OT. Dare a Bergoglio quel che è' di Bergoglio. Non sono mai stato ne' lo sono diventato ora un suo ammiratore, anzi. Ma leggete l'ultimo articolo di Magister. La porta chiusa di Papa Francesco.

Luisa ha detto...

Se non è già stato fatto segnalo l`ultimo articolo di Magister:

"La porta chiusa di papa Francesco"

Luisa ha detto...

Qui il link:

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351045

Rr ha detto...

Anonymous,
la Litizetto e Fazio sono tra I principali motivi per cui, da anni, non pago il canone TV.
Gente così andrebbe spedita in un' isola deserta o, se ci fossero ancora, in un gulag siberiano.
Altro che i soldi diSocci. Sia Fazio, sia Littizzetto sono ricchi a palate, letteralmente miliardari.
come miliardario e Benigni. Anch' io non lo ascolto più da anni. Anche perché io, la Divina Commedia, oltre ad averla sentita leggere a casa fin da bambina piccola, l' ascoltavo in TV recitata da grandi attori, Gasmann uno per tutti.
Ho trovato RIDICOLO che il Senato abbia ospitato una simil cosa. Ma tra ladri, assassini, puttane, froci, stupidi ed ignoranti - nessun partito escluso- Benigni ci stava bene.
Ahi serva Italia...
Rr

Anonimo ha detto...

Magister/2

E questo sarebbe il teologo di fiducia del papa?

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/05/11/e-questo-sarebbe-il-teologo-di-fiducia-del-papa/

Alessandro Mirabelli ha detto...

OT: L'importante però è' che il vdr abbia cestinato la bozza di enciclica sulla ecologia che Fernandez aveva predisposto. Forse gli è' servita la lezione della Evangelii gaudium.

Rr ha detto...

Ohi, ohi, Magister è andato giù pesante con "Tucho", Così diretto me lo ricordo solo quando ha parlato delle società di consulting, costosissime, e di MonsignonRicca. Che Tucho sia caro e maricon ?
Rr

Luisa ha detto...

"Tucho" è da tempo il teologo e consigliere di fiducia di papa Bergoglio, del resto lo ha subito promosso arcivescovo, e si sa, perchè egli stesso ce lo ha detto, che quando dà la sua fiducia a qualcuno non gliela toglie, non è da oggi dunque che collaborano e non penso che lo metta all`angolo solo perchè osserva l`opposizione crescente e manifesta alle aperture che i suoi laudatores son certi vuole introdurre.
Del resto chi lo conosce sa che sollecita le opinioni, apre le discussioni, raccoglie i pensieri e i sentimenti (ma non di tutti) per poi alla fine, solo alla fine, orientarsi verso un risultato concreto, un risultato che sarà lui e lui solo a decidere.
Fa bene Magister a mettere in evidenza le parole di Bergoglio che i media evitano di riprendere, sono come degli indicatori che non potrà rinnegare, il problema è che altre parole e fatti dicono il contrario e vanno nel senso di quelle "aperture", così sono chiamate da chi considera la Chiesa un sistema chiuso su sè stesso, una prigione con una disciplina rigida e ferrea che schiaccia la gente.
Chi si ricorda, chi ci ricorda, che quella disciplina è in realtà la Parola del Signore che la Chiesa ha ricevuto in custodia, è chiamata a salvaguardare e tramettere, che è la Verità che sola dà la vera libertà?

Angheran70 ha detto...

Mi pare che il primo commento (di Angelo?) sia il più efficace , a parte 'neomessa' che non significa niente.

Socci è ormai bitonale , tra l'avanzata islamica e la non opposizione di Bergoglio. Quando si tratta di affrontare altri temi , finisce sempre nel 'non detto' o peggio appunto nella banalità. Si può essere intellettualmente onesti e finire ugualmente fuori bersaglio:


"Il Dante dell’intellettuale collettivo e della Sinistra benpensante in realtà è Benigni, non il poeta della Divina Commedia che resta – ai loro occhi – un indigeribile trombone cattolico-reazionario.
Infatti Benigni, per renderlo digeribile al delicato stomaco della sinistra salottiera, ha “appannato” il vero Dante, quello “politicamente scorretto”, scomodo e urticante".


Ma quale indigeribile trombone reazionario..Il motivo per cui Dante viene servito in tutte le salse è per via della sua spendibilità (vera o presunta) da 'grande iniziato'. La massoneria detta l'agenda culturale del paese , detta i festeggiamenti per il sommo poeta e il suo braccio operativo il partito di Dante come chiosa Benigni , si adegua.
Provi Socci a spiegare perchè tante logge portano il suo nome.

Anonimo ha detto...

Dopo aver letto le deliranti dichiarazioni del Tucho, comincio a pensare che i problemi di psichiatria siano più di uno in Vaticano, e si stiano propagando velocemente, il mon-signore di cui sopra è pregato di restare a Baires e tornare a fare l'idraulico.....Rr nemmeno io pago il canone e guardo pochissimo la tv, Rai in primis, ma un mio collega mi ha raccontato il tutto, quindi.......la littizzetto, tra l'altro, pur sputando veleni cobreschi sulla CC, ha iscritto la figlia ad una scuola cattolica esclusiva, piemunteis fals e curteis, mazza mazza tutt 'na razza, il fazioso fazio ha pagato fior di soldi per non fare il militare........ Anonymous.

Josh ha detto...

Se proprio vogliamo dirla, Angheran, Socci si è fermato a un primo livello di lettura. (Non so se Socci sarebbe stato in grado di andare oltre. Tant'è che cita Contini, Auerbach, Singleton, etc, cioè studiosi della Commedia, sì, ma solo da alcuni punti di vista).

Anche in ambito...."tradizionalista", per certi versi Dante è letto come cattolico integrale. Lo dicevamo che non si studia più come una volta, e avere in mente Contini e Singleton può essere un inizio.

Ma Dante é cattolico? Sicuramente non è Benigni-ano, ma il suo cattolicesimo è il problema.
La superficialità moderna ci dice che è Dante un trombone passatista. La cultura di una volta faceva altre distinzioni, come quella che ha scritto lei.

La Commedia è da molti ritenuta una rappresentazione della teologia tomistica. (per me non è così)

Poi Dante ha osato criticare il Papa e l'ha piazzato all'Inferno. E questo basta per farne un proto-protestante. O un proto-tradi-protestante.

Va detto comunque che tra le fonti dantesche ed elementi finiti nella Commedia, c'è anche molto materiale non cattolico, non c'è solo Tomismo..c'è mondo grecoromano, pagano, mitologico, aristotelico ma anche gnostico e averroistico, nettamente eterodosso quindi.

Cioè se dovessi convertirmi perchè ho letto Dante, non avverrebbe...
magari sarei enciclopedico ma non cattolico.
Per es. l'Inferno di Dante è cristiano? Dipende che valore diamo alle parole. In un certo senso, no affatto.

Per Dante il mondo fisico era diviso in 2 emisferi, uno formato da terre emerse, l'altro coperto dalle acque. Dante mutua queste idee dalle conoscenze incomplete del suo tempo, ma non dalla Bibbia, in cui non si fa cenno a nulla del genere: il testo biblico non dà indicazioni cosmologiche se non sulla non misurabilità dell'Universo, ma non dice affatto che la terra fosse al centro del sistema solare -questa era invece idea tolemaica abbracciata da Dante-, nè che fosse piatta, o immersa in acque esterne,

Sempre nella Commedia, innumerevoli invece sono i demoni o i mostri: alcuni di sua invenzione, altri da fonti mitologiche per lo più greco-romane. Minosse, il Minotauro, Caronte tristo nocchiero, i Centauri, le Arpie, le Furie, Cerbero...in questo Dante si rivela poeta prettamente medievale. Indubbiamente parte dell'esegetica fino alla Scolastica di San Bonaventura, San Tommaso d'Aquino, Alberto Magno e molti padri precedenti hanno rielaborato alcune figurazioni classiche in chiave simbolica.

Altre fonti dantesche però sono anche i racconti trobadorici, la Chanson de Geste.
In questa ottica la Commedia va situata come il culmine della tradizione medioevale, come l'esito letterario più alto dell'epoca, ma anche come la sua fine.
Ma quando Dante compone la Commedia ha alle spalle una lunga tradizione di Viaggi agli Inferi, con la comune origine del pretesto narrativo della Nekyia, già in Omero e Virgilio. Sarebbe il caso di cominciare a considerare la Commedia come un incontro di codici molto differenti, e non solo come 'poema cristiano' come talvolta viene fatto, perchè in senso strettamente teologico non lo è.

Josh ha detto...

di nuovo su Dante:
Non c'è nessuna figurazione dichiaratamente composta 'a gironi' dell'aldilà cristiano.

Inoltre la tripartizione dell'Inferno dantesco risale da una parte all'Etica Nicomachea di Aristotele, dall'altra al "De Officiis" di Cicerone, mediato secondo la concezione del diritto e del dovere attraverso il Corpus Iuris Civilis di Giustiniano:
la struttura dell'Inferno dantesco dunque non deriva come comunemente inteso dal dettato ebraico o cristiano, ma in gran parte è suggerito dalla filosofia greca, dal diritto romano, da teorie medievali molto 'ecumeniche'.

Vanno aggiunti gli influssi da Apuleio, dalle Argonautiche di Apollonio Rodio con il tema del viaggio, ma anche del viaggio iniziatico-gnostico, della trasformazione di sè e dell'anima, da Plotino e di culti pagani misterici quanto di percorsi gnostici veri e propri.

Che Dante fosse poco ortodosso quanto a fede e alle modalità della filosofia Scolastica, è ovvio.
A parte l'influenza di Averroè, se si legge con attenzione la produzione poetica (anche di altri stilnovisti) ci si accorge che la famosa "donna" è tutt'altro che una ragazza, una signora in carne ed ossa, ma una metafora di un "sapere" non proprio ortodosso, e che proprio i "Fedeli d'Amore" erano fedeli a qualcosa molto vicina all'eresia, come il catarismo.

L'influsso di Averroè poi fa capolino più volte in Dante, e di più sul sodale Cavalcanti, sul quale erano anche state avanzate ipotesi tra le più varie, della sua adesione all'islam e molto più probabilmente a varie eresie, dalla catara, a svariate forme di gnosi.

Il resto della produzione dantesca è ugualmente intensa, meno magniloquente, con una forte immaginosità dell'interiorità, penso alla Vita Nuova, al Fiore/detto d'amore...
ma la 'donna' oggi si dice sia insieme la donna (per chi si ferma a questo livello di lettura) e la genericamente intesa 'filosofia': ma tra le righe bisogna saper capire di che ...-sofia si parli.

Oltre ai commentari classici in questo senso (Auerbach, Sapegno, ma anche Contini, Pasquini....) si è occupato lo stesso Renè Guenon dell'esoterismo in Dante: ha ravvisato avvicinamenti massonici (Dante aveva infatti a suo modo una vera mistica dello Stato, e qui la Massoneria gode), ma ci sono elementi in Dante anche tra l'ermetismo, e i Rosa Croce...

«O voi che avete gl’intelletti sani,
Mirate la dottrina che s’asconde
Sotto il velame detti versi strani!»

Anche senza abbracciare al 100% la lettura di Guenon su Dante: il Dio mostrato da Dante nella Commedia è di nuovo aristotelico, il 'primo motore', 'la causa prima' quasi impersonale come in parte della filosofia greca.
Chi conosce un po' di teologia da un lato,
e storia della massoneria dall'altro,
sa che una tra le prime distinzioni tra il Dio cristiano (AT E NT), la logica greca comunque nostra eredità, e 'l'architetto dell'universo dei massoni' è il fatto che il Dio cristiano è un Dio che si dona, Personale, che ha nomi propri, rivelato in Cristo e lo SS:
come credenti a cui Cristo si è rivelato, non siamo abituati in evo cristiano a parlare di Dio in maniera algida-filosofica e razionalistica come di un 'Primo motore' o grande architetto, anche se nel significato base e non distorto di questi appellativi Dio è certo anche quello...

Non si può sostenere in sedi ufficiali che Dante sia arrivato a professare gnosi, catarismo apertamente, ma è indubbio che in lui abbiano agito anche le teorie gioachimite; nel Liber Figurarum c'è una rappresentazione grafica dei famosi versi trinitari di Dante, che conobbe pure Ubertino da Casale. Senza contare la sterminata bibliografia su Dante "iniziato."

Josh ha detto...

correggo la mia citazione dantesca a memoria e con un errore di battitura

“O voi ch’avete l’intelletti sani
mirate la dottrina che s’asconde
dietro il velame de li versi strani”
(Dante: Inf. IX - vv. 61/63)

Il simbolo e l’allegoria sono mezzi di espressione particolari che permettono di scorgere quanto è nascosto dietro le apparenze: nell'ottica massonica c'è chi cerca di arrivare ad un trascedente che è una sorta di divinizzazione dell'uomo. Questa visione la intendono celata dal velo del contingente.
In base a questo principio opere sistematiche ed evocative come la Divina Commedia, ma anche il
Flauto Magico, la Cattedrale di
Chartres, possono essere lette come sapere archetipico: se una parte di questo elemento anche è presente realmente, la massoneria vi va cercando una sacralità d'Uomo, per esaltarlo, alla ricerca di segni della tradizione iniziatica.

nell'ottica di Angheran, una bibliografia minima potrebbe anche essere

BURCKHARDT, Titus, Riflessioni sulla «Divina Commedia» di Dante, espressione della saggezza tradizionale, in ID., Scienza moderna e saggezza tradizionale, Borla editore, Torino-Leumann 1968, cap. 5, pp. 127-153.

CONTRO, Primo, Dante templare e alchimista. La Pietra Filosofale nella Divina Commedia. Inferno, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 1998. (ristampato per la Hoepli)

GUÉNON, René, L’esoterismo di Dante, Adelphi Edizioni, Milano 2002.

MINGUZZI, Edy, L’enigma forte. Il codice occulto della Divina Commedia, ECIG (Edizioni Culturali Internazionali Genova), Genova 1988.

PASCOLI, Giovanni, Conferenze e Studi Danteschi, Zanichelli, Bologna 1914.

RICOLFI, Alfonso, Studi sui Fedeli d’Amore. Dai poeti di corte a Dante. Simboli e linguaggio segreto, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 1997.

VALLI, Luigi, Lectura Dantis, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma 1981.

—, L’allegoria di Dante secondo Giovanni Pascoli, Zanichelli, Bologna 1922.

—, Il segreto della Croce e dell’Aquila nella Divina Commedia, Luni Editrice, Milano 1996.

—, Lo schema segreto del Poema Sacro, Bastogi Editrice Italiana, Foggia 1998.

—, Il linguaggio segreto di Dante e dei «Fedeli d’Amore», Luni Editrice, Milano 1994.

Josh ha detto...

dall'art. di Socci:

"Tempo fa un’associazione internazionale – riferiva il Corriere della sera – ne chiese la cancellazione dai programmi scolastici o la “correzione” dei suoi presunti contenuti “islamofobici, razzisti ed omofobici”."

ecco qui l'associazione e il comunicato:

http://www.loccidentale.it/articolo/petizione+al+ministro+gelmini+sulla+lettura+di+dante+a+scuola.0086640

estraggo da chi voleva censurare la Commedia:

"Ill.mo Signor Ministro,
un numero crescente di cittadini italiani di religione islamica, insieme all'Associazione tosco-emiliana per la difesa delle tradizioni cittadine e alla Federazione GGR (Gruppi Gay Riuniti) chiede di espungere la 'Divina Commedia' – un poema, oltretutto, scritto in una lingua non più comprensibile dalle nuove generazioni – dai programmi d'insegnamento di ogni ordine di scuole. Quello che si ritiene, a torto, il capolavoro della letteratura italiana, infatti, contiene centinaia, se non migliaia, di versi che violano ogni political correctness, offendono gravemente non poche minoranze di cittadini, legittimano pesanti discriminazioni nei confronti dei diversi, rappresentano una intollerabile violazione dei 'diritti soggettivi' vanificati dal mancato rispetto della dignità delle persone. La 'Divina Commedia'
- offende le religioni non cristiane. V. il Canto XXVIII dell'Inferno: «Mentre che tutto in lui veder m'attacco,/guardommi, e con le man s'aperse il petto,/dicendo: 'Or vedi com'io mi dilacco!/vedi come storpiato è Maometto!/Dinanzi a me sen va piangendo Alì, fesso nel volto dal mento al ciuffetto» dove all'empio dileggio nei confronti del Profeta dell'Islam si unisce lo scherno;
- contiene la prima teorizzazione di quel becero antisemitismo che ispirò, nel 1938, le famigerate leggi razziali di Mussolini. V. il Canto V del Paradiso, non a caso abbondantemente citato dalla fascista 'Difesa della Razza': «Se mala cupidigia altro vi grida,/uomini siate, e non pecore matte,/sì che 'l Giudeo di voi tra voi non rida!»;tra voi non rida!»;
- offende la stessa religione cristiana con espressioni violente che farebbero arrossire gli stessi atei razionalisti, da Piergiorgio Odifreddi a Margherita Hack. V. il Canto XIX dell'Inferno: «la vostra avarizia il mondo attrista,/calcando i buoni e sollevando i pravi/Di voi pastor s'accorse il Vangelista,/quando colei che siede sopra l'acque/ puttaneggiar coi regi a lui fu vista/ quella che con le sette teste nacque,/e da le diece corna ebbe argomento,/fin che virtute al suo marito piacque»;
- legittima le concezioni più retrive, avanzate nei secoli dalla medicina ufficiale nonché dalla filosofia e dalle teologia morale, sull'anormalità di determinate pratiche sessuali. E, quel ch'è peggio, sembra attribuire tali pratiche soprattutto alla 'repubblica dei dotti', rafforzando, in tal modo, un antico pregiudizio antintellettualistico e plebeo. V.,a riprova, il Canto XV dell'Inferno: «In somma sappi che tutti fur cherci/e litterati grandi e di gran fama, /d'un peccato medesmo al mondo lerci."

cfr anche qui

http://www.aetnanet.org/modules.php?name=News&file=article&sid=19951

Josh ha detto...

Questi in nome dei Diritti Umani Universali e della Dichiarazione uscita dalla Rivoluzione francese riassunta nell'ONU e altre organizzazioni mondialiste, criticano una presunta concezione totale (o totalitaria) presente in un testo e vogliono farlo proibire nel nome della "democrazzzia".

La rimozione di storia e religiosità proprie di ogni popolo non è riuscita nemmeno all'URSS.

Allora perchè mai nel "mondo libero" dovremmo sopportare la stessa cosa? La condanna dei totalitarismi (solo di alcuni) del passato esclude forse un eventuale totalitarismo presente e futuro?

Non è una gabbia anche quella attuale, che vieta di pensare, di professare, di definire, pena l'espulsione dal consesso civile?

Queste piccole associazioni che vogliono "proibire per liberare" spuntano come funghi come le avanguardie rivoluzionarie del passato. Se non si capisce che anche queste apparenti sciocchezze sono parte di una Rivoluzione mondiale, ce ne sfugge la forza dirompente.

L'obiettivo di questa malata idea per es. di censurare Dante è l'azzeramento totale della Storia passata: sì perchè ormai sarebbe vicina la "liberazione" universale, il "paradiso in terra" della massoneria, così chiaro anche nell'orrenda, autocefala "mela reintegrata" dell'Expo:
dichiarazione d'indipendenza dell'uomo, di inutilità di Dio, quella "fine della storia" fatta coincidere dai massoni non nel ritorno di Cristo e cieli nuovi e terra nuova, siamo un po' prima, alla deificazione dell'uomo nel suo presunto paradiso in terra, che si mette al posto di Dio.

Chi gradisce un mondo simile la smetta almeno di professarsi "liberale e democratico", che un totalitarismo così pervasivo e stupido non si è visto mai sulla faccia della Terra. Totalitarismo anche inefficiente, non ci ha affatto "liberati dal bisogno" come ci ha promesso: anzi...

Alla fine, passati 3-4 anni dalla proposta di censura Dante per ora non è stato censurato. L'hanno piegato ai propri scopi, riletto e purgato e fatto diventare uno spot.
Vuoi che sia per via del suo (presunto?) rosacrucianesimo? :)

Silente ha detto...

Mah, caro Josh, definire La Commedia sostanzialmente non cattolica, come fa lei, mi sembra un po' eccessivo. Certo, oltre a San Tommaso, c'è anche Aristotele, allegorie pagane e mitologiche, "sensibilità" dei Fedeli d'Amore e molto altro. E allora? Il medio evo cattolico era "inclusivo". E che San Tommaso partisse da Aristotile è un'ovvietà. Poi, la sua definizione di Dante quale "un proto-protestante. O un proto-tradi-protestante" perché, con qualche ragione, pose all'Inferno qualche Papa è irritante, molto irritante.

Lei cita Burckhardt, Guénon e Valli, le cui opere su Dante non mi sono ignote. Ma dobbiamo tener presente che quando parliamo di "esoterismo", usiamo una categoria intellettuale moderna, almeno nel caso di specie. Poi, tirare in ballo la Massoneria (quella "speculativa" nasce nel 1717) mi sembra storicamente fuori luogo. Ci furono delle pulsioni "esoteriche" in Dante? E' possibile, ma dipende da cosa s'intende per "esoterico".

Insomma, come affermato, tra gli altri, dal Cardinal Biffi, il cattolicesimo di Dante è fuori discussione. E il suo tomismo neppure, considerato anche che Dante scrive la Commedia solo pochi decenni dopo la morte dell'Aquinate. E i virulenti attacchi delle lobby atee, omosessualiste e islamiche al Poeta ne sono una conferma.


Josh ha detto...

@Silente,
ho tentato di accontentare Angheran che era scontento dei commenti, spezzando una lancia nella sua direzione ed esplicitando alcune cose.

Finchè in Dante c'è San Tommaso, e anche Aristotele va bene. Non mi sembra di essermi meravigliato di questo. Fin lì ci arrivo anche io.

Quando in Dante si affaccia l'averroismo, o certe idee in parte condivise con Cavalcanti, il tutto è meno cattolico.

Se il viaggio diventa gnostico o gli si avvicina di parecchio, è meno cattolico.
Quando in Dante, in questo caso specie negli altri scritti, si ravvisa altro, come la donna-sophia che è anche eterodossa, non siamo più nemmeno nella Scolastica.

Silente, mi dici

"Poi, la sua definizione di Dante quale "un proto-protestante. O un proto-tradi-protestante" perché, con qualche ragione, pose all'Inferno qualche Papa è irritante, molto irritante."

quella frase non è una mia definizione, ma stavo interpretando un concetto di Socci, con esattezza questi:
_"Dante era considerato un barboso bigotto reazionario"
_"... un indigeribile trombone cattolico-reazionario. Infatti Benigni, per renderlo digeribile al delicato stomaco della sinistra salottiera, ha “appannato” il vero Dante, quello “politicamente scorretto”, scomodo e urticante."

_" Dante oggi sarebbe letteralmente schifato e considerato quasi un appestato, sia nelle curie ecclesiastiche che in quelle laiche, come del resto gli accadde in vita. (...)"
_"Infine, come se non bastasse, condanna con parole di fuoco diversi papi del suo tempo, mettendoli all’inferno e sparando a zero sulla corte pontificia, pur professandosi cattolicissimo. Anzi, proprio perché cattolico.
Cosa che oggi, in tempo di bigottismo imperante, sarebbe ritenuta inammissibile: ma lui era cattolico, non clericale, né papolatra, mentre oggi tutti sono clericali e papolatri, senza però professare la fede cattolica."

Josh ha detto...

@Silente
"definire La Commedia sostanzialmente non cattolica, come fa lei, mi sembra un po' eccessivo."

Socci afferma in un punto che la
"dottrina cattolica di Tommaso d’Aquino e Bernardo di Chiaravalle struttura tutta la Commedia. "

Per quanto riguarda la struttura dell'aldilà della Commedia, ci sono anche altre influenze che ho detto sopra e non sono cattoliche. Per un testo capolavoro, e summa, va bene.
Per l'aldilà come lo abbiamo dai Sacri testi, e siamo tenuti a credere, non è lo stesso, se lo vogliamo prendere come una guida "religiosa".

La tripartizione
dell'Inferno dantesco risale all'Etica Nicomachea di Aristotele, al "De Officiis" di Cicerone, mediato secondo la concezione del Corpus Iuris Civilis di Giustiniano. Assolutamente geniale. Opere capitali.
Ma non sono il dogma della nostra fede.

Non ho mai detto che Dante fosse massone ante litteram. Ma che appoggiandosi a certi suoi aspetti lo usano. "Dante aveva infatti a suo modo una vera mistica dello Stato, e qui la Massoneria gode"

Ho sempre amato Dante, ma come scrivevo, non mi sono convertito grazie a Lui.

Angheran70 ha detto...

@ Josh

Ottima digressione specifica sul carattere della Commedia. La mia osservazione nasceva più che altro dall' utilizzo 'finale' della figura di Dante nel suo insieme. Utilizzo che mi sembra tuttora molto in voga da parte della libera muratoria e non legato alla polemica pro/contro Islam , come vorrebbe al solito Socci ecc.

"Alla fine, passati 3-4 anni dalla proposta di censura Dante per ora non è stato censurato. L'hanno piegato ai propri scopi, riletto e purgato e fatto diventare uno spot.
Vuoi che sia per via del suo (presunto?) rosacrucianesimo? :)"

No , ma ripeto , mi pare strano considerare il 'culto' del sommo un fatto casuale per il mondo iniziatico, quando ci sono logge dedicate ed istituti culturali che mostrano chiara affinità di persone e intenti.

Poco tempo fa Riccardi è stato eletto Presidente della 'Società Dante Alighieri'. Ebbene , per l'occasione sono subito giunte le congratulazioni del GOI , destando un certo stupore nel mondo cattolico.

Ma l'anomalia se c'è è da parte cattolica , infatti:

"il fatto che vi sia proprio un cattolico al vertice di un ente, la cui storia s’intreccia a filo doppio, anzi triplo con quella massonica. Già tra i fondatori, nel 1889, spicca il nome di un “grembiulino doc “, quello di Giosué Carducci. Ma il progetto di conquista della Società Dante Alighieri, preciso e circostanziato, emerge con chiarezza nella lettera-circolare trasmessa il 10 gennaio 1895 dalla Loggia Universo a tutte le altre della “Comunione Italiana”.

E ancora:

Le citazioni si sprecano, dallo storico Ferdinando Cordova con la sua opera Massoneria in Calabria al recente studio di Fabio Ferrarini, responsabile culturale e docente di Storia e cultura italiana presso la Società Dante Alighieri di Berlino: «Intensi furono i rapporti tra la Società Dante Alighieri e la massoneria. Il primo presidente, Ruggero Bonghi, era massone. Così come il vicepresidente, Ernesto Nathan»

Angheran70 ha detto...

@ Silente

quando parliamo di "esoterismo", usiamo una categoria intellettuale moderna, almeno nel caso di specie. Poi, tirare in ballo la Massoneria (quella "speculativa" nasce nel 1717) mi sembra storicamente fuori luogo.


Non capisco l'esigenza di dissimulare , quando ci sono fatti oggettivi e proprio dal punto di vista storico. L'operazione "Dante grande iniziato" non nasce certo oggi.


"Ci furono delle pulsioni "esoteriche" in Dante? E' possibile, ma dipende da cosa s'intende per "esoterico".

Può essere che l'operazione sia in parte forzata nel merito , ma è indubbio che sia in atto. E questo basta (dovrebbe bastare) per destare qualche attenzione.

Rr ha detto...

Sarò semplicista e "praticona", ma mi sembra che, come al solito, le pseudo elites culturali tentano di appropriansi di scrittori, pensatori, artisti che, se non altro perché vissuti secoli prima, non potevano certo essere dei "loro". E così si mobilitano. Un po' come fanno gli omo, che dicono di tutti o quasi i grandi uomini di cui non sono note avventure femminili, o che non si sposarono, " ecco, vedete, era un omo".
Odio, veramente lo dicono anche di fior di Don Giovanni.
Così grandi uomini di secoli fa sono diventati protocomunisti, proto massoni, protomo, ecc.ecc. E noi, tradionalisti in senso lato, ci beviamo tutte le loro cazz..te, magari per sembrare più "colti" di quello che siamo.
La Società' D. Alighieri fu chiamata così proprio per nascendere la massoneria( e non solo) che c' era
dietro, utilizzando il cattolico Dante. Che non c' entrava niente, essendo defunto 400 anni prima.

Benigni ha usato Dante SOLO X FAR SOLDI, quando la sua via comica ha cominciato a perdere colpi, e non sempre c' era la Miramax a salvargli i film.
Qual è l' italiano, anche analfabeta, che non sa che
Dante è il nostro Massimo poeta? È così le audiences dei Sanremo, delle feste dell' unità, di quelli che sbavano dietro i nostri terrificanti presidenti della repubblica, si sentono tutti elevati al rango di " colti" perché van a sentire Benigni. Un altro, come al lIttizzetto, pieno di soldi, a cui meno pubblicita' si fa,
meglio è.
Rr
PS: quest' anno e' il 175' anniversario della nascita di Ciaikovski, ma non credo che il Presidente della Duma, il parlamento russo, chiamerebbe un rockettaro per la commemorazione del grande compositore. Se non vuole finire in Siberia:))

Josh ha detto...

Rosa, certamente rimane vera l'appropriazione indebita di grandi personaggi del passato, per riciclarli deformandoli in salsa ideologica contemporanea, e farli passare per, fargli dire x e y.

Comunque attenzione con gli ...amori di Ciajkovskij, presto torneranno alla carica :-)

Rr ha detto...

Josh,
Se vivesse oggi, invece di scrivere le sublimi pagine di musica che ha composto, parteciperebbe al Gay Pride e sarebbe un altro Elton John, le cui musiche quasi nessuno suona più o ricorda.
Piotr Ilich fece più o meno la fine di Wilde. Wilde fece in tempo a convertirsi, Piotr non lo so( nel senso che non so se esiste la cOnfessione per gli Ortodossi). Un altro che ha pagato per altri più potenti ed ammanicati di lui.
Ma almeno gli fu risparmiata la Rivoluzione, altrimenti sarebbe anche lui morto in esilio come Rachmaninov.
Rr