Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 12 gennaio 2019

Crisi della Chiesa - P. Pasqualucci: Pieno e incondizionato sostegno a mons. Carlo Maria Viganò - Adesione totale all'Appello 'Osi, Monsignore!' del prof. Roberto De Mattei.

Crisi della Chiesa – P. Pasqualucci: Pieno  e incondizionato sostegno alla denuncia e alla battaglia di mons. Carlo Maria Viganò --- Adesione totale all’AppelloOsi, Monsignore!’ del prof. Roberto De Mattei.

Non sono state molte, finora, le prese di posizione a favore della drammatica e perfettamente documentata denuncia, provocata dall’esplodere dello scandalo McCarrick, dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, il 22 agosto 2018:  un vero e proprio atto d’accusa contro Papa Francesco e alcuni cardinali. Egli si fece coraggiosamente interprete del grido di dolore delle anime per l’inettitudine e latitanza dimostrata finora da Papa Francesco di fronte alle “reti omosessuali” da tempo penetrate nella Gerarchia, “ormai diffuse in molte diocesi, seminari, ordini religiosi, ecc.”; le quali “agiscono coperte dal segreto e dalla menzogna con la potenza dei tentacoli di una piovra e stritolano vittime innocenti, vocazioni sacerdotali e stanno strangolando l’intera Chiesa”[1]. Queste “reti”, aggiungo, sono, a quanto mostrano le cronache, in particolare negli Stati Uniti, diffuse anche nella componente femminile della Gerarchia ecclesiastica.

I.
Sulla scia e a conferma della denuncia di mons. Viganò, P. David Marsden SCJ, professore di seminario, ha inviato nel settembre 2018 una Lettera Aperta ai vescovi dell’Inghilterra, del Galles e della Scozia, denunciando la situazione di un Seminario vicino a Birmingham, dal quale era stato licenziato perché aveva pubblicamente sostenuto che individui con tendenze omosessuali non potevano essere ammessi al sacerdozio, in ottemperanza del resto alla dottrina perenne della Chiesa, ribadita alcuni anni fa da Benedetto XVI.  Invitava accoratamente i vescovi ad intervenire, a rompere il clima di omertà che domina oggi nella Chiesa in relazione a questo grave problema, clima che permette a rettori di seminari e vescovi di far entrare nel sacerdozio persone con evidenti inclinazioni omosessuali.  Il coraggioso sacerdote concludeva la sua lettera nel seguente modo:
“Nell’estate del 2016 sono stato costretto a dimettermi dal St. Patrick’s College, Maynooth [vicino a Dublino] perché vi si stavano ordinando al sacerdozio individui apertamente omosessuali.  Due anni dopo, sono stato licenziato dal St. Mary’s College, Ocsott [presso Birmingham] per aver affermato che gli omosessuali non devono esser ammessi alla formazione seminariale e al sacerdozio.  Viviamo di certo in tempi bui per la Chiesa Cattolica. Vi sono ancora dei bravi vescovi, che abbiano l’audacia necessaria a cominciare quella totale riforma del sacerdozio della quale abbiamo così urgentemente bisogno?”.[2]
Il 29 settembre 2018, l’Accademia Giovanni Paolo II per la vita e la famiglia, ha pubblicato a sua volta una Lettera Aperta, intitolata In support of Archbishop Carlo Maria Viganò, firmata dal suo direttore, l’autorevole filosofo austriaco prof. Josef Seifert, nella quale si esprimeva aperto ed incondizionato appoggio al presule  per la sua “chiara ed eroica presa di posizione”, offrendogli, in segno di grande stima, di diventare membro dell’Accademia stessa.  Il silenzio omertoso sui misfatti sodomitici avvenuti nella Chiesa veniva giustamente bollato come “silenzio malvagio, silente patto col Diavolo”; silenzio che facilita “nuovi crimini” mentre il silenzio che, al contrario, certe voci pretendono da mons. Viganò sui misfatti da lui denunziati, “è il silenzio di pastori che si danno alla fuga, abbandonando il loro gregge in balìa dei lupi”. Il prof. Seifert, infine, approvava in pieno la richiesta di mons. Viganò delle dimissioni cui dovrebbero esser costretti o comunque sentirsi in coscienza obbligati, “tutti coloro che si sono resi responsabili di silenzi e occultamenti”[3].  

II.
E vengo infine al puntuale, lucido e trascinante Appello della Fondazione Lepanto, intitolato:  Osi, Monsignore! del 5 gennaio corrente.  È rivolto ai vescovi ma anche ai sacerdoti affinché reagiscano all’omertà dominante e rivelino pubblicamente tutto quello che sanno sulle infiltrazioni omosessuali nella Chiesa.  L’Appello ci ricorda che venticinque anni fa, a Strasburgo, fu votata una risoluzione che invitava gli Stati europei “a promuovere e tutelare giuridicamente l’omosessualità”. Questo grave peccato doveva diventare per il laicissimo Parlamento Europeo un comportamento da tutelare con legge dello Stato!
Contro questa deriva morale, si pronunciò subito il Papa allora regnante, Giovanni Paolo II.  La Fondazione Lepanto all’epoca produsse un documento che stigmatizzava la grave decisione del Parlamento Europeo e invitava i vescovi ad unirsi al Papa nella condanna “della colpa morale di cui si era macchiata l’euroassemblea”.  Ma i vescovi nulla hanno detto e fatto, da allora.
“Oggi, uno dopo l’altro, i principali Stati europei, compresi quelli di più antica tradizione cattolica, hanno elevato la sodomia a bene giuridico, riconoscendo, sotto diversa forma, il cosiddetto “matrimonio omosessuale”e introducendo il reato di “omofobia”. I Pastori della Chiesa, che avrebbero dovuto opporre un’infrangibile diga all’omosessualizzazione della società promossa dalla classe politica e dalle oligarchie mediatico-finanziarie, l’hanno di fatto favorita con il loro silenzio.  Perfino ai vertici della Chiesa, si è diffusa come una metastasi la pratica dell’omosessualità e una cultura detta “gay-friendly” che giustifica e incoraggia il vizio omosessuale”[4].
Dopo aver ricordato l’intervento di mons. Athanasius Schneider del 28 luglio 2018 denunciante “l’incredibile scenario” rappresentato da “certi sacerdoti e persino vescovi e cardinali, che, senza arrossire, stanno già offrendo i grani d’incenso all’idolo dell’ideologia dell’omosessualità ossia del gender” --- e, per l’appunto, la drammatica denuncia di mons. Viganò, coinvolgente anche il Papa regnante,  il prof. De Mattei così conclude la sua presentazione dell’Appello, intitolata Venticinque anni dopo:
“Queste voci coraggiose sono rimaste fino ad oggi isolate. Il clima di indifferenza e di omertà che regna all’interno della Chiesa, ha profonde radici, morali e dottrinali, che risalgono all’epoca del Concilio Vaticano II, quando le gerarchie ecclesiastiche accettarono il processo di secolarizzazione come fenomeno irreversibile.  Ma quando la Chiesa si subordina al secolarismo, il Regno di Cristo viene mondanizzato e ridotto a struttura di potere. Lo spirito militante si dissolve e la Chiesa invece di convertire il mondo alla legge del Vangelo, piega il Vangelo alle esigenze del mondo.  Vorremmo sentir risuonare le parole incandescenti di un san Pier Damiani e di un san Bernardino da Siena, invece della frase di papa Francesco “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?”. Se il significato di questa frase è stato distorto dai mass-media, occorrerebbe combattere la strumentalizzazione mediatica con documenti chiari e solenni di condanna della  sodomia, come fece san Pio V, con le due costituzioni Cum primum del 1 aprile 1566 e Horrendum illud scelus del 30 agosto 1566. Invece L’Esortazione post-sinodale Amoris Laetitia di papa Francesco dell’8 aprile 2016, non solo tace su questo gravissimo disordine morale ma relativizza i precetti della legge naturale, aprendo la strada al concubinaggio e all’adulterio.”[5] 

III.
L’Appello è diviso in due parti.  Nella prima, intitolata “Servire la Chiesa” si ricorda ai “monsignori”, titolo onorifico di vescovi ma anche di semplici sacerdoti, che la loro “dignità” consiste soprattutto nel “servire la Chiesa”.  “Dignità significa consapevolezza di un ruolo e di una missione, affidata da Dio.  Dal rispetto della propria dignità scaturisce il sentimento dell’onore.  La sua dignità, Monsignore, deriva dall’onore che Lei ha di servire la Chiesa, senza cercare né i propri interessi né il consenso dei potenti”.  La “dignità” del sacerdote di Cristo non deriva dagli uomini ma sempre e comunque dalla Chiesa. “La dignità di Monsignore Lei l’ha ricevuta dalla Chiesa, non dagli uomini di Chiesa e alla Chiesa ne deve dar conto”.  La Chiesa, bisogna rammentarlo, “è la società divina, fondata da Gesù Cristo, sempre perfetta e sempre vittoriosa, nel tempo e nell’eternità.  Gli uomini di Chiesa possono servire la Chiesa o tradirla”. Ma che significa servire la Chiesa?  “Significa anteporre gli interessi della Chiesa, che sono quelli di Gesù Cristo, agli interessi personali”[6].
Ciò chiarito, il documento fustiga l’atteggiamento timido e pauroso di tanti uomini di Chiesa d’oggi, inclusi quelli che in privato si lamentano del disastroso corso impresso alla Navicella di Pietro ma in pubblico non aprono bocca, giustificandosi con espressioni che si sono sentite tante volte e anche lette qua e là, nel vociferare della Rete :  “Non possiamo far altro che tacere e pregare. Il Papa non è immortale.  Pensiamo al prossimo conclave”[7].
Senza giustamente pretendere di fare il processo alle intenzioni, poiché non spetta a noi giudicare le coscienze, l’Appello esprime tutta la sua giusta riprovazione, ma sempre in termini rispettosi, per quella che sembra diventata una vera e propria negativa regola di condotta:  “tutto, ma non parlare, ma  non agire.  Il silenzio come regola suprema di comportamento”; ricordando ai sacerdoti di Cristo che il Giorno del Giudizio dovranno render conto, “soli dinanzi a Lui”, di tutto quello che avranno fatto in questa vita, omissioni e silenzi compresi.  Memento quanto mai opportuno, sottolineo, visto che la verità di fede del Cristo Giudice è praticamente scomparsa dall’insegnamento della odierna Gerarchia e pertanto dalla fede delle moltitudini, ormai apertamente professanti l’errore della “salvezza per tutti”, cioè garantita a tutti già dall’Incarnazione, con relativa scomparsa del Purgatorio e dell’Inferno, quest’ultimo ridotto a mero simbolo o a luogo vuoto in eterno.
Né può valere, continua l’Appello, il pretesto  che criticare l’indirizzo imposto dal Papa attuale non è in ogni caso ammesso, dal momento che ciò comporterebbe l’aprire le porte ad un possibile scisma.  Giustamente il prof. De Mattei ricorda che il fondamento della Chiesa è Gesù Cristo prima ancora che il Papa. “Egli è il fondamento primario e divino della Chiesa, Pietro ne è il fondamento secondario ed umano, anche se divinamente assistito. L’assistenza divina non esclude l’errore né esclude il peccato.  Nella storia della Chiesa non mancano Papi che hanno peccato od errato, senza che questo pregiudicasse mai l’istituzione del Papato. Affermare che bisogna sempre seguire il Papa, senza mai discostarsi da lui, rinunciando, in casi eccezionali, a correggerlo rispettosamente, significa attribuire alla Chiesa tutti gli errori che nel corso dei secoli sono stati compiuti dagli uomini di Chiesa. La mancanza di questa distinzione tra Chiesa e uomini di Chiesa, serve ai nemici della Chiesa per attaccarla e a tanti falsi amici per rinunciare a servirla”[8].
L’assistenza divina alla Chiesa visibile non comporta né l’inerranza personale né l’impeccabilità del Papa. Ma il dogma dell’infallibilità papale – osservo a mia volta – viene oggi inteso dai più alla luce dell’errore dell’infallibilismo, che fa del Papa un soggetto infallibile in tutto ciò che dice e fa, non solo quando si pronuncia in forma solenne (ex cathedra) sulla fede e sui costumi.  E un individuo considerato come tale infallibile non può evidentemente peccare, venendo in tal modo divinizzato.  Inoltre, soprattutto a partire dal Vaticano II, si attribuiscono i peccati degli uomini di Chiesa alla Chiesa stessa, dimenticando che la Chiesa, in quanto societas fondata da Gesù Cristo, è innanzitutto il Corpo mistico di Cristo, del quale il “popolo di Dio” (la massa dei fedeli) è solo una componente.  La Chiesa, pertanto, è sempre incontaminata mentre la Gerarchia e il popolo dei credenti possono essere o meno fedeli, essendo costituiti sia di santi che di peccatori.  La Chiesa, nella sua essenza, è sempre santa poiché riposa in Cristo non negli uomini.  Da questa radice divina è sempre venuta nei secoli la forza per superare le gravi crisi che periodicamente l’hanno afflitta. 
Il Papa rappresenta al massimo grado la Chiesa costituendone l’unità, punto visibile d’unione tra la Chiesa visibile e quella invisibile:  ma egli non è la Chiesa nella sua totalità. Chi pratica l’infallibilismo riduce tutta la Chiesa alla persona del Papa.  La tradizionale espressione ubi Petrus ibi Ecclesia deve esser intesa in modo esatto. Il segno visibile dell’esistenza e dell’unità della Chiesa è costituito dal Papa e dal suo Primato; in questo senso, il Papa è il luogo (ubi) dove noi vediamo la Chiesa di Cristo come realtà esistente, di società gerarchicamente ordinata, rappresentata fisicamente dal suo Capo in terra.  Ma ciò non significa che dobbiamo privarci del nostro intelletto e rinunciare al nostro “ossequio razionale”(Rm 12, 1: “rationabile obsequium vestrum”).  Ossequio dovuto, che ci obbliga a credere incondizionatamente quando il Romano Pontefice proclama solennemente un dogma di fede o lo conferma, direttamente o condannando formalmente l’errore che lo nega;  ma ossequio appunto razionale poiché presuppone sempre in noi l’uso del nostro libero arbitrio, vulnerato ma non impedito dal peccato originale.  Ragion per cui, ci è riconosciuto il diritto di sottoporre all’analisi del nostro intelletto tutto ciò che non è dogma di fede, un diritto che anzi, a ben vedere, è anche un dovere, com’è vero che il talento che Nostro Signore ha dato a ciascuno di noi non è fatto per esser sepolto e dimenticato.  Si intende, un’analisi sorretta dal retto volere, dalla volontà buona, ossia operante sempre all’interno delle verità della fede, per sempre meglio comprenderle e attuarle; insomma, un’analisi sempre conforme alla Tradizione della Chiesa e agli insegnamenti consolidati del Magistero, non l’analisi cui si abbandonano gli eretici, avidi di novità, miranti a fabbricarsi interpretazioni personali delle verità di fede, quasi sempre inclini a modificare in senso edonistico i princìpi dell’etica cristiana.  Non possiamo accettare opinioni ed insegnamenti del Papa, sia come dottore privato che nell’esercizio del suo magistero ordinario, i quali appaiano manifestamente contrari sia alla dottrina che alla morale cristiana, stabilite entrambe da venti secoli.   

IV.
Infine, l’Appello ribadisce che solo il parlar chiaro, alto e forte, può salvare la Chiesa da una situazione di frammentazione nella quale già compaiono atteggiamenti scismatici.
“Ma lo scisma è divisione e mai come in questo momento della sua storia la Chiesa appare al suo interno divisa e frammentata.  All’interno di ogni parrocchia, di ogni diocesi, di ogni nazione, è impossibile definire una regola comune di vivere il Vangelo, perché ognuno fa esperienza di un cristianesimo diverso, in campo liturgico e dogmatico, costruendosi la propria religione, in modo tale che di comune resta solo il nome, non c’è più la sostanza.  Quali sono le ragioni di questa frammentazione?  È scomparsa la stella che indica il cammino e i fedeli avanzano nel buio della notte seguendo opinioni e sentimenti personali, senza che una voce si levi per ricordare loro qual è la dottrina e la prassi immutabile della Chiesa.  Lo scisma è provocato dall’oscurità, figlia del silenzio.  Solo voci chiare, voci cristalline, voci integralmente fedeli alla Tradizione possono dissipare le tenebre e permettere ai buoni cattolici di superare le divisioni, provocate da questo pontificato ed evitare nuove umiliazioni alla Chiesa, dopo quelle già inflitte da papa Francesco.  Per salvare la Chiesa dallo scisma, c’è un solo modo:  quello di proclamare la Verità.  Tacendo lo favoriremo”[9].
Quest’analisi rispecchia fedelmente la drammatica situazione attuale della Chiesa visibile.  C’è una “frammentazione” che fa già vedere l’esistenza di atteggiamenti di fatto scismatici; quali, ad esempio, certe prese di posizione di Conferenze Episcopali allorché si rifiutano di eseguire le direttive romane in certe ben note materie, afferenti la morale e i costumi e quindi il dogma.  O fanno di testa loro, costringendo poi la Prima Sede a prender atto. 
 Questi atteggiamenti (sottolineo) si inseriscono in un quadro di generale anarchia, sempre più diffusa, iniziatasi con la riforma liturgica promossa dal Vaticano II, che ha introdotto sciaguratamente il principio di sperimentazione, e quindi la creatività, nella Sacra Liturgia, contro tutta la tradizione della Chiesa, aprendo in tal modo la via alle “liturgie fai da te”, acculturate e innovatrici, cui è seguita fatalmente una “dottrina fai da te”, peraltro soggiacente alla proclamazione delle novità liturgiche stesse. L’anarchia risulta dalla crisi del principio d’autorità, provocata dalla collegialità spuria proclamata dal Vaticano II, quella del famoso art. 22 della costituzione dogmatica senza dogmi Lumen Gentium sulla Chiesa.  La nuova idea di collegialità ha fatto assumere un ruolo abnorme alle Conferenze Episcopali nazionali, di fatto gli organi nei quali i vescovi si sentono autorizzarsi a contrapporsi, se del caso, al Papa in nome del principio che ora il Collegio episcopale è considerato titolare assieme al Papa suo capo della suprema potestà di governo su tutta la Chiesa, anche se non può esercitarla senza l’assenso del Papa, che la può all’opposto esercitare senza l’assenso del Collegio.  Le Conferenze Episcopali – organi che si occupano di tutto e che decidono a maggioranza, scadendo fatalmente in prassi di tipo parlamentare, politico – rappresentano una indubbia diminuzione del prestigio dell’episcopato, dal momento che non possono avere l’autorità del singolo vescovo governante la sua diocesi, sotto la sua piena responsabilità

V.
L’Appello si conclude con una breve sezione intitolata Estremo Appello.
“Monsignore, Lei che gode di una dignità, Lei che esercita un’autorità morale, Lei che raccoglie un’eredità, di che cosa ha timore?  Il mondo La può aggredire con diffamazioni e maldicenze, i suoi superiori La possono privare della sua autorità e dignità esterna.  Ma è al Signore che dovrà render conto, come ognuno di noi, il giorno del Giudizio, quando tutto sarà pesato e giudicato secondo misura.  Non ci chieda cosa fare in concreto.  Se vorrà osare, lo Spirito Santo non mancherà di suggerire alla sua coscienza tempi, modi e toni di uscire allo scoperto ed essere ‘luce del mondo, città posta sul monte, fiaccola accesa sul lucerniere’”(Mt 5, 13-16).
Ragionando in termini solo umani, terreni, questo “estremo Appello” può apparire del tutto assurdo. Non incita forse a non curarsi proprio di quelle pesanti situazioni negative che nella nostra vita cerchiamo di sfuggire in tutti i modi: le diffamazioni, le maldicenze, le persecuzioni di chi ha potere su di noi, la perdita della dignità?  Chi può avere il coraggio di affrontare tutte queste terribili situazioni, anche se si tratta di affermare la verità insegnataci da Cristo?  Ma proprio questo è il senso autenticamente cristiano e quindi autenticamente cattolico di questo Appello.  Esso incita appassionatamente e a gran voce i sacerdoti di Cristo a ricordarsi chi effettivamente essi sono e a rendere la testimonianza richiesta loro da Cristo stesso, senza curarsi delle conseguenze sul piano umano e rimettendosi all’aiuto dello Spirito Santo, fidandosi della Parola del Signore.  All’incitamento ad essere “fiaccola accesa sul lucerniere” possiamo aggiungere quest’altro:  “Dico quindi a voi che siete miei amici:  non temete coloro che uccidono il corpo e dopo ciò non possono far niente di più.  Io vi mostrerò invece chi dovete temere:  temete Colui che, dopo di aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, io ve lo dico: questo dovete temere!”(Lc 12, 4-5).  E come possiamo “non temere” l’azione crudele dei nostri persecutori, senza l’aiuto dello Spirito Santo?  Ma il Signore non ce lo ha esplicitamente promesso quest’aiuto?  “Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non vi preoccupate del come vi difenderete, e di che cosa dovrete dire, poiché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento come bisognerà parlare”(Lc 12, 11-12).   
Bene dice dunque l’Appello, nell’incitare ad affidarsi allo Spirito Santo, che “suggerirà” alla nostra coscienza cosa fare e, aggiungo, come affrontare i momenti difficili, se non drammatici, che inevitabilmente verranno, per chi vorrà testimoniare la Verità.  E verranno già dall’interno di questa Gerarchia.  E bene dice nel rammentare che il Giorno del Giudizio (verità oggi colpevolmente offuscata) ad ognuno di noi verrà chiesto conto della sua vita ed ogni sua azione e pensiero verrà pesato con una bilancia infallibile, che misura tutto esattissimamente e per sempre. E bisogna aggiungere che per i chierici infedeli cioè per i sacerdoti di Cristo che sono venuti meno al loro dovere, finendo col far concorrenza ai figli del Secolo nella ricerca delle vanità loro e del plauso del mondo, causando in tal modo la sventura di tante anime, la condanna sarà molto più severa (Lc 20, 45-47).  E chi sarà condannato senza remissione dal Signore, se non colui che avrà tradito la missione di salvezza alla quale il Signore stesso l’aveva chiamato e preposto?
“Figlio d’uomo, io ti ho posto quale sentinella alla casa d’Israele.  Quando udrai dalla mia bocca una parola, tu li ammonirai da parte mia. Quando io dirò all’empio:  Tu morrai! Se tu non lo ammonisci e non lo avverti di abbandonare la sua via perversa, affinché possa vivere, egli morrà nella sua iniquità; ma del sangue di lui io chiederò conto a te.  Se invece tu avrai ammonito l’empio ed egli non si sarà convertito dal male e dalla sua via perversa, egli morrà nella sua iniquità, ma tu avrai salvato te stesso”(Ezech., 3, 17-19).  
L’empio che non sia stato ammonito e invitato alla conversione da parte del sacerdote “morrà nella sua iniquità” ovvero se ne andrà all’eterna dannazione: il fatto di non esser stato messo in guardia da chi di dovere non varrà come scusante per le sue colpe.  Non varrà, perché Dio onnipotente sa benissimo che possiamo usare del nostro libero arbitrio e renderci conto del male che facciamo, nonostante l’influenza negativa in noi delle conseguenze del peccato originale, che sconnette continuamente le nostre passioni al nostro retto intendere e sentire.  Il grave ammonimento affidato al profeta Ezechiele deve perciò far riflettere anche tutti quelli, tra i fedeli, che si trincerano dietro il principio d’autorità (“se lo dice il Papa, se lo dicono i preti, io che ci posso fare?”) per non criticare in alcun modo il disastroso andazzo dominante, che fatalmente finiscono con l’accettare.  Tutti coloro, preti e laici, che si rifugiano in questo falso modo di intendere il principio d’autorità, dovrebbero por mente a quanto ha detto il Signore, pensando evidentemente anche al loro errore:  “Vi dico pure: chiunque mi confesserà davanti agli uomini, anche il Figlio di Dio lo confesserà dinanzi agli Angeli di Dio; ma colui che mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato dinanzi agli Angeli di Dio”(Lc 12, 8-9). 
Allo stesso modo delle Testimonianze di mons. Viganò [qui- qui - qui - qui - qui - qui- qui - qui] , l’Appello incita i sacerdoti di Cristo a tornare a guardare il mondo e loro stessi dal punto di vista autenticamente cristiano, quello della vita eterna, della salvezza dell’anima perseguita nell’imitazione della Santa Croce, sacrificando ogni altra considerazione alla testimonianza della verità che viene da Dio.
“Ciò che le chiediamo, Monsignore, è di assumere un atteggiamento di filiale critica, di deferente resistenza, di devota separazione morale nei confronti dei responsabili della autodemolizione della Chiesa.  Osi incoraggiare apertamente chi difende la Chiesa al suo interno e professi pubblicamente tutta la Verità Cattolica”[10].  Impegno, dunque, intellettuale e morale ma pubblico, dichiarato. Da effettuarsi avendo a modello lo slancio spirituale sovrannaturale vibrante nel “grido di guerra e di amore che san Luigi Maria Grignion di Monfort levò nella Preghiera infuocata con le parole profetiche: ‘Al fuoco! Al fuoco! Al fuoco! C’è fuoco nella casa di Dio.  C’è fuoco nelle anime. C’è fuoco fin nel Santuario”[11].
Una citazione che ai sapienti e saputi di questo mondo potrebbe forse sembrare retorica.   Ma chi può negare che oggi ci sia “il fuoco” nella Casa di Dio, nelle anime e fin “nel Santuario”?  Ma è questo un fuoco che viene da Dio, come alla Pentecoste, o dal Demonio, fuoco infernale e tenebroso che ha invaso tutto il mondo e sta divorando anche la Santa Chiesa?
“Lingue di fuoco come quelle di Pentecoste, bagliori di fuoco come quelli dell’inferno, sembrano sospesi sulla terra.  Fuoco distruttore, fuoco purificatore, fuoco restauratore, destinato ad avvolgere la terra, a consumarla e a trasformarla.  Che il fuoco divino divampi prima di quello della collera, che ridurrà la nostra società in cenere, come accadde a Sodoma e Gomorra. È questa la ragione dell’appello che Le rivolgo, Monsignore, venticinque anni dopo la sciagurata risoluzione del Parlamento Europeo, per il bene delle anime, per l’onore della Chiesa e per la salvezza della società”[12].         
Solo il Fuoco della Fede che rinasce dalle proprie ceneri, tutto purificando in un rinnovato slancio di universale conversione, può salvarci dal Fuoco del Castigo, sempre più vicino. 
Bisogna dire che, sì, il Castigo sembra avvicinarsi sempre di più, quale che sia la sua forma, poiché Papa Francesco non mostra alcuna intenzione di recedere dalla Via Larga che ha trionfalmente inboccato.  Il Sinodo previsto per il 21-24 febbraio a Roma, “sulla protezione dei minori e degli adulti vulnerabili”, non risulta aver menzionato nei suoi documenti preparatori l’esistenza di una questione omosessuale nella Chiesa. Il colpevole di certi comportamenti aberranti sarebbe un non meglio specificato “clericalismo”. L’impostazione che è stata data corrisponde a ciò che il Secolo miscredente e decadente vuole dalla Chiesa: parlare sempre e solo di “clericalismo”, di “abusi”e di “pedofilia” ma mai di pederastia o rapporti tra adulti contro natura, anche se le statistiche dimostrano che l’80% dei casi di c.d. “pedofilia” perpetrati dai preti concerneva giovani maschi.  Che la c.d “pedofilia” non debba mai esser accostata all’omosessualità, questo è un vero e proprio dogma del politicamente corretto che ci opprime[13].  Salvo imprevisti, nei quali sempre speriamo nonostante tutto, il Sinodo di febbraio dovrebbe svolgersi nel rispetto più completo di questo funesto dogma.
 Paolo  Pasqualucci - Giovedì 10 gennaio 2019
_____________________________________
[1] Testo come riportato nell’Appello della Fondazione Lepanto (vedi infra).
[2] Fr.  David Marsden SCJ, Open Letter to the Bishops of England, Wales and Scotland about St. Mary’s College, Oscott, Birmingham, England,  in:  ‘Catholic Voice’, 14 Sept 2018, p. 14.  Quindicinale in lingua inglese, collegato all’associazione Una Vox.
[3] Testo ripreso dal sito LifeSiteNews, traduzione mia.  La testimonianza di mons. Viganò fu resa pubblica grazie alla collaborazione del sito Stilum Curiae, di Marco Tosatti, sul quale inizialmente apparve, in contemporanea con altri siti e testate on-line.
[4] Osi, Monsignore! Un appello della Fondazione Lepanto,  https://media.fondazionelepanto.org/osi-monsignore, p. 1/3.
[5] Osi, Monsignore!, cit., pp. 1/3-2/3.
[6] Op. cit., p. 2/3.
[7] Ivi.
[8] Ivi.
[9] Op. cit., pp. 2/3-3/3.
[10] Op. cit., p. 3/3.
[11] Ivi.
[12] Ivi.
[13] Sulle teorie pseudoscientifiche diffuse dal fronte della “omoeresia” all’interno della Gerarchia cattolica, vedi una recente intervista al prof. Gerard van den Aardweg, psicologo e psicoterapeuta di fama internazionale:  Jesuit magazine uses ‘gay science’ to deny link between gay priests and abuse crisis:  Psychologist, LifeSiteNews, Dec. 5, 2018, pp. 1/9.

23 commenti:

Anonimo ha detto...

"L'amicizia spirituale tra i buoni sorge da somiglianza di vita, di costumi e desideri, cioè è accordo nelle cose divine e umane con benevolenza e carità."
"Quaggiù non c'è nulla di più santo da desiderare, nulla di più utile da cercare, nulla più difficile da trovare, niente più dolce da provare, niente più fruttuoso da conservare dell'amicizia."
(Sant'Aelredo di Rievaulx)

Anonimo ha detto...

"Ossequio dovuto, che ci obbliga a credere incondizionatamente quando il Romano Pontefice proclama solennemente un dogma di fede o lo conferma, direttamente o condannando formalmente l’errore che lo nega".
Non si specifica quasi mai che la condizione necessaria per cui un DOGMA possa essere creduto è che non sia in aperta contraddizione con un dogma DOGMA precedente (INFALLIBILE ED IRRIFORMABILE, in quanto verità DEFINITORIA)e con il Magistero Ordinario ed Universale (anch'esso infallibile id irriformabile, in quanto verità DEFINITIVA) e con il consenso unanime dei Padri della Chiesa (infallibile ed irriformabile).
Non è sufficiente che Bergoglio (o qualunque altro biancovestito) dichiari qualcosa dalla Cattedra soddisfando le condizioni richieste: ciò che è dichiarato non deve essere con contraddizione con le altre verità infallibili, altrimenti si arriverebbe al paradosso che bisognerebbe credere ad un Papa che dalla cattedra dichiari l'inesistenza di Dio o la nullità di un dogma già solennemente definito da un Pontefice precedente.
Se venisse proclamato un dogma che ne NEGASSE ESPLICITAMENTE un'altro, o si dovrà considerare nullo ed invalido il dogma dell'infallibilità papale (ci sarebbero due definizioni dogmatiche infallibili che si contraddicono) o bisognerà riconoscere che chi ha proclamato un dogma in contraddizione con un dogma precedente è un FALSO Papa.
Teniamone conto nel caso Bergoglio dovesse dichiarare ex cathedra assurdità in contraddizione alle immutabili verità di fede e di morale: meglio essere pronti a tutto!

Anonimo ha detto...

drammatica e perfettamente documentata denuncia, provocata dall’esplodere dello scandalo McCarrick, dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò


Pongo una domanda: che denuncia avete letto per scrivere che era ''perfettamente documentata''?
Questa frase è all'inizio dell'articolo...varrà la pena leggere anche quello che viene dopo?

irina ha detto...

Siamo davanti ad un muro di ostinazione; ostinazione nel peccato e nella giustificazione di esso e di se stessi. Ad essere coerenti davanti a tanta pervicacia o uno arriva alle mani, o uno si allontana. Si prendono le distanze anche per salvaguardare la propria anima; non è possibile andare in chiesa ed interiormente discernere parola giusta da parola ipocrita che nasconde altro, stare in tensione per cercare di capire se le formule son quelle giuste e con varianti. Per me non è più possibile, ho bisogno io di essere nutrita, confermata, sostenuta. Se questo non lo trovo e non posso andarlo a cercare vagando in macchina che non guido più, sto nella mia casa, mi faccio badessa di me stessa, mi do una 'regolata' e chiudo le comunicazioni con l'esterno. Anche con internet. La mia misura è colma; nel silenzio spero di trovare la forza di pregare per i peccatori e non tirar dietro loro tutti i guai che meriterebbero, come, ogni giorno, mi viene spontaneo di fare in vernacolo.

Anonimo ha detto...

Imperando l'economicismo finanziario e la criptopolitica,scegliere silenti anfratti per lo Spirito, nell'ammutinamento necessario
(Tommaso Romano))

Anonimo ha detto...

Costanza Miriano, giornalista e scrittrice, è ospite a Bel tempo si spera per parlare della vita in un "monastero" senza le mura.
https://www.youtube.com/watch?v=JYOcX7UxsZQ

Alessandro Mirabelli ha detto...

Fino a giugno dovremo battere e ribattere sul boicottaggio dell'8 X 1000 alla CEI

Silente ha detto...

Perfettamente d'accordo con il professor Pasqualucci.
Il "manifesto-appello" del professor de Mattei non solo è condivisibile, ma va divulgato secondo le possibilità di ognuno sui social. Facciamolo.
Da divulgare anche l'osservazione di Pasqualucci sulla omosessualità, l'efebofilia e la pedofilia. Sono perversioni contigue e collegate: parlare sempre e solo di “clericalismo”, di “abusi” e di “pedofilia” ma mai di pederastia o rapporti tra adulti contro natura, anche se le statistiche dimostrano che l’80% dei casi di c.d. “pedofilia” perpetrati dai preti concerneva giovani maschi. Che la c.d “pedofilia” non debba mai esser accostata all’omosessualità, questo è un vero e proprio dogma del politicamente corretto che ci opprime.
Ottima osservazione, caro professore, e soprattutto veritiere. Facciamola nostra e divulghiamola.
Silente

Mazzarino ha detto...

Concordo con Alessandro Mirabelli. Nella mia vita fin da bambino sono sempre stato attento affinchè neppure una lira della ia paghetta e poi del mio reddito potesse finire direttamente o indirettamente ad un Partito Comunista. A tutt'oggi seleziono i supermercati e controllo il made di ciò che acquisto. In epoca Paolo VI ho chiusi l'abbonamento a Famiglia Cristiana, in epoca tardo BXVI ho chiuso con Avvenire e settimanali diocesani vari. Dal 2013 ho detto definitivamente "buonasera" alla crocetta sulla Chiesa Cattolica per destinare l'8/1000 del mio reddito. Ammetto che in quel momento ci ho pensato un pò su, ma giorno dopo giorno, grazie a Napolitano, Il leoncavallo, Lula, Obama la Clinton, la Cina esempio della migliore attuazione delle dottrina sociale della Chiesa, il crocefisso di Morales, Castro e compagnia dal pugno chiuso, Bergoglio è stato fantastico nel "confermarmi". E quando in questi giorni ho visto ufficializzato il fronte politico composto da Conferenza Episcopale Italiana-Sindaci e Presidenti PD, si quelli abortisti ed eutanasisti, non ho potuto trattenere un "grandeee" indirizzato al mio Angelo Custode.

Anonimo ha detto...

C'e' un'altra iniziativa pur modesta da prendere: dare una somma simbolica all'offertorio e abbondare in ceri ed elemosine davanti a statue e immagini di santi. Questo convincerà a non toglierle e a metterne altre. Non vogliamo morire protestanti.
'

Anonimo ha detto...

Se lasciassero accese le candele, finte dalle parti mie, lo farei volentieri, ma c'è il padre priore della basilica in cui vado, che passa poco dopo e le spegne per fare più soldi e la cosa mi ha disgustato, in certi posti fanno pagare i lumini 2 euro, ma almeno si spera li facciano ardere fino in fondo.....l'8 x 1.000 non gliel'ho mai dato, men che meno dal 2013, ma so che lo stato glieli dà lo stesso i dindini cui tanto sono attaccati, intanto lo IOR si è dato nuovo assetto nelle mani dei tedeschi più o meno nobili, ma el jefe pensa di risparmiare cancellando la prefettura della casa pontificia, che si occupa delle udienze e dei cerimoniali degli incontri tra capi di stato, corre voce che l'attuale prefetto, inviso al Turiferarius Maximus, verrà spostato alle cause dei santi e il cerimoniale passerà al TM, okkio, quando si attorniano di Vermilingui e lekkalekka isolandosi dalla realtà, si sa che fine fanno, 'sic semper tyrannis', appoggio incondizionato a Viganò, sempre......

Catholicus ha detto...

@ Irina : "davanti a tanta pervicacia o uno arriva alle mani, o uno si allontana… La mia misura è colma", parole sante le sue, Irina. Difficile trovare un prete che dica messa in modo accettabile, in caso contrario è meglio non andarci, non agitarsi, tanto più che forse, stando a quanto anticipa Alessandro Gnocchi, forse quest'anno avremo l'abolizione della Presenza Reale, della Transustansazione (Gnocchi parla del 30 novembre, il 50° della prima messa NO, celebrata da Paolo VI). Quante volte ho dovuto mordermi la lingua, di fronte all'invadenza, alla saccenteria delle signore attiviste parrocchiane, sempre pronte a pontificare, a giudicare chi non si accoda subito al mantra bergoglian-immigrazionista, meglio pregare il nostro Dio nel segreto, ala larga da certa gentaglia.

Anonimo ha detto...


Denuncia perfettamente documentata quella di mons. Viganò

Ha addotto una serie di circostanze di fatto che ha documentato in modo preciso, in particolare nella replica al tentativo di Ouellet di squalificarne la testimonianza.
Che le accuse siano vere, lo si deduce anche dal comportamento del Papa, che non
replica perché evidentemente non è in grado di smentire mons. Viganò.
Recentemente (vedi Settimo Cielo di Magister, ultimo articolo) anche dall'Argentina è stato documentato che gli abusi di mons. Zanchetta, compatriota e amico del Papa insediato da lui in Vaticano, erano stati denunciati già da alcuni anni in Vaticano da sacerdoti argentini.

PP

Anonimo ha detto...

@Catholicus

Letto Gnocchi che lei segnala, diciamo pure che egli da' per dimissionario Bergoglio e gia' prevede un Francesco II, in continuità col precedente. Si tratta di considerazioni che non hanno molto senso, perché certe figure - lo dico per chi ha davvero compreso la congiuntura apocalittica nella quale ci troviamo - sono irripetibili, proproprio perché il loro perverso mandato scaturisce dall'atto finale determinato da una cópula tra gerarchia deviata e il maligno che, nell'anti-spirito, genera quell'unicum che l'ultimo libro della Bibbia denomina in un certo modo. Attenzione, perché se si parla di eliminazione della Presenza Reale, occorre essere logici e conseguenti, proprio adoperando quella terminologia del capitolo 13° dell'Apocalisse. E perciò lasciamo stare i continuatori dell'opera di Bergoglio, perché non potranno esservi: l'ultima tragedia deve compiersi necessariamente con lui.

Ho scritto questo commento, anche con una certa difficoltà tecnica, ma non so se potrà essere pubblicato. Però io l'ho scritto. ..

Silente ha detto...

Anch'io ho smesso di versare l'8 per mille alla Chiesa Cattolica. Non voglio che i miei soldi vadano alla CEI, che insulta chi difende gli italiani, la nostra etnia e la nostra civiltà dalla peste immigrazionista, finanzia giornali cripto-comunisti come Avvenire e contribuisce all'invasione afro-musulmana di parassiti sociali, potenziali criminali se non terroristi.
Silente

Anonimo ha detto...

IRINA, CONFERMO, sono anch'io in volontario esilio.ANONIMO h.21.Finalmente qualcuno che la vede come me?Francesco lo disse dall'inizio che ci sarebbero potuti essere altri emeriti ancora, mi pare sugli aerei, come pure affermò varie volte che eravamo in piena terza mondiale (guerra). Se la terza mondiale anche con metodi inusuali è vera fin dalla seconda metà del ventesimo, come profetizzato da Maria Ss, direi che sugli emeriti 2 o 3 deciderà Dio ancora. Comunque anch'io direi che è lui l'ultimo, anche in base alle profezie su papi ed antipapi di san Malachia ed anche Garabandal. In base a san Malachia lui dovrebbe già essere fuori dal numero degli antipapi.

Anonimo ha detto...

leggendo Catholicus.... non si può che concordare con le previsioni di A. Gnocchi, con le quali collimano certe tremende novità...
qui nelle nostre parrocchie di una diocesi tutta "concilio & bergoglio" siamo esterrefatti da un annuncio che ci viene elargito in queste domeniche: pensate, ci sarà una settimana di preghiera (evidentemenete voluta dal vertice) che nelle messe si dovranno fare, per invocare l'unione fraterna di tutti i credenti di tutto il mondo, cristiani e non, a QUALUNQUE (sic) religione essi appartengano, perchè così (dicono) "dimostriamo di essere tutti figli di Dio" (!) sia cristiani che pagani, idolatri vari e diversamente eretici ecc.
Detto tutto ciò il giorno del Battesimo di Gesù, il colmo ! Il parroco oggi ha detto che in tal modo aderiremo alla preghiera di Gesù quando disse al Padre "Ut unum sint..."
e le povere pecore bevono ignare tutto questo inganno, come segno di "fratellanza universale" voluta da Dio stesso.....
ma ditemi, non siamo proprio di fronte a quella grande potenza d'inganno di cui ci avverte S. Paolo ?
siamo dunque arrivati al capolinea segnato dalle S. Scritture ?
così pare.....o ditemi che non è vero, che è solo un brutto sogno !
e dunque, a quel punto che sentiremo quegli obbrobri pan-religiosi, che faremo ? dovremo sicuramente fuggire dalle chiese, per non aderire alla grande apostasia, vero ?
AN

jn ha detto...

... non è possibile andare in chiesa ed interiormente discernere parola giusta da parola ipocrita che nasconde altro, stare in tensione per cercare di capire se le formule son quelle giuste e con varianti.

cara Irina, come la capisco! a proposito di questa stressante coazione al discernimento senza tregua, insostenibile per le piccole pecore inermi, che sta logorando anche me da anni (dal 2013, più che nei decenni precedenti) come si fa a non ricordare quando mons Williamson disse che "la mamma che ha a cuore il bene dei figli non dà loro i (pochi) brandelli della torta da cui faticosamente -e senza certezze, direi io- ha estratto il veleno diffuso, ma butta via tutta la torta avvelenata!"
AN

Anonimo ha detto...

Punizione vicina anche per monsignor Georg Gänswein, che aveva detto: «Con il passo dell'11 febbraio 2013 [Benedetto XVI] non ha affatto abbandonato questo ministero: non vi sono dunque due papi, ma de facto un ministero allargato, con un membro attivo e un membro contemplativo».

Catholicus ha detto...

@ AN "dovremo sicuramente fuggire dalle chiese, per non aderire alla grande apostasia, vero ?" : carissimo, concordo pienamente con la sua conclusione, bisognerà evitare di unirsi a tali preghiere eretiche, blasfeme ed apostatiche. Ormai è chiaro che la torta è tutta avvelenata (per usare la famosa metafora di mons. Richard Wulliamson, uno che se ne intende di tradimenti modernisti), e quindi anche accettarne poche briciole può essere letale per la nostra anima. Ricorda l'ammonimento di s. Paolo ? "Anche se io stesso, od un angelo, vi annunciassimo un Vangelo diverso, sia anatema!"; qui siamo proprio di fronte ad un "vangelo" diverso, alla rovescia (tipico agire del diavolo, scimmia di Dio), di chiara origine satanica, quindi... anatema !

Anonimo ha detto...



Confermata la attendibilità di mons. Viganò

Su LifeSiteNews c'è un articolo nel quale si riporta che : un exprete, vittima a suo tempo di McCarrick, ha dimostrato che nella Diocesi di Filadelfia c'è una documentazione secondo la quale il card. Wuerl conosceva le nequizie di McCarrick sin dal 2004-5. Wuerl ha sempre negato e mons. Viganò, nella sua denuncia, ha detto di lui: "mente spudoratamente". Ora la documentazione che sta uscendo fuori dalla Diocesi di Filadelfia conferma il giudizio negativo di mons. Viganò e la verità dei fatti da lui esposti.
Il sito di Tosatti e LifeSiteNews hanno da poco pubblicato un pubblico invito di mons. Viganò a McCarrick affinché abbia il coraggio di pentirsi pubblicamente dei suoi peccati e sacrilegi (parla anche di sacrilegi), per le vittime, la salvezza della sua anima, il bene che tale confessione pubblica può fare alla Chiesa. L'esortazione di mons. Viganò appare improntata a vero spirito cristiano.
PP

Anonimo ha detto...

Sosteniamo tutti mons.Viganò a gloria di Dio e della Chiesa veramente cattolica. A AN che parla dell'esperienza negativa avuta al novus horror di ieri, Battesimo Ns Signore.L'omelia : erano passati 18.20 anni dalla nascita e Gesù era un giovane come tutti gli altri, si divertiva come tutti. Ma il natale è solo la festa dei bambini, quello che conta è la pasqua, la risurrezione che ci giustifica tutti. Il battesimo come la cresima è un sacramentale, un simbolo. Ma il battesimo non l'ha inventato il Battista, non l'ha inventato neanche Gesù: esisteva già prima….i miti…. A questo punto mi sono alzata ed ho detto al don che era un eretico e che se non era cattolico doveva andarsene ed egli in risposta ha tuonato:vada fuori, gli ho detto che stavo andandomene di mia iniziativa ...Silenzio assoluto del restante popolo presente. Rinuncerò ad ulteriori celebrazioni. E' la seconda volta che riprendo pubblicamente i celebranti, vuol dire che ogni tanto andrò a farlo come missione di apertura cervelli anestetizzati.

Anonimo ha detto...

anonimo 8,58: cosa significa ministero allargato? se è capace di spiegarlo lo spieghi sennò lasci perdere il corpo a 2 teste perché è orrore, mostro. Miserere.