Propongo questo testo, tratto da Rorate Caeli, nell'accurata traduzione di Rosa.
Queste le sue osservazioni: per essere un testo del '67 è attualissimo[1]. Oltre ad essere profondo ed illuminante da un punto di vista religioso, direi cattolico tout court, è anche scritto molto bene. Bisognerebbe leggerlo in originale, perché non credo di essere riuscita a rendere l'ironia, a volte, e la bellezza del testo inglese, con le sfumature di significato ed il suono stesso della lingua. Ho inserito alcuni miei semplici commenti, scritti in un carattere leggermente diverso e tra parentesi. Rosa
Queste le sue osservazioni: per essere un testo del '67 è attualissimo[1]. Oltre ad essere profondo ed illuminante da un punto di vista religioso, direi cattolico tout court, è anche scritto molto bene. Bisognerebbe leggerlo in originale, perché non credo di essere riuscita a rendere l'ironia, a volte, e la bellezza del testo inglese, con le sfumature di significato ed il suono stesso della lingua. Ho inserito alcuni miei semplici commenti, scritti in un carattere leggermente diverso e tra parentesi. Rosa
Joseph Shaw, titolare del blog “LMS Chairman. The Chairman Blog”.
Propongo un estratto dal libro “A Trojan Horse in the City of God“ (1967, riedito nel 1993) di Dietrich von Hildebrand, fondatore di “Roma Forum”, ora diretto dal Dr John C. Rao (credo sia uno dei siti tradizionalisti più importanti in lingua inglese):
“...un (altro) esempio è rappresentato dalla tendenza a scambiare per vera Religione cattolica una semplice lealtà alla Chiesa come organizzazione con regole per i suoi membri. Invece di essere consci del meraviglioso privilegio di poter assistere alla Santa Messa, molti Cattolici vanno in chiesa la domenica nello stesso modo con il quale soddisfano doveri profani per lealtà al proprio paese, o ad un’istituzione alla quale appartengono. Cioè svolgono questo compito, di andare in chiesa la domenica, solo perché capita che siano appunto cattolici. La lettera ha davvero sostituito lo spirito. Questa sostituzione della santa obbedienza e dell’amore riconoscente per la Grazia con la semplice lealtà, indica che si è perduto il vero significato della natura della Chiesa. Suggerisce che la Chiesa è semplicemente un’istituzione umana.
... La Chiesa è attaccata ogni volta che Dio è offeso da un’ingiustizia, anche se i preti, la gerarchia non sono ufficialmente attaccati. La Chiesa è universale ... Papa Benedetto XV diceva di essere Padre di tutti, che lo volessero accettare o no, che lo sapessero o no. ...S. Ambrogio rifiutò di lasciar entrare l’Imperatore Teodosio in chiesa a Milano perché aveva ucciso 6000 persone innocenti a Samo. S. Ambrogio non chiese se quegli innocenti uccisi fossero cattolici o no.
Considerare la Chiesa come uno Stato o, peggio, un partito politico, potrebbe veramente mettere in evidenza una mentalità cattolica da ghetto.
La burocrazia soffoca la Fede.
Un altro esempio di Religione essiccatasi (“dried-up religion”) è il fenomeno che si potrebbe definire “impiegatismo” (“employeeism”). Invece di emanare uno spirito di santa unzione e amante zelo per la glorificazione di Dio e per la guida dei fedeli a Cristo, i sacerdoti si comportano talvolta come se fossero impiegati della Chiesa. Il loro modo di celebrare la Messa suggerisce l’esecuzione di un dovere professionale. Il loro contatto con i fedeli è simile a quello di un impiegato di un’organizzazione che tratta con clienti. Al contrario di un prete che conduce una vita immorale, o che è immerso in preoccupazioni mondane - un diffuso pericolo durante il Rinascimento - questi preti-impiegati, che han portato via lo spirito dalla lettera, non sentono di avere una cattiva coscienza. Si sentono invece molto corretti e leali. Questo rende il loro atteggiamento, pur non peccaminoso come l’altro, tuttavia molto pericoloso per la vita della Chiesa.
Non soltanto infatti tendono a ridurre la loro stessa vita religiosa a semplice correttezza e lealtà, ma influenzano anche i fedeli ad assumere un approccio simile.
...Le organizzazioni non possono mai sostituire un impegno personale.
Un sintomo diffuso di una religione formalistica o legalistica è costituito dall’eccessiva stima per l’organizzazione. Una devozione piena personale, così come un contatto immediato tra persona e persona, viene sostituito oggi sempre più da “organizzazioni”.
L’efficienza di organizzazioni nella storia della civiltà - in attività di ordine sociale e pratico - ha creato l’illusione che questo modo più meccanico, impersonale, di trattare con i problemi sia appunto ciò di cui la vita religiosa abbisogna. E invece in questa tutto dipende da un contatto personale. Un tipico esempio di quest’illusione è il modo con il quale molti interpretano l’idea originale dell’ Azione cattolica come avanzata da Papa Pio XI nella sua Enciclica Pax Christi in Regno Christi. Il Papa invitava i laici a far penetrare nella propria intera vita lo Spirito di Cristo e partecipare in modo nuovo all’apostolato. Questa sublime chiamata ad un pieno impegno personale fu interpretata da molti come una convocazione ad una semplice attività organizzativa - come se il compito principale fosse stabilire un quartier generale di tutte le associazioni cattoliche.
...Il naturalismo religioso conduce al formalismo ed al legalismo.
La causa del formalismo e legalismo consiste precisamente nell’avvicinarsi alla Verità soprannaturale attraverso categorie di pensiero naturali. Anche se il soprannaturale era sottolineato in astratto, i responsabili dell’ossificazione nella Chiesa mantenevano un modo di pensare e di agire di natura secolare. Nel momento in cui lasciavano il piano astratto, il loro approccio alla Religione respirava un’atmosfera secolare che non poteva sostenere un’ autentica Rivelazione cristiana. Assente era il respiro di Cristo, l’epifania di Dio; assente il profumo della santità, lo splendore del soprannaturale, tutti così gloriosamente presenti nei Santi e negli “homines religiosi” ai quali abbiam fatto riferimento. Quest’ assenza sottrae vita alla Religione, crea un ghetto cattolico, e priva il messaggio di Cristo del suo potere irresistibile.
La revitalizzazione della Religione richiede l’ enfasi del soprannaturale.
È quindi contro lo sfondo di una concezione religiosa formalistica e legalistica che dobbiamo vedere l’appello del Vaticano II per una vivificazione della nostra Religione. Padre Lombardi ne scrisse anche prima che il Concilio iniziasse. Una delle cose, disse, che il Concilio avrebbe dovuto ottenere era rendere i Vescovi meno amministratori e più Padri delle lÈoro diocesi.
È difficile capire come la vivificazione della Religione possa essere ricercata nella sua secolarizzazione, come rivendicano i cattolici progressisti. Se la Religione cattolica deve permeare le nostre intere vite, il requisito primario è che essa stessa dev’essere vera. Il primo passo, perciò, è sostituirne il semplice apprendimento con la scoperta della sua gloria. La Chiesa dev’essere riconosciuta come il Corpo Mistico di Cristo, e la lealtà profana dev’essere sostituita dalla santa obbedienza e dall’amore ardente per la Chiesa. Inoltre, invece di concentrarsi esclusivamente e maliziosamente sulle ristrettezze d’animo ed il legalismo che sono apparsi nella Chiesa negli ultimi secoli, si deve piuttosto richiamare l’attenzione alle sua ricchezza di Santi e grandi personalità religiose fiorite durante quei periodi. Essi sono il manifesto di una vera vitalità, l’esatto contrario di persone che vivono in un ghetto cattolico. Il loro esempio rivela come superare le tendenze aride, formalistiche, legalistiche che ossificano la Religione. Pensare a Don Bosco, a Lacordaire o a Newman, è riconoscere il cammino che conduce ad una vera vivificazione.
Questa richiede lo spirito soprannaturale di Cristo per essere pienamente attuata. Ciò significa eliminare ogni offuscamento, ogni confusione, nella distinzione tra il naturale ed il soprannaturale. Tuttavia i cattolici progressisti optano per una maggior confusione, un maggior offuscamento. Credono che la vivificazione possa avvenire attraverso la secolarizzazione. Vogliono aumentare la spinta delle categorie naturali. Quindi rivendicano una cura che è stata la vera causa del formalismo nella vita religiosa nel passato. Nel chiedere una piena e deliberata secolarizzazione, raccomandano un attivismo mondano ed una libertà da “bohemien”.
Essi dimenticano che ciò che era sbagliato con l’approccio arido formalistico, che sottolineava la lettera sullo spirito, era precisamente che lo Spirito Santo era mascherato da astrazioni ed eccessive concessioni a metodi puramente naturali. La secolarizzazione soffoca la Religione.
La vittoria di Cristo in ogni dominio della vita è il fine reale della Religione. Tuttavia la seppelliamo insieme con una vita cristiana, quando tentiamo di superare la sterilità della religione legalistica voltandoci dallo spirito di Cristo verso il “saeculum”, sostituendo il sacro fuoco di Cristo con un entusiasmo secolare, dimenticando la vitalità soprannaturale dei Santi, ed abbracciando le preoccupazioni nervose, frenetiche, profane del mondo moderno.
È facile sentirsi vivi e liberi se ci si dimentica l’ “unum necessarium”, l’unica cosa veramente necessaria, e s’indirizzano tutte le proprie facoltà verso imprese mondane. È facile sentirsi ardere di energia se, per esempio, ripulire gli “slums” (“quartieri molto degradati”, “favelas”) preoccupa di più che “trasformarsi” in Cristo. Ciò che i progressisti chiamano “lasciare il ghetto cattolico” è in realtà rinunciare al “cattolico” e tenersi “il ghetto”. Essi sostituirebbero la Chiesa universale con il ghetto del secolarismo, con l’ imprigionamento in un soffocante immanentismo, con l’ isolamento in un mondo che siede “in umbra mortis”, nell’ombra della morte (2). Un’unione tra vita e Religione ottenuta adattando questa al “saeculum” non porta ad un’unione tra questa e la propria vita quotidiana, ma riduce la Religione ad una ricerca di mete puramente mondane (3).
Bisogna senz’altro ammettere che i preti hanno, talvolta, scandalizzato il popolo per la loro mediocrità religiosa. Spesso, erano borghesi innocui le cui personalità non avevano mai respirato una vera atmosfera religiosa. A volte erano pieni di sospetti contro ogni sorta di “élan” (“slancio”). Semplificavano troppo ogni questione; in altri casi erano incapaci di comprendere il messaggio di Dio contenuto nella grande arte e nelle altre grandi opere naturali dell’ uomo (musica, anyone?). Queste erano caratteristiche lamentevoli, davvero, nella vita pratica della Chiesa. Ma il modo di superarle non è certo nell’incoraggiare i sacerdoti a cadere in un altro estremo, abbandonando la loro precedente ristrettezza d’animo per un desiderio smodato di crudezze secolari o per un gusto insensibile alla volgarità. Questo è volare da una mediocrità all’altra. I progressisti tendono a credere che la ristrettezza d’animo sia l’unico tipo di mediocrità. Dimenticano che non accorgersi di ciò che si oppone alla vera grandezza dell’ uomo e alla sua vera cultura, e mostrare un eccessivo entusiasmo per una mondanità superficiale, sono espressioni di una mediocrità ancora più manifesta, e sono ancor più incompatibili con la religione.(4). (di un’ attualità sconvolgente)
L’errore dell’approccio progressista è ovvio. Se affermiamo che la Fede dovrebbe permeare le nostre vite, ciò implica che dovremmo giungere alla realizzazione della nostra vocazione primaria, al vero significato della nostra vita, che è essere nuovamente “creati in Cristo”. Noi quindi non dovremmo più lasciarci esclusivamente assorbire dalla logica immanente delle nostre vite professionali o dalle preoccupazioni quotidiane, ma dovremmo vedere queste e tutte le altre cose nella luce di Cristo. Davvero, l’eco del nostro donarci a Cristo dovrebbe risuonare attraverso tutte le scene della nostra vita.
Efficienza non è santità.
Credere che tutto ciò che si chiede ad un Cristiano, sia semplicemente soddisfare tutti i doveri richiesti dalla logica della sua vita secolare, è esattamente l’opposto dell’ unione tra Religione e vita quotidiana. Ciò significherebbe l’assorbimento della Religione da parte di attività secolari, cosicchè saremmo convinti che, ottemperando a questi doveri, staremmo eseguendo tutto ciò che Dio potrebbe chiederci. In realtà ciò significa evitare il confronto con Cristo. Coloro che agiscono in questo modo, sono Cristiani solo di nome. La questione decisiva per vivificare la Religione oggi è capire se attraverso la luce di Cristo le nostre vite quotidiane saranno profondamente cambiate e adattate a Lui, o se la Religione dovrà essere invece adattata alla logica immanente delle preoccupazioni mondane.
L’approccio erroneo nell’unire la Religione con tutta la nostra vita promuove l’efficienza sulla santità. Abbiamo già trattato di questa confusione nel “The New Tower of Babel” [5]. Quest’errore, ..., tradisce la perdita del “sensus supranaturalis”. La qualità della santità e dell’ autorivelazione di Dio in Cristo non vengono viste o, se viste, non vengono capite e ridotte di grado (“downgraded”). L’ideale dei riformisti progressisti sembra essere quello che un Cattolico, invece di puntare ad una trasformazione in Cristo, ed essere un testimone della Rivelazione cristiana, dovrebbe distinguersi il meno possibile da un filantropo umanitario (ATTUALISSIMO).
__________________________[1] Von Hillebrand dichiarò che se uno dei diavoli di un racconto di CS Lewis avesse messo mano alla liturgia, non avrebbe potuto fare un lavoro migliore per distruggerla di quello fatto al CVII. Fondò insieme con altri UNA VOCE in USA.
[2] Ps. 22:4 (RSV = Ps. 23:4).
[3] si ha l’impressione, leggendo alcuni, che ripulire gli “slums” abbia la prcedenza sulla Redenzione.
[4] pensiamo al tentativo d’introdurer il jazz o il rock and roll nelle funzioni religiose (magari oggi si trattasse di buon jazz!!).
[5] Chicago: Franciscan Herald Press, 1977.
6 commenti:
Romano dice,
von Hildebrand è un pensatore profondo e metafisico...
purtroppo le sue critiche ancora non neanche hanno influenzato tanti gruppi tradizionalisti che inveche di essere leali a tradizione sono leali a se stessi, e percìo sono zitti davanti le eresie di Bergoglio perche cercano il loro bene inveche del bene della Chiesta Intera...
Se ci sarebbero una generazione di uomini virili, vescovi, sacerdoti, religiosi, Bergoglio neanche proverebbe di fare la sua fede personala il fondamento di una nuova ecclesialità... sarebbe già rimproverato o scacciato dalla Chiesa....
Pensiero del Card. Ottaviani tratto da "Il baluardo", Ares.
"È di moda oggi [...] giudicare, criticare, sradicare tutto ciò che non sa di novità, di moderno, di sovvertimento. [...]
E il povero cristiano è sbalordito nel sentire tanta acredine spumata da certi comunistelli di sacrestie, nel sentire in ogni tono che tutto è arretrato. [...]
In particolare il solo effetto che proviene dalla loro azione nel campo sociale è scardinare, scalzare, distruggere, radere al suolo, preparare insomma la strada... a chi? basta guardare a chi ha in mano le fila di questa devastazione.
Noi diciamo, all'Anticristo, e non temiamo smentita: l'Anticristo per noi è chiunque sta per una società contro Dio o anche semplicemente senza Dio. E chi si allea o tende la mano verso costoro, obbedisce e spiana la strada, senza saperlo, all'Anticristo."
Romano,
mente ieri, Bergoglio si ha mostrato un vero nominalista
http://blog.messainlatino.it/2013/10/la-beata-vergine-e-invocata-nella.html
Ha fatto un atto di affidamento alla Madonna per il Mondo, senza mai dire:
Affido il mondo a Te...
o
Consacro il mondo a Te...
inveche parla della cosa, come parlare della cosa è la stessa come fare la cosa...
che nominalismo...!
Quindi, anche SE aveva l'intenzione di farlo, non ha fatto niente...tutto il cerimoniere è stato finto...vano, vuoto...
Adesso capisco che vuole dire la sua devozione alla Madonna....pari con la sua devozione a Cristo...
A proposito di germanici, che dire del caso Tebartz-van Elst, che sta tenendo banco in tutte le prime pagine dei giornali tedeschi?
indubbiamente i problemi sono tanti:
http://www.youtube.com/watch?v=S4tYOLRNwrc
e sarebbe il caso tedeco ?
Rosa
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