Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 8 aprile 2011

Tornielli attacca la Tradizione con una versione dei fatti approssimativa e preconcetta, tutta da rettificare

Su La Stampa di oggi è apparso un articolo di Andrea Tornielli che, prendendo le mosse dai clamori recentemente suscitati dal caso de Mattei, fa una carrellata sull'intero mondo della Tradizione in termini sommari e pieni dei più triti luoghi comuni; il che poco si addice ad un Vaticanista, al quale è richiesto di trattare gli argomenti che affronta con una cognizione di causa di livello non meno che eccellente e conoscenze meglio verificate a approfondite, piuttosto che con giudizi sommari e preconcetti. Stupisce questo stile così approssimativo in un giornalista in molte altre occasioni e in molti suoi scritti rivelatosi di ben altro calibro, sorvolando tuttavia sul suo articolo del giorno di Natale, commentato qui.

Ed è così che di de Mattei viene messa in risalto la "sua critica serrata, da destra, al concilio". Ed è improprio dire che le dichiarazioni di de Mattei ed il suo libro abbiano dato vita ad un nuovo movimento, perché il mondo dei tradizionalisti - che è poi quello dei cattolici e basta, che amano la Tradizione aperti alle “novità” che non la rinneghino -, non attendeva questi input per essere ben desto e consapevole.

Ed è così che si trasforma inopinatamente chi porta avanti le istanze della Tradizione, volte a custodire vivere e diffondere nella sua integrità il Depositum fidei cattolico, in "quella sparuta minoranza che ritiene l'assise convocata da Giovanni XXIII la causa della secolarizzazione e dell'annacquamento dell'identità cristiana."

E' falso e insostenibile l'assunto che la Tradizione attribuisca al concilio la responsabilità della secolarizzazione, della quale sono ben note le cause molteplici sia prossime che remote. E però non si può glissare sul fatto che la banalizzazione e la desacralizzazione della liturgia hanno avuto i loro effetti devastanti e svianti nei confronti di una fede retta e salda.

Non vengono risparmiati strali a mons. Brunero Gherardini ed alla sua critica garbata profonda documentata al Concilio, con analisi teologiche di grande spessore, che sfociano nella richiesta della "lettura in continuità" dei documenti conciliari, non solo dichiarata ma sancita autorevolmente dal Trono più alto, in ordine ad alcuni nodi essenziali; auspicio che è di tutti gli amanti della Tradizione, ai quali viene sbrigativamente attribuita la volontà di cancellazione del Concilio. Se può accadere che tra i numerosi ammiratori di mons. Gherardini ci sia chi strumentalizza i suoi libri per contestare il Vaticano II, egli di certo non ispira e non è all'origine di nessun movimento "anticonciliare" tradizionalista; ma, da grande teologo qual è, pone domande, analizza con competenza e in modo approfondito i documenti del Vaticano II, senza mai esservisi posto 'contro'.

Non manca l'accenno all'ostinatamente preteso "negazionismo" di Williamson come contraltare alla generosità di Benedetto XVI, mentre invece dovrebbe essere ben noto che non si è trattato di negazionismo ma di un giudizio storico riduzionista in ordine ad una questione che non impegna verità di fede, a meno che non si voglia attribuire un valore teologico che non sta né in cielo né in terra ad un evento storico per quanto orrendo e deprecabile come la shoah. Ed è ben noto anche come inopinatamente le dichiarazioni di Williamson, rilasciate molti mesi prima e che la Segreteria di Stato Vaticana doveva conoscere e conosceva, sono state ufficializzate con tutto lo scalpore atto a sminuire, se non a contrastare, l'evento - di fatto sia contro il Papa che contro la FSSPX - proprio lo stesso giorno in cui è stata resa nota la scomunica ai vescovi nominati da mons. Lefebvre, definito nell'articolo "il Che Guevara del Tradizionalismo".

A seguire, vengono sottolineate le perplessità sollevate dai tradizionalisti in ordine al prossimo incontro di Assisi con i rappresentanti delle varie religioni mondiali "considerato un cedimento al sincretismo". Di fatto gli intellettuali, tra cui de Mattei, che hanno sottoscritto una petizione al Papa, hanno sottolineato i rischi in tal senso, anche in ragione di quanto accaduto nel 1986, su cui l'allora card. Ratzinger ebbe ad esprimere le stesse riserve.

Né Tornielli ha mancato di accennare alle critiche alla Beatificazione di Giovanni Paolo II, che peraltro non provengono solo dal mondo tradizionalista, ma anche da altri settori della Chiesa [vedi, ad esempio, la recente riflessione sul senso della misura di Padre Scalese]. Per quanto mi riguarda devo dire che non ho riserve di sorta se non sui tempi e su alcune modalità...

Infine, viene ricordato come i blog della Tradizione risultino i più cliccati, con l'ironico accostamento della modernità dei mezzi tecnologici da essi usati con "incenso e vecchi merletti".

Sicché la Tradizione viene sommariamente identificata con nostalgici dell'Antico rito legati ad un mero estetismo, definiti cattolici del dissenso da destra e addirittura con simpatie ancien régime (!?). Se anche ci fosse qualche frangia di questo tipo, liquidare in termini così approssimativi e taglienti un fenomeno come il tradizionismo, composito certamente, ma serio e ricco di personalità e studiosi di grande spessore, è quanto meno indice di superficialità se non di ideologizzazione di conio progressista. Senza neppure tener conto che il vero progresso nella sempre ulteriore comprensione delle verità di fede ed autentico rinnovamento della 'pastorale' che le veicola - ben altra cosa dal progressismo - è possibile solo in virtù del binomio Tradizione e audacia, usato da Enrico Maria Radaelli in un suo articolo sull'Osservatore Romano (13 luglio 2010). Ne riporto uno stralcio significativo:
...Tradizione e audacia. E il genius creativo che le combina.
La realtà, all’interno della quale soltanto si muovono Bellezza e Verità, vive di entrambe le sponde: tradizionalismo e audacia, e la caduta di uno dei due argini, qualunque sia dei due, esonda l’intelletto nell’irrealtà, per cui bisogna tenerli entrambi.
Ma i vogliosi di indipendenza, di libertà, che fanno? Buttano via la «storia», che è «tradizione», che è «memoria», e si attaccano alla sola «originalità», perché, a causa di ciò che abbiamo visto prima, hanno ‘l’orrore di veder entrare la storia nel proprio oggi’, hanno orrore, dalla cosa «antica», di farne una cosa «anche» nuova, che diverrebbe però così capace, come tutte le cose belle e vere che la gente si ferma a guardare o a sentire ammirata, di percorrere gli anni, i secoli, i millenni, fino all’oggi e per sempre...
E dunque questa è la situazione della nostra Chiesa oggi. Siamo coinvolti in un'aspra lotta contro le eresie, come nei primi secoli, quando fervevano le controversie dottrinali - sovvengono i tempi di Ario e Atanasio - perché gravi eresie attaccavano e minavano l'integrità della Fede e della Chiesa tutta. Anche oggi le deviazioni dalla Tradizione e le eresie minano la Chiesa in modo subdolo e tenace occulto ma potente. Tuttavia a molti non è chiara la buona battaglia che si conduce nella difesa della Verità eterna e della Chiesa di sempre, quella che non è soggetta al panta-rei, alle mode e ideologie mondane, oscurata dalla svolta conciliare andata ben oltre le proposizioni del Concilio, che Tornielli sembra esser tra coloro che non vogliono vedere ed alla quale occorrerebbe una energica virata da parte del nocchiero...
Maria Guarini

29 commenti:

Stefano78 ha detto...

L'articolo di Tornielli è davvero raccapricciante.

Un misto di pregiudizialismo, semplificazioni, e vero e proprio "razzismo"!

Si distribuiscono epiteti a personaggi eminenti e niente affatto "scismatici" o "ribelli" come vorrebbe far credere lui! Con un semplicismo davvero dozzinale, degno del più retrivo ideologismo uguale e contrario a quello che lui condanna!

Di nuovo: riguardo i tradizionalisti pubblica questi articoli; riguardo eretici conclamati e tronfi NIENTE!

Gli scriverò.

Ma, purtroppo, come torno a ripetere, questi colpi assestati da novelli "supercattolici adulti", possono essere affondati perchè trovano alcuni fondamenti! C'è poco da fare! Tornielli fa leva e strumentalizza fatti reali. Purtroppo. ESTENDENDOLI, IN MODO FURBESCO quanto squallido.

Anonimo ha detto...

Purtroppo. ESTENDENDOLI, IN MODO FURBESCO quanto squallido.

giusto, Stefano.
se nel tradizionalismo ci sono frange estremiste, come del resto in ogni realtà, non è una buona ragione per fare di ogni erba un fascio.
In ogni caso fenomeni complessi come la situazione e l'innegabile crisi della Chiesa richiedono analisi e approfondimenti ormai ineludibili e non sono liquidabili con concetti stereotipati in base all'aria che tira nel proprio orticello...

Luisa, su MiL ha detto...

Luisa
Ed ecco che cosa scrive Tornielli da Raffaella:

"....
Quanto alla questione progressista: l'oggetto del pezzo che mi è stato richiesto era di fare il punto sulle posizioni del mondo tradizionalista e ho cercato di farlo, mi sembra con rispetto. Ma forse ho esagerato con il rispetto, visto che il pezzo risulta noioso. Prometto che la prossima volta sarò più scoppiettante..."

Chiaro?
Il cambiamento di tono c`è, l`ironia è parlante e promettente di sviluppi futuri scoppiettanti, interessante anche che il suo nuovo datore di lavoro come primo pezzo gli abbia chiesto di "fare il il punto sulle posizioni del mondo tradizionalista", forse è la mancanza di tempo e la disorganizzaione a seguito di tutti i cambiamenti, per i quali ci aveva chiesto comprensione e pazienza.....ad aver fatto "partorire" a Tornielli quell`"analisi" superficiale e affrettata, da noi si direbbe "bâclée", ma che lascia comunque intravedere il suo pensiero sui Tradizionalisti, di cui abbiamo avuto un assaggio a Natale.
Conservo la mia stima a Tornielli come vaticanista, quando con intelligenza, rispetto e fedeltà e grande capacità di sintesi, riporta e commenta gli interventi del Papa, ad esempio durante i suoi viaggi, gli sono riconoscente per il sostegno che ha sempre dato al Papa nei momenti difficili, anche grazie, immagino, alla libertà di cui godeva al Giornale, mi discosto invece su certi argomenti dal Tornielli che esprime il proprio pensiero.
Yesterday, 20:09:44

Anonimo ha detto...

... importante per il variegato mondo tradizionalista, quel mondo vissuto per decenni borderline...

anche l'uso del termine "borderline", che normalmente in campo psicologico e psichiatrico determina i casi di patologia, connota disturbi della personalità, non mi pare molto felice.

Mi chiedo cosa scriverebbe, pensando anche alle altre espressioni usate, se decidesse di fare un 'pezzo' più scoppiettante come ha scritto altrove...

Anonimo ha detto...

..."borderline", che normalmente in campo psicologico e psichiatrico determina i casi di patologia, connota disturbi della personalità, non mi pare molto felice.

non mi pare un termine molto felice anche se gli si volesse dare il senso di marginalità che, se non è negativo, è tuttavia molto riduttivo.

Ma è l'intero articolo, così come è stato costruito e in tutti i molti punti che ha toccato ad apparire 'graffiante'.

Ad esempio l'espressione usata nei confronti di mons. Lefebvre: il che Guevara del Tradizionalismo

lonewolfe ha detto...

Bisognerebbe inviare questo stesso articolo a La Stampa perché venga pubblicato in replica a Tornielli.

Stefano78 ha detto...

Io sto cercando un recapito per scrivergli, ma forse per il suo "salto della quaglia" ancora in corso, non riesco a trovarlo!

Anonimo ha detto...

io ho usato l'opzione mail in fondo all'articolo per inviarlo al Direttore de La Stampa, seguendo il suggerimento di Jo.

Chissà se lo prenderà in considerazione?

Anonimo ha detto...

credo che ci sia troppa facilità nel liquidare come dissenso ciò che in molti casi non è altro che critica costruttiva ed anche propositiva.
Mi ha colpito anche l'articolo di Magister, che parla di tre tra i maggiori pensatori tradizionalisti: Gherardini e Radaelli (e quindi Amerio di cui Radaelli è il discepolo) come di grandi delusi da Benedetto XVI...

Mi pare che emerga un paradosso se non un grande controsenso. Dice Magister nel motivare la "delusione": l'accusa che fanno a Ratzinger è la stessa che fanno al Concilio: aver sostituito la condanna col dialogo

il paradosso consiste nel fatto che effettivamente, nella Chiesa, si tende a vedere più il dialogo fine a se stesso che come strumento di comunicazione e, di fatto, si dialoga con tutti (vedi mezzi ed energie profusi per il "cortile dei Gentili") tranne che coi Tradizionalisti. Non da parte del Papa, a ben vedere, ma di quella consistente parte del mondo ecclesiale che pilota la cultura egemone, pregiudizialmente refrattaria a tutto quanto sa di Tradizione

Anonimo ha detto...

questo il link all'articolo di Magister

che tuttavia, su Settimo cielo ha dato spazio ad un interessante equilibratissimo articolo di Agnoli
sul Concilio come problema complesso

mi riprometto di approfondire appena avrò un attimo di tempo

Anonimo ha detto...

cito da Magister:

La colpa maggiore addebitata a papa Ratzinger è di aver rinunciato a insegnare con "la forza di uno scettro che governa". Invece che definire le verità e condannare gli errori, "si è reso drammaticamente disponibile a essere anche criticato, non pretendendo alcuna infallibilità", come ha scritto lui stesso nella prefazione ai suoi libri su Gesù.

infatti Benedetto XVI non viene criticato in quanto Papa, semmai in quanto dottore privato... e sollecitato ad esercitare l'attività di governo che è la sua prioritaria funzione. E siamo in molti ad attendere le parole di Pietro che confermi quella Fede che vediamo diluita, tradita, oscurata in una 'pastorale' multiforme ed anarchica che sta sommergendo 2000 anni di Tradizione ininterrotta

E' per questo che c'è qualcuno che si azzarda a dire:

Benedetto XVI si sarebbe quindi anche lui piegato all'errore capitale del Concilio Vaticano II: la rinuncia alle definizioni dogmatiche, a vantaggio di un linguaggio "pastorale" e quindi inevitabilmente equivoco.

c'è chi può smentire un'affermazione come questa?

cosimo de matteis ha detto...

Non voglio, non vorrei usare quella bella ed efficace metafora
-non perchè non sia bella ed efficace ma in quanto veramente inflazionata ed allora, talora, pur usando frasi giustissime si viene tacciati d'esser "banalotti"-
ma debbo necessariamente usarla, costi quel che costi:

ANDREA TORNIELLI HA TOCCATO UN NERVO SCOPERTO

e, ahi, quanto fà male!

L'acidume emanato
-ma forse non era solo cattiveria ma vero e proprio acido, pestilenzial eumore delle femmine-
nè è conferma.

Dimenticavo: è morto SCOMUNICATO.

Anonimo ha detto...

Dimenticavo: è morto SCOMUNICATO.

si sbaglia, non siamo lefebvriani, anche se li riconosciamo dei veri cattolici... e su quella morte scomunicato, che mi pare di un cattivo gusto oltre che mancanza di carità senza pari, ci sarebbero diverse obiezioni

quanto ad acidi umorali, mi pare che lei ne abbia emanati non pochi e potrei chiamarla allergia alla Verità

Andrea Tornielli ha detto...

Gentili signori,

permettemi di commentare i vostri commenti.

Ma dove avete trovato "graffiante" il mio articolo?

Dove sono gli "strali" contro Gherardini?

Mi sono limitato a descrivere le posizioni. Se vi siete offesi per il Che Guevara, beh, non avete capito che era un modo di dire: mons. Lefebvre è il simbolo del tradizionalismo, come Che Guevara lo è per la rivoluzione cubana.

La battuta finale non era negativa, ma positiva: ho detto ciò che è vero, e cioè che i tradizionalisti usano benissimo la possibilità della rete.

Quanto alla presenza di nostalgie ancien regime, sono in grado di fare nomi e cognomi, di citare interi gruppi. Non l'ho fatto e non lo farò perché il mio intento non è mai stato quello di ridicolizzare certe posizioni.

La battuta (scritta su un altro blog) circa il fatto che la prossima volta sarò più scoppiettante, era appunto una battuta in risposta a chi mi diceva di aver trovato noioso il mio articolo.

Borderline non aveva alcun significato psichiatrico: solo una malevola interpretazione può pensarlo. Intendevo dire ciò che le persone di buon senso hanno capito e cioè che questo mondo è stato marginalizzato per molto tempo.

Resta un fatto vero ed evidente: i tradizionalisti in genere non tollerano e non ammettono che si parli di loro se non se ne parla benissimo, presentandoli come gli unici veri cattolici, gli unici veri fedeli al Papa e alla Tradizione.

Voi vi permettete di usare spesso linguaggi violenti con tutti, dribuite patenti di eresia, ma non tollerate neanche una puntura di spillo. Ho cercato di proporre un'analisi basata sui fatti.

Vi prego di smentire ciò che ho detto e di dimostrare che cosa di ciò che ho scritto è falso.

Grazie per l'ospitalità e buona domenica

andrea tornielli

Luisa ha detto...

Andrea, rimetto qui..ancora...il mio commento al suo articolo che, sì, è il riflesso palese e parlante e la conferma( vedi articolo di Natale) dei suoi pregiudizi verso i Tradizionalisti.
Lei non si è limitato a "descrivere le situazioni" ma le ha condite con il suo pensiero e i suoi sentimenti, lo ripeto, palpabili.

Riprendo alcuni passaggi del suo articolo:

"... importante per il variegato mondo tradizionalista, quel mondo vissuto per decenni borderline..."
L` uso del termine "bordeline", di cui senza dubbio Tornielli conosce il significato, è come minimo di cattivo gusto, anche se usato dandogli, immagino e spero, un senso altro di quello usuale.

"Con il suo recente volume Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta , lo storico del Cnr ha infatti dato voce e argomenti a quella sparuta minoranza che ritiene l’assise convocata da Giovanni XXIII la causa della secolarizzazione e dell’annacquamento dell’identità cristiana."
Quella sparuta (!) minoranza non ha aspettato De Mattei e non ha avuto bisogno del suo libro per esprimersi e per avere argomenti.

"Sulla sponda più teologica, insieme a De Mattei, c’è un altro grande ispiratore di questo neonato movimento anticonciliare tradizionalista: è monsignor Brunero Gherardini.."
Se è vero che fra i suoi numerosi ammiratori c`è chi strumentalizza i suoi libri per contestare il Vaticano II, Monsignor Gherardini non ispira e non è all`origine di nessun movimento "anticonciliare" tradizionalista, il grande teologo pone domande, analizza con competenza e in modo approfondito i documenti del Vaticano II , non è contro il Concilio Vaticano II.
Inesattezza e superficialità.

Continua....

Luisa ha detto...

La prima parte del mio commento essendo sparita rimetto qui il tutto scusandomi per la ripetizione!


Andrea, rimetto qui..ancora...il mio commento al suo articolo che, sì, è il riflesso palese e parlante e la conferma( vedi articolo di Natale) dei suoi pregiudizi verso i Tradizionalisti.
Lei non si è limitato a "descrivere le situazioni" ma le ha condite con il suo pensiero e i suoi sentimenti, lo ripeto, palpabili.

Riprendo alcuni passaggi del suo articolo:

"... importante per il variegato mondo tradizionalista, quel mondo vissuto per decenni borderline..."
L` uso del termine "bordeline", di cui senza dubbio Tornielli conosce il significato, è come minimo di cattivo gusto, anche se usato dandogli, immagino e spero, un senso altro di quello usuale.

"Con il suo recente volume Il Concilio Vaticano II. Una storia mai scritta , lo storico del Cnr ha infatti dato voce e argomenti a quella sparuta minoranza che ritiene l’assise convocata da Giovanni XXIII la causa della secolarizzazione e dell’annacquamento dell’identità cristiana."
Quella sparuta (!) minoranza non ha aspettato De Mattei e non ha avuto bisogno del suo libro per esprimersi e per avere argomenti.

"Sulla sponda più teologica, insieme a De Mattei, c’è un altro grande ispiratore di questo neonato movimento anticonciliare tradizionalista: è monsignor Brunero Gherardini.."
Se è vero che fra i suoi numerosi ammiratori c`è chi strumentalizza i suoi libri per contestare il Vaticano II, Monsignor Gherardini non ispira e non è all`origine di nessun movimento "anticonciliare" tradizionalista, il grande teologo pone domande, analizza con competenza e in modo approfondito i documenti del Vaticano II , non è contro il Concilio Vaticano II.
Inesattezza e superficialità.

Luisa ha detto...

Continua....

"Il tentativo messo in atto da Benedetto XVI fin dall’inizio del suo pontificato per recuperare l’ala lefebvriana e ridare cittadinanza alle istanze di chi ha continuato a chiedere maggiore sacralità nella liturgia cattolica ha fatto sì che quest’area – molto differenziata al suo interno, dove si incrociano simpatie ancien régime e nostalgie per le messe antiche – uscisse dal ghetto"
Nostalgie per le messe antiche? Nostalgie?
È questo per Tornielli essere Tradizionalista?
È questa la visione, e non parlo di stima e rispetto, che Tornielli ha dei Tradizionalisti?
Pregiudizi e giudizi evidenti, mancano solo i pizzi e i merletti, ma arrivano più sotto con l`incenso.

"Questa lettura però non è stata affatto assunta da una parte considerevole del movimento tradizionalista, che invece, insistendo a presentare il Concilio come una frattura, ne vorrebbe di fatto la cancellazione"
Parte considerevole?
Tornielli l`ha pesata? Contata? Fatto un sondaggio? E come può Tornielli attribuirle quell`intenzione?
Se è possibile che una sparuta parte del movimento tradizionalista vorrebbe di fatto la cancellazione del Vaticano II, la "parte considerevole" non vuole la cancellazione del Vaticano II ma, constatando la rottura che, a meno di esser ciechi, salta agli occhi, chiede che la continuità affermata sia dimostrata, che l` ermeneutica della contiunità affermata sia dimostrata, chiede che gli abusi siano definiti, nominati, condannati e sanzionati.

".. l'arcivescovo francese Marcel Lefebvre", il Che Guevara del tradizionalismo ..."
Non sono lefebvriana ma questo accostamento poteva,come minimo, essere evitato!

And last but not the least:

"Anche se minoritario, il nuovo movimento tradizionalista e antimoderno mostra di saper usare benissimo gli strumenti più moderni: sono infatti blog e siti di quell’area – come ad esempio l’italiano messainlatino.it – a risultare tra i più cliccati. Ipad e smartphone tra incenso e vecchi merletti."

Insomma un articolo che rivela, ancora una volta, i pregiudizi e giudizi di Andrea Tornielli sui Tradizionalisti, un articolo che forse soffre di una certa fretta o precipitazione nella sua redazione. Peut mieux faire, copie à revoir.

Luisa ha detto...

Aggiungo, Andrea, che sarebbe bene evitare di fare di ogni erba un fascio, di mettere tutte le uova nello stesso cesto, di ridurre con un "voi" una realta variegata ad un insieme monolita.
Accostare Mons. Lefebvre al Che è come minimo irrispettuoso, sarebbe corretto che lei riconoscesse il suo errore. Non crede? Ed è una non lefebvriana che lo dice.
Il suo articolo non finisce con una nota positiva, suvvia, d`accordo che lei difenda il suo articolo, ma non prenda chi la legge per dei creduloni, quali sono le ultime parole del suo articolo? "Incenso e vecchi merletti "!
Questo suo pensiero sui Tradizionalisti avevo già avuto modo di osservarlo più di una volta sul suo blog, una banda di nostalgici, rigidi rubricisti, amanti di pizzi e merletti, senza dimenticare l`Ancien Régime!
Non nego che in quel che viene definito il "mondo tradizionalista" ci siano anche le persone descritte da lei, Andrea, ma...
Ma ci sono nel mondo centinaia di migliaia di Tradizionalisti, fra di loro moltissimi sono i giovani, belle e numerose le giovani famiglie, persone accomunate dal loro amore per la Santa Messa che io chiamo "di sempre", la Santa Messa con il Rito Antico, che hanno bisogno di vivere la loro Fede, di rendere Culto a Dio, di adorare il Signore con quella Messa.

Allora sarebbe bene non dimenticarle, sarebbe giusto rispettarle, sarebbe corretto evitare di mettere in primo piano gli eccessi e gli estremisti che esistono come ovunque.
Le persone che mi circondano durante la Santa Messa sono distanti anni luce dalla descrizione che ne è fatta nel suo articolo Andrea, articolo che non è, mi ripeto, una descrizione di fatti, ma una sua analisi personale e come tale condizionata dalle sue simpatie e antipatie personali.

Luisa ha detto...

Aggiungo e finisco, Andrea, dicendole, ma già lei lo sa, che queste mie riserve e osservazioni, non mi impediscono di considerarla il "mio" vaticanista di riferimento che stimo e rispetto per la sua capacità di seguire il Magistero e l`attività del Papa con intelligenza, lealtà, e anche sensibilità.
Sans rancune!
J`espère!

Stefano78 ha detto...

Dott. Tornielli.

Mi permetta di dirle che sono stato deluso dal suo articolo.

So che nei suoi articoli, almeno ultimamente, inerenti al mondo della Tradizione, sta facendo una specie di "analisi leggera". Mi spiego meglio. Sta portando l'attenzione su un "mondo", come lei stesso lo definisce, PUNGENDOLO, quindi stigmatizzandolo, criticandolo.

Questo è assolutamente legittimo.

Ma, mi permetta di dirle, le sue legittime critiche sono unidirezionali.

Sì, lo confermo. Sono unidirezionali. Anzitutto perchè nei suoi articoli, non ho ancora letto di "meriti" che lei attribuisce al "mondo tradizionale". Forse non ce ne sono? C'è solo il "tradi-protestantesimo" (che purtroppo c'è! E' per questo che lei ha potuto generalizzarlo!)? C'è solo il radicalismo che lei ha messo inevidenza in questo articolo, peraltro identificandolo in fatti e persone che radicalisti non sono affatto?

La cosa che stride, nel suo articolo, è aver letto il nome di un Uomo di Dio come Mons. Gherardini affiancato ad epiteti assolutamente inadeguati sia per il suo Stato, sia per la sua Preparazione, che per la sua fedelatà granitica alla Chiesa e al Papa! Fedeltà che ormai sembra sia riconosciuta sola a chi si comporta da ruffiano, a chi "mantiene certe forme" (anche se nella sostanza FA COME GLI PARE!). Non credo lei abbia letto nè il pregevole libero di Gherardini, nè la SUPPLICA (attenzione dott. Tornielli! E' UNA SUPPLICA) finale.

La generalizzaione è ben evidente nel suo articolo, e non credo sia stata solo una questione di spazio, perchè si può trovare il modo di essere sia sintetici che equilibrati.

L'altra cosa incredibile, e glielo scrissi già un'altra volta, è che si riesca a trovare spazio e tempo per assolutizzare gli estremisimi di certi tradizionalisti (impossibile non trovarne! Ce ne ovunque, perchè no nel tradizionalismo? Ma sembrano gli unici a dover essere stigmatizzati!), MA NON SE NE TROVI PER STIGMATIZZARE I VERI E PROPRI AMMUTINAMENTI DI VESCOVI E CARDINALI CONTRO IL PAPA E LA CHIESA! I veri e propri eretici che, con tutti gli ossequi e gli "amori" dichiarati al Papa e alla Chiesa, si industriano nel demolirla APERTAMENTE andando contro il Papa e il Magistero! Le inviai degli esempio concreti, solo ultimi in ordine di tempo! La lista sarebbe lunga! Qui non si tratta di evidenziare, giustamente, solo gli abusi liturgici, cosa che lei ha innegabilmente sempre fatto! Qui si tratta di stigmatizzare ciò che è palese ed evidente, dando voce anche a coloro che non possono essere messi dentro un unico calderone!

Ci sono tanti, troppi vescovi, che in giro per il mondo compiono autentici soprusi, e abusi di potere nei confronti di semplici fedeli cattolici per niente tradi-protestani! Si disobbedisce al Papa, ad un suo Motu Proprio (ma questo fatto terribile non ha animato la penna di nessun giornalista cattolico "generalista"!)! Si proclama apertamente l'eresia, soprattutto sul Santo Sacrificio della Messa, pubblicamente, in spregio al Magistero perenne, ai Concili (compreso il superdogmatico Vaticano II), si dichiarano le Messe-Pasque-ebree, le "Sante Cene", le modernistiche "Messe-Conferenze", ecc, ecc. Si irride alla devozione Cattolica, si diffonde eresie anche nella Morale! Ma tutto questo sembra "scontato" o "poco utile" per essere stigmatizzato!
(continua)

Stefano78 ha detto...

La sperticante obbedienza la Papa e alla Chiesa, su cui ci si basa per attaccare TUTTO il mondo della tradizione SENZA GRANDI DISTINGUO, cade immediatamente quando il Cardinal Vicario del Papa, ad esempio, amana un "documento pastorale sull'Eucaristia" che abbatte come minimo tre Encicliche del recente magistero sulla Messa, per non parlare della Tradizione della Chiesa! Questo, mi perdoni, non è "rilevante"! Lo sono i radicalisti e gli estremisti del mondo tradizionalista!

Ora, come torno a ripeterle, lei ha potuto scrivere questo come altri articoli, decisamente poco rispettosi (questa è una mia opinione) e semplificatori (troppo), perchè quello che lei descrive ESISTE. Nessuno può negarlo! Ma lei fa una cosa decisamente poco corretta: generalizza. Questo non va bene. Perchè i distinguo che le ha fatto anche qui, benvenuti, non lo sono per coloro che mediamente leggono!

A quando, torno a ripeterle, un articolo sull'ammutinamento di talune gerarchie Vaticane operato contro il Papa? Le inviai l'articolo dell' ECCLESIA DEI (quindi non dei tradi-protestanti ma di una Commissione della CDF, del Vatricano!), che rispondeva ad un incredibile pubblicazione dell'Osservatore Romano (è ancora il Giornale del Papa? SEMBRA DI NO!), che NEGAVA DIRETTAMENTE E PUBBLICAMENTE IL MAGISTERO PAPALE, LA FEDE DELLA CHIESA E UNA SERIE INDIEFINITA DI ENCICLICHE di questi ultimi tempi, non di San Pio X (buonanima! Che la sua Intercessione ci soccorra, insieme a quella di San Pio V!).

Attendo di poter leggere un suo articolo in questo senso, insieme a questi che sto leggendo, che reputo ingenerosi.

Stefano Fiorito.

mardunolbo ha detto...

Sto aspettando da molto tempo che il Tornielli si decida a fare un bell'articolo sul pericolo islamico e sulle aberrazioni delle interpretazioni del Corano, e pubblicato su "La Stampa" o sul "Corriere" o su "La Repubblica", meglio sarebbe su "Avvenire" giornale meglio confacente per lui.Personalmente dubito che un "vaticanista" possa fare questa scelta di indagine,per ragioni di correttezza ecumenica che vieterebbe ciò anche in armonia con l'osservanza all'autorità ecclesiale vaticana, cui Tornielli manifesta indubbia reverenza, ma aspettiamo e vediamo, forse dubitiamo a torto e facciamo commenti senza ben conoscere le qualità ironiche ed analitiche del Tornielli che non ha ancora avuto modo di sviluppare appieno.Le sue difese mirabili all'autorità vaticana e pontificia, in questi tempi di svilimento di ogni autorità (magari negata anche dalla stessa) valgono eccezionali benemerenze sul campo, come prode combattente e difensore, a penna, della cristianità tutta(cattolici,ortodossi, protestanti,anglicani ecc.).Così come impavidamente adotta la sua penna per difendere oltre ogni limite il papa, così pure adotterà ogni forma di penna per difendere quanto il papa rappresenta:il cristianesimo! In contrapposizione all'islam ed al sionismo i due nemici attuali del cristianesimo.Quando e come non si sa forse dovranno passare anni perchè Tornielli possa approfondire e documentarsi appieno sull'argomento, ma vedrete che sarà un pamphlet rigoroso ed analitico che soddisferà tutti i prodi!Neanche da paragonarsi con l'opera attuale di De Mattei...

Anonimo ha detto...

Gentile Tornielli,

torno a ringraziarla per la sua disponibilità alla condivisione ed all'approfondimento, ma sono costretta a registrare, da questa sua risposta, che lei si limita a dare una versione commestibile dei termini usati, senza andare a fondo sui contenuti di cui ho accennato nel mio articolo, i quali richiederebbero ulteriori approfondimenti che questo strumento non favorisce, ma intanto avrebbero meritato una maggiore considerazione.

Il problema, per quanto mi riguarda, esula dal fatto se si "parla bene o male dei tradizionalisti" né mi interessa distribuire patenti di eresia, cosa che non mi compete, ma la mia fede e la mia formazione conoscenza ed esperienza di Chiesa mi mette in condizione di riconoscerle, le eresie, se le incontro e, quindi, di rifiutarle e, magari, denunciarle per il bene di molti. L'analisi basata sui fatti che lei ribadisce, non appare propriamente una descrizione di fatti, ma una personale valutazione che non mi sembra sia andata oltre le sue simpatie e antipatie personali, più che legittime, ma che penso siano da oltrepassare quando, oltre a notizie, si divulgano idee e si parla di cose di fede.

Per me è importante che nella Chiesa si possa esprimere l'esperienza di fede tradizionale senza essere messi all'angolo o tacciati da nostalgici e via dicendo, per dar voce alle istanze spirituali più profonde che non credo siano solo le nostre, ma quelle di ogni uomo di buona volontà che non si accontenta delle briciole né dei surrogati.

Penso che è ora di far uscire la Tradizione dal ghetto cui vorrebbe continuare a costringerla la cultura egemone, screditandola per mezzo di stereotipi caricaturali (ancien régime, incenso e vecchi merletti) e della identificazione con frange inconsistenti. Si tratta di analisi riduttive di un mondo che va al di là delle etichette, degli stereotipi ed anche dell’angusta visuale dei confini nazionali.

Mi è parso di cogliere un 'nucleo' centrale, in tutto l'excursus del suo articolo che, ripeto, liquida sommariamente e con luoghi comuni una componente della nostra Chiesa costituita da coloro che amano la Tradizione non solo conciliare, una componente articolata e viva pur se effettivamente minoritaria, di una realtà ecclesiale divenuta ai nostri giorni estremamente variegata, non tanto per effetto dei diversi carìsmi - che da sempre connotano le differenti 'famiglie' spirituali composte dagli Ordini Religiosi e significano l'incommensurabile ricchezza del Signore al quale i credenti si rapportano -, quanto per le inclusioni di identità 'spurie', che inquinano e oscurano le Verità di fede oltre a generare confusione e disorientamento.

Ho colto come una sorpresa nel constatare che c'è oggi nella Chiesa chi - e forse non sono solo quattro gatti e non tutti di un'altra generazione - dice e vive le stesse cose che da anni sostengono i cosiddetti Lefebvriani. Ebbene è così. Non si tratta di un movimento generato dalle parole o dalle azioni di Gherardini e di de Mattei. Piuttosto con esse è in sintonia e dalle stesse è nutrito; ma non soltanto da esse. Il fenomeno già preesiste direi da sempre, perché si tratta di quella Fedeltà che prescinde dal Concilio (ma anche dalle vicende che vi sono connesse e dagli altri fattori che vi si intersecano), in qualche modo lo precede lo comprende nella sua giusta dimensione e lo supera per andare oltre. Credo che il Motu Proprio Summorum Pontificum del 2007, sia stato lo strumento della Provvidenza del quale non ringrazieremo mai abbastanza Benedetto XVI, che ha sdoganato -dovrei anzi dire dissepolto- un tesoro ineguagliabile del quale l'incenso e i vecchi merletti sono un pulviscolo in una vena aurea dalle profondità insondabili...
Ma di questo parlerò un'altra volta.

Anonimo ha detto...

Un'ultima cosa per Tornielli, che dice:

Voi vi permettete di usare spesso linguaggi violenti con tutti, dribuite patenti di eresia, ma non tollerate neanche una puntura di spillo. Ho cercato di proporre un'analisi basata sui fatti.

Voi chi, a proposito di linguaggi violenti?

Vorrei anche far notare che la puntura di spillo delle sue affermazioni non riguarda tanto noi personalmente quanto il disprezzo e la messa all'angolo di ciò in cui crediamo profondamente

Bisogna vedere che piega prenderanno gli sviluppi futuri e, soprattutto bisognerà vedere che spazio verrà dato a chi ha maturato questa consapevolezza e continua a dare dei nomi alla crisi ai suoi aspetti e alle sue cause, ineludibile punto di partenza per trovare i necessari rimedi. Penso non solo agli studiosi da lei nominati, ma anche ai Francescani dell'Immacolata ed altri che cercano di dare il loro autorevole appassionato contributo con convegni e scritti, che purtroppo continuano ad esser passati sotto silenzio.

Ricordo di aver proposto, ad esempio, alla redazione de La Bussola quotidiana la sintesi di un importantissimo convegno tenuto a Roma nel dicembre scorso, ricco di fondate calzanti autorevoli analisi e di promettenti piste di percorsi futuri, ma mi disse che non le era mai arrivata... Nessun media cattolico di rilievo ha dato notizia del Convegno, dei suoi lavori, degli sviluppi che promette. Segnalo questo dato come emblematico del fatto che sembra che il problema della crisi post-conciliare riguardi solo la Tradizione e non tutta la Chiesa, che non può essere a compartimenti stagni né portatrice di una tradizione in divenire a seconda delle mode del tempo, altrimenti non è più Chiesa, ma qualcosa d'altro, ferma restando la realtà della Chiesa-Mistero.

Amicus ha detto...

se non sbaglio Tornielli ha risposto ai commenti ignorando totalmente l'articolo. Che gli abbia fatto un po' male alle orecchie?

Grazie per aver richiamato l'attenzione su un articolo che non avevo visto e su un giornalista di certo non "ancien régime", ma di regime. E grazie anche per le sottolineature non così scontate neppure tra i tradizionalisti

Luisa ha detto...

Purtroppo Andrea Tornielli, se reagisce domandando spiegazioni, quando queste spiegazioni le ha ricevute...le ignora!
È successo qui ma anche su altri siti.

Eliseo ha detto...

Ve la suonate e ve la cantate: Mic, Stefano78, Luisa... imperversate sui soliti blog cercando disperatamente di fare opinione. Poi finisce tutto nella circolarità e vi citate tra voi, vi sostenete tra voi, vi leggete tra voi. Del dottor Tornielli voi come altri non avete né la deontologia né la professionlità. Criticatelo pure, è un sacrosanto diritto, ma non continuate vi prego a far credere di essere gli ultimi giapponesi della religione cattolica.

Anonimo ha detto...

l'unico canto e suono monocorde è il suo, Eliseo, che entra in questo spazio a gamba tesa solo per accusare e non per contribuire alla discussione, eventualmente anche criticando.

Le critiche costruttive sono ben accette: servono innanzitutto a non essere autoreferenziali, cosa che le reciproche nostre diversità non rendono possibile, ma soprattutto a confrontarsi e, quindi, a crescere.

Le sue accuse, invece, a cosa servono?

Anonimo ha detto...

aggiungo, sempre per Eliseo, che se ci incontra in altri blog significa che li frequenta anche lui e chiedo cosa c'è da meravigliarsi se il nostro interesse spazia quel tanto che è utile nel nostro ambito cattolico, che offre diverse 'Agorà' di confronto e molti temi di discussione?