Uno dei pochi elementi "di stile tradizionale" introdotti nella liturgia papale durante il regno di Benedetto XVI, sostanzialmente sopravvissuti finora nell'attuale pontificato era la pratica di richiedere a coloro che ricevono la comunione dal Papa di farlo in ginocchio e sulla lingua. A essere più precisi: nelle sue Messe per il pubblico, Papa Francesco aveva di solito dato la comunione ai diaconi (che l'hanno sempre ricevuta in ginocchio), mentre notoriamente si astiene dal dare la comunione ai laici. Tuttavia, i diaconi papali avevano sempre dato la comunione al posto del Papa, e coloro che la ricevevano hanno continuato a essere tenuti a inginocchiarsi e riceverla sulla lingua. Per molti di coloro che erano stati in ansia per le modifiche apportate alle liturgie papali dal marzo 2013, la sopravvivenza di questa pratica nelle Messe pubbliche del Papa è stata una grande consolazione.
La Messa papale di domenica presso la parrocchia "Santi Elisabetta e Zaccaria", prima visita pastorale del Papa in una parrocchia romana al di fuori dello stesso Vaticano, ha visto il Papa dare la prima comunione a diversi bambini (e almeno un adulto). Il video completo della Messa può essere trovato qui, [qui dal Sito Vaticano] con la comunione dei bambini a partire da 01:49:15.
Ha dato la comunione ai bambini (e agli adulti), al loro posto, e lo ha fatto senza una patena (anche se ha prima intinto l'ostia nel Preziosissimo Sangue). E' abbastanza chiaro da filmati e fotografie della Messa che ci fosse uno spazio più che sufficiente per porre un inginocchiatoio di fronte al Papa e, sicuramente, l'impiego di un inginocchiatoio e di una patena non sarebbe stato impossibile in una parrocchia romana per una Messa papale!
Per quanti sono tentati di respingere il significato di questa azione: è da considerare che ha avuto luogo nella prima Messa del Papa in una parrocchia della sua diocesi fuori del Vaticano, in una Messa che è stata trasmessa in diretta dal Centro Televisivo Vaticano e che ha avuto luogo non in un normale giorno della settimana o in una Domenica qualunque, ma in una delle grandi feste dell'anno liturgico. E, per di più, perché ha avuto luogo in una parrocchia della sua diocesi, e non può non mandare un chiaro segnale di ciò che egli ritiene appropriato ad una tipica liturgia parrocchiale. (Per inciso, anche la cosiddetta "cura dell'altare benedettiano" è stata ridotta in questa Messa a due piccole candele e un piccolo crocifisso al centro dell'altare.)
Durante il pontificato di Papa Benedetto XVI, ogni piccolo "restauro" di elementi tradizionali della liturgia papale è stato spesso sbandierato come un altro passo epocale nella restaurazione della liturgia per la Chiesa intera. E ci sembra assurdo e incoerente che, ora che un altro papa regna, l'"esempio papale" nella liturgia in alcuni ambienti "conservatori" è improvvisamente trattato come "irrilevante" e come di poca o nessuna importanza, qualcosa che è meglio ignorare e che non necessita di commenti. Purtroppo, la restaurazione della sacra liturgia non può mai essere costruita su un pio desiderio, o su un diniego, o tirando fuori scuse strane e improbabili (a volte, in nome della carità!) per spiegare l'ovvio.
[Traduzione a cura di Chiesa e post concilio]
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