La retorica stantia della 'responsabilità'
Già, la responsabilità.
E così, è nel nome della "responsabilità" che, dopo aver sfiancato anche i buoi a colpi di proclami libertari e antidiscriminatori questi personaggi sono riusciti serenamente a mettere in piedi il più rigido e stupido sistema di discriminazione "sanitaria" al mondo (il celebre Green Pass).
È così, nel nome della "responsabilità", che dopo aver partecipato come photo opportunity a tutte le marce pacifiste del globo questi personaggi hanno potuto, senza batter ciglio, mandare milionate di armi a un paese belligerante senza fare niente per favorire la pace, né prima né dopo lo scoppio della guerra.
(Ed è sempre nel nome della "responsabilità" che ora abbiamo tecnologia militare italiana in Ucraina, mentre mancano Canadair per spegnere gli incendi in Italia).
Se questi sono i responsabili, ridateci i populisti. (Andrea Zhok)
* * *
“Li hanno dimenticati e adesso straparlano dei deboli da tutelare”
«All’improvviso, dopo anni passati a sentirci ripetere il contrario, abbiamo scoperto che il popolo italiano esiste. Non solo: abbiamo appreso che esso ha parlato con voce sola, chiedendo – anzi, pretendendo – che Mario Draghi restasse a capo del governo. Ce lo hanno detto i giornali spiegando, come ha fatto Goffredo Buccini sul Corriere della Sera, che “le voci del Paese” hanno lanciato “un grido di dolore” nel tentativo di convincere l’Unto del Signore a rimanere al suo posto. Soprattutto, però, lo ha confermato Draghi in persona, richiamando più volte nel suo discorso la potenza della nazione unita. Gli italiani, ha detto Draghi, “hanno sostenuto a loro volta questo miracolo civile, e sono diventati i veri protagonisti delle politiche che di volta in volta mettevamo in campo”. Del resto, ha specificato il Divo Mario, “l’Italia è forte quando sa essere unita”. Ma, “purtroppo, con il passare dei mesi, a questa domanda di coesione che arrivava dai cittadini le forze politiche hanno opposto un crescente desiderio di distinguo e divisione”. Già a chiedere che l’esecutivo restasse in sella “sono stati soprattutto gli italiani”.
È interessante questo costante richiamo quasi mazziniano al popolo presentato come una sorta di Dio mortale, perché qualcuno potrebbe (a ragione) ritenerlo un argomento degno del populismo più superficiale. L’Italia, ci hanno più volte ricordato i dotti esponenti del bel mondo progressista, è una repubblica parlamentare, i cittadini si esprimono nelle urne ed è il Parlamento a legittimare il governo, non un generico plebiscito. Eppure, guarda un po’, ieri Draghi ha fatto proprio questo: ha personalizzato il popolo, utilizzandolo per puntellare il suo potere. A ben vedere, si è espresso come avrebbe potuto fare un caudillo sudamericano, o un autocrate d’altri tempi.
C’è, tuttavia, un particolare non secondario di cui tenere conto. Ai tempi delle adunate mussoliniane – come in passato ha accuratamente dimostrato, tra gli altri, Renzo De Felice – il popolo in effetti partecipava, acconsentiva. Oggi, invece, abbiamo il caudillo (anzi, il Draghillo), ma non le masse. I metodi elencati a suo tempo da Gustave Le Bon utili a creare e manipolare la folla sono stati utilizzati tutti, ma della folla, comunque, nessuna traccia. “L’Italia lo vuole!”. Ottimo: però l’Italia dov’era? Di certo non a piazza Venezia a inneggiare a Draghi.
E qui arriviamo al nodo della questione. La presunta massa si è dimostrata molto meno malleabile delle presunte élite. Il famigerato popolo schierato con Draghi non esisteva, ma i media, la politica e quelli che una volta s chiamavano corpi intermedi hanno provato a raccontarci che invece era lì, pronto ad applaudire il Salvatore. Ecco, questa è la vera grande lezione che ci lascia questa pantomima politica estiva. Non soltanto abbiamo appreso che, alla bisogna, il richiamo alla volontà popolare può essere serenamente utilizzato. Ma abbiamo anche avuto l’ennesima – e stavolta definitiva – riprova della clamorosa disponibilità alla servitù volontaria delle nostre classi dirigenti.
Sui quotidiani si sono letti commenti grotteschi sull’amore del popolino per il Grande Timoniere. Abbiamo visto paradossali raccolte di firme a sostegno di un leader di governo mai votato dai cittadini. Ci è toccato leggere inenarrabili piagnistei dei governatori, sempre pronti a dimenticarsi dell’ideologia quando c’è da allinearsi al potere costituito. Al solito, gli intellettuali hanno prodotto uno spettacolo raccapricciante. Natalia Aspesi che s’intruppa nell’appello delle sciure bene. Lo scrittore di montagna Paolo Cognetti pronto a dire che la crisi è irresponsabile perché bisogna fermare il riscaldamento globale. Gianfranco Carofiglio disposto a dichiarare che Draghi è straordinario, e che va preservato perché altrimenti nessuno penserà ai più deboli. Si son sentiti più violini negli ultimi tre giorni che in tutta la stagione della Scala. E figuriamoci se gli altri prelati potevano essere da meno. Il caudillo si trova in difficoltà? Presto, chiamate monsignor Paglia, patrono dell’oligarchia. Il presidente della Pontificia accademia per la vita, sulla scia di Carofiglio, è arrivato a dire che Draghi doveva proseguire perché “c’è in ballo il futuro di 14 milioni di anziani”.
Ma pensa. Dov’erano, tutti questi bianchi paladini dei più deboli quando c’era da tutelare chi perdeva il lavoro perché non vaccinato? Qualcuno di loro si è forse rivolto al governo, nei mesi passati, chiedendo che la piantasse di gettare benzina sul fuoco ucraino, magari al fine di evitare che i poveri e gli anziani restassero al freddo l’inverno venturo? Certo che no. Anche allora, erano tutti impegnati a servire. Erano entusiasti di servire.
Questo abbiamo imparato: non c’è potente che la nostra élite non sia disposta a blandire. Anni fa è toccato persino a Conte, di cui si cantavano meraviglie presentandolo come colui che aveva traghettato i 5 stelle verso la maturità politica e morale. Ora Conte è tornato a essere un suino come tanti, sostituito da Draghi nel cuore di tutti i valletti. Dopo tutto, c’è sempre qualcuno a cui è importante sottomettersi, un signor padrone a cui votarsi: se si chiama Draghi bene, se è Sergio Mattarella anche meglio. In Italia, l’obbedienza è la virtù dei forti.
Si edifica, così, un totalitarismo di tipo del tutto nuovo. Un tempo si facevano addomesticare le masse, e gli intellettuali si opponevano. Oggi i ceti intermedi si addomesticano da soli e le masse – benché mobilitate – collaborano solo in parte, e spesso malvolentieri. Si è scoperto che l’appoggio della folla non serve: basta sedarla. E alla sedazione provvedono proprio coloro che dovrebbero, invece, risvegliare le coscienze.
Se non altro, abbiamo compreso perché invocano Draghi: hanno bisogno del Re perché amano essere sudditi.»
Francesco Borgonovo, “La Verità”, 21 luglio 2022
53 commenti:
San Luigi Maria Grignion de Montfort, Preghiera infuocata
"Guarda, Signore Dio degli eserciti! I capitani mobilitano intere compagnie, i sovrani arruolano armate numerose, i navigatori formano flotte complete, i mercanti si affollano nei mercati e nelle fiere. Quanti ladri, empi, ubriaconi e dissoluti si raggruppano in gran numero ogni giorno con tanta facilità e prontezza contro di te!
Basta dare un fischio, battere un tamburo, mostrare la punta smussata di una spada, promettere un ramo secco di alloro, offrire un pezzo di terra gialla o bianca! Basta insomma prospettare una voluta di fumo d'onore, un interesse da nulla e un misero piacere animalesco... e in un istante si riuniscono i ladri, si ammassano i soldati, si congiungono i battaglioni, si assembrano i mercanti, si riempiono, le case e le fiere, e si coprono la terra e il mare di una innumerevole moltitudine di perversi!
Benché divisi fra loro a causa della distanza di luogo o della differenza di carattere o della diversità d'interesse, si uniscono tutti insieme fino alla morte per muoverti guerra sotto la bandiera e la guida del demonio."
(San Luigi Maria Grignion de Montfort, Preghiera infuocata, cap. 27)
Qui la preghiera
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2015/05/parrocchia-virtuale-san-luigi-maria_31.html
Mariastella Gelmini abbandona Silvio. Brunetta sbarra il profilo twitter (troppo amato) e se ne va da FI. Il partito di Draghi in FI sta venendo a galla.
Aprire i giornali, leggere i quotidiani on line oggi, a parte qualche eccezione lodevole, fa cadere le braccia, perché viene propagandata una narrazione piena di menzogne. La grancassa mediatica unanime nel veicolare una realtà di comodo all'interno della solita visione ideologica.
Ma possibile che quasi nessuno faccia notare che ad aprire la crisi di governo sia stato proprio Draghi, che giovedì si è dimesso pur avendo ricevuto un'ampia fiducia parlamentare?
Peraltro il M5S non aveva affatto votato contro la fiducia, ma si era astenuto dal voto. Quindi non c'era nessun motivo per dimettersi. Draghi casomai avrebbe dovuto aprire una verifica politica, come gli avevano chiesto Lega e Forza Italia.
In realtà, è da qualche mese che Draghi voleva scappare in vista di un autunno caldissimo, in cui il suo governo probabilmente avrebbe dovuto subire il malcontento popolare frutto dei suoi errori. Lo ha fatto provocando i partiti in modo da apparire come "estromesso", ma la realtà è che si è estromesso da solo.
L'altro aspetto che trovo preoccupante è la mentalità pericolosa che si è insinuata ormai nei giornali e nei media in generale, e che fotografa bene oggi Barbara Spinelli: "il populismo delle élite" secondo cui "la politica è un disastro e il suffragio universale un azzardo pericoloso".
Riconosciamo che è accaduto qualcosa d'imprevisto.
Noi cerchiamo di risolvere, in maniera definitiva, la situazione vaticana. Preghiamo!
Tutto secondo previsioni: Draghi se ne va, ma il disastro economico-sociale alle porte farà in modo che i partiti lo richiamino dopo le elezioni. E se non sarà lui, sarà un governo militare a gestire la terribile crisi energetica, economica, sociale che colpirà il nostro Paese nei prossimi mesi. Intanto i poteri forti affosseranno Piazza Affari.
C'è un'alternativa alla catastrofe prefigurata da Anonimo 13:55
Un centro-destra coeso che recuperi anche la visione etica che dovrebbe contraddistinguerlo.
Il problema è che Salvini e Meloni dovrebbero (avrebbero dovuto farlo già da anni) dotarsi di un canale TV autonomo e scevro dai pesanti condizionamenti della totalità dei media a reti unificate che parlano solo un linguaggio di sinistra che di fatto silenzia o vanifica le sparuti voci contrarie che ospita per salvare un minimo la faccia. Compresa Mediaset del loro alleato, al quale vanno addebitate molte responsabilità: dalle leggi ad personam alla TV spazzatura e alle frequenti strizzate d'occhio con annessi assist alla sinistra...
Se non lo faranno o se ancora non lo hanno capito, saranno pesantemente penalizzati.
E, comunque, la vedo nera se non abbandoneranno le derive atlantiste sposate persino da loro...
Difficile, poi, dimenticare il green pass...
Speriamo non dover votare turandosi il naso anche con loro, posto che l'astensionismo consegnerebbe la vittoria alle sinistre.
Esiste un mondo fuori dalla comunicazione d regime. Un mondo che conosce problemi e strade per risolverli. Senza contare le persone che sono state emarginate dal tentativo di globalizzazione e che hanno onestamente lavorato solo per lo Stato Italiano, senza giri ammmerikani.
Chissà che con oggi non finisca l'equivoco che porta a pensare a non pochi (comunque largamente minoritari) italiani che un direttore generale di un ministero, un direttore di banca, un commercialista e un presidente del consiglio siano la stessa cosa.
E' come dire che la migliore psicologa sarebbe la miglior moglie o che il più bravo degli ingegneri sarebbe anche il miglior pilota.
Quando ci si riempie la bocca della parola "competenza", si dovrebbe aver presente che la competenza è un concetto relativo: "competente" in cosa? Cosa ha fatto finora? Cosa sa fare? Cosa dovrebbe fare? In quale contesto?
A volte si criticano i candidati sindaci che emergono dalla società civile con un caustico "Ma se non è mai stato eletto manco amministratore di condominio!": questo non è solo un giudizio sprezzante, è anche la constatazione che esiste un cursus che va percorso e che serve alla persona a formarsi sulle modalità di azione e sulle categorie proprie dell'agire politico.
Nel caso dei tecnocrati, servirebbe a passare dalla logica dell'assenso a quella del consenso: l'assenso lo puoi ottenere sotto minaccia o per la mera influenza propria della tua posizione, ma il consenso te lo devi guadagnare metro metro ed è una competenza che si acquisisce nell'agire politico e con l'agire politico. Sennò, ecco come finisce.
Sempre ammesso che sia finita.
Cit. Massimo Micaletti
1. Monti, distruttore del mercato immobiliare;
2. Bergoglio, picconatore, con la Pachamana ecologa, della Chiesa cattolica di sempre;
3. Draghi, la catastrofe della piccola e media impresa italiana. Le restrizioni alla libertà.
Ma che cosa accomuna costoro, oltre la distruttività temperamentale innata e coltivatissima ?
La circostanza di essere di
formazione gesuitica…neogesuitica, mi correggo [1].
[1] Monti ha studiato all’Istituto Leone XII, di Milano, fondato dai Gesuiti; Bergoglio è un gesuita con veste e Draghi è incubato nell’ Istituto Massimo dei romani gesuiti.
Condivido tutto... Temo solo che prima di uscire di scena abbia già contribuito ad organizzare la sua successione, degna di lui!
Tenendo conto che dopo la svendita fatta dai vari liquidatori che si sono succeduti nell’ ultimo decennio come espressione unica del potere, custodito dal PD con mandato europeo, NON saranno comunque MAI AMMESSE decisioni economiche o politiche autonome d’interesse nazionale e dirigeranno tutto da Bruxelles, da Washington e dal Colle a colpi di spread come al solito.
Draghi si è dimesso. Ha indossato la maglia del Partito Democratico, ha chiesto il commissariamento dei partiti e i pieni poteri. La sua arroganza lo ha mandato a casa. Sarà ricordato per aver cercato di abituare le masse ad esibire un lasciapassare per vivere, per lo sfrenato invio delle armi non condiviso dalla stragrande maggioranza della popolazione, per la sua visione politica incentrata sul globalismo che cancella l’identità e per le sue prese di posizione contro le politiche a favore della libertà di educazione e contro l’indottrinamento nelle scuole dell’Ungheria di Orban. A differenza di altri posso dire che la mia Europa non è mai stata quella di Draghi.
Il discorso di Draghi è stato davvero imbarazzante.
È andato a raccontare che il popolo gli ha chiesto di ricomporre la maggioranza.
Peccato che le manifestazioni in suo favore siano state fatte in piazze VUOTE, con i media che ci hanno edulcorato dietro.
Il messaggio che deve passare sostanzialmente è quello per cui chi chiede il voto anticipato è un filorusso, novax e fascista.
Chi, invece, invoca pieni poteri per un banchiere piazzato da poteri sovranazionali è un paladino della democrazia.
Poi certo, sappiamo bene che tolto Draghi ne metterebbero un altro per portare avanti i medesimi programmi. D'altronde i politici nelle democrazie occidentali sono gli scendiletto della grande finanza, con le elezioni potranno emergere in parlamento nuovi Di Maio da formare. WI
La banca centrale europea alza oggi i tassi dopo 11 anni, proprio oggi, dopo che il dimissionario presidente ha parlato del cuore di certi banchieri. Una strana frase quella pronunciata:"certe volte anche il cuore dei banchieri viene usato", ma per far che? Per commuoversi o per mandare segnali che finiranno per punire chi ha osato sfidarli?
Esatto: in piazze VUOTE! L'ho notato immediatamente anch'io.
Condivido pienamente.
La notizia delle dimissioni del Premier Mario Draghi dalla guida del governo italiano ha fatto il giro del mondo, finendo sulla pagina d’apertura del Wall Street Journal. Il quotidiano non si limita ad informare gli americani sull’attuale situazione politica italiana ma collega la crisi governativa a contrasti nati nella maggioranza sulla guerra in Ucraina, mettendo quindi da parte il casus belli del decreto Aiuti, su cui i 5 stelle non hanno votato la fiducia. La testata dice infatti esplicitamente che: "la coalizione è crollata a causa delle divergenze su come rispondere alle ricadute della guerra in Ucraina".
E su Mario Draghi e le sue posizioni in fatto di politica estera scrive: “Lui è stato una delle voci più forti tra i leader europei a favore delle sanzioni economiche contro Mosca e delle spedizioni di armi in Ucraina. Draghi si è anche espresso a favore della candidatura dell'Ucraina all'adesione all'Unione Europea, una posizione a cui hanno ora aderito anche Francia e Germania, precedentemente scettiche”. Secondo il giornale, quindi, alla luce delle sue scelte, il Premier avrebbe dovuto “fare i conti con i dissidenti nella sua grande coalizione che include tutti i principali partiti politici del Paese tranne uno. Primo tra coloro che hanno espresso dubbi è stato il Movimento 5 stelle, che ha innescato la crisi non appoggiando Draghi nella votazione parlamentare di giovedì”.
Il ragionamento portato avanti dal Wall Street Journal su di un collegamento fra l’attuale fragilità del governo italiano e la guerra scoppiata in Ucraina non si focalizza però soltanto sul nostro Paese, e si allarga invece agli altri Paesi dell’UE, osservando come “la combinazione della guerra russa contro l'Ucraina e il balzo dei prezzi dell'energia e del costo della vita stiano indebolendo la coesione politica in alcune parti d'Europa, rendendo sempre più difficile la formazione di maggioranze di governo stabili".
....
Peter Gomez (Direttore de ilfattoquotidiano.it):
"Mario Draghi voleva a tutti i costi uscire in piedi facendo una bella figura, scelta assolutamente legittima ma questo è il risultato che si voleva ottenere".
Su Rec News un importante articolo da leggere assolutamente:
Draghi resta per "il disbrigo degli affari correnti". Cosa sta succedendo davvero.
Né una fuga né una cacciata. L’allontanamento da Palazzo Chigi di Mario Draghi ha un altro sapore: quello dell’uscita di scena volontaria, dell’irritata presa d’atto dell’impossibilità di proseguire. Anche la giacca sartoriale dell’ex Presidente della Bce, per quanto reduce da mari tempestosi, non accettava più d’essere tirata a destra e a manca: da una parte i capricci pentastellati, dall’altra il centrodestra di governo stanco di questi tira e molla, dall’altra ancora un Pd non disponibile ad un esecutivo bis di cui si sarebbe stato l’azionista molto bis.
Così, Supermario ha deciso di alzare i tacchi. Termina in questo modo l’autocommissariamento della politica, hanno osservato alcuni. Vero. Resta però che l’uscita di scena draghiana prima o poi si sarebbe dovuta consumare. Impensabile immaginare Draghi premier fino ad una rigenerazione della classe politica attuale. Esagerato pure esigerne, sequestrando la democrazia, la permanenza fino all’esaurimento di emergenze che, non per responsabilità sua, negli ultimi mesi si sono moltiplicate. Per quanto finita prematuramente, era comunque un’esperienza temporanea.
Ora il centrodestra, Giorgia Meloni in testa, sta scaldando i motori e proverà a vincere le elezioni, mentre il centrosinistra proverà a fare ciò che gli riesce meglio: governare senza vincerle. Intanto, all’orizzonte, adesso tutti vedranno il profilo affilato del banchiere chiamato dalla politica rimpicciolirsi; e sarà difficile non chiedersi quando, dopo Mario Monti e dopo di lui, le chiavi del governo verranno di nuovo date a qualche tecnico di fiducia quirinalizia. Sta di fatto che ora la politica, nel bene e nel male, è chiamata a tornare protagonista. Ce la farà? Per quanto ambizioso e magari per qualcuno populista sia il pensiero val la pena sperarlo.
(Giuliano Guzzo)
Le elezioni al 2 ottobre sono l’estremo tentativo, da parte del regime, di prolungarsi attraverso la disattivazione preventiva dei movimenti del dissenso. Votare a marzo 2023 sarebbe stato un altro paio di maniche. Le elezioni al 2 ottobre rappresentano il tentativo di reload del regime, da cui si vuole far scaturire un nuovo governo tecnico affidato a un nipotino di nonno banchiere. Non lasciamoci ingannare da questa manica di truffatori politici organizzati. Altrimenti i prossimi 5 anni somiglieranno molto agli ultimi 2. NO AL DRAGHISTAN 2.0 UNITÀ E RESISTENZA
La data delle elezioni è stata fissata al 25 settembre.
Concordo pienamente. Si tratta di una farsa orchestrata fin nei minimi particolari. Credere diversamente significa essere di una ingenuità sorprendente.
Dopo tutto quello che hanno combinato in più di due anni di dittatura sanitaria, credere che improvvisamente lascino davvero la parola al popolo, come negli anni cinquanta, rasenta la follia. Bisogna pregare lo Spirito Santo affinché ci dia lume e fortezza nei pericoli presenti. Speriamo anche di avere qualche indicazione da Mons. Viganò.
Non voterò per nessuno dei partiti che siedono in Parlamento. Voterò per una delle formazioni che hanno preso corpo in questi ultimi due o tre anni.
Dire che la presente crisi di governo sia stata "una farsa orchestrata sin nei minimi particolari" è affermazione surreale.
I sostenitori ad oltranza del "tutto prestabilito", tutto manovrato dai soliti burattinai etc, avevano pur detto che il governo non sarebbe mai caduto, visto che era tutta una commedia. I poteri forti volevano che l'Italia arrivasse buona buona alla scadenza naturale della legislatura. Ora, è accaduto esattamente il contrario, tanti deputati neoe
L'abbattimento del governo tirannico, per avere successo, dovrebbe implicare la volontà concreta e diffusa che non ritorni. Perché, come si legge nel Vangelo, il diavolo ritorna sempre con i rinforzi.
Andrea Sandri
L'Occidente, che non ha una censura, opera tuttavia una selezione puntigliosa separando le idee alla moda da quelle che non lo sono... Senza che vi sia, come nell'Est, aperta violenza, questa selezione operata dalla moda... impedisce ai pensatori più originali di apportare il loro contributo alla vita pubblica, e provoca la comparsa di un pericoloso spirito gregario che è d'ostacolo a uno sviluppo degno di questo nome.
Aleksandr Isaevič Solženicyn (1918-2008), dal suo intervento ad Harvard dal titolo "Un mondo in frantumi", tenuto l'8 giugno 1978, in occasione del conferimento della laurea ad honorem in letteratura
"L"Italia era uscita prostrata dalla seconda Guerra mondiale; gran parte del suo patrimonio nazionale era andato distrutto e dappertutto vi erano lutti e rovine. Il forte rialzo dei prezzi, dovuto anche all’introduzione sul mercato delle am-lire, immiseriva le masse. Il ritorno alla normalità era ostacolato dalle distruzioni operate dai bombardamenti nelle principali città dove industrie, officine, case erano state ridotte a mucchi di macerie. Anche le vie di comunicazioni erano, in molti casi, pressoché impraticabili, dato che ponti, linee ferroviarie, strade erano state smantellate dalla furia dei combattimenti"
Se ce la siamo cavata allora possiamo farcela anche questa volta: serve liberarsi da quelle forze maligne che oggi impediscono ai cittadini di autodeterminarsi e soffocano con i loro balzelli, la loro burocrazia, i loro privilegi parassitari, le iniziative e la creatività dei singoli, delle loro famiglie e delle imprese,
Ovviamente, una parte degli italiani sostiene lo statu quo perchè vi ha interesse.
Un'altra parte è costituita dai disfattisti, dagli iettatori e dai piagnoni, da quelli che tutto è perduto e che oramai è finita.
Certo, di fronte al declino abbattersi è umano, ma chi si arrende rischia di farlo ad un'ora dalla vittoria.
Alla fine ha ottenuto ciò che voleva, dopo aver messo le basi perché la tempesta arrivi, dileguarsi prima che gli effetti si manifestino.
Oggi ricorre il primo anniversario del discorso sul greenpass. Quello in cui il Marchese del Grillo disse che "dà garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose". Nella stessa occasione fu pronunciato il "Non ti vaccini, ti ammali, muori" in una implementazione di misure liberticide fondate sulle due cavolate di cui sopra che hanno portato il potere a usare gli idranti contro chi manifestava col rosario in mano, a menare studenti che manifestavano pacificamente, a ricattare i lavoratori a vaccinarsi per mangiare, a impedire agli studenti di poter salire su un mezzo pubblico per andare a scuola o praticare sport.
Il tutto accompagnato da un'orgia giornalistica a favore mai vista.
A distanza di un anno, il governo che ha fatto queste cose è caduto tra le doglianze di chi gridava viva il manganello vaccinale.
La caduta del governo ci libera dal ministro della peggior gestione Covid dell’Occidente, da quello ai clandestini e ai rave party e dal politico più trasformista della storia. Alle elezioni gli italiani avranno finalmente modo di dire cosa vogliono davvero.
La fine del Governo Draghi rappresenta la sconfitta di un quadro politico il cui autore principale era Mattarella. Un quadro con contenuti precisi, dalla gestione del Covid ai nuovi diritti, dall’appiattimento sulla linea di Ue e Nato all’ossequio al Grande Reset. Si è permessa la pandemizzazione della democrazia italiana. Ora serve un cambio politico sostanziale.
(Stefano Fontana)
...
Con le dimissioni di Draghi e la sconfitta di Mattarella, in questo momento c’è la possibilità di un cambio politico sostanziale, e non solo tecnico. E questo cambio, per essere veramente tale, dovrà elaborare un progetto politico evidentemente diverso da (meglio ancora se opposto a) quello adoperato finora. L’esito delle elezioni lo permetterà? L’intelligenza e la volontà politica delle forze di centro-destra saranno all’altezza? Emergeranno figure capaci di incarnarlo? E, soprattutto, il Quirinale lo permetterà?
Da un post Telegram di Cesare Sacchetti:
Dalle elezioni uscirà una maggioranza chiara di centro-destra: la nostra presenza darà un carattere rigorosamente atlantista e europeista, liberale e cristiano.
Silvio Berlusconi
... RIGOROSAMENTE ATLANTISTA E EUROPEISTA, LIBERALE E CRISTIANO.
Laddove "cristiano" significa bergogliano.
È questo che volete? Chissà poi che cosa c'entrano gli interventi di Mons. Viganò con la minestra riscaldata ultraliberista di Berlusconi!
"NON SUSSISTE SPERANZA DI RISCATTO per un popolo che chiama green pass il passaporto vaccinale, lockdown la chiusura della nazione e la prigionia di fatto, week-end il sacro sabato e domenica della corsa al “divertimento”, delle code in autostrada e al gelato nelle località turistiche. Il biglietto diventa ticket e, mannaggia, train manager il ferroviere munito di apparato elettronico per controllare i biglietti su treni simili a siluri o astronavi, ma all’interno scomodi trespoli per viaggiatori trattati come merce immagazzinata. “O macchinista, metti il carbone, quel macchinone fallo partir”. Altri tempi, la cultura popolare sorridente e ingenua è finita, sostituita dal colonialismo- esistenziale e culturale".
...
"Guardiamo il mondo con l’occhio di chi ci ha infilato il cappio al collo- pardon di chi ci ha insegnato nuovi modi di vivere – e finiamo per parlare come lui, in maniera più ridicola. Il capotreno si trasforma in train manager, l’esposizione commerciale in show-room e per qualche ministro di incerta alfabetizzazione anche il virus diventava “vairus”, alla “mericana”. Quasi tutti pronunciano “tiutor” senza ricordare che la parola tutor è latina, non anglosassone. Ignoranza più servilismo più snobismo spicciolo. Snob: parola composta, acronimo latino, s.nob. Sine nobilitate, senza nobiltà"
(Roberto Pecchioli - Il cretino coloniale)
L’Ue scongela fondi bancari russi per cibo e fertilizzanti. La crepa nel muro è partita
https://www.money.it/ue-fondi-bancari-russi-cibo-fertilizzanti
Un bellissimo scritto, che condivido dall'inizio alla fine.
Per Rigorosamente 16:04
Da quando in qua Sacchetti è diventato un profeta e Berlusconi il nostro ideale?
Dal web: ma quelli che indossano e fanno indossare ai figli la mascherina con 40° all'ombra ( perché non si sa mai ) sono gli stessi che stanno rimpiangendo Draghi ( che tutto il mondo ci invidia) ?
Perché Draghi e Letta hanno deciso di andare alle elezioni adesso? Sempre per rispetto nei loro confronti, debbo presumere che l’abbiano fatto pensando che sia la scelta più conveniente dal loro punto di vista. Ciò che accadrà, per una volta è facilmente prevedibile, dato che si sta già verificando: una grande “chiamata alle armi” dei “buoni” contro i “cattivi”, per “salvare l’Italia” nel nome di Mario Draghi, eretto a icona del Bene contro il Male. Due fronti: da una parte tutti i buoni, i responsabili, i ragionevoli, i civili, quelli che “devono” vincere perché altrimenti si fa “il salto nel buio” (e a chi si arruola, sarà perdonato ogni peccato) … dall’altra la feccia, che sarà stigmatizzata – ed è questa la funesta novità – non più solo come “sovranista”, “populista” e “fascista” (parole che anche chi le urla si rende conto che ormai vogliono dire ben poco), ma soprattutto come “putinista”. Putiniani, putinisti e puttinieri: la reductio ad Putinum prende così il posto dell’ormai obsoleta reductio ad Hitlerum
https://leonardolugaresi.wordpress.com/2022/07/22/la-guerra-continua-e-ora-si-apre-il-fronte-interno/
Mario Draghi mai ha lavorato per l'Italia. Mai. L'ha solo spogliata prima, eppoi mandata alla ventura in nome dei 'loro valori' ue.
Quando salpò per l'America, il Professore Federico Caffè disse, se ricordo non ricordo male, a Nino Galloni: 'Draghi ci ha lasciato!'
Questa constatazione del Professor Caffè fu un'intuizione, un presagio su una intera vita, su una scelta esistenziale, su un destino fortemente voluto. Nei fatti, allora lui lasciò l'Italia per sempre, se ne era servito e se ne servirà solo e semplicemente come pista di lancio.
Primogenito di tre fratelli, orfano di padre a 15 anni e orfano di madre a 19 anni. Forse solo questi tre dati biografici possono gettare una luce capace di rischiarare un poco una vita offerta con pervicacia al successo mondano finanziario, costi quel che costi.
Faccio l'ipotesi che Draghi abbia concertato l'operazione dimissioni con Mattarella, con l'obiettivo di prenderne il posto, dopo la vittoria del centrosinistra, che non è del tutto improbabile.
Ipotesi pessimista, ovviamente.
La Commissione Ue contro l’Ungheria per la sua legge anti porno e propaganda Lgbt
La Commissione europea ha deciso di deferire l’Ungheria alla Corte di giustizia dell’Unione europea per la legge pro family che vieta la promozione di materiale omosessuale e “transgender” ai minori nelle scuole. Si tratta di una legge approvata dal parlamento ungherese nel giugno dello scorso anno ad opera di Fidesz, il partito conservatore di Viktor Orban.
Ok, mi avete sorpreso.
Senza palle ma ancora con un minimo di orgoglio tale da non sottostare ad un diktat così palese, e così palesemente preparato a tavolino con appelli di senzatetto e di miliardi di italiani, associazioni, consorzi, stati stranieri (no, quelli erano gli unici appelli veri, fa troppo comodo un liquidatore a chi vuole fare razzia del poco che resta)
E ora occhio cari "mercati" a non tirare troppo la corda, i brics non aspettano altro. Forse è la volta buona che ci togliamo dalle scatole i traditori dell'Italia che si fanno chiamare PD.
Fabio Donorà
In questa tornata bisogna liberare Chiesa e Stato.
Adesso è meglio non fare previsioni sul futuro e tanto meno dire voto per Tizio o Caio o Sempronio.
Basta con gli arzigogoli su cosa ha voluto fare veramente Draghi e cosa ha voluto fare ed intende fare Mattarella.
Atteniamoci ai fatti sicuri e lavoriamo nel nostro piccolo per cercare di contribuire ad un discorso politico positivo (cattolico, italiano e patriottico) per le prossime elezioni.
O.
ELEZIONI, LA MANOVRA EVERSIVA VA CORRETTA
di Mario Adinolfi
A Radio24 ieri sera spiegavo a Cruciani e Parenzo che alcuni passaggi puzzano d’eversione: perché Mattarella ha sciolto immediatamente le Camere il 22 luglio senza alcuna verifica della possibile sussistenza di una maggioranza parlamentare alternativa, come ha fatto in tutte le altre crisi? Perché dunque non si è speso tempo per le conseguenti consultazioni dei partiti al Quirinale? Perché il Consiglio dei ministri ha scelto la data del 25 settembre quando poteva tranquillamente far tenere le elezioni a ottobre? La risposta a mio avviso è chiara: milioni di italiani dopo lo spettacolo osceno di questa legislatura non voteranno per i partiti che ne sono stati protagonisti, ma sceglieranno forze alternative. Costringendo a un folle meccanismo burocratico che prevede la consegna dei simboli al Viminale il 12 agosto e quella di sessantamila firme certificate il 22 agosto, meccanismo a cui sono obbligate solo le forze che non hanno i gruppi parlamentari costituiti in Camera e Senato, si è voluto impedire che quei milioni di italiani trovassero una casa politica a cui affidare il loro voto. Non conoscono la determinazione di noi di Alternativa per l'Italia: raccoglieremo le firme anche a Ferragosto. In radio ieri ho citato anche le altre forze che unitariamente chiedono al Capo dello Stato di usare la sua moral suasion per convincere il governo, su proposta del ministro dell’Interno, a varare immediatamente un decreto che riduca almeno a un terzo (250) le 750 firme certificate per collegio necessarie per presentarsi. Anche così noi di APLI saremo costretti a raccogliere decine di migliaia di firme per essere certi di presentarci in ogni collegio d’Italia, mentre i partiti della legislatura più oscena non dovranno raccogliere neanche una singola firma. L’ingiustizia sarà comunque evidente, ma almeno la presidenza della Repubblica dimostrerà di avere a cuore la propria funzione di regolatrice imparziale del gioco democratico e di custode dei valori della Costituzione, che non regala diritti eversivi di primazia ad alcuni partiti rispetto ad altri. L’equità del gioco democratico oggi è stravolta da passaggi poco limpidi. Si ripristini subito la correttezza delle procedure d’accesso ad esso con un decreto elezioni 2022 che riequilibri almeno parzialmente le disparità e le storture.
Volete cambiare democraticamente le cose, ottenendo cioè la maggioranza dei consensi degli italiani? Gli stessi italiani che, in 50milioni dei 60 totali, hanno firmato di essere informati sugli effetti di un farmaco che hanno poi consensualmente assunto (più volte), quando la composizione dello stesso risulta sconosciuta, in quanto sottoposta a segreto militare?? Ma veramente??? Burloni!
Condivido pienamente. Purtroppo c'è ancora chi ingenuamente si illude e non poco!
L'accettazione con tanto di firma del vaccino sperimentale è stata fatta con la minaccia dell'uso della forza, rappresentata la forza dalla sospensione o dalla perdita del posto di lavoro. Con questo ricatto si è ottenuto il "consenso informato" di milioni di italiani.
Basta prendersela sempre col popolo italiano in blocco.
Il ritornello non è ormai stantio?
O.
Sì, purtroppo è così. Il Sistema è blindato e ha graziosamente concesse le elezioni alla condizione che si tengano in fretta e furia, proprio per escludere ogni partito non facente parte del Sistema. Il Sistema in questo modo vince ancora e riesce a perpetuarsi all'infinito. Il cdx ha eseguito PUNTO PER PUNTO, per due anni e mezzo, tutto il programma del mondialismo più sfrenato a trazione piddina. Sono tantissime le persone che hanno compreso di essere state giocate, prese in giro. Non poche sono ritornate a pregare (ne conosco personalmente). Vedere che si cerca con delle scuse di perorare la causa del cdx, responsabile tanto quanto gli altri partiti della rovina di una Nazione, è davvero triste, grottesco, e suona come una sorta di irrisione nei confronti di tante persone, spesso umili , ma non imbecilli e certamente care a Gesù Cristo Nostro Signore, ben più di ogni sorta di maneggioni avvelenatori (eh si, il veleno coperto dal segreto militare!) del genere umano. Vedremo come andrà a finire. Perché si sa: l'uomo propone, ma Dio dispone.
Queste elezioni, per vari motivi, economici, geopolitici, bellici, sono davvero inedite, e di una importanza capitale. Possiamo cambiare la Storia, dell'Italia dell'Europa, possiamo fare una vera e propria rivoluzione, pacifica nella forma ma durissima nella sostanza perché possiamo, FINALMENTE, liberarci in una botta sola del pensiero unico, del politicamente corretto in ogni campo, della dittatura da parte di una infima minoranza che riesce, per avere occupato tutte le case matte della società, a restare nella stanza dei bottoni pur perdendo sonoramente le elezioni, possiamo diventare LIBERI, cambiando QUESTA EUROPA TRABALLANTE, modellarla nuovamente e darle nuovi connotati di autonomia politica, di entità istituzionale sovrana, con proprie strategie, proprie decisioni che tutelino gli interessi europei. Potremmo sceglierci i nostri amici, i nostri partner in ogni campo dei rapporti internazionali, senza essere lacchè di nessuno, e sarebbe anche ora dopo 80 anni da una guerra perduta, insieme alla sovranità. In altri termini potremmo dare un vero FUTURO ai nostri figli, perché senza libertà, senza autonomia, senza poter tutelare i propri interessi non c'è mai stato futuro per nessuno, e sfido chiunque a dichiarare che, oggi, si può essere ottimisti sul futuro dell'Europa.
È una occasione IRRIPETIBILE, siatene ben certi, così come ne sono certissimi i sinistrati che però ovviamente hanno una paura folle che QUESTA VOLTA ci riesca di mandarli definitivamente nelle fogne da cui sono stati vomitati. Ed è per questo che ci dobbiamo aspettare di tutto, in primis il solito intervento a gamba tesa di settori deviati della magistratura, tenteranno come altre volte fatto con successo di non farci vincere per via giudiziaria, con le solite inchieste tirate fuori per l'occasione, abbiamo contro tutti i media, tv, radio, giornali, tutti schierati con il regime di chi non vuole perdere il Potere, siatene CERTISSIMI! Ed allora questa volta bisogna usare, anche noi, un diverso approccio alla questione e fare tre cose:
1) Basta con le polemiche interne su chi è meglio e chi è peggio tra Berlusconi, Salvini Meloni, basta recriminazioni sul passato, omaggiamo chi vogliamo tra i 3 ma non denigriamo nessuno! Siamo tutti dalla stessa parte.
2) Non diamo ascolto a nessuna notizia di inchieste vere o presunte, di voci o notizie che hanno lo scopo di azzoppare la nostra vittoria, da questo momento TUTTI i nostri leader e candidati sono moralmente integri ed i migliori in ogni campo della vita, e qualsiasi notizia contraria è da considerarsi una calunnia! Per una volta facciamo come hanno sempre fatto loro, sono dei nostri ed allora sono i migliori in tutto, punto!
3)Andiamo TUTTI A VOTARE, anche in barella, è un impegno morale ineludibile, e facciamoli neri, ai sinistrati ed ai loro complici, senza nessun dubbio. Dobbiamo agire così anche perché i nostri stessi leader non devono poter dire, un domani," non ci avete sostenuto per quanto sarebbe stato necessario e possibile, la colpa è vostra ". No, dobbiamo dargli una vittoria strepitosa affinché tutte le colpe, se non faranno ciò che devono, siano esclusivamente loro, senza scusanti, e se questo sarà dovranno, tutti e tre, espatriare e scomparire dalla nostra vista, i traditori saranno loro e solo loro. E così sia.
Uno per tutti e tutti per uno.La tattica dei Floris,Giannino,Gruber e compagnia brutta è quella di metterci gli uni contro gli altri.Se attaccano un politico ,fosse anche di un partito diverso dal proprio ,bisogna rendersi conto che stanno attaccando tutta la coalizione . E ricordare sempre che in un governo ci sono sempre scontenti e traditori che lo minano dall'interno.Basta ricordare il comportamento vergognoso di Fini quando era presidente della camera dei deputati al tempo del governo Berlusconi.E Salvini impari a parlare meno ,il suo parlare in continuazione di tutto è pericoloso.Se a settembre si dovesse vincere ,faccia ancora il ministro degli interni ,cosa che gli riesce benissimo ,ma parli di meno.Ogni virgola dei sui discorsi viene esaminata per cercare di metterlo in difficoltà o per darlo in pasto ai magistrati.
Calenda vuole "rafforzare" i rapporti con gli USA. Che significa visto che siamo già una colonia? Gli USA hanno destabilizzato l'Italia con l'omicidio di Aldo Moro, ci hanno portati alla disastrosa guerra di Ucraina, ci occuppano con 140 basi, ci riempiono di bombe atomiche che ci rendono un bersaglio. Cosa intende Calenda? Forse sono solo attestazioni di vassallaggio prima delle elezioni. Questi personaggi sono la rovina d'Italia.
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