Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 14 luglio 2018

Don Elia - Bisanzio, otto secoli dopo

Notizia e riflessione da condividere. Purtroppo la manipolazione della storia è molto diffusa anche da noi. Condividiamo la speranza che questo testo sia letto dai numerosi visitatori che consultano le nostre pagine anche dalla Russia.

Omnem viam iniquam odio habui
(Sal 118, 128).
L’efficacia della consacrazione al Cuore immacolato di Maria si manifesta nei modi più impensati quale antidoto universale.
Così a uno può capitare di imbattersi “casualmente”, guidato da Lei, in un documentario della televisione russa sulla caduta di Bisanzio scritto e condotto dal consigliere spirituale del Presidente, monaco laureato in cinematografia. Peccato che, per chi abbia un minimo di competenza in materia, il prodotto risulti fin dalle prime battute una volgare contraffazione della storia, tanto grossolana da potersi classificare in un solo modo: spazzatura. L’intento antioccidentale è fin troppo palese; ma, sebbene sia pienamente giustificato dall’attuale congiuntura politica, esso non autorizza nessuno a una simile falsificazione del passato. Si direbbe che le tossine della vecchia propaganda sovietica non siano state ancora del tutto spurgate, se il documentario non assomigliasse terribilmente (anche per la calcolata scelta di musiche e immagini tendenti a creare l’atmosfera emotiva voluta) a quelli delle reti televisive di casa nostra, controllate dalla massoneria.

In breve, la tesi di fondo (secondo la più trita vulgata dell’integralismo ortodosso, storicamente insostenibile) è che l’Impero Bizantino, presentato come il  più splendido e longevo che la storia conosca, sarebbe stato distrutto da un Occidente barbaro e vorace. Tanto per cominciare, però, esso non iniziò affatto come tale, ma non fu altro che la continuazione dell’Impero Romano d’Oriente, sopravvissuto per quasi mille anni a quello d’Occidente. I suoi sudditi erano designati col nome di Romaîoi; la legislazione di Giustiniano codifica il diritto romano con i suoi sviluppi imperiali; fino al regno di Eraclio, all’inizio del VII secolo, la lingua di corte fu il latino. L’identità bizantina greca e ortodossa si formò solo gradualmente e si consolidò dopo lo scisma del 1054. L’Europa medievale non era certo avvolta dall’oscurità della barbarie, visto che i popoli invasori, col tempo, erano stati cristianizzati e, pur mantenendo alcuni usi del diritto germanico, si erano evoluti grazie all’opera della Chiesa. Il documentario presenta invece gli europei come orde avide e violente che, attirate dall’opulenza di Costantinopoli, si sarebbero civilizzate solo dopo il sacco della città, grazie al contatto con la sua civiltà incomparabilmente più progredita…

C’è da rimanere senza parole: come può un uomo di Dio prestarsi a un’operazione di così spregevole mistificazione? La storia è ben nota – ed è del tutto diversa. Le repubbliche marinare (Venezia, Amalfi, Genova e Pisa), a partire dall’XI secolo, avevano stabilito fiorenti rapporti commerciali con la ricchissima capitale d’Oriente creando in essa i propri quartieri con fondaci e magazzini, fino a prendere il controllo dell’economia bizantina. Il fatto è che questo sviluppo era stato reso possibile da una serie di privilegi imperiali concessi a vantaggio dell’aristocrazia terriera, che grazie alle esportazioni poté arricchirsi enormemente. L’imperatore Andronico, alla fine del XII secolo, decise di mettere un limite all’arrogante strapotere degli italiani, le cui rivalità avevan provocato non pochi disordini, e di favorire le classi medio-basse rovinate da un sistema economico che favoriva soltanto gli oligarchi. Nel maggio del 1182, però, i festeggiamenti popolari degenerarono nel saccheggio e nell’orrendo massacro dell’intero quartiere latino, la cui popolazione è oggi stimata a sessantamila abitanti; i pochi superstiti furono venduti ai Turchi. L’imperatore lasciò fare provocando il profondo risentimento delle potenze marinare e, di lì a poco, il proprio assassinio.

Vien da chiedersi come mai quasi nessuno storico ricordi questo gravissimo antefatto. Ad ogni modo, quando la Quarta Crociata partì da Venezia, nel 1202, la tappa a Costantinopoli non era affatto in programma. I crociati, raggiunti a Zara dal principe bizantino Alessio IV Angelo, figlio dell’imperatore Isacco II (detronizzato, accecato e incarcerato dal fratello Alessio III), furono da lui convinti ad aiutarlo a ricuperare il trono in cambio della partecipazione di Bisanzio alla crociata. La sosta doveva però prolungarsi ben oltre il previsto: una volta presa la città, deposto l’usurpatore e incoronato Alessio IV, infatti, la ricompensa pattuita si fece attendere a lungo. Quando l’ennesimo colpo di Stato, nel 1204, portò sul trono Alessio V e questi intimò ai crociati di andarsene a becco asciutto, questi ultimi decisero di prendersi da sé quanto dovuto. Non si può certo negare che si tratti di una delle pagine più tristi e scandalose della storia cristiana: il sanguinoso saccheggio andò avanti per due settimane con modalità raccapriccianti; ma il ricordo dell’ingiustificabile massacro del 1182, evidentemente, era ancora ben vivo.

La creazione di un impero latino, durato fino al 1261, al posto di quello bizantino, sopravvissuto negli Stati di Nicea e Trebisonda, fu un gravissimo colpo per la monarchia orientale. Le vere ragioni della sua debolezza, tuttavia, vanno individuate nell’endemica corruzione e nella perenne instabilità politica. Nella classe dirigente una straordinaria raffinatezza culturale conviveva tranquillamente con forme di inaudita crudeltà e perfidia. Il documentario accenna pure a questi problemi, ma solo dopo aver sconvolto lo spettatore con la storia del sacco di Costantinopoli, che resta così impresso nella sua mente come la vera e sostanziale causa del suo declino. Gli interminabili intrighi e complotti di cui è intessuta tutta la storia bizantina sono appena evocati. Agli europei è addirittura imputato, come se non bastasse, l’insorgere del nazionalismo nei Balcani, mentre la progressiva e inarrestabile avanzata turca entra nel discorso quasi di striscio, come un fattore collaterale. La grave decadenza morale della società bizantina, incapace di reagire alla crescente minaccia esterna, non sembra proprio presa in conto. E questa sarebbe storia?

Non si fa certo fatica a comprendere l’intento propagandistico: la Russia, che si considera erede di Bisanzio, deve oggi difendersi da un Occidente capitalistico e immorale che vuole aggredirla; ma c’era bisogno di deformare il passato in modo così sfrontato? Con un veleno del genere nel cuore, che farebbero le divisioni russe, se dovesse scoppiare una guerra? C’è da sperare che gli ufficiali siano abbastanza colti da impedire il peggio, vista la venerazione russa per la cultura europea e, in particolare, italiana. Sarebbe bene che i loro cappellani (che, come minimo, si prenderebbero tutte le reliquie portate via dai crociati, che da noi, se non altro, sono state preservate dal saccheggio turco del 1453) sapessero almeno del fatto che papa Innocenzo III, a suo tempo, condannò fermamente il sacco crociato. Ma bisogna pure che il consigliere del Presidente si renda conto che certe operazioni sono semplicemente inammissibili e lo squalificano sia come monaco che come operatore culturale. Non si usano gli stessi metodi della massoneria per colpire le sue espressioni politico-economiche; chi è al servizio di Dio, peraltro, non dovrebbe tollerare la minima menzogna sotto qualsivoglia forma: «Ho in odio ogni comportamento iniquo» (Sal 118, 128).

Se, da un lato, la delusione è grande nei confronti di un valente scrittore che gareggia con i grandi della letteratura russa, dall’altro c’è la speranza che il messaggio arrivi attraverso i numerosi lettori che ci visitano dal suo Paese. È la comune obbedienza alla verità che unisce gli uomini e i popoli, mentre certe leggende nere non fanno altro che favorire le divisioni, anche tra i cristiani. Come dobbiamo sentirci noi cattolici nel vedere la nostra storia trattata in modo così sfacciatamente partigiano e unilaterale? Le coltellate sono più dolorose quando arrivano da fratelli amati. Che rispetto può esigere per sé chi dimostra tanto disprezzo per gli altri? La carità, al contrario, spinge ognuna delle parti a chiedere perdono per le proprie colpe mentre lo offre generosamente all’altra, riconoscendo umilmente l’estrema complessità delle vicende storiche ed evitando di incolparne i posteri. Solo questo amore può renderci capaci di far fronte comune contro la nuova barbarie capitalistica e tecnocratica.

24 commenti:

Anonimo ha detto...

Chiedo scusa per l’OT, ma credo sia importante:

https://www.tempi.it/india-pogrom-orissa-petizione-cristiani-perseguitati-indu#.W0mQUIrOOhA

irina ha detto...

Dobbiamo prendere atto che oggi ogni essere umano è solo, qualsiasi sia la sua nascita, qualsiasi la sua cultura, qualsiasi le sue relazioni, non solo ma, ogni situazione gli si può ribaltare sotto gli occhi nel suo contrario. L'aiuto in questo terribile labirinto è nel Signore Gesù Cristo. Ognuno di noi diventa cooperatore responsabile con i suoi pensieri, parole, opere ed omissioni della caduta o della salvezza sua e del prossimo, secondo la solidità dell'unico rapporto che conta, quello con il Signore nostro Gesù Cristo, con la Santa Trinità, con la Sua Madre Santissima, con San Giuseppe Suo sposo e con i Santi e con i Martiri. Ognuno è chiamato ad una all'erta continua ed a fiducioso abbandono, diffidando di tutti e fidandosi del Signore ovunque Lo riconosca. Difficile perchè la menzogna nella quale viviamo, da molto tempo, è penetrata fin nelle nostre ossa. A Lui non esiste alternativa alcuna. Il Suo aiuto solamente può liberarci dal maligno ovunque si annidi.

Anonimo ha detto...

Il 14 luglio la Chiesa Cattolica ricorda e celebra la memoria di San Camillo de Lellis, sacerdote e fondatore dell'Ordine dei Chierici Regolari Ministri degli Infermi (Camilliani). Nel 1746 è stato proclamato santo da Papa Benedetto XIV e, insieme con San Giovanni di Dio, patrono universale dei malati, degli infermieri e degli ospedali.

marius ha detto...

Oggi, 14 luglio, la Chiesa Cattolica di sempre festeggia S.Bonaventura, vescovo, confessore e dottore, detto il Doctor Seraphicus

Anonimo ha detto...


Sulla decadenza di Bisanzio e la propaganda antioccidentale nella Santa Russia

1. Bene ha fatto don Elia a mettere i puntini sulle i, con dati storici inoppugnabili.
La decadenza bizantina fu poi aggravata dalla eliminazione del sistema di arruolamento anteriormenete perseguito. Si trattava del sistema dei "temi" o circoscrizioni di tipo feudale, che avevano l'obbligo di fornire determinati contingenti. Funzionava egregiamente in Anatolia, da secoli fonte delle fanterie isauriche, tra le migliori. Lo sviluppo appunto dell'aristocrazia latifondistica portò all'abolizione dei temi e allo scadimento della qualità dell'esercito. Una svolta decisiva si ebbe con la disfatta di Manzikert, il 19 agosto 1071, verso l'Armenia, pochi anni dopo lo scisma con Roma,se non erro. Essendo scadente la componente nazionale l'imperatore Romano arruolò molti mercenari, sia occidentali che orientali, diversi dei quali non combatterono o disertarono. L'esercito bizantino fu distrutto dai Turchi Selgiuchidi. La loro avanzata verso il Mediterraneo fu poi bloccata dai Crociati, che inflissero loro una grande disfatta a Dorileo nel giugno 1097. Senza le Crociate, che bloccarono l'espansione turca per decenni, forse Costantinopoli sarebbe caduta molto prima del 1453, hanno notato alcuni storici.
2. Lo stile propagandistico improntato ad una chiara avversione per l'Occidente, anche (e soprattutto cattolico, oh yes) è significativo dell'attuale dirigenza russa, tornata, dopo le ubriacature dell'ideologia rivoluzionaria comunista, al tradizionale nazionalismo grande russo, slavofilo e domani anche panslavista, se occorre. Un nazionalismo che, anche per motivi culturali profondamente radicati, tende sempre a vedere l'Europa occidentale come un nemico e a concepire la Russia come una fortezza assediata. Esso ha inoltre "recuperato" la fase comunista, come momento (superato) dello sviluppo storico della Santa Russia.
Sperare che le armate russe (non più "rosse", apparentemente) liberino un domani l'Europa dominata oggi dall'oligarchia "liberal" nemica dei propri popoli, è comprensibile, nella disperazione che ci affligge. Ma si tratta di un sogno pericoloso assai. Nel 1799 i Russi di Suvorov, venuti come liberatori, come si comportarono nei confronti dei preti cattolici? Non bisogna dimenticare che, per gli "Ortodossi" noi cattolici siamo eretici da evitare e combattere. Le chiese tolte da Stalin ai cattolici ucraini, forse la Russia di PUtin le ha restituite?
Quanto detto, nulla toglie agli aspetti positivi della politica di Putin, bene o male l'unico Stato che oggi in qualche modo difende i valori cristiani e si oppone (anche se non radicalmente) alla Rivoluzione Sessuale. Occorre però prudenza, anche sul piano politico. Il vicepremier Salvini non deve dimenticare che l'Italia, anche agli occhi di Mosca, è solo la modesta pedina di un complesso gioco mondiale, le cui fila sono sempre tirate dalle grandi potenze e potentati di questo mondo. Abbiamo poche carte in mano, bisogna giocarsele bene.
PP

Anonimo ha detto...

Evviva gli amici di Dio .

Silente ha detto...

Con franchezza, mi piace poco un certo "sentiment" russofobico e anti-Putin dell'articolo. Ringraziamo Putin e la Santa Russia di esistere. Tre dati di fatto:
1) il gravissimo, indegno saccheggio occidentale di Costantinopoli del 1204 rappresentò l'inizio della decadenza dell'Impero Romano (sì, perché tale era ancora). Nessun alibi che rimandi alle lotte dinastiche bizantine lo può giustificare.
2) la tragica caduta di Costantinopoli del 1453 fu causata anche dall'ignavia e dalla viltà occidentale che non ascoltò i disperati appelli dell'ultimo imperatore Costantino XI. Solo alcune migliaia di veneziani e genovesi parteciparono all'ultima difesa della città e morirono sugli spalti o massacrati, dopo la presa della città, dai turchi, che uccisero tutti, o quasi, gli abitanti della città.
3) Per almeno tre volte, le truppe e la flotta russe furono sul punto, tra la fine del 1700 e il secolo successivo, di liberare Costantinopoli dal giogo turco-musulmano. Furono sempre fermati dall'Inghilterra anglicana e massonica, che preferiva il turbante mussulmano all'Ortodossia dei Russi. Tra l'altro non dimentichiamo che, fino agli anni ventidello scorso secolo e alle stragi turche anticristiane, la maggioranza della popolazione di Costantinopoli era non musulmana. La famigerata guerra di Crimea del 1853-1856, che tanti lutti addusse agli Italiani durante e soprattutto dopo (qui habet aures....) venne vissuta dalla Santa Russia come una guerra di liberazione, anche di Costantinopoli, dal giogo turco: "l'ultima crociata". Se le potenze massoniche (Inghilterra, Francia, Piemonte) non fossero intervenute a fianco dei musulmani, l'Europa dell'est si sarebbe liberata dal giogo turco almeno 50 anni prima e Costantinopoli (e i dardanelli) sarebbe stata di nuovo cristiana. Consiglio la lettura di: O. Figes, Crimea, L'ultima crociata, Einaudi; P. Hopkirk, Il Grande Gioco, Adelphi; AA.VV. Da Costantinopoli al Caucaso, Libreria Editrice Vaticana.
Poi, un giorno parleremo del fatto che è a buon diritto (storico, geopolitico, persino dinastico) che Mosca può rivendicare il titolo di "Terza Roma".
Come dicevo all'inizio, Dio salvi Putin e la Santa Russia, che è Europa mentre gli USA non lo sono. O preferite i tipi alla Obama, le troiette femministe liberal, bugiarde e ricattatrici di metoo, le Femen, le aggressioni fisiche e mediatiche ai pro-life e i gay-pride?
Silente

Pietro C. ha detto...

Se il blog vuole stare ad un minimo di dialogo deve dare spazio anche alla mia voce altrimenti uno "se la canta e se la suona da solo", come popolarmente si dice.
Nelle vicende storiche è necessario fare una distinzione (d'altronde non sempre facile) tra la questione religiosa e la questione politica.
Premesso nei commenti dell'altro post che oggi a livello personale io non riscontro alcun minimo "odio" verso il Cattolicesimo da parte dei Cristiani d'Oriente delle varie Chiese, quando si esamina il passato (o certe questioni del presente) è necessario capire da dove inizia la questione politica e dove termina quella religiosa. In nome di Dio chiunque nel passato ha fatto di tutto. Ma nei monasteri (luogo solitamente di vita puramente religiosa) si predicava l'odio verso gli altri cristiani? Certamente no. Poteva esserci una vis polemica per le questioni teologiche (vis che si trova pure in questo blog, d'altronde) ma odio no. Se si cambia la "vis polemica" per odio dovremo dire che pure questo blog è pieno di odio ma, giustamente, a chi lo anima questo giustizio non sta bene affatto!!
Nelle questioni politiche ammantate da idealismo religioso i torti sono ovunque: nei serbi contro i croati (per altro condannati dallo stesso defunto patriarca Serbo Pavle); nei croati nei confronti dei serbi (su cui è meglio stendere un velo pietoso); in Carlo Magno che annienta i Sassoni pagani in nome della vera fede (Carlo Magno che è considerato beato dalla diocesi di Aquisgrana); in Giustiniano che fa le stragi politiche (ma che è considerato beato da alcuni ortodossi); ecc.
La storia non risparmia nessuno.
Ma se non si ha bene in mente la lezione della storia, non si fanno i dovuti distinguo e ci si muove con il bisogno pruriginoso di vedere tutti i buoni da una parte e tutti i cattivi dall'altra, allora le mie argomentazioni sono odiose, fastidiose ed è bene che io taccia. Chi dei due apparirà criticabile alla fine, io o chi muove tenenziose critiche? Lo dicano i lettori.
A proposito di "Agli europei è addirittura imputato, come se non bastasse, l’insorgere del nazionalismo nei Balcani", la nascita del nazionalismo, come la nascita della stessa nazione italiana, non è stata voluta dalle popolazioni locali ma progettata a tavolino da centri di potere europei che foraggiavano finanziariamente la cosa. Un esempio: la casa regnante greca che origini aveva? Certamente non greca ma occidentale!
Credo che anche qui bisogna riflettere di più per non vedere negli altri i soliti cattivi. Loro come noi stessi in quanto popolo siamo manovrati da altri ma è astuzia di alcuni mettere le popolazioni le une contro le altre (anche per motivi religiosi) perché si becchino come i polli di Renzo (nei Promessi Sposi) e non vedano qual'è la loro disgrazia comune!

Anonimo ha detto...


Quale "dialogo" con chi fa propaganda a scismatici ed eretici?

1. Per me ne faccio volentieri a meno. Quello che è in gioco, dietro le proteste sulla necessità di "dialogare", è nient'altro che il rinnegamento del cattolicesimo in favore della setta grecoscismatica, dietro l'alibi della purezza liturgica ossia del fascino che esercitano i riti bizantini degli scismatici. E' una delle forme che ha assunto l'apostasia attualmente in corso nel Cattolicesimo, a causa della distruzione della vera liturgia cattolica operata da Paolo VI. Non si capisce perché si debba andare a frequentare i riti degli scismatici quando c'è la possibilità di frequentare le Messe VO, sia pure con una certa difficoltà.
2. L'anonimo Pietro C. con i suoi esempi storici fa di ogni erba un fascio: siamo tutti colpevoli di cattiverie, allora dialoghiamo per un mondo migliore, riconoscendo le nostre colpe. E'il modo di ragionare "irenico" del Vaticano II.
3. Che la nascita della Nazione italiana sia stata voluta a tavolino contro i popoli, questa è la consunta tesi del Risorgimento come prodotto da un complotto internazionale della massoneria. Bisogna solo ripetersi: la massoneria internazionale (che come soggetto unico è un'astrazione) non aveva nessun interesse a far sorgere una nazione italiana unitaria. I massoni italiani sono stati solo una componente di un quadro più vasto, la riscoperta culturale e politica della "nazione"italiana, innanzitutto per liberarsi del dominio straniero.
4. Circa l'avversione degli "Ortodossi" verso i cattolici, è vero o no che la legislazione russa approvata da Yeltsin considera la Chiesa cattolica come una setta, persino inferiore alle altre religioni, non cristiane? Non ci interessa l'atteggiamento di singoli individui, più o meno "aperti al dialogo", atteggiamento puramente sentimentale.
5. La decadenza bizantina era cominciata ben prima del 1453, la rivelò la disfatta di Manzikert. Quando cadde Costantinopoli, i Turchi erano già insediati da decenni nei Balcani, Costant. era praticamente un'enclave, difficile da difendere.
6. Alle Grandi Potenze la Russia zarista faceva più paura del decadente impero ottomano, la massoneria non c'entra. Per questo ne bloccarono il più possibile l'espansione.
7. Il mito di "Mosca Terza Roma" fu inventato da un monaco ai tempi di Ivan il Terribile. Un mito puramente politico. Di Rome ne sono esistite solo due: quella pagana e quella cristiana, cattolica.
8. L'appellativo di "santa" che la Russia dà a se stessa è frutto di smisurata superbia. Per qual motivo il popolo russo sarebbe "santo"?
PP

Unam Sanctam ha detto...

Non volevo inizialmente entrare in questa discussione perchè so che mi stancherò inutilmente senza riuscire a far capire le nostre ragioni a qualche spassionato polemista che bazzica su questo blog.

Premetto che non ho intenzione di dialogare, perchè so che con certe persone è piuttosto vano. Vorrei solo precisare alcuni punti, perchè il livello di astio che trovo nel modo in cui sono affrontati è cristianamente deprecabile.
Metto inoltre qui un link a un mio recentissimo intervento, nel quale tratto l'atteggiamento ideologico nelle questioni di fede, cosa che mi pare abbondi in queste discussioni: https://traditiomarciana.blogspot.com/2018/07/tra-fede-e-ideologia.html

Pietro C. dice che in questo blog c'è vis polemica: è vero, ma a volte si rasenta l'odio. Odio che si ravvisa da subito nell'ingiustificata definizione di 'eretici' per gli Ortodossi, o addirittura di 'setta'. Questo colorito linguaggio, scevro di valide argonentazioni, mi fa capire che il modo in cui si vuole trattare l'argomento non è quello di persone disposte a ragionare, ma intente solo ad affermare la propria convinzione screditando l'altrui.

Nessuno (se non il CVII) vuole riconoscere le colpe della Chiesa, che per definizione non ne ha. Riconosciamo le colpe di qualche re franco, di qualche imperatore bizantino, che Chiesa non sono anche se dicevano di agire in nome di essa.

Mi duole sentire in ambito 'tradizionalista' una giustificazione della 'Nazione Italiana'. È storicamente provato l'interesse della massoneria inglese (notoriamente antirussa, tra le altre cose, come ricorda Silente) per l'unificazione italiana. La riscoperta culturale della nazione italiana mi diverte molto come espressione, perchè non mi spiego come si possa riscoprire una cosa mai esistito... e per inciso, il Sud (il ricco regno di cui le disastrate casse piemontesi avevano bisogno come l'aria) non era occupato da nessuno straniero, checchè voglia una certa retorica piemontese, che definì 'negazione di dio' una delle case regnanti più cristiane d'Europa (anche leggendo bene il discorso di quell'onorevole, si capisce che il dio di cui parla, e che volutamente trascrivo minuscolo, è una sorta di libertà universale). E se le terre in cui vivo dovevano essere liberate dall'austriaco cattolico (da cui peraltro stavamo liberandoci benissimo da soli se non fossero intervenuti i piemontesi) per finire sotto l'egida dei massoni sardofrancopiemontesi, no grazie!
Similmente i massoni inglesi vollero mettere un re straniero sul trono greco per abbattere subito l'unico movimento del XIX secolo nato non da manovre ai piani alti ma dalla fede cristiana da un popolo, animato dai suoi pastori come il Patriarca Gregorio V di Costantinopoli o il Metropolita Germano di Patrasso. Il πανεπιστήμιο di Atene, fatto costruire in uno stile classicheggiante neopagano che non aveva nulla a che fare con la tradizione bizantina della Grecia nuovamente libera dal giogo turco, è un'ottima testimonianza di questa manovra antigreca degli Occidentali.

È strano che io non avverta minimamente questa legislazione di Jeltsin (politico peraltro devoto a un certo capitalismo statunitense piuttosto che all'Ortodossia), pur conoscendo assai bene la Russia, tanto che da qui sto scrivendo questo intervento.
L'anticattolicesimo russo dell'Ottocento era frutto più che altro di una conoscenza parziale, poichè l'unico contatto che avevano avuto coi religiosi cattolici era coi gesuiti. Se avessi conosciuto il cattolicesimo dai gesuiti probabilmente sarei anticattolico anch'io.

CONTINUA...

Unam Sanctam ha detto...

Sua decadenza bizantina: siamo d'accordo che nel 1204 non stiamo parlando dell'Impero di Eraclio, e questa è pure una mistificazione ideologica (da parte greca stavolta). Ma attenzione a giustapporre una battaglia del 1071 e la sconfitta del 1453, perchè ci sono quattro secoli di storia molto intensi di mezzo.

Il popolo russo è santo perchè s'identifica con la Fede ortodossa ed è chiamato a guidare l'Ortodossia dopo la caduta della Nuova Roma. E mi spiace, ma se a Roma Antica oggi vi sono i modernisti (e non possiamo più definirla cristiana) e la Nuova è ancora in mano turca, ci sarà un motivo per cui esiste una Terza che è tornata a splendere...

marius ha detto...

Quoto PP

don gianluigi ha detto...

@ PP
"del fascino che esercitano i riti bizantini degli scismatici" mi spiace leggere in questo intervento tanto astio e chiusura.
1. I riti bizantini non sono degli scismatici, ma sono patrimonio comune sia dei Cattolici orientali che degli Ortodossi. La Divina Liturgia celebrata in oriente è la stessa sia per gli Ortodossi che per i Cattolici, con la sola differenza della preghiera con il Papa.
2. Gli Ortodossi non sono una setta, ma una chiesa che ha conservato la successione apostolica e celebra validamente i sacramenti. Rimangono separati da Roma e quindi sono scismatici, ma certo sono da ammirare per la fedeltà ad alcuni principi della liturgia, ben più di sette vere e proprie che oggi vanno per la maggiore.

Anonimo ha detto...


Qui si devono ripetere sempre le stesse cose, pazienza, non ci
tireremo indietro, si tratta dopotutto di difendere la nostra religione oltre alla nostra storia.

1. I cosiddetti ortodossi sono scismatici formali. Dal punto di vista cattolico non sono e non possono essere una Chiesa, sono una setta. Professano inoltre alcune eresie: non credono nella indissolubilità del matrimonio; nel Purgatorio; in certi dogmi mariani; nel Filioque.
Rinnegare l'autorità del Papa come capo della Chiesa universale non è un'eresia? Il loro scisma deriva dal fatto di negare un dogma di fede fondamentale: che Cristo ha dato il potere di giurisdizione sull'intera Chiesa al solo Pietro e quindi ai suoi successori.

Sul Filioque. Per i greci: "a Patre per Filium". C'era una sfumatura rispetto al Filioque, presente materialmente già in Tertulliano e formalmente in Agostino. La discussione sul Filioque era ignota all'antica Chiesa e comincia con Fozio l'eresiarca. Dopo di lui, i greci rigettano il Filioque come un'eresia e insegnano la processione dal Padre solamente. Essi sfigurano il Filioque e pretendono che per i latini il Figlio produca lo Spirito Santo in modo indipendente..."(Bartmann, Précis de théol. dogm., I vol, p. 233).
Sfigurano anche il senso della Messa cattolica: "per i Greci una simile definizione dell'azione sacerdotale - in persona Christi - che identifica [sic] il prete a Cristo, era del tutto sconosciuta, addirittura impensabile. Per essi il prete invoca lo Spirito Santo appunto perché la parola di Cristo riprodotta, citata dal prete acquisti tutta l'efficacia della parola-atto di Dio"(P. Evdokimov, L'Ortodossia, tr. it., Il Mul., 1963, p. 363).
Hanno una concezione dello Spirito Santo diversa dalla nostra, che spiega il tipo di spiritualità loro, specialmente quella russa, visionaria e tendente allo spiritualismo più malato. E lo dimostra la nozione-mito della "santità" dell'intero popolo russo. Non esistono popoli "santi", in blocco. Certo, per compattarli come nazione, funziona.
[Non parlo poi del cesaropapismo, in Russia ancora più forte che a Bisanzio, della subordinazione della religione alla politica. E ci sarebbero altri aspetti da mettere in luce, che conducono a differenze radicali. Come concepiscono la grazia, p.e.?]

2. Negare l'esistenza di una nazione italiana dal punto di vista culturale, ben prima dello Stato unitario, significa solo affettare ignoranza per partito preso, credo, non mi metto quindi a discutere su questo punto.

3. L'INghilterra combatté con i Russi contro Napoleone. Poi l'espansionismo russo si scontrò con quello inglese nei vasti spazi che andavano dall'Iran all'estremo Oriente. Identificare per principio l'azione della massoneria con quella dei governi significa semplificare. L'Inghilterra cercò di impedire la nostra II guerra di indipendenza in tutti i modi, contro i disegni del Bonaparte. Poi si rese conto che il sistema degli Stati italiani stava crollando sotto la spinta piemontese e si inserì per evitare che l'Italia a trazione piemontese, non ancora unita, diventasse un satellite francese.
PP

Anonimo ha detto...


Richiesta di chiarimenti a don Gianluigi

1. Capisco che l'espressione "i riti bizantini degli scismatici" può dar luogo ad equivoci. Quello che volevo dire è che ciò che attrae i cattolici che frequentano il NO nell'Ortodossia è soprattutto la magnificenza del rito, lungo e lussureggiante, cantato etc. INsomma le bellezze del rito bizantino antico, che indubbiamente è (anche) degli scismatici.
1a Però, una questione. Se è uguale al rito "bizantino" dei cattolici orientali, vuol dire che, dal punto di vista del significato non si distingue dal rito della Chiesa latina. Se si distinguesse, allora bisognerebbe dire che anche il rito dei cattolici orientali si distinguerebbe, sempre quanto al significato. Ma questo non credo si possa dire.
Perché allora, nel teologo russo ortodosso Evdokimov, da me già citato, trovo un'interpretazione della Consacrazione nettamente critica di quella della Messa cattolica?
Ricito, ampliando: "Per i latini i verba substantialia della consacrazione, le parole istituzionali di Cristo, sono pronunziate dal prete in persona Christi, il che dà loro immediatamente un valore consacratorio. Per i Greci una simile definizione dell'azione sacerdotale - in persona Christi - che identifica il prete a Cristo [davvero lo "identifica"?], era del tutto sconosciuta, addirittura impensabile [anche per i cattolici di rito bizantino?]. Per essi il prete invoca lo Spirito Santo appunto perché la parola di Cristo riprodotta, citata dal prete acquisti tutta l'efficacia della parola di Dio".
Per gli Ortodossi il concetto di officiante in persona Christi è sbagliato. Per noi il grande miracolo della TRansustanziazione "si compie per virtù di Cristo, di cui il sacerdote non è che il ministro e lo strumento" Messale Romano quot., OV, 1962, p. 1077. Per gli Ortodossi si compie invece ad opera dello Spirito Santo, a quanto sembra. Rispunta dunque l'assenza del Filioque? E'una differenza da poco oppure no? A me non sembra da poco e a Lei?
2. Gli Ortodossi non sono una setta perché hanno conservato la corretta amministrazione dei sacramenti e la successione apostolica. Sono però scismatici in senso formale. Ora, questo significa che sono una 'chiesa parallela' a quella di Roma, unica e vera Chiesa di Cristo. Una Chiesa parallela di questo tipo sappiamo di poterla chiamare "setta", una realtà del tutto separata dalla Chiesa madre. Ma hanno la successione apostolica e i sacramenti, per cui niente setta. Bene. Ma nemmeno "Chiesa" possono essere, se la vera e unica Chiesa di Cristo è quella cattolica. Non ci possono essere due Chiese di Cristo, entrambe neganti l'autorità dell'altra. Cosa sono, allora, gli Ortodossi?
Grazie dell'attenzione e mi scuso per il disturbo,
PP

Anonimo ha detto...


Repliche a "Unam Sanctam", chiunque egli sia

Si combatte sempre contro le ombre. O contro i mulini a vento?

1. "E'strano che io non avverta minimamente questa legislazione di Yeltsin..." Mi riferisco alla legge federale del 26 settembre 1997, firmata da Yeltsin, al tempo ancora presidente. "Legge federale sulla libertà di coscienza e sulle associazioni religiose", modificata poi da tre leggi fed. nel periodo 2000-2002.
Nel preambolo stabilisce la preminenza dell'Ortodossia.
"L'Assemb. Fed. della Fed. Russa, confermando il diritto di ciascuno alla libertà di coscienza ed alla libertà di professione religiosa e anche all'uguaglianza davanti alla legge indipendentemente dall'atteggiamento verso la religione e dalle convinzioni; basandosi sul fatto che la FR è uno Stato laico [la Santa Russia è uno Stato laico, NB];
riconoscendo il particolare ruolo dell'Ortodossia nella storia della Russia nella formazione e nello sviluppo della sua particolarità e cultura;
rispettando il Cristianesimo, l'Islam, il Buddismo, il Giudaismo e le altre religioni che costituiscono parte integrante dell'eredità storica dei popoli della Russia, etc." (www.olir.it/documenti/?documento=1874).
Il Cattolicesimo, che pari non arrivi neanche all'1% della popolazione, è messo sullo stesso piano delle altre confessioni cristiane non Ortodosse (per gli Ortodossi tutte eretiche), del Buddismo, dell'Islam, del Giudaismo.
2. Bisanzio. I tre secoli fra Manzikert e il 1453, sono solo quelli di una lunga agonia. Dopo aver eliminato il Regno Latino di Costantinopoli ci sono alcuni decenni di ripresa, ma è una fiammata che poi si spegne, nella progressiva frammentazione dello Stato, premuto non solo dagli Occidentali ma anche dagli Slavi sul Danubio e dai Turchi, che si erano insediati progressivamente in Anatolia e poi dalla metà del Trecento a macchia d'olio in Grecia e nei Balcani. Un'opera classica sul tema è, come lei sa meglio di me, G. Ostrogorsky, History of the Byzantine State, tr. dal tedesco, ed. rived., Rutgers, 1969. Il declino finale lo si calcola dal 1282 al 1453 (ultimo capitolo del libro).
Per me si tratta di dare soprattutto un giudizio storico su Bisanzio, ampiamente rivalutata dalla storiografia contemporanea dopo le calunnie della storiografia illuminista (Gibbon, in particolare). Un grande impero e uno Stato notevole, mantenutosi sempre in mezzo a grandi difficoltà, che ha pur svolto una grande opera civilizzatrice, soprattutto nei confronti degli slavi, bloccando anche per parecchio tempo l'espansione araba. Nel IX secolo le armate maomettane si accanirono invano per anni contro l'imprendibile Costantinopoli. Se l'avessero superata, tra loro e il resto d'Europa, sino alla valle del Reno, non c'era una forza capace di fermarle.
Va però respinto il tentativo di mitizzare la storia e la religiosità bizantina in funzione del mito (fasullo) della Terza Roma moscovita, per cercare illusoriamente dal quel lato una soluzione all'attuale crisi del Cattolicesimo.
PP

fabrizio giudici ha detto...

Commento solo sulla questione Putin. Non si può venerarlo come l'uomo perfetto, tanto che se si solleva una critica è russofobia. Che ci siano problemi in Russia è stato mostrato anche in un articolo di Corrispondenza Romana, poche settimane fa. Una prova del nove che ci siano mire espansionistiche indebite dei russi, così come ci sono della NATO in aree non di sua pertinenza, è l'atteggiamento dei governi polacco e ungherese: non sono certo amici dei pederasti, né di Obama, né di Soros, eppure si tengono ben stretta l'alleanza atlantica e temono seriamente la Russia.

Ora, meno male che Putin c'è stato quando c'era Obama, oggi dobbiamo dire "meno male che ci sono Trump e Putin". I due vogliono mettersi d'accordo, è ovvio, e bisogna sperare che lo facciano, perché sennò saranno dolori e verranno sia da est che da ovest. Ora io non so se c'entra qualcosa, non so neanche se è reale o apocrifa, ma la riporto perché mi pare azzeccata, questa frase è attribuita a Padre Pio:

Molte persone scapperanno spaventate. Funzionerà senza un obiettivo. Diranno che c’è la salvezza ad est e la gente correrà ad est, ma cadrà su una scogliera. Diranno che ad ovest c’è salvezza e la gente correrà ad ovest, ma cadranno in una fornace.

I due stanno per vedersi: preghiamo perché il loro vertice abbia successo.

Unam Sanctam ha detto...

@ PP

Ora sulla legge si è spiegato meglio. Ovviamente l'Ortodossia è la religione della Russia, e le altre confessioni cristiane sono considerate tra le religioni 'straniere'. Non c'è storicamente nulla di strano. Da come l'aveva detta prima si capiva tutt'altro, e pareva una delle solite esagerazioni.
Su Bisanzio siamo d'accordo sul principio, anche se -ripeto- volevo che si evitasse una giustapposizione non chiara.
Sulla Terza Roma discordiamo, ma pazienza

Ha molto interesse a sapere chi io sia?

don gianluigi ha detto...

@ PP
Oggi riguardo alla Transustanziazione vedo una grande confusione sia in Occidente sia in Oriente. È ormai una rubrica non scritta ma osservata da quasi tutti i Cattolici di scoprire il calice e la pisside prima dell'epiclesi e molti preti lo fanno convinti che la consacrazione avvenga cominciando da quel momento, mentre nel rito antico si scopriva la pisside dopo l'epiclesi, prima di prendere in mano l'ostia da consacrare e si scopriva il calice prima delle parole della consacrazione.
Eppure i Padri della Chiesa attribuivano il potere consacratorio alle parole dette in persona Christi. S.Ambrogio scrive chiaramente: «Infatti (per riassumere) il pane, prima di essere consacrato, è pane. Ma quando sono state pronunciate le parole di Cristo è il corpo di Cristo. Analogamente, prima delle parole di Cristo, è un calice pieno di vino e di acqua; quando hanno operato le parole di Cristo, nel calice si forma il sangue che ha redento il popolo». Il Concilio di Firenze che sancì l'unione con gli Orientali stabilì per tutti la necessità di inserire chiaramente nell'anafora le parole consacratorie della formula del canone romano: Questo è il mio Corpo e Questo è il calice del mio Sangue. Chi si allontana da questa dottrina e da questa prassi è fuori dalla Tradizione sia che sia Cattolico sia che sia Ortodosso.

Anonimo ha detto...


Pseudonimi e omonimi

Secondo me, sarebbe bello se sul blog tutti
firmassero con nome e cognome o con una sigla
riconducibile ad un nome e cognome. Però mi
rendo conto che in tal modo sarebbero
pochissimi i commenti.
Nel suo caso mi incuriosiva lo pseudonimo
scelto, omonimo con il titolo di un mio libro.
Una coincidenza accidentale, è ovvio.
E' meglio rispettare l'uso invalso e non
rivelare i nomi propri, anche se alle
volte suona strano discutere e polemizzare,
anche duramente, con "voci" che appartengono
a persone sconosciute, destinate a rimanere
delle ombre, appunto.
PP

marius ha detto...

Qui si devono ripetere sempre le stesse cose, pazienza, non ci
tireremo indietro, si tratta dopotutto di difendere la nostra religione oltre alla nostra storia.


Grazie professore per questa Sua paziente dedizione.
Davvero risulta sempre valido l'adagio "repetita juvant".
Anch'io, che nel mio piccolo ne sono già convinto, continuo a rileggere con interesse le Sue esaurienti spiegazioni sulle questioni degli "ortodossi", dei miti a loro legati e al fascino che l'oriente produce sulle persone deluse e disilluse a causa dello sfascio della nostra realtà ecclesiale occidentale.

Riguardo all'asserito splendore e fascino dei riti bizantini invito alla moderazione e ad attenersi alla realtà dei fatti: può darsi che esistano casi di riti effettivamente splendidi, ma non è di certo una regola universale. Tutto dipende da variabili molto umane e "terre à terre", quali la perizia canora del pope celebrante nonché dalla qualità e maestosità del coro, senza dimenticare la qualità artistica delle suppellettili sacre.

In passato anch'io avevo curiosato in quell'ambito, e vi assicuro che partii rimpiangendo... una Messa NO "degnamente celebrata".
Mi è capitato di assistere anche ad un rito bizantino che doveva essere paradigmatico in quanto a qualità, perché veniva presentato come occasione straordinaria per conoscerlo ed apprezzarlo.
Ebbene, era talmente lungo, indistinto e indistinguibile nella sua struttura che era stato incaricato uno speaker all'ambone per commentare ogni singola azione dicendo... adesso succede così, adesso cosà...
(Accanto al celebrante bizantino chi vidi poi lassù all'altare? il parroco notoriamente modernista della parrocchia ospitante, uno che è conosciuto per il suo disprezzo per la liturgia cattolica preconciliare! ma stranamente molto incline nell'accogliere tra le sue mura qualcosa dal sapore antico che non fosse riconducibile alle nostre origine romane).
Una situazione penosa, con tanti saluti e auguri alla partecipazione attiva (intendo quella spirituale, non quella di stampo vaticansecondista).

Allora, come ben sopra richiamava PP, diamoci da fare per assistere alla Messa di sempre, che, sia nella sua forma recitata che in quella cantata, trasmette un'essenzialità (e un'equilibrio nella forma) che non può non colpire chi vi presta la dovuta attenzione portandolo ad un senso di adorazione per il mistero ineffabile che ivi avviene.

Anonimo ha detto...


La paura dei russi, una palla al piede per un accordo Est-Ovest

Giuste osservazioni di FG. Questa paura ha forse una componente irrazionale ma non più di tanto. E'conseguenza dei guasti fatti da Stalin. Le Repubbliche Baltiche le annettè nel 39 e poi di nuovo nel 44, nella controffensiva finale contro Hitler. L'occupazione sovietica era terribile: si instaurava il regime comunista sul piano economico, politico e la politica del terrore, con i c.d. "tribunali del popolo", organizzati dal Partito Comunista. Eliminazioni, fucilazioni, deportazioni, arresti in massa, confische, proibizione o comunque forti ostacoli alla pratica religiosa. Era arrivato l'anticristo in persona. Il russo lingua obbligatoria a scuola.
Sappiamo tutti delle sofferenze dei polacchi, tra nazisti e sovietici. Il massacro di Katyn, fosse comuni con circa 20.000 persone, 8000 circa delle quali ufficiali presi prigonieri. L'Ucraina subì poi la guerra bolscevica ai c.d. contadini ricchi (kulaki) e l'imposizione forzata del sistema collettivista nelle campagne, con carestie provocate ad arte, sempre da Stalin. Questo tipo di sterminio dei popoli era stato forse annunciato dalla Madonna a Suor Lucia, nel 1925 mi pare.
Sono cose difficili a dimenticarsi. E' logico che quei popoli tremino all'idea di veder ritornare i russi, anche se non si tratterebbe più di avere a che fare con una belva come Stalin.
Nell'annettersi o recuperare la Crimea la Russia aveva ragione: la popolazione è in gran parte russa e Sebastopoli è una base gigantesca, di importanza strategica fondamentale, che non poteva assolutamente perdere, dopo che in Ucraina c'era stato il colpo di Stato che la stava consegnando all'Occidente. In Ucraina orientale invece. la situazione sembra più complicata.
L'accordo appare difficile per tanti motivi. Salvini a Mosca, con la scusa del calcio, che cosa dirà a Putin? Semba un incontro informale. I russi coltivano l'amicizia con i membri del centrodestra (Berlusconi, Salvini). Cercano alleati sul fronte NATO.

Anonimo ha detto...


# don Gianluigi

Grazie della precisazione. Dovrebbero quindi gli Ortodossi accettare anche loro la figura dell'officiante quale "persona Christi", ossia strumento, agente per conto del Signore che compie il miracolo della transustanziazione (persona, orig. in latino sappiamo che voleva dire maschera teatrale, poi il rappresentante o colui che agisce per un altro). Ma il Concilio di Firenze è stato poi rifiutato dall'Ortodossia, con violenza, anche e soprattutto in Russia dove ci fu un famoso scandalo. L'imperatore biz. e il patr. di Costant. (ridotti ormai a vassalli dei turchi) si erano convertiti al cattolicesimo a Firenze e l'atto fu visto come un orribile tradimento dell'Ortodossia. Il greco Isidoro, che arrivò a Mosca come metropolita cattolico della Russia fu deposto dal Granduca Basilio II e imprigionato. "Da allora in poi la Russia scelse da sola il suo Metropolita" considerando traditrice Bisanzio e reclamando la leadership dell'Ortodossia.(Ostrogorski, pp. 563-4).
Perciò, le differenze restano. E adesso, come spiega Lei, c'è una confusione generalizzata per ciò che riguarda la transustanziazione. Gli Ortodossi certamente non hanno questo termine, che è latino. Ma avranno sicuramente il concetto, la stessa idea che abbiamo noi della conversione miracolosa del pane e del vino, anche se forse espressa in modo più "mistico", credo.
Per por fine a questi miei interventi, e far cosa utile ai lettori, data l'importanza del tema, riporto a parte una pagina di un altro famoso teologo "ortodosso", il russo Sergio Bulgakov, nella quale si vedono certe differenze con la nostra concezione della Messa.
PP

Anonimo ha detto...


Sulla liturgia ortodossa

Da P. Serge Boulgakov, L'Orthodoxie, tr. fr. dal russo di C. Andronikof, L'Age d'Homme, 1980
Ortodossia in russo si dice: "Pravoslavie".
"Al cuore del culto ortodosso, come in tutto il cristianesimo, c'è la liturgia per eccellenza, ossia la liturgia eucaristica, celebrata secondo i riti antichi. Questi si distinguono dalle liturgie occidentali, più recenti, per la loro più grande lunghezza. Oltre alle parti in comune (lezione dell'epistola e del Vangelo, canone eucaristico), anche per elementi che non si trovano nella Messa: la proscomedia (protasi), dove si preparano le oblazioni e si commemorano i santi, i vivi e i morti (delle particole speciali sono separate in loro nome).
Non è solo la consacrazione dei santi doni (le specie) a determinare il contenuto dell'Euc.: essa comporta anche una reiterazione figurata di tutto il mistero dell'Incarnazione, dalla grotta di Betlemme fino al Monte degli Olivi, dalla Natività all'Ascensione, e tutto ciò mediante azioni simboliche, canti, letture, preghiere."
Ed ora attenzione a questo passo, di seguito: "secondo la teologia occidentale, quando il prete pronuncia le parole istituzionali di Cristo (questo è il mio corpo...questo è il mio sangue) opera la consacrazione. Per l'Ortodossia, questa si effettua durante tutta la liturgia eucaristica, a partire dalla preparazione delle oblazioni, e si compie una volta che le parole del Signore sono state pronunciate e che lo Spirito Santo è stato invocato (epiclesi, cioè invocazione)." NON C'É QUI UNA DIFFERENZA NOTEVOLE? O forse tale differenza è solo apparente? Si potrebbe dire "apparente" o ininfluente se poi gli Ortodossi credono di fatto alla transustanziazione esattamente come noi?
Poi P. Bulgakov accusa gli Occidentali, i Latini (implicitamente di eresia?): "Si sa che sia il clero che i laici comunicano sotto le due specie. L'Ortodossia ha mantenuto questa pratica antica, andata persa presso i cattolici, di contro alla volontà espressa del Signore ("Bevetene tutti"). Quelli che non si comunicano, oltre a partecipare spiritualmente alla Cena Euc., consumano il pane benedetto (prosphoria). L'Ortodossia non ha poi l'abitudine della Comunione quotidiana..."(op. cit., pp. 149-150).

Nota: rappresentando l'intero mistero dell'Incarnazione, si capisce allora perché la Messa degli Ortodossi sia così lunga. (Traduzione mia, eventuali imprecisioni a mio carico).
PP