Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 18 giugno 2020

Eresia ariana e apostasia odierna - Andrea Mondinelli

Cari amici,
si sente dire, molto spesso, che la crisi che oggi attanaglia la Chiesa sia molto simile alla crisi ariana del IV secolo. Celeberrima è la frase di San Girolamo: «ingemuit totus orbis et arianum se esse miratus est» (E il mondo, gemendo, si ritrovò ariano). L’estensione di tale eresia fu veramente grande: quasi tutti i vescovi vi aderirono. I pochissimi rimasti fedeli, però, furono molto combattivi, come Sant’Atanasio, che vinse con la forza della fede e della verità (qui un bell’articolo del prof. Corrado Gnerre). Come ci ricorda Gnerre, è significativo che colui che combatté da solo contro l’eresia ariana, non fu mai un teologo. La sua grande sapienza teologica, più che dagli studi, gli venne dall’incontro con i suoi maestri cristiani che testimoniarono il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano; e soprattutto dall’incontro con il grande sant’Antonio. Ario, invece, raccoglieva grande consenso per la sua grande preparazione biblica e teologica. Era insomma come tanti teologi che oggi vanno per la maggiore nei dibattiti, nelle prime pagine dei quotidiani e nei talk-show televisivi.

Fin qui le somiglianze. Esiste, però, una notevole differenza tra l’eresia ariana e l’apostasia modernista. Differenza messa molto bene in luce da Jean Madiran nel suo capolavoro “L’eresia del XX secolo” (1972):
Quando Ario affermò che il Figlio non può essere uguale al Padre perché deve al Padre la sua esistenza, egli annunciava una verità: una verità nel suo ordine, e l’errore era di trasportarla in un ordine che non era il suo. Errore nei riguardi della Trinità, esso era verità nel mondo creato e, in sé, conforme alla ragione. La formidabile eresia del XX secolo consiste nell’affermare cose che non sono vere in nessun ordine del reale, in nessun dominio dell’essere, che sembrano vere solo nell’ambito della filosofia moderna e specialmente marxista, e che fuori da codeste farneticazioni ideologiche non hanno né realtà, né un senso. […] L’eresia del XX secolo si basa sull’immaginario. È una mitologia. Non parte da una concezione falsa delle relazioni fra natura e grazia, ma da un disconoscimento radicale dell’ordine naturale, il quale porta con sé anche un disconoscimento dell’ordine sovrannaturale. […] Essa crea un deserto intellettuale, rende inintellegibile ogni realtà. […] L’eresia del XX secolo è la figlia religiosa della filosofia moderna. […] La filosofia moderna non è, in essenza, una filosofia, ma è un atteggiamento religioso al livello della religione naturale, una contro-religione naturale, l’opposto dei primi quattro comandamenti del Decalogo.
Le parole di Madiran, contenute nella prefazione, sono agghiaccianti: «L’eresia del XX secolo è quella dei vescovi. Non che essi ne siano gli inventori: ne sono semplicemente gli agenti. Non si sono fatti avanti grazie ad essa; se tale eresia ha invaso quasi tutto, ciò è non avvenuto per via della loro impotenza o della loro disattenzione, ma a causa di quel che essi stessi sono».
Queste parole scritte nel 1972 sono ancora più vere oggi a quasi cinquant’anni di distanza. Prendiamo come dimostrazione paradigmatica l’Esortazione apostolica Amoris laetitia (AL), ma questo vale per molti scritti conciliari e post conciliari. Ebbene, in AL il problema fondamentale riguarda certamente il linguaggio utilizzato: ci si può trovare tutto e il suo contrario. Come felicemente, suo malgrado, sintetizzato da Stefania Falasca su Avvenire: “Non cambia niente, ma cambia tutto” (qui - qui e qui su Falasca e il linguaggio di Bergoglio). Il card. Schoenborn nella conferenza di presentazione centra il bersaglio (qui):
Per me Amoris laetitia è perciò soprattutto, e in primo luogo, un “avvenimento linguistico”, così come lo è già stato l’Evangelii gaudium. Qualcosa è cambiato nel discorso ecclesiale.
In realtà, nulla è cambiato nel senso che l’avvenimento linguistico era ed è presente dai tempi del CVII [vedi] e da molto tempo è penetrato nei seminari. Eccone un chiaro esempio, che era riportato nel sito dell’Isola di Patmos: «Sono un seminarista diocesano e mi permetto di disturbarvi per chiedervi una consulenza “filosofica”. Nei giorni scorsi mi sono baccalaureato in Teologia. È andata molto bene. Tuttavia è emerso una questione. Il professore mi ha fatto un’osservazione che mi piacerebbe approfondire. All’interno di un certo discorso sull’utilizzo del linguaggio per la teologia mi ha rimproverato con queste parole: «Tu, così come parte della Chiesa cristiana (sic), sei ancora fermo ad un linguaggio metafisico, convinto che esista un linguaggio statico, piovuto dal cielo. Il linguaggio che noi parliamo è convenzionale come quello che parlano altri mondi (si faceva riferimento al mondo omosessuale, da me criticato per inventarsi delle parole, costringendoci, per poter dialogare, ad utilizzare termini “ideologici” sradicati dalla realtà)». Io ho risposto: «Ma il linguaggio dovrebbe servire a comunicare la realtà». Risposta sua: «No! Tu credi che come san Tommaso intendeva “natura” sia uguale a come la intendeva Grozio? Il linguaggio cambia. Noi cristiani rischiamo di non dialogare con il mondo di oggi, perché pretendiamo di utilizzare le parole come se fossero stabili e fisse» (http://isoladipatmos.com/linguaggio-e-concetto-in-teologia/ link non più attivo). La risposta di Cavalcoli è stata giustamente fulminante: «È quindi un errore frequente, quello di credere che una medesima cosa o una medesima verità di fede possa essere colta in diversi concetti. È l’errore, tipico del modernismo, nel quale è caduto il professore del seminarista».

Ad ogni cosa corrisponde un solo concetto, perché il concetto di una cosa non è altro che quella cosa nella forma del pensiero. Si possono usare molti termini per dire la stessa cosa. Ma un conto è dire una cosa e un conto è concepire una cosa. Esiste un solo concetto per concepire quella data cosa. Si può esprimere una cosa con molte immagini, raffigurazioni, simboli, paragoni, similitudini, analogie, metafore. Ma il concetto è uno solo. Non si può usare il concetto di sedia per concepire il tavolo. La Chiesa non ha mai definito dogmaticamente il rapporto linguaggio-concetto fondato sul pensiero di San Tommaso, ma se dovesse venir negato, diverrebbe impossibile la concettualizzazione della fede e la formulazione dei dogmi.

Ora, il così detto avvenimento linguistico rende impossibile concepire l’esistenza dei dogmi e anche solo parlare con linguaggio evangelico: « Sia il vostro parlare: Sì, sì. No, no. Il resto viene dal Maligno ».

Quanto aveva ragione J. Madiran, quanto tempo è andato perso, ma nulla è perduto. Cosa possiamo fare? Sono molto utili le parole di mons. Carlo Maria Viganò (qui):
Ecco, la prima cosa da fare è avere la consapevolezza di essere in guerra contro il mondo, la carne e il diavolo. In questa guerra non possiamo rimanere neutrali, né negarla, né tanto meno schierarci col Nemico. Ci troviamo nell’assurda situazione in cui lo stesso nostro comandante pare rifiutarsi di guidarci, anzi sembra quasi flirtare con l’avversario, additandoci come nemici della concordia e fomentatori di scismi, mentre i nostri generali si alleano con l’avversario e ordinano alle truppe di deporre le armi. È evidente che, senza l’aiuto di Dio, cade ogni speranza. Eppure dobbiamo combattere, essere pronti, tenere le lampade accese e i fianchi cinti, certi che con Cristo abbiamo già vinto. Tutto quello che possiamo fare – la preghiera, specialmente il Santo Rosario, la fedeltà ai propri doveri di stato, le responsabilità verso le persone a noi affidate, la testimonianza di Fede e di Carità, l’impegno sociale – si deve attuare secondo le possibilità di ciascuno e conformemente a quanto la Provvidenza avrà voluto disporre. Lasciamoci guidare con totale fiducia dal Signore e comprenderemo cosa ci è richiesto, giorno dopo giorno, momento per momento.
Mons. Viganò termina citando la bellissima preghiera di papa Clemente XI con la quale concludo questa mia riflessione:
Credo, o Signore,
ma che io creda più fermamente;
spero, ma che io speri con più fiducia;
amo, ma che io ami più ardentemente;
mi pento, ma che io mi penta con maggior dolore.
Ti adoro come primo principio;
ti desidero come fine ultimo;
ti lodo come eterno benefattore;
ti invoco come propizio difensore.
Guidami con la tua sapienza,
reggimi con la tua giustizia,
incoraggiami con
la tua bontà,
proteggimi con la tua potenza.
Ti offro, o Signore:
i pensieri, perché siano diretti a te;
le parole, perché siano di te;
la azioni, perché siano secondo te;
le tribolazioni, perché siano per te.
Voglio tutto ciò che vuoi tu,
perché lo vuoi tu,
nel modo in cui lo vuoi tu,
fino a quando lo vuoi tu.
Ti prego, o Signore:
illumina la mia intelligenza,
infiamma la volontà,
purifica il cuore,
santifica l’anima mia.
Che pianga i peccati commessi,
respinga le tentazioni,
corregga le inclinazioni cattive,
pratichi le virtù necessarie.
Concedimi, o Padre buono: l’amore di te,
l’odio di me,
lo zelo per il prossimo,
il disprezzo del mondo.
Che mi sforzi: di obbedire ai superiori,
di aiutare gli inferiori,
aver cura degli amici,
perdonare i nemici.
Che vinca: le passioni con la mortificazione,
l’avarizia con la generosità,
l’ira con la mitezza,
la tiepidezza con il fervore.
Che sia: prudente nel consiglio,
forte nei pericoli,
paziente nelle avversità,
umile nella prosperità.
Fa, o Signore: che sia attento nella preghiera,
sobrio nel cibo,
diligente nei miei doveri,
fermo nei propositi.
Che io mi sforzi di avere:
l’innocenza interna,
modestia esterna,
una conversazione esemplare,
una vita regolare.
Che vigili assiduamente:
nel domare la natura,
nel favorire la grazia,
nell’osservare la legge
e meritare la salvezza.
Che impari da te:
quanto è fragile tutto ciò che è terreno,
quanto è grande tutto ciò che è divino,
quanto è breve tutto ciò che è temporaneo,
quanto è durevole tutto ciò che è eterno.
Concedimi: di essere pronto alla morte,
di temere il giudizio,
di non cadere nell’Inferno,
di ottenere il Paradiso.
Per Cristo nostro Signore. Amen.
Andrea Mondinelli

12 commenti:

Anonimo ha detto...

Apostasia odierna cioè lingua biforcuta?

Anonimo ha detto...

Mi pare un buon articolo.

Anonimo ha detto...

Com'è che da nessuna giornalista/giornalaio fa notare che ieri in Parlamento erano tutti VICINI SENZA MASCHERINE, mentre a noi stupida plebe (ha ragione Fussaro) tocca invece metterla e stare distanziati!
Non mi si vena a dire perchè i parlamentari han fatto il test perchè mica glelo fanno tutti i giorni! noi non sappiamo se si incontrano con i famosi "potenziali infetti"!

Anonimo ha detto...

Ecco la radice dell'apostasia attuale, ecco come il cancro si è diffuso a tutto il corpo, i vescovi, essi per primi hanno diffuso l'errore nei seminari, il clero oggi non è solo ariano, potremmo sorridere se fosse solo la sottigliezza ariana dell'ordine di generazione Divina; ma siamo invece oggi di fronte a errori plateali e diviene difficile scoprire la verità nella cloaca di eresie diffuse dal clero: la somma di tutte quelle varie dei venti secoli passati. Difficoltà acuita dalla lobotomizzazione graduale che ci ha colpiti tutti,senza esclusione alcuna, con riforme varie, dei Sacramenti, della Liturgia e della stessa Divina Istituzione Eucaristica, del catechismo, della morale, del Magistero.... Urge il restauro della verità e la pulizia da questa cloaca che ben è definita, e giudicata con condanna, dai Papi, quelli dei venti secoli stessi che giudicano l'oggi, giudicano il vaticano secondo, giudicano i papi antipapi di oggi e da quando. Non se ne esce se non affrontando la matrice di tale abominio e prendendo il toro per le due corna. Quanti sono stati gli antipapi nel corso della storia? Uno di questi si chiamava, al tempo del grande scisma d'occidente, Giovanni XXIII.

Anonimo ha detto...

Estamos rodeados del Apocalipsis de San Juan

Anonimo ha detto...

" Ogni Eucarestia ci porta ai piedi della croce e rende veramente contemporanea a noi la morte di Gesù per la nostra salvezza!
A questo punto è facile capire lo sfogo di Julien Green che, scandalizzato dall'indifferenza di tanti cristiani durante la Messa domenicale, scriveva: * Ma voi andreste al Calvario così come andate alla Messa? Ma voi scendereste dal Calvario con la stessa indifferenza con cui uscite dalla chiesa dopo aver partecipato alla Messa? Ma ci credete davvero che in ogni Eucarestia è presente Gesù che, per puro amore, dà la vita per voi? *.
Sono domande che fanno meditare e devono essere meditate, sono domande che spezzano lo spettacolo di tranquilla indifferenza che spesso caratterizza tante assemblee Eucaristiche domenicali. "

CARD. ANGELO COMASTRI ( * UNA BUONA NOTIZIA PER TE * )

fabrizio giudici ha detto...

Ratzinger è in Baviera, ospitato al seminario di Ratisbona, per visitare il fratello che sarebbe in fin di vita. Non è stata resa nota la data del suo rientro a Roma.

Anonimo ha detto...

https://www.lefigaro.fr/flash-actu/l-ancien-pape-benoit-xvi-en-visite-en-allemagne-au-chevet-de-son-frere-20200618

mic ha detto...

Ho pubblicato l'articolo su Benedetto in Baviera

Anonimo ha detto...

Ma poveri stolti! E che ve ne farete delle vostre scuolette e delle vostre parolette quando dovrete sostenere il mio esame? Avete spento in voi la luce infinita della Scienza vera e avete creduto di illuminare le vostre anime con dei surrogati di luce; così come dei poveri pazzi che pretendessero di spegnere il sole facendo di tanti fanalini un nuovo sole. Ma se anche le nebbie nascondono il sole il sole c’è sempre nel mio firmamento. Ma se anche con le vostre dottrine create nebbie che velano il Sapere e la Verità, Verità e Sapere ci sono sempre perché vengono da Me che sono eterno.

Cercate la vera Sapienza a comprenderete la Scienza come va compresa. Sgombrate le vostre anime da tutte le artificiose soprastrutture e innalzatevi la vera Fede. Come guglie di una cattedrale spirituale fioriranno su di esse Scienza, Sapienza, Intelletto e Fortezza e Umiltà e Continenza, perché il vero sapiente sa non solo lo scibile umano, ma sa la più difficile delle cose: dominare se stesso nelle passioni della carne e fare della sua parte inferiore il piedestallo per innalzare l’anima sua e lanciare lo spirito verso i Cieli, incontro a Me che vengo e sono in ogni cosa e che amo essere il Maestro vero e santo dei fratelli miei».
https://gloria.tv/post/88cvRrcconLCAu8UMVZAgg3d2

Federico Palotti ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Federico Palotti ha detto...

Francesco, Pachamama e fuoco estraneo

Il fuoco è il simbolo di zelo, di santità e dell’azione dello Spirito Santo. Ma esiste anche un altro fuoco che non viene dal cielo, ma dall’inferno! Coloro che si sono uniti a esso finiscono all’inferno.

Il fuoco del Signore ardeva nel Tempio di Gerusalemme. Li offrivano in olocausto al Signore agnelli e altri animali in espiazione per i peccati del popolo di Dio. Non lontano dal Tempio, nella valle dell’Hinnom, c’era un idolo chiamato Moloch nel quale anche ardeva fuoco, però non quello di Dio ma fuoco estraneo! Tra i sacrifici offerti a questo idolo, c’erano anche i bambini innocenti!
Tra le forme elencate di occultismo, che il Signore proibisce attraverso Mosè in Deuteronomio 18, ci sono le pratiche di divinazione, di magia e di spiritismo. Questi sono i peccati contro il Primo Comandamento: “Non avrai altri dei. Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai”. La porta di accesso all’area occulta fu il passare per il fuoco, cioè la consacrazione per questo gesto ai demoni.

La Parola di Dio ci dà un esempio ammonitore che non possiamo servire il Signore e allo stesso tempo i demoni nascosti dietro le pratiche occulte.

Il terzo libro di Mosè testimonia: “Allora Nadab e Abiu, figli di Aronne, presero ciascuno il suo turibolo, vi misero dentro il fuoco e il profumo e offrirono davanti al Signore un fuoco estraneo, che il Signore non aveva loro ordinato. Quindi, il fuoco uscì dal Signore e li divorò e morirono così davanti al Signore” (Lv 10, 1-2).

Qual è il fuoco del Signore e qual è il fuoco estraneo? Il fuoco del Signore arde nell’anima del giusto. Accende in lui lo zelo per Dio e per la salvezza delle anime. Il fuoco estraneo arde nell’anima di chi trae il potere dalle pratiche occulte e non rispetta le leggi di Dio.

Il fuoco del Signore è lo Spirito Santo, lo Spirito della verità. Il fuoco estraneo è lo spirito della menzogna. Il potere della menzogna è il fuoco che distrugge la relazione con Dio. È l’idolatria associata alla divinazione, alla magia e all’evocazione degli spiriti: lo spiritismo. Qui all’uomo è offerto un aiuto speciale attraverso il ricorso alle forze spirituali – le cosiddette energie, in effetti, demoni. A quale costo? A costo della perdita d’unione vivente con Dio!

L’uomo brama il governo e il potere. Il diavolo che tentava Gesù nel deserto disse:

“Tutte queste cose io ti darò, se prostrandoti, mi adorerai.” Gesù rispose: “Vattene, satana! Perché è scritto: Adorerai il Signore tuo Dio e a Lui solo renderai culto” (Mt 4, 10). (...)
http://vkpatriarhat.org/it/?p=6557

VIDEO: https://youtu.be/dt7UW-J0T50