Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 16 gennaio 2019

Riportare la verità nella Chiesa militante. Benedetto XVI e la conversione degli ebrei.

Ancora Benedetto XVI e la conversione degli ebrei. Ratzinger interviene per precisare l’errore commesso da un teologo tedesco nel riportare il suo pensiero
Trattazione completa sulla questione delle alleanze parallele qui.

Sono rare le occasioni un cui Benedetto XVI, da "papa emerito" ha rotto il silenzio; ma tutte significative. La più recente riguarda la conversione degli ebrei, sulla quale egli interviene per precisare l’errore commesso da un teologo tedesco nel riportare il suo pensiero: non «missione» ma «dialogo» verso gli ebrei. Lo specifica in una  lettera – «correzione» – inviata alla rivista cattolica tedesca Herder Korrespondenz, per confutare un articolo del teologo di Wuppertal Michael Böhnke, che critica uno suo scritto sul rapporto tra ebrei e cristiani [qui]. Si tratta di un articolo, di 20 pagine, uscito nell'edizione tedesca del numero di luglio-agosto di Communio, datato 26 ottobre 2017 e firmato "Joseph Ratzinger-Benedetto XVI".
Ne avevamo parlato qui in base alle citazioni, parziali, rese note dalla stampa, dalle quali sembrava di poter cogliere una revisione del pensiero precedente. Pur nella consapevolezza di non poter trarre conclusioni se non dalla lettura integrale dello scritto. In quella occasione Ratzinger scriveva al rabbino capo di Vienna Arie Folger che, su Jüdische Allgemeine, il più grande quotidiano ebraico in Germania, affermava : « è "problematico" che il precedente papa insista su una impostazione cristologica dell’Antico Testamento.». Invece ora emergono ulteriori elementi, Potremo approfondire appena avremo la possibilità di disporre del testo integrale; ma nel frattempo ciò che emerge è sufficientemente significativo perché dimostra come Ratzinger non abbia affatto mutato la sua posizione. .
Tornando all’articolo di Böhnke, nel suo ultimo messaggio Ratzinger, con insolita durezza, ne ha definito le affermazioni: «stupidaggini grottesche e non hanno nulla a che vedere con quanto ho detto in merito. Per questo respingo il suo articolo come un’insinuazione assolutamente falsa». 
Sulla «missione» agli ebrei, cioè sull'Annuncio del Vangelo rivolto ad essi, Ratzinger scrive che Cristo ha inviato i suoi discepoli in missione presso tutti i popoli e tutte le culture e dunque «il mandato della missione è universale – con un’eccezione: la missione agli ebrei non era prevista e non era necessaria semplicemente perché solo loro, tra tutti i popoli, conoscevano il ‘Dio sconosciuto’». 
Dunque che nei confronti di Israele, non c'è missione ma dialogo sulla comprensione di Gesù di Nazareth, ossia se egli è «il Figlio di Dio, il Logos», atteso – secondo le promesse fatte al suo stesso popolo – da Israele e, inconsapevolmente, da tutta l’umanità. E «il compito che ci pone l’ora presente» non è altro che la ripresa di questo dialogo. Afferma anche: «Ebraismo e cristianesimo sono due modi di interpretare le Scritture. Per i cristiani, le promesse fatte a Israele sono la speranza della Chiesa e chi ci si attiene non sta assolutamente mettendo in discussione i fondamenti del dialogo ebraico-cristiano». 
Non diversamente specifica il Documento della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo (2015) [Vedi supra, al punto 4]: «i cristiani sono chiamati a rendere testimonianza della loro fede in Gesù Cristo anche davanti agli ebrei», ma occorre «comprendere l’evangelizzazione rivolta agli ebrei, che credono nell’unico Dio, in maniera diversa rispetto a quella diretta a coloro che appartengono ad altre religioni o hanno altre visioni del mondo. Ciò significa concretamente che la Chiesa cattolica non conduce né incoraggia alcuna missione istituzionale rivolta specificamente agli ebrei».
A proposito dell'unico Dio, la Lumen Gentium, 16 afferma degli ebrei: «professando di tenere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico misericordioso». Peraltro unico, non vuol dire lo stesso, il medesimo. Di fatto intendere il monoteismo come la forma mentis di fedeli che si rivolgono a un "dio" unico nel senso numerico di 1, non significa riferirsi alla stessa entità. Ma l'affermazione, presa con superficialità senza l'opportuna specificazione, può trarre in inganno molti, soprattutto di fronte a citazioni come questa. Peraltro, quanto agli ebrei possiamo parlare di lo stesso se ci riferiamo al Padre. Ma perdiamo la dinamica spirituale Trinitaria e la divinità di Cristo Signore che l'ha incarnata e rivelata, continuando a renderla operante nella Sua Chiesa. 

36 commenti:

irina ha detto...

I poveri fedeli strattonati di qui, di là, manipolati, violentati, oltraggiati nell'intelligenza, chiedono pietà! Pietà, Signore Dio degli eserciti. Pietà!

Valeria Fusetti ha detto...

Grazie a mic per questa anticipazione, ma è veramente necessario avere tutto il testo... anche se ho molti timori che Benedetto XVI non abbia elaborato un testo senza troppi contorcimenti logici. Ma d'altra parte non è obbligato a farlo !

Emanuele ha detto...

Mah...da quello che si capisce, senza voler essere esegeta di Benedetto XVI, a me pare che se egli dice che con gli ebrei c'è dialogo "sulla comprensione di Gesù di Nazareth, ossia se egli è «il Figlio di Dio, il Logos», atteso – secondo le promesse fatte al suo stesso popolo – da Israele e, inconsapevolmente, da tutta l’umanità" la consecutio logica è che se loro, gli ebrei, comprendono che Gesù è il Figlio di Dio allora non possono che convertirsi ed entrare, battezzandosi, nella Chiesa (come fece il rabbino Israel Zolli).
Di conseguenza è dialogo al fine di convertire.
Benedetto XVI nel 2000 alla conferenza stampa di presentazione della dichiarazione dogmatica Dominus Iesus ebbe a dire, cito, :
"Qual è la conseguenza fondamentale di questo modo di pensare e sentire in relazione al centro e al nucleo della fede cristiana ? E' il sostanziale rigetto dell'identificazione della singola figura storica, Gesù di Nazareth, con la realtà stessa di Dio, del Dio vivente. Ciò che è Assoluto, oppure Colui che è l'Assoluto, non può darsi mai nella storia in una rivelazione piena e definitiva. Nella storia si hanno soltanto dei modelli, delle figure ideali che ci rinviano al Totalmente Altro, il quale però non si può afferrare come tale nella storia. Alcuni teologi più moderati confessano che Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo, ma ritengono che a causa della limitatezza della natura umana di Gesù, la rivelazione di Dio in lui non può essere ritenuta completa e definitiva, ma sempre deve essere considerata in relazione ad altre possibili rivelazioni di Dio espresse nei geni religiosi dell'umanità e nei fondatori delle religioni del mondo. In tal modo, oggettivamente parlando, si introduce l'idea errata che le religioni del mondo siano complementari alla rivelazione cristiana. È chiaro pertanto che anche la Chiesa, il dogma, i sacramenti non possono avere il valore di necessità assoluta. Attribuire a questi mezzi finiti un carattere assoluto e considerarli anzi come uno strumento per un incontro reale con la verità di Dio, valida universalmente, significherebbe collocare su un piano assoluto ciò che è particolare e travisare la realtà infinita del Dio Totalmente Altro.
In base a tali concezioni, ritenere che vi sia una verità universale, vincolante e valida nella storia stessa, che si compie nella figura di Gesù Cristo ed è trasmessa dalla fede della Chiesa, viene considerato una specie di fondamentalismo che costituirebbe un attentato contro lo spirito moderno e rappresenterebbe una minaccia contro la tolleranza e la libertà. Lo stesso concetto di dialogo assume un significato radicalmente diverso da quello inteso nel Concilio Vaticano II. Il dialogo, o meglio, l'ideologia del dialogo, si sostituisce alla missione e all'urgenza dell'appello alla conversione: il dialogo non è più la via per scoprire la verità, il processo attraverso cui si dischiude all'altro la profondità nascosta di ciò che egli ha sperimentato nella sua esperienza religiosa, ma che attende di compiersi e purificarsi nell'incontro con la rivelazione definitiva e completa di Dio in Gesù Cristo; il dialogo nelle nuove concezioni ideologiche, penetrate purtroppo anche all'interno del mondo cattolico e di certi ambienti teologici e culturali, è invece l'essenza del "dogma" relativista e l'opposto della "conversione" e della "missione". In un pensiero relativista dialogo significa porre sullo stesso piano la propria posizione o la propria fede e le convinzioni degli altri, cosicché tutto si riduce ad uno scambio tra posizioni fondamentalmente paritetiche e perciò tra loro relative, con lo scopo superiore di raggiungere il massimo di collaborazione e di integrazione tra le diverse concezioni religiose".

Poi anche la Dominus Iesus è chiara.

Anonimo ha detto...

Anche gli islamici, tra l'altro, credono in un unico dio. Forse è per questo che gli accogliamo con tanto entusiasmo?

fabrizio giudici ha detto...

Emanuele,

tutto vero (salvo il fatto che sul termine "dialogo" A. M. Valli, per esempio, ha dato definizioni meno contorte), ma ormai dovremmo renderci conto che la lotta è sul principio di non contraddizione. Come si può giustificare la frase:

Ciò significa concretamente che la Chiesa cattolica non conduce né incoraggia alcuna missione istituzionale rivolta specificamente agli ebrei?

Questa contraddice tutto il ragionamento che ha riportato. Faccio presente oltretutto che ammesso che si voglia intendere "dialogo" in quel modo contorto, tutto il discorso varrebbe per tutti i fedeli di tutte le altre religioni. E invece, come si può leggere esplicitamente, Ratzinger dice che verso gli Ebrei la testimonianza di Cristo va portata in modo diverso da tutti gli altri, come un'eccezione. Ora, io sono anche d'accordo che sia così, visto che gli Ebrei custodiscono una parte della Rivelazione, ma questo come può conciliarsi con il "nessuna missione istituzionale"?

Ha ragione Irina: veramente, non ne possiamo più. Vogliamo sentire qualcuno che parla come mangia,

Anonimo ha detto...

Emanuele io consiglio a Ratzinger ed a tutti: sia il vostro parlare sì se è sì e no se è no, il resto viene dal Maligno. Infatti la gnosi, vecchia quanto il serpente, parla col ni, dico e nego, disdico ed affermo, ma procedo negli errori: sofismi. I contorcimenti ratzingeriani logorano anche solo a leggerli, in quanto lei ha citato, tipico di quello scrittore, si dice che errano ma intanto li si sostiene con mille ragionamenti (gli errori).I sofismi gnostici di Benedetto sedicesimo e le sue eresie che risalgono a Tubinga, sono confermate dallo stesso (lo preciso per gli assertori della conversione successiva, in barba alla Cum ex apostolatus officium" chi è stato eretico una volta non potrà divenire Papa mai") da vecchio ed anche da emerito come qui emerge. Preciso ancora che il Talmud attuale (peraltro stampato negli anni passati con le tasse nostre anche) risale a dopo Cristo, il talmud palestinese ed il talmud babilonese sono stati scritti nei primi secoli dopo Cristo. Il primo è stato scritto verso il secondo secolo dC, ed il secondo verso il terzo sempre dopo Cristo. Quindi gli ebrei devono convertirsi né + né meno degli altri, anche i musulmani parlano di cose dell'AT ed anche i miti. Oggi vediamo come si fa a divenire tutti pagani, attraverso il mistero d'iniquità che direi si trasmette facilmente col clero: non x nulla anche i pagani avevano i loro sacerdoti. Cambia oggi e cambia domani i preti che sento sono pagani.
https://it.wikipedia.org/wiki/Testo_masoretico

Emanuele ha detto...

Fabrizio,
bisognerebbe chiedere direttamente a Benedetto XVI per avere una risposta chiara di cosa intenda con quella frase o almeno bisognerebbe leggere interamente quanto da lui scritto per cercare di capirne il ragionamento e il senso.
Nel dubbio però gli esercizi di Sant'Ignazio al punto 22 dicono come rapportarsi ad essa, la frase, e al di lui Ratizinger pensiero, cito:
"1 Affinché tanto chi dà gli esercizi come chi li riceve traggano maggior aiuto e vantaggio,
2 bisogna presupporre che ogni buon cristiano dev’essere più pronto a salvare una affermazione del prossimo che a condannarla;
3 e se non può salvarla, cerchi di sapere in che senso l’intenda, e se l’intendesse in modo sbagliato, lo corregga con amore;
4 e se non basta, cerchi tutti i mezzi convenienti perché, intendendola rettamente, si salvi".

Infatti non volendo essere un esegeta di Benedetto ho, nel dubbio, cercato di intendere positivamente quanto da lui detto (per quel che se ne capisce nel testo riportato).
E a sostegno di ciò, al fine di maggiore schiarimento, ho riportato il Ratzinger pensiero sul corretto dialogo fatto in un momento ufficiale nel 2000.
Poi la dichiarazione dogmatica Dominus Iesus, fatta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede con Ratzinger prefetto e controfirmata da Giovanni Paolo II, è piuttosto chiara sulla posizione (ad esempio vedere paragrafo 3 UNICITÀ E UNIVERSALITÀ
DEL MISTERO SALVIFICO DI GESU CRISTO) è un documento ufficiale.

Catholicus ha detto...

Si sente la puzza di Nostra Aeate sin dalle prime righe : quante eresie ha sparso l'ambiguo CV II ! da Lumen Gentium con il suo eretico "subsistit in" (8/b), ad Unitatis Reintegratio con la scomparsa di eretici e scismatici, a Dignitatis Humanae con il falso concetto di libertà religiosa (false religioni equiparate all'unica vera), a Dei Verbum (insinuazione dei "semina verbi" di Rahner). Nel dubbio di non riuscire a discernere tutte le eresie contenute nel nefasto "Concilio", personalmente preferisco "gettare dalla torre" tutto il corpus vaticansecondista e limitarmi a 20 concili e 260 papi (cioè fino a Pio XII incluso, per intenderci). Manca infatti, nel CV II e nei papi conciliari e postconciliari, l'aderenza all'evangelico "si si, no no"; il "si, ma anche, ma però, tuttavia", e "l'et et" sono entrambi farina del diavolo ("il di più viene dal maligno"...)

Anonimo ha detto...


Sembra di capire che Ratzinger non abbia mai cambiato opinione, al posto della missione
di conversione il dialogo, in particolare con gli ebrei

Ma Gesù non fa eccezione alcuna per gli ebrei, in quanto anime da convertire a Lui. Quando manda i Dodici per la prima volrta a "predicare" (e non a dialogare), dopo aver dato loro le istruzioni, dice: "Non andate tra i Gentili e non andate nelle città dei Samaritani, ma andate piuttosto alle pecore perdute della casa di Israele. E durante il viaggio predicate dicendo : il Regno dei cieli è vicino [...] E se qualcuno non vi riceve nè ascolta le vostre parole, uscendo da quella casa o da quella città, scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico: nel giorno del giudizio il paese di Sodoma e Gomorra sarà trattato meno severamente di quella città"(Matt 10, 6 ss.).
Ora, cosa risulta da questo testo? Che inizialmente il Signore mandò i discepoli a convertire solo gli ebrei (le "pecore perdute della Casa di Israele"), aggiungendo che chi tra loro non avesse creduto e non si fosse fatto suo discepolo (discepolo della verità che Egli insegnava), il giorno del Giudizio sarebbe stato trattato peggio dei Sodomiti!
Altro che dialogo! Quando finirà questo autentica truffa che è il "dialogo" che ci ammorba dai tempi del Concilio? La Chiesa deve predicare ossia insegnare la verità rivelata: verità di fede sulla religione e sulla morale che esigono l'assenso totale del nostro intelletto, della nostra volontà, del nostro sentimento - per ottenere il quale la "predicazione" intesa in senso lato anche "dialoga", ossia argomenta, discute, controverte con il singolo individuo da convertire. Tutte cose che la Chiesa ha sempre fatto, a cominciare per esempio da san Paolo, che non faceva altro che discutere, disputare, predicare, scongiurare di credere, rimediando anche percosse, colpi di verga, imprigionamenti, insulti di ogni tipo...
Anzi, il punto di vista di Ratzinger va capovolto: gli ebrei sono quelli che hanno bisogno ancor più di tutti gli altri di "convertirsi", di rinnegare se stessi e credere nel vero Messia. Solo così potranno uscire dal proprio autoannientamento religioso e rinascere, come popolo di Dio. E questo un giorno avverrà,lo ha detto san Paolo nella Lett. ai Romani. Ma non avverrà certo con lo spurio e falso dialogo del quale continua a discettare l'ex Papa.
PP

Anonimo ha detto...

Rimando tutti all'ultimo articolo di Don Elia, che è molto chiaro!
Filiberto

mic ha detto...

Anonimo 13:37
Anche gli islamici, tra l'altro, credono in un unico dio. Forse è per questo che gli accogliamo con tanto entusiasmo?

La Lumen Gentium, 16 afferma degli ebrei: «professando di tenere la fede di Abramo, adorano con noi un Dio unico misericordioso». E analogamente si riferisce ai musulmani, per i quali Nostra Ætate,3: «La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra». 
Peraltro unico, non vuol dire lo stesso, il medesimo. 
Di fatto intendere il monoteismo come la forma mentis di fedeli che si rivolgono a un "dio" unico nel senso numerico di 1, non significa riferirsi alla stessa entità. 
Ma l'affermazione, presa con superficialità senza l'opportuna specificazione, può trarre in inganno molti, soprattutto di fronte a citazioni come questa.
Peraltro, quanto agli ebrei possiamo parlare di "lo stesso" se ci riferiamo al Padre. Ma perdiamo la dinamica spirituale Trinitaria e la divinità di Cristo Signore che l'ha incarnata e rivelata continuando a renderla operante nella Sua Chiesa.
Quanto ai musulmani, la "mariologia” e la “cristologia” coraniche non sono altro che una diabolica perversione dei dati autentici delle nostre Sacre Scritture. Maria è la madre di Gesù; ma Gesù è solo un profeta e inferiore a Maometto.
Non possiamo quindi affermare di adorare lo stesso Dio neppure dell'Islam.
Certo, Dio Creatore dell'uomo e dell'universo è lo stesso; ma il rapporto che si instaura con Lui in base alla Rivelazione alla quale si aderisce forgia in un dato modo e rende diversi gli uomini e il loro essere-nel-mondo e quindi diversa è la storia che essi vi incarnano e scrivono. 
Non dimentichiamo che il culmine della Creazione è Cristo e che nel cristiano si realizza la configurazione a Cristo Signore secondo il Progetto del Padre per ognuno.

È vero che prima che ce lo manifestasse Cristo Signore, il Figlio Incarnato, «l'Unigenito, che è Dio, nel seno del Padre» (Gv, 1, 18), l'«unico Dio» non era conosciuto «in tre Persone divine». Ma è proprio in Cristo e nella Sua Chiesa che l'esuberante vita che lega intimamente le tre Persone opera nella storia della salvezza fino alla fine dei tempi attraverso la presenza in coloro che Lo accolgono. «Nel Figlio a noi si svela l'immagine del Padre, nello Spirito risplende il sigillo del Figlio; chi dalla santa Trinità è segnato già vive in terra una vita di cielo» (Liturgia ambrosiana).

Non esiste dialogo tra fedi diverse, ediste l'Annuncio che la salvezza è solo in Cristo, Redentore e santificatore di chi Lo accoglie. Del resto dialogo su cosa? Si dialoga quando si deve trovare la verità; ma chi dialoga sta ancora cercando. Noi cos'è che dobbiamo cercare quando abbiamo l'Unicum necessario? Il problema è che la chiesa ha rinunciato ad annunciarlo...

Emanuele ha detto...

Ripeto leggete la dichiarazione dogmatica Dominus Iesus del 2000 per avere chiarezza.
E poi sul modo corretto di dialogare per convertire leggete enciclica Ecclesiam Suam del 1965, punti 70-90-91-92. Anche lì è chiaro.

Anonimo ha detto...

Mic, è evidente che il mio riferimento agli islamici era critico e ironico al tempo stesso.
Per quanto mi riguarda è ovvio che unico non significa il medesimo. Infatti rifiuto fermamente il falso ecumenismo conciliare riproposto ulteriormente dall'ex papa.
A questo proposito segnalo un discorso del grande Mons. Lefebvre:
http://www.corsiadeiservi.it/it/default1.asp?page_id=2060

fabrizio giudici ha detto...

Caro Emanuele,

sopra ho richiamato il principio di non contraddizione perché se non fossimo in presenza di contraddizioni certamente basterebbe leggere questo o quel passaggio, come suggerisci, e avremmo risolto la questione. Ma siccome il discorso di Ratzinger ha un punto di contraddizione, che è quello che stiamo evidenziando da un po' d'ore, è quel punto che va risolto, non si risolve andandone a pescare altri. Non ho dubbi che la Dominus Iesus sia chiara a proposito. Ma con questo modus operandi, allora, pure le prediche e i documenti di Papa Francesco diventano sani. Con questa osservazione si comprende chi fa presente che Francesco non è una sorpresa, ma l'evoluzione all'estrema potenza di un trend già iniziato. In definitiva, è il trend del CVII stesso dove, se andassimo a prendere certe cose e ne tralasciassimo altre, facendo finta che non esistano, potremmo risolvere tutto. Il problema è che le altre ci sono e sono in contraddizione. E qualcuno oltretutto le prende per buone e agisce di conseguenza (e proprio da questo punto di partenza ci sta crollando tutto addosso).

Dici: i chiarimenti bisognerebbe andarli a chiedere a Ratzinger. Eh, ma intanto: perché non possiamo avere un pensiero chiaro già in partenza? Secondariamente: come facciamo a chiederglieli?

Catholicus ha detto...

@ Mic "Non esiste dialogo tra fedi diverse, esiste l'Annuncio che la salvezza è solo in Cristo" : queste sue parole mi riscaldano il cuore e mi apportano vera consolazione, cara Mic, pongono una pietra tombale sopra le discussioni infinite su annuncio si, annuncio no, evangelizzazione, proselitismo e missione (come se si potessero mettere in discussione le parole e i comandi di Nostro Signore Gesù Cristo !); l’utopia vaticansecondista dell’ecumensimo e del dialogo fine a sé stesso, sterile ed infruttuoso, anzi depistatore dalla’unica strada per la Verità tutta intera, per la salvezza eterna viene in tal modo ad essere smascherata e sconfessata. Un vivo plauso.

Anonimo ha detto...

https://www.radiospada.org/2015/01/j-ratzinger-giudei-predica-vivente-padri-nella-fede-non-e-necessario-convertirli/
Caro Emanuele stiamo infatti rimproverando il teologo bavarese perché si converta, perché di danni ne ha fatti troppi, ma se si converte farebbe felice Gesù Cristo e la Chiesa tutta. Comunque si legga l'articolo che le metto sul teologo Benedetto XVI, è del 2015, ma la tesi che gli ebrei non necessitano di convertirsi è sua, ha vecchie radici, ed è netta nel giudizio che si trae. Il giudizio è senza ambiguità, senza ni diabolici, e su di lui è: no, non va.
Inoltre lui non potette essere pontefice cattolico a meno di ripudiare il Magistero della Chiesa con Papa Paolo IV, ma dato che figura ancora come emerito vivente, di danno ne fa ancora tanto: quindi doppio e triplo rimprovero per amore della sua anima.

Catholicus ha detto...

Pardon, forse mi sono sbagliato... il dialogo e l'ecumenismo (come pur la cd libertà religiosa) non sono del tutto infruttuosi, dei frutti li portano, sì, ma sono avvelenati: il più importante è la scomparsa della certezza che la nostra fede cattolica è la sola, unica religione vera, e che le altre sono tutte false e non conducono in Paradiso; si ottiene così l'obiettivo di cancellare la Chiesa di Cristo dalla faccia della terra, scopo a cui sta lavorando alacremente tutto il clero bergogliano, dal vertice alla base, con la dissacrazione della liturgia, dei sacri templi (trasformati in pizzerie, ristoranti per musulmani invasori, latrine pubbliche, ecc.), con nuovi orrendi edifici spacciati per chiese (mentre spesso sono templi massonico-satanici abilmente camuffati), con il papato ridotto a banalità profana (grazie all'astuto timoniere, abilmente gestito dai media massonici). I cattolici sono serviti, il Nemico ha quasi vinto... ma solo quasi, però.

Anonimo ha detto...


L'affermazione di Ratzinger, che "la missione agli ebrei non era prevista e non era necessaria" appare incomprensibile, ed è in palese contraddizione con il passo di Matteo da me sopra citato : 10, 6 ss.


"Andate alle pecore perdute della casa di Israele". E nei loro viaggi missionari, gli apostoli non andavano in primo luogo a predicare nelle sinagoghe? Cominciavano sempre dalle comunità ebraiche sparse nel mondo romano. Non solo. Rende incomprensibili, quella frase, tutta la predicazione di Nostro Signore ai Farisei, riportata dal Vangelo di Giovanni.
Dalle risposte dei Farisei si vede che l'ebraismo ufficiale del tempo si inorgogliva della sua discendenza da Abramo al punto da rifiutare l'evidenza, ossia che il Messia era venuto ed era lì davanti a loro, con miracoli e discorsi sublimi. E la rifiutavano perché questa venuta non era secondo i loro schemi mentali, troppo legati alle cose di questo mondo.

La cecità di Israele, dunque, di quei capi che riuscirono ad imporsi agli altri, a tutti quelli fra i capi che credevano ma avevano paura, traviando poi quei capi tutto il popolo.
A quella cecità e sordità si riferiva san Paolo quando scriveva: "Attesto infatti che gli Ebrei hanno zelo per Dio ma non è illuminato. Non volendo infatti riconoscere la giustizia di Dio e cercando di stabilire la propria, non si sono sottomessi alla giustizia di Dio. Termine di legge, infatti, è Cristo a giustizia per ognuno che crede". Punto.

E poi conclude: "Ma insisto ancora: forse Israele non ha compreso? Eppure Mosè stesso fu il primo a dir loro: 'Io susciterò in voi gelosia riguardo a un popolo che non è nazione, provocherò il vostro sdegno contro una nazione insensata'. Anzi Isaia osa perfino affermare: 'Io fui ritrovato da coloro che non mi cercavano, mi manifestai a coloro che non chiedevano di me'. Mentre di Israele dice: 'Tesi tutte le mie mani ad un popolo contumace e ribelle'"(Rom 10, passim).

Ma non era predicazione per convertire bensì "annuncio" ai fini del "dialogo", dato che gli ebrei avevano avuto la vera rivelazione e quindi conoscevano il vero Dio?
Quest'impostazione "dialogica" appare senza senso. Se avesse davvero l'autentica fede, il Papa "emerito", dovrebbe incitare gli ebrei a rinnegare la loro contumacia e ribellione nei confronti del vero Messia, a convertirsi, se non vogliono esser trattati peggio di Sodoma e Gomorra, nel giorno del Giudizio. Peggio, proprio perché hanno avuto la vera rivelazione...
Provi a chieder loro: Casa di Israele, come mai, da quando avete fatto mettere a morte con false accuse il Giusto, il Figlio del Benedetto dai Romani occupanti, non è più venuto nessun profeta tra di voi? Sono duemila anni che dura questo silenzio. E voi,
ancora opponete, come duemila anni fa: "Noi abbiamo Abramo per padre.."?
PP

Anonimo ha detto...


« I contorcimenti ratzingeriani logorano anche solo a leggerli » (Anónimo, 14:52)

Por alguma razão, Mons. Lefebvre declarou um dia : « Este cardeal Ratzinger é uma serpente… »

Lucidez sobrenatural, também aí.

A propósito : 65 entradas nos diversos seminários da FSSPX este ano. É o número mais alto alguma vez registado.

Catholicus ha detto...

A proposito di falso dialogo interreligioso (veicolo di apostasia e tradimento di NGC) invito alla lettura di questo ottimo articolo di Francesca de Villasmundo, appena apparso su Una Vox: http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2773_De-Villasmundo_Dialogo_interreligioso_in_un_logo.html

Anonimo ha detto...

Dominus Iesus, paragrafo 22

Con la venuta di Gesù Cristo salvatore, Dio ha voluto che la Chiesa da Lui fondata fosse lo strumento per la salvezza di TUTTA l'umanità (cf. At 17,30-31) [90]. Questa verità di fede niente toglie al fatto che la Chiesa consideri le religioni del mondo con sincero rispetto, ma nel contempo esclude radicalmente quella mentalità indifferentista «improntata a un relativismo religioso che porta a ritenere che “una religione vale l'altra”» [91].
Se è vero che i seguaci delle altre religioni possono ricevere la grazia divina, è pure certo che oggettivamente si trovano in una situazione gravemente deficitaria se paragonata a quella di coloro che, nella Chiesa, hanno la pienezza dei mezzi salvifici [92].
Tuttavia occorre ricordare « a tutti i figli della Chiesa che la loro particolare condizione non va ascritta ai loro meriti, ma ad una speciale grazia di Cristo; se non vi corrispondono col pensiero, con le parole e con le opere, non solo non si salveranno, ma anzi saranno più severamente giudicati » [93].
Si comprende quindi che, seguendo il mandato del Signore (cf. Mt 28,19-20) e come esigenza dell'amore a tutti gli uomini, la Chiesa « annuncia, ed è tenuta ad annunciare, INCESSANTEMENTE Cristo che è “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6), in cui gli uomini trovano la pienezza della vita religiosa e nel quale Dio ha riconciliato a sé tutte le cose » [94].
La missione ad gentes ANCHE nel DIALOGO interreligioso « conserva IN PIENO, oggi come sempre, la sua validità e NECESSITA' » [95].
In effetti, « Dio “vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1 Tm 2,4): vuole la salvezza di tutti attraverso la conoscenza della verità.

La salvezza si trova nella verità .

Coloro che obbediscono alla mozione dello Spirito di verità sono già sul cammino della salvezza; ma la Chiesa, alla quale questa verità è stata affidata, deve andare incontro al loro desiderio offrendola loro. Proprio perché crede al disegno universale di salvezza, la Chiesa DEVE essere missionaria » [96].

Il DIALOGO perciò, pur facendo parte della missione evangelizzatrice, è SOLO UNA delle azioni della Chiesa nella sua missione ad gentes [97].

La parità , che è presupposto del dialogo, si riferisce alla pari dignità personale delle parti, NON AI CONTENUTI DOTTRINALI NE' TANTO MENO A GESU' CRISTO, che è Dio stesso fatto Uomo, in confronto con i fondatori delle altre religioni.

La Chiesa infatti, guidata dalla carità e dal rispetto della libertà [98], dev'essere impegnata primariamente ad annunciare a tutti gli uomini la verità , definitivamente rivelata dal Signore, ed a proclamare la necessità della conversione a Gesù Cristo e dell'adesione alla Chiesa attraverso il Battesimo e gli altri sacramenti, per partecipare in modo pieno alla comunione con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo.

D'altronde la certezza della volontà salvifica universale di Dio non allenta, ma aumenta il dovere e l'urgenza dell'annuncio della salvezza e della conversione al Signore Gesù Cristo.


Chiaro e tondo. AMEN.

irina ha detto...

Ho riletto 'Dominus Jesus' questa notte, dopo tutto il nostro scrivere, confermo solo il procedere letterario infarcito di segnalazioni verso svincoli luminosi dalla strada maestra, ma, tuttavia, se, forse...
I rimandi sono per la maggior parte ai documenti del CVII e/o di GPII, un rimando a p.31, nota 70 mi sembra tirato un po' per i capelli. Bisognerebbe verificare.
L'impressione d'insieme sui documenti del CVII citati è che questi siano disseminati di 'wishful thinking', di 'pensate', di 'nel pensier mi fingo' non richiesti nè attesi da una tale assemblea, il cui compito, a parer mio, sarebbe stato dire: 'tu fai il tuo dovere, poi Dio vede e provvede'.
Il capitolo che, visto dal nostro oggi, mi ha lasciato a bocca aperta è il 'V. Chiesa, Regno di Dio e Regno di Cristo'. Non mi è stato chiaro, intendiamoci. Pochi anni fa, casualmente, comprai un libro di Emmanuel Carrère, il Regno, Adelphi, 2015. Lo comprai perchè pensai al racconto di una conversione. Conversione, senza radici, che è pur presente ma, poi gira sull'erudito borghese ironico intrecciando la storia iniziale del Cristianesimo con le sue vicende personali. Non è questo però il punto. Quello che allora mi meravigliò fu questa problematica del Regno che da qui, dall'Italia, non avevo mai percepito così caratterizzante il Cattolicesimo.
Ora purtroppo devo andare ma, l'associazione che ho fatto è stata quella tra il Regno della 'Dominus Jesus', di Emmanuel Carrère che rispecchia forse la pastorale della CEI francese, e la nuova veste di religione mondiale che la cattolica sta indossando piano piano; non in forza dell'aver portato NSGC a tutte le genti in missione ma, in forza della Sede occupata e del suo guardaroba messo a disposizione del potere globale. In estrema sintesi ho l'impressione che le diverse Conferenze Episcopali si siano assunte il compito di battere su alcuni punti funzionali al tutto. Cioè al trasbordo dei Cattolici. Senza tralasciare per il 'Regno costituendo' la corsa ad ostacoli con i fratelli maggiori e i 'moderati'.

irina ha detto...

@Anonimo
17 gennaio 2019 11:07

Bisogna prestare attenzione anche agli strati, alle sfumature che si incontrano lungo il cammino.

Anonimo ha detto...

La dichiarazione si intitola "Dominus Iesus" ed è molto chiara.

Forse risulta più difficile da capire la versione "Jesus".

Anonimo ha detto...


Come si suol dire, il diavolo si nasconde nei dettagli

Il dettaglio qui è il "pieno", la "pienezza", terminologia entrata nell'uso soprattutto dopo il Concilio, a quanto sembra, e che a prima vista sembra corretta.
Nella Chiesa noi cattolici abbiamo "la pienezza" dei mezzi della salvezza? Ciò vuol dire che chi è fuori della Chiesa possiede pure lui questi mezzi ma non in modo "pieno". Ma questo non è esatto, viola il principio del "fuori della Chiesa non c'è salvezza" (tranne che nei casi individuali di battesimo di desiderio implicito o esplicito).
Si insinua così l'idea che il noncattolico possiede la possibilità di una salvezza "non piena". Avrebbe i mezzi della salvezza anche lui, ma non con la "pienezza" nostra di cattolici. Che significa? Che la conversione al cattolicesimo si riduce solo ad avere una "pienezza" nei mezzi della salvezza?
Diventando cattolici, dice il documento, si "partecipa in modo pieno alla comunione con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo"; "si trova la pienezza della vita religiosa". Cosa significa ciò, che prima di convertirsi si partecipava in modo "meno pieno" a questa comunione? Che si aveva una vera vita religiosa ma "meno piena"? Questa è l'unica conclusione possibile da queste singolari affermazioni anche se logicamente e teologicamente aberrante. O no?

Ratzinger non ha il coraggio di dichiarare la verità cattolica: che s o l o la Chiesa possiede gli strumenti della salvezza, che essi sono posseduti unicamente dalla Chiesa (e non solo "pienamente") - Che quelli che si salvano ricevendo il battesimo di desiderio, si salvano nonostante la loro appartenenza a false religioni -
Che Dio vuole che tutti si salvino ma che è nello stesso tempo di fede che molti non si salveranno. Questo fondamentale aspetto del dogma è scomparso.
Se fosse rimasto, non si sarebbe potuto mettere in piedi l'artificio che è l'ecumenismo.
PP

Sacerdos quidam ha detto...

- "Questa verità di fede niente toglie al fatto che la Chiesa consideri le religioni del mondo con sincero rispetto":
mi spiace, card. Ratzinger, secondo la Fede cattolica non si possono rispettare le false religioni, mentre si può aver rispetto per i loro aderenti, almeno alcuni tra loro.

- "Se è vero che i seguaci delle altre religioni possono ricevere la grazia divina, è pure certo che oggettivamente si trovano in una situazione gravemente deficitaria se paragonata a quella di coloro che, nella Chiesa, hanno la pienezza dei mezzi salvifici...";
"...la Chiesa « annuncia, ed è tenuta ad annunciare, INCESSANTEMENTE Cristo che è “la via, la verità e la vita” (Gv 14,6), in cui gli uomini trovano la pienezza della vita religiosa" :

mi spiace di nuovo, card. Ratzinger, ma Lei sta facendo credere che la Chiesa si limiti ad avere "la pienezza" dei mezzi salvifici, mentre invece ne ha l'esclusiva in quanto unica vera Religione.
Insomma Lei sta facendo credere che le false religioni abbiano tutte almeno il famoso "6 politico" scolastico dei sessantottini, e che la Chiesa serva solo a migliorare un po' la loro situazione. Visione che non è assolutamente cattolica, ma 'conciliare' al 100%.

Un consiglio finale: lasciate perdere Ratzinger ed i suoi documenti intrisi di neomodernismo 'moderato', che i più non riescono a vedere perché abilmente nascosto.














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irina ha detto...

P.S. Ho ironizzato sulla visione francese cattolica del Regno, sottintendendo il grandeur tipico di un popolo. Invece ho sbagliato moltissimo, perchè è stato proprio un Francese, Monsignor Marcel Lefebvre, l'unico capace di mettersi di traverso ai piani, ai conciliaboli, alle ottusità altrui, in forza proprio di questa creduta, vissuta, predicata Regalità di NSGC e della Sua Chiesa. Questi sono fatti da non dimenticare. Questa è la Regalità per la quale Monsignor Marcel Lefebvre si è tirato fuori dall'istituzione errante; e questa Regalità coerente addita ancora dal Cielo ai Cattolici. Nel mentre una pletora di reucci sgomita nell'arena.

Anonimo ha detto...

C'entra niente col dibattito o forse sì, che dire dell'increscioso episodio avvenuto in quel di Piacenza in una chiesa dove era stato invitato un coro composto da ebrei per cantare i loro inni, ed uno dei componenti ha pensato bene di tirare giù il crocefisso appeso al muro e nasconderlo in un angolino polveroso.......se solo la vista di un innocuo simbolo disturba tanto di che si vuole parlare di dialogo, di conversione? Gli ebrei si convertiranno da soli quando riconosceranno Gesù come il Solo ed Unico Messia, altri non ce ne sono, e avverrà per volere di Dio, alla faccia dell'ecumenismo dialogico dialogante. Amèn. news su gloriatv.

mic ha detto...

Ricordo il libro di mons. Lefebvre
"Ils l'ont découronné"

Catholicus ha detto...

@ PP : complimenti, caro PP (Paolo Pasqualucci?) : sono anch'io convinto, e non da adesso, che le altre religioni sono tutte FALSE, altro che quasi pienezza di salvezza. Del battesimo di desiderio nessun prete ha più parlato da decenni, così pure come dell'Extra Ecclesia Nulla Salus. Una banda di bugiardi, di ipocriti e depistatori, ecco cosa sono stati tutti, da Roncalli in poi, papi (veri o falsi chei dir si voglia) inclusi, e questa ostinazione pervicace di Ratzinger ne è la prova lampante. Non sono più Chiesa di Cristo ormai da oltre 50 anni, sono solo una setta eretica tra le tante, occupanti abusivi di tutte le sedi cattoliche, dalla prima in giù. Mi conforta condividere questa mia idea con esimi studiosi come il citato PP, e come il professor Francesco Lamendola ed il professor Luciano Pranzetti, due punte di diamante della Resistenza Cattolica Antimodernista. Christus Vincit, Christus Regnat, Christus Imperat!

"Don Eugenio Lauda" di AvellinoDon (R.I.P.+) ha detto...

Don Eugenio Lauda di Avellino circa la DJ sosteneva che:
a)E' rimasta senza applicazioni/conseguenze. Ecumenismo etc., tutto è continuato come e peggio di prima;
b) a leggerla con un minimo di attenzione, si nota che, ad onta di un linguaggio che qua e la prende apparenze (pseudo)pie e (pseudo)tradizionali, è uno dei peggiori documenti del post-Concilio, proprio perché tutto ciò che in essa sembra buono, è messo al servizio di un progetto complessivo negativo.

irina ha detto...

Quello che ho ri-imparato dal mio commento del 17 gennaio 2019 14:04. In questo periodo, ognuno può trovarsi davanti tante copie, facsimili di un originale xy ed anche interpretazioni diverse di un'opera yz, ed essere indotto, almeno una volta, a credere di essere giunto finalmente davanti all'originale, al vero. E' stato solo ripassando mentalmente quello che avevo scritto e pubblicato che, dopo un po', la sintesi giusta calzante, Lefebvre, è balzata avanti cancellando tutti i miei sforzi simili e diversi dal vero.

Quindi davanti al Documento Vaticano Dominus Jesus, capitolo V; davanti al romanzo di Emmanuel Carrère, Il Regno; davanti alla constatazione, di tanti contemporanei e mia, riguardante la corsa al governo mondiale, diversamente concepito dalle diverse religioni e/o esoterismi massonici, si staglia la figura di Monsignor Marcel Lefebvre, che arbitro pose NSGC in mezzo a loro.

Anonimo ha detto...

Ratzinger dimostra di non avere mai avuto la Fede cattolica!
Se gli ebrei non avessero bisogno di entrare nella Chiesa Cattolica per salvarsi (cosa contraria al DOGMA) allora non ne avrebbero bisogno neppure gli ortodossi, gli anglicani, i luterani ed i calvinisti.
Non ne avrebbero bisogno neppure gli ariani ed i testimoni di geova.
Sarebbe anche inutile discutere di Novus Ordo e Vetus Ordo dal momento che gli ebrei non ne hanno nessuno dei due e non ci sarebbe più nessun bisogno di credere al magistero papale (a quello non in contraddizione con quello precedente, ovviamente) e neppure ci sarebbe più bisogno di obbedire agli ordini legittimi dei legittimi pastori.
Anche i Sacramenti diventerebbero inutili o superflui: SE gli ebrei si salvassero anche senza, perché noi ne dovremmo avere bisogno? Ne abbiamo bisogno soltanto noi?
E' forse un DANNO essere cattolici?
Ed è verosimile che loro possano restare in stato di grazia per tutta la vita senza la Confessione e l'aiuto degli altri Sacramenti?
O forse si vuole insinuare che gli ebrei, nonostante ciò che ha detto Cristo ed il magistero di molti Papi, avrebbero dei sacramenti validi ed una valida e legittima gerarchia sacerdotale?
E come la mettiamo con le oscene BESTEMMIE contenute nel Talmud? Ci si salva anche senza rinnegare quelle? Senza contare che l'ebraismo attuale ( = TALMUDISMO ) non è quello dei tempi in cui viveva Gesù.
Dire che una religione in cui nel suo testo più autorevole (il TALMUD) ci sono numerose bestemmie contro Gesù e Maria è una religione di salvezza, significa BESTEMMIARE (o come minimo aver rinunciato al principio di non contraddizione, principio tanto odiato dai modernisti).
Ricordiamoci che il modernista di Tubinga si è anche permesso di dire che il Vecchio Testamento non sarebbe stato chiaro nell'indicare Gesù: ciò significa sputare su tutte le profezie cristologiche del Vecchio Testamento...e c'è addirittura chi ritiene che Ratzinger sia stato un "PAPA TEOLOGO"!

Dal nemico maligno difendimi , nell'ora della mia morte chiamami e comandami di venire a Te ! ha detto...

"O Domine Deus, speravi in Te, O care mi Jesu, nunc libera me. In dura catena, in misera poena, desidero Te! Languendo, dolendo, et genuflectendo, adoro, imploro, ut liberes me. "
http://www.lanuovabq.it/it/maria-stuarda-la-regina-decapitata-perche-cattolica

mic ha detto...

https://www.ilfoglio.it/chiesa/2019/02/04/news/cristiani-ed-ebrei-cio-che-unisce-e-cio-che-e-diviso-dopo-auschwitz-235954/

Dopo Auschwitz

Come la Chiesa ha ripensato la questione della natura del giudaismo. “Due comunità divise e tuttavia unite dalla Bibbia in comune”. Il contributo del Papa emerito alla discussione sulla “Nostra Aetate”

di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI

4 febbraio

mic ha detto...

Finalmente il testo più esteso in italiano.. va esaminato con attenzione ma non srmbra promettere nulla di nuovo e dunque nulla di buono.