Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 6 agosto 2015

6 agosto. Per non dimenticare: Hiroshima

Facciamo memoria, per non dimenticare l'orrore di una guerra che mostra la faccia oscura del progresso usato in maniera distruttiva. Ma è proprio in quel contesto di orrore e di morte che ricordiamo uno spicchio di cielo nel miracolo vissuto e raccontato dalla locale piccola comunità gesuita. Cito dalla fonte: « Ecco il messaggio pieno di speranza di Hiroshima: La preghiera del Rosario è più forte della bomba atomica! Oggi, nel centro della città ricostruita di Hiroshima, si trova una chiesa dedicata alla Madonna. Le 15 vetrate mostrano i 15 misteri del Rosario, che si prega in questa chiesa giorno e notte ».

Verso le 8,15 del 6 agosto 1945, la prima bomba atomica, mai sganciata nella storia dell'umanità, esplodeva, approssimativamente, ad un'altezza di 580 metri sul centro di Hiroshima, portata sulla città dal bombardiere B29 Enola Gay, partito dall'isola di Tinian, nella base navale di Guam. In pochi istanti, la città si ridusse ad una piana inaridita. Ancora oggi, è difficile arrivare ad una stima precisa del numero totale delle persone che perirono a Hroshima, in seguito all'esplosione atomica. Poiché gli effetti della bomba si manifestarono per un lungo periodo di tempo, il totale dei morti stimati varia a seconda della data in cui venne fatto il rilevamento. Si calcola comunque che, alla fine del dicembre 1945, il numero delle vittime fosse di ben superiore alle 150.000
La piccola comunità di 8 gesuiti, situata in una canonica distante solo 8 isolati dallo scoppio della bomba, rimase miracolosamente illesa insieme alla casa, mentre non scampò alcuna persona nel raggio di un chilometro e mezzo dal centro dell'esplosione.

Nagasaki: corona del rosario fusa
dal calore dell'esplosione atomica,
reperita a 600 metri dal punto
dell'esplosione del 9 agosto 1945
Lo scopo dichiarato era quello di annientare il potere militare giapponese. I quattro Padri gesuiti vivevano in una parrocchia distante solo otto isolati dal centro dell'esplosione. Per un giorno intero i quattro gesuiti furono avvolti in una specie di inferno di fuoco, di fumo e di radiazioni. Nessuno dei quattro Padri fu contaminato dalle radiazioni atomiche, e la loro casa era rimasta ancora in piedi, mentre tutte le altre case intorno furono distrutte e ridotte ad un cumulo di macerie incenerite. Nessuno dei duecento medici americani e giapponesi, seppero mai spiegare come mai, dopo 33 anni dallo scoppio dell'atomica, nessuno degli 8 Padri aveva mai sofferto o aveva riportato conseguenze da quella esplosione atomica e continuavano a vivere in ottima salute.

Interrogati, i Padri avevano sempre risposto: «Avevamo sempre recitato il Rosario tutti i giorni, per cui abbiamo concluso che la preghiera del Rosario fu più forte della bomba atomica». Oggi, nel centro risorto di Hiroshima sorge una chiesa dedicata alla Madonna. Le 15 vetrate mostrano i 15 misteri del Rosario, dove si prega giorno e notte.

Il racconto di Padre Schiffer

Padre Hubert Schiffer aveva 30 anni elavorava nella parrocchia dell’Assunzione di Maria, a Hiroshima. Ha dato la sua testimonianza davanti a decine di migliaia di persone:
“Attorno a me c’era soltanto una luce abbagliante. Tutto a un tratto, tutto si riempì istantaneamente da una esplosione terribile. Sono stato scaraventato nell’aria. Poi si è fatto tutto buio, silenzio, niente. Mi sono trovato su una trave di legno spaccata, con la faccia verso il basso. Il sangue scorreva sulla guancia. Non ho visto niente, non ho sentito niente. Ho creduto di essere morto. Poi ho sentito la mia propria voce. Questo è stato il più terribile di tutti quegli eventi. Mi ha fatto capire che ero ancora vivo e ho cominciato a rendermi conto che c’era stata una terribile catastrofe! Per un giorno intero i miei tre confratelli ed io siamo stati in questo inferno di fuoco, di fumo e radiazioni, finché siamo stati trovati ed aiutati da soccorritori. Tutti eravamo feriti, ma con la grazia di Dio siamo sopravvissuti”.
Nessuno sa spiegare con logica umana, perché questi quattro padri gesuiti furono i soli sopravvissuti entro un raggio di 1.500 metri. Per tutti gli esperti rimane un enigma, perché nessuno dei quattro padri è rimasto contaminato dalla radiazione atomica, e perché la loro casa, la casa parrocchiale, era ancora in piedi, mentre tutte le altre case intorno erano state distrutte e bruciate. Anche i 200 medici americani e giapponesi che, secondo le loro stesse testimonianze, hanno esaminato padre Schiffer, non hanno trovato nessuna spiegazione a perché mai, dopo 33 anni dallo scoppio, il padre non soffriva nessuna conseguenza dell’esplosione atomica e continuava a vivere in buona salute. Perplessi, hanno avuto tutti sempre la stessa risposta alle tante loro domande: “Come missionari abbiamo voluto vivere nel nostro paese il messaggio della Madonna di Fatima e perciò abbiamo pregato tutti i giorni il Rosario.” 
Un altro racconto di padre Schiffer aggiunge che avevano appena finito di dire Messa, e si erano recati a fare colazione, quando la bomba cadde:
"Improvvisamente, una terrificante esplosione riempì l'aria come di una tempesta di fuoco. Una forza invisibile mi tolse dalla sedia, mi scagliò attraverso l'aria, mi sbalzò, mi buttò, mi fece volteggiare come una foglia in una raffica di vento d'autunno." Quando riaprì gli occhi, egli, guardandosi intorno, vide che non vi erano più edifici in piedi, fatta eccezione per la casa parrocchiale. Tutti gli altri in un raggio di circa 1,5 chilometri, si racconta, morirono immediatamente, e quelli più distanti morirono in pochi giorni per le radiazioni gamma. Tuttavia, il solo danno fisico che padre Schiffer accusò, fu quello di sentire alcuni pezzi di vetro dietro il collo. Dopo la resa del Giappone, i medici dell’esercito americano gli spiegarono che il suo corpo avrebbe potuto iniziare a deteriorarsi a causa delle radiazioni. Con stupore dei medici, il corpo di padre Schiffer sembrava non contenere radiazioni o effetti dannosi della bomba. In realtà, egli visse per altri 33 anni in buona salute, e partecipò al Congresso Eucaristico tenutosi a Philadelphia nel 1976. In quella data, tutti gli otto membri della comunità dei Gesuiti di Hiroshima erano ancora in vita. Questi sono i nomi degli altri sacerdoti gesuiti che sopravvissero all'esplosione: Fr. Hugo Lassalle, Fr. Kleinsorge, Fr. Cieslik.
Un miracolo simile avvenne anche a Nagasaki, dove un convento francescano - "Mugenzai no Sono" ("Giardino dell'Immacolata") - fondato da San Massimiliano Kolbe rimase illeso come a Hiroshima. Dal giorno in cui le bombe caddero, i gesuiti superstiti furono esaminati più di 200 volte dagli scienziati senza giungere ad alcuna conclusione, se non che la sopravvivenza degli otto gesuiti all'esplosione fu un evento inspiegabile per la scienza umana.

50 commenti:

Anonimo ha detto...

vedo che non citano padre Arrupe, sopravvissuto anche lui, più tardi superiore generale dei gesuiti

Laura

Anonimo ha detto...


La sopravvivenza dei gesuiti ha indubbiamente del miracoloso, come quella del convento di Nagasaki. Gli edifici che li ospitavano erano in muratura? La gran parte delle citta' giapponesi erano al tempo costituite da case di legno. Cosi' nel famoso bombardamento notturno al fosforo di Tokio di quello stesso periodo, almeno un terzo di quella citta' brucio', essendo costituito da case di legno, e i morti furono superiori a quelli di Hiroshima. Ma anche ammettendo che la canonica e il convento fossero costruiti di mattoni e cemento armato, l'impressione di un miracolo rimane, data anche la vicinanza al luogo dell'esplosione. La canonica dei gesuiti era a solo otto isolati dal punto nell'aria (580 metri d'altezza) dove e' esplosa la bomba. Ora l'esposione libero' in un miliardesimo di secondo (un nanosecondo) una temperatura di 60 milioni di gradi cent., dieci volte piu' calda della superficie del sole. Decine di migliaia di esseri umani scomparvero di colpo, gli uccelli furono incendiati in volo, si liquefece l'acciaio del cemento armato dove c'era. Poi ci fu l'onda d'urto, alla velocita' di 3000 metri al secondo, con una forza iniziale di sette tonnellate per mq. che distrusse tutto al suo passaggio (cio' che non era stato incenerito dal calore) nel raggio di 800 metri dal punto dello scoppio (piu' o meno 60 mila edifici)" (CdS, 5.8.2015). Otto isolati dal punto dell'esplosione: si rientra negli ottocenti metri, o no? Forse al limite estremo. Ma anche cosi', l'impressione di un grande miracolo resta fortissima. SEcondo le leggi della fisica, i gesuiti avrebbe dovuto esser inceneriti dal calore. INvece, sopravvissero anche all'onda d'urto.
Il Giappone era ormai in ginocchio, pagava con gli interessi per la sua dissennata, megalomane e spietata politica di espansione, ben al di la' delle sue forze. Non aveva piu' flotta o quasi e quasi piu' aviazione. E gli americani volevano fargliela pagare fino in fondo per |Pearl Harbour, l'attacco a tradimento alla loro flotta del Pacifico. Pero' un'occupazione militare del Giappone avrebbe sicuramente incontrato una certa resistenza e provocato perdite, anche consistenti. Disponendo di due armi di quel calibro, delle due bombe atomiche, chi avrebbe resistito alla tentazione di usarle, ponendo cosi' fine alla fine alla guerra senza ulteriori perdite proprie e nello stesso tempo incutendo a Stalin un salutare timore? Cio' lo si dice, ragionando in modo realistico, non per giustificare moralmente l'uso di un'arma del genere, che rientrava comunque nel modo nel quale gli Alleati avevano condotto la loro guerra aerea, anche in Europa, modo del tutto spietato e disumano, forti della loro enorme superiorita' materiale, quasi essi volessero piu' ancora che abbattere il nemico addirittura distruggere una civilta', radendo al suolo le citta', una per una. PP

Anonimo ha detto...

A Hiroshima e Nagasaki, che io sappia, non c'erano basi militari o impianti industriali di particolare interesse. Ricordo invece di aver letto che in quelle due città viveva la maggior parte dei cattolici giapponesi di allora. Guarda caso sono state prescelte.

Cesare

Rr ha detto...

PP: a parte considerazioni che qui non faccio sul Giappone di allora, il motivo del bombardamento orrendo su città NON sede d' installazioni militarei, non portuali, e dopo aver incenerito buona parte di Tokyo, ha un solo nome: VENDETTA fino alal quarta e quinta generazione. CFR Antico Testamento, che, come si sa, e alla base del protestantesimo, specie puritano. ed ovvaimente dell' ebraismo talmudico. Accoppiato allla convinzione di essere "a light unto the nations", spiega l' orrore.
I Giapponesi fin dall' aprile ' 45 avevano attivato i canali diplomatici per ottenere un armistizio, ma Roosevelt voleva una resa incondizionata, che il Giappone non voleva accettare. Perché aveva un orgoglio ed una digniita' che ne' noi, ne' gli stessi Tedeschi avevano.
Fu un crimine di guerra, dove furono uccisi col fuoco( olocausto) migliaia di persone, allora, ed altre migliaia negli anni successivi. Ma NESSUNO organizzo' un Norimberga per i vincitori.
Rr

Rr ha detto...

Cesare,
non è stato un caso...
Rr

Anonimo ha detto...


C'era una rosa di obiettivi, la scelta di quello finale dipendeva anche dalle condizioni metereologiche. Gli Americani avevano anche pensato di sganciare la bomba su Kyoto, l'antico centro culturale-religioso del Giappone, di colpirlo proprio per il suo valore simbolico. Poi rinunciarono a quest'idea. La metereologia favori' la scelta di Hiroshima, era infatti una splendida giornata di sole. Questo mi ricordo di aver letto. PP

Rr ha detto...

C' era il sole ad Hiroshima solo?A Tokio, la capitale, pioveva?
Il sole puo' servire per centrare obbiettivi in un bombardamento "classico" di allora, anche se espone al rischio di attacchi della contraaerea.
Ma una bomba atomica non ha bisogno di centrare obbiettivi specifici. Distrugge tutto comunque.
Fu pura vigliaccheria e pura malvagità.
Rr

Anonimo ha detto...

I vincitori sono buoni e hanno sempre ragione per gli sconfitti vae victis come sempre.
Un ricordo alle povere vittime innocenti come quelle di Siria e Iraq odierne.
Miles

Silente ha detto...

Quello a Pearl Harbour non fu un attacco "a tradimento". Fu scientemente, freddamente provocato dagli USA con le loro "sanzioni", le loro minacce di blocco commerciale, la loro politica aggressiva nei confronti del Giappone, che mirava alla costruzione di una pacifica area di "co-prosperità" nell'Asia e nel Pacifico e che era disponibile a un accordo strategico con gli Stati Uniti. Tutto fu invano. Per evitare il minaccioso strangolamento strategico e commerciale, al Giappone non rimase che attaccare. E non potevano che attaccare la più grande base navale delle Hawaii, territorio occupato dagli USA alla fine dell'Ottocento. Il presidente Roosevelt lo sapeva: nel suo delirio bellicista, aizzato dalle solite, immarcescibili lobby, studiò e creò il casus belli che gli consentì di attaccare l'Asse, nonostante l'opinione pubblica americana fosse massicciamente neutralista, con non piccole componenti favorevoli all'Asse (pensiamo agli oriundi tedeschi, italiani, giapponesi, irlandesi. Pensiamo a Lindbergh).

Hiroshima e Nagasaki rappresentano la dimostrazione migliore dell'evidenza che la storia viene scritta da vincitori. Per la distruzione di queste due città non ci fu alcuna Norimberga. Così come non ci fu per i bombardamenti terroristici su Berlino, Dresda, Amburgo, Milano e innumerevoli altre città europee, così come non ci fu per le centinaia di migliaia di prigionieri di guerra tedeschi assassinati per fame e malattie nei campi di concentramento americani, dopo la fine della guerra e in spregio alla Convenzione di Ginevra, così come non ci fu per le stragi di militari italiani, arresi e prigionieri in Sicilia, così come non ci fu per le violenze dei soldati marocchini in Ciociaria sulla popolazione civile, donne e bambini, così come non ci fu per la distruzione gratuita di Montecassino. Tralasciamo, per brevità e visto che parliamo di americani, gli orrendi massacri compiuti delle armate rosse nell'est dell'Europa, come quelle dei titini in Istria, Dalmazia, Trieste, Venezia Giulia.
Ma costoro, impuniti, erano i "liberatori". "Si chiamano sempre liberatori, gli assassini, i più forti, i nuovi vincitori" cantava una vecchia canzone degli "Amici del Vento" degli anni settanta. In fondo, nel suo piccolo, anche l'Isis si dichiara "liberatore". Non per nulla, ai suoi esordi anti-Assad, i suoi tagliagole vennero foraggiati e addestrati dagli USA.

Anonimo ha detto...


@ Rr

La bomba fu comunque Truman a ordinare di sganciarla, Roosevelt era morto. Non mi sembra di aver giustificato l'uso della bomba. Anzi ho condannato il modo "spietato e disumano" nel quale gli Alleati hanno fatto la guerra aerea nella II g.m. Dico solo che, realisticamente, c'erano anche ragioni militari. Non rendevano certamente obbligatorio l'uso di un'arma del genere, ovviamente. Ma sicuramente c'erano ed anzi si riducevano a questo: la resa immediata del Giappone dopo le due bombe,come infatti avvenne, e la fine della guerra (anche l'America era arrivata all'ultima leva, come l'Unione Sovietica, a parte lo sforzo economico). Il Giappone era allo stremo ma aveva ancora unita' dell'esercito in grado di battersi: sarebbero stati massacrati ma avrebbero venduto cara la pelle, come a Jwo Jima. Gli americani, prima di decidersi per la bomba, erano preoccupati per le possibili perdite, che a Jwo Jima erano state abbastanza alte. Tant'e' vero che (sempre dai ricordi delle mie letture di un tempo) stavano cercando truppe alleate da affiancare alle loro, come cannonfodder. Reparti italiani dell'Esercito del Sud (non alleato ma nemico cobelligerante) erano stati messi in preavviso e l'Italia dichiaro' guerra al Giappone. Poi non se ne fece niente perche' le bombe risolvettero la situazione, dal punto di vista militare si capisce. Certo, potevano prendere il Giappone per fame, a quel punto. Ma ci sarebbero voluti mesi forse anni. Circa le trattative diplomatiche per la resa incondizionata mi ricordo che sul testo di Storia dei Trattati Internazionali di Toscano si raccontava che le trattative erano ancora in una fase piuttosto nebulosa. Il partito giapponese per la continuazione della guerra era ancora forte. Se poi siano venuti alla luce altri documenti che gettano nuova luce sui fatti, non lo so. Cerchero' di documentarmi.
Il Giappone, Prussia dell'Estremo Oriente, si e' lasciato indubbiamente andare ad una politica di espansione megalomane, sopravvalutando le proprie capacita' guerriere (pur notevoli e degne del massimo rispetto, tranne che nel modo di trattare i prigionieri). E' un giudizio degli storici che si puo' sottoscrivere. L'America non gli lasciava lo spazio cui ritenevano di aver diritto, ma avrebbero dovuto cercare un compromesso con gli Americani, gli Inglesi, i Sovietici, e quindi limitare la loro espansione, che ando' persino al di la' dei piani piu' arditi col risultato che alla fine la dispersione delle forze fu immensa e disastrosa. La guerra con l'America era nell'aria da mesi, tuttavia fu un grave errore l'attacco proditorio di Pearl Harbour, cosa che per l'appunto scateno' il desiderio di vendetta americano, indubbiamente una delle ragioni del tragico epilogo atomico.
Quando Nostra Signora disse alla veggente di Fatima, "..sotto il regno di Pio XI (morto pochi mesi prima del suo scoppio in Europa) ne scoppiera' una peggiore di guerra", non si sbaglio' certo nella predizione: infatti la seconda g.m. non si inizio' in Europa ma in Oriente, con l'attacco giapponese alla Cina (7 luglio 1937, conquista di Pekino il 28 luglio etc.). PP

Storico ha detto...

, tuttavia fu un grave errore l'attacco proditorio di Pearl Harbour,
Persino storici americani ammettono che l'attacco non proditorio.
La dichiarazione di guerra era giunta in tempo. Si speculò sulla differenza di fuso orario, per credere che l'attacco era cominciato prima della sua ricezione da parte americana. Persino gli stessi studiosi Americani ammettono che gli incidenti che condussero alla guerra contro la Spagna ai primi del XX Secolo, guerra che tolse alla nazione europea i suoi ultimi territori americani, furono se non proprio direttamente organizzati dagli Americani, quanto meno non impediti. Sembra proprio che il Lusitania davvero trasportava armi per gli Inglesi.

rr ha detto...

Concordo con Silente.

@PP: ...avrebbero dovuto cercare un compromesso con gli Americani, gli Inglesi, i Sovietici, e quindi limitare la loro espansione...

- Con i Sovietici di Lenin-Stalin, che appena formatasi già attaccava Polonia e Paesi Baltici, e che moriva dalla voglia di vendicarsi di Port Arthur = LOL, LOL, LOL !!!l

- Il Giappone fu alleato dell'Impero Britannico (impero che MAI ovviamente si era espanso e desiderava espandersi, no, eh?) fino a circa la metà degli anni Trenta. Quando l'alleanza stava per spirare, FU IL GIAPPONE a SOLLECITARNE il rinnovo, cosa che invece l'Inghilterra, che stava già preparandosi ad una guerra in Europa - almeno in certi ambienti della ruling class -, rifiutò ed in modo così poco diplomatico da offendere pesantemente gli orgogliosi Nipponici.
- Pearl Harbor: v. Silente, ed inoltre: pare, nel senso che la Storia ufficiale non ne fa parola, ma ci sono moltissimi indizi al riguardo, che il Giappone inviò un telegramma a Washington dichiarando la guerra PRIMA che i suoi aerei partissero per le Hawaii (che non sono proprio dietro l'angolo). Il telegramma arrivò a Washington, ma, essendo domenica (!!!), non fu letto, nè comunicato al Presidente. Presidente che STAVA FACENDO DI TUTTO DA MESI E MESI per entrare in guerra contro la Germania, e che solo con l'attacco falsamente a tradimento di P.H. riuscì a convincere il popolo americano.

Se uno è così ingenuo da credere ancora alla favola dell'attacco proditorio a PH, beh, finisce poi per credere a tutto, anche alla morte (4 o 5 volte annunciata) del mitico Osama Bin Laden e del Mullah Omar.
Gli USA hanno sempre avuto bisogno di un "false flag" per trascinare il popolo in guerra, perchè molti Americani erano Europei, che erano fuggiti dal nostro Continente per guerre e carestie.
Solo chi non ha MAI combattuto in eserciti nazionali, se non in sparute eccezioni, può continuare a fomentare guerre su guerre, v. oggi la SIria (con l'lSIS ormai quasi ufficialmente chiamato USis) e l'Ucraina

RR

RR ha detto...

seconda g.m. non si inizio' in Europa ma in Oriente, con l'attacco giapponese alla Cina (7 luglio 1937, conquista di Pekino il 28 luglio

non sarebbe stata una guerra "mondiale", ma una guerra cino-giapponese, della quale, a noi europei, non ce ne sarebbe importato un accidente, così come non c'importa niente, se non ai poveri missionari, delle interminabili guerre africane, che ne finisce una e ne comincia un'altra.

RR

Anonimo ha detto...

RR, ci sono alcune cosucce marginali ma non poi così tanto, la Russia le prese dai giap a Port Arthur nel 1905, a Lenin fregava nulla, guerre cino-giapponesi ce ne sono state a iosa tutte per colpa dei cinesi che ad ondate tentavano di occupare le isole di fronte a loro, ad Hong kong c'era il protettorato imperiale britannico, Beijing era città franca dopo i famosi 55 giorni , Shanghai serviva come divertissement (tipo Cocoricò dalle mie parti), praticamente bordello di altissimo lusso per europei doc, dove la più richiesta tra le entreineuses, non di mestiere, ma per vizio o noia, c'era miss. Wallis Simpson, a Tien-tsin noi poveri italioti avevamo un presidio in cui fu spedito il mio disgraziato cugino all'età di 19 anni, battaglione S.Marco, dato per morto o disperso in guerra per 14 anni, in realtà prigioniero USA in Giappone, senza che gli yankees si prendessero la briga di comunicarlo a mia zia che già stava in vedovanza dall'età di 20 anni con 2 figli piccoli, con misera pensione del PNF, potrei continuare, ma mi fermo qua, PH era stato segnalato in tutte le lingue codificate del mondo dello spionaggio militare, ma si fece come a Coventry, far finta che fosse improvviso e proditorio, gli americani non sanno perdere e non lo ammettono mai, sanno solo bombardare, inutilmente, a tappeto, e fare tabula rasa così da permettere ai soliti noti di dare aiuti vincolanti, capestro se preferisci, da cui non ti permettono più di staccarti, se poi ci metti che riluttanti, hanno liberato l'Italietta partendo dalla Sicilia, capisci bene che razza di schifosi wasp guerrafondai sono in realtà, USIS, già come le tonnellate di armi chimiche in possesso di Saddam, Gheddafi e poi vedremo che fine farà il nucleare 'civile' dell'Iran, ma cca ci pighiassero p'o' culo?.Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...

@ Repliche di PP

1. Non vedo come si possa negare la proditorieta' dell'attacco a Pearl Harbor. La consegna della dichiarazione di guerra agli Americani era stata studiata in modo da coincidere con l'attacco o quasi, ma la decrittazione prese piu' tempo del previsto, per cui la dichiarazione ufficiale arrivo' quando l'attacco era gia' in corso. Un attacco studiato in modo da far arrivare la dichiarazione di guerra contestualmente o poco prima, in modo che il nemico sia preso di sorpresa, resta proditorio, a mio modesto avviso.
2. Il trattamento crudele, da crimini di guerra, cui gli Americani hanno sottoposto alla fine il Giappone (distruzione di quasi la meta' delle citta', due bombe atomiche etc.) non deve annebbiare il giudizio sulla megalomania del Giappone. Non si tratta qui di fare i moralisti ma semplicemente di capire al meglio il significato dei fatti storici. Il Giappone, nel 1905, aveva strappato ai Russi Port Arthur in Manciuria e la penisola di Sachalin. Nel 1931 invase la Manciuria e creo'nel 1932 lo Stato fantoccio del Manchukuo. Aveva dunque una solida base in Asia continentale. Occupo' poi la Corea (mi sfugge adesso la data esatta). A meta' degli anni trenta dalla Manciuria attacco' la Russia in Siberia. Ci furono grandi battaglie e i Russi disfecero i giapponesi, grazie alle divisioni corazzate delle loro truppe siberiane, quelle che poi nel 1941 salvarono Mosca da Hitler. Bloccati sanguinosamente da quella parte, i Giapponesi si volsero allora contro la Cina. Non gli bastava quello che avevano? Questo fu il primo errore: gli Americani non avrebbero mai permesso una conquista giapponese della Cina (peraltro quasi impossibile per tutta la Cina). Ne' loro ne' i Britannici. Comincio' cosi' l'embargo petrolifero contro il Giappone, che mise alle strette il Giappone: o ridimensionarsi o fare la guerra. Contro chi? Nientemeno che contro l'impero britannico, quello americano, la Cina e la Russia sovietica, tutte assieme! Nonostante il valore delle sue forze armate per il Giappone non poteva che finire male.
3. La megalomania della dirigenza militare giapponese e' simile a quella di Hitler, in misura minore afflisse anche Mussolini, quello delle ambizioni imperiali, che contribuirono alla sciagurata legislazione razziale, come ha dimostrato De Felice, del tutto estranea allo spirito originario del fascismo. E in fatto di razzismo e sfruttamento dei popoli occupati i Giapponesi non scherzavano certo.
4. Se la II g.m. non e' scoppiata sotto il regno di Pio XI allora o la Madonna si e' sbagliata nella rivelazione a Suor Lucia o quest'ultima si e' sbagliata, non ha capito bene. Come puo' esser scoppiata sotto Pio XI? Cnsiderandola gia' in atto nel 1938 in Europa? ERa nell'aria e tuttavia mi sembra un'interpretazione forzata. La 2a g.m. fu mondiale proprio perche' coinvolse tutto il mondo nei due teatri principali europeo-nordafricano e asiatico. Si svilupparono politiche e strategie interconnesse. La guerra comincio' in Asia e fini' in Asia, all'ombra sinistra del fungo atomico. Anche senza volerne vincolare l'inizio ad una data precisa, tutta l'aggressivita' giapponese degli anni Trenta e' gia' da vedersi quale inizio di quella che sara' poi la 2a g.m., essa coinvolgeva gia' due continenti. Dopo aver battuto i giapponesi in Estremo Oriente, Stalin pote' concentrarsi con calma a Occidente e mettersi d'accordo con Hitler per spartirsi la Polonia, cominciando cosi' la g.m. in Europa, e schierandovi la parte al tempo piu' rilevante del suo esercito. PP

Anonimo ha detto...

@Silente

Hai ragione, veri e propri atti di terrorismo.
Come il bombardamento di Milano del 20 ottobre 1944. Centinaia di abitazioni distrutte, centinaia di morti.
Nel quartiere Gorla fu centrata in pieno una scuola elementare che non poteva certo essere scambiata per una installazione militare o un impianto industriale.
Morirono 184 bambini, 20 tra maestri e maestre, oltre alle mamme accorse, molte con altri piccoli, per condurre i figli nei rifugi.
C'è un sito che ne pubblica i nomi e l'età.
E' dura leggere quell'elenco, sembra non avere mai fine.
Una delle tante eroiche imprese compiute da quell'esercito che circa sei mesi dopo, entrato nelle principali città iniziando l'occupazione ormai settantennale del nostro Paese, furono accolti entusiasticamente da una buona parte della popolazione.
D'accordo con te anche su tutto il resto.

Cesare

Anonimo ha detto...

E in fatto di razzismo e sfruttamento dei popoli occupati i Giapponesi non scherzavano certo.
Però i territori da loro occupati furono sempre zone dove gli Ebrei si poterono rifugiare liberamente, senza avere grattacapi.

Anonimo ha detto...

Dopo aver battuto i giapponesi in Estremo Oriente, Stalin pote' concentrarsi con calma a Occidente e mettersi d'accordo con Hitler per spartirsi la Polonia?
Quando?
CON grande scorno & rabbia di Hitler Il Giappone NON volle MAI dichiarare guerra all'URSS.
E Stalin rispettò i trattati firmati con i Giapponesi per QUASI tutta la durata della Guerra. Fu solo dopo la fine della Guerra in Europa (se non addirittura dOPO Hiroshima) che, con un'azione moralmente analoga alla dichiarazione di guerra di Mussolini alla Francia già sconfitta, quindi non diversa, (in entrambi i casi), dalla pugnalata di Maramaldo,che STALIN dichiarò guerra al Giappone. E forse fu tale atto che spinse definitivamente a firmare la resa. Infatti l'intelligence giapponese sapeva che gli Americani non avevano altre bombe atomiche e si poteva continuare lo stesso la guerra.

Anonimo ha detto...


@ Ultima replica di PP sul tema, se MIC l'accetta

Anonimo 16:54 : Ma come "quando"? Non vorra' dirmi che non ha mai sentito parlare del patto di non aggressione tra Hitler e Stalin, del 22 agosto 39 che fece di colpo capire a tutti (fu un fulmine a ciel sereno) che la guerra in Europa era imminente. Scoppio' il primo sett. 39, il 18 i russi occuparono la Polonia orientale quasi senza colpo ferire, il 27 la Polonia capitolo'.
La guerra poco nota tra russi e giapponesi si svolse in Manciuria tra l'estate del 38 e quella del 39 (regnange Pio XI). I giapponesi, dalle loro basi mancesi tentarono di invadere il territorio russo con forze poderose (l'armata del Kwangtung), scarsa pero' in carri e controcarro. Dopo alterne vicende, gia' il 23 luglio 39 subirono una graved sconfitta che li costrinse sulla difensiva. Nell'agosto, mentre Stalin negoziava in segreto con Hitler, il futuro maresciallo Zukov, con imponenti forze corazzate, sferro' un'offensiva finale che praticamente anniento' l'armata giapponese. Su internet si trovano ampie informazioni in proposito. E' chiaro che i giapponesi non pensarono piu' ad aprire un fronte in Estremo Oriente, per aiutare Hitler nel 1941. Si volsero invece contro inglesi e americani, pur essendo notevolmente impegnati in Cina, dove nazionalisti e comunisti si erano coalizzati contro di loro. Nell'agosto del 1945 i giapponesi erano ancora in grado di far pagare un certo prezzo agli invasori. Ma non avevano quasi piu' niente. Continuare a combattere in quelle condizioni sarebbe stata pura follia.
En passant, circa la nostra "pugnalata alla schiena" alla Francia, il gen. francese Huntzinger della commissione di armistizio con noi, disse che avevamo dichiarato la guerra senza farla, e che non c'era bisogno di firmare un armistizio, dato che esso durava dalla dichiarazione di guerra! Mussolini dichiaro' guerra dando ordine di mettersi sulla difensiva. Convinto, come molti allora, che Hitler (di fatto alleato a Stalin) avesse gia' vinto, pensava di poter recitare il ruolo del mediatore, gli occorreva quindi una dichiarazione (formale) di guerra per sedersi al tavolo dell'imminente pace. Il punto e' stato dimostrato senza equivoci da E.GIN, "L'ora segnata dal destino. Gli Alleati e Mussolinida Monaco all'intervento", Ediz. Nuova Cultura, 2012, un libro che consiglio vivamente di leggere a chi si interessa di queste cose. PP

Rr ha detto...

Segnalo un bell' articolo, denso di citazioni di storici AMERICANI, anzi due articoli, su Boulevard Voltaire di oggi, accessibile on line gratis. Per chi conosce il Francese, ed ama la Storia. Non quella ufficiale dei vincitori.
E poi STOP per quanto mi riguarda. Rivordo solo che la stessa "mentalità" che c' era dietro quelle bombe, e' la stessa che ha portato per ultimo alla Libia ed alla Siria.

Lupus, quanto mi racconti mi era in parte noto.

All' anonimo che ricorda l' eccidio di Gorla, racconto che sempre in quel periodo, cioè dopo l' otto settembre, dei caccia americani mitragliarono dall' alto una scuola elementare a Gonnosfanadiga, se non ricordo male, uccidendo decine di bambini ed inseganti. Pper non citare i bombardamentu su Cagliari alla Domenica delle Palme, e quelli sulla mia stessa citta'. Ripeto, dopo l' otto settembre, quando in Sardegna NON c' era più un Tedesco, e l' Italia era " cobelligerante".

Rr

Silente ha detto...

@ PP Sulla dichiarazione di guerra, non intendo discutere. Vi è discordia tra gli storici: secondo alcuni questa giunse prima dell'attacco, secondo altri durante. Ma non è importante. Ciò che è rilevante è che gli USA condussero una politica aggressiva, provocatoria, bellicista contro il Giappone e le sue legittime aspirazioni a un'area di "co-prosperità" asiatica. Il loro obiettivo, degli USA, era il dominio incontrastato del Pacifico. Contemporaneamente, Roosevelt, dominato dalle solite, innominabili lobby mondialiste, massoniche e della grande finanza, voleva fortemente la guerra contro la Germania. Ma sapeva che la stragrande maggioranza degli statunitensi era contraria. Un nuovo falso come quello del "Lusitania" era impensabile. Quindi provocò fino allo sfinimento il Giappone, con blocchi commerciali, minacciosi ultimatum, massicci appoggi ai ribelli cinesi, l'usuale propaganda. Il Giappone fu costretto a reagire, anche per "non perdere la faccia", situazione inaccettabile per l'etica nipponica. E i servizi segreti americani sapevano che l'attacco sarebbe stato a Pearl Halbour. Così avvenne. Chi fu l'aggredito? Chi l'aggressore? E gli Stati Uniti ebbero il casus belli per attaccare la Germania e l'Italia, che la guerra con gli USA non la volevano.

Il Giappone trattò duramente i prigionieri di guerra? Forse, come ci narrano i film di propaganda di Hollywood. Ma gli USA fecero ben peggio: incarcerarono migliaia e migliaia di residenti giapponesi negli USA, naturalizzati compresi: quanti ne morirono? A guerra finita, assassinarono di fame e di malattia centinaia e centinaia di migliaia di prigionieri tedeschi nei loro mostruosi campi di concentramento. Lo stesso avvenne nei campi di concentramento per "non-cooperatori" italiani, i famigerati "Fascist Criminal Camp", il peggiore dei quali fu a Hereford, nel Texas: ne hanno dato, tra gli altri, testimonianza gli scrittori Giuseppe Berto e Gaetano Tumiati, che vi furono rinchiusi: torture, assassinii, vessazioni continue, decimazione per fame e malattie. Altri "Fascist Criminal Camp" furono istituiti dagli americani vicino a Pisa, a Coltano. Vi furono rinchiusi, vessati, torturati, anche civili, vecchi, donne e bambini, colpevoli solo di essere fascisti, o tali ritenuti. In uno di questi campi venne rinchiuso anche il grande poeta Ezra Pound, accusato di filofascismo. Fu, per settimane, incarcerato in una gabbia a cielo aperto, esposto a tutte le intemperie. Poi, che gli ingenui credano pure alla cattiveria dei Giapponesi perché hanno visto "Il ponte sul fiume Kwai" o altra bieca propaganda anglo-americana. Io credo di più ai reduci di Hereford e di Coltano, al disperato grido delle madri dei bambini di Gorla, martirizzati dai "liberatori" americani. E alle innumerevoli croci di Hiroshima, di Nagasaki, di Dresda, di Berlino, di Amburgo, di Brest, di Milano, di Torino, di Genova.

Anonimo ha detto...

Che pena leggere questi commenti, che travisano completamente il contenuto del post. Nessuno parla dell'importanza della preghiera, in special modo il Santo Rosario, che mi pare fosse l'oggetto vero dell'articolo. Dov'è tralcio?

mic ha detto...

I commenti non travisano nulla. L'analisi storico-politica degli eventi aiuta a meglio entrare nella realtà. E nessuno le impediva di commentare sottolineando ciò che più la colpisce.

Anonimo ha detto...


@ Silente - replica di PP

Non volevo piu' intervenire ma alcune sue affermazioni mi obbligano a precisare, Mic permettendo. L'oggetto del contendere non era costituito, mi pare, dai crimini di guerra degli Americani, che pure ne hanno commessi anche loro. Era costituito dal giudizio sul carattere megalomane o meno della politica di espansione giapponese. Megalomania che ho appaiato, fatte le dovute differenze, a quella hitleriana (quest'ultima con i mostruosi risvolti criminali venuti poi alla luce) e a quella del Mussolini della seconda meta' degli anni Trenta. Il Giappone cercava si' il suo spazio vitale, un'area di cosiddetta "co-prosperita" in Asia, con gli altri popoli asiatici. Si vide pero' che gli altri popoli asiatici sarebbero stati tenuti in condizione di sudditanza (atteggiamento simile a quello di Hitler nei confronti degli altri popoli europei nell'Europa da lui occupata, anche nei confronti delle forze favorevoli ideologicamente al nazismo o ad alcuni suoi aspetti: Hitler voleva un'Europa dominata dallo Herrenvolk e cosi' in modo simile i Giapponesi per l'Asia).
Ora, il carattere megalomane dell'espansionsimo giapponese mi sembra fuor di discussione. Erano un paese povero di risorse, cercarono di togliere parte della ricca Siberia ai Russi, che disprezzavano perche' li avevano battuti nel 1905. E subirono una disfatta micidiale, che avrebbe dovuto aprire loro gli occhi. La megalomania si vede gia' dal fatto di aver creduto di poter combattere e vincere praticamente in simultanea avversari cosi' potenti. Bisognava esser realisti, ridimensionarsi nelle (anche legittime) aspirazioni, venire a patti con l'imperialismo americano, britannico, sovietico. Un partito in questo senso in Giappone c'era, ma minoritario, prevalsero sino alla fine i militari.
Il trattamente crudele inflitto (spesso) ai prigionieri non e' solo propaganda hollywoodiana. Ci sono troppe testimonianze. Sembra che i giapponesi disprezzassero il soldato prigioniero,, chelo cosniderassero un vile perche' non era morto in battaglia. O qualcosa del genere. Il trasferimento dei prigionieri americani nelle Filippine e' noto come "marcia della morte" a causa della crudelta' dei soldati di scorta (fonte mia: Bernard Millot, "La guerra nel Pacificio", Mondadori, 1972, p. 108 ss. - autore francese, un classico in materia. Ma le fonti sono molte). Tutto cio' non ha a che vedere con i crimini, anche contro i prigionieri, commessi poi dagli Alleati. PP

Rr ha detto...

L' analisi storicopolitica c' entra, e mi sembra si siano delineate due posiizoni: i vincitori hanno comunque sempre ragione, perché i vinti erano il " male assoluto", contro: le regioni ed i motivi di una guerra sono spesso poco nobili, per non dire ignobili, e lo sono da una parte e dall' altra. Quindi entrambe le parti commettono crimini di guerra, cosiddetti crimini di guerra perché cosi definiti " a posteriori" (alla faccia di ogni norma giuridica). Poi chi vince stende un velo sui suoi crimini, mentre illumina o inventa quelli dei nemici sconfitti.
Quindi, essendo guerre ideologiche, spaccia la propria ideologia vincente come buona e giusta, e ne fa una tale propaganda che anche uomini di Chiesa ne rimangono affascinati, e si affrettano a sposarla, ed ad organizzare un Concilio per farla propria. Con i risultati che abbiamo sotto gli occhi.
I monaci furono salvati da Nostra Signora e dal Rosario?
Quanti rosari pubblici si vedono oggi organizzati, per es. contro alluvioni, terremoti o questo caldo asfissiante, dai nostri parroci e vescovi, per non parlare del VdR, che preferisce attribuire i disastri ecologici all' uomo bieco capitalista?
Tutto si tiene, almeno da Sarajevo ad Hiroshima( io credo anche da molto prima a molto dopo).
Rr

Anonimo ha detto...

"commenti che travisano completamente il contenuto del post".

rr ha detto...

OT in parte: a proposito di propaganda, segnalo un articolo su Maurizio Blondet and Friends, sulla morte dello storico Robert Conquest. E' free.
RR

Anonimo ha detto...

L'ultima osservazione di "Rr" (?) coglie nel segno e/o aggiusta il tiro. L'oggetto del post - mi pare - era sì l'Hiroshima di settant'anni fa, ma soprattutto la "catastrofe atomica" della fede che si va determinando davanti ai nostri occhi, la quale non potrà non avere come conseguenze distruzioni materiali, la cui portata nessuno è in grado di quantificare in anticipo. Da qui la necessità della preghiera, così come richiesto dalla Vergine Maria a Fatima. Leggere le vostre analisi storiche è sempre interessante, ma mi pare si sia ecceduto alquanto, in un eccesso di indagine che non aiutava il lettore a farsi un'idea. Sarà la mia limitatezza di vedute ...

Tralcio però si distingue sempre. Ma sarà in ferie ...

Anonimo ha detto...

Mi stupisce sentire parlare di attacchi terroristi quando ci si riferisce a bombardamenti sulle città nemiche. Purtroppo la guerra non è un duello tra gentleman. Il bombardare pesantemente le città (non sto parlando dell'uso delle armi a fissione) per fiaccare il morale non è certo cosa nuova. I tedeschi quasi rasero al suolo Londra prima durante la battaglia d'Inghilterra poi con le V1 e le V2, per non parlare di Coventry da cui nacque il verbo coventrizzare. Mi sembra profondamente ingiusto accusare gli Stati Uniti quando il Giappone trattava i prigionieri peggio dei tedeschi e checchè se ne dica l'attacco a Pearl Harbour fu comunque una dichiarazione di guerra e l'America cosa doveva fare? Forse offrire dei fiori? Mi sembra che si voglia accusare Usa e Regno Unito di qualsiasi nefandezza per non parlare di chi arriva ad affermare che le 2 città giapponesi furono colpite perché quelle con più cattolici tra gli abitanti. Io questo lo definisco paranoia. Forse sareste tutti felici se avesse vinto la Germania o il Giappone? Non so se avrete la cortesia di pubblicare questo mie affermazioni ma se lo farete dimostrerete che su questo sito si può lasciare un commento fuori dal coro. Buon pranzo. Maurizio

Silente ha detto...

@ PP. Su questo argomento, credo che le nostre linee non si incontreranno mai. Lei sostiene che la politica nipponica fu "megalomane"? Forse. Ma lo fu anche quella inglese e poi americana nell'Asia-Pacifico. Il dominio giapponese non comportava la vessazione delle popolazioni locali. La parte di Cina liberata dalle truppe giapponesi, nel 1931, in Manciuria, dove crearono uno Stato cinese finalmente libero dai "signori della guerra", il Manciukuò, venne retto dall'ultimo imperatore cinese, Pu Yi, ultimo governante legittimo di Cina. E la guerra venne voluta, preparata e scatenata da Roosevelt, che fortemente tramava per la guerra contro il Giappone e la Germania.
Riguardo alla triste e trista contabilità su "chi fosse più crudele", spiacente, credo che la vittoria vada agli USA e, in genere, agli Alleati. Anche per gli eventi che ho sopra citato, ma innumerevoli altri potrebbero essere ricordati, e che non ripeto.

Mi accorgo che ci stiamo ripetendo, le posizioni sono inconciliabili e su un argomento credo di essere d'accordo con PP: et de hoc satis. Non siamo progressisti, quindi non dobbiamo credere ad ogni costo al "dialogo". Almeno io.

Rr ha detto...

Oh, oh, oh, e ' arrivato " Maurizio" a rimetterci tutti in riga, ripetendo note falsita' storiche, già smontate sopra da Silente. Come al solito, come sempre, quando si affrontano temi non propriamente o non esclusivamnete religiosi, di Fede e dottrina, arriva la" hasbara". Che poi sfida Mic pure a pubblicare. Pietoso! Il gioco è prmai scoperto per chi sa e vuole vederlo. Stavolta sono arrivati un po' piu tardi ( beh è agosto...)
Ma i giudizi che Roosevelt, Churchill, Stalin, per non citare che i capi delle Nazioni alleate, Eisenhower, Zukhov, Montgomery , per non citare che i comandanti, sui Tedechi, Giapponesi ed Italiani, TUTTI, non solo su Hitler, Mussolini ed Hirohito, li ha mai letti?
Non me li invento, ci sono su tutti i siti storici e su tutti i libri.
Hanno vinto, ci han condizionato l' esistenza, la vita, la libertà', la religione, la morale, la proprieta' , tutto, insomma, ed ancora siamo qui a " portare soccorso ai vincitori" ? Ma quando impareremo a ragionare, a mettere insieme i fatti, ad unire i punti, ed ad accorgerci di quel che ci hanno fatto e continuano a farci? Quando ci chiederemo, e risponderemo: cui prodest ?
Rr

Anonimo ha detto...

@ Maurizio

Paranoia?

Scriveva Sandro Magister nell'ottobre 2007:

Nelle memorie del cardinale Giacomo Biffi da oggi in vendita nelle librerie, c'è un passaggio con il finale in sospeso, che riguarda il Giappone.

È là dove Biffi ricorda il forte impatto che ebbe su di lui nel 1945 la notizia delle bombe atomiche sganciate dagli Stati Uniti il 6 agosto su Hiroshima e il 9 agosto su Nagasaki.

Scrive:


"Di Nagasaki avevo già sentito parlare. L’avevo ripettamente incontrata nel 'Manuale di storia delle missioni cattoliche' di Giuseppe Schmidlin, tre volumi pubblicati a Milano nel 1929. A Nagasaki fin dal secolo XVI era sorta la prima consistente comunità cattolica del Giappone. A Nagasaki il 5 febbraio 1597 avevano dato la vita per Cristo trentasei martiri (sei missionari francescani, tre gesuiti giapponesi, ventisette laici), canonizzati da Pio IX nel 1862. Quando riprende la persecuzione nel 1637 vengono uccisi addirittura trentacinquemila cristiani. Poi la giovane comunità vive, per così dire, nelle catacombe, separata dal resto della cattolicità e senza sacerdoti; ma non si estingue. Nel 1865 il padre Petitjean scopre questa 'Chiesa clandestina', che si fa da lui riconoscere dopo essersi accertata che egli è celibe, che è devoto di Maria e obbedisce al papa di Roma; e così la vita sacramentale può riprendere regolarmente. Nel 1889 è proclamata in Giappone la piena libertà religiosa, e tutto rifiorisce. Il 15 giugno 1891 viene eretta canonicamente la diocesi di Nagasaki, che nel 1927 accoglie come pastore monsignor Hayasaka, che è il primo vescovo giapponese ed è consacrato personalmente da Pio XI. Dallo Schmidlin veniamo a sapere che nel 1929 di 94.096 cattolici nipponici ben 63.698 sono di Nagasaki".

Premesso questo, il cardinale Biffi conclude con una domanda inquietante:

"Possiamo ben supporre che le bombe atomiche non siano state buttate a casaccio. La domanda è quindi inevitabile: come mai per la seconda ecatombe è stata scelta, tra tutte, proprio la città del Giappone dove il cattolicesimo, oltre ad avere la storia più gloriosa, era anche più diffuso e affermato?".

Commenta Magister:

In effetti, tra le vittime della bomba atomica su Nagasaki scomparvero in un sol giorno i due terzi della piccola ma vivace comunità cattolica giapponese. Una comunità quasi azzerata con la violenza per due volte in tre secoli.

Buon pomeriggio.

Cesare

Silente ha detto...

...e ora, chiusa la discussione, vado a rileggermi, anche per purificarmi, i "Cantos Pisani" di Ezra Pound, il più grande poeta del '900, rinchiuso dagli americani per "filofascismo" nel "Fascist Criminal Camp" di Coltano. I "Canti Pisani" sono una piccola parte dei "Cantos", probabilmente la più geniale composizione poetica del secolo scorso. Pound li compose prima nella gabbia all'aperto, che ho già ricordato, poi li mise in forma scritta sotto una tenda. Tra le sevizie, le vessazioni, le violenze dei "liberatori". Successivamente, gli stessi "liberatori" lo rinchiusero per molti anni in un manicomio criminale negli USA. Quale differenza con il trattamento dei "dissidenti" in URSS? Andai al suo funerale, a Venezia, nel 1972. E' sepolto nel bellissimo cimitero di Venezia, San Michele.

C'è una magnifica, nota citazione di Ezra Pound, che voglio ricordare ai difensori, ad ogni costo e contro ogni evidenza, dei "liberatori": "Chi non sa rischiare qualcosa per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui". La dedico allo scrittore Knut Hamsun, premio Nobel del 1920, anch'egli rinchiuso in un manicomio criminale per "collaborazionismo" dopo la guerra (si vede che quella del "manicomio criminale" è una fissa dei democratici, sia dell'est che dell'ovest), la dedico a Giovanni Gentile, il più grande filosofo italiano del passato secolo, assassinato dai partigiani a Firenze, la dedico a Robert Brasillach, intellettuale e poeta francese, e cattolico, fucilato dai gollisti-comunisti, sempre per "collaborazionismo", nel 1945, la dedico al grande Pierre Drieu La Rochelle, costretto al suicidio dai soliti "liberatori". E a innumerevoli altri, noti e ignoti, vittime delle ignobili, malvagie vendette dei "liberatori". Che il Dio di pietà in cui crediamo, abbia misericordia di questi "liberatori".
Silente

Rr ha detto...

Silente,
a Celine, che termino' la sua vita curando i poveri della banlieu parigina, GRATIS, no?
Rr

Silente ha detto...

Certo, cara Rosa, non possiamo dimenticare il tuo collega medico Louis Ferdinand Auguste Destouches, noto come Louis-Ferdinand Céline, autore di capolavori "proibiti" perché "antisemiti" come Bagatelles pour un massacre, e L'École des cadavres. "Bagatelle per un massacro" è stato pubblicato anche in Italia. E' reperibile su internet in pdf. Fuggì in tempo dalla Francia, ma venne incarcerato per più di un anno in Danimarca, in un carcere durissimo, che ne minò la salute. La solita malvagità antifascista.
Grazie per avermelo ricordato.

Silente ha detto...

... come ricorda Rosa, Louis-Ferdinand Céline, il "cattivissimo fascista" terminò la sua vita curando i poveri della banlieu parigina. Ma la propaganda antifascista non lo ammetterà mai. Malafede o malvagità congenita?

Anonimo ha detto...


@ NAGASAKI e il CARDINALE BIFFI

Se il cardinale Biffi, di felice memoria, si fosse documentato, avrebbe scoperto che Nagasaki venne bombardata come obiettivo di ripiego, essendo il primo (la citta' di Kokura) coperto dalle nuvole. Anche Nagasaki lo era, ma si apri' uno squarcio improvviso, che permise il lancio della bomba, anche se in condizioni "tecnicamente" non ottimali. PP

RR ha detto...

Cioè, PP: ma ci vuoi far credere che dei bombardieri partono in missione segretissima con a bordo due segretissime bombe, recapitate alla base aerea du navi la cui missione era altrettanto segretissima, e non avevano prima studiato a fondo le condizioni meteorologiche, per altro fondamentali per un bombardamento con bombe convenzionali all'epoca (che per altro ormai facevano di notte, v. Amburgo e Dresda, tanto "dove cojo, cojo"), ma non certo per un bombardamento atomico, la cui potenza devastante è tale che la bomba esploda 1 km più in qua o 1 km più in là, come già sapevano dagli esperimenti a Palo Alto, non cambia assolutamente nulla? Va bene bersi tutta la propaganda americana, ma fino a questo punto...
R. Farina in un articolo sul Giornale di oggi avanza l'ipotesi di Nagasaki obbiettivo come "sgarro" al Papa Pio XII, inviso agli Alleati. Ora, se non si sapesse che l'Amministrazione USA era allora (solo allora ?) infarcita di comunisti spie (un nome per tutti H.D.White) e di oriundi "tedeschi" (un altro nome per tutti H. Morgenthau), nonchè di WASP puritani, presbiteriani, agnostici, ma tutti comunque antipapisti, se non ci fosse stato prima il bombardamento a Roma, S. Lorenzo, e la distruzione di Montecassino, allora la cosa non sarebbe plausibile, ma sapendo tutto ciò, probabilmente Farina ha ragione.

Vedi Mic, tu che ti meravigli a volte dei "pompieri" e dei "normalisti": è la stessa "forma mentis", fermarsi alle spiegazioni ufficiali, al particolare che cambierebbe tutto, dimenticandosi lo scenario totale ("il dito...la luna") e non andare mai oltre, non porsi mai domande, cercare scuse e pretesti per difendere sempre e comunque il vincitore, il capo di turno, dando sempre e comunque le colpe al vinto, o all'ex-capo...è la stessa "forma mentis", è più forte di loro. Se rileggi i commenti, ti accorgerai che cambiano gli argomenti, ma il modo di portare avanti il discorso, è lo stesso.

RR

lister ha detto...

Eh, si'. Mi sembra di vederlo Paul Tibbets che, alla "guida" del suo Enola Gay, vaga per i cieli nuvolosi del Giappone in cerca della citta' di Kokura allorche', d'un tratto vede un buco tra le nuvole e, sotto una citta'.
"Beh -dice- io la butto qui e me ne torno a casa. Arrivero' in tempo per la cena altrimenti mia moglie si arrabbia" :D

lister ha detto...

Ma certo, Rosa...perche' non vuoi credere alla versione "ammeregana"...
Se avesse sganciato quel "coso" sulle nuvole, hai visto mai che rimaneva sospeso e, mai sia, il vento lo trasportava piu' a Nord, sull'Alaska?
Meglio sganciarlo nel primo buco tra le nuvole e via, a casa per l'ora di cena. :D

Anonimo ha detto...


@ REPLICA DI PP: I FATTI STORICI SI INDAGANO PRIMA DI TUTTO SUI FATTI

La mia fonte e' piuttosto recente, si tratta di una piccola "monografia" della nota e stimata casa ed. inglese OSPREY (esiste anche in italiano, credo), specializzata in eserciti, armi, storia militare. Il volume e': Clayton K S Chun, "Japan 1945. From 'Operation Downfall' to Hiroshima and Nagasaki", pp. 96, 2008. Vi invito a leggerlo, in modo da capire la validita' del punto di vista da me professato. Non lo leggerete e allora riassume molto in sintesi per voi.
L'operazione "Downfall"[rovina] era l'operazione colossale programmata per la conquista del territorio giapponese, alla quale (sembra) avrebbe partecipato anche un contingente del "nemico [ma] cobelligerante" italiano, operazione che del Giappone non avrebbe lasciato pietra su pietra. Gli Americani avevano ormai la superiorita' aerea totale. Avevano sottoposto da mesi le citta' giapponesi ad un autentico, crudelissimo martirio, con continui bombardamenti notturni al fosforo e diurni con esplosivi ad alto potenziale. Pensavano di piegare cosi' il Giappone entro il primo ott. 1945. Il raid notturno su Tokio, 9-10 marzo 1945, distrusse un terzo della citta' e provoco' circa 84.000 morti (secondo altri sino a 197.000, includendo i dispersi). Lo stesso fato tocco' poco dopo a Osaka, Nagoya, Kobe. E questi non erano i soli bombardamenti effettuati. (Non era piu' guerra, era lo sterminio di massa dei giapponesi).
Nell'isola di Kyushu c'erano Hiroshima e Nagasaki, poco toccate finora. Quando si decise di impiegare le bombe per piegare finalmente il Giappone e terminare infine la guerra (che anche per l'invincibile America stava diventando sempre piu' gravosa, anche in termini economici) si decise che bisognava colpire citta'relativamente intatte, per mostrare tutta la potenza della nuova arma e produrre l'effetto dovuto sui giapponesi. I due B-29 che portavano l'ordigno volarono avendo l'assistenza simultanea di due o tre altri aerei che fornivano le informazioni meteorologiche "live", in modo da poter scegliere il bersaglio che mostrasse le migliori condizioni metereologiche. La rosa di obiettivi per il primo raid era: Hiroshima, Kokura, Nagasaki. Tibbets decise per la prima. Per il secondo era: Kokura, Nagasaki. Kokura coperta di nuvole, il B-29 ripiego' su Nagasaki, coperta pure, ma un varco si apri' all'improvviso nelle nubi quando il comandante, contro le istruzioni, stava gia' pensando ad un lancio eseguito servendosi solo del radar di bordo. A Hiroshima e Nagasaki c'erano industrie militari, variamente disseminate. Particolare, comunque, secondario. Questi i fatti, scarni. PP

Anonimo ha detto...


@ REPLICA DI PP: I FATTI STORICI SI INDAGANO PRIMA DI TUTTO SUI FATTI

La mia fonte e' piuttosto recente, si tratta di una piccola "monografia" della nota e stimata casa ed. inglese OSPREY (esiste anche in italiano, credo), specializzata in eserciti, armi, storia militare. Il volume e': Clayton K S Chun, "Japan 1945. From 'Operation Downfall' to Hiroshima and Nagasaki", pp. 96, 2008. Vi invito a leggerlo, in modo da capire la validita' del punto di vista da me professato. Non lo leggerete e allora riassume molto in sintesi per voi.
L'operazione "Downfall"[rovina] era l'operazione colossale programmata per la conquista del territorio giapponese, alla quale (sembra) avrebbe partecipato anche un contingente del "nemico [ma] cobelligerante" italiano, operazione che del Giappone non avrebbe lasciato pietra su pietra. Gli Americani avevano ormai la superiorita' aerea totale. Avevano sottoposto da mesi le citta' giapponesi ad un autentico, crudelissimo martirio, con continui bombardamenti notturni al fosforo e diurni con esplosivi ad alto potenziale. Pensavano di piegare cosi' il Giappone entro il primo ott. 1945. Il raid notturno su Tokio, 9-10 marzo 1945, distrusse un terzo della citta' e provoco' circa 84.000 morti (secondo altri sino a 197.000, includendo i dispersi). Lo stesso fato tocco' poco dopo a Osaka, Nagoya, Kobe. E questi non erano i soli bombardamenti effettuati. (Non era piu' guerra, era lo sterminio di massa dei giapponesi).
Nell'isola di Kyushu c'erano Hiroshima e Nagasaki, poco toccate finora. Quando si decise di impiegare le bombe per piegare finalmente il Giappone e terminare infine la guerra (che anche per l'invincibile America stava diventando sempre piu' gravosa, anche in termini economici) si decise che bisognava colpire citta'relativamente intatte, per mostrare tutta la potenza della nuova arma e produrre l'effetto dovuto sui giapponesi. I due B-29 che portavano l'ordigno volarono avendo l'assistenza simultanea di due o tre altri aerei che fornivano le informazioni meteorologiche "live", in modo da poter scegliere il bersaglio che mostrasse le migliori condizioni metereologiche. La rosa di obiettivi per il primo raid era: Hiroshima, Kokura, Nagasaki. Tibbets decise per la prima. Per il secondo era: Kokura, Nagasaki. Kokura coperta di nuvole, il B-29 ripiego' su Nagasaki, coperta pure, ma un varco si apri' all'improvviso nelle nubi quando il comandante, contro le istruzioni, stava gia' pensando ad un lancio eseguito servendosi solo del radar di bordo. A Hiroshima e Nagasaki c'erano industrie militari, variamente disseminate. Particolare, comunque, secondario. Questi i fatti, scarni. PP [non se e' arrivato, lo rimando]

Rr ha detto...

....la prima città obbiettivo era Kyoto, ma fu scartata perché " capitale" religioso-culturale...

Ah, e Dresda ? E Montecassino ? e Roma ? E Hue ? e Belgrado? Da quando gli Americani si preoccupano in guerra dei centri religios-culturali, soprattutto se appartengono agli " sporchi musi Gialli" che gli han dato filo da torcere per 4 anni, infliggendo perdite pesanti ed in aprticolare attaccando "a tradimento" Pearl Harbor ? Stanno per incenerire, letteralmente "olocaustando" migliaia di persone, e si preoccupano di qualche tempio buddista?

RR

Anonimo ha detto...

Alcuni giorni fa su Raistoria hanno fatto vedere un lungo documentario con tutti i filmati a colori degli avvenimenti summenzionati, filmati ripresi non si sa bene perché e percome e con quali permessi, da un cinereporter inglese, c'era di tutto e di più, tutto cinematografico, lo sbarco a piedi di McArthur sul suolo giapponese, la scelta di mettere guardie militari di fianco ai generali giap, alte 1,90 mt. per umiliare i nani gialli, c'erano riprese degli e dagli aerei aerei , di Enola Gay, lo sgancio e quant'altro, per favore smettiamola di bere di tutto, alla fine ci si affoga anche con l'acqua....era già tutto previsto, pianificato fin nei minimi dettagli poi se uno ama gli yankees più di ogni altra cosa, beh, mi spiace per lui, ma mi fa un po' pena, è come credere all'Islam moderato e che Mussolini fu ucciso da Valerio.......Sogno di una notte di mezza estate.

Anonimo ha detto...


@ REPLICA BREVE DI PP VISTO CHE MIC NON MI HA PUBBLICATO QUELLA PIU' LUNGA

1. Piuttosto che continuare a parlare per sentito dire, vi invito a leggere sull'argomento la mia fonte specifica, la piccola monografia pubblicata dalla Osprey, nota casa editr. inglese di armi, uniformi e storia militare, che credo sia reperibile anche in traduzioni italiane: CLAYTON KS CHUN, "Japan 1945. From Operation Downfall to Hiroshima and Nagasaki", Osprey, 2008, pp. 96. L'autore, ufficiale di aviazione, insegna allo U.S. Army War College in Pennsylvania ed e' un esperto in materia. Nel testo sono spiegati tutti i risvolti tecnici e politico-militari, come visti dal Comando americano che decise di usare le due bombe. PP

mic ha detto...

per PP
la replica precedente l'ho ripescata nello Spam...

Rr ha detto...

Anonimo 15.30,
tutti i filmati sulla II GM girati durante e dopo sono film, NON documentari, sceneggiati e realizzati da grandi registi hollywoodiani, incluso Hitchcock. DI reale o meglio di genuino, spontaneo, in diretta, non c'e' quasi nula. Inclusi quelli sui campi si concentramento, in particolare Bergen Belsen.
Sono cose queste ben note agli storici, anche ufficiali.

Rr

Rr ha detto...

@PP: il suo testo di riferimento e' quello di un insegnante alla Scuola dell' Esercito americano, cioè una scuola dello Stato e Governo americano? E' come se Lei citasse sull' Arcipelago Gulag una pubblicazione di un insegnante della Scuola del KGB.
Ma le pare ?
E poi chi le dice che parliamo per " sentito dire" ?Solo perché qualcuno di noi, non tutti, non ha citato fonti?

Willy Brandt si inginocchio' a Varsavia. Nessun Presidente americano si è mai inginocchiato a Tokyo. Per me è più che sufficiente.
Rr
PS: su Effedieffe un articolo su questo argomento, oltre ad altri, più o meno interessanti per questo blog

Anonimo ha detto...


@ O.K. Mi spiace per il contrattempo, dovuto a mia imperizia computeresca. Ringrazio per la pubblicazione. Spero sia chiaro che per me lo spirito di questa "discussione" non e' quello di "normalizzare" (?) o far polemiche gratuite. Si tratta del modo migliore di accertare certi fatti storici, tuttora determinanti per noi. Un problema che mi affligge e' quello relativo alla veridicita' delle Apparizioni di Fatima, che contengono profezie su fatti futuri precisi. Qui c'e' la faccenda della 2a guerra mondiale che, secondo la Madonna, sarebbe scoppiata durante il regno di Pio XI. Come la mettiamo con l'opinione dominante, che la fa risalire al regno di Pio XII, 1 sett. 1939? Ne' la S.ma Vergine ne' la Veggente possono essersi sbagliate. Bisogna allora studiare bene i fatti, per verificare la validita' della rivelazione privata. Secondo me, che la guerra mondiale fosse in effetti gia' "scoppiata" nel 1938-39 lo si puo' dimostrare proprio analizzando l'espansionismo giapponese e le connessioni strategiche che esso mise in moto.
NOn si tratta di dare giudizi moralistici o di ribadire fedi politiche ma di ricostruire con precisione dei fatti storici. PP

Anonimo ha detto...


@ Risposta a SERAAFINO su FATIMA

1. Ho scritto "opinione dominante" intendendo un'opinione diffusa anche tra gli storici, in sostanza un'opinione ufficiale, che fa testo.
2. Mi sono chiesto se tale "opinione" non fosse troppo eurocentrica, quanto all'inizio della guerra mondiale.
3. Non ho pensato alla Guerra di Spagna perche' era iniziata nel 1936 e si era gia' conclusa nella primavera del 1939. Pero' in effetti si potrebbe anche riflettere sul peso che quella guerra ha avuto nell'incipiente conflitto mondiale, se fosse gia' "parte" di esso. In un certo senso lo e' stata, ne ha anticipato gli schieramenti, almeno per certi aspetti, anche se ha avuto caratteristiche tutte sue proprie, di legittima "crociata" contro l'Anticristo massonico, anarchico e comunista, che, dietro il paravento di rivendicazioni sociali in parte legittime, voleva creare una societa' senza Dio ed anzi contro Dio, ivi inclusa la rivoluzione sessuale.
4. Mi lasciano perplesso gli ultimi tre punti. Perche':
la profezia di Nostra Signora si riferisce a fatti dislocati in modo preciso nel tempo umano, cosi' come lo percepiamo noi sulla terra. Non mi sembra si possa pertanto applicare qui la percezione del tempo dal punto di vista di Dio (1 Pt 3, 8: "...un giorno, davanti al Signore e' come mille anni, e mille anni come un sol giorno"). Ne' credo si possa affermare che Suor Lucia si sia sbagliata "a trascrivere". Potrebbe essersi sbagliato un terzo che avesse trascritto per lei o sotto sua dettatura ma e' difficile pensare che essa stessa si sia sbagliata. La Veggente e' sempre stata estremamente sincera: non ha anche detto che, nella sua ignoranza di piccola contadina non istruita, riteneva inizialmente che "la Russia" fosse il nome di una donna?
5. Qui non e' certamente in ballo la fede, io stesso per temperamento sono molto cauto nell'affidarmi alle "rivelazioni private". Ma quella di Fatima e' una delle poche riconosciute dalla Chiesa, anche se come verita' "privata", che non si e' obbligati a credere per la propria salvezza. Il criterio della veridicita' si deve quindi poter applicare nei suoi confronti, altrimenti (tra l'altro) ne scapiterebbe la nostra religione, anche se in modo indiretto.
6. A questo punto riporto il testo della Profezia di Fatima, per la parte che ci interessa.
"Ma se non si smettera' di offendere Dio, sotto il regno di Pio XI, ne cominciera' un'altra peggiore [di guerra]. Quando vedrete una nottE illuminata da una luce straordinaria [sconosciuta], sappiate che questo sara' il grande segno che Dio vi dara' [per farvi sapere che] sta per punire il mondo per i suoi crimini, mediante la guerra, la carestia e persecuzioni contro la Chiesa e il Santo Padre" (ho tradotto dal francese: Fr. Fr. Marie des Anges, "Fatime. Joie intime evenement mondial, La Contre-Reforme-Catholique, 1990,p. 167). Suor Lucia fu interrogata insistentemente sul punto: proprio Pio XI doveva essere? Disse sempre di si' (op. cit., p. 227 : cosi' rispose Suor Lucia: "l'occasionE della guerra fu l'annessione dell'Austria. Quando si concluse l'accordo di Monaco le sorelle nel convento gioivano, convinte che la pace fosse stata salvata. Ma io ero di ben altro avviso [dentro di me], purtroppo!"). Dunque: Anschluss, il 12 marzo 1938, regnante Pio XI, gia' si inizia il processo che condurra' alla guerra mondiale? E' possibile. Pochi mesi dopo, in Mongolia si inizia la campagna russo-giapponese gia' ricordata. Si tratta di mettere insieme una serie di elementi, che possono anche sembrare slegati. La discussione e' aperta [INTERROMPO PER NON ANDARE OLTRE IL LIMITE] PP