Il 6 agosto scorso ricorreva l'anniversario del bombardamento atomico su Hiroshima. Oggi ricorre l'anniversario del martirio di Nagasaki. Le due città giapponesi erano accomunate dalla circostanza di ospitare consistenti comunità di cristiani. A Nagasaki, come accaduto anche ad Hiroshima (qui), una piccola comunità di 8 gesuiti, situata in una canonica distante solo 8 isolati dallo scoppio della bomba, rimase miracolosamente illesa insieme alla casa, mentre non scampò alcuna persona nel raggio di un chilometro e mezzo dal centro dell'esplosione.
Nel Signore e nella Sua e nostra Madre,
più forti della bomba atomica
Ci si potrebbe dilungare sulla bomba, sulla sua non necessità, su tutte le analisi militari del caso che da ottant'anni quasi vengono fatte e proposte. È meglio fissare nella mente questa sequenza di foto; quattro anni dopo, la comunità cattolica assiste ad un pontificale per i 400 anni dell'arrivo di san Francesco Saverio. Perché?
Perché se dopo quattro anni sulle rovine della città che ha visto la bomba più potente finora detonata su civili, ancora i cattolici celebravano Messa, vuol dire una cosa. La nostra divina Fede manco le bombe possono distruggerla, monito per i nemici e per gli scoraggiati.
Lo scopo dichiarato era quello di annientare il potere militare giapponese. A Hiroshima i quattro Padri gesuiti vivevano in una parrocchia distante solo otto isolati dal centro dell'esplosione. Per un giorno intero furono avvolti in una specie di inferno di fuoco, di fumo e di radiazioni. Nessuno dei quattro Padri fu contaminato dalle radiazioni atomiche, e la loro casa era rimasta ancora in piedi, mentre tutte le altre case intorno furono distrutte e ridotte ad un cumulo di macerie incenerite. Nessuno dei duecento medici americani e giapponesi, seppero mai spiegare come mai, dopo 33 anni dallo scoppio dell'atomica, nessuno degli 8 Padri aveva mai sofferto o aveva riportato conseguenze da quella esplosione atomica e continuavano a vivere in ottima salute.
Interrogati, i Padri avevano sempre risposto: «Avevamo sempre recitato il Rosario tutti i giorni, per cui abbiamo concluso che la preghiera del Rosario fu più forte della bomba atomica». Oggi, nel centro risorto di Hiroshima sorge una chiesa dedicata alla Madonna. Le 15 vetrate mostrano i 15 misteri del Rosario, dove si prega giorno e notte.
Un miracolo simile avvenne anche a Nagasaki, dove un convento francescano - "Mugenzai no Sono" ("Giardino dell'Immacolata") - fondato da San Massimiliano Kolbe rimase illeso come a Hiroshima. Dal giorno in cui le bombe caddero, i gesuiti superstiti furono esaminati più di 200 volte dagli scienziati senza giungere ad alcuna conclusione, se non che la sopravvivenza degli otto gesuiti all'esplosione fu un evento inspiegabile per la scienza umana.
11 commenti:
"Chi sei,dolce Luce che m'inondi e rischiari la notte del mio cuore?
Tu mi guidi qual mano di una mamma;
ma se mi lasci non più d'un passo solo avanzerei.
Tu sei spazio
che l'esser mio circonda
e in cui si cela.
Se m'abbandoni cado nell'abisso
del nulla, donde all'esser mi chiamasti.
Tu a me vicino più di me stessa,
più intimo dell'intimo mio.
Eppur nessun ti tocca
o ti comprende
e d'ogni nome infrangi le catene:
Spirito Santo - Eterno Amore!"
(Edith Stein)
spiace che non si abbia il coraggio di ricordare che uno dei Padri gesuiti di Hiroshima era Padre Arrupe. allora maestro dei novizi. Evidentemente Dio aveva dei progetti su di lui.
Teresa
Fra i gesuiti scampati "miracolosamente" alla bomba a Hiroshima c'era Pedro Arrupe. Vedendo quel che accadde dopo e quanto sia stato determinante per la deriva dei gesuiti, viene da interrogarsi sulla natura di quel miracolo.
Dio salva anche i cattivi... per i buoni, se siamo ancora qui a contarcela è perchè Anime vittime pagano per noi . Chiedere a Dio il perchè è segno di superbia, sa Lui il perchè. Anche i cattivi se sono vivi lo sono perchè servono ancora a qualcosa di bene per altri, altrimenti non sarebbero più ( almeno su questa terra), non sta a noi giudicare Dio, sta a noi mantenerci umili.
Quanto il modernismo abbia fatto danni... : pur credente praticante, quando lessi questa notizia una decina di anni fa ... la ritenni quasi una fake.... talmente l'ambiente parrocchiale esclude il soprannaturale... Eppure ero tra i pochi che circa 20 anni or sono ...in solitudine alzava la manina alla fine della conferenza parrocchiale per dire: ma questo è mettere in dubbio la Trinità e la doppia natura di Cristo... al che il sacerdote sposato che pareva un laico diceva ai presenti : avete 2 opinioni , scegliete quella che volete. E il giovane don mi replicava di aver studiato un libro di 5.000 pagine ( di Kasper magari? ...allora non lo conoscevo) . E nella mia solitudine me ne andavo e non tornavo più ... e che potevo fare? Porporati aiutate i fedeli, renderete conto a Dio di queste nostre situazioni.
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Le persone cambiano, a volte in meglio altre volte in peggio, è questione di libertà personale. Non è questione dei progetti di Dio su Tizio e Caio. A volte la persona cambia senza neanche accorgersene, in un attimo si può macchiare la propria vita o santificarla. Anche le intenzioni contano, nessuno di noi sa se tutti o uno solo pregò con piena fede. Eppoi la vita di tutti loro continuò ad essere sottoposta a prove e , anche qui, nessuno sa se quelle prove furono quelle proprio personali o se a qualcuno fu chiesto, nel profondo, di assumersi prove di altri. Certo è che i Gesuiti a volte si sono allontanati da Sant'Ignazio.
m.a.
Che ci sia stato un "futuro papa" forse "complice" dell'uso delle bombe atomiche sul Giappone, appare affermazione priva di senso per non dire demenziale addirittura.
Z.
I Paesi del G7 hanno disertato la commemorazione della bomba atomica su Nagasaki perché tra gli invitati non c'era Israele. Naturalmente anche il governo italiano si è puntualmente macchiato di questa ulteriore infamia. Che Israele non sia invitato in questa commemorazione pare del tutto ragionevole, considerato il fatto che negli ultimi mesi ha sganciato un niente affatto esiguo numero di bombe e forse non appare l'invitato ideale per commemorare l'orrore di Nagasaki. Che i Paesi del G7 disertino la commemorazione perché non c'è Israele appare una vergogna senza limiti, l'ennesima vergogna di un Occidente che già da tempo proponiamo di qualificare come uccidente (si veda il nostro studio "Glebalizzazione"). D'altro canto, a dirla tutta, l'occidente non si è mai pienamente pentito dello sgancio atroce delle due bombe atomiche, ancora oggi giustificate ignobilmente come un male necessario contro il Giappone: o, più precisamente, contro un Giappone ormai sconfitto. Lo sgancio delle due bombe atomiche fu l'ultimo atto della seconda guerra mondiale e il primo della guerra fredda. In relazione allo sgancio delle bombe atomiche, vi è chi giustamente ha parlato di primo gesto post-occidentale della storia: variando sul tema, potremmo dire che è il primo gesto post-occidentale e, insieme, il primo gesto pienamente "uccidentale", se si considera che lo sgancio delle due bombe atomiche ha fatto morire in un istante, con un gesto puramente tecnico, migliaia di persone innocenti, colpevoli soltanto di trovarsi e Hiroshima e Nagasaki in quel momento sciagurato. L'occidente si è giustamente pentito dei gulag e di Auschwitz, ma non delle due bombe atomiche: con la conseguenza tragica per cui oggi la minaccia atomica ancora sopravvive e i bombardamenti sono proseguiti anche dopo il 1945, assai spesso giustificati come male necessario. Il fatto che i Paesi del G7 non siano presenti alla commemorazione di Nagasaki suona particolarmente osceno nel momento storico particolare che stiamo vivendo.
PATOLE SANTE .
Mettere sotto accusa l'intero Occidente per una decisione solo americana appare assurdo.
L'esistenza delle due bombe atomiche era segretissima, lo sapevano solo ristretti circoli americani di politici di vertice, militari, scienziati. La decisione fu presa dai politici americani. Il comandante del settore Pacifico, gen. D. MacArthur non disse nulla, pare. Si oppose invece Eisenhower, comandate del settore europeo, dove la guerra era finita ai primi di maggio 1945. Dichiarò,
sempre in privato, che la guerra col Giappone era ormai vinta, era solo questione di tempo, non occorreva usare un'arma così terribile. Fu il ristretto circolo dei consiglieri di Truman, presidente degli USA, a premere per l'uso della bomba. Volevano chiudere finalmente la guerra. C'erano anche ragioni economiche, lo sforzo bellico dell'economia USA era enorme e stava arrivando al punto di rottura. DAll'Argentina peronista gli USA importavano grandi quantità di carne e grano. C'era poi la questione delle perdite. Da poco era stata conquistata l'isola di Okinawa, ed era costata ai marines 12.500 morti, una cifra enorme secondo le abitudini americane. Poco importava che l'intera guarnigione giapponese (centomila uomini) fosse stata distrutta (molti si suicidarono piuttosto che arrendersi).
C'erano indubbiamente argomenti all'apparenza plausibili per impiegare la bomba. Tuttavia, si poteva ancora aspettare, il Giappone era ormai in ginocchio, non aveva più flotta e ormai poca aviazione, solo numerose truppe a difendere Tokio con l'imperatore. Un blocco navale lo avrebbe affamato. Ma non diamo la colpa all'Occidente di una decisione crudele presa dai soli dirigenti americani, senza consultare nessuno. Forse hanno informato gli inglesi, all'ultimo momento.
H.
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