Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 12 agosto 2024

Giorgio Agamben. Qualche notizia sull'Ucraina

Qui l'indice degli articoli sull'Ucraina. In questo indice potete trovare diversi interessanti testi di Giorgio Agamben. 
Aprofitto per inserire la segnalazione di un lettore degna di nota sulle recenti preoccupanti inattese notizie sull'andamento della guerra.
""Crosetto che dopo l'attacco a Kursk geme contro Zelensky "Ma così allontanate la pace" è come quello che ha regalato tre bocce di Montepulciano a un ubriacone e poi se la prende con lui perché se le scola. Spero si tratti di ipocrisia, perché se è genuina meraviglia siamo nei guai.
Biden (o meglio, chi lo manovra), dando per certa la debacle dem a novembre, avvelena i pozzi a Trump che da sempre sostiene che con la sua presidenza la guerra alle porte dell'Europa finirà. Ora sta a Putin non abboccare all'espediente trito e ritrito di allargare il conflitto per renderlo irreversibile: con l'accelerazione che hanno subito gli eventi, novembre sembra fra dieci anni ma, se ci si arriva senza troppi scossoni, è fatta e la guerra finirà quest'anno. Se però la Russia perde il controllo e se vince la Harris, sarà una catastrofe dilagante. 
L'Unione Europea, con la Von Der Leyen a capo, ovviamente non conta nulla. Fa la parte della cuoca e della contadina alla cena del re: porta il cibo e lo cucina, mentre altri se lo mangiano.""

Qualche notizia sull’Ucraina

Tra le menzogne che vengono ripetute come se fossero verità ovvie, vi è quella che la Russia avrebbe invaso uno stato sovrano indipendente, senza precisare in alcun modo che quel cosiddetto stato indipendente non soltanto era tale solo dal 1990, ma era stato fin allora per secoli parte integrante prima dell’impero russo (dal 1764, ma già fra il XV e il XVI secolo era incluso del Granducato di Mosca) e poi della Russia sovietica. Ucraino era del resto forse il più grande degli scrittori in lingua russa del XIX secolo, Gogol’, che, nelle Veglie della fattoria di Dikanka, ha meravigliosamente descritto il paesaggio della regione che si chiamava allora «Piccola Russia» e i costumi della gente che vi viveva. Per la precisione occorre aggiungere che, fino alla fine della Prima guerra mondiale, una parte rilevante del territorio che ora chiamiamo Ucraina era, col nome di Galizia, la provincia più lontana dell’impero austro-ungarico (in una città ucraina, Brody, nacque Joseph Roth, uno dei maggiori scrittori in lingua tedesca del novecento).
È importante non dimenticare che i confini di quella che chiamiamo dal 1990 Repubblica Ucraina coincidono esattamente con quelli della Repubblica socialista sovietica Ucraina e non hanno alcun possibile fondamento anteriore nelle continue vicende di spartizioni fra polacchi, russi, austriaci e ottomani che hanno avuto luogo nella regione. Per quanto possa apparire paradossale, un’identità dello stato ucraino esiste dunque soltanto grazie alla Repubblica socialista sovietica di cui ha preso il posto. Quanto alla popolazione che viveva in quel territorio, essa era un insieme variegato costituito, oltre che dai discendenti dei cosacchi, che vi erano migrati in massa nel XV secolo, da polacchi, russi, ebrei (in alcune città, fino allo sterminio, più di metà della popolazione), zingari, rumeni, huzuli (che fra il 1918 e il 1919 costituirono una repubblica indipendente di breve durata).
È perfettamente legittimo immaginare che, agli occhi di un russo, la proclamazione dell’indipendenza dell’Ucraina non risulti pertanto troppo diversa dall’eventuale dichiarazione di indipendenza della Sicilia per un italiano (non si tratta di un’ipotesi peregrina, dal momento che non si dovrebbe dimenticare che nel 1945 il Movimento per l’indipendenza della Sicilia, capeggiato da Finocchiaro Aprile, difese l’indipendenza dell’isola ingaggiando scontri con i carabinieri che fecero decine di morti). Per non pensare a quello che accadrebbe se uno stato americano si dichiarasse indipendente dagli Stati Uniti (ai quali appartiene da molto meno tempo di quanto l’Ucraina fosse parte della Russia) e stringesse alleanza con la Russia.
Quanto alla legittimità democratica dell’attuale repubblica Ucraina, è a tutti noto che i trent’anni della sua storia sono stati segnati da elezioni invalidate per brogli, guerre civili e colpi di stato più o meno nascosti, al punto che, nel marzo del 2016, il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker ebbe a dichiarare che ci sarebbero voluti almeno 25 anni perché l’Ucraina potesse soddisfare i requisiti di legittimità che avrebbero permesso il suo ingresso nell’Unione.
Giorgio Agamben su Quodlibet, 2 agosto 2024

29 commenti:

Anonimo ha detto...

La guerra russo-ucraina sta arrivando alla sua fase più pericolosa.

Circa una settimana fa l'esercito ucraino ha invaso il territorio russo nell'area di Kursk, lasciata sostanzialmente sguarnita in quanto non facente parte delle aree etnicamente contese. L'attacco, condotto con forze consistenti (tra i 6 e i 10 mila soldati) è penetrato per circa 20 km in territorio russo, apparentemente puntando alla centrale nucleare di Kurchatov, distante però 60 km dal confine.
L'operazione è giunta come una sorpresa non solo per la Russia, ma anche per i governi occidentali, giacché nessun obiettivo militarmente significativo sembra così perseguibile. Si tratta di una zona a bassa densità abitativa, bassa industrializzazione, dove sono presenti solo obiettivi civili. Considerando che l'esercito ucraino sta arretrando in tutte le altre zone del fronte, strategicamente decisive, questa iniziativa sembra una sorta di gesto della disperazione, volto a infliggere un danno d'immagine alla supposta invincibilità russa.
Incidentalmente questa operazione viola tutti gli accordi dichiarati intorno all'utilizzo delle armi fornite dai paesi Nato, ma tutti sanno da tempo come si tratti di patti buoni per le apparenze da Talk Show, violati da almeno un anno (armi Nato sono state usate costantemente sulla popolazione civile dell'area di Belgorod). Che quella in corso sia una guerra per procura tra Nato e Russia è chiaro anche ai sassi e tutto il resto è recitazione o stupidità.

Ma ieri i segnali di disperazione dell'esercito ucraino hanno raggiunto un nuovo livello, quando un attacco di droni ha avuto come bersaglio la centrale nucleare di Zaporizhia, colpendo gravemente l'impianto di raffreddamento. Per quanto si succedano gli annunci tranquillizzanti da parte delle autorità russe e dell'AIEA (Agenzia internazionale per l'energia atomica), volti a spiegare come la situazione sia sotto controllo e non vi sia un aumento della radioattività in zona, i danni agli impianti di raffreddamento sono tra quelli potenzialmente critici.

Nell'area cabaret troviamo l'immediato intervento di Zelenski, che ha accusato i russi di aver dato fuoco volontariamente all'impianto nucleare nelle proprie mani e che la sicurezza nucleare europea non sarà garantita finché la centrale non tornerà in mani ucraine. (Considerando i precedenti, non abbiamo dubbi che questa fiaba sarà presa con grande serietà dai servi di bottega che gestiscono la maggior parte dei media italiani).

Quello che sembra chiaro è che più la situazione dell'esercito ucraino si fa difficile e più la posizione politica di Zelensky si fa insostenibile sul fronte interno, più avranno spazio questi atti di disperazione, che rischiano facilmente di sfuggire di mano.
Andrea Zhok

Anonimo ha detto...

Diego Fusaro
Ci hanno raccontato per mesi, in maniera continuativa e martellante (come si conviene nei regimi), che l'Ucraina era stata invasa dalla Russia e che dunque aveva tutto il diritto di difendersi: e, insieme, che noi europei avevamo il dovere di armarla acciocché potesse difendersi dall'invasore. Avevamo da subito denunciato questa fumettistica e demenziale narrazione come ideologica e intrinsecamente falsa, buona solo a coprire i reali rapporti di forza e le reali strategie della civiltà del dollaro e delle sue colonie: lo dicemmo da subito, non era la guerra della Russia contro l'Ucraina, essendo invece la guerra della civiltà dell'hamburger contro la Russia, con l'Ucraina impiegata in guisa di bastone contro Putin. Ora ne abbiamo la più tragica conferma. Nei giorni scorsi, l'Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood (l'attore più pagato di sempre), ha attaccato direttamente il territorio russo. Come se non bastasse, il guitto di Kiev ha candidamente ammesso di voler spingere la guerra nel territorio russo. Lo ha detto come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Con ciò cade definitivamente la maschera dell'imperialismo a stelle e strisce.

Anonimo ha detto...

Segue/
Dovrebbe essere chiaro anche ai bambini: l'Ucraina che in questi giorni aggredisce il territorio russo non è in alcun modo "l'Ucraina che si difende", come ce l'hanno sempre ipocritamente e grossolanamente presentata. È, invece, ormai in modo inequivocabile, il braccio armato della NATO e della civiltà dell'hamburger che muove guerra alla Russia di Putin, colpevole di non genuflettersi al nuovo ordine mondiale liberal-atlantista. La colpa di Mosca, agli occhi di Washington, è principalmente questa: non piegarsi all'imperialismo a stelle e strisce, rivendicare il proprio spazio sovrano e il proprio modo di esistenza non ancora organico alla civiltà nichilista del capitale. La strategia resta sempre la stessa dal 1989 ad oggi: chi non si piega a Washington viene rovesciato in un modo o nell'altro, con missili democratici, bombe etiche ed embaghi terapeutici, in perfetto stile orwelliano. Al cospetto dell'Ucraina che invade la Russia naturalmente non vale più il teorema, fino a ieri ribadito ad nauseam, per cui l'aggressore ha sempre torto e l'aggredito ha sempre ragione. L'Ucraina che aggredisce la Russia viene presentata ovviamente come dalla parte del bene e del giusto, proprio come dalla parte del bene e del giusto è sempre stata presentata la civiltà del dollaro in tutte le sue imprese nefande di matrice imperialistica. Che dire poi dell'Italia, che dal 2022 manda ignobilmente armi all'Ucraina, sostenendo ipocritamente che sono armi difensive? Con tutta evidenza, in questi giorni l'Ucraina sta utilizzando le armi in chiave offensiva, occupando i territori russi e, per citare ancora il guitto di Kiev, per spingere la guerra in Russia. Come si fa ancora a sostenere che si tratta di armi difensive, se vengono utilizzate apertamente per aggredire la Russia? Come si fa a sostenere ancora che l'Italia sta rispettando la propria Costituzione, che - lo ricordiamo - ripudia la guerra? Mandare le armi a una delle due parti in causa del conflitto significa prendere parte al conflitto e non ripudiare la guerra, e ciò vale a maggior ragione se la parte a cui si mandano le armi aggredisce il territorio della parte opposta. Come dicevo poc'anzi, la maschera è definitivamente caduta: il processo lento e inesorabile di accerchiamento della Russia da parte di Washington, avviatosi dopo l'igloriosa fine dell'Unione Sovietica, giunge ora al suo ultimo atto, con le truppe della NATO che ormai sono ai confini della Russia e che premono per invaderla, ovviamente giustificando come difensiva l'operazione inqualificabile dell'imperialismo a stelle e strisce. L'obiettivo è uno solo: far cadere la Russia di Putin, ridurla a colonia di Washington inoffensiva, neutralizzare una potenza che sta opponendo resistenza al monopolarismo bellicista di matrice atlantista. Più che mai dobbiamo sperare in una Russia e in una Cina non solo forti e sovrane, ma anche tra loro unite e solidali, pronte a fare testuggine per resistere all'imperialismo della civiltà dell'hamburger e delle sue colonie senza dignità.

Anonimo ha detto...

I commenti precedenti sembrano tutti afflitti da un tono propagandistico, in questo caso filorusso. Cerchiamo per quanto possibile di esprimerci in modo più obbiettivo. Ferme restando le responsabilità americane sull'origine della crisi, nel 2014, e forse anche prima, bisogna chiedersi sul possibile significato di questo attacco ucraino.
L' Ucraina sembrava alle corde, Zelensky aveva persino mostrato interesse per il piano di pace proposto via Trump-Orban etc e adesso all'improvviso una offensiva di questa portata? Il corrispondente del Financial Times recatosi in loco riferisce di 7 brigate ucraine impiegate, di perdite ucraine consistenti, della completa sorpresa con la quale sono stati colti i russi, che avevano poche truppe in zona, della difficoltà che hanno i russi ad organizzare una valida controffensiva, perché le loro colonne corazzate e meccanizzate vengono decimate dai famosi lanciarazzi americani multipli a guida intelligente, che non sbagliano un colpo. Sembrava l'opinione di uno che ne capiva.
Ora, un'offensiva che penetra per 30 km di profondità (non so quanto in estensione) diventa uno sfondamento, non è più un'incursione. Un'offensiva del genere deve esser stata pianificata da tempo e accuratamente, non è da credere che gli americani non ne sapessero niente. Bisognerà vedere gli sviluppi. Si conferma lo stato finora in generale poco brillante dell'esercito russo, colto ancora una volta di sorpresa, inferiore tecnologicamente all'armamento americano. Nel Donbass avanza sempre ma non sfonda mai. Sempre successi parziali. Guerra di attrito infinita.

Se lo scopo dell'offensiva è assicurare all'Ucraina una migliore base negoziale per la pace, l'offensiva l'allontana perché difficilmente i russi accetterebbero di negoziare con il nemico in casa, in grado di porre condizioni. E sappiamo che l'Ucraina non ha mai rinunciato alla Crimea, alla quale a sua volta la Russia non può assolutamente rinunciare, pena l'esser ridotta a potenza di second'ordine, chiusa dentro il Mar d'Azov e con la Nato alle porte di casa. Pertanto, quest'offensiva desta l'impressione che dietro ci sia la nefasta volontà americana di continuare la guerra in Ucraina sempre nella speranza di provocare il collasso della Russia. Questa è l'impostazione della politica estera americana, dalle "primavere arabe in poi", dissolvere catene di Stati per crearvi il caos adatto ad impiantarvi regimi "democratici" in senso woke (in Europa in atto contro Polonia e Ungheria). È l'impostazione data da Obama e H. Clinton nel 2010, il primo notoriamente pro-gay e forse gay egli stesso, un politico senza principi, svelatosi completamente nel suo secondo mandato. Si dice che sia lui l'eminenza grigia dietro Biden e la Harris, personaggi incapaci di pensare con la propria testa.
Negli USA, solo Trump ha parlato di pace in Ucraina, i Democratici mai.
È ovvio che uno sfondamento in profondità in Russia, qualora i russi non riuscissero a ristabilire la situazione, avvciinerebbe sensibilmente il pericolo del ricorso alle armi atomiche da parte dei russi, anche se sembra difficile che le sgancino sui loro territori o persino in Ucraina.
Potrebbero però tirarle su qualche base Nato in Occidente.
Ha detto bene Crosetto sul significato negativo di questa offensiva per una possibile pace.
La sua uscita dimostra che il governo italiano è in realtà favorevole alla pace in Ucraina.
Augurarsi un tracollo della Russia è demenziale, potrebbe essere l'inizio della III guerra mondiale.
Le èlites woke hanno perso completamente il senso della realtà. E come può ancora averlo chi propugna il "matrimonio gay" e il transgenderismo?
Miles

Anonimo ha detto...

DOPO UN BOMBARDAMENTO UCRAINO (L’ ENNESIMO) LA CENTRALE NUCLEARE DI ZAPORIŽŽJA IN FIAMME!!! [1]

e che fa la stampa europea, inclusa quella italiana, campionessa olimpica della disinformazione, davanti al terrorismo nucleare?

MUTA E SORDA COME I PESCI D’ACQUARIO... DI NONNA ITALIA, LA BUONANIMA!

[1] Bombardamento ucraino (droni e artiglieria) del 11/08/2024 alle ore 21.
Le autorità tecniche (ucraine) dell’impianto assicurano, tuttavia, che la circostanza non è grave quanto sembra e non vi è nessuna emergenza nucleare. Anche le autorità russe sostengono la medesima tesi.

«La centrale nucleare di Zaporižžja è la principale centrale nucleare ucraina. L'impianto dispone di 6 reattori nucleari. Con una potenza nominale di oltre 5 700 MW, è la centrale nucleare con più elevata produzione elettrica in Europa ed è tra gli impianti di produzione di energia più grandi del mondo. Il 4 marzo 2022, la centrale nucleare è stata occupata dalle forze russe durante la battaglia di Enerhodar...»

Laurentius ha detto...

Concordo pienamente con i preziosi commenti di A. Zhok e D. Fusaro. Pur tuttavia, la Russia deve liberarsi dal liberalismo che la stringe nelle sue spire. Il filosofo A. Dugin non cessa di ripeterlo nei suoi interventi. Affidiamo a Maria, Madre di Dio, la Russia e preghiamo per l'annientamento del mondialismo.

Anonimo ha detto...

Completo l'analisi intelligente di Miles, chiedendo: come può la principale potenza mondiale essere guidata da alcuni decenni da simili personaggi di cartone? Perché qui un'analisi di fondo bisognerebbe una tantum farla, rimarcando come vi sia uno stridente contrasto tra la pochezza dei leaders occidentali (tranne qualche esigua eccezione, che conferma la regola) e la statura politica dei loro omologhi che guidano autocrazie (e non dittature).
La democrazia non fa quasi mai emergere il politico migliore, ma il mediocre più addomesticabile dai grandi centri di potere. E' altresì vero che l'autocrate diventa spesso un despota, ma non necessariamente ostile al proprio popolo, e in grado di controllare i centri di potere interni, anzichè subirli.

Wisteria ha detto...

A me sembra perlomeno imprudente confidare nei lumi di Diego Fusaro e di Dugin. Diego Fusaro è un veteromarxista doc. Trump non è mai stato amico della Cina, mentre l'amicizia con la Cina è nel curriculum del vice scelto da Kamala Harris. Trump ha promesso di concludere la guerra, ma per il momento la sua vittoria è incerta. La filosofia di Dugin è da prendere con le molle, perché è una riedizione dell'esoterismo sciamanico che ha già fatto abbastanza danni a destra. La guerra di Putin ha portato la Russia in una compagnia che non ci piacerebbe: Brasile, Cina, India non sono cattolici, non sono del tutto cristiani, non sono Occidente.
Stismo attenti agli alleati che ci scegliamo nella giusta riscossa che cerchiamo contro la dittatura woke, che viene sostenuta dagli USA dem e dalla UE.

Anonimo ha detto...

La Russia deve liberarsi dallo scisma e tornare a Roma. Solo così potrà essere una faro per l'umanità

Anonimo ha detto...

L'apparenza e la realta'. Quando si parla di deep state negli USA ci si riferisce forse alla CIA ? Ovvero l'organizzazione con sede a Langley Virginia ?
Nessuno degli intervenuti al dibattito sia tra i favorevoli all'assurda operazione militare russa sia tra coloro che considerano la guerra in corso per quello che e' sembra che conoscano il pensiero sia del popolo americano sia del popolo russo. Il deep state ha scelto Obama perche' rappresentava un meticcio di successo con famiglia adeguata ad essere fotografata come modello. Ma quale era la conoscenza della geopolitica mondiale di questo leguleio buono a dirigere una rivista di studi giuridici ? Probabilmente molto scarsa. Quindi ottimo per essere eterodiretto dai truffatori di Langley.
E' verosimile che siano le due lobby cioe' quella degli agenti cia sia quella filoislamica che si e' venuta a formare intorno agli Obama che continuino la loro opera devastante. Ne abbiamo avuto notizia con i pronunciamenti pro palestina degli studenti universitari dei campus americani. Manifestazioni supportate dal denaro dell'Iran. Ma cosa vuole veramente il popolo americano ?
Nel caso dei russi come afferma il professor Manlio Graziano della Sorbona l'unica cosa che non vorrebbero e' finire ad essere sottomessi dai cinesi. Anche i rapporti con l'Iran sono squisitamente commerciali ma poco diplomatici.
Per noi e' forse piu' preoccupante la visita in Cina della Meloni ad imitazione di quanto fatto in precedenza da Conte che l'invio di armi all' Ucraina.
Forse i russi preferiscono non solo hamburger e pomodoro e mozzarella piuttosto che cibo cinese.

mic ha detto...

"A me sembra perlomeno imprudente confidare nei lumi di Diego Fusaro e di Dugin..."

Qui nessuno confida nei lumi di Fusaro o di Dugin.
Tutt'al più 'passa' qualche affermazione efficace e commestibile... secondo il principio di prendere quel che è buono a prescindere da chi lo ha detto.

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Vedo che c'è stato solo un accenno che l'Ucraina era parte integrante dell'Impero Russo, detta anche "Piccola Russia" (perchè spesso si definiva lo Zar "sovrano di tutte le Russie, al plurale? Perchè lo era delle Russia Grande, quella propriamente detta, della Piccola Russia, l'Ucraina, e della Russia Bianca, la Bielorussia) ma nessuno ha osservato la cosa più importante: la culla della Russia era lì, la Rus' di Kiev! La cristianizzazione è partita da lì.
Quando la Rus' cadde per l'invasione mongola, il centro della nazione russa si spostò a nord: Mosca era solo poco più di una piccola fortezza nel XIV secolo, ma era nella posizione giusta perchè vi si stabilisse una classe dirigente.
Ci sono in commercio molte buone storie della Russia, io ho quella di Riasanovsky (non so se la traslitterazione sia esatta), edita da Bompiani, di cui sono uscite diverse edizioni aggiornate, ma ce ne sono anche altre. Il difficile è trovarne di imparziali, specie adesso.

Anonimo ha detto...

«Una volta che hai imparato a pensare, il conformismo diventa un'abitudine difficile da indossare nuovamente. Il dubbio e l'esame critico diventano la tua guida, non per ribellione, ma per evoluzione.
Nessuno che impari a pensare può tornare a obbedire come faceva prima, non per spirito ribelle, ma per l'abitudine ormai acquisita di mettere in dubbio ed esaminare ogni cosa.»

(Hannah Arendt - Alcune questioni di filosofia morale)

tralcio ha detto...

La storia dell’Ucraina è utile per comprendere molte cose, dall’holodomor ai ben più recenti Chernobyl , piazza Maidan, massacro di Odessa, traffico di bambini, presenza di laboratori sospetti.
L’Ucraina del popolo è tutt’altra dall’immenso Paese che permette ai più spietati senza Dio di condurvi i loro sporchi traffici, ovviamente con il concorso di una fetta di popolazione ideologizzata è consenziente.
Per gli altri, carne da macello, la storia si ripete. Purtroppo chi comanda in Ucraina la usa per altri scopi. L’Italia attuale non è molto diversa anche se molto più ricca… Le ucraine fanno da badanti ai nostri anziani soli.
La sfida alla Russia da parte di chi ha disatteso il trattato di Minsk sta portando un intero Paese al disastro e chi in Ucraina ha fatto da burattino adesso cerca di ricattare i suoi burattinai. Disperato lui, disperati loro, in grossi guai milioni di vittime incapaci di distinguere tra un sano amore di patria e l’avere tra loro non pochi neonazisti.

Guerra e guerriglia ha detto...

I leader dell'Europa occidentale non sono gli unici a tenere d'occhio i problemi della Gran Bretagna. Anche le capitali dell'Europa dell'est stanno guardando il dramma, senza dubbio pensando a come evitare la stessa sorte per i loro paesi. Una clip di un autobusker londinese che canta una canzone che elogia la sicurezza delle strade polacche ha fatto il giro su X nel fine settimana. Sappiamo tutti perché i quattro paesi di Visegrad — Polonia, Cechia, Slovacchia e Ungheria — sono così sicuri e stabili: tutti hanno relativamente pochi migranti extraeuropei. Per motivi culturali e linguistici, la Polonia, che ha accolto circa un milione di profughi di guerra ucraini, trova facile integrarli. Qui a Budapest, si sente parlare che il movimento di francesi, tedeschi e altri da punti ovest sta riprendendo. Questi sono europei che vogliono tornare a vivere in Europa.

https://europeanconservative.com/articles/commentary/will-there-always-be-an-england/

Anonimo ha detto...

La tesi dell'Ucraina che sarebbe sempre la "piccola Russia" di secoli fa. È comprensibilmente la tesi del Cremlino ma storicamente non regge. La "piccola Russia" di Kiev fu distrutta dai mongoli.
L'invasione mongola fu un disastro per i popoli della Russia geografica. Nell'oderna Ucraina dopo i mongoli vennero i turchi, che miravano a controllare l'intero Mar Nero e adiacenze, obiettivo ancora rivendicato dall'ideologia panturchesca o turanica che dir si voglia (un rinato impero turco nella immensa fascia orizzontale che va da Sarjevo alla Mongolia). La Russia sopravvisse per molto tempo come principato di Mosca vassallo dei mongoli, che serviva fedelmente, sposando le loro principesse. In tal modo otteneva favori e si rafforzava. Alla fine i mongoli si divisero in lotte civili e i russi, usando anche la corruzione, si resero indipendenti (fine dell'Orda d'Oro). Dopo di che cominciò l'espansione russa, prima verso il Volga e il Mar d'Azov poi in tutte le altre direzioni.
L'Ucraina era terra di nessuno, contesa tra polacchi, turchi, tatari locali (schiatte turco-mongole), russi. Gli ucraini veri e propri erano i cosacchi, popolazioni guerriere che volevano costituire uno Stato indipendente. In parte di origine russa (servi della gleba fuggiaschi, proscritti, banditi, contadini..). Si alleavano con chiunque promettesse loro l'indipendenza. Fu uno zar a prometterla anche se poi non mantenne la parola, o la mantenne poco. Lo Stato ucraino cosacco, uno Stato sui generis, fece due tremende rivolte contro Mosca: Stienka Razin e Pugaciov, entrambe finite in massacri spaventosi. Nell'Ottocento l'Ucraina, sottratta definitivamente a polacchi e turchi, venne a far parte dell'impero zarista. Con l'armistizio di Brest-litovsk, inizio del 1918, l'Ucraina venne occupata dagli austro-tedeschi. Ma dopo la fine della guerra mondiale si rese indipendente, come anche la Bielorussia, cosa che non viene ricordata. Ma i bolscevichi la riconquistarono, nell'ennesima feroce guerra civile (vedi il romanzo "La Guardia bianca", di Bulgakov).
Il resto è storia (tragica) dei nostri giorni.
Col tempo si è formata una coscienza nazionale ucraina, che i russi vogliono negare, tirando sempre fuori la storia della "piccola Russia". Sarebbe quindi giusto riconoscere all'Ucraina il diritto all'indipendenza ma naturalmente un'indipendenza che deve tener conto delle esigenze difensive e di sicurezza della Russia. L'Ucraina indipendente non può pretendere di isolare la Russia dal Mar Nero, portandole via la Crimea. Né di affiliarsi alla Nato.
H.

Anonimo ha detto...

Intanto nel REgno Unito nuovo accoltellamento per strada, di una donna e di una bambina. Ma perché i bambini? E perché questa follia criminale che non si ferma? La polizia ha catturato il responsabile ma per ora tace sulle motivazioni etc.

Anonimo ha detto...

L'interesse di europei ed americani,ed ovviamente di russi ed ucraini, sarebbe quello che la guerra finisse prima possibile.L'esercito ucraino ha invaso la Russia militarmente ha fatto malissimo per tanti motivi .I giornalisti ci raccontano che gli ucraini sono entrati per 30 km in territorio russo e la considerano una vittoria militare.Poveri imbecilli ,le truppe tedesche erano arrivate fin nei sobborghi di Mosca durante la seconda guerra mondiale .....Per una questione di importanza molto secondaria come quella delle diatribe di confine fra Russia ed Ucraina gli americani ed europei hanno spinto la Russia fra le braccia di Pechino e di Teheran.La situazione per l'Europa intanto ,mentre gli americani giocano alla guerra , diventa sempre più insostenibile .E' proprio vero che l'uomo è condannato a ripetere sempre gli stessi errori :nel 1914 nessuno, a parte i francesi ,voleva la guerra ,eppure la guerra scoppiò e coinvolse tutte le potenze del mondo ,tanto da essere chiamata Guerra Mondiale.Stiamo attenti perchè quel dramma potrebbe ripetersi ,con l'aggravante del possibile uso di armi atomiche da parte di quasi tutti i contendenti....

Laurentius ha detto...

Quale Roma? Quella attuale, modernista e mondialista?

Anonimo ha detto...

" Il regime criminale dello scaduto Zelenskyj continua a dimostrare al mondo intero la sua vera essenza neonazista.
Sullo sfondo della situazione disastrosa per le forze armate ucraine nel Donbass, le autorità ucraine hanno lanciato un attacco terroristico sui territori di confine della regione di Kursk. A Kiev non hanno nascosto il fatto che con un passo del genere intendono migliorare in futuro le proprie posizioni negoziali, come ha affermato senza alcuna esitazione l'8 agosto M. Podolyak, consigliere del capo dell'ufficio di Zelenskyj. .
Secondo l'amministrazione regionale, a causa dei bombardamenti delle forze armate ucraine sono stati uccisi 12 civili, incl. un'ambulanza e una donna incinta, più di 120 feriti, tra cui dieci bambini. La mattina del 6 agosto, i militanti ucraini hanno sparato da un carro armato contro il monastero Gornalsky di San Nicola Belogorsky proprio durante la liturgia.
Nonostante tutte queste tecniche barbare, il regime di Zelenskyj non ha raggiunto il suo obiettivo principale: distrarre le forze armate russe dal Donbass e dalla Slobozhanshchina.
I neonazisti ucraini, intuendo carta bianca data loro dai loro curatori occidentali per gli attacchi di banditi nelle regioni russe, l'11 agosto, utilizzando un drone kamikaze, hanno attaccato la centrale nucleare di Zaporozhye da Nikopol, controllata da Kiev, nella regione di Dnepropetrovsk. Di conseguenza, nell'area in cui si trovavano le torri di raffreddamento della stazione, è scoppiato un incendio che, fortunatamente, è stato domato in modo tempestivo e il pericolo di un incidente è stato eliminato.
Questo atto di terrorismo nucleare ha mostrato ancora una volta quale pericolo rappresentano per il mondo intero il regime di Zelenskyj, incitato dall'Occidente a sempre nuove avventure criminali, le continue forniture di armi mortali a Kiev e il suo regolare sostegno finanziario".
Maria Zakharova

Anonimo ha detto...

Gli atlantonti
( di Marco Travaglio )

"Per capire in quale trappola diabolica s’è cacciata l’Europa, basta unire i puntini delle ultime notizie, che sembrano fatte apposta per gli atlantonti che non vogliono vedere. 1) La Germania, mentre imbottisce l’Ucraina di armi e miliardi, spicca un mandato di cattura per l’incursore ucraino che due anni fa fece esplodere, su mandato di Kiev e con la copertura Nato, i gasdotti Nord Stream 1 e 2, costati 21 miliardi, che portavano il gas russo in Germania e di lì in tutta Europa e che Biden aveva già minacciato di distruggere. Risultato: ora compriamo più gas liquido e scadente dagli Usa, che ce lo vendono a prezzi quadrupli e ci tocca pure rigassificarlo; la Germania in recessione trascina nel baratro l’intera Ue, mentre l’economia americana (come quella russa) va come un treno. 2) Ora che Biden sta per diventare ex presidente, vengono desecretati gli atti sul figlio criminale Hunter che nel 2016, sotto il governo Renzi, chiese aiuto all’ambasciatore a Roma per procacciare affari nella Toscana pidina al colosso energetico ucraino Burisma, di cui era amministratore. Insomma, quello dei Biden per Kiev è un amore disinteressato: platonico. 3) Il più fanatico fra i consiglieri di Zelensky, Podolyak, spiega che l’invasione ucraina della regione russa di Kursk serve a ricattare i Paesi più prudenti della Nato per avere mano libera sull’uso delle nostre armi in Russia. Paesi tipo l’Italia, che ripudia la guerra per Costituzione, come ricorda financo Crosetto (subito linciato dai pretoriani Nato Mieli&Sallusti, che chiamano la Costituzione “ipocrisia” e “odio per l’Occidente”).
Il copione è fisso: il regime ucraino e i retrostanti Usa ricattano l’Europa con menzogne sempre più spudorate, ma i nostri sgovernanti sono ben felici di bersele mettendo mano al (nostro) portafogli e scavalcando le linee rosse che avevano tracciato. Ora Kiev, dopo aver finto di voler negoziare con Mosca per paura di Trump, scatena un blitz militarmente inutile, anzi suicida, che la priva dei reparti migliori condannati allo sterminio, sguarnisce il Donbass dove i russi avanzano vieppiù, al solo scopo di bruciare il tavolo dell’eventuale trattativa. E pretende di farlo coi nostri missili e il nostro permesso. Ma, siccome l’ultima linea rossa è sempre la penultima, dobbiamo prepararci alla prossima: quando i russi completeranno la conquista del Donbass e annienteranno i reparti ucraini a Kursk, Zelensky piagnucolerà che ha finito i soldati e vuole i nostri. I giovani ucraini fuggono all’estero, affogano nel Dnepr, si spaccano le tibie a martellate pur di non arruolarsi. Ma Repubblica canta l’epopea dei “soldati ucraini ‘felici di guidare un tank in Russia’”. È così che si precipita nella Terza guerra mondiale senza neppure accorgersene".

Anonimo ha detto...

Nessuno si può permettere di scrivere una lettera del genere contro un candidato alla Presidenza americana. Neanche se lui fosse Immacolato e non l'impero del male della UE.
Ma magari venisse Trump, sciogliesse la NATO e lasciasse questi farabutti con le pezze al culo a fronteggiare i russi da soli !
E allora io scelgo di tifare perché questo carrozzone malvagio sparisca al più presto, visto che nessuno si azzarda ad uscire da questa confraternita criminale.

"Con questa lettera, il reponsabile per il mercato interno e i servizi della Commissione Europea, Thierry Breton, ha ordinato a Elon Musk di non pubblicare la programmata intervista a Donald Trump in quanto essa sarebbe stata latrice di messaggi di "odio, violenza e razzismo".
Il messaggio si concludeva con minacce di conseguenze e contromisure, qualora Musk non avesse obbedito.
L'intervista è andata in onda alcune ore fa (al momento non ci sono traduzioni in italiano) ed è stata ascoltata da 115 milioni di persone ( mia nota: su Byoblu hanno detto che è stata ascoltata da 1 milione e trecento mila persone, forse perché a causa di problemi tecnici è andata in onda con 40 minuti di ritardo ).
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Dubito fortemente che Trump, qualora eletto, porterà la pace nel mondo.
Ma scelgo di tifare per il dubbio piuttosto che per la certezza del disastro: gli avversari di Trump, infatti, sono gli stessi che stanno operando censure e attacchi alla libertà d'espressione, in tutti i paesi occidentali".

Anonimo ha detto...

Nelle ultime ore dalla Germania fanno sapere che hanno spiccato un mandato d'arresto per un cittadino Ucraino perché fece saltare i gasdotti Nord Stream. Oggi il Wall Street Journal ci va più pesante raccontando la presunta storia.

Dice che ad architettare l'operazione di sabotaggio dei gasdotti Nord Stream sia stato Zaluzhny, ex capo delle forze armate ucraine dietro autorizzazione di quel buffone di Zelensky. L'operazione avrebbe avuto il costo di 300.000 dollari. A parte che, come detto già in precedenza, credo fermamente che dietro i gasdotti ci sia la mano dei servizi Usa, UK, Polacchi e Norvegesi. Ma un paio di cose vanno segnalate.

Con questa nuova narrazione della propaganda criminale occidentale si smentiscono da soli, visto che per anni sono riusciti a sostenere la tesi di "Putin che bombarda i propri gasdotti" dopo averci speso oltre 20 miliardi assieme alla Germania. Inoltre hanno censurato tutti quelli che non credevano alle loro tesi, vedi anche il bavaglio al premio Pulitzer Seymour Hersh per mano dei vari Puente e Mentana.

La seconda rilevazione riguarda l'articolo 5 della Nato, quello che scatta quando un Paese membro viene attaccato: l'attacco dei Nord Stream rappresenta l'attacco più grande a un paese dell'UE dalla seconda guerra mondiale in poi. Quella era un'infrastruttura rilevantissima per l'economia, la manifattura e il benessere dei cittadini europei visto che portava gas di alta qualità a basso costo.

Se è vero che siano stati gli Ucraini a farli saltare, in teoria dovremmo difenderci da loro! Ma siccome questa è un'azione che va a beneficio principalmente degli Stati Uniti d'America, va benissimo e quindi i paesi europei si attaccano al tram. Se va bene agli Usa allora nessuna minaccia e nessun problema. A dimostrazione di quanto siano ipocriti e servi della Casa Bianca.

Ripeto, anche se non credo alla narrazione che siano stati solo Zelensky e company, questa narrazione oggi ci dice una sola cosa: ad attaccare l'Unione Europea e la sua sicurezza, a oggi, è stato Zelensky, non Putin. A fare più danni all'Unione Europea, a oggi, è stato Zelensky, non Putin.

Questa è la realtà, il resto è becera propaganda Hollywoodiana!

T.me/GiuseppeSalamone

Anonimo ha detto...

Mi verrebbe da ridere se non ci fosse una e piu' tragedie in corso : l'anticristo e' gia' qui! Solo così si spiega la risposta /adorazione mondiale a lui di un ammasso di cervelli shakerati .

Diego B. ha detto...

I russi, anche se vincessero la guerra, hanno trasmesso al mondo l'impressione di una potenza di terz'ordine. Se non avesse le armi nucleari, la Cina potrebbe conquistare la Siberia e non avrebbe modo di respingere l'invasione. Mosca potrà sconfiggere Kiev ma ha fatto una pessima figura. Io parlo solo dell'aspetto militare e vi dico che se fossi io allo stato maggiore russo valuterei l'esplosione di armi nucleari tattiche in territorio russo (oramai evacuato) al confine con l'ucraina per intrappolare tutte le forze ucraine e distruggerle senza possibilità di ritirata. Ci sarebbero delle proteste ma nessuna reazione perché le armi sarebbero utilizzate su suolo russo. Sarebbe comunque un punto di non ritorno per i conflitti futuri (ma i russi non mi sembrano che stiano facendo calcoli se non "alla giornata") ma la dottrina Nato prevedeva espressamente l'uso di armi nucleari per fermare i sovietici (vedere i piani di battaglia del "Fulda Gap") su territorio Nato. I generali americani avrebbero a quel punto certezza che sono arrivati alla "vera linea rossa" e la guerra finirebbe perché sarebbe palese che ne i russi ne gli ucraini sarebbero in grado di vincerla come vorrebbero loro.

Non finirà così. ha detto...

Così titola in questi giorni "la Repubblica", rotocalco turbomondialista e voce del padronato cosmopolitico: "Nell'offensiva di Kursk le armi Nato combattono per la prima volta in Russia. E la parte del leone la fanno le forniture europee". Tutto come da copione. Del resto, così aveva detto il segretario della NATO Stoltenberg a maggio: “L'Ucraina usi le armi occidentali per colpire in Russia”. Non sfugga l'espressione usata dal rotocalco turbomondialista: "la parte del leone". Come se usare le armi europee per colpire la Russia fosse un gesto eroico e non invece un infame atto vigliacco, che peraltro nel caso dell'Italia si pone in diretto contrasto con lo spirito e con la lettera della nostra Costituzione, che ripudia la guerra. Insomma, un atto da coniglio e non certo da leone. Lo vado dicendo fin dal febbraio del 2022: questa non è la guerra della Russia contro l'Ucraina, come l'hanno sempre presentata; questa invece è la guerra della NATO contro la Russia, colpevole di non genuflettersi al nuovo ordine mondiale americanocentrico. L'Ucraina del guitto Zelensky, attore Nato, prodotto in vitro di Washington se non di Hollywood (l'attore più pagato di tutti i tempi) figura sic et simpliciter come instrumentum belli usato ad arte dalla civiltà dell'hamburger per accerchiare la Russia e per muovere guerra contro di essa. L'obiettivo di Washington e delle sue colonie (leggi Europa) è uno solo: far capitolare la Russia di Putin, rendendola una semplice dependance della civiltà a stelle e strisce, per poi passare alla guerra con la Cina, magari usando Taiwan alla stessa maniera dell'Ucraina. Non sfugga che, per ammissione degli stessi giornali mainstream occidentali, l'Ucraina sta invadendo la Russia con le armi occidentali: con ciò, salta la narrazione dell'Ucraina invasa che si difende. Siamo passati a una nuova strategia e a una nuova narrazione: l'Ucraina e l'occidente - meglio: l’uccidente - si presentano ora come titolati a invadere la Russia di Putin, per esportare la democrazia e abbattere la dittatura del perfido zar rossobruno. Siamo tornati al vecchio e squallido teorema per cui l'invasore a stelle e strisce non è tale, essendo invece un benefattore che dona generosamente libertà e democrazia ai paesi che invade, secondo il copione già sperimentato con la Serbia e con l'Iraq. Come nei film dell'industria hollywoodiana, Washington ha sempre ragione e sempre rappresenta la civiltà e il bene, ponendo in essere invasioni che debbono essere intese come altrettante opere benigne di espansione dei diritti e della democrazia. Una narrazione squallida e mendace, alla quale tuttavia ancora in troppi credono, aderendo all'ordine simbolico dominante di completamento dei rapporti di forza liberal-atlantisti. Si scrive globalizzazione, si legge americanizzazione imperialistica del pianeta.

Anonimo ha detto...

Gli strabici che vedono solo le violazioni russe
Di Elena Basile

Sono trascorsi due anni e mezzo dall’invasione russa in Ucraina. La Russia sta lentamente vincendo con una strategia difensiva che tende a risparmiare uomini e a logorare l’avversario, focalizzandosi fino a oggi su obiettivi militari e infrastrutture civili. La posizione occidentale è cambiata innumerevoli volte, cancellando le linee rosse che si era via via autoimposta.

Con la metafora della rana bollita, Noam Chomsky ha richiamato una tecnica intesa a addormentare l’opinione pubblica per farle accettare gradualmente quello che sarebbe stato difficile imporre all’inizio del conflitto. Vi immaginate se la Nato avesse proposto nel febbraio del 2022 di rispondere all’invasione russa con mercenari e truppe sul territorio, oppure guidando con l’intelligence operazioni terroristiche di aggressione alla Russia? Forse la società civile si sarebbe svegliata dall’usuale torpore.

Leggo gli editorialisti dei giornali principali. Credo nel dialogo, non nei muri ideologici. Dubito che essi leggano gli editorialisti del Fatto che si ostinano a chiamare “filoputiniani”. Tenterò in particolare di oppormi, a mo’ di esempio, al ragionamento portato avanti da Ezio Mauro su Repubblica, simile a quello di Paolo Mieli sul Corriere della sera e da altri analisti dei giornali più letti, inclusi alcuni miei ex colleghi: un ragionamento basato su alcuni dogmi pericolosi che vanno confutati.

Mauro scende in campo per convincere il lettore che non vi sia nulla di anormale nell’offensiva ucraina in territorio russo, malgrado sia provato che gli obiettivi siano civili e che in caso di pericolo la dottrina militare di Putin ammetta la risposta nucleare. Gli assiomi a cui Mauro ricorre sono molteplici. La Russia sarebbe colpevole di avere infranto il diritto internazionale invadendo l’Ucraina. Poiché crediamo nella razionalità, patrimonio universale dell’umanità, vorremmo chiedere allo stimato giornalista se la violazione delle frontiere da parte della Nato a Belgrado, in Afghanistan, in Iraq, in Libia avrebbe dovuto implicare armi, addestramento militare, mercenari e scesa in campo dell’intelligence da parte di Cina e Russia a favore di quei Paesi aggrediti. Vorremmo anche chiedergli se l’ordine internazionale si viola soltanto oltrepassando le frontiere di uno Stato sovrano.

Anonimo ha detto...

Segue
L’espansionismo della Nato ai confini della Russia, unico Paese escluso dalla sicurezza collettiva, non calpesta l’indivisibilità della sicurezza in Europa sancita dai principi di Helsinki e traslata nella Carta di Parigi dell’Osce?

Ancora vorremmo chiedergli se l’ingerenza negli affari interni di un altro Stato, proibita dagli accordi di Helsinki, non sia stata dimostrata dal colpo di Stato a Kiev nel 2014 e dalla presenza militare ed economica angloamericana che ha man mano trasformato l’Ucraina in un’anti-Russia. Domandiamo inoltre come reagirebbe Washington a un’analoga operazione portata avanti da Mosca e da Pechino in Messico e se la sicurezza anche per gli americani, come la crisi di Cuba dimostra, non sia innanzitutto sicurezza territoriale. Infine gli vorremmo chiedere perché, come Merkel e Hollande hanno dichiarato, gli accordi di Minsk siano stati considerati un diversivo da non applicare e per quale ragione la neutralità dell’Ucraina sia un male per Kiev e per l’Europa.

Mauro paragona Putin a Hitler e giustifica quindi l’aggressione dell’Ucraina in territorio russo guidata dalla Nato come una guerra per la libertà europea e per la “pace giusta”. Come mai non si accorge della netta superiorità militare ed economica della Nato rispetto alla Russia, che esclude di fatto mire espansionistiche di Mosca in Europa? La Russia ha tassi demografici discendenti su un territorio immenso ricco di materie prime: perché mai vorrebbe procedere a conquiste territoriali? Se avesse voluto una guerra con i Paesi Nato, perché ci avrebbe supplicati fino al dicembre del 2021 di non includere l’Ucraina nella Nato?

Queste erano le domande di Ipazia rimaste senza risposta. Rimane la questione cruciale: per il bene dei nostri figli e nipoti, non dovremmo negoziare senza pregiudizi ideologici una convivenza con Mosca basata su neutralità dell’Ucraina, applicazione degli accordi di Minsk in modo da favorire ampie autonomie regionali e linguistiche, referendum nel Donbass, nell’ambito di una nuova architettura di sicurezza che implichi la fine delle sanzioni occidentali e della mentalità da Guerra fredda? Vogliamo invece rischiare un conflitto nucleare che colpirebbe innanzitutto l’Europa, in primis l’ Italia?

Cari Mauro, Mieli, Quirico, per favore in nome dell’umanità, dell’onestà intellettuale e dell’integrità morale di cui disponete, potreste rispondere a questi semplici quesiti? Mi pare impossibile che il mantenimento della pax americana vi porti a sacrificare i popoli più deboli e i vostri stessi figli.

Anonimo ha detto...

I giornalisti non hanno alcuna credibilità, perché, tranne alcune eccezioni, non sono indipendenti e quindi le loro analisi sono viziate all'origine. Non è il caso di perder tempo a leggere editoriali di questi signori, ricordati dalla Basile.