La Liturgia che santificava Don Bosco e Teresa di Lisieux ...spazzata via? |
A soli due anni dalla chiusura del Concilio, Louis Salleron, pubblicava nell'ottobre 1967 sulla rivista cattolica Itinéraires diretta da Jean Madiran tra le più prestigiose riviste liturgiche francesi, degli interessanti articoli che sono stati raccolti in un libro "La sovversione della Liturgia". (Scaricabile in formato pdf)
C'è per esempio una parte dove cerca di mettere in guardia, con uno sguardo assolutamente profetico, dalla catastrofe che sarebbe giunta per la perdita del latino nella Chiesa e nella Liturgia.
"Figuriamoci la soppressione totale del Latino! [L'autore ancora non sapeva cosa sarebbe successo nel '69]. In venti anni il cattolicesimo sarebbe disarticolato. Ogni paese avrebbe i suoi propri riti e presto la sua propria fede, perché, quanto l'unità di lingua più non fissa, verrebbe a frazionarsi in ogni direzione. Roma non potrebbe più comunicare con i Vescovi e le Parrocchie perché sarebbe costretta a ricorrere soltanto a traduzioni, il cui senso varierebbe da un paese all'altro. Così pure le « Chiese nazionali » affermerebbero di più in più la loro indipendenza. Se anche il Latino fosse conservato come lingua ufficiale — necessariamente, qual altra lingua « viva » si sceglierebbe? — non vi sarebbero più che gli specialisti a studiarlo. Nei seminari lo si insegnerebbe solo vagamente — a che scopo, quando dopo, nella vita, non servirebbe mai più? La distanza allora fra i preti che lo sapessero e coloro che l'ignorassero menerebbe alla creazione di due generi di clero che riuscirebbe praticamente impossibile mettere d'accordo. Non parliamo poi della teologia e della filosofia tradizionale; esse sparirebbero insieme con il Latino che fa corpo con esse." [L'autore scrive nel 1967]
Ma sorprendente a dir poco, è l'analisi che fa a livello politico.
"Da che cosa proviene questo saccheggio della Liturgia?
La spartizione dell'Europa |
IL RITORNO ALLE SORGENTI
Ogni società che voglia durare deve ora conservare, ora innovare. Deve conservare tutto quanto forma la sua stessa essenza, l'anima sua, lo spirito suo, il suo principio vitale. Deve innovare, cioè scoprire le forme del proprio crescere, in modo che le apparenti novità del suo sviluppo esterno altro non siano che la manifestazione e la conferma del vigore originale della sua realtà più profonda. Senza avventurarci negli aspetti teologi del problema, specialmente riguardo le relazioni fra Tradizione e Sacra Scrittura, potremo dire che la Chiesa, in quanto società formata da uomini, non si sottrae alle leggi che regolano la vita delle società. Ora è ben noto che, nelle società antiche, uno dei processi rivoluzionari più frequenti è quello del «ritorno alle origini». Non si tratta più di potare l'albero perché porti frutti più belli; lo si sega raso terra, sotto pretesto di ridare alle radici tutto il loro vigore. « L'arte di rovinare gli Stati » scrive Pascal, « consiste nello scompiglio arrecato ai costumi stabiliti e si ottiene spingendo il bisturi fino alle origini per mettere a nudo i loro difetti e la loro mancanza di autorità e di giustizia. Bisogna — si dice allora — ricorrere alle leggi basilari e primitive dello Stato, sopraffatte da usi ingiusti. È un giuoco sicuro per chi voglia tutto perdere... » (Pensées 294 dell'edizione Brunschviege p. 183 dell'edizione Zacharie Tourneur). Da parte sua Bossuet ricorda «la licenza in cui precipitano gli spiriti, quando sono scosse le basi della religione e si spostano i termini di confine dopo posti». (Orazione funebre per Enrichetta Maria di Francia, Regina di Gran Bretagna). Che si tratti di uno Stato o della Chiesa, il metodo è identico, ci si riferisce sempre agli esempi vaghi e per lo più mitici del più lontano passato, per meglio rompere con una tradizione che non si ha più voglia di seguire, né di ringiovanire. Ecco perché noi vediamo i novatori prendersela non soltanto con la controriforma, ma colla totalità della storia della Chiesa, battezzata col comodo nome di costantinismo, per andare a cercare le forme del Cristianesimo autentico nella Chiesa primitiva...." [e ancora non aveva conosciuto Kiko]
9 commenti:
Non si tratta più di potare l'albero perché porti frutti più belli; lo si sega raso terra, sotto pretesto di ridare alle radici tutto il loro vigore.
APPLAUSI!!!!
Se don Camillo e Mic consentono, questo testo, lo diffonderò URBI &T ORBI.
Grazie per questa bella e profetica testimonianza. Louis Salleron è stato uno dei più importanti pensatori cattolici controrivoluzionari del Novecento francese. E' stato quasi ignorato in Italia: fu l'indimenticabile, coraggioso editore di destra Giovanni Volpe a pubblicare un suo libro. E in Francia, nonostante una feroce repressione, anche giudiziaria, delle idee, qualcosa, sul versante del pensiero tradizionalista e controrivoluzionario, ancora resiste. Ne è testimonianza il quatidiano Présent, a cui ancora collabora il qui citato Jean Madiran. In Italia, è un desolante deserto.
Un autore e un testo profetico.
Grazie!
Testo bellissimo e profondissimo.... che mi conferma ancora nelle mie più intime convinzioni.
Lellluccio, predi tutto! il Libro è scaricabile in pdf INTERAMENTE c'è il link, si legge con piacere ed è sorprendente vedere come coglie nel segno, specie sulla questione politica. Mi domando spesso cosa sarebbe successo se l'Inghilterra non avesse cambiato bandiera e avesse mantenuto l'alleanza con la Germania! Certamente Usa e URSS, non avrebbero iniettato i veleni in Europa e nella Chiesa. ma si sa: con i se e con i ma non si va da nessuna parte.
Ho avuto un sogno nel dormiveglia questa mattina che il Papa avrebbe annunciato anche la consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria.
In Italia, è un desolante deserto.
Silente non essere così severo, Una Voce ha fatto tanto in Italia così come sìsìnono.
Dopo essermi ben documentato scriverò un post riguardo alla causa che perse l'Osservatore Romano con la rivista di don Putti.
anche la consacrazione della Russia??
Per dirla alla don Camillo
Non succede, ma se succede.
Lellluccio, predi tutto! il Libro è scaricabile in pdf INTERAMENTE c'è il link
In effeti posseggo il libro, delle Edizoni Volpe. Anche la bella prefazione di Ettore Paratore, "Lutero in Vaticano", è una lettura interessante.
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