Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 2 luglio 2020

Se tutti si inginocchiano, chi difenderà la cultura e la storia occidentale?

"L'antirazzismo non è più la difesa della pari dignità delle persone, ma un'ideologia, una visione del mondo", ha dichiarato il filosofo francese Alain Finkielkraut, figlio di sopravvissuti alla Shoah.
"L'antirazzismo si è trasformato. (...) All'ora della grande migrazione non si tratta più di accogliere i nuovi arrivati integrandoli nella civiltà europea, ma di esporre i difetti di questa civiltà".
Finkielkraut ha definito "l'autorazzismo" come "la patologia più sconcertante e grottesca della nostra epoca".
La sua capitale è Londra.
"Topple the racists" ("Abbatti i razzisti") è una mappa con sessanta statue in trenta città inglesi di cui si chiede l'abbattimento in omaggio al movimento nato negli Stati Uniti in seguito all'uccisione di George Floyd, un afroamericano deceduto mentre un poliziotto bianco, Derek Chauvin, gli teneva premuto il ginocchio sul collo.

A Bristol, una folla ha gettato in acqua la statua del filantropo e proprietario di schiavi Edward Colston. Poi, le proteste si sono spostate a Londra con atti di vandalismo ai danni delle statue di Winston Churchill, del Mahatma Gandhi e di Abraham Lincoln. E il sindaco, Sadiq Khan, ha annunciato una commissione sulla rimozione di statue che non riflettono i "valori di Londra", dopo aver rimosso il monumento dedicato a Robert Milligan, ricco mercante scozzese di schiavi, che era posto fuori dal Museum of London Docklands. Ci sono i nomi di altre due statue da rimuovere da due ospedali londinesi.

Vandalismo e odio di sé stanno rapidamente guadagnando terreno. L'epopea delle grandi scoperte associate all'impero britannico è diventata vergognosa. Le proteste non riguardano la schiavitù. Oggi, nessuno nel Regno Unito si rallegrerebbe per quel periodo. È piuttosto un appello all'epurazione culturale di tutte le opere che contraddicono il nuovo mantra: "diversità".

"Una nuova forma di talebani è nata oggi nel Regno Unito", ha scritto Nigel Farage, riferendosi alle due gigantesche statue del Buddha che vennero fatte saltare in aria dai talebani in Afghanistan, nel 2001. "Se non ristabiliamo presto l'autorità morale, sarà impossibile vivere nelle nostre città."

La lista delle statue da rimuovere annovera i nomi di Oliver Cromwell e Horatio Nelson, due figure di spicco della storia britannica, nonché quello di Nancy Astor, la prima donna a essere eletta deputata nel 1919. Spiccano anche i nomi di Sir Francis Drake, Cristoforo Colombo e Charles Gray (primo ministro il cui governo supervisionò all'abolizione della schiavitù nel 1833).
Il premier britannico Boris Johnson, esprimendo opposizione alla campagna di rimozione, ha dichiarato:
"Noi non possiamo tentare di modificare o censurare il nostro passato. Non possiamo fingere di avere una storia diversa. Le statue nelle nostre città sono state erette da generazioni precedenti. Avevano prospettive diverse, una diversa comprensione di ciò che è giusto e sbagliato. Ma quelle statue ci insegnano il nostro passato, con tutti i suoi errori. Abbatterle significherebbe mentire sulla nostra storia e impoverire l'istruzione delle generazioni future".
Il senso di colpa postcoloniale per il passato imperiale britannico sta, tuttavia, avendo ripercussioni ben più ampie dell'abbattimento delle statue. Ad esempio, c'è ancora un silenzio totale riguardo ai cristiani perseguitati, secondo un vescovo britannico che è stato incaricato dal governo di indagare sui casi di persecuzione dei cristiani in tutto il mondo e sulle loro sofferenze. Inoltre, c'è soprattutto un ritiro dalla scena mondiale. "Quando l'Occidente perde fiducia in se stesso, a causa dell'eccessivo o assurdo senso di colpa per il colonialismo, vira verso l'isolazionismo", ha osservato Bruce Gilley, un professore di Scienze Politiche. "Abbiamo timore che qualsiasi cosa facciamo sia coloniale. Ci sono molti Paesi disposti a entrare in quel vuoto di governance a livello globale: Cina, Iran, Russia, Turchia."

Il senso di colpa postcoloniale sta inoltre soffocando la libertà di espressione nel Regno Unito. Trevor Phillips, l'ex presidente della Commissione britannica per l'Uguaglianza e per Diritti dell'uomo, è stato sospeso dal Partito Laburista con l'accusa di "islamofobia". La colpevolezza di Phillips? Essere stato critico nei confronti del multiculturalismo. Nelle parole di Phillips:
"A mio avviso, la reticenza nell'affrontare questioni legate alla diversità e ai suoi disagi rischia di consentire al nostro Paese di sonnambulare verso una catastrofe che metterà le comunità l'una contro l'altra, approverà le aggressioni sessiste, sopprimerà la libertà di espressione, annullerà le libertà civili duramente conquistate e minerà la democrazia liberale che ha servito così bene questo paese per così tanto tempo".
Phillips ha inoltre affermato che i politici e i giornalisti britannici sono "terrorizzati" all'idea di parlare di razza, lasciando così che il multiculturalismo diventi un " racket" nelle mani di coloro che cercano di consolidare la separazione. Un uomo originario della Guyana, un veterano del Labour Party e presidente della Commissione per l'Uguaglianza ha detto la verità ai multiculturalisti.

Gli attivisti mobilitati per rimuovere le statue vogliono cambiare radicalmente la fisionomia della capitale britannica. Lo scontro sembra essere costituito, da un lato, da violenti censori che bullizzano tutti e, dall'altro lato, da politici vigliacchi che si adeguano, hanno paura e si inchinano ai vandali. I monumenti sono una parte vitale e visibile di una città, ne incarnano il posto nella storia, altrimenti restano solo fermate dei bus e Burger King. Questi contestatori sembrano desiderare una storia riveduta e asettica. Se non comprendiamo rapidamente che, se cancelliamo il nostro passato, come ha cercato di fare l'ex Unione Sovietica, sarà più facile per queste persone creare la loro visione del nostro futuro, privandoci del timone per pilotarci e ancorare noi e i nostri valori. Ci resteranno in mano soltanto i cocci della nostra storia e cultura.

Questo movimento di odio dell'Occidente – che ha, come tutti noi, una storia imperfetta – sembra essere nato nelle università britanniche. A Cambridge, docenti di Letteratura hanno chiesto di sostituire gli autori bianchi con quelli di colore per "decolonizzare" il curriculum. L'Unione degli studenti della Soas, la prestigiosa Scuola di studi orientali di Londra, ha invocato la rimozione dal curriculum di Platone, Kant, Cartesio, Hegel e altri nomi della cultura occidentale, perché "tutti bianchi", come se il colore della pelle dovesse essere l'unico fattore determinante dei nostri pensieri. A Manchester, studenti hanno cancellato il murale della poesia "If" di Kipling.

Nigel Biggar, uno studioso del colonialismo, ha detto che un "clima di paura" è tornato a regnare nelle università britanniche. Di recente, l'Università di Liverpool ha deciso di cambiare il nome di uno degli edifici del campus, intitolato all'ex primo ministro William Gladstone. A Oxford, la statua di Cecil Rhodes, filantropo e fondatore della Rhodesia (oggi Zimbabwe), ha le ore contate

"C'è un po' di ipocrisia," ha commentato Lord Patten, cancelliere di Oxford, "nel finanziare gli studi a Oxford di un centinaio di studenti stranieri all'anno, circa un quinto proveniente dall'Africa, e poi dire che vogliamo gettare la statua di Rhodes... nel Tamigi". Patten ha affermato che la sua opinione non si discosta da quella "espressa da Nelson Mandela in occasione dell'istituzione del Rhodes Trust nel 2003", pertanto, nonostante i "problemi legati a Cecil Rhodes nella storia, se andava bene per Mandela, allora va bene anche a me". Ma non ai revisionisti.

È come se la storia occidentale sia stata riscritta per rappresentare tutta la civiltà occidentale come un'unica e gigantesca apartheid. È come se non dovessimo solo abbattere le statue, ma anche noi stessi. Una democrazia di successo, tuttavia, non può essere costruita cancellando semplicemente il passato.

La statua di Winston Churchill a Londra – il quale si oppose ai nazisti durante la Seconda guerra mondiale e salvò l'Europa dalle barbarie – è stata coperta dalle autorità locali durante le recenti proteste. Il suo "impacchettamento" ricorda una delle antiche statue nude romane che sono state coperte per compiacere il presidente iraniano Hassan Rohani in visita a Roma o la "sparizione" dei ritratti nella ex Unione Sovietica di persone cadute in disgrazia per decisione del Politburo. Cancellare la propria storia non serve a nulla. Si può non avere una storia perfetta, ma è comunque la propria storia. Come ha scritto lo storico Victor Davis Hanson, un Paese "non deve essere perfetto per essere buono". Asportare le parti sgradevoli non cambia i fatti: possono essere rimpiazzati da parti più sgradevoli.

Alcuni musei londinesi hanno già adottato da tempo questa politica di epurazione e di autocensura. La Tate Gallery di Londra ha vietato la creazione artistica di John Latham che mostrava una copia del Corano dentro una lastra di vetro. Il Victoria and Albert Museum ha prima esposto e poi ritirato un'opera d'arte devozionale dell'immagine di Maometto. La galleria Saatchi ha esibito due opere che sovrapponevano scrittura araba a immagini nude, ma poi ha coperto i due dipinti dopo le lamentele dei visitatori musulmani. La Whitechapel Art Gallery ha epurato una mostra rimuovendo delle bambole nude esposte.

Il dizionario Merriam-Webster ha appena rivisto e aggiornato la definizione di "razzismo" per includere quello "sistemico", il che significa presumibilmente che l'intera società è colpevole e ingiusta.
I censori sembrano intenzionati a controllare il nostro universo mentale, come nel romanzo di George Orwell, 1984:
"Ogni documento è stato distrutto o falsificato, ogni libro è stato riscritto, ogni quadro ridipinto, ogni statua, ogni strada e ogni edificio sono stati rinominati, ogni data è stata modificata. E il processo procede di giorno in giorno, di minuto in minuto. La storia si è fermata. Non esiste null'altro che un eterno presente in cui il Partito ha sempre ragione."
Questo processo di auto-avvilimento occidentale è iniziato molto tempo fa. I consiglieri laburisti in tutto il Regno Unito, ad esempio, hanno cominciato a esaminare tutte le statue sotto la loro giurisdizione. Il sindaco di Bristol, Marvin Rees, anziché difendere lo Stato di diritto, ha definito la violenta rimozione della statua di Colston un atto di "poesia storica". Quando i vandali hanno iniziato a distruggere le statue, molti hanno applaudito. Il premier britannico Boris Johnson ha definito questi atti di distruzione "iconoclastia politicamente corretta".

Una settimana prima della polemica sul destino delle statue, nel Regno Unito le persone si sono inginocchiate nel nome di George Floyd. Era come se ci fosse una richiesta collettiva che la società occidentale nel suo insieme doveva pentirsi. Sembrava una forma di isteria ideologica, non così distante da quella dell'Inquisizione o dei processi alle streghe di Salem, che faceva sentire chi si inginocchiava più virtuoso, dalla "parte giusta" della giustizia. Si sono messi in ginocchio anche i poliziotti britannici, mentre negli Stati Uniti la speaker della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi, e altri parlamentari dem si sono inginocchiati davanti ai loro feudatari. Entrambi sono stati atti di irresponsabilità e capitolazione. Pochi giorni dopo, l'establishment britannico si è inchinato ai nuovi talebani.

A cosa punta questo macabro gioco al massacro? Non a demolire i monumenti in quanto tali, come le statue di Cristoforo Colombo che sono state distrutte o decapitate. È più di questo. È una presa di potere per creare una rivoluzione culturale, per impedire a chiunque di dire che le culture non sono tutte uguali: per mettere sotto processo il passato dell'Europa; per infondere un rimorso perenne nelle coscienze e per diffondere il terrore intellettuale al fine di promuovere il multiculturalismo.

Quante persone si rifiuteranno di acconsentire a questa soppressione forzata della storia? Se molti si inginocchiano davanti a questo nuovo totalitarismo, chi avrà il coraggio di difendere la cultura e la storia occidentale? (Giulio Meotti* - Fonte)
*Redattore culturale del quotidiano Il Foglio, è un giornalista e scrittore italiano. 

17 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche qui la storia non comincia ora e non inizia a Londra. Noi sappiamo quanto la storia abbia cambiato e diversamente focalizzato il suo racconto dell'Italia; noi sappiamo quanto si scusò GPII; noi sappiamo quanto distorta sia stata la storia di G.Bruno e di G.Galilei. Nessuno avrebbe potuto riscrivere la storia di un paese, avrebbe potuto distruggere un monumento se quel popolo fosse stato educato al rispetto dei suoi antenati, informato del loro bene e del loro male e non fosse caduto preda delle ideologie dai radiosi futuri promessi, migliori di gran lunga dei tristi passati. E così accadde con tutte le colpe del padre, della madre con cui si occultò la responsabilità personale dei pazienti innumeri dell'Analisi. La chiesa stessa pretese di cambiare le regole in dialogo, vergognandosi non poco di chi aveva dato regole precise per il ben vivere ed il ben morire e cominciò così un prolisso concionare su tutte le possibilità del mal vivere e mal morire. Il mondo ha perso il senno e l'Occidente, ormai nichilista e relativista, resta inerme a guardare le sue creature che gli si rivoltano contro perché, lasciate senza radici, non hanno ricevuto la possibilità di radicarsi nel terreno fertile dove affondavano le vitali radici dell'Occidente Cristiano.

Po' esse.. ha detto...

La parola dybbuk era utilizzata nei circoli mistici ebraici per designare lo spirito di una persona morta, un peccatore da vivo, che prendeva temporaneamente possesso di un essere umano. […] Essere posseduto da un dybbyk è sempre stata considerata un’afflizione o una malattia, e l’agente come un intruso che deve essere espulso […] L’esorcista era sempre un rabbino venerabile, che sottoponeva lo spirito a diverse misure di natura religiosa, in un ordine fisso e graduale”

Lasciamo la conclusione (e la responsabilità) a Bogdan Herzog: egli intravvede nella “pandemia” e nella sua enorme amplificazione terroristica “una tappa maggiore del processo alchemico dell’umanità” cominciato con “Trinity” e “Dolly”.

Lasciamo la conclusione (e la responsabilità) a Bogdan Herzog: egli intravvede nella “pandemia” e nella sua enorme amplificazione terroristica “una tappa maggiore del processo alchemico dell’umanità” cominciato con “Trinity” e “Dolly”.

Ora riguardate il video del Pentagono, dove si parla della possibilità, attraverso un vaccino che in realtà contiene un virus, specifico, di obliterare il geneVMET2, a cui si fa risalire lo spirito religioso, “fanatismo religioso” secondo il relatore.
E si metta questo in relazione con il proposito di vaccinare- contro un virus che non esiste più – “il 100 per cento della popolazione”.
https://www.maurizioblondet.it/covid-cosa-e-in-un-nome-2/

anelante ha detto...

Sono le sceneggiate degli illuminati che ieri si chiamavano così è oggi cosa' ma sono sempre inviati da mani esterne.Fate fare la Greta ai vostri figli se riuscite a mandarli all'onu ....I vostri figli vanno bene come Gretini. ...funzionali al sistema che li usa e stop

Anonimo ha detto...

Su Fb sono visibili le foto dei pericolosissimi americani bloccati in Sardegna e cacciati senza pietà da Giuseppi e Giggino contro il parere del governatore Solinas. Tre bimbi, un neonato e i genitori. Arrivati in aereo privato dal Colorado e disposti, se necessario, ad una quarantena in una villa isolata. Ma l'inflessibile governo rosso-giallo non fa sconti: non arrivi dall'Algeria, dalla Tunisia, dal Marocco, dalla Cina? Allora legalmente non puoi entrare. Se arrivi dalla Libia sei illegale ma va bene uguale, anche se sei infetto, ma dagli USA no, vendetta trasversale contro Trump. Cacciati dall'eroico Giggino, si vantano i grillini. Bella pubblicità in America per il turismo in Italia vedere dei bimbi "sequestrati" in aeroporto.

Anonimo ha detto...


Si comincia con l'abbattere le statue e poi si passa ad impiccare le persone ai lampioni.
È già successo nella storia.

Chi dice: via dal curriculum Cartesio, Hegel, etc. perché "bianchi" è il vero razzista, anche se alla base c'è la prigrizia e l'ignoranza, il desiderio di prendere un titolo faticando poco o niente.
Il supposto nesso tra cabala ebraica e covid, proposto dal pezzo di articolo di Blondet riportato in un commento è del tutto incomprensibile.
Bisogna cominciare a difendere fisicamente il nostro patrimonio di statue e monumenti, come stanno cercando di fare i cattolici americani, p.e. a St. Louis.

Il processo di autodemolizione culturale e morale dell'Occidente è cominciato tanti anni fa, è vero, soprattutto ad opera dei marxisti. Bisognava vergognarsi di essere stati colonialisti, di essere stati fascisti, di essere patriottici, la Patria va superata e comunque non deve esistere, la famiglia va dissolta perché "borghese" e "capitalista", etc. Poi sono subentrati la psicoanalisi e il femminismo: la litania che ancora dura assordante sulle pretese colpe degli uomini verso le donne, gli uomini che devono vergognarsi di voler essere mariti, padri, soldati, capi, etc.
È stata una intellettuale femminista, diversi anni fa, a scrivere un libro, intitolato: "Sputiamo su Hegel". Certo, quello che non riesci a capire perché sei negata, lo disprezzi, no?
Insomma si raccoglie quello che le false idee, le ideologia hanno seminato. Dal Concilio in poi anche la Chiesa si è unita al coro, tra l'altro con le allucinanti richieste di scuse di Giovanni Paolo II, che ha in pratica criminalizzato tutto il passato, tutta la storia della Chiesa, facendone in blocco oggetto di colpa. Un atteggiamento irrazionale, che getta una luce cupa sulla personalità di Woitila, per chi sappia leggere.
Questa barbarie culturale che ora ci sta travolgendo è cominciata da casa nostra, dall'interno della cultura occidentale, manifestazione evidente della sua decadenza.
Bisogna reagire, cominciando ad opporre la forza (difensiva) alla forza di chi offende, violenza dei nuovi barbari, prosperante sulla viltà dei poteri che dovrebbero invece difenderci.
Difendiamo fisicamente i nostri monumenti.

Aloisius ha detto...

Più che difendere i monumenti fisicamente, basterebbero videocamere e autorità pronte ad individuare e punire i vandali.

Riguardo a GPII, invece, e all 'interessante paragone sopra scritto, pur essendo stato un ottimo papa, non riesco a sentirlo come santo.
Soprattutto se lo confronto a santi vicini nel tempo, come San Giovanni Bosco e San Pio da Pietralcina.
In GPII non vedo quel grande misticismo, puramente cattolico, unito a una grande carità e senso pratico, che vedo nei secondi.

E infatti nessuno di questi ha mai osato screditare, anche indirettamente, la Santa Romana Chiesa del passato.
Ne' lo avrebbero mai fatto se il Signore li avesse voluti come papi.

Ma loro erano forgiati dalla dottrina preconciliare, erano 'geneticamente' sani, piantati nella roccia, mentre GPII, pur avendo anche lui bevuto da quella fonte, ha deciso di accogliere e considerare buoni e giusti i frutti avvelenati del Concilio V.II, da cui le richieste di perdono, il bacio del Corano, le feste ecumeniche mediatiche, i cedimenti al modernismo e al pensiero massonico, ecc. che avrebbero fatto inorridire i Santi su citati.
Sempre al CVII si va a finire.

Anonimo ha detto...

Stefano Fontana: “I laici cattolici impegnati nel sociale o in politica hanno talmente acquisito i contenuti dottrinali delle ideologie che dovrebbero invece combattere, ne hanno talmente condiviso i principi che hanno cessato completamente di combatterle e vi collaborano direttamente. Hanno tradito la Dottrina che avrebbero dovuto difendere. Un po’ di storia”.

https://lanuovabq.it/it/quei-laici-in-politica-che-tradirono-la-dottrina

Da suicidio di menti malsane ha detto...

Federica Fanari, imprenditrice 37enne, residente in Colorado ma originaria di Oristano, è una dei 6 passeggeri adulti arrivati dagli Usa col jet privato e rimandati indietro: “I miei amici dovevano valutare l’acquisto di alcune aziende, non vogliono più mettere piede nell’Isola. Abbiamo mangiato per terra, la nostra proposta di tamponi e quarantena è stata rifiutata: ho già parlato col mio avvocato”
Salvador Cocco
Mi raccomando, fate entrare cinesi e immigrati.
Allora, delle due l’una, o volete far fallire questo paese o siete incapaci come lammerda.
(Alfonso Maria Avitabile)

https://www.unionesarda.it/video/video/cronaca-sardegna/2020/07/02/turisti-bloccati-a-elmas-trattati-come-delinquenti-52-1035355.html

Anonimo ha detto...

Il fondamentalismo laicista, relativista, nichilista è il vero fondamentalismo: "la 'verità assoluta', che non esistono verità assolute ed oggettive"!
Il soggettivismo egolatra, che favorisce e promuove, la corrosione dei valori oggettivi, fondati sulla ratio rerum, ontologico- metafisica. Un soggettivismo del nulla, pervasivo e poliarceta, istilla kentros e caos, il vuoto, la stupidità di fronte alla bellezza dell' essere e favorisce, la progressiva implosione, della grande Civiltà Occidentale: edificata sulle colonne dell' Orthé Logos e del Logos Incarnato Rivelato! Si promuovono e si accendono i desideri e le voglie, con la "fumosità" liquida dell'autopòiesis autonomotèta! Nichilismo oudenologico, alethicida, anassiologico, mera hybris, disteleologica, implosiva. Ciò favorisce la legge del più forte e l'homo homini lupus, il progetto dei burattinai della spelonca - della teatrokrazia moderna, con diuturni sofisti ed eristi - dove gli uomini sono tenuti con "catene invisibili, di ferro e di acciaio, al collo, alle mani ed ai piedi" (cfr. Platone, Rep. lib VII), indotti a promuovere, con phobos, kratos, adikia, la Kakopolis, la Civitas Diaboli, splendente di chimerici, giochi pirotecnici luciferini!
"E veramente parmi saria cosa ridicola il credere, che allora comincino ad essere le cose della natura quando noi cominciamo a scoprirle ed intenderle. Ma quando pure l' intender degl'uomini dovesse esser cagione della esistenza delle cose, bisognerebbe, o che le medesime cose fussero ed insieme non fussero (fussero, per quelli che l' intendono; e non fussero, per quelli che non l' intendono), o vero che l' intender di pochi, ed anco di uno solo, bastasse per farle essere" Galileo Galilei, Opere, XI, 108. principio di identità, non contraddizione.
Infatti, chi dice che tutto è vero viene a riconoscere come vera anche la posizione contraria alla sua; e pone pertanto la sua come non vera. La sua non è riconosciuta come vera dalla posizione contraria. E chi afferma che tutto è falso, egli stesso pone nel falso questa sua affermazione. Ancora il principio di ragion sufficiente, causalità metafisica e principio dell'atto.
Prof. Domenico Pennino

Anonimo ha detto...

Giulio Meotti:
La statua di Cristoforo Colombo rimossa da Columbus. Dovranno anche cambiare nome alla città visto che si vergognano dell'esploratore italiano. Il monumento realizzato da Edoardo Alfieri era un regalo di Genova. La nuova Repubblica americana - socialista e intollerante - non la merita, quindi chiedo al sindaco di Genova Marco Bucci e al governatore Giovanni Toti di riprendersi la statua. Gli americani possono sostituirla con quella a un'altra italoamericana: Nancy Pelosi.

Anonimo ha detto...

«Ci sono due tipi di medicina: quella degli schiavi e quella degli uomini liberi. Quella per gli schiavi deve rimuovere rapidamente il sintomo, perché il soggetto possa tornare al più presto al lavoro. Quella per gli uomini liberi cerca di capire il sintomo, il suo significato per la salute complessiva del corpo, per giungere all’equilibrio di tutta la persona».
Platone
I forza covid in realtà, anche se fingono il contrario, sono fautori della medicina per schiavi con pretesa di contagio zero, limitazione della libertà, bavaglio, vaccino, eliminazione del problema.
La medicina libera lavora sulla prevenzione, sulla cura del terreno, sulla risposta dell'organismo al virus, sulle cure, nella consapevolezza che tutti entreremo prima o poi in contatto con il virus.
Attenzione ai falsi profeti, i tempi ultimi ne saranno infestati.
B.Selis

Anonimo ha detto...

@ B.Selis

Quanto mai centrato ed opportuno il suo intervento. Grazie!

Da Fb ha detto...

Gli "avvoltoi dell'etica" non hanno la più pallida idea di che cosa sia la letteratura, di che cosa sia l’arte, di che cosa sia la memoria.

«Come era ovvio, gli avvoltoi dell’etica – al posto di igienizzare il passato, si pensi, piuttosto, a non ripeterne gli errori, altrimenti a atto di forza sarà necessario attendersi una difesa più vasta –, i cavalieri della purezza, ora attaccano “Il Canone Occidentale”, forgiato parecchi anni fa – era il 1994 –, con lungimiranza, da Harold Bloom. L’architettura di Bloom, narrata con scintillio intellettuale, è, invero, banale. Bloom ci ricorda che l’Occidente lo hanno creato i grandi scrittori, che la nostra identità si fonda su Dante, Shakespeare, Cervantes, Montaigne, Tolstoj, Walt Whitman, Emily Dickinson e via giganteggiando. (...) Disconoscere un Canone significa propugnare lo sterminio dei maestri. Su “The American Scholar”, però, Robert Zaretsky, in un articolo, The Bloom Has Faded, auspica la fine del Canone, “forse dovremmo respingere l’insegnamento del Canone”, scrive, “forse è tempo di cambiare radici e potare rami”. La sintesi è fatale: “dobbiamo trattare gli scritti delle minoranze emarginate e oppresse non per ‘integrare’ il Canone Occidentale, ma come essenziali rappresentazioni delle nostre tradizioni politiche, sociali, culturali”. L’idea di fondo, al di là della glassa buonista, è che la letteratura, l’arte, non sia importante di per sé ma solo se coerente alle idee vigenti, vincenti, come ancella dell’ideologia. Che la costruzione di un Canone sia una prepotenza è ovvio – l’arte è tirannica, esclude, ammette solo ciò che è esclusivo. Il resto, il residuo, le macerie sono materia per gli storici, per quelli che “delineano il contesto”, per i contestatori del talento individuale, per i sociologi, per i politici. L’arte non si pone ambizioni elettorali – proprie di chi invoca la distruzione del Canone Occidentale – ma l’esecuzione di una forma, imperiale e schiacciante, che perturba. Chi vede tra le sue anse l’ombra di una verità, buon per lui».
(Davide Brullo, Pangea, editoriale 29 Giugno 2020, 11:47 Am)

Anonimo ha detto...


Un "canone" c'è sempre. Ora si vuole sostituire un canone ad un altro, l'ignoranza alla vera cultura, l'imbroglio all'arte vera.

Il nuovo canone sarebbe quello che mette in primo piano "le minoranze emarginate ed oppresse". Si tratta di un canone a sfondo politico, ideologico, quindi intrinsecamente bacato.
Il "canone occidentale" non si è formato a tavolino, è il risultato di una consapevolezza costruitasi in secoli di grande letteratura e filosofia, arte. Tale canone non è assoluto, nel senso che si può discutere sull'inclusione di certi autori e proporne anche altri, modificarlo in parte.
Il nuovo "canone" è invece imposto dall'estremismo ideologico, politico. Promuove l'ignoranza perché chi sarebbero gli autori delle minoranze emarginate e perseguitate? Dove stanno tutte queste grandi opere d'arte e di pensiero trascurate, che dovrebbero costituire ora il nuovo canone? Dobbiamo sostituire Dante con qualche poeta della protesta nera?
Non ci sono, queste opere, ovvero sono costituite da una pletore di autrici mediocri che le femministe vorrebbero imporre all'attenzione come grandi autori, o di scrittori di quello che una volta si chiamava Il Terzo Mondo o di scrittori della "protesta nera" e roba del genere. In tutto questo variegato mondo, gli autori/autrici di un qualche talento non sono già stati riconosciuti dalla critica? Ma farne un "canone" che sostituisca quello dei grandi autori della nostra cultura è un crimine contro l'intelligenza, prima di tutto, oltre che contro la cultura vera e il buon gusto.
Questo lavoro di distruzione della vera cultura è in corso da tanti anni, basta vedere a che cosa si sono ridotte le arti figurative, la musica e la stessa letteratura: in pratica, sono sparite, sostituite semplicemente dal nulla e comunque dalla paccottiglia del politicamente corretto o dalla semplice truffa estetico-intellettuale.
G.

Fabio Riparbelli ha detto...

Alla vostra cortese attenzione,

La prossima settimana in commissione giustizia verrà votata la proposta di legge per introdurre il reato di misoginia e omofobia.
Innanzitutto se uno non è gay non deve essere per forza obbligato a condividere e approvare le opinioni gay, altrimenti non si riconoscono i diritti di opinione degli eterosessuali sanciti dalla costituzione.
In secondo luogo se è reato la misoginia allora allo stesso modo deve essere anche reato il femminismo, perchè sono due facce della stessa medaglia e se passa questa legge è solo un altro tipo di discriminazione.

Distinti Saluti,
Fabio Riparbelli.

Anonimo ha detto...


Se la misoginia diventa reato, bisognerà tagliare o cancellare un gran numero di autori classici.
P.e. Molière, che scrisse "Le preziose ridicole", una satira delle donne intellettuali.
E la luciferina Lady Macbeth la lasceranno al suo posto?
E il personaggio di Milady nei "Tre Moschettieri", spia del nemico e donna malvagia, che viene "giustiziata" dai Moschettieri, perché si era macchiata di un grave delitto?
Ma anche in Cenerentola, non c'è il personaggio della donna cattiva di turno?
Insomma, qui non ci vogliono veramente far dire più niente, in nessun campo.
Questo progetto di legge, oltre che immorale, è anche un insulto all'intelligenza.
Stanno già riscrivendo la letteratura per l'infanzia in versione gay, adesso aggiungeranno
la versione anti-misoginia. L'orrore non ha fine.
G.




Anonimo ha detto...

https://nostreradici.blogspot.com/2020/06/vandalismo-su-montanelli-lipocrisia-e.html

dal GIORNALE - Milano del 15/06/2020, a pag.1, con il titolo "Spose bambine, bugie di sinistra e doppiopesismo", il commento di Alberto Giannoni.