Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 22 aprile 2017

I "dubia" dei quattro cardinali fanno scuola. È l'ora dei laici

Tempestivo ed efficace Sandro Magister su Settimo cielo. Per 'fare chiarezza'.

I quattro cardinali non sono mai stati da soli con i loro "dubia". Ne è prova ciò che è accaduto a Roma sabato 22 aprile in una sala dell'Hotel Columbus, a pochi passi da piazza San Pietro, dove sei rinomati studiosi laici sono convenuti da altrettanti paesi del mondo per dare voce all'appello che si leva da larga parte del "popolo di Dio" perché sia fatta chiarezza nella confusione suscitata da "Amoris laetitia".

Anna M. Silvas è venuta dall'Australia, Claudio Pierantoni dal Cile, Jürgen Liminski dalla Germania, Douglas Farrow dal Canada, Jean Paul Messina dal Camerun, Thibaud Collin dalla Francia. E l'uno dopo l'altro, nell'arco di un giorno, hanno fatto il punto sulla crisi che il documento di papa Francesco ha prodotto nella Chiesa, a un anno dalla sua pubblicazione.

Settimo Cielo offre ai suoi lettori i testi integrali dei sei interventi, nelle lingue in cui sono stati pronunciati. Ma richiama una speciale attenzione su quello di Claudio Pierantoni, studioso di patrologia e docente di filosofia medievale alla Universidad de Chile, a Santiago, di cui fornisce qui sotto una sintesi.

Pierantoni ripropone i casi di due papi caduti in errore nei primi secoli cristiani, nel pieno delle controversie trinitarie e cristologiche, l'uno condannato "post mortem" da un concilio ecumenico e l'altro indotto a correggersi in vita.

Ma anche oggi – argomenta – c'è un papa che è "vittima", sia pure "poco consapevole", di una diffusa tendenza all'errore che mina i fondamenti della fede della Chiesa. E anche lui è bisognoso di una correzione caritatevole che ridia splendore alla verità.

Pierantoni non è il solo, dei sei, ad aver richiamato le lezioni del passato, antico e recente.

Thibaud Collin, docente di filosofia morale e politica al Collège Stanislas di Parigi, ha ricordato ad esempio l'opposizione di numerosi teologi e interi episcopati all'enciclica di Paolo VI "Humanae vitae", declassata a puro "ideale" e con ciò resa inoperante. E ha mostrato come questa deleteria logica "pastorale" sia tornata oggi in auge con "Amoris laetitia", riguardo al matrimonio indissolubile e presto anche riguardo agli amori omosessuali.

Anna M. Silvas, australiana di rito orientale, studiosa dei Padri della Chiesa e docente alla University of New England, ha invece sottolineato il pericolo che la Chiesa cattolica si inoltri anch'essa sulla strada già percorsa secoli fa dai protestanti e dagli ortodossi verso il divorzio e le seconde nozze: proprio ora – ha aggiunto a sorpresa – che la Chiesa copta sta tornando all'indissolubilità senza eccezioni del matrimonio cristiano.

Su una risposta di papa Francesco ai "dubia", come pure su una sua eventuale "correzione", Anna M. Silvas si è mostrata scettica. Propone piuttosto una "opzione Benedetto" per l'attuale era post-cristiana, ispirata al monachesimo nel crollo dell'età antica, un umile e comunitario "dimorare" presso Gesù e il Padre (Gv 14, 23) nella fiduciosa attesa, fatta di preghiera e lavoro, che cessi la tempesta che sconvolge oggi il mondo e la Chiesa.

Sei voci, sei letture diverse. Tutte profonde e nutrite di "caritas in veritate". Chissà che papa Francesco, almeno, le ascolti.
* * *

LA NECESSARIA COERENZA DEL MAGISTERO CON LA TRADIZIONE.
GLI ESEMPI DELLA STORIA

di Claudio Pierantoni

In questo intervento esamineremo prima brevemente la vicenda di due papi dell’antichità, Liberio e Onorio, i quali, per diversi motivi, furono accusati di deviare dalla Tradizione della Chiesa, durante la lunga controversia trinitaria e cristologica che impegnò la Chiesa dal IV fino al VII secolo.

Alla luce delle reazioni del corpo ecclesiale di fronte a queste deviazioni dottrinali, esamineremo poi il dibattito attuale che si è sviluppato intorno alle proposte di papa Francesco nell’esortazione apostolica "Amoris laetitia" e ai cinque "dubia" sollevati dai quattro cardinali.

1. Il caso di Onorio

Onorio I fu l’unico papa ad essere stato formalmente condannato per eresia. Siamo nei primi decenni del secolo VII, nel contesto della controversia sulle due volontà di Cristo. Onorio sostenne la dottrina dell’unica volontà in Cristo, o "monotelismo", che fu però poi dichiarata in contrasto col dogma delle due nature, la divina e l’umana, dottrina solidamente fondata sulla rivelazione biblica e solennemente sancita dal Concilio di Calcedonia del 451.

Ecco il testo con cui, nel 681, dopo la sua morte, il terzo Concilio di Costantinopoli, sesto concilio ecumenico, lo condannò assieme al patriarca Sergio:

"Esaminate le lettere dogmatiche scritte da Sergio, a suo tempo patriarca di questa città imperiale,… e la lettera con cui Onorio rispose a Sergio, e constatato che non sono conformi agli insegnamenti apostolici e alle definizioni dei santi concili e di tutti gli illustri santi Padri, e che viceversa seguono le false dottrine degli eretici, le rifiutiamo e le esecriamo come corruttrici".

2. Il caso di Liberio

Liberio fu invece papa in uno dei momenti più delicati della controversia ariana, alla metà del IV secolo. Il suo predecessore, Giulio I, aveva tenacemente difeso la fede stabilita dal Concilio di Nicea del 325, che dichiarava il Figlio consostanziale al Padre. Ma Costanzo, imperatore d’Oriente, appoggiava la posizione maggioritaria dei vescovi orientali, contrari a Nicea, che secondo loro non lasciava spazio alla differenza personale fra il Padre e il Figlio. Fece rapire, depose e spedì in esilio in Tracia il papa, che, dopo circa un anno, finì per cedere.

Liberio rinnegò così la fede di Nicea e giunse a scomunicare Atanasio, che ne era il più significativo difensore. Ormai docile all’imperatore, Liberio ottenne il permesso di rientrare a Roma,  dove fu reinsediato come vescovo. Nei mesi che seguirono, tutti i presuli filoariani che avevano fatto carriera grazie al favore di Costanzo consolidarono il loro potere nelle principali sedi episcopali. È questo il momento in cui, secondo la famosa frase di san Girolamo, "il mondo si lamentò di essere diventato ariano". Dei più di mille vescovi che contava la cristianità rimanevano a resistere, in esilio, solo tre irriducibili: Atanasio di Alessandria, Ilario di Poitiers e Lucifero di Cagliari.

Costanzo morì però all'improvviso, nel 361, e salì al trono imperiale Giuliano, poi detto l’Apostata, che impose il ritorno dello Stato romano al paganesimo, cancellò d'un colpo tutta la politica ecclesiastica di Costanzo e permise ai vescovi esiliati di ritornare in patria. Libero da minacce, papa Liberio inviò un’enciclica che dichiarava invalida la formula da lui approvata in precedenza ed esigeva dai vescovi d’Italia l’accettazione del credo di Nicea. Nel 366, in un sinodo celebrato a Roma poco prima di morire, ebbe perfino la gioia di ottenere la firma del credo di Nicea da una delegazione di vescovi orientali. Appena morto fu venerato come confessore della fede, ma presto il suo culto venne interrotto, per il ricordo del suo cedimento.

Nonostante le loro differenze, i due casi di Liberio e di Onorio hanno in comune un'attenuante, ed è il fatto che le rispettive deviazioni dottrinali ebbero luogo quando ancora era in corso il processo di fissazione dei rispettivi dogmi, quello trinitario nel caso di Liberio e quello cristologico nel caso di Onorio.

3. Il caso di Francesco

Invece, la deviazione dottrinale che si sta verificando durante il pontificato attuale ha un'aggravante, perché si contrappone non a dottrine ancora poco chiare, o in via di fissazione, ma a dottrine che, oltre ad essere solidamente ancorate nella Tradizione, sono anche state già esaustivamente dibattute negli scorsi decenni e dettagliatamente chiarite dal magistero recente.

Certo, la deviazione dottrinale in oggetto era già presente negli scorsi decenni e con essa, quindi, anche lo scisma sotterraneo che questa significava. Ma quando si passa da un abuso al livello pratico alla sua giustificazione al livello dottrinale attraverso un testo del magistero pontificio come "Amoris laetitia" e attraverso dichiarazioni e azioni positive dello stesso pontefice, la situazione cambia radicalmente.

Vediamo, in quattro punti, il progresso di questa distruzione del deposito della fede.

Primo
Se il matrimonio è indissolubile, ma pure in alcuni casi si può dare la comunione ai divorziati risposati, sembra evidente che questa indissolubilità non è più considerata assoluta, ma solo una regola generale che può soffrire eccezioni.
Ora questo, come ha ben spiegato il cardinale Carlo Caffarra, contraddice la natura del sacramento del matrimonio, che non è una semplice promessa, sia pure solenne, fatta davanti a Dio, ma un’azione della grazia che agisce al livello propriamente ontologico.  Quindi, quando si dice che il matrimonio è indissolubile, non si enuncia semplicemente una regola generale, ma si dice che il matrimonio ontologicamente non può sciogliersi, poiché in esso è contenuto il segno e la realtà del matrimonio indissolubile fra Dio e il suo Popolo, tra Cristo e la sua Chiesa. E questo mistico matrimonio è proprio il fine dell’intero piano divino della creazione e della redenzione.
Secondo
L'autore di "Amoris laetitia" ha scelto di insistere, nella sua argomentazione, piuttosto sul lato soggettivo dell’azione morale. Il soggetto, dice, potrebbe non essere in peccato mortale perché, per diversi fattori, non è ben consapevole che la sua situazione è un adulterio.
Ora questo, che in linea generale può senz’altro accadere, nell’utilizzazione che ne fa "Amoris laetitia" comporta invece un’evidente contraddizione. Infatti, è chiaro che i tanto raccomandati discernimento e accompagnamento delle singole situazioni contrastano direttamente con la supposizione che il soggetto rimanga, a tempo indefinito, inconsapevole della sua situazione.
Ma l'autore di "Amoris laetitia", lungi dal percepire tale contraddizione, la spinge fino all’ulteriore assurdo di affermare che un approfondito discernimento può portare il soggetto ad avere la sicurezza che la sua situazione, oggettivamente contraria alla legge divina, sia proprio ciò che Dio vuole da lui.
Terzo
Il ricorso al precedente argomento, a sua volta, tradisce una pericolosa confusione che, oltre alla dottrina dei sacramenti, arriva ad intaccare la nozione stessa di legge divina, intesa come fonte della legge naturale, rispecchiata nei Dieci Comandamenti: legge data all’uomo perché atta a regolare i suoi comportamenti fondamentali, non limitati a particolari circostanze storiche, ma fondati sulla sua  stessa natura, il cui autore è appunto Dio.
Quindi, il supporre che la legge naturale possa soffrire delle eccezioni è una vera e propria contraddizione, è una supposizione che non comprende la sua vera essenza e perciò la confonde con la legge positiva. La presenza di questa grave confusione è confermata dal ripetuto attacco, presente in "Amoris laetitia", contro i legulei, i presunti “farisei” ipocriti e duri di cuore. Questo attacco, infatti, tradisce un completo fraintendimento della posizione di Gesù verso la legge divina, poiché la sua critica al comportamento farisaico si fonda proprio su una chiara distinzione fra legge positiva – i “precetti di uomini” – cui sono tanto attaccati i farisei, e i Comandamenti fondamentali, che sono invece il primo requisito, irrinunciabile, che Lui stesso chiede all’aspirante discepolo. In base a questo equivoco si comprende il vero motivo per  cui, dopo aver tanto insultato i farisei, il papa finisce per allinearsi di fatto con la loro stessa posizione a favore del divorzio, contro quella di Gesù.
Ma, ancora più a fondo, è importante osservare che questa confusione snatura profondamente l’essenza stessa del Vangelo e il suo necessario radicamento nella persona di Cristo.
Quarto
Cristo infatti, secondo il Vangelo, non è semplicemente un uomo buono, venuto al mondo a predicare un messaggio di pace e giustizia. Egli è, innanzitutto, il Logos, il Verbo che era nel principio e che, nella pienezza dei tempi, si incarna. È significativo che Benedetto XVI, fin dal suo discorso "Pro eligendo romano pontifice", abbia fatto proprio del Logos il cardine del suo insegnamento, non a caso combattuto a morte dal soggettivismo delle moderne teorie.
Ora, nell’ambito di questa filosofia soggettivista si giustifica uno dei postulati più cari a papa Francesco, secondo il quale “la realtà è superiore all’idea”. Una massima come questa, infatti, ha senso solamente in una visione in cui non possono esistere idee vere, che non solo rispecchino fedelmente la realtà, ma possano anche giudicarla e dirigerla. Il Vangelo, preso nella sua integrità, suppone questa struttura metafisica e gnoseologica, dove la verità è in primo luogo adeguazione delle cose all’intelletto, e l’intelletto è in primo luogo quello divino: appunto, il Verbo divino.
In questa atmosfera si comprende come sia possibile che il direttore del "La Civiltà Cattolica" affermi che è la pastorale, la prassi, che deve guidare la dottrina e non viceversa, e che in teologia “due più due possono fare cinque”. Si spiega perché una signora luterana possa fare la comunione insieme al marito cattolico: la prassi infatti, l’azione, è quella della Cena del Signore, che essi hanno in comune, mentre quello in cui differiscono sono solo “le interpretazioni, le spiegazioni”, meri concetti insomma. Ma si spiega anche come, secondo il superiore generale della Compagnia di Gesù, il Verbo incarnato non sarebbe in grado di mettersi in contatto con le sue creature attraverso il mezzo da lui stesso scelto, la Tradizione apostolica:  infatti, bisognerebbe sapere cos’ha veramente detto Gesù, ma non possiamo, dice, “dal momento che non c’era un registratore”.
Ancora più a fondo, in questa atmosfera, si spiega infine come il papa non possa rispondere "sì" o "no" ai "dubia".  Se infatti “la realtà è superiore all’idea”, allora l’uomo non ha neanche bisogno di pensare con il principio di non-contraddizione, non ha bisogno di principi che dicano “questo sì e questo no” e neppure  deve obbedire a una legge naturale trascendente, che non si identifichi con la stessa realtà. Insomma, l’uomo non ha bisogno di una dottrina, perché la realtà storica basta a se stessa. È il "Weltgeist", lo Spirito del Mondo.
4. Conclusione

Quello che salta all’occhio nella situazione attuale è proprio la deformazione dottrinale di fondo che, pur abile nello schivare formulazioni direttamente eterodosse, manovra tuttavia in modo coerente per portare avanti un attacco non solo contro dogmi particolari come l’indissolubilità del matrimonio e l’oggettività della legge morale, ma addirittura contro il concetto stesso della retta dottrina e, con esso, della persona stessa di Cristo come Logos. Di  questa deformazione dottrinale la prima vittima è proprio il papa, che di essa, mi azzardo a ipotizzare, è assai poco consapevole, vittima di un’alienazione generalizzata ed epocale dalla Tradizione, in ampi strati dell’insegnamento teologico.

In questa situazione, i "dubia", queste cinque domande presentate dai quattro cardinali, hanno messo il papa in una situazione di stallo. Se rispondesse rinnegando la Tradizione e il magistero dei suoi predecessori, passerebbe ad essere eretico anche formalmente, quindi non può farlo. Se invece rispondesse in armonia con il magistero precedente, contraddirebbe gran parte delle azioni dottrinalmente rilevanti compiute durante il suo pontificato, quindi sarebbe una scelta molto difficile. Ha scelto quindi il silenzio perché, umanamente, la situazione può apparire senza uscita. Ma intanto, la confusione e lo scisma "de facto" si estendono nella Chiesa.

Alla luce di tutto ciò, si rende quindi più che mai necessario un ulteriore atto di coraggio, di verità e di carità, da parte dei cardinali, ma anche dei vescovi e poi di tutti i laici qualificati che volessero aderirvi. In una situazione così grave di pericolo per la fede e di scandalo generalizzato, è non solo lecita, ma addirittura doverosa una correzione fraterna francamente rivolta a Pietro,  per il suo bene e quello di tutta la Chiesa.

Una correzione fraterna non è né un atto di ostilità, né una mancanza di rispetto, né una disobbedienza. Non è altro che una dichiarazione di verità: "caritas in veritate". Il papa, ancor prima di essere papa, è nostro fratello.

32 commenti:

Anonimo ha detto...

Così ne parla capziosamente Avvenire

https://www.avvenire.it/rubriche/pagine/memorie-paure-sventurate-contro-luce-di-vangelo-e-concilio

Anonimo ha detto...

L'autore della articolo di Avvenire è un prete spietato.
Così conclude:
Palazzini è noto poi anche per imprese gravemente confuse, tra cui “il plagio” scandaloso di un documento del S. Offizio che nel 1977 fece soffrire molto Paolo VI. Che dire? Che se allora non riuscirono a far naufragare la nave del Vaticano II appena “uscito” verso l'uomo, anche oggi non riusciranno a far chiamare “chiarezza” solo e sempre quello che hanno in testa loro stessi. La “stella polare” del Concilio, nella luce solare del Vangelo guida anche oggi la Chiesa.

mic ha detto...

L'insegnamento di Cristo che abbiamo ricevuto dalla scrittura e dal magistero perenne diventa "quel che hanno in testa loro stessi". Il sol dell'Avvenire è la "stella polare del Concilio" che stronca ogni critica ma senza argomenti, con le solite parole altisonanti. Dov'è, qui, il tanto sbandierato "dialogo"?

mic ha detto...

Penso che Anonimo 8:16 intendesse dire "prete spretato"...

peter ha detto...

Concordo con Pierantoni: il Papa non risponderà ai Dubia! Ma occorre mascherare la menzogna con la Verità del Vangelo, della Tradizione, del Magistero. E' ora che i Laici preparati vengano allo scoperto; solo così potranno mettere allo scoperto i serpenti! Un appello ai Cattolici veri: basta con il foraggiamento a questa falsa chiesa!

Anonimo ha detto...

Infatti, Gennari è un ex-prete.
E non voglio dire sciocchezze ma mi sembra di ricordare che, negli anni '70 e '80 è stato vicino ai "Cristiani per il socialismo"; schierato pro divorzio ed ha collaborato a "Paese Sera", il giornale preferito dagli "stalinisti" del PCI, i "pepponi" critici verso i vertici del partito, accusati di "imborghesimento" .

lister ha detto...

Sì, un ex prete, poi sposato.
Un altro "cattolico comunista (!)": ma, se per i comunisti, "la religione è l'oppio dei popoli", come può disquisire di teologia, quale credibilità può avere costui?!
Quale credibilità può avere il fogliaccio "Avvenire", il quotidiano della CEI?!
Ed, infine, quale credibilità può avere la CEI?!

Luisa ha detto...


Secondo il card. Müller :

"Il papa non ha cambiato la Rivelazione, non lo farà e non può farlo. Alcuni sostengono che il papa abbia cambiato le basi della morale della Chiesa e abbia relativizzato il sacramento del santo matrimonio. Non lo farebbe e non potrebbe farlo.

Lo dice qui:

http://it.aleteia.org/2017/04/21/intervista-cardinale-gerhard-muller-medjugorje-amoris-laetitia-islam-europa-martirio/


Anna M. Silvas è invece lucidamente realista e afferma quel che è sotto gli occhi di tutti:

http://blog.messainlatino.it/2017/04/convegno-fare-chiarezza-la-relazione-di.html

"La relatrice ritiene inadeguato approcciare i problemi di Amoris Laetitia come problemi di interpretazione, mentre l'intento del testo è chiaro, se lo si legge senza filtri.

Per esempio, prendendo il Dubium n. 1, è chiaro che il n. 301 di Amoris Laetitia, e altri passaggi dell'esortazione, si riferiscono alle "coppie irregolari": non è dunque difficile comprendere l'intendimento del Papa. Ciò anche alla luce del suo comportamento complessivo e di quanto appartiene al suo passato di Arcivescovo di Buenos Aires. Tutto ciò senza impegnare l'infallibilità papale, ma facendo leva solo sulla sua autorevolezza per introdurre i cambiamenti che egli desidera.

La prof. Silvas è convinta che l'agenda del Papa e dei suoi collaboratori sarà portata avanti senza impegnare l'infallibilità. I problemi dottrinali non verranno affrontati di petto, ma agendo sulla prassi, finché la prassi si sarà consolidata così da aver raggiunto il punto di non ritorno"


Silvas che propone una "opzione Benedetto" per questa era post-cristiana.
Chissà se anche lei sarà bollata come "nostalgica di Ratzinger", molto verosimilmente cripto-modernista che non potrà dare "alcun contributo positivo alla soluzione della crisi della Chiesa" ma al contrario "contribuire alla confusione dominante" ?

peter ha detto...

La previsione di Pierantonio è convincente! Bergoglio non risponderà mai ai "dubia".
Ai laici e ai teologi cattolici veri il compito di testimoniare la Verità del Vangelo.
Nessun timore, il Signore ha detto:Io sono la Via, la Verità e la Vita.
Coraggio, andiamo avanti senza timore. Il Signore è con noi!

Sacerdos quidam ha detto...

Signora Luisa,
la professoressa Silvas si riferisce ad un recente libro di Rod Dreher ("The Benedict option") che prende spunto da San Benedetto da Norcia: e non da Benedetto XVI, irresponsabile promotore (e questo è un dato di fatto) del pessimo Vaticano II.

irina ha detto...

Mi stavo chiedendo cosa si nasconda dietro le fisse di Bergie. Ognuno ha le sue di fisse. Chi l'ordine, chi il disordine e altro. Quand'è che l'idea fissa diventa patologia?Quando, forse, la propria autostima,la propria sicurezza, si lega a quel punto fisso. Diventa una questione personale. Nel mondo di Bergie i migranti lo sono, i fabbricanti di armi anche, le carezze,le ferite,i piedi lavati, i farisei,i rigidi, la misericordia è regina.Chiodi, quattro, sono la struttura portante. Ognuno di noi si è costruito con pezzi di pensiero altrui, pietre del guado destinate ad essere lasciate dietro di sè. Poi si afferra la mano di NSGC , si abbandonano tutti i puntelli, le idee fisse, gli idoli, le ideologie. Liberi si va dietro Lui solo. Allora non devi più servirti del polverone per amministrare la tua teologia modernista, né per piazzare un piccolo inciso che distruggerà tutto il pensiero precedente e seguente, come piccolo Kamikaze, nè per dividere dogma da pastorale surrettiziamente , che è come dividere il padre dalla madre. La confusione, come disse il Card. R.L. Burke, genera divisione. La confusione in ambito spirituale genera la divisione in tutti gli ambiti ove si svolge la vita dell'essere umano. Come oggi tocchiamo con mano. Se il mondo va male la colpa è, in modo particolare, di chi si occupa male dell'ambito spirituale. Non siamo più cattolici. Siamo ibridi, catto comunisti, catto progressisti, catto protestanti, catto ortodossi, catto massoni. Non era questo ribaltamento a cui si doveva lavorare. Si dovevea lavorare alla conversione al Cattolicesimo dei comunisti, dei pregressisti, dei protestanti, degli ortodossi, dei massoni. Erano loro che dovevano convertirsi al Cattolicesimo, non noi alle loro apostasie, eresie, al loro gnosticismo cangiante.

Luisa ha detto...

Ringrazio Sacerdos quidam per avermi corretto, non mi dilungo sul resto del suo commento per non alimentare le solite polemiche,.

Luisa ha detto...

@Sacerdos quidam

È lei che commenta su Forum catholique comme "sacerdos simplex"?

FARECHIAREZZA ha detto...

CLAUDIO PIERANTONI: I dubia sono un mezzo con cui si chiede all’autorità competente di chiarire. La caratteristica inedita dei dubia è che si domanda qualche cosa che è già chiarito dal Magistero. E’ un gesto questo dei cardinali coraggioso perché senza dirlo direttamente dicono che si sta dicendo il contrario di un Magistero infallibile.

Anonimo ha detto...

Siamo a metà 2017, e ancora discussioni, tavole rotonde senza fine......a che pro ?
discussioni c'erano state già l'anno scorso a iosa, e senza ottenere nulla. Non so voi, ma dopo un anno esatto, alla rilettura di questo art. di A. Gnocchi, lo trovo tuttora validissimo, chiaro e duro nell'analisi del fenomeno in atto. E non posso che concordare con lui nella diagnosi bruciante e precisa.

"Ammettiamo per assurdo che i consacrati, dall’ultimo dei sacerdoti fino al primo dei principi della Chiesa, non possano permettersi di dire tutto quanto pensano circa la verità tradita e che questa regola diventi tanto più ferrea e cogente più si sale di grado.
Ma che cosa discende da una tale teoria? Che, mano a mano si progredisce nella gerarchia, si è sempre più costretti a cooperare con la menzogna e con il male. Magari qualcuno collabora illudendosi di farlo a fin di bene applicando la solita distorsione del concetto di “male minore”, ma altri pare di vedere che lo facciano per amore della carriera. E questo è ancora niente, perché l’esito finale di questa tesi è il seguente: se mano a mano si sale nella gerarchia si è sempre più costretti a tacere la verità e tollerare l’errore, tutto questo si troverà in sommo grado al vertice della scalata, in colui che occupa il trono di Pietro: per essere Papa, bisogna rovesciare completamente le scelte da cui si era partiti, bisogna abbracciare il falso e rigettare il vero."
http://www.riscossacristiana.it/fuori-moda-la-posta-di-alessandro-gnocchi-5/
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Oggi, a 52 anni dalla fine del cv2, per essere papa, bisogna abbracciare il falso e rigettare il vero. Perchè la Verità stessa è stata rovesciata dal trono e al suo posto siede trionfante la Menzogna che governa tutto, Chiesa e società civile, imponendo a tutti il silenzio circa la Verità, o peggio l'habitus delle mezze verità, e i timidi tentativi o richieste di chiarezza, saranno di certo soffocati sul nascere, con le buone o con le brutte: chi vuole svegliarsi viene subito narcotizzato dalla falsa OBBEDIENZA alle autorità, qualsiasi cosa esse comandino (caso Minutella docet).
Intanto, tra tante discussioni senza frutto nè risposta, la città santa -la Fede- viene espugnata, nelle anime di tutto l'orbe.
Illusione stolta quella di poter "svelenare" il dono di un'enciclica cucinata ab initio col tossico letale dell'ambiguità, funzionale alla diffusione di dottrine menzognere da proprinare al popolo-bue (proprio come si fece col mitico cv2).

Alfonso ha detto...

Agli amici di questo blog dico che chiunque dall'esterno assiste alle nostre discussioni dovrà per forza riconoscere, con meraviglia, che grande è la nostra passione per la Verità, una passione che mentre ci infiamma l'animo, allo stesso tempo non ci offusca minimamente l'intelletto, grazie al quale possiamo scambiarci reciproche riflessioni che ci aiutano in questa vita a percorrere la Via della Verità, facendo sempre la Volontà del Padre nostro. Solo nell'ambito del sacro, dopo averne interiorizzati i significati, l'uomo contemplativo riceve un genuino appagamento spirituale, che compensa abbondantemente lo sconforto che gli procura l'ostilità degli uomini del mondo che non si curano affatto dei beni dello spirito. E' doloroso constatare che i "molti" vivono nell'illusione che l'ars bene vivendi si concretizza nel soddisfare, qui ed ora, ogni piacere del corpo, abbandonandosi senza ritegno alle opere della carne, al sensualismo, particolarmente quello erotico, che si vuole vivere ardentemente, liberi da ogni freno morale, inconsapevoli che "la furia del godimento sensuale partorisce solo la furia della disperazione." Ma stat Crux dum volvitur orbis : "Mentre il mondo gira, la Croce resta ferma… e con essa la Chiesa, la vera Chiesa di Cristo: quella fondata sulla Sua immutabile dottrina, trasmessa una volta per sempre dagli Apostoli; formata dalla grazia dei Sacramenti, che dalla Croce promana."
Ho più volte sostenuto che in questo nostro spensierato "Occidente", "in balìa di Satana, delle sue opere e delle sue seduzioni", noi "pochi" dobbiamo coscienziosamente, e con coraggio, impegnarci a superare la dolorosa crisi di transizione, facendoci testimoni ed apostoli di tutto ciò che della nostra civiltà cristiana, fondata sulla cultura greco-romana, ha un valore eterno e che perciò solo transitoriamente può essere sopraffatta da comportamenti demoniaci.
Concordo perciò con Anna M. Silvas quando propone l'"opzione Benedetto" per l'attuale era post-cristiana, ispirata al monachesimo nel crollo dell'età antica, un umile e comunitario "dimorare" presso Gesù e il Padre (Gv 14, 23) nella fiduciosa attesa, fatta di preghiera e lavoro, che cessi la tempesta che sconvolge oggi il mondo e la Chiesa.
Il problema sta nel come attualizzare questa opzione.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Il sito turiferario per antonomasia ha fatto un resoconto, tutto sommato, asettico del convegno organizzato da Cascioli. Tranne una gratuita stilettata al card. Sarah - perché proprio lui che non è stato firmatario dei dubia? - che sa solo di cattiveria.

Sacerdos quidam ha detto...

@ Luisa:

no, non intervengo su le Forum catholique, un sito interessante che comunque leggo, ma in genere 'di volata': lo farei, a volte, ma non ne ho il tempo (scrivo qualcosa solo su questo Blog, quando posso).
In compenso, ho visto che negli ultimi tempi vi sono aumentati enormemente gli interventi 'ufficiosi' della FSSPX tramite 'la Porte Latine', seguitissimi dai lettori: un'ottima cosa, anche per una maggiore conoscenza di Mons. Lefebvre e della Fraternità.

Anonimo ha detto...

"col tossico letale dell'ambiguità"

Giusto, ma non vedo ambiguità nei risultati del convegno. Non ho letto ancora con attenzione tutti gli interventi pubblicati (LNBQ ha detto che entro pochi giorni usciranno le traduzioni in italiano di tutti gli interventi, non ho fretta), ma quello che ho visto per ora è piuttosto chiaro. Per esempio l'affermazione di una studiosa sulle reali intenzioni di Francesco con la AL, commento rivolto proprio a smontare l'ambiguità di chi, pur in buona fede, cerca di vederci continuità facendo finta di non vedere certi passaggi; o la stessa frase riportata da Galeazzi «Il Papa incastrato tra il rischio dell'eresia formale e quello di doversi smentire».

Non so se la frase "tra i porporati più conservatori della Curia" può intendersi come una frecciata a Sarah... Ma immagino sia ritenuto il più "pericoloso" perché, a differenza dei "quattro", è papabile.

--
Fabrizio Giudici

Anonimo ha detto...


@ L'Opzione Benedetto (da Norcia) e Satana che avrebbe già vinto

La proposta avanzata dall'illustre studiosa australiana è certamente degna della miglior attenzione. Ad un livello meno erudito e meno argomentato era stata forse avanzata anche da qualcun altro: prepararsi a vivere in modo monastico, quasi catacombale per salvare il salvabile in atttesa del ritorno della civiltà ossia della vittoria di Cristo, che non potrà mancare, un giorno (e beato chi la vedrà).
Forse per una questione di temperamento, questa proposta (peraltro non facilmente attuabile, come si riconosce) non mi trova del tutto d'accordo. Mi sembra che, con questa impostazione, ci si arrenda senza combattere o comunque senza aver combattuto sino in fondo.
Intanto: i benedettini insegnavano e praticavano la vera dottrina. I gruppi dell'opzione Benedetto, quale dottrina cattolica praticherebbero? Forse quella del Vaticano II? Se è così e non vedo come non possa esser diversamente, allora non ci siamo, perchè questi gruppi praticherebbero una falsa dottrina cattolica, quella appunto inquinata dal modernismo, partorita dall'infausto Concilio.
O dobbiamo credere che questi "gruppi opzione Benedetto" farebbero loro, in abscondito, la indispensabile revisione del Vaticano II?
Prima di darsi al monachesimo e senza basi dottrinali chiare, cerchiamo di combattere la battaglia fino in fondo. Ad arrendersi c'è sempre tempo. O no?
Chiedo scusa se mi ripeto:
1. C'`e la battaglia iniziata dai 4 cardinali con i 5 Dubia. Tutto tace. Ma sono intervenuti i 6 laici. Bisogna continuare, allargando il fronte degli interventi. Non basta la difesa del matrimonio, bisogna anche mettere sotto accusa la c.d. "pastorale dei migranti", l'assurda concezione che la Chiesa debba realizzare l'unità del genere umano e nel dialogo con tutte le culture e religioni. E' sulla base di quest'idea che si promuove l'accoglienza indiscriminata di tutti.
2. IL discorso fatalmente deve coinvolgere il Concilio.
3. In ogni caso deve essere un discorso critico capace di allargarsi il più possibile, capace di diventare movimento di opinione, con l'intervento di quanti più preti possibile, accanto ai laici.
4. Secondo me, la situazione non si sblocca proprio perchè c'è troppa timidezza in giro, da tanti anni.
5. La situazione, concludo, è di stallo. La rottura, nel senso giusto, si avrebbe con la presentazione pubblica della famosa Correzione. Anche se accennasse appena al Papa, dovrebbe però stablire l'interpretazione autentica della AL, col risultato di dichiarare false tutte le interpretazioni difformi dalla dottrina sempre insegnata dalla Chiesa, come quella proposta dai vescovi argentini. Un fatto inaudito, sarebbe, l'autentica sulla dottrina dichiarata ufficialmente dalla pars sanior del Collegio Cardinalizio al posto del Papa. La crisi sarebbe a questo punto inevitabile, il tumore comincerebbe a spaccarsi.
Io prego perchè i 5 cardinali si diano una mossa. E voi?
PP

Anonimo ha detto...


Io prego perchè i 5 cardinali si diano una mossa. E voi?
PP
Io confido solo in Dio e la sua Santissima Madre. Io prego e spero che QUANTO PRIMA ci sia un intervento soprannaturale che chiarisca la situazione. Ma forse i nostri peccati e la nostra (in primis la mia) poca fede non ci consentono di ottenere tale grazia.

Anonimo ha detto...

" Mi sembra che, con questa impostazione, ci si arrenda senza combattere o comunque senza aver combattuto sino in fondo. "

Concordo. L'"opzione Benedetto", alla fine, per me è una cosa scontata: è normale che, prima di tutto, ogni fedele si applichi personalmente a vivere secondo la Legge di Dio. Necessario, ma non sufficiente. In seconda battuta, essa prevede una forma organizzativa di gruppi di preti e fedeli che un po' fatico a focalizzare; ma mi viene in mente, per esempio, la creazione di scuole parentali, e cose simili. Però ho due obiezioni:

1. All'epoca di San Benedetto il mondo non era ostile come oggi. Era caduto l'impero, con tutto quello che ne derivava sul piano infrastrutturale, c'erano incursioni di briganti e di barbari. Ma non c'erano più persecuzioni organizzate dal potere politico.

2. All'epoca di San Benedetto la Chiesa era sostanzialmente compatta. Mi sembra che l'eresia ariana era terminata anche nei suoi strascichi e non c'era anche il potere ecclesiastico a perseguitare gli ortodossi: non c'erano vescovi che ti imponevano il silenzio se predicavi San Paolo.

In sintesi, oggi non ce la farebbero fare senza combattere, l'opzione Benedetto. Quindi, se qualcuno la pensa come una forma di resistenza passiva, si sbaglia di grosso.



--
Fabrizio Giudici

Anonimo ha detto...

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/19/papa-francesco-gli-oppositori-continuano-la-guerra-sotterranea-ma-bergoglio-rimane-impassibile/3531228/
Esposto il fatto ,
anziche' riempirlo di contumelie preghiamo per lui .
Ripariamo .

Magnificat
anima mea Dominum,
et exultavit spiritus
in Deo salutari meo
quia respexit humilitatem ancillae suae,
ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes
generationes
quia fecit mihi magna, qui potens est:
et Sanctus nomen eius
et misericordia eius a progenie in progenies
timentibus eum.
Fecit potentiam in brachio suo,
dispersit superbos mente cordis sui,
deposuit potentes de sede,
et exaltavit humiles;
esurientes implevit bonis,
et divites dimisit inanes.
Suscepit Israel, puerum suum,
recordatus misericordiae suae,
sicut locutus est ad patres nostros,
Abraham et semini eius in saecula.
Gloria Patri et Filio et Spiritui Sancto
sicut erat in principio et nunc et semper
et in saecula saeculorum. Amen.

Anonimo ha detto...


@ Prego che ci sia QUANTO PRIMA UN INTERVENTO SOVRANNATURALE che chiarisca la situazione

Credo che quest'atteggiamento passivo sia abbastanza diffuso fra i "tradizionalisti" cattolici e presunti tali, favorito anche dai centenari che quest'anno vengono a coincidere, compreso quello delle Apparizioni di Fatima.
Per come la vedo io, vale la risposta che avrebbe dato s. Filippo Neri a chi gli chiese, mentre giocava a palla a muro nel cortile dell'Oratorio con i suoi ragazzi, "che fareste ora se vi dicessero che domani verrà la fine del mondo?"- "Continuerei a giocare a palla".
Chiaro? Forse Nostro Signore ha rinunciato a servirsi delle cause seconde per governare gli eventi di questo mondo? Tra di esse, anche, anzi ora soprattutto i 5 dubia dei 4 cardinali.

Inoltre, quando sento invocare un intervento sovrannaturale diretto di Nostro Signore, mi viene sempre in mente quel passo del Vangelo nel quale i Discepoli volevano che Gesù facesse piovere fuoco e zolfo sulla città che li aveva respinti, forse in malo modo. Egli li rimproverò aspramente, per la loro superbia. E nella Lettera agli Ebrei non si ricorda quanto terribile sia "il cadere nelle mani del Dio vivente", della sua Giustizia?

Ma forse, con INTERVENTO DIRETTO, si intende altra cosa da una sorta di Apocalissi o della Fine del mondo,del Giudizio. Allora, perché non chiarire? Perché non parlar chiaro?
Possiamo intendere l'Intervento Diretto come intervento nei cuori, p.e. la famosa conversione della Russia al cattolicesimo, che ancora non c'è stata. Ora, se i cardinali procedessero finalmente con la Correzione, se questa provocasse un ampio movimento di opinione cattolico, laico e ecclesiastico, tutto ciò non potrebbe indurre il Papa regnante a cambiare di colpo idea e mutar politica, tornando alla vera dottrina? Questo potrebbe esser appunto un INTERVENTO DIRETTO dello Spirito Santo, utilizzante noi come cause seconde. E le conseguenze benefiche sarebbero di enorme portata, innanzitutto per le anime, tante si salverebbero dalla perdizione.
PP

Anonimo ha detto...

Sono Alessandro da Roma, ero presente al convegno tenutosi il giorno 22 aprile presso l’hotel Columbus, desidererei fornire alcune considerazioni:
1) Il silenzio del Papa è esso stesso un grave atto: chiamato in modo formale ed autorevole ad esercitare il suo ministero di confermare nella fede, si rifiuta (contraddice il suo mandato accettato con l’elezione al soglio di Pietro).
2) Nella situazione attuale è inesatto parlare di scisma (designa la formale separazione dalla Chiesa di un gruppo di fedeli originata da dissensi di carattere disciplinare o dottrinario, ma non necessariamente su verità di fede) da parte di qualcuno nei confronti del Papa, piuttosto bisogna constatare, dal giudizio morale dei suoi atti, la sua apostasia. Non solo si rifiuta di compiere la sua missione, ma addirittura attua una contromissione anticristica;
3) Allo stato attuale in cui ci troviamo, l’operazione che egregiamente tanti laici continuano ad operare con iniziative culturali finalizzate a consapevolizzare il popolo di Dio, sono, ahimè, fuori tempo massimo. Non è più questo il momento dei convegni, data la grave situazione, che degenera di giorno in giorno con una rapidità impressionante;
4) La Chiesa docente (4 cardinali ed altri che ad oggi non appaiono) dovrebbe procedere, constatata l’assenza o la sua deleteria presenza dell’attuale Papa, all’elezione di un nuovo Pontefice, facendo così emergere la vera Chiesa, capace di riprendere il cammino scollandosi dal suo interno le micidiali metastasi.

Anonimo ha detto...


@ Limiti del paragone con l'epoca di san Benedetto, sua validità come

Giuste a mio avviso le osservazioni di F. Giudici. Solo alcune ulteriori precisazioni, di carattere storico, per calibrare ancor meglio gli eventuali paragoni.
San Benedetto 480-547(basta controllare su Wikipedia) visse in un'epoca terribile, quella delle Guerre Gotiche, tra Goti e Bizantini, che rovinarono in maniera per certi aspetti indelebile l'Italia. Chi se ne ricorda, oggi? Ma, visto che si ripropone l'esempio di s. Benedetto, conviene forse andarsele a ristudiare. Furono provocate da Giustiniano che voleva riconquistare tutta la parte occidentale dell'ex-impero, un'impresa megalomane e assurda.

L'impero in Occidente era ormai defunto da tempo, in Italia si era stabilizzata la monarchia dei Goti, uno Stato solido, unitario, ben governato, grazie all'alleanza del ceto militare gotico dominante con la burocrazia di origine romana cioè italiana o italica, se si preferisce. I Goti erano ariani, questo è il punto, e l'equilibrio con il cattolicesimo e il Papa era delicato, ma ancora si manteneva, nonostante tutto, anche se c'era stata una grave crisi nell'alleanza (condanna a morte ingiusta di Boezio e Cassiodoro). Col tempo, sarebbero diventati cattolici, i Goti, come accadde poi con i Longobardi, sopravvenuti proprio pochi anni dopo la conclusione di quelle Guerre (535-553), ad impedire che i Bizantini consolidassero la conquista dell'Italia (e da allora cominciò la funesta divisione secolare del nostro Paese, altro che "nazionalità spontanee").
Dal punto di vista religioso, più che dai Goti la minaccia veniva dal Cesaropapismo di Costantinopoli, sempre incline alle eresie (l'imperatrice, la famosa Teodora, sembra fosse monofisita - in Cristo, solo la natura divina).
Comunque, per non farla lunga: il motto di S. Benedetto era "ora et labora", una concezione positiva, attiva (discendeva anche lui dalla antica famiglia romana aristocratica degli Anici, in passato sorgente di consoli e generali, e alla quale avrebbe appartenuto il Consul Dei, s. Gregorio Magno). Non si rinchiuse Benedetto con i suoi monaci ad aspettare un "intervento divino diretto", impugnò la vanga alternandola al Rosario (che ancora non c'era ma mi consento questo anacronismo, per capirci). Prega, lavora e, se occorre, per l'onore di Dio e il bene dell'anima, mena pure, in senso metaforico, si intende (mi riferisco sempre ai 5 Dubia, che san Benedetto non avrebbe certo disapprovato, ne sono sicuro).
PP

Anonimo ha detto...

Una cosa è certa. L'evento del Columbus organizzato da La Nuova BQ e dal Timone ha dimostrato che c'è un mondo fatto di laici e di fedeli che ha deciso di assumersi la responsabilità di parlare con franchezza sui problemi che la Chiesa sta vivendo. Un popolo di Dio preparato, libero, per nulla intimorito e soprattutto innamorato della Chiesa. Che ha alzato la mano per dire che con il capitolo VIII di Amoris Laetitia è successo qualcosa che non solo non si comprende, ma che rischia di mettere in pericolo l'essenza stessa di ben tre sacramenti. Negli interventi dei sei relatori non c'è saccenza, non c'è spirito di rivalsa e nemmeno quel suffragettismo laicale con cui molti ecclesiastici vorrebbero liquidare quello che solo artatamente potrebbe essere definito dissenso. ...
(A. Zambrano)

Anonimo ha detto...

Concordo con Alessandro di Roma. Anch'io penso che i convegni siano fuori tempo massimo, potevano andare benissimo un anno fa.... Quanto dobbiamo aspettare perchè i cardinali, che possono farlo,trovino il coraggio di procedere come avevano promesso? Mi sembra del tutto incomprensibile questo temporeggiamento.
Prego anch'io per la Chiesa, perchè Dio ci doni la grazia di uscire da questo incubo.

mic ha detto...

I Convegni non sono mai fuori tempo massimo. Servono per radunare le persone, informarle, formarle e rafforzarsi a vicenda.
Quella che appare fuori tempo massimo è la famosa "Correzione fraterna", che non vorrei diventasse come l'araba fenice....

irina ha detto...

Convegni, saggi, articoli, blogs, commenti, radio, cinema, sono tutti strumenti che aiutano a formare una mentalità.Per i sacerdoti qualche seminario serio è rimasto sulla terra, ed anche qualche Università. Le scuole parenatali ci sono, poche, ma son qui e là. Nelle scuole pubbliche qualche insegnante cattolico, nascosto, c'è.Detto questo siamo pochi. Ancora. La comunità parrocchiale di appartenenza è, per me, un mondo a parte. Tutti catto qualcosa. Sono compatti nella loro fede, non turbati dall'insegnamento che viene loro impartito. Dico queste poche cose per sottolineare che il consenso di cui questa chiesa gode non è cosa da poco. La parrocchia è il luogo della loro aggregazione sociale, a sinistra. Altri, di altre parrocchie, che pur qualcosa vedono e mormorano, nei fatti non cercano e nella loro serra rimangono. Se hanno impiegato secoli per infiltrare la Chiesa, è assurdo da parte nostra sperare in un "qui e ora" risolutivo dello stravolgimento, del ribaltamento, messo in essere. Ora abbiamo tra le mani la tastiera, usiamola. Attraverso di essa facciamoci di volta in volta evangelizzatori, sentinelle, catechisti, liturgisti, soldati di NSGC. Per il momento altro non vedo. Teniamo d'occhio i giovani cattolici, cattolici, saranno loro forse i costruttori del vecchio e sempre nuovo Cattolicesimo.

Alfonso ha detto...

Per mic: La nostra resistenza già ora non è passiva! Non credo che qui qualcuno abbia aspirazioni anacoretiche. Tutti noi che interveniamo in questo blog, come anche tutti quelli esprimono il loro pensiero critico antimodernista nei tanti altri blog, o con altre modalità digitali, vorremmo agire più concretamente per testimoniare e fare apostolato. Ne abbiamo già discusso in altre occasioni. Il terreno è fertile, le sementi sono pronte, ma gli agricoltori non si decidono ad arare e a seminare, temono il maltempo e non escono allo scoperto. Cara mic e cara irina, avete fotografato perfettamente la nostra situazione. Fatemi esprimere un desiderio: che questa nostra comunità virtuale possa ritrovarsi in carne ed ossa. Sarebbe un bel giorno per seminare del buon grano.

irina ha detto...

"Quella che appare fuori tempo massimo è la famosa "Correzione fraterna", che non vorrei diventasse come l'araba fenice...."

Nel '68 e anni seguenti c'era un detto che, più o meno, spronava a vivere l'alternativa. Allora l'alternativa era, ovviamente, la rottura. Per noi oggi, che ci muoviamo tra le rovine della loro alternativa, la nostra alternativa è ricostruire. Alla correzione fraterna, non credo. Spunti per correggersi ce ne sono stati a iosa. Hanno il pelo sullo stomaco. Non si penserà che questi roditori e parassiti siano arrivati a tanto se solo avessero avuto un po' di timor di Dio! L'unica "tattica" possibile vincente, è la damnatio memoriae. Un impegno solenne, che ognuno può prendere davanti a NSGC a non nominare più tutti i modernisti,viisti, catto adulti-comunisti-progressisti-luterani,il loro pensiero e le loro opere. esempio:il Papa regnante. Che volendo si può definire con qualche piccola aggiunta, mio malgrado, causa complotto di San Gallo. Meglio niente, il Papa. E basta. Come ho scritto ieri, i sacerdoti non contaminati e che non si vogliono contaminare, hanno modo di intessere le loro omelie, il loro insegnamento con la sana dottrina. Senza far polemiche. Esempio il matrimonio, si può lavorare molto sulla prevenzione, mostrando perchè verginità e castità sono belli e sani anche. Ma su questo bisogna cominciar presto. I corsi prematrimoniali partono troppo tardi. Senza essere ossessivi ed essendo convinti di quello che si dice bisogna già nella pre e nella adolescenza presentare biografie di persone ed anche di Santi che causa una missione, causa una vocazione, causa un lavoro coinvolgente, neanche si accorsero di avere un sesso con cui gingillarsi. Un tempo quando ancora si studiavano in forma antologica i poemi omerici,alle medie, quanti esempi di amore coniugale devoto, sincero, per sempre, hanno fatto intendere, in maniera indelebile, senza moralismi,la diversità tra Penelope e la Maga Circe, per esempio. E l'Eneide?
Se fossi catechista organizzerei queste letture antologiche con i ragazzi delle medie. Perchè tra i progetti degli illuminati-spenti c'è anche quello di cancellare le nostre radici culturali. Quindi concludendo, per il momento: su tutti costoro damnatio memoriae, non si nominano più. Si costruisce l'alternativa, si riprende in mano il Catechismo di san PioX ( elementari,a memoria); l'Iliade, l'Odissea, L'Eneide ( medie, in forma antologica e avendo nel cuore i grandi temi della vita);Sacra Scrittura tutta nelle classi superiori, con particolare attenzione alle parti liturgiche. E se poi si vuol strafare negli ultimi tre anni lettura antologica in latino e greco. Senza commenti. Senza interpretazioni.Leggere.Delle radunate oceaniche con i se-dicenti consacrati, monsignori, vescovi ed altro, muti e sordi. Questo per dire che il lavoro da fare c'è. Volendo.