In precedenti articoli don Curzio ha chiarito l'equivoco guénoniano [qui], ha illustrato il tradizionalismo esoterico di De Maistre [qui] e [qui]. In questo articolo fornisce chiavi di lettura del pensiero di Julius Evola, autore piuttosto in voga in alcuni contesti tradizionalisti. È sempre necessario essere aiutati a separare il grano dal loglio...
Fabio Venzi e Julius Evola
Fabio Venzi (Roma, 1961) si è laureato alla Università La Sapienza di Roma in Sociologia con una Tesi su “I rapporti tra la Massoneria italiana e il Fascismo”, è Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia dal 2001, inoltre è autore di numerosi libri[1] e si è specializzato - alla luce del pensiero massonico - sul neoplatonismo, Gioacchino da Fiore, Raimondo Lullo e la psicoanalisi, infine è Direttore della Rivista massonica De Hominis Dignitate.
Nel 2010 ha scritto un libro molto interessante, ben documentato e oggettivo intitolato Julius Evola e la Libera Muratorìa. Una verità scomoda, pubblicato dall’Edizioni Settimo Sigillo - Libreria Europa di Roma (Casa Editrice e Libreria vicine alla Fondazione Julius Evola).
Evola e la magia
Venzi dimostra, con citazioni molto esatte e particoraleggiate di Evola stesso o di Autori a lui vicini e molto bene addentro al suo pensiero, che Evola è essenzialmente “un mago nato”[2]; che la parola “magia” è un concetto qualificante l’uomo e lo studioso Julius Evola[3]; infine se si va al cuore del pensiero evoliano la magia ne è il cardine[4].
Evola e l’Idealismo filosofico/magico
Evola è non solo il terzo degli Idealisti italiani dopo Giovanni Gentile e Benedetto Croce, ma è il fondatore dell’Idealismo magico[5], che oltrepassa il puro Idealismo filosofico mediante la magia e lo fa diventare un mezzo per diventare “Dio” con le proprie forze e senza l’aiuto della grazia santificante e soprannaturale offerta gratuitamente da Dio alla creatura umana[6].
Evola e il panteismo
Nelle opere filosofiche di Evola appena citate nella nota n. 5 si trova contenuto il piano mediante il quale egli tenta di unificare l’Individualismo assoluto di Hegel, il Nichilismo di Nietzsche e l’Anarchismo egotista e solipsista di Stirner (F. Venzi, cit., p. 21) nella sintesi suprema del suo Idealismo magico[7].
Evola e l’anarchico di “sinistra” Max Stirner
Max Stirner nella sua opera principale L’unico e la sua proprietà (1845) distrugge il senso di religiosità panteistica del pensiero hegeliano. Infatti l’idea di Dio, secondo Stirner, è una creazione della mente umana. Dio è l’essenza umana stessa, ma sublimata dal pensiero dell’individuo. Per Stirner l’unico vero “Dio” è l’Io o l’individuo. L’egoismo secondo lui, perciò, non è un difetto, ma è la caratteristica migliore dell’Individuo, che lo spinge ad auto-realizzarsi.
Egli infine, come ha confessato (L’unico e la sua proprietà), si è spinto poi sino al nichilismo metafisico: “ho fondato il mio destino sul nulla” avvicinandosi in ciò a Nietzsche di cui rappresenta, però, l’alternativa ala “sinistra”.
La morale nichilistica o strettamente anarchica di “sinistra” stirneriana odia, rifiuta e combatte (anche con violenza terroristica) i dogmi speculativi e i precetti morali tradizionali, naturali, oggettivi e divini per sostituirli con idee nuove soggettivistiche, volontaristiche, naturalistiche, edonistiche, libertarie, libertine, rivoluzionarie e materialistiche, comode per le esigenze dell’individuo che, secondo lui, come per Nietzsche ed Evola, è un Assoluto.
Perciò tra l’idealismo filosofico hegeliano, il nichilismo nicciano, l’anarchismo/individualista stirneriano e l’idealismo magico evoliano vi è solo una differenza accidentale quanto al modo o all’intensità, mentre quanto alla sostanza questi quattro sistemi filosofici sono identici (come - ad esempio - un vino rosso, forte e corposo; un vino rosato, delicato e gradevole; un vino cerasuolo dissetante e vellutato ed un vino bianco, frizzante e leggero).
Infatti la filosofia teurgica evoliana è sostanzialmente idealista, individualista, nichilista e persino anarco/individualista rispetto alla religione positiva e al Dio trascendente e personale, anche se essa è accidentalmente tradizionale richiamandosi alla Tradizione primordiale, esoterica, elitaria ed iniziatica di origine cabalistica e gnostica.
Henri Arvon scrive : «Anche Max Stirner, riguardo alla Rivoluzione francese, sembra paradossalmente vicino al conservatorismo controrivoluzionario di E. Burke (Riflessioni sulla Rivoluzione francese), di de Bonald (Théorie du Pouvoir) e di J. de Maistre (Etude sur la souveranité)»[8]. Dunque non sorprende che Evola abbia voluto scegliere Stirner come uno degli ideologi che avrebbe dovuto dar nascita (assieme a Hegel e a Nietzsche) al suo Idealismo magico.
Un altro collante che unisce queste filosofie è la dottrina del “libero amore”, ossia la teoria che già nell’Ottocento propugnava la piena libertà dei rapporti sessuali, svincolata totalmente da ogni regola morale ed anche dalle leggi penali della società civile di allora. I maggiori rappresentanti del “libero amore” sono Max Stirner, Federico Nietzsche, il marxismo/leninismo, l’anarco-capitalismo libertario (Mises, Hayek, Nozick, Rothbard, Friedman…) e Julius Evola con la sua Metafisica del sesso (Roma, Mediterranee, 1958).
Secondo Evola la sessualità non va vista come una funzione riproduttiva[9] per tutti gli uomini, ma come una potenziale via iniziatica per pochi eletti. Infatti essa è un’operazione magica attraverso la quale l’uomo può tornare all’Uno plotiniano, ossia al Divino. Il vero uomo tradizionale si realizza pienamente tramite la metafisica del sesso che porta all’amore spirituale, al quale si giunge come termine passando attraverso l’amore sensuale, che è il primo grado di esperienza per giungere all’amore spirituale (J. Evola, La Tradizione ermetica, 1931). Questa realizzazione dell’Io assoluto mediante la pratica o la magia sessuale la si ritrova nel Tantrismo, il quale concepisce la sessualità come liberazione e “indiamento” mediante riti di natura magico/sessuale. Il “matrimonio di sinistra” utilizza la liberazione dell’energia magica latente nell’uomo tramite l’esercizio metodico e magico/teurgico del sesso (Cfr. Jean Servier a cura di, Dictionnaire critique de l’ésotérisme, Paris, PUF, 1998 pp. 19-58, voce Alchimie; pp. 21-22 voce L’alchimie tantrique; pp. 23-26, voce Magie sexuelle dans l’alchimie hindou; pp. 1256-1261, voce Tantra; p. 49, voce L’alchimie dans ses aspects initiatiques et Julius Evola)[10].
L’errore che accomuna queste filosofie, pur diverse, è l’individualismo o il valore assoluto della persona umana ed è proprio mediante la teoria dell’Individuo Assoluto e magico, ossia trasformatore e creatore della realtà, Evola voleva riunire in “Sé” Hegel, Nietzsche e Stirner.
Evola e il nichilismo di “destra” di Nietzsche
Nietzsche[11], partendo dal presupposto che il nulla sta alla base di ogni cosa, porta il nichilismo allo stato perfetto e conclude che tutto ciò che l’uomo pensa (nichilismo logico), fa (nichilismo morale), è (nichilismo metafisico) non ha alcun senso. Quindi l’essere, l’agire e il pensare dell’uomo sono senza senso e privi di valore e vanno distrutti. Occorre per Nietzsche distruggere non solo i valori morali tradizionali, ma la logica e la metafisica ossia l’essere per partecipazione, cioè la creatura, che rimanda all’Essere per essenza, cioè a Dio. Il termine del nichilismo è l’odio contro Dio e la volontà deicida di distruggerlo (“Dio è morto”), se mai fosse possibile. Il nichilismo rappresenta l’ultima tappa della sovversione filosofica post-moderna e contemporanea iniziata con la modernità[12]. Al posto dei valori teoretici e morali tradizionali si devono mettere i valori dionisiaci del piacere sfrenato del corpo e di questa terra. Evola, con la magia, cerca di attuare realmente questo piano ideologico/filosofico trasmutando l’Io e mettendolo al posto di D-“io”.
Secondo Massimo Donà per Evola “la magia indicava l’ultimo stadio di un percorso sapienziale grazie al quale l’essere umano avrebbe potuto e dovuto riguadagnare la propria originaria natura divina”[13].
Ma cos’è la magia per Evola? Marcello De Martino nell’Introduzione al libro di Fabio Venzi (cit., p. 6) cita gli articoli di Evola apparsi sulle riviste Ur e Krur dal 1927 sino al 1929. In essi Evola parla della sua partecipazione attiva ai rituali magici (le “catene magiche”), che sarebbero stati capaci di influenzare fattivamente la realtà, ossia non solo di “crearla” col pensiero come voleva l’Idealismo filosofico hegeliano, ma addirittura di renderla realmente esistente mediante la magia.
Evola e la massoneria speculativa o operativa
La questione più intrigante è quella che riguarda i rapporti di Evola con la massoneria. Si riteneva, infatti, che Evola fosse un antimassone radicale. Invece Venzi ci porge delle citazioni che provano irrefutabilmente il contrario. Egli, riguardo dell’antimassonismo di Evola, scrive: “ciò non è soltanto semplicistico, ma fuorviante” (cit., p. 11).
Massoneria materiale e formale
Innanzi tutto Venzi distingue le posizioni di Evola e Guénon circa la massoneria. Il primo riteneva che la massoneria moderna, in cui non restava più nulla dell’antica massoneria tradizionale, non offriva agli uomini una iniziazione né formale o in atto e neppure materiale o in potenza (poiché totalmente degradata)[14]; mentre il secondo[15] pensava che la massoneria porgesse almeno un’iniziazione anche se solo virtualmente, materialmente o in potenza poiché almeno qualcosa permaneva in essa della antica massoneria operativa e tradizionale[16].
In breve mentre per Evola la Loggia è vacante totalmente (sia in atto che in potenza) per Guénon lo è soltanto materialiter et non formaliter.
Per la massoneria operativa sino alla morte
Infine Evola si è costantemente espresso in tal guisa sulla massoneria operativa (buona, elitaria, gerarchica, austera, sacrale e tradizionale) e su quella speculativa (cattiva, di massa, democratica, lasciva, profana e rivoluzionaria) sino a pochi mesi prima di morire (Roma 19 maggio 1898 – Roma 11 giugno 1974). Infatti in un’intervista rilasciata a Gianfranco De Turris il 27 dicembre del 1973 il filosofo siciliano, rispondendo alla domanda del De Turris se la massoneria sia l’unica organizzazione iniziatica rimasta in occidente, dice: “questo è fuor di dubbio… ma per i tempi moderni tutto il potenziale operativo [magico e auto-divinizzante, nda] della massoneria tradizionale operativa è passato allo stato latente [in potenza o virtualmente, ndr]. Dire latente non significa inesistente; esistono capacità di rivificazione”[17].
Insomma, la massoneria può passare dalla potenza all’atto, dal Gran Maestro materialiter al Gran Maestro formaliter, dalla Loggia virtuale alla Loggia attualmente esistente con tutte le sue capacità operative e divinizzanti, ma solo quando essa si converta dalla modernità in cui è sprofondata con l’Illuminismo alla Tradizione primordiale insegnata dalla cabala[18], dagli Egizi, dai Templari, dai Rosacroce e da Evola. Quindi non è esatto dire che, per Evola, la massoneria non è più esistente per nulla (“massoneria/vacante” totalmente), ma è più corretto asserire che per lui essa esiste solo in potenza e non ancora in atto (“massoneria/vacante” in atto o formalmente, ma non in potenza o materialmente).
Evola e Guénon: guerrieri o monaci?
Un’altra divergenza tra Evola e Guénon riguarda il primato che per Evola spetta ai guerrieri, ai cavalieri, ai nobili (“kshatriya”) mentre per Guénon spetta ai sacerdoti o monaci contemplativi (“brahmana”)[19].
Evola, Burke e de Maistre
Questo approccio di Evola alla massoneria non può non farci pensare a quello di Edmund Burke[20] e di Joseph de Maistre[21] (di cui ho già trattato in questo sito). Infatti per Evola[22], come per i due Autori succitati, la massoneria moderna sta all’origine della Rivoluzione francese, razionalista e sovversiva a differenza di quella inglese conservatrice e tradizionale. Per Evola gli antenati sani della massoneria tradizionale sono la cabala ebraica, il libro dello Zohar (F. Venzi, p. 64), i Templari (cit., p. 63) e i Rosacroce (ivi).
Per Evola la massoneria moderna (illuminista, rivoluzionaria e di “sinistra”) è una degenerazione negativa di quella originaria e tradizionale (simbolica, esoterica, operativa o teurgica), che era sommamente positiva. Per il pensatore siciliano la massoneria operativa ha realmente la capacità di “operare” una trasformazione “alchemica” della realtà, mediante una “catena di iniziati” che evocano forze preternaturali (F. Venzi, cit., p. 12).
Ancora nel suo ultimo saggio sulla massoneria nel 1974 intitolato La Massoneria moderna e l’Inversione di Polarità (Roma, Mediterranee) Evola distingueva la massoneria moderna nata in Inghilterra nel 1717, che è speculativa ossia politicizzata, razionalista, illuminista e sovversiva, da quella tradizionale che è operativa poiché opera la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme e la trasmutazione dell’Individuo Assoluto “indiandolo”, ossia rendendolo “Dio”. Venzi commenta: “il metodo evoliano porta l’uomo a farsi Dio nella realtà concreta” (cit., p. 22).
L’auto-divinizzazione secondo Evola
Qui sorge un’altra divergenza tra Evola e Guénon. Infatti mentre per il primo l’auto-divinizzazione dell’uomo può essere raggiunta tramite le pratiche magiche, teurgiche, tra cui rientra il tantrismo, e quelle del rituale massonico operativo o tradizionale, cioè cabalistico[23], per il secondo si poteva ottenere solo con l’intuizione (F. Venzi, cit., p. 92).
Evola si rifà a Plotino per fondare questa sua forma di panteismo, che esclude la distinzione tra ordine naturale e soprannaturale, tra natura e grazia santificante (F. Venzi, cit., p. 24), come pure alle antiche pratiche magiche egizie (p. 25).
Conclusione
Per tirare le somme il pensiero di Evola si basa su tre pilastri fondamentali:
- l’Idealismo filosofico hegeliano;
- corretto dalla magia o teurgia come arte di trasmutare l’uomo in “Dio” e il pensiero in realtà;
- la distinzione tra massoneria speculativa moderna e massoneria operativa, la prima intesa come una deviazione negativa di quella operativa, che è verace, buona e tradizionale ed affonda le sue radici ultime nella cabala ebraica.
d. Curzio Nitoglia
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1. Massoneria e Fascismo, Roma, Castelvecchi, 2008; The influence of neoplatonic thought of Freemasonry, London, Book Guild, 2007.2. J. Evola, Lo Yoga della potenza. Saggio sul Tantra, Roma, 1968, Introduzione di Pio Filippani-Ronconi, Julius Evola e la via della realizzazione, p. 12.
3. E. Montanari, Spiritualismo moderno e rischi della “persona”, in Julius Evola, un pensiero per la fine del millennio, Roma, Fondazione Julius Evola, 2001, p. 59.
4. F. Venzi, Julius Evola e la Libera Muratorìa. Una verità scomoda, Roma, Edizioni Settimo Sigillo/Libreria Europa, 2010, Introduzione di Marcello De Martino, Evola e la Massoneria. I rituali segreti, p. 5.
5. I libri scritti da Evola sull’Idealismo teoretico e l’Idealismo magico sono numerosi e capitali nel suo sistema filosofico/teurgico, per esempio Teoria dell’Individuo assoluto, Torino, Bocca, 1927; Fenomenologia dell’Individuo Assoluto, Torino, Bocca, 1930; Saggi sull’Idealismo magico, Roma, Atanòr, 1925; L’Uomo come potenza, Roma, Atanòr, 1926.
6. Cfr. Antimo Negri, Julius Evola e la filosofia, Milano, Spirali Edizioni, 1988.
7. Cfr. Ugo Spirito, L’idealismo magico, in L’idealismo italiano e i suoi critici, Firenze, 1930, pp. 192-205.
8. Les libertariens américains. De l’anarchisme individualiste à l’anarcho-capitalisme, Parigi, PUF, 1983, p. 23
9. In teologia si distingue tra 1°) la “riproduzione”, che riguarda gli animali bruti senza anima razionale ed immortale e 2°) la “procreazione”, che riguarda l’uomo fornito di anima spirituale, la quale è creata ex nihilo da Dio ed infusa nel corpo del neo-nato non appena generato dai genitori, i quali sono, così, chiamati a divenire cooperatori di Dio nella pro-creazione di un essere immortale destinato al Paradiso. Quindi il fine ultimo della sessualità è la salvezza delle anime degli uomini pro-creati da Dio formalmente e dai genitori materialmente. Ora, come insegna San Tommaso d’Aquino: “un solo atto di ordine soprannaturale è superiore a tutti gli enti e gli atti di ordine naturale. Dunque la creazione ex nihilo dell’intero universo materiale e naturale, terminativamente, è inferiore all’ordine soprannaturale poiché la grazia è superiore alla natura” (S. Th., I-II, q. 113, a. 9). Perciò la procreazione di un solo futuro Santo del Paradiso è superiore - quanto al termine, che è la Gloria del Cielo - ad ogni atto naturale e a tutta la bellezza dell’universo mondo. Questa è la vera grandezza della sessualità umana.
10. Cfr. L. Troisi, Dizionario dell’Esoterismo, Firenze, Convivio-Nardini, 1992; P. Filippani-Ronconi, Magia, religione e miti dell’India, Roma, Newton Compton, 1981; M. Caron – S. Hutin, Gli Alchimisti, Milano, Mondadori, 1962; D. V. Caggìa, L’Arco nel cielo, Roma, Atanòr, s. d.
11. Cfr. Gf. Morra, Il cane di Zarathustra. Tutto Nietzsche per tutti, Milano, Ares, 2013.
12. Cfr. A. Del Noce, Il suicidio della Rivoluzione, Milano, Rusconi, 1978; Id., Il cattolico/comunista, Milano, Rusconi, 1981.
13. M. Donà, Il filosofo della libertà, in M. Jacona, Il maestro della Tradizione. Dialoghi su Julius Evola, Napoli, Controcorrente, 2008, p. 68.
14. J. Evola, Sui limiti della “regolarità” iniziatica, in Gruppo di Ur, Introduzione alla magia, vol. III, Roma, III ed., 1971, p. 165; cfr. anche Jean Servier (a cura di), Dictionnaire critique de l’ésotérisme, Paris, PUF, 1998, voce Franc-Maçonnerie, p. 521, Julius Evola et René Guénon.
15. R. Guénon, Etudes sur la Franc-Maçonnerie et le Compagnonnage, 2 voll., Parigi, 1964, postumo; tr. it., Studi sulla Massoneria e il Compagnonaggio, Carmagnola (TO), Arktos, 1991.
16. R. Guénon, Iniziazione effettiva e iniziazione virtuale, in Rivista di Studi Tradizionali, n. 43, luglio/dicembre 1975, pp. 69-73.
17. J. Evola, L’iniziazione nel mondo moderno, in Testimonianze su Evola, a cura di Gianfranco De Turris, Roma, Mediterranee, 1973, p. 338.
18. Per quanto riguarda la cabala cfr. M. Idel, Cabbalà, tr. it., Firenze, La Giuntina, 1996; J. Meinvielle, De la cabala al progresismo, Benos Aires, 1970, tr. it., Influsso ebraico in Ambiente cristiano, Roma Fraternitas Aurigarum, 1988; G. Scholem, La Cabala, tr. it., Roma, Mediterranee, 1992; Id., Le origini della Kabbalah, tr. it., Bologna, Il Mulino, 1973; Id., tr. it., Le grandi correnti della mistica ebraica, Genova, Il Melangolo, 1986.
19. J. Evola, Il cammino del cinabro, Milano, Scheiwiller, 1963, pp. 12-13.
20. Reflections on the Revolution in France, Boston-London,1790.
21. Les soirées de Saint-Pétersbourg, Paris,1821.
22. J. Evola, De Maistre e la Massoneria, Il Secolo d’Italia, 4 giugno 1953.
23. J. Evola, Introduzione alla Magia, Roma, Mediterranee, 1971 vol. I, pp. 8-10.
25 commenti:
L'idealismo "magico" di Evola e' roba da venditori ambulanti
Non sono un conoscitore di Evola ne' ho letto il libro oggetto dell'articolo di Don Curzio.
Ma da quello che se ne capisce dall'articolo, "l'idealismo magico" di Evola non e' certo cosa da prendersi sul serio. Di fatto, si ritorna alla "teurgia" delle pratiche tardo-pagane (render evidente la presenza degli dei nel mondo, grazie alla magia) integrate ovviamente da quella forma di "sapienza" orientale costituita (e come ti sbagli) dal buddismo tantrico, con le sue orge e deviazioni sessuali. Forse non ho capito bene, ma l'Autore sembra metter Evola sullo stesso piano, almeno come tentativo speculativo, di Hegel, Nietsche, dell'idealismo italiano. Qui si e' perso completamente il senso delle proporzioni. Forse Evola ha scritto qualcosa di interessante nella sua critica al mondo moderno (e non so quanto di autenticamente suo vi sia). Ma come "pensatore" in proprio, dotato di autentico spessore speculativo, via, lasciamo perdere...Dall'articolo sembra di capire credesse nell'esistenza dei "superiori occulti", nella sordida e falsa mitologia costruita attorno ai Templari (templarismo, fenomeno classico di pseudo-cultura da "illuminati" casarecci e ultramontani, sedentari e in gita turistica) etc.
Piuttosto che cercare di cooptare Evola (sai che acquisto) gli intellettuali massoni potrebbero dedicare con piu' profitto le loro vaste conoscenze a rimeditare i fondamenti stessi del loro credo massonico, visto che l'Ordine si sta rendendo da tempo complice della dissoluzione delle nostre societa', morale, etnica, territoriale, economica.
Francamente, mi sono stufato di rispondere alle fisime anti-evoliane e anti-demaistriane di don Nitoglia, autore che pure apprezzo e non poco.
Julius Evola fu "pagano", con tutta la banalizzante superficialità di questa definizione? Sì lo fu, anche se il suo anticattolicesimo giovanile si smorzò, e di parecchio, in età matura e si rammaricò persino della resa modernista del Concilio.
Fu tentato, sempre in gioventù, dalla magia e la praticò?. E' vero. In questo, imperdonabile.
Ma Julius Evola mai, mai, mai fu massone. Non sono nella mia residenza abituale, ma potrei estrarre dai testi di Evola della mia biblioteca decine e decine di citazioni duramente antimassoniche.
Poi, definire Evola "idealista", lui che attaccò a testa bassa Croce e Gentile, mi sembra un grave errore filosofico.
C'è un rischio, in questa insistita, inutile, stucchevole polemica anti-evoliana e anti-demaistriana: quello di screditare il pensiero contro-rivoluzionario e anti-moderno. Spero che il bravo don Curzio (a cui probabilmente non vanno bene neppure de Bonald e Donoso Cortes, Monaldo Leopardi e il Principe di Canosa, Papini e Giuliotti, Mordini e Pino Tosca - cito alla rinfusa - e altri) ne sia consapevole.
Un'ultima precisazione: la storica libreria Europa di Roma e la Fondazione Julius Evola sono "vicine" nel senso che entrambe rappresentano una parte di quel poco che resta della Destra intellettuale. Non c'è alcun rapporto organico tra di esse. Visto che don Curzio si rivolge (prevalentemente, anche se ovviamente non solo) a un pubblico "di destra", avrebbe potuto informarsi meglio.
condivido senza riserve le tesi di di Silente. Evola fu un autore ondivago, costretto a rivedere e aggiornare continuamente un pensiero galoppante a cavallo di moderno & antimoderno, ateismo e contraffatto misticismo - nel 1929, fu spiazzato dal fascismo e obbligato a ritrattare le tesi di imperialismo pagano - paragonare Evola a Hegel è una pia piissima esagerazione- Evola, uomo di vasta (ma disordinata) cultura, ha messo ordine e ha attribuito un significato "serio" e una "dignità" al delirio di imbonitori della magica classe di Ramacharaka e Blawaskj - infine oso affermare che il pensiero evoliano fu la malattia mortale della cultura e della politica di destra
Mi hanno fatto diventare massone pure Evola!!! :(
@ anonimo delle 12,33
Dice:
"Forse Evola ha scritto qualcosa di interessante nella sua critica al mondo moderno (e non so quanto di autenticamente suo vi sia). Ma come "pensatore" in proprio, dotato di autentico spessore speculativo, via, lasciamo perdere..."
Ma come fa a sputare un giudizio così tranchant dopo aver affermato che:
"Non sono un conoscitore di Evola..."
Mah!
La chiosa, poi:
"Piuttosto che cercare di cooptare Evola (sai che acquisto) gli intellettuali massoni potrebbero dedicare con piu' profitto le loro vaste conoscenze a rimeditare i fondamenti stessi del loro credo massonico, visto che l'Ordine si sta rendendo da tempo complice della dissoluzione delle nostre societa', morale, etnica, territoriale, economica."
ha del comico.
E' propria del "credo" massonico la volontà di "dissoluzione delle nostre societa', morale, etnica, territoriale, economica." (e ci metta pure -religiosa-) per poter, infine, imporre il proprio Nuovo Ordine Mondiale.
Sembrero' reazionaria, ma dobbiamo proprio fare pubblicità a massoni dichiarati?
Sono convinta che in generale meno ci si accosta a certi autori e temi, per un cattolico medio, meglio e'. Sono pochi infatti i fedeli, tra i quali io stessa, dotati di un " armamentario" culturale tale da non lasciarsi influenzare da certi scritti ed autori. Personalmente rimetterei l' " Indice".
Rr
Cara Rosa, lo dico per l'apprezzamento che ho di te: spero che con l'espressione "massoni dichiarati" tu ti riferisca all'autore del testo citato da Nitoglia. Non a Evola, che, non farmelo ribadire ancora, non solo non fu mai "grembiulino", ma che fu sempre duramente antimassonico.
"Evola, agente, speriamo per lui inconsapevole, della peggior massoneria cabalista, e pertanto, al servizio di quell'inferno di cui nega l'esistenza" (da Rivista internazionale delle società segrete, anno 1931).
Non c'è peggior sordo di ci non vuol sentire. E' evidente che i "tigrotti" che ancora difendono Evola altro non sono che la versione speculare dei sessantottini. Una generazione che continua a occupare militarmente posizioni culturali (e rendite di posizione) anche quando si propone come alternativa al sistema. Vassallo lo ha dimostrato più volte , per questo viene ancora guardato con sospetto. In fondo significherebbe ammettere di essere stati ingannati , anche se in buona fede.
Quello che non è più ammissibile è l'intento censorio a mò di foglia di fico.
Angheran, trovo insultanti le sue insinuazioni. Appartengo a una generazione di giovani degli anni sessanta/settanta che, per la militanza a destra, ha subito violenze fisiche e morali, diffamazioni, persecuzioni giudiziarie, ostracismi. Giovane giornalista, mi hanno sbattuto porte in faccia giornali, riviste, Università, case editrici: noi di destra eravamo "appestati", a prescindere dalle competenze e dal merito. Ho dovuto costruirmi altrove una carriera. E lei ha il coraggio di parlare di "una generazione che continua a occupare militarmente posizioni culturali (e rendite di posizione)"?. Totò direbbe: "ma mi faccia il piacere".
Con lei di Evola non intendo polemizzare: se non capisce la complessità di un autore quello di cui stiamo parlando, i suoi aspetti positivi e negativi, la sua visione metastorica, la sua vastissima cultura, non ci sono i fondamenti per una civile discussione. E lasci stare il bravissimo Piero Vassallo, del quale ho condiviso, in epoche e luoghi diversi, la stessa militanza e passione politica. Almeno Vassallo Evola lo ha letto e, in parte, le sue critiche le condivido.
Poi, mi scusi la domanda un po' naïf, ma spontanea e giustificata: lei è comunista, anche solo inconsapevolmente? Sa, può capitare. Si faccia un esame di coscienza.
Lo storico ufficiale della Massoneria spiritualista italiana, il dottor Alberto Cesare Ambesi, nel suo agiografico testo:"Storia della Massoneria" pubblicato dalle Edizioni De Vecchi (agiografico perché vuole santificare la Massoneria, basti dire che parla dei sette massoni martirizzati sotto Diocleziano; di Noè primo massone e simili amenità), mette Julius Evola nell'elenco dei peggiori nemici della società segreta, a pari merito con il nazismo, il comunismo cinese e la Chiesa cattolica. Ma è davvero così? Nelle meno conosciute opere minori, scritte tra il '30 ed il '70, più volte affronta l'argomento. Sostiene la tesi che la moderna Massoneria "speculativa" è la pessima degenerazione di ciò che era ottimo:l'antica Massoneria "operativa". E' sempre lo stesso, discusso e discutibilissimo sofisma di " lana caprina ", che, se anche avesse un fondo di verità, (l'errore allo stato puro possiede scarso fascino) certamente è usato come "specchietto per le allodole " dai massoni degeneri di oggi,per reclutare anime generose che vi entrano allo scopo di restaurarvi lo spirito originario e, forse senza neanche rendersene conto, si trovano manovrate. E' stato forse anche questo il destino del grande "Antimassone" Evola? Sembra strano che lo stesso Ambesi, così critico, contribuì con uno studio su "Evola e l'alchimia", al volume antologico, uscito nel 1994, in occasione del ventennale della scomparsa "Testimonianze su Evola". Per mantenere la sua analogia, avrebbe contribuito a "Testimonianze su Mao(o Hitler, o Leone XIII) ?
Per quanto riguarda la concezione socio-politica,vi sono indubbiamente molti punti più che positivi. Mi riferisco in particolare alla impetuosa e ben documentata critica ai concetti della visione economica del liberismo capitalista liberal-borghese e di come tendono a portare sempre di più gli ideali dell' Uomo verso valori solo materiali e meccanici. Tanto da farne un fine, mentre non sono che un mezzo, comunque da non disprezzare, ma da tenere subordinato. Il Socialismo, a sua volta, è giustamente visto come non alternativo al Capitalismo, perchè entrambi nascono dalla "PLUTOMANIA" dal culto del danaro fine a se stesso, tipico del presente:"Regno della quantità",come lo definiva il suo amico Guenon. Sul conto di tale personaggio, in questa sede, mi limito a riferire che cercò in tutti i modi di curare la paralisi dell'Amico, anche sottoponendolo agli Esorcismi, come sembra arguirsi dalle dichiarazioni di de Turris nel già citato "Interrogatorio alle destre" (non so se di tradizione cristiana, Guenon da giovane era stato consacrato vescovo nella Chiesa che si dichiarava esplicitamente gnostica fondata dal controverso massone Jules Doinel, o secondo le usanze dell'Islam a cui aveva aderito).
E adesso lasciamo la parola ad un “evolomane”: ” Il paradosso supremo, il più caratteristico dell’opera di Evola, consiste nel fatto che (…) non è stato mai attivo filosofo più antitradizionale di lui, che è comunemente reputato uno dei più significativi filosofi tradizionalisti, se non, forse, il più tradizionalista in assoluto.” (Imre Madararsz, citato da Claudio Mutti su ORION, N. 166 del luglio 1998, pagina 13 edizioni Barbarossa / la bottega del fantastico, Via Plinio,32 Milano).
Conosco personalmente, e bene, una persona non priva d'influenza, eccezionalmente intelligente e molto colta che crede fermamente nella magia sessuale e, ahimè, la pratica. Si noti che questa persona non è affatto cattiva, nel fondo, tutt'altro: sono sicuro che sia lui stesso vittima di queste pratiche superstiziose, che han finito col limitare fortemente la sua libertà e col renderlo profondamente infelice. Ho cercato per molti anni di convincerlo che sbagliava, e ho pregato tanto per lui. Lui non mi lasciava parlare, perché, nonostante le apparenze dell'uomo di cultura raffinato, ha qualcosa del fanatico: siccome io non sono un iniziato, non capisco nulla e non posso parlare, perché mi manca la mitica e ineffabile "esperienza"! Addirittura, criticare un mondo che per lui è sacro (letteralmente!) voleva dire bestemmiare: io ero un empio, sicché zittirmi era suo dovere.
Quanto al satanismo, a dire il vero, lui lo combatte a spada tratta, con uno zelo che, se non lo conosci, te lo fa prendere per un cattolico fervente. Per la verità lui non crede nel diavolo come essere personale; ma crede nell'esistenza d'un mondo, di forze negative, insomma di qualcosa. Penso che si sia reso conto che quelle pratiche lo portano perlomeno a sfiorare certe realtà tenebrose; e, siccome è fondamentalmente onesto, ne ha paura, e cerca d'allontanarle da sé e dagli altri. Questo non toglie, però, che a volte la sua mancanza di libertà, in particolare, e la sua ostinazione mi faccian pensare all'opera del nemico, che, anche quando non è chiamato, s'intrufola però facilmente.
Non è massone (ch'io sappia; ma decisamente non è il tipo! Insomma, son sicuro di no). Dichiara però rispetto per il massonismo, per così dire, tradizionalista.
Detesta cordialmente l'eghelismo e l'idealismo in genere.
Tuttavia, l'Evola, e anche il Guénon, sono tra gli autori che l'hanno formato. Politicamente, non è di destra: Julius Evola è per lui importante per la magia, e soprattutto, credo, per la "Metafisica del sesso".
Conosco anche, in questo caso molto superficialmente, un professore d'università (! poveri noi!) che, anche lui, professa e pratica queste baggianate ripugnanti della magia sessuale.
C'è tutto un mondo sommerso d'irrazionalismo, superstizione e cialtroneria "esoterica", molto più esteso, probabilmente, di quel che crediamo, anche in ambienti almeno teoricamente colti.
Vorrei anche aggiungere che la persona di cui parlavo ha avuto una vita piena di difficoltà e di sofferenze; e credo che questa sua condizione l'abbia predisposto a cadere nelle aberrazioni della magia.
A ogni modo, per me una cosa è certa: l'Evola e il Guénon sono da mettere nel numero dei cattivi, anzi pessimi, maestri, e chi li difende non sa quel che dice.
Nitoglia fa una onesta analisi, anche se molto ad usum Delphini. Evola non fu questo gran pensatore, a differenza di Guénon. Hegel c'entra poco o nulla con entrambi. Un cattolico non può, comunque, dirsi evoliano o guénoniano. Può al massimo prendere da Evola o Guénon qualche vago spunto. Chi confonde religione e politica non rende un buon servizio alla tradizione cattolica.
@ Evola "cattivo maestro", al pari di Guenon
Mi sembra difficile non concordare con il lapidario quanto esatto giudizio di Piero Vassallo: "il pensiero evoliano fu la malattia mortale della politica e della cultura della destra". Si puo' capire come un libro quale "Rivolta contro il mondo moderno" abbia potuto per certi aspetti affascinare un tempo soprattutto i giovani, giovani giustamente in rivolta spirituale contro la nostra democrazia piena dei difetti che conosciamo e una societa' che si appiattiva sempre di piu' nel piu' gretto materialismo. Ma, pur tralasciando il peggior Evola, quello della sapienza orientale, dell'idealismo magico, della magia sessuale, anche analizzando il suo concetto di "tradizione" de "Rivolta contro il mondo moderno" (parte prima), non si trova nulla che possa trovarsi in accordo con il vero concetto di tradizione nel senso cattolico. A mio avviso, uno dei migliori libri su Evola e Guenon l'ha scritto il prof. Piero Di Vona: "Evola e Guenon. Tradizione e Civilta'", Societa' Editrice Napoletana, 1985, pp. 452. Il cap. VI e' dedicato al "Tradizionalismo romano" professato da Evola (pp. 179-210), in modo simile a Reghini e De Giorgio (due massoni, se non erro) (ivi, p. 179). Il suo "Imperialismo pagano" e' del 1928 e fu notato da Gramsci (ivi). Mi limito a questa citazione: "Evola non esita a rivolgere a Mussolini l'appello per la restaurazione pagana in un impero pagano, e denuncia come il piu' assurdo degli errori l'identificazione della tradizione occidentale con la tradizione cristiana e cattolica. Roma per Evola e' paganita', e la restaurazione imperiale e' un vuoto nome se non e', prima di tutto, restaurazione pagana. Queta e' la tesi ed il programma tradizionalista di Evola nel 1928. Egli riprende da Guenon l'idea della tradizione, ma la sostiene in un senso che contraddice Guenon, per il quale la tradizione legittima dell'Occidente e' la tradizione cristiana e cattolica. Evola lo nega, ed anzi afferma che "il cristianesimo e' fuori della tradizione" non perche' in tutto sprovvisto di elementi tradizionali, ma perche' ha inquinato in modo profano le loro fonti. Evola non ritrattera' mai piu' questa tesi, ma la riconfermera' sempre. Nella "Rivolta contro il mondo moderno" la sincope della tradizione occidentale, il punto col quale comincia la caduta dell'Occidente, resta pur sempre il Cristianesimo, nonostante la rivalutazione di alcuni suoi aspetti riguardanti l'eta' medievale. "Il mistero del Graal"[opera di Evola] e' tutto costruito sull'assunto della concezione sacrale ghibellina dell'impero, in pieno accordo con la "Rivolta etc.". Questa s'avvale anche della ben nota tesi del Kantorowicz sulla divinizzazione della persona imperiale e della stirpe degli Hohenstaufen"(p. 181).
Il pensiero di Evola, la cui influenza sembra diminuita in Italia, non e' stato ripreso dalla "nuova destra" di impostazione neopagana in Francia? Ed ora viene in qualche modo rivalutato da intellettuali massoni? In ogni caso, una sua "rivalutazione" in chiave cattolica e' del tutto impossibile, se ci si attiene ad una idea di Tradizione che sia sana, voglio dire autenticamente cattolica.
Eh, Silente, formidabili quegli anni...... Lascia perdere Evola e le rievocazioni. La religione cristiana è un'altra cosa. Il tradizionalismo cattolico non è politica. Le commistioni tra politica e religione le lasciamo al VdR. A noi interessa la Fede, la vera Fede. Con cui Evola, come scrive don Nitoglia, c'entra poco. Leggiti Tommaso d'Aquino, invece di perdere tempo dietro ai de Maistre, gli Evola e magari pure i Guénon. Il cattolicesimo non è una posa per nostalgici, ma un impegno spirituale costante e ben determinato. Invece di aggredire Angheran70, che ai tempi del tigrottismo era un bambino, butta i libri dei cattivi maestri nell'immondizia e leggi, rileggi, rileggi, rileggi la Summa di Tommaso. Il cattolicesimo è lì.
Bene, sono lieto di "aver suscitato un ampio dibattito", come dicono i semi-colti. Non rispondo a tutti: il da me stimato professor Pasqualucci già conosce le mie opinioni. Pregherei solo l'anonimo delle 10:46 di risparmiarmi la sua spocchiosa e maleducata prosa, le sue presuntuose e offensive esortazioni, le sue affermazioni assurde del tipo: "Il tradizionalismo cattolico non è politica." Mai sentito parlare, ad esempio, di Attilio Mordini, Tito Casini, Pino Tosca, Pucci Cipriani, Primo Siena o, ben più vicino a noi, Piero Vassallo? Capisco, almeno in parte, Evola e Guénon, ma definire Joseph de Maistre "cattivo maestro" è semplicemente demenziale, per un cattolico. Riguardo a san Tommaso, cosa fa presumere all'anonimo che io non lo legga e, magari, anche, lo rilegga?.
Rivendico solo, da cattolico, il diritto di vedere nel pensiero metapolitico di Evola aspetti interessanti e positivi. E poi, costui, Evola lo ha mai letto?
Per quanto mi riguarda, la discussione termina qui. Anche in nome della decenza.
Silente,
Ti rispondo in ritardo. Ovviamente mi riferivo all' autore del libro recensito da Don Nitoglia.
Per altro, lascia perdere. Si ricordano di certuni solo quando hanno l' acqua alla gola. Ed allora chiedono aiuto, vogliono anche la mobilitazione di quei certuni " ( tigrotti" ecc.) , poi, non appena la marea scende, si ritirano schifiltati e schifiltosi, e si mettono a tTraccheggiare e far l' occhiolino al nemico, apparentemenete più colto ed affascinante, piu' " figo".
Non imparano mai, nonostante ghigliottine, Gulag ed ora ISIS più o meno veri.
E si mettono pure a dar lezioni anonime.
A questo punto, meglio ognuno per se' e Dio per tutti. Ma che i ' tigrotti" e gli altri conservino il sangue per se stessi. Basta far battaglai per gli altri.
Rr
PS: non era solo nel mondo del giornalismo che se non eri di sinistra, nonfacevi carriera. Anche in Medicina all' Universita' o in ospedale.
Grazie per la risposta, cara Rosa. Vedi, quello che non sopporto è la spocchia unita all'ignoranza. Sono disponibilissimo ad ascoltare, e persino a condividere, almeno in parte, le critiche a Evola di un Vassallo o di un Pasqualucci. Loro Evola lo hanno letto e, da quanto mi risulta, anche bene (Vassallo lo conobbe anche di persona, e non ne ricavò una buona impressione). Non tutto in Evola è positivo e luminoso. Ci sono aspetti anche oscuri e anticattolici, in questo autore, che pure in parte corresse in età matura. Ma se voglio leggere una critica radicale al demonismo della modernità, alla democrazia, all'illuminismo, al positivismo, all'egualitarismo e via sinistreggiando, non posso prescindere da Evola. Poi, paradossalmente ma provvidenzialmente, la lettura di Evola favorì la ri-conversione di molti militanti e simpatizzanti di destra al Cattolicesimo tradizionale (che, ovviamente, rimasero di destra, mica si iscrissero alla D.C.): una volta assaporata la spiritualità, si cerca quella vera. Il fenomeno fu "virale" e coinvolse molte persone, indipendentemente le une dalle altre: in questo non posso non vedere un intervento provvidenziale. Si parva licet, anch'io sono tra queste. Non sono nella mia abituale residenza, e non sono in grado di fornire citazioni testuali, ma il fatto è stato sicuramente testimoniato da diversi autori, tradizionalisti cattolici, come Pino Tosca e Primo Siena. Ne ha recentemente parlato anche Luca Gallesi, in una recensione di un testo di/su Evola pubblicata su uno degli ultimi numeri di Studi Cattolici.
Quello che non sopporto è l'arrogante spocchia democristianeggiante di chi critica Evola senza averlo letto e solo per sentito dire.
Ecco, è tutto: come ho già detto, per me la polemica si ferma qui.
Luci ed ombre su Evola
di Michele Ognissanti
Riportiamo una breve sintesi tratta dall'articolo "Luci ed ombre su Evola",
con cui Michele Ognissanti, secondo su oltre 400 concorrenti,
vinse nel 1999 il premio "Tito Casini".
La buonanima di Mons. Modestino Petrella di Grazzanise, tragicamente scomparso nel 1974, era solito citare un proverbio popolare: "Figli piccoli, guai piccoli; figli grandi, guai grandi; figli sposati, guai raddoppiati". Soprattutto, lo riferiva ai filosofi, modificandolo in: "Filosofi piccoli, piccole corbellerie. Filosofi grandi, grandi stoltezze". Al barone siculo-romano Evola si applica in pieno:"piccoli uomini, guai piccoli; grandi uomini [privi del buon senso di riconoscere che la loro grandezza viene da Dio] guai grandi ". Titani, quale indubbiamente fu Evola, guai titanici.
In questo mondo di disinformati, senza memoria storica, se si chiede ad una persona "normale", non "addetta ai lavori", chi è il pensatore che più influenza la destra , potrete sentire le risposte più strane. Certamente la maggioranza, sia di quelli di sinistra, sia di molti dei "destri" vi risponderà Mussolini; qualcuno polemicamente vi dirà Hitler; i più acculturati vi diranno Gentile. In verità si tratta di Evola.
La "summa" o per meglio dire ciò che è presentata per tale dell'Evola-pensiero, è "Rivolta contro il mondo moderno".
Cominciamo con il chiarire una cosa.
Marx dichiarava di non essere marxista. Allo stesso modo Evola dichiarava di non essere evoliano. Non contento, anzi, affermava che gli evoliani non esistono, che al massimo possono esistere gli "evolomani", dai quali era solito mantenere le debite distanze. Basti pensare che, per lui, la degenerazione borghese della società è cominciata quando (circa verso il VI secolo a. C.), scindendosi le due figure del re e del sacerdote si separò il potere temporale da quello spirituale.
[.......]
(altro è reperibile su www.salpan.org. COMUNQUE si tratta, anche in tal caso, di brani. Chi è interessato a leggerlo integralmente, scriva a sanemma@iol.it )
M.O.
"Per altro, lascia perdere. Si ricordano di certuni solo quando hanno l' acqua alla gola. Ed allora chiedono aiuto, vogliono anche la mobilitazione di quei certuni " ( tigrotti" ecc.) , poi, non appena la marea scende, si ritirano schifiltati e schifiltosi, e si mettono a tTraccheggiare e far l' occhiolino al nemico, apparentemenete più colto ed affascinante, piu' " figo".
Non imparano mai, nonostante ghigliottine, Gulag ed ora ISIS più o meno veri.
E si mettono pure a dar lezioni anonime".
Ma di che cosa state parlando ? Comunista , democristiano , Isis e sciocchezzaio vario.
Se certi personaggi vengono ancora tenuti in piedi è solo per motivi politici. Il tradizionalismo spurio continua a fare danni in ambito cattolico solo per interessi di bottega, come il sedevacantismo che attinge alla stessa area socio-politica e lo ammanta di analisi pseudo-teologiche di quarta categoria. Anti- moderno , controrivoluzionario , non significa nulla. Il contrario di una rivoluzione non è una rivoluzione di segno contrario , ma una non rivoluzione. L'effetto di Evola è stato proprio quello di cavalcare una rivoluzione , di far credere a una generazione che la via delle Indie potesse essere sfruttata in chiave antimoderna.
La destra radicale c'è cascata con tutte le scarpe. Vassallo bisogna leggerlo , non adularlo per trascorsi comuni. La cultura è questo , altrimenti è solo piaggeria.
L'equivoco 'cattoadelphico' in nome della 'tradizione' poteva essere comprensibile 40 anni fa , come reazione al materialismo , non può continuare ad agitare fumisterie , dopo il trionfo a 360 della mentalità gnostica, che ancora viene osannata. E comunque se lo si vuole fare non lo si faccia in nome del cattolicesimo perchè ciò è risibile.
Vassallo è questo , piaccia o meno (per favore pubblicalo , così Silente lo legge , anzichè interpretarlo)
Preambolo delle avventurose rivoluzioni culturali a destra fu il fulminante abbaglio sessantottino, che si abbatté sugli scolari di Evola, già sconcertati dalle teorie deprimenti e confusionarie esposte in “Cavalcare la tigre” .
Infatuati da un tradizionalismo ateo e vulnerabile a sinistra [1], gli evoliani travisarono il senso di una paradossale battuta di Giano Accame, che paragonava Evola a Marcuse, e di conseguenza credettero che le espressioni del pensiero ultramoderno (il nichilismo francofortese e il libertinismo californiano) fossero manifestazioni di un antagonismo sano e riconducibile alla rivolta della vera destra contro il mondo moderno.
La superficiale conoscenza e la disgraziata infatuazione per le idee diffuse da Marcuse, superato un cordone sanitario labile, diedero inizio all’indiavolato movimento dei tradizionalisti a cavallo di tigri ultramoderne, e all'inseguimento dell'imperdibile tram della storia che era passato attraverso la caciara anarcoide di Valle Giulia.
Movimento binario e confusionario, il tradizional-sinistrismo diede un importante contributo alla trasformazione della destra tradizionale, nell'orchestra babelica che ultimamente ha il nome di “Fare futuro”.
Franz Maria D’Asaro ha descritto puntualmente il malinteso che eccitava i mutanti: “Quei ragazzi non sapevano ... che erano dei profeti, addirittura degli anticipatori della nuova sinistra. Con qualche azzardato confronto: quelli, i nazionalsociali, con Evola e Guénon, gli altri, i cinesi, con Adorno e Marcuse, ma tutti in disperata polemica contro la società dei consumi, il primato dei banchieri, l’egemonia del cinico utilitarismo. Gli uni e gli altri in dissenso anche nei confronti dei rispettivi partiti di riferimento partitici, quasi intercambiabili fra Evola e Marcuse, fra Che Guevara e Mishima” [2].
Nell’animo dei tigrotti, la miscela di temi controrivoluzionari e temi anarchici originò durature confusioni, entusiasmi immotivati ed indomabili propensioni alla fuga vero la violenza gratuita (negli anni di piombo puntualmente esercitata dai tigrotti mentalmente vulnerabili).
Quando Alain De Benoist, evocato da Armando Plebe, scese in Italia per suscitare emozioni e consensi intorno allo slogan et destra et sinistra, gli immaturi apprendisti festanti nella scolastica evoliana erano già pronti a procedere, con una sola marcia, su due divergenti percorsi, et quello della contestazione globale et quello dell'estenuazione reazionaria.
Malauguratamente al paradosso che avvicinava Evola e Guénon a Benjamin, Adorno, e Marcuse, era soggiacente una verità allora nascosta: al di sotto delle ragioni estetiche e in fondo soggettive delle reciproche incompatibilità, concomitanti riferimenti a tradizioni (cabale) eterodosse e a filosofemi crepuscolari, giustificavano l’accordo sotterraneo tra le due diverse e concorrenti scuole postmoderne d'irreligione.
Dagli opposti capiscuola, infatti, era condivisa la stima per la dottrina di un antico precursore dei maestri del sospetto, l'eresiarca Marcione Pontico.
Quasi obbedendo alle regole della concordia discors, i teorici della contestazione globale e i banditori del tradizionalismo rivoluzionario, avevano dedotto dalla dottrina di Marcione la propensione all’immoralismo e la fanatica ostilità verso la teodicea e la rivelazione biblica.
Trascinato dall'illusione di diventare attuale, Evola giunse al punto di credere seriamente che, predicando la “negazione di tutto l’esistente” (cioè la contestazione globale) si attuasse “una severa disciplina [tradizionalista!] portata fino agli estremi”.
[1] Sull'ateismo di Evola cfr.: Piero Vassallo, “Itinerari della destra cattolica”, Solfanelli, Chieti 2010.
[2] Cfr.: “Evola: profeta del futuro”, ISSPE, Palermo 2000.
http://pierovassallo.blogspot.it/2010/03/fare-futuro-il-passato-di-un-abbaglio.html
Come ho già detto, non intendo riaprire la discussione, soprattutto perché questo verrebbe dire avallare l'arroganza e la maleducazione di alcuni interlocutori. Ma alcune precisazioni sono necessarie:
1) Scrive Angheran: "Anti-moderno, controrivoluzionario, non significa nulla." Non dubitavo che costui fosse schierato con la demoniaca modernità e l'altrettanto demoniaca rivoluzione. Grazie per la conferma. Poi, per rispetto dell'autore, faccio notare che la corretta citazione di de Maistre (che Angheran non ha il coraggio di nominare) è la seguente: "la controrivoluzione non è una rivoluzione uguale e contraria, ma il contrario di una rivoluzione". Controrivoluzione, appunto.
2) Cosa diavolo c'entra il sedevacantismo?
3) I testi di Vassallo li conosco. Quasi tutti. E il rispetto per un autore di cui condivido molto non significa quella che il rozzo interlocutore definisce così graziosamente "piaggeria". Sono persino disponibile ad accogliere alcune (non tutte) sue critiche ad Evola, autore che, come ho già detto, ha aspetti positivi e negativi.
E ora, veramente, de hoc satis, almeno per quanto mi riguarda. La mia sopportazione della volgarità e dell'arroganza ha un limite.
Evola? Un malato di sifilide:
"Un fedelissimo di Evola , Clemente Graziani , mi confidò che Evola godeva di una pensione di invalidità che gli era riconosciuta perchè malato di sifilide. La leggenda della passeggiata nelle vie di Vienna bombardata a tappeto dagli americani è una incredibile leggenda metropolitana. Chi ha fatto esperimento degli spostamenti d'aria causati dalle bombe d'aereo sa benissimo che una gita sotto un bombardamento è possibile solamente nel pensiero dei surrealisti. La vita e l'opera di Evola sono caratteristiche manifestazioni della tragica malattia. D'altra parte Roberto Melchionda ha dimostrato che Evola iniziò la sua carriera di pensatore aderendo al circolo dadaista di Tristan Tzara e per rientrare nei ranghi dell'ultra nichilismo nel secondo dopoguerra (con Cavalcare la tigre). Evola non è un falso tradizionalista , è un modernizzatore e un abile falsificatore della tradizione. Distinti ossequi . P.Vassallo
http://www.effedieffe.com/index.php?option=com_content&view=article&id=317965:evola-massone&catid=83:free&Itemid=100021
Chissà cosa penserebbe di Silvano Panunzio ed il già citato Attilio Mordini , don Curzio.
Ad ogni modo criticare la modernità non ha troppo senso ossia si riduce solo a creare il mito della modernità e del modernismo. Tutto il dibattito già avvenne principalmente nel medioevo con propaggini fino al XV secolo, e la maggior parte di certe visioni odierne non sono altro che riproposizioni di altre amenità spesso antecedenti la venuta di Nostra Signore stesso.
Certo può avere un senso se la si vuol mettere politicamente...il moderno è l'epoca che rigetta Dio, ma , infondo, Gesù stesso attestò che il mondo ( ossia i 3 mondi per chi ciancica ) è comunque sia da sempre sotto la mano del demonio, ergo tutti questi discorsi lasciano il tempo che trovano.
Chiunque crede che la salvezza viene dalla conoscenza è di per sè un idealista. E' tempo perso stare a precisare come, rispetto a che, secondo qual ottica.
LA salvezza viene da Dio, e dall'essere in Grazia con Lui. In questo senso Evola è , tecnicamente e tendenzialmente, un banalissimo anticristo.
E ciò lo si comprendere sprattutto nel suo antigiudaismo ossia nel negare e rifiutare l'elezione del popolo ebraico ( io aggiungerei la missione di Roma e le relative vicinanze che Roma ha con il semitismo, e questa è un'altra realtà antievoliana ed anti indoeuropeistica da parte mia, giusto per far capire come queste visioni siano atte a camuffare la realtà , e la destra se ne è imbevuta ) non capendo in cosa essi siano negativi e nemici della cristianità.
daouda
eh, beh, ci mancava la sifilide. Malattia che, a quanto apre, colpirebbe sempre e solo certi autori, come dire, " scomodi". Nietsche in primis.
Squalifica totale per chi alla fine, non sapendo più come ribattere, tira fuori la sifilide.
Rr
E ciò lo si comprendere soprattutto nel suo antigiudaismo.
Però e' stato amico e collaboratore degli psicanalisti ebrei Musatti e Servadio.
Dopo il mio testo, è stato pubblicato il carteggio Evola-Benedetto Croce, ed ormai sono risaputi dei rapporti anche con Jack Keroac.
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