Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 31 ottobre 2025

Parole profetiche di papa San Pio X, da riprendere oggi

Profezia della ragione illuminata dalla vera fede, perché analizzò gli sviluppi che avrebbe avuto il modernismo, già forte nel suo tempo, di cui vediamo i frutti velenosi a distanza di oltre un secolo. Di seguito uno stralcio significativo.

Parole profetiche di papa San Pio X, da riprendere oggi

"Ma sono ancora più strane, nello stesso tempo spaventose e rattristanti, l'audacia e la leggerezza di spirito di uomini che si dicono cattolici, che sognano di rifare la società in simili condizioni e di stabilire sulla terra, al di sopra della Chiesa cattolica, "il regno della giustizia e dell'amore", con operai venuti da ogni parte, di tutte le religioni oppure senza religione, con o senza credenze, purché dimentichino quanto li divide, le loro convinzioni religiose e filosofiche, e mettano in comune quanto li unisce, un 'generoso idealismo' e forze morali prese "dove possono". Quando si pensa a tutto quanto è necessario in forze, in scienza, in virtù soprannaturali per istituire la città cristiana, e alle sofferenze di milioni di martiri, e alle illuminazioni dei Padri e dei Dottori della Chiesa, e alla dedizione di tutti gli eroi della carità, e a una potente gerarchia nata dal Cielo, e ai fiumi di grazia divina, e il tutto edificato, collegato, compenetrato dalla Vita e dallo Spirito di Gesù Cristo, la Sapienza di Dio, il Verbo fatto uomo; quando si pensa, diciamo, a tutto questo, si è spaventati nel vedere nuovi apostoli intestardirsi a fare di meglio mettendo in comune un vago idealismo e virtù civiche. Che cosa produrranno? Che cosa sta per uscire da questa collaborazione? Una costruzione puramente verbale e chimerica, in cui si vedranno luccicare alla rinfusa e in una confusione seducente le parole di libertà, di giustizia, di fraternità e di amore, di uguaglianza e di umana esaltazione, il tutto basato su una dignità umana mala intesa. Si tratterà di un'agitazione tumultuosa, sterile per il fine proposto e che avvantaggerà gli agitatori delle masse meno utopisti (....).

Temiamo che vi sia ancora di peggio. Il risultato di questa promiscuità nel lavoro, il beneficiario di quest'azione sociale cosmopolitica, può essere soltanto una democrazia che non sarà né cattolica, né protestante, né ebraica; Una religione... più universale della Chiesa cattolica, che riunirà tutti gli uomini divenuti finalmente fratelli e compagni, nel "regno di Dio".- "Non si lavora per la Chiesa: si lavora per l'umanità". E ora, pervasi dalla più viva tristezza, ci domandiamo, Venerabili Fratelli, che cosa è diventato il cattolicesimo del Sillon [movimento francese- ndr]. Ahimè! Esso...è stato captato, nel suo corso, dai moderni nemici della Chiesa e d'ora innanzi forma solo un misero affluente del grande movimento di apostasia, organizzato, in tutti i paesi, per l'instaurazione di una chiesa universale che non avràné dogmi né gerarchia, né regole per lo spirito, né freno per le passioni, e che, con il pretesto della libertà e della dignità umana, ristabilirebbe nel mondo, qualora potesse trionfare, il regno legale dell'astuzia e della forza, e l'oppressione dei deboli, di quelli che soffrono e che lavorano".
(Lettera Apostolica di San Pio X agli Arcivescovi e ai Vescovi francesi, Notre charge apostolique, Roma, 25 agosto 1910)

5 commenti:

Laurentius ha detto...

PAROLE D'ORO!

✝️ 31 ottobre, Vigilia di Ognissanti, digiuno e astinenza

Orazione della Messa: O Signore Dio nostro, moltiplica su di noi la tua grazia, e fa che seguiamo mediante una santa vita, nel gaudio eterno, coloro di cui anticipiamo la festa gloriosa. Per nostro Signore.

Anonimo ha detto...

Chi ha percorso il sicuro sentiero della vera Fede, così parla. La Profezia nasce da chi ha verificato la sua Fede a puntino ed ha constatato che è Vera, nelle sue premesse, nei suoi contenuti, nelle sue conseguenze. Il Male nei nostri tempi si è preteso di annullarlo, sfumandolo, ridicolizzandolo con 'che male c'è? " Da cui discende che il male non esiste e che è solo un'ubbia dei noiosi parrucconi. Se uno guardasse un poco la sua vita, con serietà e grande serenità, imparerebbe a riconoscere il male ed a capire come si muove, come istiga, come e quando tenta. La vita interiore di ognuno ha come fine la virtù, tutte le virtù ma, il Nemico suadente si avvicina proponendo il così fan tutti, come garanzia che non c'è nulla di male in quanto sta proponendo. Così si comincia a mentire a sé stessi e ad indurirsi senza vergogna. E dietro questa durezza, che non è forza ma, ottusità c'è spessissimo un'anima che ha preferito non conoscere se stessa nè la Misericordia del Signore che guarisce il male che ci siamo fatti cedendo al Nemico.

Anonimo ha detto...

Il pensiero di Giovanni XXIII era proprio nel senso del Sillon : giungere a formare con tutti gli altri cristiani (eretici e scismatici) una nuova Chiesa universale "cristiana". Questa sua impostazione, oltre che dalla sua azione come Papa, risulta in modo specifico da un lettera del 27 luglio 1925, quando era nunzio in Bulgaria, fatta pubblicare su La Repubblica del 27 ott 1996 dall'allora mons Loris Capovilla, ex segretario di Giovanni XXIII.
Il Capovilla lamentava che fossero caduti quasi in oblio gli anniversari decennali della Preghiera interconfessionale di Assisi (27 ott 1986) e dell'elezione di Roncalli al Sacro Soglio (28 ott 1958),
Caduti quasi in oblio perché a suo dire sembrava esserci una fase di stanca nel dialogo ecumenico. Mons. Capovilla ci teneva pertanto a far vedere come il futuro Giovanni XXIII fosse da sempre orientato all'incontro con le altre religioni, ad una visione nuova.
Nella lettera Roncalli negava il suo aiuto ad un bulgaro che intendeva convertirsi al cattolicesimo e possibilmente andare a studiare a Roma, in un seminario cattolico. Diceva che c'erano molti giovani che all'epoca volevano convertirsi andandosene dai Seminari Ortodossi in Bulgaria, Romania, Jugoslavia, Russia, chiedendo al Santo Padre di essere accolti nei Seminari di Roma. Ma Roma, precisava la lettera, non aveva preso nessuna decisione. Lui, Roncalli, non era favorevole e invitava il giovane a restare a studiare nel seminario ortodosso del suo paese. Ecco il passo decisivo, che sembra concludersi con un errore nella fede, tipico dei modernisti :
"I cattolici e gli ortodossi non sono dei nemici, ma dei fratelli. Abbiamo la stessa fede, partecipiamo agli stessi sacramenti, soprattutto alla medesima Eucaristia. Ci separano alcuni malintesi intorno alla costituzione divina della Chiesa di Gesù Cristo. Coloro che furono causa di questi malintesi sono morti da secoli. Lasciamo le antiche contese e, ciascuno nel suo campo, lavoriamo a render buoni i nostri fratelli, offrendo loro i nostri buoni esempi. Ella apprenderà al seminario [ortodosso] molte cose, soprrattutto l'amor di Gesù, lo spirito di apostolato e di sacrificio. [Ed ecco il passo addirittura in odor di eresia modernista]. PIù tardi benché partiti da vie diverse ci si incontrerà nella unione delle Chiese per formare tutte insieme la vera ed unica chiesa di N. S. Gesù Cristo" ---- la quale unica e vera Chiesa evidentemente per il Nunzio Roncalli ancora non c'era, non coincideva con la Chiesa cattolica.
Che questo fosse il pensiero profondo di Roncalli, l'ha dimostrato da Papa, nel modo nel quale ha impostato il Concilio e con la complicità nell'azione eversiva iniziale dei neo-modernisti, protesi anche loro a formare "la vera ed unica Chiesa di Cristo" nell'unione "ecumenica" di tutte le Chiese e sette cristiane.

Aloisius ha detto...

Ad ulteriore conferma, qualora fosse necessario, che Bergoglio non ha inventato nulla: tale e quale.
Credo che il Signore consenta di portare alle estreme conseguenze il modernismo, in modo che si possano rendere ben visibili i suoi disastri e indiscutibile la necessità di tornare all' inizio.
Vista la velocità delle riforme, forse vedremo il tondo proprio sotto questo Papa.
Aloisius

Anonimo ha detto...

« … Quanti dei nostri, o trascinati dalla corrente della opinione trionfante, oppure abbagliati e come ipnotizzati dalle brillanti esteriorità di una civiltà divenuta pagana, o anche influenzati dall’idea indubbiamente generosa, ma ingannevole, di riconquistare, attraverso compromessi, il terreno perduto, quanti, dico, portano alla universale secolarizzazione il più inatteso, e nello stesso tempo il più efficace dei contributi! Ecco ora un nuovo tipo di prete, di prete laico, scoronato del suo carattere divino, che adatta al secolo la sua predicazione, il suo insegnamento, il suo ministero, e la sua condotta, preso da una ammirazione senza limiti per la scienza profana, che non ha altro che il più assoluto disprezzo per quella del santuario. Ecco il prete democratico, intento a formare cittadini coscienti e responsabili, in attesa che la Chiesa, che, secondo lui, ha spinto oltre i limiti concessi l’espansione del principio di autorità, sia infine, come spera, costretta a trovare metodi più conformi ai diritti dell’uomo, agli immortali principi, alla uguaglianza fondamentale e alla dignità personale di tutti i cristiani. È la laicizzazione delle cose divine stesse: laicizzazione della esegesi, che si ridurrà a essere un metodo di interpretazione dei testi sacri secondo le sole regole che ora si è soliti applicare a tutti i testi umani, senza badare ad altro che al movimento del pensiero contemporaneo nell’ordine filosofico. Laicizzazione della teologia, che non sarà più, come la definiva sant’Anselmo, la fede che cerca l’intelligenza dei misteri di Dio, delle loro armonie profonde, delle loro bellezze soprannaturali, del loro senso mirabile, ma che diventerà né più né meno che la storia dei sistemi, il catalogo delle opinioni, la nomenclatura delle teorie dell’uomo, a proposito della verità di Dio: il che costituisce un altro modo per sostituire l’uomo a Dio. Infine, laicizzazione della morale cristiana, cioè delle virtù, di cui le une, quelle che sono proprie della vita interiore, che derivano dallo spirito di preghiera, di penitenza, di umiltà, che ci mantengono continuamente dipendenti da Dio nostro Signore, da Dio nostro creatore, da Dio nostro fine ultimo, sono congedate come virtù d’ancien régime; mentre le altre, che dicono attive, e che sole considerano degne dell’uomo adulto, emancipato, libero e cosciente di se stesso, devono ormai farsi avanti e avere il primato» Éloge du card. Pie, Cardinale Louis Billot, p. 20).