Al termine del mese del Sacro Cuore, nel pieno dell’estate, quando la vita religiosa generalmente si infiacchisce, ecco che la Chiesa ci ricorda immediatamente quanto è costata, a Nostro Signore, la nostra salvezza: il Suo Prezioso Sangue, versato da subito, con la Circoncisione (altra festa abolita), e poi, nel Gestemani, nel Pretorio, nel Golgotha, con la Passione, e ancora, ogni giorno, simbolicamente, nella Confessione e, realmente, nella celebrazione della Santa Messa, che è la ripetizione incruenta del medesimo sacrificio di più di 2000 anni fa; tutto il mese di luglio, non solo il primo giorno e la prima Domenica, in cui si celebra specialmente, è dedicato al Preziosissimo Sangue, e sempre nel mese di luglio, il giorno 15, si celebra Nostro Signore col titolo di Redentore, a ricordare che la magnificenza della Regalità non è disgiunta dalla sofferenza della Passione!
Precedenti: Origini della devozione qui - Un tesoro per librare le anime del purgatorio qui - In Sanguine Agni [qui] , Litanie del Preziosissimo Sangue [qui].
1° Luglio. Preziosissimo Sangue
di nostro Signor Gesù Cristo
Hic est enim calix sanguinis mei,
novi et aeterni testamenti: mysterium fidei:
qui pro vobis et pro multis effundetur
in remissionem peccatorum.
Scopo della festa.
La Chiesa ha già rivelato ai figli della nuova Alleanza il valore del Sangue dal quale furono riscattati, la sua virtù nutritiva e gli onori dell'adorazione che esso merita. Il Venerdì Santo, la terra e i cieli videro tutti i peccati immersi nel fiume della salvezza le cui eterne dighe si erano infine rotte, sotto la pressione associata della violenza degli uomini e dell'amore del Cuore divino. La festa del Santissimo Sacramento ci ha visti prostrati davanti agli altari in cui si perpetua l'immolazione del Calvario e l'effusione del Sangue prezioso divenuto la bevanda degli umili e l'oggetto degli omaggi dei potenti di questo mondo. Oggi tuttavia la Chiesa invita nuovamente i cristiani a celebrare i flutti che si effondono, dalla sacra sorgente: che altro significa ciò, se non che, le solennità precedenti non ne hanno certamente esaurito il mistero? La pace ottenuta da quel Sangue: lo scorrere delle sue onde che riportano dagli abissi i figli di Adamo purificati; la sacra mensa imbandita per essi, e quel calice di cui esso costituisce l'inebriante liquore: tutti questi preparativi sarebbero senza scopo, tutte queste meraviglie resterebbero incomprese se l'uomo non vi scorgesse le proposte d'un amore le cui esigenze non vogliono essere sorpassate dalle esigenze di nessun altro amore. Il Sangue di Gesù dev'essere per noi in quest'ora il Sangue del Testamento, il pegno dell'alleanza che Dio ci propone (Es 24,8; Ebr 9,20), la dote costituita dall'eterna Sapienza che invita gli uomini a quella divina unione di cui lo Spirito di santità procura senza fine il compimento nelle nostre anime.
Virtù del Sangue di Gesù.
"Avendo dunque, o fratelli - ci dice l'Apostolo - in virtù del sangue di Cristo, la fiducia di entrar nel Santo dei Santi, per la via nuova e vivente che egli inaugura per noi attraverso il velo, cioè attraverso la sua carne, accostiamoci con cuore sincero, colla pienezza della fede, purificato il cuore dalla cattiva coscienza, col corpo lavato dall'acqua pura. Conserviamo senza vacillare la professione della nostra speranza (essendo fedele chi ha promesso) e vigiliamoci a vicenda, per stimolarci alla carità e alle opere buone (Ebr 10,19-24). E il Dio della pace, il quale ha ritolto alla morte nostro Signor Gesù Cristo, vi renda capaci d'ogni bene, in modo che voi facciate la sua volontà, mentre egli opera in voi ciò che gli è grato per Gesù Cristo, a cui sia gloria nei secoli dei secoli" (ivi 13,20-21).
Storia della festa.
Non dobbiamo omettere di ricordare qui che questa festa è il memoriale di una fra le più splendide vittorie della Chiesa. Pio IX era stato scacciato da Roma, nel 1848, dalla Rivoluzione trionfante; in quegli stessi giorni, l'anno seguente, egli vedeva ristabilito il suo potere. Il 28, 29 e 30 giugno, sotto l'egida degli Apostoli, la figlia primogenita della Chiesa, fedele al suo glorioso passato, cacciava i nemici dalle mura della Città eterna; il 2 luglio, festa di Maria, terminava la conquista. Subito un duplice decreto notificava alla città e al mondo la gratitudine del Pontefice e il modo in cui egli intendeva perpetuare mediante la sacra Liturgia il ricordo di quegli eventi. Il 10 agosto, da Gaeta, luogo del suo rifugio durante la burrasca, Pio IX, prima di tornare a riprendere il governo dei suoi Stati, si rivolgeva al Capo invisibile della Chiesa e gliela affidava con l'istituzione dell'odierna festa, ricordandogli che, per quella Chiesa egli aveva versato tutto il suo Sangue. Poco dopo, rientrato nella capitale, si rivolgeva a Maria, come avevano fatto in altre circostanze san Pio V e Pio VII; il Vicario dell'Uomo-Dio attribuiva a colei che è l'Aiuto dei cristiani l'onore della vittoria riportata nel giorno della sua gloriosa Visitazione, e stabiliva che la festa del 2 luglio fosse elevata dal rito doppio maggiore a quello di seconda classe per tutte le Chiese: preludio alla definizione del dogma dell'Immacolata Concezione, che l'immortale Pontefice fin d'allora aveva in mente, e che doveva schiacciare ancor più il capo del serpente.
Poi, nel corso del Giubileo indetto nel 1933 per commemorare il XIX centenario della Redenzione, Papa Pio XI, onde imprimere maggiormente nell'animo dei fedeli il ricordo e la venerazione del Sangue del Divino Agnello e per invocarne sulle anime nostre frutti più abbondanti, elevò la festa del Preziosissimo Sangue al rito doppio maggiore a quello di seconda classe per tutte le Chiese: preludio alla definizione del dogma dell'Immacolata Concezione, che l'immortale Pontefice fin d'allora aveva in mente, e che doveva schiacciare ancor più il capo del serpente.
Poi, nel corso del Giubileo indetto nel 1933 per commemorare il XIX centenario della Redenzione, Papa Pio XI, onde imprimere maggiormente nell'animo dei fedeli il ricordo e la venerazione del Sangue del Divino Agnello e per invocarne sulle anime nostre frutti più abbondanti, elevò la festa del Preziosissimo Sangue al rito doppio di prima classe.
Messa
EPISTOLA (Ebr 9,11-15). - Fratelli: Cristo, venuto come pontefice dei beni futuri, attraversando un tabernacolo più grande e più perfetto, non fatto da mano d'uomo, cioè non di questa creazione, non col sangue dei capri e dei vitelli, ma col proprio sangue entrò una volta per sempre nel Santuario, dopo avere ottenuta la redenzione eterna. Or se il sangue dei capri e dei tori e la cenere di vacca, aspergendo gl'immondi, li santifica quanto alla purità della carne, quanto più il sangue di Cristo, che per lo Spirito Santo ha offerto se stesso immacolato a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte per servire a Dio vivo? E per questo egli è mediatore d'una nuova alleanza, affinché interposta la sua morte per redimere le prevaricazioni avvenute sotto la prima alleanza, i chiamati ricevan la promessa di eterna eredità in Gesù Cristo nostro Signore.Il sangue del Pontefice.
È legge stabilita da Dio fin dal principio che non vi può essere remissione dei peccati né piena redenzione senza un sacrificio di espiazione e di riparazione, e che tale sacrificio esige l'effusione del sangue. Nell'antica Alleanza, il sangue richiesto era solo quello degli animali immolati davanti al tabernacolo del Tempio. Se esso bastava a dare una purezza esteriore, era però impotente a santificare le anime e a far entrare nel tabernacolo celeste.
Ma nel giorno stabilito dalla divina Sapienza, è venuto Cristo, nostro vero ed unico Pontefice, che ha versato come sacrificio il suo preziosissimo Sangue. Con esso ci ha purificati. Ed è in virtù di quel sangue versato che egli entra e fa entrare nel santuario del cielo. Da quel momento "la sua espiazione e la nostra redenzione sono cosa acquisita definitivamente per l'eternità. Il suo sangue, veicolo della sua vita, purifica non soltanto il nostro corpo, ma la nostra stessa anima, il centro della nostra vita; distrugge in noi le opere di peccato, espia, riconcilia, sigilla e consacra la nuova alleanza e, una volta purificati, una volta riconciliati, ci fa adorare e servire Dio mediante un culto degno di lui".
Il servizio del Dio vivo.
"Infatti, il fine della vita è quello di adorare Dio. La stessa purezza della coscienza e la santità hanno come ultimo disegno e come termine il culto che rendiamo a Dio. Non si è belli per essere belli, non si è puri per essere puri e non andare oltre. Qualunque bellezza soprannaturale è ordinata in definitiva all'adorazione. È appunto quanto vuole il Padre celeste, degli adoratori in spirito e verità: e la nostra adorazione cresce davanti a Dio insieme con la nostra bellezza e la nostra dignità soprannaturale. Così, il termine della nostra vita soprannaturale non siamo noi, bensì Dio. È Dio che in ultima analisi raccoglie il beneficio di quanto noi diventiamo gradualmente mediante la sua grazia e sotto la sua mano. Dio, in noi, opera per noi. Tutta la nostra vita, quella dell'eternità e quella del tempo, è liturgica e ordinata a Dio" [1].
VANGELO (Gv 19,30-35). - In quel tempo: Quand'ebbe preso l'aceto, Gesù disse: È compiuto. E, chinato il capo, rese lo spirito. Ma i Giudei, affinché non restassero in croce i corpi nel sabato (ché era Parasceve ed era solenne quel sabato) chiesero a Pilato che fossero ad essi rotte le gambe e fossero tolti via. Andaron quindi i soldati e ruppero le gambe al primo e all'altro che eran con lui crocifissi; ma quando furono a Gesù, come videro che era già morto, non gli ruppero le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli aprì il costato; e subito ne uscì sangue ed acqua. E chi vide lo ha attestato; e la sua testimonianza è vera.Il Sangue del Cuore di Gesù.
Nel Venerdì Santo abbiamo inteso per la prima volta questo passo del discepolo prediletto. Dolente ai piedi della Croce su cui era appena spirato il Signore, la Chiesa non aveva allora abbastanza lamenti e lacrime. Oggi trasalisce di altri sentimenti, e lo stesso racconto che le cagionava il pianto la fa esplodere, nelle sue Antifone, in gioia e in canti di trionfo. Se vogliamo conoscerne la ragione, chiediamola agli interpreti autorizzati che essa stessa ha voluto incaricare di mostrarci il suo pensiero in questo giorno. Essi ci insegneranno che la nuova Eva celebra oggi la sua nascita dal costato dello sposo immerso nel sonno (Sant'Agostino, Trattato 30 su san Giovanni); che a partire dal momento solenne in cui il nuovo Adamo permette al soldato di aprirgli il Cuore, noi siamo veramente diventati l'osso delle sue ossa e la carne della sua carne (Discorso del II Notturno). Non stupiamo dunque se d'allora in poi la Chiesa non vede più altro che amore e vita in quel Sangue che si effonde.
E tu, o anima, così a lungo ribelle ai tocchi segreti delle grazie di elezione, non desolarti; non dire: "L'amore non è più per me"! Per quanto lontano abbia potuto portarti l'antico nemico con i suoi funesti inganni, non è forse vero che non vi è traviamento, non vi è abisso, si può dire, in cui non ti abbiano seguita i rivi scaturiti dalla sacra sorgente? Credi dunque che il lungo percorso che hai voluto imporre al loro misericordioso inseguimento ne abbia esaurita la virtù? Fanne la prova. E innanzitutto, bagnati in quelle onde purificatrici; quindi, abbevera a lunghi sorsi al fiume di vita quella povera anima affaticata; e infine, armandoti di fede, risali il corso del fiume divino: poiché se è certo che per giungere fino a te non si è separato dal suo punto di partenza, è ugualmente certo che, così facendo, ritroverai la sorgente stessa.
_____________________________[1] Dom Delatte, Epîtres de saint Paul, II, 388.
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 813-817)
12 commenti:
“IL SANGUE DI CRISTO E’ LA CHIAVE DEL PARADISO.” (S. Tommaso d’Aquino)
Luglio è il mese dedicato al Sangue di nostro Signore e oggi è la solennità del Preziosissimo Sangue
OFFERTA QUOTIDIANA DEL PREZIOSISSIMO SANGUE
Eterno Padre ti offro per le mani purissime di Maria Corredentrice il Sangue Preziosissimo di Gesù, sparso generosamente nella Passione e ogni giorno sugli altari; unisco le preghiere, le azioni, le sofferenze mie di questo giorno, secondo le divine intenzioni della Vittima Santa, in sconto dei miei peccati, per la conversione dei peccatori, per i bisogni della S. Chiesa. In particolare te l’offro per: (qui si formula l’intenzione particolare …).
"Entrato nella lotta, pregava più intensamente, e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadono a terra".
(Lc 22, 44).
Questa mattina, presso la chiesa di Tutte le Nazioni, al Getsemani, si è celebrata la messa solenne per il Preziosissimo Sangue di Gesù.
Un ricordo da Gerusalemme!
San Gaspare del Bufalo, apostolo del Preziosissimo Sangue, prega per noi!
Festa del Preziosissimo Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo
Omnípotens sempitérne Deus, qui unigénitum Fílium tuum mundi Redemptórem constituísti, ac eius Sánguine placári voluísti: concéde, quǽsumus, salútis nostræ prétium solémni cultu ita venerári atque a præséntis vitæ malis eius virtúte deféndi in terris: ut fructu perpétuo lætémur in coelis. Per eúmdem Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia sǽcula sæculórum.
O Dio onnipotente ed eterno, che hai costituito il tuo Figlio unigenito Redentore del mondo, e hai voluto essere placato dal suo Sangue, concedici, Te ne preghiamo, di venerare con culto solenne il prezzo della nostra salvezza e, per sua virtú, essere difesi dai mali presenti in terra, in modo da allietarci eternamente del suo frutto in cielo. Per lo stesso Signore nostro Gesú Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con Te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i sécoli dei sécoli.
“Ave, Vittima di salvezza! Re eterno! Verbo incarnato, sacrificato per me e per tutta l’umanità! Ave, prezioso Sangue del Figlio di Dio! Ave, sacra carne, lacerata con chiodi, trafitta da una lancia e sanguinante su una croce per noi poveri peccatori! O straordinaria bontà, o amore infinito! Fa’ che quel tenero amore interceda ora per me! Fa’ che tutte le mie iniquità vengano cancellate, e che il mio nome venga scritto nel libro della vita! Credo in te; spero in te; ti amo. A te l’onore, la lode e la gloria da tutte le creature, per sempre”.
Ho iniziato a pensarci il giorno del Corpus Domini, collegando quella festa al Sacro Cuore. Il calendario liturgico festeggiava giovedì scorso il Cuore Eucaristico e ieri il Sacro Capo e il Preziosissimo Sangue.
In chiesa, osservando l'altare del sacrificio alzando lo sguardo ho contemplato il tabernacolo della divina Presenza, più in alto la santa croce. L'ostia vittimale, l'Agnello Immolato, l'agonia sul Calvario, il fianco squarciato da cui sgorgano sangue ed acqua. Il Cuore Eucaristico, il Sacro Cuore, la Divina Misericordia, il Corpo e il Sangue di Cristo.
Il fiume di grazie scorre verso chi si accosta ai santi misteri può irrigare anche questa terra siccitosa che però va zappata con pazienza, liberando i canali dai detriti che non farebbero scorrere la grazia.
Accanto alla Croce, il Cuore Immacolato di Maria, piena di grazia perchè corredentrice. Nessuno ha zappato come lei.
Mette tristezza pensare che tutta questa sapienza venga barattata con la paccottiglia mondana, ma ridona gioia guardare a Maria e sapere che anche queste sensazioni lei le ha vissute, tirando diritto. Sempre.
Elisabetta sentì prima la voce, ma Giovanni sentì primo la grazia. Quella udì secondo l'ordine della natura, questi sussultò per ragione del mistero. Quella sentì l'arrivo di Maria, questi del Signore. Esse s'intrattengono sulla grazia, essi la producono dentro di loro, primo misterioso ufficio di pietà figliale che si annunzia nel bene procurato alle loro madri; e con doppio miracolo le madri profetizzano sotto l'ispirazione dei propri figli. Sussultò il bambino, fu ripiena la madre. La madre però non fu ripiena prima del figlio; ma il figlio essendo ripieno dello Spirito Santo, ne riempì anche la madre.
(Omelia di sant'Ambrogio vescovo)
Sant'Ambrogio avrà fatto sorridere la Madonna.
Sto immaginando, mi par di vederlo, quello sguardo sorridente, pieno di grazia, rivolto al santo capace di un'intuizione così sapiente.
Quanti tesori nel Regno dei Cieli e come sono poveri i più ricchi della terra.
Dagli scritti di san Gaspare del Bufalo, sacerdote
(Da “Rispettose Avvertenze sull’Archiconfraternita del Preziosissimo Sangue di N.S.G.C.” presentate al Papa Leone XII. Cfr. Scritti del Fondatore, vol. XII, ff. 80-81)
Nel culto del sangue di Cristo
è compendiata la stessa fede cristiana.
Non può negarsi che il Signore, sempre ricco in misericordia, ha suscitato in ogni tempo dei mezzi valevoli, atti a richiamare le anime allo studio del Crocifisso, e così vedere in esse l’applicazione della Redenzione del suo divin sangue.
Prescindendo dai primi secoli della Chiesa, secoli fecondi di martiri, nelle epoche posteriori
che ci ricorda la storia, ora si è combattuto un dogma, or l’altro, ora si è veduto il vilipendio delle cose sacre in una parte dell’orbe cattolico, or nell’altra; ma nei miseri tempi nostri è generale la crisi nei popoli, e indicibile la perversione delle massime e del costume, onde s’arreca insulto alla Redenzione e vedesi frustrata per l’umana malizia l’applicazione dei meriti di Gesù Cristo che ci ha
redenti a prezzo di Sangue.
Ora non si doveva, Beatissimo Padre, attivare lo zelo apostolico, e seguire i lumi di anime da Dio favorite, affine di riprodurre nella memoria degli
stessi popoli l’inestimabile prezzo di nostra Redenzione e procurare di eccitarli alla penitenza e al pianto? E non è infatti la divina Scrittura che ci
dà le tracce della riforma? «Ha pacificato col sangue della sua croce, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli». Non sappiamo noi che: «Cristo ha amato la Chiesa, si è sacrificato per essa, l’ha
acquistata col suo sangue»? Non ci dice la divina Sapienza che «giustificati per il suo sangue saremo salvati dall’ira per mezzo di lui»? Né basta solo proferire il nome del Signore per salvarsi: «Non
chi dice: Signore, Signore, si salverà, ma chi farà la volontà del Padre mio». Due cose pertanto si debbono segnatamente adempire oggidì: la prima, trovar modo onde placare l’eterno divin Padre, e questa noi l’abbiamo nei meriti del divin sangue:
«prenderò il calice della salvezza…», ed insieme
procurarne l’effettiva applicazione alle anime,
mercé in specie le sante Missioni e Spirituali
Esercizi ed altre opere pie e salutari proporzionate all’urgenza dei tempi.
Furono questi di fatto i motivi che mossero il santo Pontefice Pio VII ad erigere un’arciconfraternita sotto questo augustissimo titolo del divin sangue. I peccatori ne abusano orrendamente e il
Signore va dicendo nei trasporti del suo amore:
«Quale utilità nel mio sangue?». Dunque vi sia chi
ne procuri, col sacro solenne culto, l’adorazione di
compenso ed insieme ne predichi ai popoli le glorie, facendo rilevare che in questa devozione è compendiata la fede stessa. Perciò diciamo nella consacrazione del calice: «Mistero della fede»; e in
questa, per conseguenza, è riposta la salute delle
anime.
A questa devozione fan centro gli oracoli profetici, i vaticini, i simboli, le figure, i sacrifizi dell’antica alleanza: «lava nel vino la veste e nel sangue
dell’uva il manto» leggesi nella Genesi. Ordinato agli Ebrei tinger le porte del sangue dell’agnello per essere liberi dai castighi in Egitto: simbolo della liberazione delle anime nostre dalla diabolica ser-
vitù. Mosè, poi, tacendo il resto che egli fece ai dì
suoi, «prese il libro dell’Alleanza, asperse il popolo
col sangue dicendo: Ecco il sangue dell’Alleanza che il Signore ha concluso con voi… Tutte le cose, infatti, vengono purificate con il sangue e senza spargimento di sangue non esiste perdono».
...segue
E ancora l’apostolo Paolo: «se il sangue dei capri e dei vitelli santifica quelli che sono contaminati, quanto più il sangue di Cristo purificherà la
nostra coscienza»? E si tace il di più, essendo le divine Scritture ricolme di simili sacre espressioni:
«perché è rossa la tua veste?… era rivestito d’una veste aspersa di sangue…».
Solo si aggiunge che da questa devozione si ravviva la memoria del battesimo, ove il divin sangue ripurgò le nostre anime, e così della penitenza,
e degli altri sacramenti. E a conclusione, possiamo dire: Perché ci hai redenti col tuo sangue, o Signore, siamo costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti.
Le altre devozioni sono tutti mezzi a facilitare la pietà cattolica, ma questa ne è la base, il sostegno, l’essenza. Le altre devozioni, prodotte nei vari tempi, presentano un’epoca di principio sempre
santo e lodevole, ma questa è così antica che rimonta fin dal momento che Adamo peccò e perciò Gesù fu chiamato: «Agnello ucciso fin dalla
fondazione del mondo». Dice inoltre san Tommaso: «Il sangue di Cristo è la chiave del paradiso».
E san Giovanni Grisostomo: «Il sangue di Cristo è la salvezza delle anime, oro inestimabile è il sangue di Gesù».
REDEMÍSTI NOS, Dómine, in sanguine tuo, ex omni tribu, et lingua, et pópulo, et natióne: et fecísti nos Deo nostro regnum. Misericórdias Dómini in ætérnum cantábo: in generatiónem et generatiónem annuntiábo veritátem tuam in ore meo.
℣. Glória Patri, et Fílio, et Spirítui Sancto.
℟. Sicut erat in princípio, et nunc, et semper, et in sǽcula sæculórum. ℟. Amen.
HIC EST qui venit per aquam et sánguinem, Jesus Christus: non in aqua solum, sed in aqua et sánguine. ℣. Tres sunt qui testimónium dant in cœlo: Pater, Verbum, et Spíritus Sanctus: et hi tres unum sunt. Et tres sunt qui testimónium dant in terra: Spíritus, aqua, et sanguis: et hi tres unum sunt. ALLELÚIA, allelúia. ℣. Si testimónium hóminum accípimus, testimónium Dei majus est. Allelúia.
CALIX benedictiónis, cui benedícimus, nonne communicátio sánguinis Christi est? et panis, quem frángimus, nonne participátio córporis Dómini est?
CHRISTUS semel oblátus est ad multórum exhauriénda peccáta: secúndo sine peccáto apparébit exspectántibus se in salútem.
(Introito, Graduale, Alleluia, Offertorio & Comunione del Preziosissimo Sangue di nostro Signore Gesù Cristo)
Il Grisostomo, penetrato da profonda venerazione ed infiammato di amore verso di Gesù ed il Sangue suo adorabile, ci dipinge questo dolcissimo Sangue benefico come un fiume che bagna tutta la terra e la feconda e l’adorna di alberi di varie virtù di cui ciascuna produce i frutti suoi propri nel suo tempo (S. Joan. Chrys. Hom. 46, alias 45 in Joan. n. 3 et 4).
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