Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 17 maggio 2012

Santa Sede. Due pesi e due misure.

Così scrive la nostra Luisa. È un intervento che estraggo per metterlo in evidenza perché rispecchia, oltre alla situazione, anche il nostro stato d'animo e i nostri pensieri, the day after. E, quindi, desidero condividerlo e ripartire da qui, sempre in orante e fiduciosa attesa.

Ho molta difficoltà a rispettare il comportamento di quei Pastori, successori degli apostoli, che stanno facendo le pulci alla FSSPX, che si stanno opponendo con tutte le loro forze all'accordo, in modo aperto e in modo più subdolo, anche gettandosi come lupi famelici su lettere private divulgate dal Giuda di servizio.

Forse che quei Pastori apprezzerebbero essere vittime di un tradimento di quel genere, apprezzerebbero che i loro conflitti e le loro divergenze ( e ci sono ), le loro corrispondenze private, siano gettate in pasto ai loro nemici per farne un uso detestabile? 

Il Giuda o i Giuda sembrano aver raggiunto il loro scopo, ma chi sta traendo vantaggio da quel diabolico tradimento al servizio delle propria battaglia contro la FSSPX - e per molti fra loro anche contro la Tradizione, non dimentichiamolo - sta dando della Chiesa un'immagine molto poco ammirevole e luminosa.

Come posso rispettare il comportamento di quei Custodi della Fede che non dicono una parola contro chi sta distruggendo la nostra Fede distorcendone le verità fondanti, contro chi sta violentando il cuore della nostra Fede, la sacra Liturgia; anzi li appoggiano, li difendono e li proteggono? Come posso non vedere che hanno una sola parola sulle labbra: "Concilio", una sola frase : "bisogna rispettare il Concilio", e se ne servono contro la FSSPX, ma se ne stanno zitti zitti quando i loro protetti calpestano quel Concilio da loro mitizzato ma che non ha voluto tutti gli abusi che con il loro silenzio ratificano? 

Quel comunicato - e perfino Tornielli lo ha scritto - ci mostra, ahinoi, che i nemici dell'accordo ( interni e esterni alla FSSPX) hanno lavorato a monte, mentre a valle hanno trovato chi ha accolto il loro perfido seminato. Tra l'altro strumentalizzando un documento deplorevole, al quale hanno attribuito la dignità di autorevole fonte, servendosene per cristallizzare, del tutto arbitrariamente, una situazione interna - difficile sì - ma tuttora fluida e in via di composizione per lo meno in molte sue componenti.

Col comunicato, infatti, viene materializzata, come se fosse definitiva, una situazione che è interna alla FSSPX, una situazione ancora in movimento, non conclusa, una divergenza espressa che non poteva che essere seguita da altri scambi interni alla FSSPX: ciò che  di fatto sta già avvenendo, con cura e sollecitudine, con ulteriori sviluppi dovuti anche alle spiegazioni e chiarimenti dati ai vescovi da Mons. Fellay, il primo dei quali è il contatto positivo con Mons. de Galarreta.

Come si può pensare che quelle lettere, così vergognosamente strumentalizzate, segnassero la fine dei contatti fra Mons. Fellay e i vescovi della FSSPX?  Che la situazione fosse definitivamente fissata secondo i termini delle lettere?  Credete che dopo quegli scritti non ci sian stati contatti personali e privati, che, dopo aver ricevuto spiegazioni, chiarificazioni, i vescovi ( anche se non tutti, anche se non subito tutti) rifiutassero di rivedere le loro posizioni?  Che fosse esclusa ogni possibile ricomposizione? Chi si è gettato come un lupo famelico su quelle lettere, purtroppo anche intra muros, dovrebbe farsi un esame di coscienza perchè si è messo al servizio di colui che divide.

La Commissione, in questo modo si è ingerita negli affari interni della Fraternità, appoggiandosi su una malevola fuga di corrispondenza privata, agendo come se la scissione interna fosse già consumata. Mentre l'interpretazione giusta della vicenda, tra l'altro pubblica, è quella del Superiore del Distretto statunitense. È questo che rimprovero al comportamento di una Commissione, di molti membri della quale sono ben note le posizioni ostili alla FSSPX.

Intransigenza, opposizione inferocita contro la FSSPX, tolleranza estrema contro i vari novatores anche i più ribelli, perfino eretici. Come posso zittire la mia coscienza che mi mostra le azioni deplorevoli di quei Pastori che stanno anche, ma non è una novità, mettendo i bastoni nelle ruote al Papa, opponendosi alla sua chiara volontà di riportare la FSSPX nell'ovile? Anche se è a lui che spetterà l'ultima parola?

Il comunicato di ieri, e le parole di Padre Lombardi, sono sintomatici e rivelatori della situazione ai vertici della Chiesa, meta-messaggi inviati al Papa e al.Popolo di Dio... il Papa può pensar quel che vuole, non può andare contro la nostra volontà, e noi quell'accordo non lo vogliamo, o siamo pronti ad accettarlo al prezzo dell'annientamento della FSSPX, della sua neutralizzazione. Aggiungo che a tutto questo si vanno a sommare le ingerenze, davvero inquietanti dei "fratelli" maggiori in vistosa e pubblica agitazione a molti livelli. Un prezzo che, se il Papa non ci mette le mani, anche Mons. Fellay non potrebbe accettare, e che vedrebbe ulteriormente disorientati non solo i componenti della Fraternità ma anche molti cattolici che custodiscono con tenacia e fedeltà la loro identità fino ad oggi fortemente compromessa.

Sono però anche convinta che fra i membri di quella Commissione - come nel resto della Chiesa - ci sono Pastori moderati, sinceramente uniti al Santo Padre e sinceramente desiderosi dell'unità della Chiesa, non a priori nemici della FSSPX. Essi non sono la maggioranza, questa è un'evidenza, ma se non fanno sentire la loro voce, tutti i lavoratori infaticabili del campo del divisore finiranno per vincere la loro battaglia.

Noi cerchiamo di fa udire una voce cattolica da questa nostra Agorà e continuiamo ad attendere e pregare!

34 commenti:

Marco Bongi su Pontifex ha detto...

La lettura dello scambio di lettere fra mons. Fellay e gli altri tre Vescovi della Fraternità San Pio X ha lasciato francamente interdetti molti fedeli che, pur sapendo di alcune diversità d'opinione all'interno della congregazione, non immaginavano una divaricazione così profonda ed apparentemente quasi insanabile. Con il passare dei giorni tuttavia sembra emergere una più diffusa consapevolezza di quanto il grave gesto compiuto dalla "talpa", al di là delle intenzioni evidentemente destabilizzanti, dopo un momento di comprensibile sbandamento, stia in parte favorendo i "pompieri" ovvero coloro che, avendo toccato con mano il pericolo concreto di una drammatica lacerazione, si stanno dando da fare per ricondurre lo sgradevole episodio nell'alveo più realistico del legittimo confronto fra soggetti che comunque si riconoscono e rispettano. E così, colpiti evidentemente dalla potenzialità dirompente del fatto, si sta cercando di gettare acqua ...

... sul fuoco da entrambe le parti. La cosa è positiva e rappresenta senz'altro un segno di maturità.

Già... perchè fra i possibili pericoli denunciati dai tre Vescovi, ossia quello di una FSSPX gradualmente "digerita" dal pantano romano e quello, denunciato da mons. Fellay, di una deriva para-sedevacantista e settaria, il modo più sicuro per favorirli entrambi sarebbe una spaccatura verticale della Fraternità. In questo caso i "duri", non più bilanciati dai "romani", finirebbero per partire verso lidi difficilmente recuperabili mentre gli altri, indeboliti numericamente, correrebbero davvero il rischio di essere lentamente "metabolizzati" come è purtroppo accaduto con alcuni Istituti "ecclesia Dei".

Come negare infatti i mali e i pericoli denunciati dai tre ma..., come d'altra parte, si può cattolicamente rifiutare l'abbraccio sinceramente offerto dal Vicario di Nostro Signore Gesù Cristo, da tutti e quattro riconosciuto come tale?

Ognuno dunque, almeno dal proprio punto di vista, ha delle ragioni ma, in tutta sincerità, credo che, contrariamente alle apparenze, sia mons. Fellay a mostrarsi più combattivo e meno arrendevole. Cercherò di spiegarmi:

i tre infatti, seppur a parole propongono la guerra ad oltranza e nessuna concessione al "nemico" modernista, poi, nella pratica, preferirebbero mantenere ben salde le loro truppe all'interno delle caserme; discorsi bellicosi, esercitazioni pratiche nei "poligoni di tiro", grandi manovre militari sul prato antistante il seminario di Econe ma..., nella pratica, nessuno scontro aperto, mai sporcarsi davvero le mani con la polvere del vero campo di battaglia.

(continua)

Marco Bongi su Pontifex ha detto...

Una posizione apparentemente fiera e combattiva, in pratica abbastanza comoda. Mons Fellay invece, con il fiuto dello stratega, ritiene che sia giunto il momento di affrontare il nemico in campo aperto e che, nella battaglia campale, si potrebbero trovare nuovi ed insperati alleati che, finchè si rimane chiusi in caserma, difficilmente verrebbero a cercarci.

Sarà giusta la sua valutazione delle forze in campo? Francamente non lo so. Sono tuttavia convinto che il teatro del confronto resti la Chiesa e che, quando un esercito ben organizzato, trova un varco per entrare in una città assediata, sarebbe un atteggiamento da pavidi quello di colui che non volesse oltrepassare le mura. Servono certo le cautele necessarie, bisogna stanare i "cecchini" sui tetti ma non entrare nella città significherebbe perdere in partenza.

Oltretutto, a quanto si sa, nessuno ci chiede cose cattive nè sul piano dottrinale nè su quello morale. Se un superiore dunque, anche se a volte esprime idee non totalmente condivisibili, mi chiede di fare una cosa buona, io ho il dovere di farla. Ciò vale ovviamente ancor di più se tale Superiore è il Papa, ovvero il Vicario di Nostro Signore Gesù Cristo. Giudicare le sue intenzioni non è mio compito ma è cosa riservata a Dio.

Nella lettera di mons. Fellay inoltre si percepisce uno spirito missionario davvero Cattolico. I missionari infatti si sono sempre dovuti, in un certo senso, mescolare con le popolazioni dove essi erano inviati. Erano spesso pochi e deboli. Se i Papi avessero troppo temuto che le altre religioni li avrebbero potuti carpire, il Cristianesimo non si sarebbe espanso nel mondo e, prima o poi, si sarebbe certamente estinto.

Ritengo, in conclusione, che se i termini della questione sono realmente soltanto questi, e non c'è altro, al di là dei mugugni, alla fine tutti o quasi seguiranno mons. Fellay. Non fu del resto proprio mons. Alfonso de Galareta, alle ordinazioni sacerdotali di Econe nel 2011, ad affermare che "il poco bene che si può fare a Roma, vale assai di più del molto bene praticabile altrove?"

Una cosa pertanto sono gli sfoghi confidenziali e privati, tutt'altra le prese di posizione ufficiali.

L'incidente della settimana scorsa rimane dunque sicuramente grave ma la sua portata effettiva può, a ragion veduta, essere ridimensionata. Il mio parere personale, basato essenzialmente su impressioni e e sensazioni, è che, al momento opportuno, la FSSPX saprà dimostrarsi ben più disciplinata e matura di quanto sperano certi mestatori, sia sul Tevere che sulla Senna o sul Tamigi.

Anonimo ha detto...

Preoccuparsi del "cui prodest" e di chi siano i nemici o amici, fautori o contrari all'accordo, a mio avviso, è un falso problema, se riferito alla SALVEZZA ETERNA delle anime, che è il fine precipuo per cui la Santa Chiesa fu fondata da Nostro Signore.

Il problema dell'accordo favorito o impedito o rinviato è solo un problema POLITICO, e come tale non ha assolutamente nulla di soprannaturale: non è cosa di cui debbano occuparsi Nostro Signore e la Sua SS.ma Madre (nel senso dei tifosi pro- intendo, non certo perchè non abbiano a cuore le sorti della Santa Chiesa: non credo proprio che la Madonna sia tifosa del PRO-accordo).

Così come tutto ciò che è accaduto NEL concilio è roba umana, politica, rivoluzionaria, transeunte, (anche scandalosa per tanti aspetti....) in cui lo Spirito Santo non ha avuto la benchè minima parte in causa, visto che i suoi testi sono all'insegna dell'ambiguità, frutto di compromessi e raggiri, equivoci e insidiiosi, contro ogni insegnamento e comandamento di Nostro Signore.

Anonimo ha detto...

L'incidente della settimana scorsa rimane dunque sicuramente grave ma la sua portata effettiva può, a ragion veduta, essere ridimensionata. Il mio parere personale, basato essenzialmente su impressioni e e sensazioni, è che, al momento opportuno, la FSSPX saprà dimostrarsi ben più disciplinata e matura di quanto sperano certi mestatori, sia sul Tevere che sulla Senna o sul Tamigi.
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:)

Anonimo ha detto...

Ehhh, quante storie per quelle due lettere private! Se la CDF ha deciso di vagliare singolarmente le posizioni dei tre vescovi della FSSPX solo dopo la pubblicazione del carteggio privato, vuol solo dire che non stava lavorando bene. Si, perchè che non ci fosse unanimità tra i 4 vescovi lefebvriani lo si sapeva e quindi vagliarne la posizione singolarmente era semplicemente il minimo..... Pare che ciò non lo si sarebbe fatto, e s'è deciso di farlo solo ora dopo aver letto la lettera dei tre. La Congregazione per la dottrina della fede non ha neppure l'ombra dell'acribia del Sant'Uffizio. Ah, che tempi quelli in cui, anche solo pochi decenni fa.....con Ottaviani per esempio, la serietà e la profondità metodologica era rigorosa. Bah, preghiamo, che è meglio. Una cosa mi stavo chiedendo: il cardinal Schoeborn alla riunione romana di ieri c'è andato vestito da clown e con i palloncini colorati in mano............? ^.^ ANTONELLO

Mazzarino ha detto...

Niente di nuovo sul fronte occidentale. Più che le sbirciate in casa altrui mi preoccupano le osservazioni non dichiarate. Siamo alle solite. Il curato d'Ars insegna: il Papa vuole una cosa i suoi vescovi un'altra. Va avanti così fin dalla rimozione delle scomuniche. (Che probabilmente, se non fosse ststa fatta con un blitz, sarebbe stata probabilmente stoppata). Appare oggi con tutta evidenza che il bypass era necessario. Inevitabile che i bypassati perdano di "profilo" e cerchino di mettersi di traverso inserendo a disturbo elementi non rilevanti (lettere interne di controparte). Ma Joseph Ratzinger è ben altra cosa. Sa che non c'è più tempo. Altro tempo gioca contro il suo progetto. LUI E FORSE SOLO LUI VUOLE CHIUDERE. Dirà di si. Forse sarà costretto a cedere qualcosa di secondario ai "suoi" , ma dirà di si. Preghiamo coi Rosari perchè Mons. Felley e l'intera FSSPX lo segua. La Chiesa Cattolica sarà ricucita. E Qualcuna avrà gioco molto più facile a sistemar tutto il resto.

Anonimo ha detto...

Il curato d'Ars insegna: il Papa vuole una cosa i suoi vescovi un'altra. Va avanti così fin dalla rimozione delle scomuniche. (Che probabilmente, se non fosse ststa fatta con un blitz, sarebbe stata probabilmente stoppata).

Credo che lo stesso sia successo per il Motu proprio e per il rientro degli Anglicani...

Hai presente anche l'episodio della Tiara eliminata dalle vesti liturgiche e dal pannello dell'Angelus esposto e poi rapidamente rimosso?

Speriamo che la nostra Madre Santa e Benedetta ci accompagni e ci preservi da ogni pericolo in questa vicenda che ci riguarda tutti, non solo chi aderisce alla Fraternità.

hpoirot ha detto...

a proposito di Shoenborn c'é un video su gloriatv:
http://it.gloria.tv/?media=290297

Constato che gli incondizionali dell'unità a tutti costi, sanno all'occasione anche fare grandi salti mortali per accapparsi l'occasione di dividere e spaccare con perfida gioia un'unità appena incrinata...

"Affinché tutti siano una cosa sola" é il loro grande credo .. con la solita dovuta ma ormai noiosa eccezione: a patto che non siano UNO nella SPX e nella Tradizione.

Anonimo ha detto...

i "pastori moderati e sinceramente desiderosi dell'unità" sono ovviamente sottomessi ai lupi modernisti maggioritari, coalizzati coi CONSERVATORI DEL CONCILIO , e non si sognano neppure di alzare la voce, per nessun sacrosanto motivo.
Vince così il falso concetto di autorità di cui si parlava nel 3. prec.

E poi, come Manzoni insegna:

"...se uno il coraggio non ce l'ha nons e lo può dare...."

I pastori moderati sono pavidi e schivi, e preferiscono obbedire agli uomini piuttosto che a Dio, come già è accaduto nel gran21.mo-concilio, dove la tigre modernista ha stravinto, raggirando i moderati con ambigui documenti e imponendo la rivoluzione coi FATTI.
Che continuano, in barba a qualunque velleità di "restaurazione" della Tradizione, invocata solo in parole.

Anonimo ha detto...

RISPETTABILI opinioni
1- (Redazione di un blog cattolico moderatamente filo-tradizionale):

"Ma non ritengo che l'aspetto dottrinale della faccenda abbia speciale rilievo. L'impressione è che si tratti più di una scusa per rinviare e prender tempo, che dell'insorgere di gravi difficoltà dogmatiche. Dopo tutto, si dava per scontato fino a ieri, anche in modo semiufficiale (si pensi alla dichiarazione di mons. Arrieta, segretario del Consiglio per i testi legislativi), che problemi sul punto non ne sussistessero più. La soluzione pareva a portata di mano (il beninformato Tornielli parlava della fine del mese) e ciò è stato implicitamente confermato da P. Lombardi nella conferenza stampa di ieri, quando ha detto: "non è questione, come poteva sembrare, di tempi molto brevi". Se il nuovo testo del preambolo dottrinale andava bene fino a ieri, non può all'improvviso esser diventato deplorevole. Quindi, se ostacoli vi sono, sono di altra natura.
Il problema è semmai a monte: può la Chiesa ufficiale digerire di reintegrare un istituto che da decenni si pone come pietra d'inciampo rispetto a tutta la mentalità fin qui predominante? Oggi, certamente, più di prima: da un lato le catastrofi causate da quell'infausto Concilio non si possono più nascondere sotto il consunto tappeto della retorica; dall'altro i corifei dell'evento conciliare, e anche coloro che son cresciuti con quel miraggio, gradualmente lasciano il passo, per l'età, a chi del Concilio ha vissuto principalmente gli effetti deleteri.
[....]
Ecco il vero motivo di quella specie di processo della Santa Inquisizione cui, secondo il comunicato di ieri, dovrebbero essere sottoposti i tre vescovi prima di rientrare.
Un modo per dire: non vi vogliamo. O almeno, non tutti (questo mi pare il significato di quei due avverbi del comunicato in apparenza sinistri, "la situazione sarà vagliata separatamente e singolarmente"; come dire: valuteremo chi prendere e chi no).
Ma se le ragioni di opportunità si possono anche capire (evitare di offrire il facile argomento dell'antisemitismo a chi, sia dentro sia fuori la Chiesa, non vuole una FSSPX riconciliata), il gioco rischia di essere molto pericoloso. Perché un conto è se alcuno dei tre vescovi avesse rifiutato la mano tesa del Papa: si sarebbe messo fuori da solo, per di più compiendo un atto di insubordinazione verso il Superiore Fellay e caricandosi il peso anche morale di una frattura della Fraternità (tra l'altro, dai segnali che ho captato, non pareva che i tre vescovi fossero pronti fino a quel passo estremo).
>>Ma ora, invece, è Roma che fa mostra di non volerli, se non a prezzo di umilianti forche caudine, entrando pesantemente nella dialettica interna della FSSPX. Con l'effetto inevitabile di costringere mons. Fellay a prendere le difese dei suoi confratelli, sia pur controvoglia, e di ricompattare la Fraternità su posizioni, per il momento, meno accordiste. O meglio: più attendiste.
A questo punto, tutto sembra rinviato a dopo il capitolo generale che la Fraternità ha convocato per i primi di luglio. A meno di qualche nuovo colpo di scena che, lasciatemi aggiungere, non è del tutto improbabile.

Anonimo ha detto...

RISPETTABILI opinioni
2- (blogger da un blog nettamente tradizionalista, filo-FSSXP, ma indipendente):

"La questione è complessa ma, allo stesso tempo, molto semplice.

Si tratta, sostanzialmente, di stabilire se la Fraternità è digeribile o meno nel mondo cattolico conciliare. Laddove non sia digeribile, si preferisce estromettere gli impedimenti (idee o persone che siano).

Questo movimento di epurazione è già iniziato all'interno della Fraternità.Un segnale PREOCCUPANTE, in tal senso, è stato dato, secondo l'indiscrezione di alcuni, dalla proibizione di diffondere discorsi e conferenze di mons. Lefebvre che andrebbero, quindi, messi sotto chiave (indiscrezione di virgomaria.org).

Quando il messaggio di mons. Lefebvre è rivisto, "purificato" dai suoi elementi "eccessivi" ad opera di alcuni capi attuali della fraternità, allora è stata già fatta l'epurazione ideologica.

QUEL CHE E' CERTO è che mons. Lefebvre non è ancora digeribile per i cattolici conciliari. Il suo messaggio propone in modo integrale un tipo di cattolicesimo che cozza con quello attuale.

Come i conciliari sono assolutisti nel loro relativismo, così il messaggio di mons. Lefebvre (propugnato da chi nella fraternità gli è ancora fedele) è assolutista nel suo oggettivismo.

Due assolutismi uguali e contrari che non possono stare assieme.

L'unica cosa da fare è che uno dei due soccomba, per addivenire ad un possibile "accordo".
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(il riscontro mostra evidente concordanza di impressioni e deduzioni).

hpoirot ha detto...

l'abbé Rostand in grande spolvero !

http://www.remnantnewspaper.com/Archives/2012-0515-mjm-rostand-interview.htm

hpoirot ha detto...

Per memoria: il 24 giugno 2010 Mons.Fellay mandava al papa una lettera offrendogli un bouquet spirituale di 19 milioni di rosari recitati in 12 mesi nel mondo, principalmente da fedeli della SPX (ma non solo).

La seconda crociata del rosario finisce tra poco (Pentecoste 2012) e dovrebbe superare ancora i 12.000.000 di rosari richiesti alle intenzioni della Chiesa
(ma guarda quanto pregano per il papa questi scismatici della SPX...)

Viene da dirsi puo' la Madonna restare indifferente a queste voci? Schonborn o non Schonborn, Pozzo o non Pozzo, la Santa Sede finirà per fare quallo che vuole la Madonna...

http://www.sspx.org/archived_news/12-million_rosary_crusade_results-9-20-10.htm

Anonimo ha detto...

lo sto traducendo ;)

Anonimo ha detto...

Dopo l'imbarazzo del "caso" Williamson, non era normale che la commissione tenesse conto delle posizioni di forte intransigenza dei vescovi anche se evidenziate in termini perentori dalle fughe di notizie?

gabri ha detto...

i fatti più recenti dovrebbero dimostrare che non si vuole l'ingresso di una FSPX coerente con i principi che l'hanno spinta in tutti questi anni a starsene da parte, ma al limite si è disposti a tollerare una FSPX "ammorbidita"che accetta il Vaticano II e la nuova Messa, anche se celebra solo il V.O.
Se Mons. Fellay accetta quanto sopra, può entrare. Gli altri Vescovi, però, non possono entrare se non vogliono obbedire, cioè uniformarsi anche loro.
Tutto il resto potrebbe essere una pia illusione.

Anonimo ha detto...

Questo movimento di epurazione è già iniziato all'interno della Fraternità.Un segnale PREOCCUPANTE, in tal senso, è stato dato, secondo l'indiscrezione di alcuni, dalla proibizione di diffondere discorsi e conferenze di mons. Lefebvre che andrebbero, quindi, messi sotto chiave (indiscrezione di virgomaria.org).

Mi chiedo se non si confonda una consegna prudenziale con il tradire il pensiero del Fondatore.
Ritengo infatti che molte delle sue affermazioni, espunte dal contesto e pronunciate in circostanze spesso drammatiche, vengono spesso e da alcuni usate - sempre e solo quelle - per far 'passare' il messaggio di intransigenza e l'atteggiamento contro Roma, che se restra sempre "contro", non fa arrivare da nessuna parte.
La buona battaglia non è "contro" Roma, ma contro gli errori che la stanno soffocando. E questo Fellay e molti altri lo hanno capito benissimo. Il realismo consiste proprio nel fatto di non poter pretendere di 'rientrare' se Roma non rinnega il concilio e i suoi errori.. ma come si fa a pretendere una cosa impossibile e che, anzi, più passa il tempo senza i giusti, più si radicalizza?
Il Soprannaturale, consiste nel lasciar entrare la Grazia, dove prevale su tutto il timore del contagio. Nessuno davvero fedele al Signore resterà mai contagiato. Anche se il rischio lo corriamo sempre tutti. Vigilate e pregate, ci ha detto...

Quando il messaggio di mons. Lefebvre è rivisto, "purificato" dai suoi elementi "eccessivi" ad opera di alcuni capi attuali della fraternità, allora è stata già fatta l'epurazione ideologica.

Tenuto conto di quel che ho detto sopra, non credo proprio che si tratti di una epurazione ideologica.
Io credo che piuttosto che fissarsi su certe parole del Fondatore, assolutizzandole, sia più equilibrato e giusto e santo assorbirne e viverne lo spirito che le ispirava, tenendo conto anche delle tremende tensioni a cui era sottoposto. Ovviamente, senza nessuno sconto sulle verità di Fede da lui così efficacemente insegnate. Ma non voglio pensare che si possa correre questo rischio.

QUEL CHE E' CERTO è che mons. Lefebvre non è ancora digeribile per i cattolici conciliari. Il suo messaggio propone in modo integrale un tipo di cattolicesimo che cozza con quello attuale.

Mons. Lefebvre non è digeribile ai cattolici conciliari; ma è digeribilissimo a tutti i veri cattolici.

Le storture del cattolicesimo attuale vanno raddrizzate dal di dentro, mettendo in atto la 'pastorale' lefebvriana, che non è una pastorale speciale, ma semplicemente e autenticamente cattolica...

Luisa ha detto...

Sarebbe preferibile non dare spazio, e dunque credibilità, a delle "indiscrezioni" di un sito sedevacantista, "virgomaria" che, per dirla in francese, "racle les fonds de poubelle".
Merci!

Luisa ha detto...

Padre Lombardi non ha da dare opinioni personali, ieri ha riferito quel che pensa, spera e vorrebbe la Commissione, è stato il porta parola di chi, non è un segreto, quell`accordo non lo vuole, ma che io sappia quel che conta e conterà è ciò che pensa, spera e vuole il Papa.
La commissione si è ingerita negli affari interni della FSSPX prendendo appiglio su un atto moralmente e legalmente condannabile, sconcertante che membri della CdF , responsabili della Chiesa ai suoi vertici , abbiano approfittato di quell`atto deprecabile per metterlo al servizio delle loro strategie di opposizione al Papa, alla FSSPX.
C`erano altri modi di redigere quel comunicato senza menzionare un`affare interna alla FSSPX, in corso di discussione, per niente conclusa e data in pasto al pubblico in quel modo, invece no, sono saltati sull`occasione offerta loro per cristallizzare una divisione che per il momento non li riguarda, ma è da discutere in seno alla FSSPX, fra il Superiore della FSSPX e i vescovi, come scritto da Enrico "entrando pesantemente nella dialettica interna della FSSPX".
E poi, è mai possibile che gli ebrei interferiscano in continuità negli affari interni della Chiesa, dettando l`agenda, decidendo quel che è fattibile e quel che deve essere evitato se non escluso? Ed è possibile che i nostri Pastori pieghino simbolicamente i loro ginocchi davanti a quelle esigenze anomale?

Anonimo ha detto...

Condivido Luisa.

Approfitto per correggeru un mio refuso... "più passa il tempo senza i giusti ho saltato -interventi-..."

Anonimo ha detto...

i fatti più recenti dovrebbero dimostrare che non si vuole l'ingresso di una FSPX coerente con i principi che l'hanno spinta in tutti questi anni a starsene da parte, ma al limite si è disposti a tollerare una FSPX "ammorbidita"che accetta il Vaticano II e la nuova Messa, anche se celebra solo il V.O.
Se Mons. Fellay accetta quanto sopra, può entrare. Gli altri Vescovi, però, non possono entrare se non vogliono obbedire, cioè uniformarsi anche loro.
Tutto il resto potrebbe essere una pia illusione.


A me questa sembra più una illazione e rispecchia un timore più che la realtà dei fatti.

Non credo che a Fellay siano poste condizioni inaccettabili; quanto agli altri vescovi, vedremo come si porranno quando tutti sapremo i termini dell'accordo, se ci sarà -come ci auguriamo - in un senso giusto, il solo che può essere per il bene della Chiesa e della anime.

Dante Pastorelli ha detto...

Leggo con piacere gl'interventi equilibrati di Luisa, Mic, Bongi.
Che a Roma ci sia chi rema contro è notorio. Che la pubblicazione delle lettere riservate sia dovuta a qualcuno del vertice della Fraternità è chiaro. Vescovo (vescovi) o qualche stretto collaboratore? Chiunque sia, l'ho detto ieri, è un Giuda che sapeva l'effetto che la pubblicaziobne avrebbe provocato.
La reazione romana non poteva, in un dato clima, esser diversa.
Ma tutto il male non vien per nuocere. Nella Fraternità i traditori devon esser fatti fuori il prima possibile. E' l'ora delle grandi scelte.
Non riduciamo tutto a problema "politico". Io non ho mai creduto allo scisma, lo predico dall'88. Però l'unità visibile è necessaria - salvo caso di persecuzione - all'unità morale col Corpo Mistico.
I tempi della conciliazione si sono, credo, allungati, ma forse le posizioni matureranno meglio ed ognuno seguirà con maggior consapevolezza la sua strada.

hpoirot ha detto...

il sito virgomaria é da dimenticare se lo si é letto da evitare come la peste se non lo si conosce.

é delirio tremens sedevacantista puro, c'é da chiedersi se li' non scrivono tutti sotto effetto di LSD e droghe varie...

Luisa ha detto...

Esatto hercule!

raffaello ha detto...

Mi associo ai commenti di Dante Pastorelli, Luisa, Mic, Bongi. Placet ! Padre Luigi Bertocci.

Anonimo ha detto...

mi chiedo e vi chiedo: sarebbe stato più semplice non emettere alcun comunicato e aspettare la decisione del santo padre? SI!!! Non mi risulta che dopo ciascuna "feria" e riunione dicasteriale esca un comunicato!
A limite....: si potevano evitare certe espressioni amare e 'dia-boliche', sembra che la S. Sede ci tenga a dividere, disintegrare a FSSPX e così il problema è risolto!

obiezione ragionevole ha detto...

x Mic che dice:
" Il realismo consiste proprio nel fatto di non poter pretendere di 'rientrare' se Roma non rinnega il concilio e i suoi errori.. ma come si fa a pretendere una cosa impossibile e che, anzi, più passa il tempo senza i giusti, più si radicalizza? "
.............
faccio notare:
la parte strana di questo discorso, la chiave per capire l'illusione ottica di cui i pro-accordo soffrono (senza rendersene conto) è lì dove si dice:
"più passa il tempo senza i giusti...."

ma chi sono i giusti ?
cfr.:
"Perchè mi dici buono ? nessuno è buono, se non DIO SOLTANTO".

quell'ansia di invocare la salvezza ora improrogabile, dai presunti medici, come un moribondo chiama l'ambulanza che lo porti in rianimazione:
"O giusti della FSSPX, venite a salvarci, noi assetati di giustizia e santità, vedete che senza di voi non possiamo salvarci da questa iniquità dilagante!"

è una direzione attuale del pensiero quella che intravediamo (sempre ANTROPO-centrica):
"Senza di voi -uomini puri, giusti e impeccabili, o supermen? o che altro?-
è pericolosa perchè pare avviare tutto il corpo Mistico alla illusoria convinzione di poter essere risanato DAGLI UOMINI anzichè dal Signore, che pur degli uomini si serve, ma quando e come LUI vuole, non come progettiamo noi.
Questo mi pare il punto debole e fuorviante di chi vuole l'accordo presto-presto-atutti i costi, stando ancora la Chiesa ufficiale immersa nel fango del dichiarare cattolici gli eretici, cioè testimoniare il FALSO, confermare gli erranti nei loro ERRORI !
e come dovrebbe fare la FSSPX da dentro a denunciare questo fatto gravissimo ?
potrà/dovrà solo accettarlo, per politically correct !
cioè ACCETTARE tutto ciò che il papa ha detto e fatto, per devozione filiale : perchè bisogna accettare il 95% del concilio, poi il 100%, con tutte le sue conseguenze che vediamo:

dichiarazione dell'eresia come "nuova via" di evangelizzazione, ovvero continuare a rovesciare Gesù Cristo-Verità dal suo Trono !
vi rendete conto dell'accecamento progressivo di cui diventiamo vittime, su questa strada-miraggio dell'accordo-salvavita ?

Anonimo ha detto...

conto) è lì dove si dice:
"più passa il tempo senza i giusti...."


Obiezione ragionevole, purtroppo non hai visto la correzione del refuso che ho fatto qualche post dopo :)

Mi era rimasto nella tastiera correttivi. Quindi non mi riferivo ai giusti-persone, ma a giusti-correttivi. Nessuno di noi è giusto né può salvare nessuno. E' il Signore che salva.
Ma se siamo sempre più a Lui 'configurati' come veri cristiani, è Lui che portiamo nei luoghi concreti del nostro agire.

Sostanzialmente - e l'ho detto più volte - intendo dire che, nella situazione in cui siamo, non è assolutamente realistico pretendere che Roma volti pagina e riconosca ex abrupto gli errori del concilio. Anzi questi sembra si vadano sempre più radicando.

E' invece realistico e quindi ragionevole porsi il problema di contribuire a correggerli dal di dentro, senza bisogno di sparare cannonate, che nessuno ascolta. Mentre invece la 'pastorale' (predicazione sacramenti studi discussioni) sana, all'interno, opera efficacemente, tanto più che è portatrice della grazia Soprannaturale, per contrastare l'opera devastatrice di una pastorale inquinata.

Ed è questo che tutti noi ci e attendiamo, con l'aiuto del Signore che, solo, preserva la nostra fedeltà e ci rende immuni da qualunque contagio, sia del mondo che degli errori che soffocano la nostra Chiesa, che è in apnea ed è questa.

obiezione ragionevole ha detto...

Mic, grazie della precisazione, chiedo scusa per il malinteso.
Però ripeto: può essere un'illusione quella di fare migliore battaglia "da dentro", poichè tanti mali nascono proprio dall'alterazione dei concetti "dentro-fuori", dovuta al pervertimento operato dopo il concilio su CHi sia il cattolico, quale la sua identità, e quali/dove si estendano i confini della Chiesa.
Siccome da 46 anni crediamo che la chiesa cattolica abbracci tutto il mondo, dentro e fuori non ha più un significato univoco....con tutte le conseguenze di aberrazione dottrinale e confusione delle coscienze che stiamo sperimentando.
Confusione che penso non sarebbe risanata dalla "regolarizzazione" della FSSPX, ma peggiorata, perchè quei sacerdoti tradizionali, VERI CATTOLICI, agirebbe a pari merito con i pastori eretici, e dovrebbero soccombere alla legge del più forte.
La Provvidenza, cara Mic, c'è, ed opera sì, ma non certo evitando alla Chiesa i castighi che si è attirata da un secolo a questa parte, per aver voluto fare a modo suo, seguendo lo spirito del mondo più che lo Spirito Santo. I castighi si vanno evidenziano come confusione crescente, seguita da altri fatti futuri, profetizzati e sui quali possiamo solo pregare che vengano attenuati e abbreviati.
Questa la sostanza dei miei timori (non solo miei) circa il rischio di un'"illusione ottica" di coloro che auspicano l'accordo come una miracolosa panacea per il deragliamento e oscuramento progressivo della Fede cattolica.

Anonimo ha detto...

Nella Fraternità i traditori devon esser fatti fuori il prima possibile

E nella Chiesa no?

Anonimo ha detto...

Il problema non è "far fuori" i traditori, ma convertire le anime dentro e fuori la Chiesa e la Fraternità, a partire da noi stessi.

Anonimo ha detto...

Siccome da 46 anni crediamo che la chiesa cattolica abbracci tutto il mondo, dentro e fuori non ha più un significato univoco..

Spiritualmentte al dentro-fuori diamo entrambi lo stesso significato ben diverso.
Però c'è una concretezza, ci sono delle regole, che se non ci si è "dentro" impediscono di agire con efficacia. E' a questo che mi riferisco quando parlo di agire-dal-di-dentro: la regolarizzazione canonica, senza la quale non si può attivare una 'pastorale' di segno opposto a quella malsana purtroppo egemone...

Anonimo ha detto...

La Provvidenza, cara Mic, c'è, ed opera sì, ma non certo evitando alla Chiesa i castighi che si è attirata da un secolo a questa parte, per aver voluto fare a modo suo, seguendo lo spirito del mondo più che lo Spirito Santo. I castighi si vanno evidenziano come confusione crescente, seguita da altri fatti futuri, profetizzati e sui quali possiamo solo pregare che vengano attenuati e abbreviati.

Quanto ai castighi, purtroppo mi pare che ci siamo già dentro solo per il degrado al quale siamo sottoposti su tutti i fronti.
Ma io non focalizzerei solo l'aspetto-castighi-profezie che sono avvertimenti ma non devono diventare il nostro pane quotidiano.

Punterei piuttosto lo sguardo sul Signore e sulla sua Grazia, sapendo che Lui si serve di noi, che cerchiamo in ogni modo di essere i "Suoi"... I risultati sono opera sua e magari non ci sarà dato neppure vederli.

E allora, coraggio avanti, nonostante le difficoltà gettando il cuore oltre l'ostacolo come mi è già capitato di dire. E non è uno slogan, io ci credo.
Sursum corda, habemus ad Dominum.

Dante Pastorelli ha detto...

All'anonimo (ma, non mi stanco di ripetere che potreste almeno darvi un nick) e a MIC: io ho sempre detto che i traditori vanno posti in condizione di non nuocere nella Chiesa. Ora si sta parlando del guaio che han creato i traditori della S.Pio X.
Certo, Mic in linea teorica ha ragione: convertire. Ma si possono convertire anche dopo che li si sia fatti fuori dai loro posti soprattutto se di potere. Le porte sono aperte ai pentiti, solo ad essi.
E, qui, cara MIC, noi non c'entriamo nulla. Nella circostanza attuale la nostra personale conversione (cioè il nostro miglioramento spirituale) serve solo al fine di una preghiera più gradita a Dio.