Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 8 luglio 2012

Riflessione su Summorum Pontificum e il ruolo della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, prima e dopo il settembre 2007

Alcune voci allarmiste sulle possibili adulterazioni del Messale Romano del 1962, in sede di cosiddetta "Riforma della Riforma", ci inducono a pubblicare questo documento di Leo Darroch Presidente - Foederatio Internationalis Una Voce, in piena condivisione.

Dopo la promulgazione del Motu proprio Summorum Pontificum nel luglio del 2007, coloro che desiderano mantenere le tradizioni nella Chiesa cattolica e difendere la sua Tradizione sono stati pervasi da grande gioia. Non c’è alcun dubbio che la dichiarazione di papa Benedetto XVI, secondo cui il Messale del 1962 non è stato mai abrogato, e la conseguente libertà riconosciuta ad ogni sacerdote di rito romano di celebrare la messa in questa forma hanno consentito un importante incremento delle celebrazioni in rito antico. Tuttavia è parimenti chiaro che la promulgazione del Motu proprio ha suscitato non poche questioni sul modo di celebrare secondo il messale del beato Giovanni XXIII e sulle rubriche da applicare.

Sembra che taluni, compreso qualche vescovo, vogliano deliberatamente creare confusione e dissenso per dissuadere sacerdoti e fedeli dal beneficiare della sollecitudine pastorale del Santo Padre: essi insistono che gli sviluppi liturgici posteriori al 1962 (quali la Comunione nella mano e le c.d. chierichette) sarebbero perfettamente in vigore anche per le messe celebrate secondo il Messale 1962. Dall’altra parte, c’è chi si domanda legittimamente che cosa è permesso nella celebrazione della forma straordinaria della messa. Così tante sono le questioni che quasi ogni giorno sono proposte alla Pontificia Commissione Ecclesia Dei (PCED), che la medesima si vede inondata di lettere con richieste di chiarimenti. La loro quantità è tale che è in preparazione un documento per cercare di risolvere le questioni una volta per tutte. Ci è stato chiesto di pazientare in attesa della sua pubblicazione.

Come ho evidenziato nel mio rapporto alla PCED del 29 aprile 2008 sull’applicazione del Motu proprio, credo che Summorum Pontificum (e in precedenza Quattuor abhinc annos [1984] ed Ecclesia Dei adflicta [1988]) dovrebbe essere interpretato secondo l’intenzione del Legislatore, tenendo presente il suo desiderio di riparare, fra l’altro, la violazione che tanti cattolici tradizionali ritengono di aver subito delle loro legittime aspirazioni. Penso che chi cerca di stravolgere le direttive di Summorum Pontificum per adottare i cambiamenti post 1962 dovrebbe sapere di potersi liberamente avvalere del Novus Ordo in latino, dove la maggior parte dei vari adattamenti sono già disponibili, o possono essere adottati senza alcuna difficoltà. L’Ordo del 1965 e la Missa normativa del 1967 erano per loro propria natura solamente delle tappe transitorie e temporanee, e hanno perso ogni specifico significato una volta promulgato il Messale Romano del 1969 da parte di papa Paolo VI. Non ha quindi senso alcuno incoraggiare l’adozione di elementi appartenenti a questi due ordo, come fossero genuini e naturali sviluppi del Messale 1962 che resta la sola legittima espressione della forma straordinaria del rito romano come definita da papa Benedetto XVI.

Di recente e stata data larga pubblicita a una lettera della PCED risalente al 1997 e firmata dall’allora presidente card. Felici e dal segretario mons. Perl. Questa lettera permetteva numerose modifiche nelle celebrazioni col Messale 1962, riguardanti il Gloria, l’Epistola, il Vangelo, il Credo e il Prefazio (che si poteva prendere dall’appendice del Messale Romano 1965 e da quello del 1970). Dette modifiche, in ogni caso, sono state sostituite dalle disposizioni di Summorum Pontificum. Infatti, se il Sommo  Pontefice avesse voluto che precedenti provvedimenti liturgici continuassero a essere osservati, lo avrebbe senza dubbio dichiarato nel suo Motu proprio del 7 luglio 2007.

In mezzo a tutta questa confusione, probabilmente una sola e la domanda da porre, la cui risposta renderebbe irrilevante ogni altra questione. Prima, pero, bisogna determinare il contesto.

Il Santo Padre, in Summorum Pontificum, non ha potuto essere piu chiaro nel dichiarare ciò che ha voluto dire e il senso esatto di quanto ha detto. Egli si riferisce costantemente al Messale 1962 o al Messale 1970. Senza alcuna ambiguità, la scelta è obbligata fra l’uno e l’altro. Non c’è via di mezzo.

Con la piena autorità di Pietro, il supremo Legislatore dice “abbiamo stabilito”. E di seguito afferma a proposito del messale del beato Giovanni XXIII:
  • “deve essere tenuto nel debito onore per il suo uso venerabile e antico” [Art.1];
  • che ogni sacerdote può usare “il Messale Romano edito dal Beato Papa Giovanni XXIII nel 1962, oppure (sottolineatura nostra) il Messale Romano promulgato dal Papa Paolo VI nel 1970” [Art.2];
  • nelle parrocchie il parroco può accogliere la “celebrazione della Santa Messa secondo il rito del Messale Romano edito nel 1962” [Art. 5].
L’unica concessione di papa Benedetto nel suo Motu proprio si trova all’articolo 6 dove stabilisce: “Nelle Messe celebrate con il popolo secondo il Messale del Beato Giovanni XXIII, le letture possono (sottolineatura nostra) essere proclamate anche in lingua volgare, usando le edizioni riconosciute dalla Sede Apostolica”.

Così l’intenzione del Papa in Summorum Pontificum è palese: non si tratta che della scelta tra il Messale 1970 oppure il Messale 1962. Sua Santità rimane d’altronde sulla stessa linea di pensiero nella Lettera ai Vescovi che accompagna il Motu proprio. Egli afferma: “L'ultima stesura del Missale Romanum, anteriore al Concilio, … nel 1962 e utilizzata durante il Concilio, potrà, invece, essere usata come forma extraordinaria della Celebrazione liturgica”.

Inoltre: “Non c'e nessuna contraddizione tra l'una e l'altra edizione del Missale Romanum”: ciò indica ancora una volta che, se non vi è contraddizione, sussistono specifiche differenze tra i due messali.

E ora vengo all’essenziale della mia argomentazione. Un indulto è un permesso o privilegio, accordato dall’autorità ecclesiastica competente - la Santa Sede o l’ordinario del luogo, a seconda dei casi - a titolo di esenzione dall’osservanza di una norma di diritto ecclesiastico nel caso singolo. Sia Quattuor abhinc annos del 1984 sia Ecclesia Dei adflicta del 1988 furono rilasciati nella supposizione diffusa che il Messale 1962 fosse abrogato - soppresso - in seguito alla pubblicazione del Messale di papa Paolo VI nel 1970. I motivi dell’emanazione di Quattuor abhinc annos e di Ecclesia Dei adflicta sarebbero stati molto diversi. Ecclesia Dei adflicta (dopo il rapporto della commissione cardinalizia) potè essere una misura pro bono pacis, ma ciò non sarebbe applicabile a Quattuor abhinc annos.
[Nota: Una commissione di nove cardinali fu istituita dal beato Giovanni Paolo II nel 1986 per determinare se il Messale 1962 fosse stato abrogato, ovvero i vescovi avessero il potere di proibire la messa tradizionale. La risposta unanime fu “no”.]

Nella Lettera ai Vescovi papa Benedetto afferma: “Quanto all'uso del Messale del 1962, … vorrei attirare l'attenzione sul fatto che questo Messale non fu mai giuridicamente abrogato e, di conseguenza, in linea di principio, resto sempre permesso”.

In Summorum Pontificum lo ribadisce con piena forza di legge: “Perciò è lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo l'edizione tipica del Messale Romano promulgato dal Beato Giovanni XXIII nel 1962 e mai abrogato (sottolineatura nostra) ... Le condizioni per l'uso di questo Messale stabilite dai documenti anteriori Quattuor abhinc annos e Ecclesia Dei, vengono sostituite come segue:” [Art.1]
Entrambi questi indulti furono sostituiti a partire dalla mezzanotte del 13 settembre 2007 e cessarono di avere qualsiasi forza di legge. Essi sono ormai obsoleti.

Il Papa ci ha dato due disposizioni molto chiare: il Messale 1962 non e stato mai abrogato e la Lettera Apostolica Summorum Pontificum data motu proprio sostituisce gli indulti Quattuor abhinc annos ed Ecclesia Dei adflicta. Tutte le diverse concessioni o modifiche della PCED erano date durante il periodo degli indulti. Logica vuole che, se il Messale 1962 non è mai stato abrogato e il Santo Padre ha stabilito che le condizioni indicate in precedenti documenti [Quattuor abhinc annos ed Ecclesia Dei adflicta] per l’uso del Messale 1962 sono sostituite con effetto a partire dalla mezzanotte del 13 settembre 2007, allora tutti i permessi, interpretazioni, deroghe, modifiche e altre disposizioni derivanti da Quattuor abhinc annos ed Ecclesia Dei adflicta devono essere “sostituite” a partire dalla mezzanotte del 13 settembre 2007 e non più applicate. Il Papa ha chiarito la situazione esistente dopo il 1970 e ha fatto tabula rasa degli indulti del 1984 e 1988. Il 14 settembre 2007 ci ha portato un nuovo inizio nella comprensione della legge, che si basa su principi giuridici e non sulla concessione di un privilegio.

Se si accetta che tutte le concessioni e privilegi accordati sotto Quattuor abhinc annos ed Ecclesia Dei adflicta sono stati sostituiti dalla nuova legge, qual è la situazione attuale? È chiaro che abbiamo voltato pagina. Dal 14 settembre 2007 ricominciamo da capo col Messale 1962 inalterato e senza modifiche o adattamenti. Nella Lettera ai Vescovi, papa Benedetto riconosce che qualche cambiamento avverrà, ma e stato molto specifico e ha parlato soltanto per il futuro, non per il passato. Dice infatti: “Nel Messale antico potranno e dovranno essere inseriti nuovi santi e alcuni dei nuovi prefazi. La Commissione Ecclesia Dei in contatto con i diversi enti dedicati all’usus antiquior studierà le possibilita pratiche”.

La realtà è che non si possono fare cambiamenti nel Messale 1962 fino a quando la Commissione Ecclesia Dei non avrà applicato la volontà del Santo Padre e consultato i “diversi enti dedicati all’usus antiquior”. Si potrebbe immaginare che il primo atto della Pontificia Commissione sarebbe quello di preparare un elenco di “enti” da consultare. Solo quando i vari enti saranno stati identificati, potrà iniziare il processo di studio delle possibilità pratiche per inserire nuovi santi e nuovi prefazi. Dovremmo entrare in un periodo di diplomazia e consultazioni discrete, durante il quale il Messale 1962 dovrebbe restare inalterato. Impegnarsi in questo procedimento propriamente strutturato avrà non pochi benefici. Chi teme che il Messale 1962 sarà a poco a poco adulterato, come avvenne negli anni sessanta, deve essere rassicurato che nulla sarà mutato senza che abbia preso avvio un dibattito serio fra la PCED e coloro che sono legati all’antica tradizione liturgica latina.

Inoltre, la PCED potrà dedicarsi al compito che il Papa le ha affidato, senza vedersi inondata quotidianamente da richieste di chiarimenti su diverse materie, richieste che in gran parte sono insignificanti e servono solo a sovraccaricare il personale della Commissione, distraendolo dal lavoro importante che ha da fare.

Addendum:
Il tanto atteso documento di chiarificazione, Universae Ecclesiae, è stato pubblicato dalla Pontificia Commissione Ecclesia Dei il 30 aprile 2011 ed è stato oggetto di molti commenti e approfondite analisi nei media. La Federazione Internazionale Una Voce lo ha accolto con favore.

Anche se secondo alcuni commenti Universae Ecclesiae lascia ancora questioni poco chiare, ciò che è perfettamente chiaro è che il Santo Padre ha completamente restaurato nella Chiesa universale il rito romano tradizionale come sancito nei libri liturgici del 1962, le rubriche in vigore nel 1962 devono essere rigorosamente rispettate, e il latino e l’usus antiquior deve essere insegnato nei seminari, dove ve ne è la necessità pastorale. E questa necessità pastorale deve essere determinata da coloro che desiderano beneficiare di Summorum Pontificum e Universae Ecclesiae, e non essere deciso da chi, costituito in autorità, ha il naturale desiderio di impedire la loro attuazione.

La Federazione Internazionale Una Voce ha lavorato pazientemente e instancabilmente per il ripristino della liturgia tradizionale da piu di 45 anni ed e ora testimone della rivendicazione della sua fedeltà alla santa Madre Chiesa e alla Sede di Pietro. Tuttavia, i suoi membri, i fedeli laici della santa Madre Chiesa sono pienamente consapevoli che molti nelle file del clero hanno il forte desiderio di contrastare le loro legittime aspirazioni di beneficiare spiritualmente della sollecitudine pastorale di papa Benedetto XVI. A tal fine, noi, che siamo beneficiari di questi documenti, teniamo a dire inequivocabilmente che accettiamo la volontà dichiarata del nostro Santo Padre per l'inserimento di nuovi santi e alcuni nuovi prefazi nel Messale 1962, ma impugneremo rispettosamente ma con forza qualsiasi proposta che oltrepassi questi limiti chiaramente definiti, e cerchi di adulterare l'integrità del messale stesso.
Leo Darroch
Presidente - Foederatio Internationalis Una Voce
30 gennaio 2012

23 commenti:

it ha detto...

oltre che quei documenti attestanti la volontà di resistere ai cambiamenti, firmati FIUV, la blogger Merope aveva chiesto a don Camillo di dimostrare possibilmente che quella notizia linkata da g.cruccas è un falso.
come possiamo essere sicuri che è un falso ? una specie di montaggio grafico e documentale ?
Ma allora si potrebbe chiedere una documentata smentita ufficiale a qualche sito aderente a Unavoce, autorevole in materia, che sia al corrente di questa novità propagata come evento reale in corso ?
stanno veramente vigilando le sentinelle della Tradizione, sulla fluida situazione di continui cambiamenti imposti in silenzio dal regime....o si sono addormentati anche loro su false sicurezze ?

ecco, ci vorrebbe una smentita autorevole da parte di chi è difensore accreditato del Messale tradizionale vigente, altrimenti non possiamo affatto stare tranquilli.

tutto può accadere, quanto a mutazioni profonde, senza che nessuno ce ne dia neppure notizia, come in tutte le dittature che si "rispettino": mica avvisano i sudditi di ciò che giornalmente si fa (PRASSI, ricordate ? sempre quella....) a loro danno !

don Camillo ha detto...

Ancora?
Smentita ufficiale di cosa?

Per stampare un Messale Romano "modificato" è necessaria atto di promulgazione, con le modifiche e il permesso di stampare (sono anni che la Vaticana questo permesso non lo da più a nessuno). In questo sito pieno di livore ovviamente verso tutti viene pubblicizzato un Messale con delle modifiche (che le ha autorizzate?) che "dovrebbero" entrare in vigore a dicembre?!!?

Ma mi scusi, ma c'è ancora da pensarci?

Cosa che per avere un Messale della Vaticana del 1962, con la modifica (della modifica della modifica) dell'Orazione per gli ebrei, non so quanti anni sono serviti!!!

Anonimo ha detto...

Caro it,
suggerimento quanto mai pertinente e opportuno.
Ho scritto una mail proprio stamattina inviando quel link e formulando la domanda anche in relazione al carteggio che conosciamo di Una Voce, nel quale non c'è traccia di già operate contaminazioni.
Spero di aver presto esauriente risposta e ne riparleremo.

Intanto guarda cosa dicevamo qui. Occorrere ridestare l'attenzione....

Anonimo ha detto...

Grazie Don Camillo per i chiarimenti.
Io non dovo credito a quelle notizie e tanto meno gliene do' ora dopo quel che dici.
Tuttavia saperne qualcosa di più ufficialmente non sarà male.

don Camillo ha detto...

Con tutto rispetto, tale richiesta si metta in fila, sono decine le rettifiche e le smentite che attendiamo dalla Santa Sede.

Anonimo ha detto...

traditio.com è un sito cialtrone!

Andate a vedere da dove han preso le immagine del famoso Messale modificato già stampato con delle modifiche false e farlocche!

http://www.religioussupply.com/cart.cfm/ses_/details.cfm,list,x,0,2002,CBPRM,x,x,x/Products/Books/Catholic%20Book%20Publishing%20Roman%20Missal%203rd%20Edition/

Anonimo ha detto...

C'era da aspettarselo!

Non si possono però 'bere' così acriticamente tutte le notizie solo perché corrispondono ai nostri timori!

Prudenza e verifica sono necessarie, soprattutto quando si ha la responsabilità di informare.

jn ha detto...

Certo, pare evidente che quel sito abbia prelevato un'immagine utile a supportare i loro timori, cercando di "anticipare" una notizia che per il momento riguarda un fatto "probabile" ma non certo.
Però.....
però siate attenti, per favore: bisogna considerare che quei timori non sono affatto campati in aria....ed io personalmente ho sempre più paura di ciò che sta per accadere, (domani o dopodomani) essendo GIA' nell'aria da tempo, non solo come elucubrazione di qualche ultrapessimista o disfattista spinto da "zelo amaro" come dite spesso.
I prodromi di quella che tra poco con grande probabilità potrebbe essere la MUTAZIONE profonda e irreversibile del Messale tradizionale (se ho capito bene l'unico vigente per legge, quello del 1962, correggetemi) si trovano, detti ben chiari, senza equivoci o illusioni, circa la precisa volontà del PAPA, di giungere alla redazione di UN SOLO MESSALE, in vari dibattiti sul web, in part. ad es. in questo post risalente a un anno fa su MIL:

http://blog.messainlatino.it/2011/05/relazione-di-mons-aillet-antico-e-nuovo.html

Vi prego di rileggerlo con attenzione (senza occhiali rosa, che sarebbero inutili, purtroppo), specialmente don Camillo, che tenga presente come quella meta della "unificazione" di messali, espressa e perseguita dal papa regnante, se non è ANCORA raggiunta oggi, non è detto che non lo sarà, tra quanto tempo (mesi, giorni o anni) non importa, purtroppo !

Don Camillo può rileggere lì ciò che diceva in proposito, confrontandosi col se stesso di oggi (se è l'identico don Camillo, cosa che non mi è chiara, e se lo fosse, mi preoccupa MOLTO...), in quelle che erano le sue convinzioni dell'agosto 2011.....

jn ha detto...

già i campanelli d'allarme si fanno sentire "tra le righe" del post, specie alla fine:
(Mons. Aillet)...Ha infine concluso con le parole del card. Ratzinger, per cui in futuro dovrà esservi un unico rito, che integri le scelte più felici della riforma (nuovi prefazi, maggiori letture ma non troppe, un'oratio fidelium, ma dal testo fisso), ma saldamente ancorato nella Tradizione.
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Provate poi, più avanti, a scorrere, "ascoltando" con orecchio vigile i commenti che seguono, guardate in part. quelli, che in certa misura "tastano" il POLSO della situazione, il livello di consapevolezza e "aspettativa" diffusa tra i cattolici circa le possibili TRASFORMAZIONI in atto e future della Liturgia, (come esse siano per lo più ACCETTATE perchè vengono fatte e imposte dalla suprema autorità della Chiesa, come cosa indubbiamente buona per i cattolici); osservate come nella coscienza dei cattolici la percezione del dover ESISTERE UN UNICO MESSALE sia (in quel maggio 2011) molto fluida, in evoluzione CERTA e continua verso l'accettazione del futuro Messale Unico, che NON SARA' PIù, per forza di cose, quello del 1962.
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- comm. 1:
"non credo si potrà andare avanti con due Messali sullo stesso piano che nella mente di qualcuno si elidono a vicenda. Questo crea problemi pastorali, divisione, frammentazione.
Con un solo Messale quindi si potrebbe celebrare tutte e due i riti.."
- comm. 2
(notevole per la piena consapevolezza del probabile monstrum ibrido, blogger E. Castellari):
Il rito tridentino non deve essere pasticciato. Altrimenti si avrà davvero lo scisma e la frammentazione. A questi interessa soltando difendere quella vaccata della riforma modernista, perchè l'orgoglio gli impedisce di ammettere che è stata una schifezza, e allora per non dire che il re è nudo, la deve pagare la tradizione, finendo smantellata per fare un ibrido, un messale trans.
lo stesso blogger poi riporta più avanti...
le parole del card. Ratzinger, per cui in futuro dovrà esservi un unico rito, che integri le scelte più felici della riforma (nuovi prefazi, maggiori letture ma non troppe, un'oratio fidelium, ma dal testo fisso), ma saldamente ancorato nella Tradizione.

Spero che vi rendiate conto che questa cosa significa solo un tentativo di eliminare la tradizione, goccia a goccia, assorbendola poco a poco nel modernismo. Ma a voi piace.

(al quale segue risposta del don Camillo di allora, che non so se sia lo stesso attuale qui presente):
"Ho fatto bene questa mattina ad andare a pesca invece di infilarmi in questo convegno che è e che rimane solo un triste teatrino!
Sì teatrino perchè vi rallegrate delle ovvietà ma ingoiate il "cammello" del rito unico!
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quindi si parla chiaramente del "cammello" di un futuro rito unico da ingoiare: che sarà voluto e fatto dal papa (attuale o futuro) e che NON SARA' AFFATTO QUELLO DEL 1962.
Ditemi dunque come si fa a stare tranquilli, noi e tutti gli autorevoli difensori della Tradizione, della Messa di S. Pio V, quali la FIUV e tanti altri cattolici consapevoli e sgomenti dall'evoluzione incessante della Chiesa e della sua Santa Liturgia cosiddetta "di sempre" !

Anonimo ha detto...

Noi non stiamo affatto tranquilli Ester.
Come la FIUV siamo vigilanti. E non taceremo.

Non illudiamoci che non possano esserci innovazioni (ma è ragionevole si limitino a nuovi prefazi (pochi) e all'aggiornamento del santorale. Il Rito non rimane certo inquinato da questo.

Ricordo l'intervento di Aillet: è uno dei vescovi "double face". Passa per tradizionalista e ha fatto il cammino neocatecumenale e stravede per questa realtà che non definisco...

In ogni caso, la nostra Messa di sempre ci sarà chi non l'abbandonerà mai qualunque cosa accada. Il Signore non potrà permetterlo. Certo dobbiamo continuare a pregare, custodire e rimanere fedeli!

Anonimo ha detto...

Sull'evento di cui si parla nella tua citazione, avevo scritto anch'io sull'inquietante eterogeneità dei fini dell'ultimo convengo Summorum

Icabod ha detto...

Se il Papa ha scritto "non poteva essere abrogato", l'antico Rito non potrà nemmeno essere sfigurato!
L'hanno già fatto una volta col NO.
La Riforma delle riforma, che tra l'altro non si capisce ancora cosa sia, riguarda il nuovo rito non l'antico...

don Camillo ha detto...

Ester nessuno abbassa la guardia anzi! Quella che fu un'uscita infelice del Card. Aillet è ed è rimasta una uscita infelice. Che peró ha portato allo scoperto Una Voce internazionale! Questo è la vera notizia a mio avviso. I laici non sono più disposti a vedersi scippare o deturpare per la seconda volta la Messa di sempre. Circa poi i sacerdoti devo dire che anche se un po' timidamente da 62isti molti stanno passando alle rubriche del 1952 anche se privatamente. Questo è un dato molto significativo che fa ben sperare per una vera restaurazione nei prossimi anni. Ti invito a leggere le mie Pagine linkate nel mio profilo per avere uno sguardo più completo sulla questione liturgica che vedo salta fuori ed è affrontata sempre da persone incompetenti. Quindi tranquilla non sono cambiato cerco di evitare le battute supponenti per esplicitare con pacatezza un pensiero che è comunque contro la corrente dominante non conforme alla verità liturgica.

Una cosa non cambiano: i vari insulti. Prima mi arrivavano dai modernisti ora arrivano dai sedicenti seguaci di Mons Lefebvre. I quali mi intimano a non aver a che fare con i sacerdoti della Fraternità perché li potrei rovinare "con il mio relativismo". Mah c'è veramente da ridere .....

DANTE PASTORELLI ha detto...

E purtropppo son proprio loro che sfigurano la Fraternità.
L'ho sempre detto e scritto.

Anonimo ha detto...

http://www.cantualeantonianum.com/2012/07/distretti-lefebvriani-ragliano-e.html

Amicus ha detto...

Essendo dei neomodernisti, i 'conciliari' sicuramente tenteranno di arrivare ad un 'Medius Ordo Missae', e a peggio ancora: ma non è affatto detto che vi riescano. In ogni caso non comprendo tanti timori: basterà rifiutarlo e tornare nelle catacombe, in attesa del Signore. Punto.

Amicus ha detto...

E a proposito di liturgia: oggi il Papa è andato in visita dai padri Verbiti sul lago di Nemi, nel luogo in cui da giovane teologo partecipò alla redazione del pessimo documento conciliare 'Ad gentes'.
Ed eccone i meravigliosi frutti, incarnati oggi, in questo felice cinquantenario del superconcilio, dal Provinciale dei medesimi Verbiti nel sud del Brasile in gran vena di inculturazione liturgica: www.youtube.com/watch?v=zDD30Md0Tvg

jn ha detto...

Io non so con quale coraggio il sito cantualeantonianum osa minimizzare, con apposita vignetta umoristica, le eresie professate da Muller, dicendo che sarebbero invenzioni dei "lefebvriani", che ragliano....
La volontà di insulto rivolta ai seguaci di mons. Lefebvre è per me incomprensibile, iniquità dentro il mistero di iniquità: i seguaci della neo-religione conciliare detestano anche il solo ricordo della figura di mons. Lefebvre e non perdono occasione per proseguire nella damnatio memoriae.

Io che non sono lefebvriana, con quel po' di buonsenso che uso fin da piccola, mi accorgo dei contenuti eretici di quelle affermazioni, e un sito di religiosi non le vede più ?

allora veramente il mega-concilio ha regalato a tanti pastori e pecore una grande ubriacatura intellettuale, tale che non distinguono più Vero da falso...
e se poi anche don Camillo minimizza chiamandole "frasi infelici", capisco ancor meglio: siamo tutti avviati alla grande chiesa inclusiva-indifferente, che non vede più gli errori (e gli orrori derivanti) per non averli mai corretti; così farà il callo a tutte le eresie, empietà e blasfemie, minimizzandole come a dire "sono ragaazzi...lasciateli dire un po' liberamente, non siate integristi eh.....come i lefebvriani"! un po' di elasticità: il Signore è buono e ci porta tutti in Paradiso, con tutte le nostre bizzarrie, eresie, blasfemie, immoralità....che volete che sia !

I lefebvriani no : che stiano attenti, se rimangono così duramente "integristi" a voler seguire solo la Verità, rischiano l'inferno, dopo essere stati emarginati nell'aldiqua. Per non aver obbedito ad una Chiesa scivolata in gran parte nell'apostasia, sapendo che Cristo si compiace di questa Chiesa (? così com'è, con tutte le sue eresie, che "rispondono alle sfide del tempo", sono da contestutalizzare ecc..ecc.) anche Lui saprà contestualizzare ecc....
I lefebvriani, essendo seguaci della Verità, non avendo mai "contestualizzato " la Verità MUTEVOLE nei tempi che mutano, necessariamente non potranno entrare in Paradiso
(quale paradiso? quello filo-conciliare forse....una specie di Paese dei balocchi dove TUTTO E' PERMESSO, fuorchè dire la Verità e amare la Verità sopra ogni cosa).

Mysterium iniquitatis

PS giusto Amicus, le catacombe ! i lefebvriani "ragliano" = asini ?
così dice l'ameno-Cantuale;
mi ricorda quel graffito delle catacombe cristiane, dove Gesù Cristo è raffigurato con testa d'asino ! meditare....i seguaci di Gesù devono subire gli stessi sputi e persecuzioni, senza esclusioni
(lo ricordi bene, don Camillo).
Dante, secondo lei, siti come Cantuale fanno molto bene alla causa della Tradizione, dipingendo i lefebvriani come asini RAGLIANTI, perchè evidenziano le eresie ?
e la Tradizione, che rapporto ha con la retta Dottrina ?
un rapporto evolutivo ?

Anonimo ha detto...

Situazione sempre più schizofrenica e sconcertante!

don Camillo ha detto...

se poi anche don Camillo minimizza chiamandole "frasi infelici"

Scusa come le dovrei definire? Un vescovo che non è propriamente nessuno, ipotizza i suoi desiderata come una verità di fatto che puntualmente viene smentita? con un Messale della Vaticana copia praticamente anastatica del Messale del 1962?

Ester se tu ripeti in continuazione le stesse cose da giorni se non settimane, se non leggi (o leggi a modo tuo) quel che con pazienza ti viene indirizzato... e ti va di piangerti addosso, fallo pure ma non mi tirare più in ballo.

ps. Il graffito blasfemo di Alessameno, è stato trovato sul Palatino non nelle catacombe.

don Camillo ha detto...

Lasciateli perdere i frati-neri, il terremoto di Assisi non gli è servito a nulla. Il bello è che ha difesa di Muller è sceso in campo il "dotto" "teologo" Tornielli... che combriccola. Per fortuna che le eresie che ha dette sono tutte scritte!

DANTE PASTORELLI ha detto...

In tutta franchezza confesso che cantuale l'ho visitato un paio di volte in tutti questi anni e non posso, di conseguenza, esprimere alcun giudizio. Ma da quel che leggo qui deduco che i redattori di quel blog, che non so chi siano, si dimostrano quanto meno privi di carità. Si può dissentire dalle critiche mosse a Muller - anche Bux si arrampica sugli specchi per difendere il suo attuale capo -, si può dire che le frasi "infelici", come le definisce don Camillo, van lette nel loro contesto in cui possono rivelare il vero significato (quale?), ma offese così volgari son deprecabili e non depongono a favore dell'intelligenza di chi le ha pronunciate. Questi signori si immeschiniscono con le loro stesse lingue.

Amicus ha detto...

La 'difesa' di Muller da parte di mons. Bux è patetica e teologicamente inconsistente, l'articolo di Cantuale antonianum che la riporta non fa che aggiungervi lo squallore acattolico di una papolatria che nulla ha a che vedere con la fedeltà e l'amore per il Vicario di Cristo.
E visto che la denuncia delle eresie del miserabile Muller
ad opera del sito della FSSPX in Germania è, per quanto concisa, anche precisa nelle citazioni tolte dal libraccio di telogia dogmatica del suddetto, dovrebbe essere facile ai sapientoni di Cantuale &C contestarne la pertinenza .
Ma siccome dubito che vi riescano - l'avrebbero già fatto - credo sia il caso di rispedire ai mittenti le qualifiche poco onorevoli di cui ci hanno gratificato...