Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 24 febbraio 2013

Le penne del "concilio dei media" furono consacrate, con il Decreto Inter Mirifica, insieme con la Sacrosanctum Concilium

Un altro tassello a proposito del "Concilio dei media", che il discorso del Papa ai parroci romani ha fatto diventare un grossolano capro espiatorio.

Già al tempo del Concilio i Padri erano assai preoccupati, anzi diciamo avversi, ai cosiddetti "strumenti della comunicazione sociale", al punto che Paolo VI promulgò il decreto Inter Mirifica, partendo tuttavia dal dato che nelle votazioni non definitive si ebbero 92 voti contrari nella prima votazione del 14 nov 1963 (riguardanti il proemio e il I cap.), 103 voti contrari nella seconda votazione (II cap.); per poi vedere nella seconda sessione del 25 nov. 331 voti contrari nella prima votazione per arrivare addirittura a 503 voti contrari, nella seconda. 

Molti Padri sapevano bene che "promuovere" i mezzi di comunicazione di massa ad un livello di strumento quasi "consacrato" avrebbe concesso loro una autorità e autonomia interpretativa che non spettava loro. Ricordavano bene i fatti di cronaca conciliare ed extra-conciliare che accompagnarono (avvelenando) la discussione e l'approvazione dei Decreti, in quel tempo.

Così è successo! Era per Paolo VI così importante accattivarsi la stampa, che questo Decreto (che in realtà doveva essere una mega Costituzione Apostolica) fu approvato INSIEME (lo stesso giorno) alla Sacrosanctum Concilium con una minoranza "qualificata" contraria che già forse presagiva, chissà, il disastro che avrebbe creato.

Pertanto è forse commovente, ma non del tutto esatto, che Papa Ratzinger abbia detto che primo pensiero del Concilio erano le cose di Dio, il culto: "il primo atto e quello sostanziale parlare su Dio e aprire tutta la gente, tutto il popolo santo, all’adorazione di Dio, nella comune celebrazione della liturgia del Corpo e Sangue di Cristo."

Altrettanto inesatto il seguito del discorso secondo cui all'inizio del Concilio non si vollero affrontare temi "controversi". "In questo senso, al di là dei fattori pratici che sconsigliavano di cominciare subito con temi controversi, è stato, diciamo, realmente un atto di Provvidenza che agli inizi del Concilio stia la liturgia, stia Dio, stia l’adorazione."

L'Inter Mirifica insieme alla Sacrosanctum Concilium fu il primo documento approvato dal Vat II il 4 dicembre 1963. All'ultima votazione il numero dei VOTI CONTRARI: 164 fu il più alto tra quelli raccolti da tutti i documenti del Vat II.
(Cfr. Dizionario del Concilio E. Vaticano secondo, UNEDI 1969, pagg 908 e ss.; 109 e ss.)

22 commenti:

bernardino ha detto...

Vi prego di mettere l'articolo di Giovanni Servodio uscito su Intermultiplices Una Vox.
L'articolo parla di Papa Ratzingher ed il concilio Vat.II.
E' molto importante che si commenti.
grazie. Bernardino.

bernardino ha detto...

preciso che il commento di cui parlo e' il commento di Giovanni Servodio al DISCORSO DEL PAPA AL CLERO ROMANO.

it ha detto...

ho letto bene ? ?

e siccome la Risurrezione non è esattamente il Sacrificio, ma lo presuppone solamente, anche la liturgia moderna il Sacrificio lo presuppone solamente, ma non lo rinnova sull’altare.

--------------
sì ahimè.....
ho letto bene ! dice proprio così.
E tutto ad un tratto si capisce la VERA origine di tutto ciò che vediamo accadere nelle messe dal 1969 ad oggi !

Bernardini Francesco ha detto...

Certo, pensando che il frutto più avvelenato del Concilio è stato proprio la soppressione della Liturgia Romana è un bel dire !!!

Andrea ha detto...

Mic, una domanda: secondo te, invece di inserire la SPX tra le sette, Introvigne non avrebbe dovuto mettere, tra le nuove religioni, l'ecumenismo fondato dal beato Giovanni Paolo II?
PS Perchè non rispondi alla mia domanda su Pastorelli? Sono molto preoccupato per lui. Ciao

Anonimo ha detto...

Caro Bernardino,
su quel discorso ho tante cose da dire, ma non riesco ancora a farlo.

Condivido molto quel che mi ha detto una carissima amica: "E' stato una doccia fredda sulle mie lacrime calde"...

Sicuramente ci torneremo perché, appunto, non sono ancora riuscita a toccare i punti che non esito a definire sconcertanti. Se posso esprimere la prima impressione che ne ho avuto, dopo l'effetto "doccia fredda", ho pensato alla mano della Provvidenza nel far sì che, come conseguenza della rinuncia, quell'ultimo incontro con i sacerdoti consegnasse a noi e alla storia un documento inaspettato: la testimonianza ormai pubblica e registrata delle autentiche ragioni del Concilio - note ma mai esplicitate in quei termini da un protagonista - non più smentibili da nessuno e, purtroppo, drammaticamente efficaci e in via di consolidamento... se la Provvidenza, con l'aiuto di non so chi, non ci metterà le mani.
E, se non ora, prima o poi dovrà succedere.

In ogni caso, certamente, ne riparleremo...

Intanto ecco, per chi legge, il link all'articolo che ci segnali

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV425_Commento_discorso_BXVI.html

Andrea ha detto...

e siccome la Risurrezione non è esattamente il Sacrificio, ma lo presuppone solamente, anche la liturgia moderna il Sacrificio lo presuppone solamente, ma non lo rinnova sull’altare.

Incredibile. Questa è la conferma dell'invalidità del novus ordo. Il sacrificio non è rinnovato: ed il papa se ne bea. Veramente incredibile, oltre che profondamente, direi quasi abissalmente, inquietante.

Anonimo ha detto...

...e quando succederà?
Da Koncilio si è fatta strada una nuova chiesa - che che ne dicano Introvigne....Messori (oggi su Corriere della Sera) - che ha cambiato il modo di pensare dei cattolici, calato appunto dall'alto. Benedetto XVI nel citato discorso al clero romano parla di questa Chiesa cha dà indicazioni dall'alto che doveva sostituirsi...ma poi loro han finito di fare la stessa cosa. E oggi tutti o almeno la maggior parte dei pastori e fedeli sono assuefatti.
Difficile avere un papa che ci metterà le mani: i cardinali elettori/eleggibili vengon tutti dalla medesima scuola. C'è di più: una spinda ancora più avanti non potrebbe che essere gradita. Si ha proprio l'impressione che dal Koncilio sia iniziata una lenta - a piccoli passi, secondo il metodo... - rivoluzione che col prossimo papa potrebbe giungere al suo epilogo.

don Camillo ha detto...

Ma devo dire che pur condividendo i contenuti, non mi riconosco nei toni apodittici riguardo alle intentenzioni diciamo prossime e remote di B16 sulla "chiacchierata". Innanzitutto l'idea del tema-Concilio non é venuta a Ratzinger ma é venuta a Vallini (dopo l'apparente mestizia dovuta alla sua mal gestione che ha portato al fallimento dell'Opera Romana Pellegrinaggi, ha ritrovato dopo l'abdicazione un nuovo insopportabile cipiglio) il quale già da tempo desiderava che il Papa parlasse del Concilio al clero, ma non é stato mai esaudito.
Condivido che tutto ci si aspettava tranne che questo pesante discorso, ma oramai il clero é abituato a tutto.
Testamento o atto programmatico per il prossimo Papa? ha parlato del Concilio ma non é che ha entusiasmato nessuno, anzi... i commento sono stai molto pesanti... Ma non sono stai ovviamente presi in considerazione dai giornalisti allineati e accreditati.
Vedremo quale sarà il Papa che la Provvidenza ci donerà. Magari il Signore ci stupirà!

Anonimo ha detto...

"Anch’io, pertanto, nell’accingermi al servizio che è proprio del Successore di Pietro, voglio affermare con forza la decisa volontà di proseguire nell’impegno di attuazione del Concilio Vaticano II, sulla scia dei miei Predecessori e in fedele continuità con la bimillenaria tradizione della Chiesa. Ricorrerà proprio quest’anno il 40.mo anniversario della conclusione dell’Assise conciliare (8 dicembre 1965). Col passare degli anni, i Documenti conciliari non hanno perso di attualità; i loro insegnamenti si rivelano anzi particolarmente pertinenti in rapporto alle nuove istanze della Chiesa e della presente società globalizzata".

Questo disse Benedetto appena eletto il 20.04.2005
(http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/messages/pont-messages/2005/documents/hf_ben-xvi_mes_20050420_missa-pro-ecclesia_it.html)
ed è la consegna che fa al successore.

Anonimo ha detto...

direi che siamo al canto del cigno di un pontificato...ancora romano.
Cosa volete dal pover'uomo di J. Ratzinger?
Nonostante tutto e nonostante se stesso ha fatto quel che a potuto. Ha fatto cose tradizionali inimagginabili qualche decennio fa (i motivi li lasciamo nel suo buon cuore)insieme ad altre sulla scia conciliare.
Errarono quanti videro in lui un novello Pio.
Errano quanti gli fanno rimproveri.
Ringraziemo Iddio per avercelo dato....che non vada peggio tra qualche mese!

Anonimo ha detto...

e siccome la Risurrezione non è esattamente il Sacrificio, ma lo presuppone solamente, anche la liturgia moderna il Sacrificio lo presuppone solamente, ma non lo rinnova sull’altare.

Queste parole non sono del Papa, ma fanno parte delle deduzioni del commentatore.

Comunque riguardo all'enfasi sul "mistero pasquale", riporto quanto ne commentavo in una precedente discussione.

I documenti conciliari (e la predicazione successiva) nominano molte volte il "mistero pasquale", quasi come se fosse una sottolineatura tutta conciliare. E tuttavia non esplicitano mai, mettendo l'accento sulla Risurrezione, che il "Mistero Pasquale" è sempre stato al centro della Rivelazione Apostolica e che esso comprende Passione-Morte-Risurrezione, consentendo l'Ascensione e l'Invio dello Spirito del Signore Risorto che ancora anima la Sua Chiesa... Si è oltrepassato quindi il Sacrificio, dimenticando che la Croce è ineludibile per il 'passaggio'=Pasqua alla Risurrezione (La Creazione Nuova restaurata da Cristo). E il Santo Sacrificio è stato trasformato in convivio fraterno, sostituendo anche visibilmente l'Altare con una 'mensa'...
Benedetto XVI ha ripristinato l'Altare, ma il suo esempio non l'ha seguito e non lo segue nessuno; ma nel clima conciliare rischia di essere solo un look, anche se in alcune omelie non ha mancato di nominare il Sacrificio.

Rivelativa la nota traduzione del tutto arbitraria, prima della comunione: "Signore non sono degno di partecipare alla tua mensa", mentre la formula liturgica originaria, tratta dal vangelo, ha tutt'altro significato: "Domine, non sum dignus ut intres sub tectum meum".

E' ben diverso l'atteggiamento interiore indotto: quello del commensale, che partecipa al banchetto, rispetto a chi si prepara ad accogliere nel suo intimo il Signore nel contesto del Santo Sacrificio del Calvario ripresentato al Padre ad ogni Eucaristia....

Che poi la comunione col Signore -che è il Risorto- ci introduca anche nel banchetto escatologico degli ultimi tempi (che sono i nostri: quelli della sua prima venuta), questo è un altro discorso, che non può eludere l'Offerta e il Sacrificio, che diventano anche i nostri, in Lui.
Hanno trasformato (modificando perfino l'Offertorio) il momento più sacro e solenne della storia umano-divina, da Actio mirabile indicibilmente grande e salvifica di Cristo rinnovata sull'Altare (e funzione insostituibile della Chiesa), in festa della comunità intorno ad una mensa ...

Analogamente fuorviante è l'accentuazione del parallelismo della "mensa della Parola" con la "mensa dell'Eucaristia", come se non ci fosse la differenza di una Presenza Reale...

Anonimo ha detto...

mi chiamo rocco.
sono sempre piu' convinto che il katekon sia la Santa Eucaristia...

Emma ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
bernardino ha detto...

Nel conclave che si sta' per aprire e durante le riunioni delle congregazioni dei cardinali speriamo che: EXURGAT DEUS, ET DISSIPENTUR INIMICI EIUS: ET FUGIANT QUI ODERUNT EUM A FACIE EIUS.

Anonimo ha detto...

"Il nostro Mosè leva le mani al cielo e ci procura un cibo eterno. Il primo percosse la pietra, facendone scaturire torrenti d'acqua. Questi tocca la mensa, percuote la mistica tavola fa sgorgare le fonti dello Spirito. Ecco il motivo per il quale LA MENSA E' POSTA AL CENTRO, come una sorgente, perché i greggi accorrano da tutte le parti ad essa e si dissetino alle sue acqua salutari".


DALL'UFFICIO DI OGGI (NOVUS ORDO) TESTO DI S. GIOVANNI CRISOSTOMO

Anonimo ha detto...

Questi tocca la mensa, percuote la mistica tavola fa sgorgare le fonti dello Spirito.

Chi ha mai escluso che la Croce porti anche al "banchetto escatologico"? Noi cristiani ci nutriamo dell'Agnello Immolato e poi Risorto.

Il Signore, nell'Ultima Cena ha già prefigurato il Calvario, trasformando il pane e il vino nel Suo Corpo e nel Suo Sangue, già da allora. E ci ha comandato di ripetere questo fino alla fine dei tempi. L'"acqua viva" (simbolo potente e anche vetero-testamentario) non può che essere Lui e la Sua grazia redentrice. Ma da dove scaturisce quest'acqua se non dal Suo costato trafitto?
Poi si può anche fare un'analogia e una metafora poetica... che illustra una parte della meravigliosa Realtà che è il Signore, ma non può cancellare il resto.

Non ci si può basare su una frase di un Padre della Chiesa per fondarvi i propri sviamenti dal Santo Sacrificio.

Anonimo ha detto...

L'accento è sulla mensa posta AL CENTRO....più che sul valore conviviale che la Chiesa non ha mai escluso

Anonimo ha detto...

E allora, se S. Giovanni Crisostomo ha messo un accento enfatico e anche condivisibile nella contemplazione, mettiamo al centro lui e la sua immagine contemplativa e lasciamo cadere il fatto che il Signore ci porta con Lui sul Calvario prima di oltrepassare un sepolcro vuoto ?

Amicus ha detto...

L'Anonimo delle 12.54, quasi sicuramente un 'presbitero conciliare', ha il vezzo, mutuato dai soloni della nouvelle théologie tipo de Lubac e Von Balthasar, di selezionare brani patristici per far dire ai Padri ciò che essi non hanno mai inteso dire.
Certo, San Giovanni Crisostomo parla di 'mensa', ma di una mensa che è anche e prima ancora un'ara, ossia un altare, per il Sacrificio dell'Agnello divino. Basta leggere sul serio i Padri, ed in modo compiuto.
Sempre per restare al Crisostomo, ecco ad esempio quanto egli scrive sul Sacrificio della Messa nel trattato 'De Sacerdotio':

“ Poiché il sacerdozio si compie sulla terra, ma è nell’ordine delle cose celesti; … terrificanti cose per certo e paurose erano quelle che precedettero la Grazia, … la tunica talare, la lamina d’oro, il Santo dei Santi…
…ma se alcuno considera le istituzioni della Grazia troverà piccole quelle tremende e terribili cose, e che anche qui è vero ciò che è scritto intorno alla legge: "Non fu glorificato quello che fu glorificato, in comparazione e rispetto a questa gloria trascendente" (2Cor. 3,10). Poiché quando tu vedi il Signore sacrificato e giacente, e il vescovo preposto al sacrificio e pregante, e tutti imporporati di quel sangue augusto, credi tu d’essere ancor fra i mortali e di starti sopra la terra, o non piuttosto sei d’un tratto trasportato nei cieli, e sgombro dallo spirito ogni pensiero della carne, contempli con l’anima ignuda e con la mente pura le cose celestiali? …
…Vuoi ora scorgere da altra meraviglia la superiorità di questo sacrificio? Rappresentati innanzi agli occhi Elia, e intorno a lui moltitudine immensa, e il sacrificio disposto su le pietre, e tutti gli altri in gran quiete e silenzio profondo, e il profeta solo supplicante; indi d’un tratto la fiamma lanciata dai cieli sopra la vittima: è uno spettacolo meraviglioso che riempie di stupore. Rivolgiti or quindi a quello che adesso si compie e vedrai non solo cose meravigliose, ma tali da superare ogni meraviglia. ”
(San Giovanni Crisostomo, ‘Trattato sul Sacerdozio’ , libro III, II)
http://www.monasterovirtuale.it/home/index.php?option=com_content&view=article&id=216&Itemid=477&limitstart=2

Amicus ha detto...

Sempre all'Anonimo delle 12.54: Se, come penso, sei un sacerdote, dammi retta: getta a mare quello che ti hanno insegnato in Seminario o all'Università Pontificia di turno da preti malati di neomodernismo, e ristudiati tutto da capo a fondo su testi sicuri (la FSSPX ne ha ristampati alcuni in questi ultimi tempi). E lascia perdere la nuova 'liturgia delle ore', insieme alla nuova Messa, che non sono altro che veicolo delle idee suddette. Passa al V.O.

Unknown ha detto...

Per raggiungere la maturità tale da gettare mare tutto quel vaniloquio inquinante della moderna teologia deve avere una tale sete di verità e un oggettivo bisogno di contemplazione che raramente si riscontrano in questi tempi dove la mistica si pratica attraverso i sensi e la verità si trova in un dialogo costruttivo con chi é diverso...