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lunedì 2 luglio 2012

I testi di Origene scoperti nel codice "Monacense greco 314" della Bayerische Staatsbibliothek di Monaco

Sono le più antiche omelie cristiane in teologia

La clamorosa scoperta del testo greco di 29 omelie di Origene nel codice Monacense greco 314 comincia già a dare i suoi primi frutti nell'ambito della ricerca.

La Chiesa nascente ereditò dal culto sinagogale giudaico l'usanza della predicazione di un'omelia durante le funzioni liturgiche, ma di questa più antica produzione omiletica cristiana, così come delle omelie giudaiche, neppure una è giunta a noi nella sua integrità, e dei loro caratteri possiamo arguire indirettamente soltanto generiche notizie. In effetti quelle di Origene sono le più antiche omelie cristiane giunte a noi proprio così come furono pronunciate. Egli le predicò, dopo il suo allontanamento da Alessandria, in qualità di presbitero nella Chiesa di Cesarea di Palestina; e, come risulta da una notizia fornitaci da Eusebio di Cesarea, soltanto quando ormai era sessantenne, cioè intorno al 245, egli autorizzò i tachigrafi a registrarne il contenuto mentre predicava e quindi a diffonderlo.

Siamo perciò proprio alla fine della sua lunga attività di interprete della Scrittura. Già molti anni prima, nella qualità di maestro (didàskalos) nella scuola di catechesi, egli ne aveva interpretato molti libri e aveva pubblicato il contenuto delle sue lezioni in ponderosi commentari. Alla maniera del commentario classico d'argomento sia letterario sia filosofico, nei suoi commentari scritturistici Origene interpreta il testo biblico frazionandolo in lemmi abitualmente di modesta lunghezza e facendo seguire a ogni lemma la relativa spiegazione.

Invece, per quel poco che ne sappiamo, l'omelia sia giudaica sia cristiana si sviluppava in modo più organico e unitario, trattando di un argomento desunto dalla lettura previa di un testo scritturistico.

Origene ha modificato radicalmente questa semplice e unitaria struttura in quanto ha trasferito nell'omelia la lemmatizzazione del testo biblico previamente letto, sì che la sua omelia si presenta esteriormente come una sequenza di brevi lemmi seguiti ognuno dalla specifica spiegazione, inquadrata da una breve introduzione e altrettanto breve conclusione.

Questa struttura composita dell'omelia origeniana si sarebbe diffusa ampiamente sia in oriente sia anche in occidente e sarebbe stata adottata, con vari adattamenti, da tutti i più rappresentativi omileti, anche da Agostino.
Manlio Simonetti
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(©L'Osservatore Romano 28 giugno 2012)

3 commenti:

Icabod ha detto...

Interessantissima scoperta.
Chi provvederà a diffondere i testi?
Nessuno ne parla?

Domenicano ha detto...

io che studio filologia ho appreso questa notizia dal web poche settimane fa. Se non sbaglio la scoperta risale a Aprile.
Ma se ne rendono conto che la scoperta di nuovo materiale di Origine è sensazionale?

Per diffondere i testi ci penseranno i cari fratelli alemanni, gli unici, rebus sic stantibus, in grado di fare ancora grandi lavori filologici.

Anonimo ha detto...

La scoperta è sensazionalissima.

Se potessi, mi getterei sul testo di quelle omelie nella gioia di ritrovare le parole di una sapienza antica che ci hanno raggiunto fin qui...

Speriamo che ci siano studiosi desiderosi di "spezzarci" questo pane ed editori disposti a diffonderlo in ogni nazione. Perché poi c'è il problema delle lingue.