Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 2 ottobre 2012

Il Neo-Donatismo, quando il campanilismo danneggia le anime.

Posto la seconda parte di un articolo di don Curzio che credo debba essere letto e meditato.
L'articolo può esser letto integralmente QUI

Con grande chiarezza il sacerdote mette in guardia, sottolineandolo, dal "campanilismo" tradizionalista e con grande senso di responsabilità richiama all'autorità petrina, come l'unica che garantisce con sicurezza il fedele che vuole con frutto partecipare alla Santa Messa, senza sentirsi "di qualcuno", o sentirsi, peggio, come come un "traditore" perché va alla Chiesa o Centro di Messa della via accanto. 

Il Neo-Donatismo

Una sorta di “Neo-Montanismo/Donatismo” sta nascendo ai giorni nostri, riguardo ad una questione disputata tra “Neo e Vetero Tradizionalisti” quanto al problema dell’assistenza alla Messa tradizionale. Infatti vi sono coloro che, come in Corinto, ai tempi di san Paolo (I Cor., I, 12), alcuni cristiani dicevano: “io sono di Cefa, io di Apollo ed io di Paolo”, così ora dicono: “io vado alla Messa di don Cajo, io di don Tizio ed io di don Petronio”, oppure: “io vado alla Messa di tale Istituto, io a quella di tal altro ed io di un altro ancora”. 

Ma San Paolo corresse già un errore simile a questo (attorno al 55) scrivendo: “pertanto vi esorto a pensare tutti allo stesso modo, perché non vi siano in mezzo a voi scissioni” (I, 10). Anzi l’Apostolo di fronte ai partiti creatisi a Corinto (I, 12) affermò sdegnato: “ ed io sono di Cristo! Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi? O siete stati battezzati nel nome di Paolo?” (I, 12-13).

SAN TOMMASO D’AQUINO nel Commento alla Prima Lettera ai Corinzi (cap. 1, lez. II, n. 24, 25, 28, 29 e 34) scrive: «(n. 24) Il motivo della contesa riguarda il fatto che ciascun fedele si denomina non da Cristo che ha istituito il Battesimo, ma dal Ministro dal quale è stato battezzato (Paolo, Apollo, Cefa) […]. (n. 25) Essi dicono così perché credono che dal miglior Ministro sia conferito il miglior Battesimo, come se i meriti del Ministro operino efficacemente sui battezzati. […]. (n. 28) Quando San Paolo dice: ed io sono di Cristosolamente costui dice bene, perché solo la virtù di Cristo opera nel Battesimo di Cristo(Gv., I, 33). Ecco perché solo i battezzati nel Sacramento istituito da Cristo sono chiamati Cristiani, invece coloro che son battezzati da Paolo non son detti Paolini”. […]. (n. 29) Non è il Ministro che dà l’efficacia al Battesimo, ma si è battezzati in Cristo. Voi dividete Cristo poiché credete che sia migliore il Battesimo che viene conferito dal miglior Ministro. Invece è Cristo che conferisce l’efficacia al Battesimo ed è il Ministro principale del Sacramento, mentre il Sacerdote è il Ministro secondario. Così facendo dividete la potenza o l’efficacia di Cristo dall’effetto del Battesimo, secondo la differenza dei Ministri. Mentre l’efficacia del Battesimo non dipende dai meriti del Ministro secondario, ma solo dall’efficacia oggettiva conferitagli dalla divina Istituzione. […]. (n. 34) Perciò chi attribuisce la Grazia al Ministro secondario divide Cristo in tante persone quanti sono i Ministri secondari». Il problema, sollevato attualmente, dell’assistenza alla Messa tradizionale celebrata da tale o tal’altro Ministro, da questo o da quell’Istituto è analogo (“simile e dissimile”), non identico alla questione montanista/donatista dei Sacramenti conferiti dai Ministri buoni o cattivi moralmente (qui c’è una dissomiglianza tra i due problemi).

Mentre nella questione disputata attualmente tra “Neo e Vetero Tradizionalisti” si tratta di Ministri certi o incerti dottrinalmente (e qui c’è una certa somiglianza tra i due problemi soprattutto quanto al giudicare – come aventi Autorità – chi ha la pienezza della dottrina cattolica e quanto all’obbligare quale Rito debba essere seguito.

Infatti non è il Ministro o l’Istituto al quale appartiene il Ministro, che conferisce efficacia al Sacrificio della Messa o ai Sacramenti in genere, ma la divina Istituzione che rende il Rito oggettivamente confezionato soprannaturalmente efficace o conferente la Grazia santificante (qui c’è la somiglianza, non l’identità, tra i due problemi).

Quanto alla dottrina dogmatica solo il giudizio canonico e giuridico della Gerarchia sulla eterodossia grave del Ministro o del suo Istituto può stabilire quale Ministro o Istituto debba essere “evitando”. Non è il singolo sacerdote o un singolo Ordine che può portare una tale decisione vincolante. Al massimo si può consigliare o sconsigliare, facendo attenzione a non commettere un abuso di autorità, cadendo nel soggettivismo democraticista, secondo cui l’Autorità viene al singolo individuo dal basso.

Inoltre bisogna fare attenzione a non privare i fedeli della Messa tradizionale là ove ve ne è solo una dei due schieramenti (solo “vetero” o solo “neo Tradizionalisti”). Siamo Sacerdoti e non negozianti: se Cajo va a fare le compere al negozio di Cesare arreca danno al negozio di Tizio; invece se Sempronio va a Messa da don Antonio non arreca danno a don Petronio. Perciò il negoziante Tizio può desiderare che si vada a far spesa da lui e non da Cesare, ma don Petronio non ha nulla da perdere se un fedele si salva l’anima andando a Messa da don Antonio. Così i Domenicani non si turbano più di tanto se un fedele va a Messa dai Gesuiti, pur seguendo una scuola teologica assi diversa dalla loro.

In tempi catastrofici come questi (dal punto di vista dogmatico, morale, politico ed economico), bisogna fare il possibile per aiutare i fedeli ad avere i Sacramenti ed il Rito tradizionale, per vivere in grazia di Dio e salvarsi l’anima, e non impedire loro di frequentarli. È facile per il Sacerdote tradizionalista dire: “fate così o colà, andate qui e non là”, perché lui ha la Messa tradizionale quotidianamente assicurata. Ma quanto ad un fedele che vive in una metropoli, in cui vi è una sola Messa tradizionale celebrata da un solo Istituto, sarebbe gravemente imprudente proibirgli di frequentarlo, poiché si ritiene, soggettivisticamente e dal basso, che l’unico Istituto totalmente buono sia il nostro.

Attualmente, grosso modo, ci sono tre partiti: 1°) i “Neo-Tradizionalisti” che, rivendicando la piena regolarità del loro stato canonico, dicono: “si può assistere solo alla Messa celebrata in piena comunione con il Vescovo del luogo”. Ma, in questo caso, sorge – praticamente e conseguentemente – il problema dogmatico dell’accettazione della continuità del Concilio Vaticano II con la Tradizione apostolica ed il Magistero tradizionale e costante della Chiesa ed inoltre  il problema della piena ortodossia del Novus Ordo Missae.  Però tali problemi dogmatici (la cui soluzione positiva o accettazione è richiesta dai Vescovi e dall’attuale Pontefice per concedere ed ottenere l’incardinazione) sono superiori e più importanti di quello canonico (che pur ha il suo peso e non va disprezzato) della piena comunione con il Vescovo del luogo (“sine Episcopo nihil faciatis”, diceva SANT’IGNAZIO D’ANTIOCHIA, Philadeph., VII, 1) Infatti, se per essere in accordo con il Vescovo, debbo favorire l’errore nella Fede, allora “bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli Uomini” (Atti, V, 29).

Poi ci sono 2°) i “Vetero-Tradizionalisti” che, rivendicando la “primogenitura” dottrinale sulla critica alla Nuova Messa ed al Concilio Vaticano II, dicono: “solo il tale Istituto, che sin dall’inizio ha denunciato le novità del Concilio Vaticano II, possiede la pienezza della dottrina cattolica. Quindi si deve andare solo alla Messa celebrata dai suoi Ministri”. Ora, come recita il proverbio, «ogni Sacerdote nell’omelia può dire almeno tre “eresie” materiali». Inoltre ogni Ordine o Istituto ha i suoi lati d’ombra o sfumature dottrinali. Per esempio i Domenicani, i Francescani e i Gesuiti seguono tre dottrine teologiche assai diverse tra di loro (Tomismo, Scotismo, Suarezismo). Ma sarebbe un abuso di potere, oltre che una mancanza di buon senso, se i Gesuiti (o i Domenicani o i Francescani) dicessero: “si può andare solo alla Messa celebrata dalla ‘Compagnia di Gesù’ (o dall’ ‘Ordine dei Predicatori’ o dai ‘Frati Minori’)”.

Solo la Chiesa gerarchica può emettere una sentenza che vieti l’assistenza alla Messa celebrata da un Ministro o da un Ordine religioso (perché oggettivamente e gravemente eterodossi. Non dimentichiamo mai che l’ultimo giudizio vincolante spetta alla ‘Prima Sede’, la quale per volontà di Cristo si trova in Roma e specificatamente sul Colle Vaticano dove venne martirizzato e sepolto San Pietro sul quale soltanto poggia la Chiesa (volenti o nolenti, piacenti o spiacenti), alla quale sola è stata promessa l’indefettibilità, la perennità sino alla fine del mondo, l’infallibilità a certe determinate condizioni. Nessun Istituto può arrogarsi tali prerogative, neppure nella situazione di crisi nella Chiesa a partire dal Concilio Vaticano II. Se lo facesse si trasformerebbe in una setta prendendo la parte (l’Istituto) per il tutto (la Chiesa). 

La confusione dottrinale nella quale si naviga oggi non ha risparmiato nessuno e non si può veder chiaro a mezzanotte; umanamente parlando non si vede nessun “Francesco che ripari la Chiesa di Cristo”. Il Pastore è stato colpito ed il gregge è stato disperso. Nessun Istituto o Ordine può presumere di possedere la piena ed integra Verità dogmatica, morale e liturgica a scapito di tutti gli altri, che ne sarebbero totalmente o abbondantemente privi. Purtroppo anche nel Vertice della Chiesa si è “infiltrato il fumo di Satana”, come ha riconosciuto lo stesso Paolo VI. Quindi non ci si deve meravigliare dei nei di questo o quell’Istituto “vetero” o “neo-Tradizionale”. Non facciamo come il fariseo che salì a pregare al Tempio assieme al pubblicano ed iniziò a condannare tutti tranne se stesso, ma fu disapprovato da Dio. (Lc., XVIII, 9-14).

Qualcuno, infine, 3°) solleva il problema della validità della consacrazione nel Novus Ordo Missae. Ma tale problema non sussiste, poiché la sostanza della forma del Sacramento è rimasta e quindi se il Ministro, che celebra la Messa tradizionale, prende le ostie consacrate nel rito del Novus Ordo Missae per distribuire la Comunione ai fedeli, prende delle particole validamente consacrate, che hanno subìto quanto alla forma della Consacrazione una mutazione integrante, ma non essenziale.

Certamente il nuovo Rito della Messa – oggettivamente -  favorisce l’errore e l’eresia, ma non invalida in sé la presenza reale di Gesù nell’Ostia consacrata (cfr. S. TOMMASO D’AQUINO, S. Th., III, q. 78, a. 3. Sempre seguendo questa “terza pista” si arriva a considerare invalide le nuove Ordinazioni sacerdotali, le nuove Consacrazioni episcopali, i nuovi Sacramenti, lasciando i fedeli in balìa del “mondo, del demonio e della carne”. Si arriva a dire che le confessioni dei nuovi Sacerdoti sono invalide e si costringono i fedeli a restare senza assoluzione anche per lungo tempo … e così via. Si rischia, perciò, di fare come  “i Farisei, che impongono agli altri dei pesi gravi e difficili da portare, ma loro non li spostano neppure con un dito” (Mt., XXIII, 4;Lc., XI, 46).

Non è quindi corretto e neppure lecito arrogarsi dal basso soggettivisticamente, l’Autorità (che viene da Dio) di dire, obbligando, che non si può assistere alla Messa tradizionale di tale Ministro o di tale Istituto, poiché solo i Ministri di un solo Istituto sarebbero atti a celebrare in maniera perfetta, in quanto porgono oltre alla Messa anche l’integra dottrina tradizionale. Lutero ha introdotto il soggettivismo nel Cristianesimo, ha eliminato la Gerarchia, presumendo che il suo fosse l’unico vero Cristianesimo, ma ha prodotto un cataclisma. “Da piccoli fiocchi di neve nasce una valanga”, dice il proverbio. Seguendo questa via si sa da dove si comincia e non si sa dove si arriva.

Prima di emettere sentenze definitive con conseguenze talmente devastanti per le anime dei fedeli, e per di più senza averne l’autorità, si rifletta che la “salus animarum” e non il nostro interesse di campanile. Parafrasando il Vangelo si può dire: “cosa giova al Sacerdote se conquista tutti i fedeli del mondo e poi perde le loro anime?” (cfr Mt., XVI, 26). Non siamo così disumani da togliere agli uomini la suprema possibilità di salvarsi l’anima; non emettiamo leggi contrarie al bene supremo, ma aiutiamo le anime a salvarsi anche presso altri Sacerdoti o altri Istituti. 
  d. Curzio Nitoglia

40 commenti:

Dante Pastorelli ha detto...

Mi sembra che don Nitoglia riassuma in modo chiaro quello che noi, al contrario di lui o degl’Istituti da cui egli proviene, abbiamo sempre affermato circa la validità di tutti i Sacramenti amministrati dalla Chiesa “conciliare”, sulla validità, pur tra innegabili ombre del contesto, della Messa Novus Ordo, con particolare accentuazione della certezza della Transustanziazione. Abbiamo, noi definiti “indultisti” prima e successivamente “Summorum Pontificum” con tono sprezzante, sempre rigettato senza esitazioni le posizioni di coloro, persone e congregazioni religiose, che addirittura, tra uno sberleffo e l’altro, c’imputavano quale peccato grave non solo la partecipazione alla Messa NO, ma anche alla Messa VO celebrata dagl’Istituti Ecclesia Dei, o alla Messa tradizionale celebrata da un sacerdote diocesano.
Fa piacere ovviamente veder riconosciuta la correttezza dottrinale del nostro pluridecennale comportamento e del nostro continuo contestar posizioni settarie da parte di chi settario per diverso tempo è stato e s’è ricreduto. Ed anche di questo siamo felici e ringraziamo il Signore.
Sempre abbiamo sostenuto che la parola definitiva in materia così grave – validità di tutti i Sacramenti - per quanto sottili possano esser le argomentazioni dei teologi, debba venire dall’insegnamento sicuro della Chiesa.
Ed è proprio questo insegnamento sicuro che, dinnanzi all’indiscutibile degrado dottrinale imperversante nella Chiesa, noi chiediamo al Papa, per amor della Chiesa e non per spirito vanamente polemico, per corroborare la nostra ed altrui fede, anche quando, per la delusione generata dai nostri appelli filiali non ascoltati o non pervenuti al Padre, il nostro tono può risultar duro o almeno insistente e fastidioso.
Ma, delusione a parte, la Chiesa ha il suo centro a Roma e non altrove.

Anonimo ha detto...

Inserisco qui lo stralcio di una successiva riflessione di Don Curzio:
[...]
L’importante è che, in questi tempi così difficili ed apocalittici, i fedeli abbiano la Messa di Tradizione apostolica, l’insegnamento della Dottrina cattolica comune ed ufficiale contenuta nel Catechismo tradizionale (senza dover scendere in questioni teologiche ardue, ancora liberamente disputate) e si accostino regolarmente ai Sacramenti (specialmente la Confessione e la Comunione) per vivere in Grazia di Dio e salvarsi l’anima. “Salus animarum suprema lex”: è questo il principio che deve guidarci e non “inter-esse nostrum supremum jus”. Il Diritto Romano insegna: “summum jus, summa injuria; il diritto applicato troppo strettamente, può divenire la massima ingiustizia”, in breve: “il troppo storpia, ogni eccesso è un difetto”.

Il problema che non riesco a capire è quello di proibire (con quale Autorità?), anche addirittura sotto pena di peccato grave, di frequentare la Messa tradizionale celebrata da sacerdoti che seguono una tesi teologica non condivisa da noi sul problema dell’attuale crisi che agita l’ambiente cattolico. Problema che è ancora dibattuto e sul quale la Chiesa gerarchica non si è ancora pronunciata esplicitamente, in maniera dogmaticamente obbilgatoria e definitoria.

Sinceramente non vedo nessun sacerdote o Istituto sacerdotale fondato, assistito infallibilmente e indefettibilmente da Dio, né può esistere. Solo la Chiesa cattolica lo è. Ma – ahimè – oggi, con la Nuova Messa del 1970, il “fumo di satana è penetrato anche nella Chiesa”, come ha riconosciuto lo stesso Paolo VI. Se il nuovo rito “pone i fedeli nella tragica necessità di opzione” (cardinali Alfredo Ottaviani e Antonio Bacci) e si deve frequentare la Messa che la Chiesa ha sempre celebrato sin dall’era apostolica (“quod semper, quod ubique, quod ab omnibus”, S. Vincenzo da Lerino, Commonitorium), non si può proibire l’assistenza al Rito tradizionale, poiché si ritiene (a ragione o a torto) che gli unici a celebrare e predicare correttamente su ogni questione particolare della Teologia cattolica siamo soltanto noi. Occorre sempre distinguere una tesi teologica liberamente disputata dalla Dottrina comune ed ufficiale della Chiesa, da quella teologicamente certa o addirittura di Fede rivelata e definita.

La Chiesa è stata fondata gerarchicamente e monarchicamente, non democraticamente, da Gesù su Pietro ed i suoi successori, i Papi ai quali trasmette la sua Autorità; da loro viene la giurisdizione ai Vescovi i quali la delegano ai Parroci. Ora se “in tempi di grave crisi, che comincia ad invadere quasi tutta la Chiesa, occorre fare ciò che la Chiesa ha sempre fatto, evitando le novità”[2] (S. Vincenzo da Lerino, Commonitorium), e, quindi, “si può resistere pubblicamente ed eccezionalmente a decisioni dell’Autorità ecclesiastica” (Arnaldo Vidigal Xavier Da Silveira)[3], non è mai lecito attribuirsi una giurisdizione che non viene da noi, ma solo da Dio tramite il Papa. Se agissimo così, faremmo allora parte non più della Chiesa fondata da Cristo, ma di una “chiesuola” fondata ed immaginata da noi.
[...]

Dante Pastorelli ha detto...

Tutto giusto. Ma chiedo: sotto quale giurisdizione si colloca don Nitoglia? Chi è il suo vescovo di riferimento? Dov'è incardinato?

Anonimo ha detto...

Ma chiedo: sotto quale giurisdizione si colloca don Nitoglia?
lA PROPRIA Coscienza. Ed è il primo a dirlo.
Chi è il suo vescovo di riferimento?
In senso proprio,giuridicamente inteso, NESSUNO.
In senso di riferimento cultural-spirituale Mons. Williamson
Dov'è incardinato?
Da nessuna parte. Ha con la FSSPX, una sorta di rapporto di tipo "federativo"/ amicale/ collaborativo. Non pretende autorità che non ha.
Semplicemente, se la Chiesa fosse in ordine, sarebbe un ottimo salesiano. Dato che la Chiesa è in stato di desolazione, "SI SALVI CHI PUò".

don Camillo ha detto...

Sono molto grato a don Curzio per questo articolo e per il suo senso ecclesiale che mi ha sempre trasmesso con sincerità.

Per la tua domanda. E' cappellano della rivista SISINONO che fu di don Putti. E' notoriamente legata a doppio filo con la SPX. Ha ottimi rapporti con la SPX, so che gli è stata chiesta una docenza di filosofia al pre-seminario che si aprirà ad Albano quest'anno.

Le altre cose che so mi sono state riferite da lui in confidenza. Comunque non credo che sia un segreto la sua amicizia con alcuni vescovi residenziali, monsignori di curia e tanti sacerdoti.

don Camillo ha detto...

... e aggiungo anche qualche cardinale...

Circa l'anonimo. Don Curzio non è un bohemien, e certamente non si gloria del suo stato. La sola verità è che la sua collocazione è difficile non dal punto di vista teologico od ecclesiale, ma è difficile dal punto di vista "politico". E questo la dice lunga sullo stato di "salute" della Chiesa Cattolica e del suo stato di vera "libertà" anzi di vera "sudditanza" verso qualcuno. Ci può capire, capisca.!

Dante Pastorelli ha detto...

In sostanza don Nitoglia non ha alcuna giurisdizione, perché non è incardinato in alcuna diocesi e, pertanto, nessun vescovo gliel'ha trasmessa, come lui stesso molto correttamente scrive essere necessario.
Lasciamo perdere la giurisdizione della coscienza, son parole senza senso che cozzano con le argomentazioni solide del sacerdote.
I legami poi con la S. PIo X o i rapporti con prelati in senso canonico non hanno valore.
Che poi curi SISINONO lo sapevo d quando vidi ch'era sparito il nome di don Emanuele du Chalard come direttore.

viandante ha detto...

Non me la sento di scagliare pietre.
Lo so che non é corretto il paragone ma d'altronde la cosa più corretta sarebbe anche che ogni fedele potesse assistere alla Messa di sempre nella sua parrocchia e lì ricevere una formazione spirituale adeguata.
Invece siamo in molti a dover percorrere settimanalmente chilometri in auto per trovare una chiesa in cui si celebra la Messa di sempre.
Ma mi spingo più in là, noi siamo pienamente nella Chiesa se non riconosciamo piena autorità al Concilio Vaticano II? In fin dei conti il fatto discriminante per la FSSPX é proprio quello.

Anonimo ha detto...

Grazie per aver abbandonato la focalizzazione su don Curzio per tornare al contenuto dell'articolo, che è quanto mai attuale e interessante, perché troppe sono le discriminanti che costellano anche il mondo tradizionalista.

Abbiamo bisogno di punti di riferimento che mostrino chiarezza e competenza insieme.

Ebbene sì. Il concilio è divenuto la discriminante e riguarda anche noi... vediamo come evolverà la vicenda.

Dante Pastorelli ha detto...

Viandante ha ragione, ma quello che lui dice e che noi più vecchi da tanto auspichiamo, da 50 anni più o meno, resta per ora un'utopia. E credo che tale resterà a lungo.

Il mio accenno alla posizione di d. Nitoglia non era alla sua individuale posizione, ma alla posizione di tutti coloro che si trovano in simile stato canonico.

Egli correttamente ripresenta la dottrina della Chiesa sull'autorità gerarchica e sul potere di giurisdizione.
Sappiamo bene che gli ordini maggiori sono di istituzione divina. L'episcopato è d'istituzione divina, ma s'è discusso se il potere di giurisdizione derivi dall'atto della consacrazione, e quindi sia d'origine divina, o sia concessa dal Papa. Pio VI con un breve contro Febronio, se non ricordo male il titolo è Super soliditate petrae, e poi Pio XII nella Mystici Corporis hanno tagliato la testa al toro: è il Papa che conferisce la giurisdizione ai vescovi, e questi ai parroci...
Dunque, per l'esercizio pieno del sacerdozio ad un prete occorre un potere di giurisdizione che lo autorizzi per fare quel che la Chiesa ha sempre fatto.
Dice don Curzio che in periodi eccezionali eccezionalmente si può resistere alla legittima autorità, ma senza usurpare il potere di giurisdizione. Anche questo non ci è nuovo. Ma se questo periodo eccezionale si prolunga nel tempo e non se ne vede il termine? E' una domanda cui non risponde. Il problema resta sospeso. Può la Chiesa restare per tanto tempo in istato di eccezionalità e può durare tanto a lungo la resistenza all'Autorità?
I sacerdoti privi di regolarità canonica, è una domanda ricorrente, assolvono validamente? Di matrimoni celebrati da sacerdoti della SPX si dice che la S. Sede ne abbia annullati diversi.

Quanto al reciproco ostracismo tra tradizionalisti vecchi e nuovi la mia personale esperienza, che vale per quel che vale essendo individuale ma anche più ampia seppur de relato, non è positiva: in genere sono i sacerdoti della S.Pio X a distogliere i fedeli dal frequentare la Messa celebrata da altri istituti o da sacerdoti diocesani. Da parte di istituti Ecclesia Dei che ho frequentato o frequento mai m'è stato detto che ero in peccato a partecipar alla Messa presso la cappella S. Chiara di Firenze quando lo facevo perché libero da impegni con la "mia" chiesa.
Anzi ho sempre sentito da parte di buoni sacerdoti vivo rammarico per la divisione che sembra incolmabile.

In conclusione: ottima la ricostruzione anche storica di d. Nitoglia, ma non chiarisce dubbi semmai ne crea di nuovi; equilibrato il suo invito ad evitare condanne tra fratelli sacerdoti ora divisi ma che in fondo hanno lo stesso scopo: riportare la Tradizione vera nella Chiesa, dare ai cattolici la Messa priva di zone d'ombra, rievangelizzare il mondo.

Ambrosius ha detto...

[oof-toppic]

Mic,

Mons. Pozzo lasciarà la Comissione Ecclesia Dei, guarda:

http://www.leforumcatholique.org/message.php?num=646102

Perplesso ha detto...

In conclusione: ottima la ricostruzione anche storica di d. Nitoglia, ma non chiarisce dubbi semmai ne crea di nuovi;


Credo che i dubbi ulteriori derivino non tanto dalla ricostruzione storica quanto dalla inedita grave situazione di dicotomia ormai sempre più evidente.

Dante Pastorelli ha detto...

I dubbi non erano riferiti alla ricostruzione storica ma alla situazione attuale della Chiesa e dei sacerdoti come lui.

hpoirot ha detto...

@Dante. Non facciamo i fiscalisti! Si adora Dio in spirito di verità non in francobolli...

I dubbi sulla situazione attuale della Chiesa ce li ho anch'io ma per i sacerdoti che sono in pieno dentro la chiesa (come questi)

Verona, domenica 7 ottobre 2012.
Prima assoluta in Italia con i più importanti interpreti del flamenco religioso spagnoli
Messa con balli Flamenco a S. Fermo Maggiore


http://www.borgotrentoverona.org/index.php?module=Pagesetter&func=viewpub&tid=2&pid=2687

Lore ha detto...

Dante gli istituti Ecc. Dei e indultisti hanno ben altre contraddizioni. Per il resto, bisognerebbe studiarsi bene lo stato di necessità (sì, può durare anche decenni) e altre motivazioni di base a certe indicazioni della fsspx (mai pervenute al sottoscritto proibizioni a partecipare a messe SP).
Matrimoni annullati dalla sacra rota, che annulla a cani e porci? Vabbé...

A parte le polemiche, sono grato a don Curzio (che NON è sempre allineato alle posizioni della fraternità, non appartenendoci del resto) per questo bell'articolo, equilibrato e ponderato. Che Dio lo conservi a lungo.

Dante Pastorelli ha detto...

Non volevo essere "fiscalista" (magari lo fossi, sarei parecchio più benestante).
I dubbi cui alludi credo che li nutriamo tutti (o quasi) noi.
A quel che proponi di vedere e che ho già visto, Poirot, si potrebbero aggiungere tante altre non gloriose gesta.
I dubbi cui alludevo io sono quelli che suscita lo scritto peraltro teologicamente corretto di d. Nitoglia. Descrive un quadro di storia ed attualità, instaura un pur cauto raffronto e poi? I dubbi restano, non sono fugati, anzi, raddoppiati perché si riconosce che non si può resistere alla gerarchia se non in casi eccezionali, mentre quest'eccezionalità sta diventando normalità per sacerdoti di qualche congregazione religiosa i cui membri son privi di giurisdizione.
E allora lui come risolve il problema? Continuare a resistere e disobbedire? Non ho capito la conclusione, sempre che ci sia e che Nitoglia volesse tirararla, naturalmente.

Dante Pastorelli ha detto...

Lore, non so quanti anni tu abbia, so quanti ne ho io, tanti ormai, e, quindi, credo che lo stato di necessità l'ho studiato e soprattutto l'ho vissuto e sofferto a partir dal concilio.
Non ho inteso minimamente proporre un raffronto tra istituti Ecclesia Dei e Fraternità, la distinzione tra i quali è evidente. Non so a quali contraddizioni degl'indultisti e degli Ecclesia Dei ecc. tu alluda. Non mancheranno senz'altro, però vedo che svolgono un'intensa azione pastorale ed evangelizzatrice, anche in grandi parrocchie, specie negli USA.

Son felice che nessuna pressione ti sia stata fatta, purtroppo a miei amici, in Italia ed anche in Germania e Francia sono state fatte e tante, così da confondergli le idee. Ed in questo campo mi sembra d. Nitoglia sia molto equilibrato e da apprezzare.
Quanto all'annullamento dei matrimoni su cui in tempi recenti s'è, a mio avviso, largheggiato, c'è una differenza sostanziale: quelli celebrati alla presenza della Fraternità peccano di giurisdizione, gli altri avranno avuto seri motivi di nullità. Non voglio credere che sian i tribunali ad imbrogliare, semmai ci saranno stati falsi testimoni.
Resta la difficoltà di tutto il quadro della Chiesa di oggi. Io capisco anche la persistente azione della S.P.X, ma allo stato attuale non vedo dove possa portare. Ripeto quel che ho sempre scritto: la Chiesa è a Roma, lontano si può finire di diventar una setta. Ed il danno alla buona battaglia sarebbe gravissimo.
Per questo ho tanto sperato nei colloqui dottrinali e nell'azione di mons. Fellay. Purtroppo credo che la soluzione chiara e nella verità, oltre che nella carità, si stia tremendamente allontanando. Ma io non dispero.

Antonio ha detto...

http://www.antoniosocci.com/2012/10/se-la-chiesa-appoggia-monti-ci-sono-delle-ragioni-serie/

Scusate il fuori tema, ma questa può essere l'ennesima dimostrazione della diabolica confusione che ha in testa l'autore di questo articolo, spesso elogiato in questo blog. Ditemi voi se questo è cattolicesimo.

lorenza ha detto...

Le pressioni da parte della fraternità san pio X su coloro che frequentano la Messa v.o "summorum pontificum" ci sono eccome!Io questa divisione la vivo nella mia famiglia ed è fonte di grande sofferenza. Allo stesso modo ci sono le derive sedevacantiste nella Fraternità: molti fedeli hanno pregato perchè la fraternità non si riconciliasse con Roma, molti si considerano ormai facenti parte dell'unica vera Chiesa separata da Roma, su cui siede l'Anticristo.Io ovviamente non condivido, ed ormai su questi temi evitiamo il confronto: ho trovato una Santa Messa domenicale "concessa" dal Vescovo, facciamo catchismo una volta al mese, ora facciamo l'adorazione eucaristica,e cerchiamo di crescere nella fede nell'alveo della trdizione. Devo però ammettere che se non posso condividere la posizione di molti di coloro che frequentano la SPX nella mia città, che trovo duri e privi di speranza, ancora peggio va coi modernisti:ci detestano, sparlano, usano ogni mezzo per screditarci come persone: e il più delle volte sono preti!

Anonimo ha detto...

"la Chiesa è a Roma, lontano si può finire di diventar una setta."

questo discorso ha un punto debole: "Roma" ormai approva ESSA stessa le sette, vedi CNC. e non è un'inezia. Dunque ?......
E' fondamentale stabilire che cosa si intenda con "Roma", quale Roma, quella che secondo innovazione conciliare stabilisce che tutte le varie forme di cattolicità, pentecostali, (rns) ereticali giudaiche(cnc) sincretiche ireniche (focolarini) ecc. sono parimenti veramente cattoliche ?
ma questa Roma che ragiona così non mi pare la Roma di circa 2000 anni trascorsi prima del grande aggiornamento, (Assisi compreso).
O è la stessa e io ho le traveggole ?
è una nuova forma di "chiesa cattolica" che comprende anche i luterani, scismatici e simili ?
allora non c'è problema, tutti i settari ne fanno parte.
Situazione che ricorda le scale di Escher.

Anonimo ha detto...

Se la San Pio X, ha scelto questa soluzione, la colpa è di Roma. Non è stata la San Pio X a fare il voltafaccia, quando sembrava ormai raggiunto l'accordo. Così abbiamo scoperto la vera natura di certa gente di Curia, quindi non prendiamocela con chi continua ad agire per la difesa della fede.

Anonimo ha detto...

dimostrazione della diabolica confusione che ha in testa l'autore di questo articolo, spesso elogiato in questo blog. Ditemi voi se questo è cattolicesimo.

Sì la confusione è tanta a tanto il degrado etico. La crisi della Chiesa si riverbera per ogni dove. Infatti non si può pensare che la crisi della nostra civiltà non riguardi innanzitutto la sfera spirituale: il resto è specchio e conseguenza.

Anonimo ha detto...

Se la San Pio X, ha scelto questa soluzione, la colpa è di Roma. Non è stata la San Pio X a fare il voltafaccia, quando sembrava ormai raggiunto l'accordo. Così abbiamo scoperto la vera natura di certa gente di Curia, quindi non prendiamocela con chi continua ad agire per la difesa della fede.

Abbiamo scoperto la vera natura della parte dominante della Curie e, nello stesso tempo, purtroppo abbiamo scoperto, con altrettanto sconcerto e dolore, le lacerazioni all'interno della Fraternità, che sono le stesse del resto del mondo tradizionalista.
Dovrebbero rendersi conto che l'inquinamento è generale e fonte di contagio non è solo la "Roma modernista", che non può essere considerata il male-assoluto (il male ha anche altre sfaccettature che si corre il rischio di non riconoscere), perché in essa non si può identificare l'intera Chiesa; anche se in questo momento storico non si può disconoscere la drammatica problematicità di una visibilità sviante per i più... .

Dante Pastorelli ha detto...

Ancora non conosciamo se ci sia stato il voltafaccia del Papa. O se si tratti di un'attenuante della S. Pio X al proprio voltafaccia. Se, in sostanza la S. Pio X sia stata sull'orlo di una spaccatura così profonda e vasta da richiedere passi indietro. Magari, e non mi meraviglierebbe, d'accordo con consiglieri curiali.

Lorenza ha detto...

Certo che c'è stato il voltafaccia . Altrimenti bastava dire, dal primo giorno , che il concilio va accettato senza discutere, ed avremmo chiuso i colloqui già all'inizio. Fellay si è esposto, poveretto, ritengo di potersi fidare. Invece dentro il Vaticano e dentro la fraternità si lavorava contro: e non solo recitando orazioni! Cosi alla fine i due estremi hanno vinto, trovandosi paradossalmente d'accordo su un unico punto, sia pure per ragioni opposte: la f Spx non deve contaminare o contaminarsi con la chiesa di Roma. Ho provato affetto e stima per fellay in questo frangente, un po' meno per chi gli sta intorno, e mi spiace dirlo pure per il Papa. Egli non chiede di sottoscrivere dichiarazioni di fede agli innumerevoli eretici che popolano la Chiesa cattolica occupando posti di rilievo, ed ha usato con la fraternità una intransigenza che ci piacerebbe vedere in altre ben più gravi occasioni. Aggiungo e chiudo, che il pontificato attuale sembra aver subito un'inattesa involuzione, e dal mio punto di vista ritengo che il ruolo positivo, sia pure con molti distinguo, che B XVI ha svolto per la restaurazione della Chiesa si sia concluso .

Dante Pastorelli ha detto...

Devo però ammettere che se non posso condividere la posizione di molti di coloro che frequentano la SPX nella mia città, che trovo duri e privi di speranza, ancora peggio va coi modernisti: ci detestano, sparlano, usano ogni mezzo per screditarci come persone: e il più delle volte sono preti!
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In ambiente ecclesiastico certamente non a noi vicino, devo dire che - a parte i tromboni sfiatati del neomodernismo da cui non ci si deve niente attendere se non inimicizia - via via sto trovando riscontri anche pratici ben diversi che in passato, aperture, comprensione ed anche aiuto concreto.
L'ultimo esempio: il nostro Oratorio di S. Francesco Poverino è chiuso per lavori di ristrutturazione e restauro, lavori importanti e costosi fra l'altro. Bene, nella grande basilica della SS.ma Annunziata, nella cui omonima piazza osorge il nostro oratorio, ci è stata concessa senza un minimo cenno di remora, anzi, con grande spirito fraterno, l'importante e bella Cappella del Capitolo che s'apre sul chiostro dove ora celebriamo la Messa e la celebreremo sino a lavori ultimati.
Si erano detti disponibili anche i parroci di due altre importanti chiese, ma per noi la SS.ma Annunziata era ovviamente la sistemazione più opportuna.
Se gli orari l'avessero consentito, avremmo potuto celebrare direttamente in basilica all'altare della Madonna: ma in questo tempio, meta di tutti i devoti alla Vergine, ad ogni ora v'è una Messa parrocchiale.
I rappporti con il Cardinale S.E. Giuseppe Betori ed altri esponenti della Curia sono di sincero rispetto reciproco e spirito di collaborazione e con diversi fra di essi anche di familiarità.
Il tempo ed un lavoro semplice, non gridato ma efficace stan facendo cadere steccati e diffidenze.

Luisa ha detto...

Il volta faccia, il dietro front o comunque vogliasi chiamarlo c`è stato, la Dichiarazione dottrinale di Mons. Fellay è stata accettata, e come avrebbe potuto non esserlo, malgrado tutte le opposizioni intra e extra muros vaticani e quelle interne alla FSSPX, Mons. Fellay era fiducioso, i suoi interventi moderati, penso in particolare allla sua omelia della Messa Caena Domini, ci davano buone ragioni di sperare e poi ...patatrac! Arriva il 13 giugno con le NUOVE richieste
della Commissione, e il sabotaggio di 9 mesi di trattative.
Che poi il Papa sia stato d`accordo purtroppo non mi stupisce, non lo vedo affatto, ancor meno in questo momento, sconfessare i suoi vescovi.

Anonimo ha detto...

Grazie, Lorenza, per le tue parole circa il reale voltafaccia di Roma, che alcuni ostinatamente negano. Finalmente un po' di verità (autentica, vissuta sulla propria pelle e detta con schiettezza, non finta verità, ipocrita, "corretta" per piacere al potere, semipolitica o filtrata dai media e megafoni di regime). Per aver detto le stesse cose che tu ora testimoni, ho subito insulti a raffica su alcuni blog, compreso questo. Avevo semplicemente intuito che mons. Fellay si era fidato un po' troppo, con troppo ottimismo, di chi doveva diffidare, con santa prudenza, date le premesse di andatura duplice e ondivagante in tante circostanze e decisioni governative......speriamo che almeno a te credano, senza offenderti gratuitamente, come hanno fatto con altri. La verità prima o poi viene fuori, e "non ha bisogno di essere difesa" (?), come certe persone autorevoli hanno detto. (Magari si potesse difendere da sola, in tempo prima di essere totalmente massacrata, infangata, crocifissa e seppellita...)
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Luisa ha detto...

Aggiungo che condivido lo sconcerto di Lorenza, l`intolleranza e l`intransigenza verso la FSSPX se non mi stupisce quando sono i vescovi al potere a manifestarle, mi stupisce quando è il Papa a sottoscriverla.
In effetti quell`intransigenza stride con la tolleranza nei confronti di chi nella Chiesa diffonde insegnamenti al limite dell`eresia se non eretici tout court, di chi sta sovvertendo i fondamenti della nostra Fede, di chi sta violentando la sacra Liturgia.
Quanti individui, cattivi maestri, guru sedicenti ispirati, comunità, gruppi e associazioni possono coltivare il loro orticello, fare la loro minestra con i loro ingredienti, e possono farlo in tutta libertà senza che nessuno venga disturbarli.
Ogni tanto il Papa li riceve, ripete le frasi abituali dei doni dello Spirito Santo che sarebbero quei gruppi, fa i soliti richiami, le solite raccomandazioni,li esorta a coltivare la comunione con la Chiesa e poi, dopo averlo appludito, quei gruppi ritorneranno a casa, conservando del discorso del Papa solo le lodi e cancellando richiami e esortazioni.
A questi gruppi non è chiesto di firmare un premabolo dottrinale, sono già al caldo nella Chiesa, sicuri della loro libetà e della forza dei loro numeri e delle loro protezioni.
Non rispettano la Liturgia, del Magistero, quando lo conoscono, conservano ciò che fa comodo e lo interpretano a modo loro, la Tradizione, per molti, assomiglia ad una brutta parola che spuzza di muffa, ma...per costoro niente preamboli anzi...sono considerati la speranza per il futuro della Chiesa.

Lorenza ha detto...

Sono ben lieta che non sia dappertutto come nella mia città.
Qui è dura per il povero prete che celebra v.o, e mentre i giornali ci hanno trattati con benevola curiosità i preti si sono scagliati con rabbia contro di noi sulla stampa locale (titolo: mons.....: che orrore quella messa). Il vescovo non ci ama e il rettore della chiesa interviene una volta sì e l' altra anche con durissime reprimende di elevato tono spirituale , triplo: le offerte sono poche, non si può andare avanti cosi!
In ogni caso tutti vigilano che non si diffonda il contagio! Noi invece vogliamo essere contagiosi e organizziamo anche incontri ed occasioni per diffondere la sana dottrina ela vera liturgia

Anonimo ha detto...

speriamo che almeno a te credano, senza offenderti gratuitamente, come hanno fatto con altri. La verità prima o poi viene fuori, e "non ha bisogno di essere difesa" (?), come certe persone autorevoli hanno detto. (Magari si potesse difendere da sola, in tempo prima di essere totalmente massacrata, infangata, crocifissa e seppellita...)

Questo lettore deluso non credo sia mai stato offeso gratuitamente. Nei giorni scorsi ci sono stati molti (troppi) aggressori a loro volta aggrediti a causa del loro stile carico di insulti e di animosità.

Premesso che è evidente che non approvo né gli aggressori né gli aggrediti che aggrediscono a loro volta, è a questo stile polemico e accusatorio che non porta da nessuna parte che non lascio spazio.

Quanto al fatto che ho affermato che la verità non ha bisogno di essere difesa, non lo dicevo del senso di negare l'Apologetica che serve, eccome! Lo dicevo nel senso che la verità che crediamo di possedere non va sbattuta in faccia ma va mostrata, perché chi è in grado di riconoscerla possa accoglierla. E ciò può accadere solo in un clima non conflittuale.

Ovviamente, il conflitto non è evitabile né dentro di noi né fuori di noi quando ci troviamo di fronte e nemici dichiarati e irriducibili.

Ma, in un contesto come questo, non può passare alcun messaggio positivo se siamo sempre sul chi vive e pretendiamo imporre ad altri il nostro punto di vista che può esser giusto quanto si vuole, ma se esternato con arroganza, colpisce l'interlocutore innanzitutto con l'arroganza e in qualche modo vanifica il messaggio che porta con sé.

Anonimo ha detto...

In ogni caso tutti vigilano che non si diffonda il contagio! Noi invece vogliamo essere contagiosi e organizziamo anche incontri ed occasioni per diffondere la sana dottrina ela vera liturgia

Esattamente quel che accade nel nostro contesto. Ma non ci arrendiamo e Deo adiuvante speriamo di andare avanti e crescere in numero, sapienza e grazia...

Dante Pastorelli ha detto...

Io ho sempre detto che un giudizio sulla questione del voltafaccia - che se fosse vero sarebbe una macchia indelebile su questo pontificato - potrà esser discussa quando saranno note le diverse redazioni - se ce ne sono state - del misterioso preambolo.
Noi non sappiamo niente di certo al riguardo se non voci più o meno interessate.

Marco Marchesini ha detto...

Per la Santa Messa dopo il Motu Proprio del Papa la situazione è migliorata. Sono fiorite tante nuove Sante Messe in rito straordinario.

Per i problemi dottrinali siamo al disastro. E' andata nel modo peggiore. Il Papa ha imposto la continuità assoluta alla FSSPX, non con un pronunciamento infallibile ovviamente.
Che ne è del dibattito in corso in seno alla stessa Chiesa tra mons. Gherardini, Lanzetta, De Mattei da un lato e don Cantoni, Inos biffi, Ocariz dall'altro?
Che ne è dei vari appelli alla Santa Sede senza risposta?

Personalmente sono molto amareggiato.

E' è vero che con difficoltà riesco a digerire il fatto che in alcuni testi del Concilio in sé stessi siano assurdi e blasfemi, come il grande teologo mons. Gherardini, quello di cui più mi fido, ha affermato.

La tesi dell'assoluta continuità però non regge. La Santa Sede deve permettere maggiore libertà di critica. La crisi non ha avuto origine nel nulla.

Luisa ha detto...

Per mostrare la realtà della discontinuità, della rottura, basterebbe riferirsi a quei nuovi movimenti sorti come funghi dopo il Vaticano II, definiti frutti della primavera conciliare, doni dello Spirito Santo, sono, non tutti, emblematici dell`interpretazione del CVII in rottura con la Tradizione, quei movimenti, non sarebbero stati approvati prima del Vaticano II.
Rottura con la Tradizione, spesso schernita e derisa, rottura con la Liturgia, piegata alla fantasia contorta di iniziatori illuminati, Magistero ignorato e sostituito da magisteri paralleli o addirittura "insegnamenti" ..."ispirati"...di laici.
Ma sono lodati e dati in esempio, sono inviati ad evangelizzare.
Ma tutto va bene Madame la Marquise e si continua a pretendere che c`è continuità, non si può dimostrarla ma si esige che, anestetizzando mente e coscienza, i cattolici non la mettino in discussione.

Lorenza ha detto...

Sono molte ormai le voci critiche sul concilio.E ,ovviamente la gazzarra celebrativa dei 50 anni del vat. II sta alzando i toni. Credo peró che il molto rumore non servirà ad imprigionare la realtà: ovvero finalmente le voci dissenzienti , ancorchè minoritarie, si fanno sentire. Cosa ancora più importante queste voci vengono da gente che ha fede, lavora, lotta, si impegna per Cristo e per la fede. I vaticanosecondisti sono dei morti di sonno e si squagliano come neve al sole quando è ora di combattere ed affermare la fede e i valori della società cristiana. I tradizionalisti resteranno forse minoranza, ma saranno il lievito e il sale in un'epoca in cui vescovi e sacerdoti sono diventati tiepidi ed insipidi. Ciò non toglie la sofferenza per l' attuale devastazione e la necessitá di pregare per noi e per la Chiesa, affidandoci alla mediazione della Vergine. Certo, sono convinta che la regolarizzazione della Fraternitá sarebbe stata un segnale importantissimo per tutti coloro che giudicano lo stato attuale alla luce della Tradizione. Non è andata così: dobbiamo però credere che il Signore, che é anche Signore della storia, attraverso strade e disegni per noi impensabili, ci porterà la vittoria.

Dante Pastorelli ha detto...

In linea generale condivido quel che ha scritto Lorenza, soprattutto nella seconda parte dell'intervento.
Tuttavia, per esperienza, mi sento di avvertire: mai sottovalutare gli avversari - non voglio parlare di nemici nostri, semmai della Chiesa -, la maggior parte dei quali ha le mani sulle leve del potere, e da posizioni di forza posson ancora e chissà per quanti decenni ancora far danni enormi e tentare, almeno tentare, di chiuder le libere bocche o denigrare dinnanzi all'opinione pubblica esimi teologi, dato che non sono in grado di contraddirli con argomentazioni serie e razionali. Né son da sottovalutare i conservatori vaticansecondisti che qualche ambiguità nei documenti dell'ultima assise ecumenica vedono, però... e danno una base, fragile invero, ai portavoce dei progressisti.
I vaticansecondosti non son morti di sonno quando devon dar colpi alla santa struttura gerarchica della Chiesa: dormono soltanto dopo aver distrutto o scalcinato.
Certi cosiddetti tradizionalisti, intendo quelli che usan la difesa della santa religione a fini di propaganda politica, sono un' altra realtà negativa da non sottovalutare.

Dante Pastorelli ha detto...

Anonimo ha detto...
"la Chiesa è a Roma, lontano si può finire di diventar una setta."
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Quelle che sottolinei non son inezie. Ma dimostrami che il Papa non è a Roma, e che non a Roma sia la Sede di Pietro, ma ad Econe o a Verrua Savoia.
Le dstinzioni tra i vari gradi del Magistero, e tra Pietro e Simone, van sempre tenute presenti. Solo da Roma scende la grazia divina, perché a Roma per volontà di Cristo s'è fissata la Sede di Pietro.


Marco Marchesini ha detto...

Ormai la distinzione tra Magistero infallibile e Magistero fallibile è diventata di capitale importanza per combattere due eccessi, o meglio due facce della stessa medaglia:

1) L'infalliblismo totale per cui ogni ragionevole critica al Magistero fallibile diventa un imperdonabile affronto all'autorità.
2) Il sedevacantismo che rifiuta di considerare gli atti di Magistero fallibile, che contengono errori contro la Tradizione, come atti di insegnamento delle legittime autorità. Si afferma che le persone rivestite di importanti cariche ecclesiali cessano di essere tali: vacanza materiale/formale d'autorità, Papa eretico materiale/formale, ecc...

Dante Pastorelli ha detto...

Sedevacantismo e papolatria, termine coniato credo dal dottissimo mons. Spadafora,
sono gli estremi erronei odierni in campo ecclesiale.